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Isole Lofoten: differenze tra le versioni

Coordinate: 68°14′00″N 14°34′00″E
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==Note==
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Versione delle 13:52, 27 mag 2022

Isole Lofoten
Il villaggio di Reine, nelle Lofoten, visto dalla cima del Reinebringen.
Geografia fisica
LocalizzazioneMar di Norvegia
Coordinate68°14′00″N 14°34′00″E
Superficie1.227 km²
Isole principaliAustvågøy, Gimsøya, Vestvågøy, Flakstadøya, Moskenesøya
Altitudine massima1.161 m s.l.m.
Geografia politica
StatoNorvegia (bandiera) Norvegia
RegioneNord-Norge
ConteaNordland
DistrettoLofoten
Demografia
Abitanti24.000
Cartografia
Localizzazione delle isole Lofoten.
Mappa di localizzazione: Norvegia
Isole Lofoten
Isole Lofoten
voci di isole della Norvegia presenti su Wikipedia

Le isole Lofoten (pronuncia in lingua norvegese: ˈlùːfuːtn̩) sono un arcipelago della Norvegia che si estende a nord-ovest tra le contee di Nordland e Troms. Hanno una superficie complessiva di 1.227 km² e contano oltre 24.000 abitanti.

Etimologia

Lofoten (in lingua norrena: Lófót) significa "piede di lince" ed è pertanto un nome singolare. Il nome è composto da (lince) e fótr (piede).

Lófót era il nome originalmente assegnato all'isola Vestvågøya.

Geografia e clima

Le Lofoten sono divise in aree paragonabili a comuni: Vågan, Vestvågøy, Flakstad, Moskenes, Værøy, e Røst, situate nelle isole più grandi (Austvågøy, Gimsøya, Vestvågøy, Flakstadøya, Moskenesøya). Inoltre costituiscono uno dei distretti tradizionali della Norvegia. Le città più popolate sono Leknes e Svolvær.

Il territorio è caratterizzato da montagne (il monte più alto è il Higravstinden, 1.161 metri s.l.m.), che finiscono a strapiombo sul mare: una ricchezza per le isole che attraggono molti turisti per la loro particolare bellezza.

La costruzione della E10 e di una serie di costosi tunnel e ponti stradali ha permesso di congiungere direttamente tutte le principali isole dell'arcipelago, rendendole maggiormente accessibili anche agli autoveicoli.

Le Lofoten si trovano a circa 200 km dal circolo polare artico. Nonostante ciò, il clima è caratterizzato da temperature piuttosto miti principalmente grazie alla corrente del Golfo. La temperatura minima registrata nel 2009 è stata di -13,1 °C, il 7 febbraio, mentre la massima di 26,6 °C il 3 agosto. Le temperature medie mensili più basse nel 2009 sono state registrate nei mesi di dicembre (-0,8 °C) e febbraio (-2 °C).

Data la latitudine, le Lofoten sono interessate dal fenomeno del sole di mezzanotte e considerate un ottimo punto di osservazione per le aurore boreali.

Geologia

Le Lofoten sono geologicamente un horst, cioè un rialzamento tettonico del substrato.[1] Le rocce dell'arcipelago appartengono alla vasta Western Gneiss Region della Norvegia.[2]

La forma di alcuni altorilievi e l'irregolarità delle superfici delle isole sono stati attribuiti agli effetti erosivi avvenuti nel corso del Mesozoico, come evidenziato dalla caolinite trovata in alcuni luoghi.[3]

A nord-ovest l'arcipelago è delimitato da una faglia che si sviluppa in senso nord-est/sud-ovest. Si tratta di una faglia diretta, la cui scarpata è stata erosa per formare le strandflat, le protuberanze rocciose che tendono ad appiattirsi con l'entrata nel mare.[4]

Storia

Svolvær è la città più antica del Circolo polare artico. Anche se la sua struttura centrale risale all'epoca dei Vichinghi, si trovano reperti archeologici risalenti a molto prima, circa al 3000-4000 a.C. Sono state trovate tracce di attività agricola dell'età del ferro e resti di insediamenti umani databili al 250 a.C.[5]

Il primo insediamento storicamente noto nella Norvegia settentrionale è il villaggio di Vågan (in lingua norrena: Vágar), che esisteva già all'epoca dei Vichinghi ed era situato sulla costa meridionale delle Lofoten orientali, vicino all'odierno villaggio di Kabelvåg, nel comune di Vågan. Il Museo vichingo delle Lofoten, dove si può ammirare la ricostruzione di una casa lunga di 83 metri di lunghezza (la più lunga conosciuta), è situato a Borg sull'isola Vestvågøy. Accoglie ritrovamenti e oggetti risalenti all'età del ferro e ai Vichinghi.[6]

Nel 1432 vi sarebbe giunto, spinto da una tempesta, il veneziano Pietro Querini (a testimonianza di quel fatto è stato eretto un monumento, presente tuttora), il quale riportò nel continente notizie sulla fauna e la flora dell'arcipelago, oltre alla pratica locale dell'essiccazione del merluzzo (stoccafisso), che avrebbe poi avuto grande fortuna in Italia, in particolare nelle aree venete da cui proveniva Querini: la maggior parte dello stoccafisso prodotto nelle isole Lofoten è infatti esportato proprio in Italia. Agli inizi del 1900 si è tentato di introdurre sull'isola una piccola popolazione di pinguini reali, ma il tentativo è fallito e i pinguini scomparvero, probabilmente uccisi dalle popolazioni locali.

Economia

Il turismo è molto sviluppato: in inverno le condizioni meteorologiche non permettono una visita accurata della zona, ma è comunque possibile sciare e ammirare l'aurora boreale; in estate invece si può assistere al fenomeno del sole di mezzanotte.

Sono state sviluppate significative attività museali (il grande museo vichingo di Borg, il museo di storia militare e l'esposizione di sculture di ghiaccio di Svolvær), attività escursionistiche marittime e terrestri, un'intensa attività di scalate montane, per le quali le montagne delle isole (il "Lofoten Wall") sono celebri.

La popolazione comunque vive principalmente ancora di pesca del merluzzo, che tra l'altro è anche il principale alimento delle isole. Sull'isola di Å c'è un museo dedicato allo stoccafisso. Il merluzzo pescato nell'arcipelago è considerato uno dei migliori di tutta la Norvegia; l'Italia importa circa l'80% dei merluzzi pescati nelle isole Lofoten e circa il 40% di tutta la Norvegia.

Il comune di Røst, sito su una piccola isola nella parte sud dell'arcipelago, dal 2001 è gemellato con il comune italiano di Sandrigo (VI), con cui intrattiene rapporti non solo diplomatici ma anche culinari: lo stoccafisso delle Lofoten viene importato nel centro vicentino in occasione della "Festa del baccalà", durante la quale viene proposto il piatto tipico del baccalà alla vicentina.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ Steffen G. Bergh, Kristian H. Liland, Geoffred D. Corner, Tormod Henningsen e Petter A. Lundekvam, Fault-controlled asymmetric landscapes and low-relief surfaces on Vestvågøya, Lofoten, North Norway: inherited Mesozoic rift-margin structures?, in Norwegian Journal of Geology, vol. 98, n. 4, 2018, DOI:10.17850/njg98-3-06. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  2. ^ Mark G. Steltenpohl, Willis E. Hames e Arild Andresen, The Silurian to Permian history of a metamorphic core complex in Lofoten, northern Scandinavian Caledonides, in Tectonics, vol. 23, n. 1, 2004, pp. n/a, DOI:10.1029/2003TC001522.
  3. ^ K. Lidmar-Bergström e J.O. Näslund, Landforms and uplift in Scandinavia, in A.G. Doré, Cartwright, Stoker, Turner e White (a cura di), Exhumation of the North Atlantic Margin: Timing, Mechanisms and Implications for Petroleum Exploration, Geological Society, London, Special Publications, n. 196, The Geological Society of London, 2002, pp. 103–116.
  4. ^ P.T. Osmundsen, T.F. Redfield, B.H.W. Hendriks, S. Bergh, J.-A. Hansen, I.H.C. Henderson, J. Dehls, T.R. Lauknes, Y. Larsen, E. Anda e B. Davidsen, Fault-controlled alpine topography in Norway, in Journal of the Geological Society, London, vol. 167, 2010, pp. 83–98, DOI:10.1144/0016-76492009-019.
  5. ^ Robert M. D'Anjou, Raymond S. Bradley, Nicholas L. Balascio e David B. Finkelstein, Climate impacts on human settlement and agricultural activities in northern Norway revealed through sediment biogeochemistry, in PNAS, vol. 109, n. 50, 2012, pp. 20332–20337, Bibcode:2012PNAS..10920332D, DOI:10.1073/pnas.1212730109, PMC 3528558, PMID 23185025.
  6. ^ Norway - Vestvågøy - Vendalsjord, su www.travels-in-time.net.

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