Bestemmia: differenze tra le versioni
mNessun oggetto della modifica Etichette: Nowiki inseriti da dispositivo mobile Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
Nessun oggetto della modifica Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
||
(36 versioni intermedie di 18 utenti non mostrate) | |||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{Protetta}} |
{{Protetta}} |
||
La '''bestemmia''' è un'[[ingiuria]] o un [[epiteto]] offensivo riferito a [[Dio]] o ai [[santi]], o in generale riferito ad una qualsiasi divinità o ad un qualsiasi individuo oggetto di venerazione da parte di fedeli a |
La '''bestemmia''' è un'[[ingiuria]] o un [[epiteto]] offensivo riferito a [[Dio]] o ai [[santi]], o in generale riferito ad una qualsiasi divinità o ad un qualsiasi individuo oggetto di venerazione da parte di fedeli a – o esponenti di – differenti dottrine religiose<ref>{{treccani|bestemmia|Bestemmia|v=1}}</ref>. Essa appartiene alla sfera del [[turpiloquio]]. |
||
Nell'uso comune il termine è usato come sinonimo di ''[[imprecazione]]'' e ''blasfemia''. Letteralmente, per ''imprecazione'' si intende, propriamente in ambito religioso, una violazione del [[dieci comandamenti|comandamento biblico]] "non nominare il nome di Dio invano", tramite la semplice pronuncia del nome o di un epiteto identificativo di una divinità fuori dal contesto religioso di riferimento. La ''blasfemia'', invece, nel suo significato più proprio, indica un'espressione irriverente nei confronti della divinità o anche della religione, attraverso discorsi contrastanti con le verità di [[fede]]<ref>[http://www.dizionario.org/d/index.php?pageurl=bestemmia&searchfor=bestemmia&searching=true Lemma "Bestemmia" nel Dizionario della Lingua Italiana di Niccolò Tommaseo]</ref>. |
Nell'uso comune il termine è usato come sinonimo di ''[[imprecazione]]'' e ''blasfemia''. Letteralmente, per ''imprecazione'' si intende, propriamente in ambito religioso, una violazione del [[dieci comandamenti|comandamento biblico]] "non nominare il nome di Dio invano", tramite la semplice pronuncia del nome o di un epiteto identificativo di una divinità fuori dal contesto religioso di riferimento. La ''blasfemia'', invece, nel suo significato più proprio, indica un'espressione irriverente nei confronti della divinità o anche della religione, attraverso discorsi contrastanti con le verità di [[fede]]<ref>[http://www.dizionario.org/d/index.php?pageurl=bestemmia&searchfor=bestemmia&searching=true Lemma "Bestemmia" nel Dizionario della Lingua Italiana di Niccolò Tommaseo]</ref>. |
||
== Etimologia == |
|||
Le parole "bestemmia" e "blasfemia" derivano entrambe dal [[Greco antico|greco]] βλασφημία ''blasphēmíā'', derivato da βλάπτειν ''bláptein'', "ingiuriare", e da φήμη ''phḕmē'', "reputazione", da cui deriva ''blasphemia'' in [[Lingua latina|latino]] e che denota letteralmente la [[diffamazione]]. |
Le parole "bestemmia" e "blasfemia" derivano entrambe dal [[Greco antico|greco]] βλασφημία ''blasphēmíā'', derivato da βλάπτειν ''bláptein'', "ingiuriare", e da φήμη ''phḕmē'', "reputazione", da cui deriva ''blasphemia'' in [[Lingua latina|latino]] e che denota letteralmente la [[diffamazione]]. |
||
== Campi semantici == |
== Campi semantici == |
||
La [[lingua italiana]] contemporanea utilizza una singola accezione di bestemmia, cioè quella consistente nell'ingiuria esplicita verso la [[divinità]] o verso soggetti ad essa correlati. |
La [[lingua italiana]] contemporanea utilizza una singola accezione di bestemmia, cioè quella consistente nell'ingiuria esplicita verso la [[divinità]] o verso soggetti ad essa correlati. Nei testi italiani meno recenti, così come nelle traduzioni di testi antichi, il significato della parola può essere diverso: la parola "bestemmia" può indicare un'affermazione che offende una verità religiosa accettata come tale dai fedeli. |
||
⚫ | Nelle religioni patriarcali, come quelle [[religioni abramitiche|abramitiche]] ([[Religione ebraica|Ebraismo]], [[Cristianesimo]], [[Islam]]), il corpo e l'istinto naturale animale a livello popolare sono spesso percepiti fortemente negativi e triviali<ref>Qualcuno, come [[Émile Durkheim]], interpreta che ciò dipende dal fatto che tali religioni sono caratterizzate dalla separazione tra [[sacro]] e [[profano]] (''The Elementary Forms of the Religious Life'', [[Londra]], George Allen & Unwin, 1915, p. 36)</ref>; perciò una tipica bestemmia per queste religioni è l'identificazione con animali quali i [[suini]], oppure ancora come [[feci|escrementi]]. |
||
Nei testi italiani meno recenti, così come nelle traduzioni di testi antichi, il significato della parola può essere diverso: la parola "bestemmia" può indicare un'affermazione che offende una verità religiosa accettata come tale dai fedeli. |
|||
=== Nell' |
=== Nell'animismo e nel politeismo === |
||
Presso i popoli primitivi esisteva la convinzione che la [[parola]] possedesse una forza [[magia|magica]], cioè che fosse in grado di ''rendere magico'' l'oggetto interessato, di modificarlo. La funzione antica della bestemmia, così come dell'invettiva e della [[calunnia]] vanno compresi alla luce di tale mentalità. |
Presso i popoli primitivi esisteva la convinzione che la [[parola]] possedesse una forza [[magia|magica]], cioè che fosse in grado di ''rendere magico'' l'oggetto interessato, di modificarlo. La funzione antica della bestemmia, così come dell'invettiva e della [[calunnia]] vanno compresi alla luce di tale mentalità. |
||
Riga 18: | Riga 18: | ||
Nel [[diritto romano]] la bestemmia non era considerata un reato. Il [[brocardo]] "deorum iniuriae diis curae" (delle ingiurie agli dèi si occupino gli dèi) esprimeva il carattere laico dello stato<ref>[http://www.brocardi.it/D/deorum-iniuriae-deis-curae.html Deorum iniuriae deis curae - Che delle ingiurie agli dei si occupino gli dei - Brocardi.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Infatti lo stato romano fu sempre caratterizzato dalla presenza di diverse religioni. Solo quando nel [[380]] il [[Cristianesimo]] con l'[[Editto di Tessalonica]] divenne religione ufficiale dell'Impero la bestemmia fu considerata un grave delitto, da punire con la morte o altre incisive sanzioni penali<ref>[http://www.ilcristiano.it/2004/feb04/leggemose2.htm Il Cristiano - Febbraio 2004<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140812095619/http://www.ilcristiano.it/2004/feb04/leggemose2.htm |data=12 agosto 2014 }}</ref>. Col [[Codice Giustinianeo]] del [[534]] la bestemmia fu sanzionata con la pena di morte<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/06/18/non-bestemmiare-di-perbacco.html ' NON BESTEMMIARE, DI' PERBACCO' - la Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. |
Nel [[diritto romano]] la bestemmia non era considerata un reato. Il [[brocardo]] "deorum iniuriae diis curae" (delle ingiurie agli dèi si occupino gli dèi) esprimeva il carattere laico dello stato<ref>[http://www.brocardi.it/D/deorum-iniuriae-deis-curae.html Deorum iniuriae deis curae - Che delle ingiurie agli dei si occupino gli dei - Brocardi.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Infatti lo stato romano fu sempre caratterizzato dalla presenza di diverse religioni. Solo quando nel [[380]] il [[Cristianesimo]] con l'[[Editto di Tessalonica]] divenne religione ufficiale dell'Impero la bestemmia fu considerata un grave delitto, da punire con la morte o altre incisive sanzioni penali<ref>[http://www.ilcristiano.it/2004/feb04/leggemose2.htm Il Cristiano - Febbraio 2004<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140812095619/http://www.ilcristiano.it/2004/feb04/leggemose2.htm |data=12 agosto 2014 }}</ref>. Col [[Codice Giustinianeo]] del [[534]] la bestemmia fu sanzionata con la pena di morte<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/06/18/non-bestemmiare-di-perbacco.html ' NON BESTEMMIARE, DI' PERBACCO' - la Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. |
||
=== |
=== Nell'ebraismo === |
||
⚫ | |||
==== Antico Testamento ==== |
|||
Nell'[[Antico Testamento]] greco il termine βλασφημέω (''blasphēmèō'') dice sempre riferimento, diretto o indiretto, contro la maestà divina, e, con poche eccezioni, indica sempre l'ingiuria a [[Dio]] dei popoli nemici di Israele<ref>Le eccezioni: [[Libro di Isaia|Isaia]] {{Cita passo biblico|Is|66,3}}; [[Libro della Sapienza|Sapienza]] {{Cita passo biblico|Sap|1,6}}; [[Siracide]] {{Cita passo biblico|Sir|3,16}}.</ref>. Alcuni esempi: |
Nell'[[Antico Testamento]] greco il termine βλασφημέω (''blasphēmèō'') dice sempre riferimento, diretto o indiretto, contro la maestà divina, e, con poche eccezioni, indica sempre l'ingiuria a [[Dio]] dei popoli nemici di Israele<ref>Le eccezioni: [[Libro di Isaia|Isaia]] {{Cita passo biblico|Is|66,3}}; [[Libro della Sapienza|Sapienza]] {{Cita passo biblico|Sap|1,6}}; [[Siracide]] {{Cita passo biblico|Sir|3,16}}.</ref>. Alcuni esempi: |
||
* Nel paragone con il [[re]] di [[Assur (città)|Assur]], [[JHWH]] è privato di ogni potere, è "reso inferiore", cioè insultato ([[Secondo libro dei Re|2 Re]]<ref>{{Cita passo biblico|2Re|19,4.6.22}}</ref>). |
* Nel paragone con il [[re]] di [[Assur (città)|Assur]], [[Yahweh|JHWH]] è privato di ogni potere, è "reso inferiore", cioè insultato ([[Secondo libro dei Re|2 Re]]<ref>{{Cita passo biblico|2Re|19,4.6.22}}</ref>). |
||
* Quando [[Israele]] viene assalito è JHWH che viene bestemmiato ([[Libro di Tobia|Tobia]]<ref>{{Cita passo biblico|Tb|1,18}}</ref>, [[Secondo Libro dei Maccabei|2 Mac]]<ref>{{Cita passo biblico|2Mac|8,4;9,28;10,34}}</ref>). |
* Quando [[Israele]] viene assalito è JHWH che viene bestemmiato ([[Libro di Tobia|Tobia]]<ref>{{Cita passo biblico|Tb|1,18}}</ref>, [[Secondo Libro dei Maccabei|2 Mac]]<ref>{{Cita passo biblico|2Mac|8,4;9,28;10,34}}</ref>). |
||
* Quando [[Edom]] si felicita della rovina di Israele, insolentisce contro JHWH ([[Libro di Ezechiele|Ez]]<ref>{{Cita passo biblico|Ez|35,12-13}}</ref>). |
* Quando [[Edom]] si felicita della rovina di Israele, insolentisce contro JHWH ([[Libro di Ezechiele|Ez]]<ref>{{Cita passo biblico|Ez|35,12-13}}</ref>). |
||
Riga 36: | Riga 36: | ||
Il [[giudaismo]] conserva in genere la valenza dei testi esaminati della Versione dei Settanta. |
Il [[giudaismo]] conserva in genere la valenza dei testi esaminati della Versione dei Settanta. |
||
=== Nel cristianesimo === |
|||
⚫ | [[File:Jesus graffito.jpg|thumb|Il cosiddetto ''[[graffito di Alessameno]]'', al museo sul [[colle Palatino]] a [[Roma]], [[Graffiti (archeologia)|graffito]] pagano del secondo secolo che ritrae un uomo che [[onolatria|adora un asino crocifisso]], presumibile presa in gioco di un soldato cristiano. L'iscrizione riporta ΑΛΕΞΑΜΕΝΟΣ (ΑΛΕΞΑΜΕΝΟC) ΣΕΒΕΤΕ (CEBETE, per σέβεται) ΘΕΟΝ, che si traduce "Alessameno rispetta Dio".]] |
||
==== Nuovo Testamento ==== |
==== Nuovo Testamento ==== |
||
Riga 48: | Riga 50: | ||
La condotta cattiva dei discepoli può essere occasione di bestemmia contro Dio o contro la sua parola (1 Tim<ref name=autogenerato3 />, [[Lettera a Tito|Tt]]<ref name=autogenerato1 />). La vocazione dei discepoli è quella di contribuire alla glorificazione del Padre (Mt<ref>{{Cita passo biblico|Mt|5,16}}</ref>). In questa linea vanno compresi anche i cataloghi dei vizi in cui si trova sempre la condanna della bestemmia ([[Lettera agli Efesini|Ef]]<ref>{{Cita passo biblico|Ef|4,31}}</ref>, [[Lettera ai Colossesi|Col]]<ref>{{Cita passo biblico|Col|3,8}}</ref>, 1 Tim<ref>{{Cita passo biblico|1Tim|6,4}}</ref>; [[Seconda lettera a Timoteo|2 Tim]]<ref>{{Cita passo biblico|2Tim|3,2}}</ref>). La bestemmia è presentata quale caratteristica specifica dei pagani e dei cristiani [[apostasia|apostati]]. |
La condotta cattiva dei discepoli può essere occasione di bestemmia contro Dio o contro la sua parola (1 Tim<ref name=autogenerato3 />, [[Lettera a Tito|Tt]]<ref name=autogenerato1 />). La vocazione dei discepoli è quella di contribuire alla glorificazione del Padre (Mt<ref>{{Cita passo biblico|Mt|5,16}}</ref>). In questa linea vanno compresi anche i cataloghi dei vizi in cui si trova sempre la condanna della bestemmia ([[Lettera agli Efesini|Ef]]<ref>{{Cita passo biblico|Ef|4,31}}</ref>, [[Lettera ai Colossesi|Col]]<ref>{{Cita passo biblico|Col|3,8}}</ref>, 1 Tim<ref>{{Cita passo biblico|1Tim|6,4}}</ref>; [[Seconda lettera a Timoteo|2 Tim]]<ref>{{Cita passo biblico|2Tim|3,2}}</ref>). La bestemmia è presentata quale caratteristica specifica dei pagani e dei cristiani [[apostasia|apostati]]. |
||
[[Lettera di Giuda|Giuda]]<ref name=autogenerato2 /> parla di una bestemmia contro esseri gloriosi. L'espressione, non chiara, si riferirebbe a propagatori di false dottrine dalla vita libertina, che con la loro immoralità contravvenivano a determinate esigenze rituali e ascetiche delle potenze angeliche ( |
[[Lettera di Giuda|Giuda]]<ref name=autogenerato2 /> parla di una bestemmia contro esseri gloriosi. L'espressione, non chiara, si riferirebbe a propagatori di false dottrine dalla vita libertina, che con la loro immoralità contravvenivano a determinate esigenze rituali e ascetiche delle potenze angeliche (δόξας), bestemmiando così questi esseri gloriosi<ref>Hans Währisch, βλασφημέω, in ''Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento'', cit., p. 182.</ref>. |
||
==== La bestemmia contro lo Spirito Santo ==== |
===== La bestemmia contro lo Spirito Santo ===== |
||
Il peccato della bestemmia può essere perdonato (Mc<ref>{{Cita passo biblico|Mc|3,28}}</ref>, Mt<ref>{{Cita passo biblico|Mt|12,31}}</ref>), ma la bestemmia contro lo [[Spirito Santo]] non può essere perdonata (Mc<ref>{{Cita passo biblico|Mc|3,29}}</ref>). Tale ''[[loghion]]'', di carattere per noi enigmatico, viene interpretato comunemente nel senso che, tra coloro che recano ingiuria allo Spirito Santo vi sono alcuni che, pur riconoscendo l'azione dello Spirito di Dio nell'attività di Gesù, possono (e in questo consiste la bestemmia) scambiare la [[fede]] in Dio con la fede nel [[diavolo]]; il ''loghion'' mette in guardia, con profonda serietà, dal quest'estrema e quasi inimmaginabile possibilità demoniaca dell'[[uomo]] di dichiarare [[guerra]] a Dio, non in debolezza e in dubbio, ma dopo essere stato sopraffatto dallo Spirito Santo, sapendo quindi con precisione a chi dichiara guerra<ref>Eduard Schweitzer, ''Il vangelo di Marco'', [[Paideia]], 1971, ISBN 88-394-0579-8, p. 94.</ref>. Questo bestemmiatore diventa pienamente consapevole nell'incontro con Dio. "Perciò colui che bestemmia lo Spirito impreca non più un Dio Lontano del quale si è fatta un'idea ridicola, ma un Dio che gli ha manifestato la sua opera di [[Grazia (teologia)|grazia]] convalidata dal segno della [[rivelazione]]. Per cui dovrebbe rivolgersi a lui con un atteggiamento di riconoscenza, non di bestemmia"<ref>Adolf Schlatter, ''Erläuterungen zum NT'', ISBN 3-7668-0189-9, {{Cita passo biblico|Mt|12,32}}</ref>. |
Il peccato della bestemmia può essere perdonato (Mc<ref>{{Cita passo biblico|Mc|3,28}}</ref>, Mt<ref>{{Cita passo biblico|Mt|12,31}}</ref>), ma la bestemmia contro lo [[Spirito Santo]] non può essere perdonata (Mc<ref>{{Cita passo biblico|Mc|3,29}}</ref>). Tale ''[[loghion]]'', di carattere per noi enigmatico, viene interpretato comunemente nel senso che, tra coloro che recano ingiuria allo Spirito Santo vi sono alcuni che, pur riconoscendo l'azione dello Spirito di Dio nell'attività di Gesù, possono (e in questo consiste la bestemmia) scambiare la [[fede]] in Dio con la fede nel [[diavolo]]; il ''loghion'' mette in guardia, con profonda serietà, dal quest'estrema e quasi inimmaginabile possibilità demoniaca dell'[[uomo]] di dichiarare [[guerra]] a Dio, non in debolezza e in dubbio, ma dopo essere stato sopraffatto dallo Spirito Santo, sapendo quindi con precisione a chi dichiara guerra<ref>Eduard Schweitzer, ''Il vangelo di Marco'', [[Paideia]], 1971, ISBN 88-394-0579-8, p. 94.</ref>. Questo bestemmiatore diventa pienamente consapevole nell'incontro con Dio. "Perciò colui che bestemmia lo Spirito impreca non più un Dio Lontano del quale si è fatta un'idea ridicola, ma un Dio che gli ha manifestato la sua opera di [[Grazia (teologia)|grazia]] convalidata dal segno della [[rivelazione]]. Per cui dovrebbe rivolgersi a lui con un atteggiamento di riconoscenza, non di bestemmia"<ref>Adolf Schlatter, ''Erläuterungen zum NT'', ISBN 3-7668-0189-9, {{Cita passo biblico|Mt|12,32}}</ref>. |
||
=== Nel |
==== Nel cattolicesimo ==== |
||
⚫ | L'insegnamento morale della [[Chiesa cattolica]] applica il secondo comandamento ''Non pronunciare il nome di Dio invano'' alle bestemmie, anzi, vede nella bestemmia un gesto ancora più grave di quello stigmatizzato dal secondo comandamento. L'imperatore Giustiniano giudicava i bestemmiatori meritevoli di morte più di qualsiasi altro delinquente e Filippo II li faceva affogare con una grossa pietra al collo. Luigi IX faceva forare la lingua dei bestemmiatori con un ferro rovente e diceva che egli stesso si sarebbe sottoposto a tale supplizio pur di eliminare la bestemmia dal suo regno.<ref>Agostino Testo, Enrico Carusi,''Enciclopedia Italiana Treccani'' (1930) alla voce "Bestemmia"</ref> Nella [[repubblica di Venezia]] esistevano magistrati detti [[Esecutori contro la Bestemmia]]. |
||
⚫ | |||
Al contrario di alcune religioni - fra cui l'[[Ebraismo]] - il [[Corano]] esorta i suoi fedeli a nominare spesso il nome di Dio (che, in base a una semplice lettura del testo sacro dell'[[Islam]], è [[Allah|Allāh]], ma anche ''al-Rahmān'', ossia "Il misericordioso"). |
|||
⚫ | Alcuni uomini e [[padri della Chiesa]], autorevoli per la santità della vita nonché per l'alto insegnamento lasciato in eredità alla Chiesa come sant'[[Agostino d'Ippona]], [[san Girolamo]], san [[Tommaso d'Aquino]], san [[Bernardo da Chiaravalle]], san [[Bernardino da Siena]] fin dall'antichità hanno ritenuto la bestemmia come il peccato più grave tra tutti i peccati mortali. [[Padre Pio]] ha scritto nell'''Epistolario'': «La bestemmia attira la maledizione di Dio sulla tua casa ed è la via più sicura per andare all'inferno». |
||
⚫ | Nella parlata araba e di altre lingue di Paesi di cultura islamica, si usano dunque numerose espressioni e interiezioni che impiegano il termine ''Allāh'' o i sinonimi relativi all'Essere Supremo: "Se Dio vuole" ( ''in shāʾ Allah'' ), "Dio mi perdoni" ( ''istaghfiru llāh'' ), "Mi rifugio in Dio" ( ''Awdhu bi-llāh'' ), "Dio ne sa di più" ( ''Allāhu aʿlam'' ) o il noto ''[[takbīr]]'' (''Allāhu Akbar'' ) o il semplice ''Yā Allāh!'' (Oh Dio!). |
||
⚫ | San [[Giovanni Crisostomo]] ha scritto negli ''Annali'': «Per la bestemmia vengono sulla Terra le guerre, le carestie, i terremoti, le pestilenze. Il bestemmiatore attira il castigo di Dio su se stesso, sulla sua famiglia e sulla società: Dio, per la bestemmia, spesso punisce gli uomini in generale, ma a volte punisce anche il singolo in particolare. Pur se nel corso della vita ci sono dei bestemmiatori che non vengono puniti dalla giustizia di Dio, alla fine della vita nessuno sfuggirà alla sua sentenza». [[Papa Giovanni Paolo II]], parlando del disprezzo rivolto contro il "nome di Dio", elenca (21 marzo 1993), oltre la bestemmia, gli "spettacoli dissacranti" e le "pubblicazioni altamente offensive del sentimento religioso". |
||
⚫ | Accostare il nome di Dio o del profeta [[Maometto]] a sostantivi o aggettivi insultanti oppure osceni costituisce nondimeno uno dei principali peccati, sanzionati con la massima durezza dalla [[Shari'a|giurisprudenza islamica]], che qualifica questo reato come ''tajdīf'' ({{arabo|تجديف}}). Questo fu appunto il caso delle bestemmie rivolte al profeta dell'[[Islam]] da parte di un folto gruppo di oltranzisti cristiani [[mozarabi]] di [[Cordova]] (i cosiddetti "[[Martiri di Cordova]]") che, all'epoca dell'[[Emiro|Emirato]] dell'[[Omayyadi|omayyade]] [[Abd al-Rahman II ibn al-Hakam|ʿAbd al-Raḥmān II]] (822-852), si recarono ripetutamente nella [[Moschea di Cordova|moschea]] principale per rivolgere pubblicamente insulti a Maometto, venendo immancabilmente sanzionati col carcere e la pena di morte. |
||
=== Nell'islam === |
|||
Anche più di recente tale grave fattispecie giuridico-religiosa è stata ipotizzata per quanto riguarda la nota opera letteraria di [[Salman Rushdie]] ''[[I versi satanici]]'', anche se il reato contestato dai [[mullah]] [[Sciismo|sciiti]] [[iran]]ici e dall'[[Ayatollah]] [[Khomeini]] fu piuttosto quello di [[apostasia]], in punta di principio [[Shari'a|sciaraitico]] sanzionabile parimenti con la pena di morte. |
|||
⚫ | |||
⚫ | Al contrario di alcune religioni - fra cui l'[[Ebraismo]] - il [[Corano]] esorta i suoi fedeli a nominare spesso il nome di Dio (che, in base a una semplice lettura del testo sacro dell'[[Islam]], è [[Allah|Allāh]], ma anche ''al-Rahmān'', ossia "Il misericordioso"). Nella parlata araba e di altre lingue di Paesi di cultura islamica, si usano dunque numerose espressioni e interiezioni che impiegano il termine ''Allāh'' o i sinonimi relativi all'Essere Supremo: "Se Dio vuole" ( ''in shāʾ Allah'' ), "Dio mi perdoni" ( ''istaghfiru llāh'' ), "Mi rifugio in Dio" ( ''Awdhu bi-llāh'' ), "Dio ne sa di più" ( ''Allāhu aʿlam'' ) o il noto ''[[takbīr]]'' (''Allāhu Akbar'' ) o il semplice ''Yā Allāh!'' (Oh Dio!). |
||
⚫ | Accostare il nome di Dio o del profeta [[Maometto]] a sostantivi o aggettivi insultanti oppure osceni costituisce nondimeno uno dei principali peccati, sanzionati con la massima durezza dalla [[Shari'a|giurisprudenza islamica]], che qualifica questo reato come ''tajdīf'' ({{arabo|تجديف}}). Questo fu appunto il caso delle bestemmie rivolte al profeta dell'[[Islam]] da parte di un folto gruppo di oltranzisti cristiani [[mozarabi]] di [[Cordova]] (i cosiddetti "[[Martiri di Cordova]]") che, all'epoca dell'[[Emiro|Emirato]] dell'[[Omayyadi|omayyade]] [[Abd al-Rahman II ibn al-Hakam|ʿAbd al-Raḥmān II]] (822-852), si recarono ripetutamente nella [[Moschea di Cordova|moschea]] principale per rivolgere pubblicamente insulti a Maometto, venendo immancabilmente sanzionati col carcere e la pena di morte. Anche più di recente tale grave fattispecie giuridico-religiosa è stata ipotizzata per quanto riguarda la nota opera letteraria di [[Salman Rushdie]] ''[[I versi satanici]]'', anche se il reato contestato dai [[mullah]] [[Sciismo|sciiti]] [[iran]]ici e dall'[[Ayatollah]] [[Khomeini]] fu piuttosto quello di [[apostasia]], in punta di principio [[Shari'a|sciaraitico]] sanzionabile parimenti con la pena di morte. |
||
=== Nella storia === |
|||
Nella [[repubblica di Venezia]] esistevano magistrati detti [[Esecutori contro la Bestemmia]]. |
|||
== Aspetti legali == |
== Aspetti legali == |
||
Riga 74: | Riga 76: | ||
In luogo del reato di blasfemia, o in aggiunta ad esso, alcuni paesi vietano l'incitazione all'odio su base religiosa, il vilipendio della religione o gli "insulti religiosi". Queste reati si configurano con la citazione in giudizio effettuata da chi si senta offeso nei confronti della propria sensibilità religiosa. |
In luogo del reato di blasfemia, o in aggiunta ad esso, alcuni paesi vietano l'incitazione all'odio su base religiosa, il vilipendio della religione o gli "insulti religiosi". Queste reati si configurano con la citazione in giudizio effettuata da chi si senta offeso nei confronti della propria sensibilità religiosa. |
||
== Bestemmie più comuni in |
== Bestemmie più comuni in lingua italiana == |
||
Come tutte le imprecazioni, anche non di natura sacrilega (es. ''porca miseria'', ''porca puttana''), le bestemmie [[lingua italiana|italiane]] più diffuse accostano l'epiteto ''porco''<ref>{{cita web|url=http://old.demauroparavia.it/85039|titolo=Lemma "porco" sul dizionario De Mauro|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080101000000/http://demauroparavia.it/85039|dataarchivio=1 gennaio 2008|urlmorto=sì}}</ref> al nome da profanare: i più tipici esempi sono infatti i nominativi della divinità e della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] associati prima o dopo l'elemento lessicale offensivo (spesso tale elemento coincide con il termine riferito al suino, ''porco'' o ''maiale''). Essi sono testimoniati anche dalla letteratura contemporanea, in questa forma ([[Niccolò Ammaniti|Ammaniti]], [[2004]], p. 46) o in alcune varianti (''Iddio'' invece di ''Dio'', [[Giorgio Manganelli|Manganelli]], [[1975]], p. 125; ''mapporco'', [[Filippo Scozzari|Scòzzari]], [[1996]], p. 29). Anche [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], nelle opere ispirate alla vita di borgata,<ref>''[[Ragazzi di vita]]'', ''[[Una vita violenta (romanzo)|Una vita violenta]]''.</ref> riproduce queste bestemmie, ma censurandole in ''porco d...'' e ''porca m...''<ref>''[[Ragazzi di vita]]''.</ref> |
Come tutte le imprecazioni, anche non di natura sacrilega (es. ''porca miseria'', ''porca puttana''), le bestemmie [[lingua italiana|italiane]] più diffuse accostano l'epiteto ''porco''<ref>{{cita web|url=http://old.demauroparavia.it/85039|titolo=Lemma "porco" sul dizionario De Mauro|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080101000000/http://demauroparavia.it/85039|dataarchivio=1 gennaio 2008|urlmorto=sì}}</ref> al nome da profanare: i più tipici esempi sono infatti i nominativi della divinità e della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] associati prima o dopo l'elemento lessicale offensivo (spesso tale elemento coincide con il termine riferito al suino, ''porco'' o ''maiale''). Essi sono testimoniati anche dalla letteratura contemporanea, in questa forma ([[Niccolò Ammaniti|Ammaniti]], [[2004]], p. 46) o in alcune varianti (''Iddio'' invece di ''Dio'', [[Giorgio Manganelli|Manganelli]], [[1975]], p. 125; ''mapporco'', [[Filippo Scozzari|Scòzzari]], [[1996]], p. 29). Anche [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], nelle opere ispirate alla vita di borgata,<ref>''[[Ragazzi di vita]]'', ''[[Una vita violenta (romanzo)|Una vita violenta]]''.</ref> riproduce queste bestemmie, ma censurandole in ''porco d...'' e ''porca m...''<ref>''[[Ragazzi di vita]]''.</ref> |
||
L'epiteto ''porco'' non è però l'unico. Fra le altre bestemmie si ricordano l'uso di termini come ''bestia''<ref>{{cita web|url=http://old.demauroparavia.it/33376|titolo=Lemma "Dio" sul dizionario De Mauro|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080101000000/http://demauroparavia.it/33376|dataarchivio=1 gennaio 2008|urlmorto=sì}}</ref>, ''boia'', ''ladro'', ''merda'', ''serpente'', ''orco'' e ''cane'', quest'ultima specialmente in Italia settentrionale; |
L'epiteto ''porco'' non è però l'unico. Fra le altre bestemmie si ricordano l'uso di termini come ''bestia''<ref>{{cita web|url=http://old.demauroparavia.it/33376|titolo=Lemma "Dio" sul dizionario De Mauro|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080101000000/http://demauroparavia.it/33376|dataarchivio=1 gennaio 2008|urlmorto=sì}}</ref>, ''boia'', ''ladro'', ''maiale'', ''merda'', ''serpente'', ''orco'' e ''cane'', quest'ultima specialmente in Italia settentrionale; Nella forma dialettale ''can'' è il tipico [[Intercalari|intercalare]] [[veneto]]. Sempre in Veneto sono molto usati “''mas-cio''“, “''lazaròn''” e “''luamàro''” (rispettivamente “maiale”, “lazzarone” e “letamaio”). In tutto il Piemonte, anche laddove la [[lingua piemontese]] diventa un dialetto di transizione tra piemontese e [[Lingua lombarda|lombardo]] ([[provincia di Novara]] e [[Provincia del Verbano-Cusio-Ossola|Verbano-Cusio-Ossola]]) frequentemente l'epiteto usato è ”''fàuss''“ (falso) o “''fà''” (abbreviato). es: "''d.. fa''". Inoltre, tra gli altri epiteti offensivi si nomina "mannaggia" associato prima del nome della divinità (utilizzato specialmente per Cristo e per la Madonna), e "puttana" se la bestemmia è rivolta alla [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]]. |
||
Nella forma dialettale ''can'' è il tipico [[Intercalari|intercalare]] [[veneto]]. Sempre in Veneto sono molto usati "mas-cio", "lazaròn" e "luamàro" (rispettivamente maiale, lazzarone e letamaio). |
|||
In Piemonte, anche laddove la [[lingua piemontese]]<nowiki/>diventa un dialetto di transizione tra piemontese e [[Lingua lombarda|lombardo]] ([[Provincia di Novara|novarese orientale]] e [[Provincia del Verbano-Cusio-Ossola|Verbano-Cusio-Ossola]]) frequentemente l'epiteto usato è "fàuss" (falso) o "fà" (abbreviato). es: "d.. fa". |
|||
Inoltre, tra gli altri epiteti offensivi si nomina "mannaggia" associato prima del nome della divinità (utilizzato specialmente per Cristo e per la Madonna), e "puttana" se la bestemmia è rivolta alla [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]]. |
|||
=== Eufemismi === |
=== Eufemismi === |
||
Frequente è il mascheramento del nome venerato in vocaboli [[assonanza|assonanti]], a volte dotati di significato ("Maremma" o "Madosca" per "Madonna"; "zio", oppure "diesel", "due", "duo", "Diaz", "disco", "Dionisio", "Diogene", "Diomede" per "Dio"; "Christian", "Cristoforo", "cristallo", "Cristopher", "cribbio" per "Cristo"), |
Frequente è il mascheramento del nome venerato in vocaboli [[assonanza|assonanti]], a volte dotati di significato e altre privi di senso ("Maremma" o "Madosca" per "Madonna"; "zio", oppure "''diesel''", "due", "duo", "Diaz", "disco", "Dionisio", "Diogene", "Diomede" per "Dio"; "Christian", "Cristoforo", "cristallo", "''Cristopher''", "cribbio" per "Cristo"), ("''diu''", "dao", "tio", "dino", "dinci", "''dindio''" ["tacchino" in veneto], "dindo", "disse", "diona", "diose", "madosca", "cristianamento"), e "''ostrega''" o "''ostregheta''"<ref>''Vocabolario Treccani'' alla parola corrispondente</ref> al posto di "ostia". Fenomeno inverso è la sostituzione dell'epiteto offensivo: essa può tradire l'intento blasfemo (es. "porlo" per "porco", "bo" per "boia") o tradursi in un'espressione ancora forte ma non più ingiuriosa. È il caso dell'eufemismo "perdio",<ref>[http://old.demauroparavia.it/81362 Linx Edizioni - per le scienze<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> registrato come lemma autonomo dai dizionari, e dei suoi derivati ancora più blandi ("perdinci",<ref>[http://old.demauroparavia.it/81360 Linx Edizioni - per le scienze<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.etimo.it/?term=perdinci Etimologia : perdinci, perdina, perdicoli<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> "perdiana").<ref>{{Cita web |url=http://old.demauroparavia.it/81351 |titolo=Linx Edizioni - per le scienze<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=16 dicembre 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090514080950/http://old.demauroparavia.it/81351 |dataarchivio=14 maggio 2009 |urlmorto=sì }}</ref> |
||
⚫ | Su questa scia si pongono espressioni che sostituiscono l'epiteto offensivo con sostantivi e aggettivi privi del tradizionale senso di impurità come "campanaro", "povero", "cantante", "Carlo", "caro", "bello", "santo", "benedetto", "beato", "bono" (quest’ultima soprattutto in [[Toscana]]). Tra gli eufemismi si nomina anche l'associazione tra "Dio" e "Cristo". |
||
Fenomeno inverso è la sostituzione dell'epiteto offensivo: essa può tradire l'intento blasfemo (es. "porlo" per "porco", "bo" per "boia") o tradursi in un'espressione ancora forte ma non più ingiuriosa. È il caso dell'eufemismo "perdio",<ref>[http://old.demauroparavia.it/81362 Linx Edizioni - per le scienze<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> registrato come lemma autonomo dai dizionari, e dei suoi derivati ancora più blandi ("perdinci",<ref>[http://old.demauroparavia.it/81360 Linx Edizioni - per le scienze<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.etimo.it/?term=perdinci Etimologia : perdinci, perdina, perdicoli<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> "perdiana").<ref>{{Cita web |url=http://old.demauroparavia.it/81351 |titolo=Linx Edizioni - per le scienze<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=16 dicembre 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090514080950/http://old.demauroparavia.it/81351 |dataarchivio=14 maggio 2009 |urlmorto=sì }}</ref> |
|||
⚫ | |||
⚫ | Su questa scia si pongono espressioni che sostituiscono l'epiteto offensivo con sostantivi e aggettivi privi del tradizionale senso di impurità |
||
Inoltre, vi sono altre espressioni usate per mascherare l'intera bestemmia, utilizzando parole inventate o non, che si basano sulla somiglianza [[fonetica]] ("Marcoddio", "Bioparco", il veneto "Orcodì" - dove "dì" sta per "giorno", "Porto mio" - alcune versioni usano "Orto", "Brontolio", ecc.). |
|||
== Nel Cattolicesimo == |
|||
⚫ | |||
⚫ | [[File:Jesus graffito.jpg|thumb|Il cosiddetto ''[[graffito di Alessameno]]'', al museo sul [[colle Palatino]] a [[Roma]], [[Graffiti (archeologia)|graffito]] pagano del secondo secolo che ritrae un uomo che [[onolatria|adora un asino crocifisso]], presumibile presa in gioco di un soldato cristiano. L'iscrizione riporta ΑΛΕΞΑΜΕΝΟΣ (ΑΛΕΞΑΜΕΝΟC) ΣΕΒΕΤΕ (CEBETE, per σέβεται) ΘΕΟΝ, che si traduce "Alessameno rispetta Dio".]] |
||
L'insegnamento morale della [[Chiesa cattolica]] applica il secondo comandamento ''Non pronunciare il nome di Dio invano'' alle bestemmie, anzi, vede nella bestemmia un gesto ancora più grave di quello stigmatizzato dal secondo comandamento. |
|||
⚫ | L'imperatore Giustiniano giudicava i bestemmiatori meritevoli di morte più di qualsiasi altro delinquente e Filippo II li faceva affogare con una grossa pietra al collo. Luigi IX faceva forare la lingua dei bestemmiatori con un ferro rovente e diceva che egli stesso si sarebbe sottoposto a tale supplizio pur di eliminare la bestemmia dal suo regno.<ref>Agostino Testo, Enrico Carusi,''Enciclopedia Italiana Treccani'' (1930) alla voce "Bestemmia"</ref> |
||
⚫ | Alcuni uomini e [[padri della Chiesa]], autorevoli per la santità della vita nonché per l'alto insegnamento lasciato in eredità alla Chiesa come sant'[[Agostino d'Ippona]], [[san Girolamo]], san [[Tommaso d'Aquino]], san [[Bernardo da Chiaravalle]], san [[Bernardino da Siena]] fin dall'antichità hanno ritenuto la bestemmia come il peccato più grave tra tutti i peccati mortali. |
||
[[Padre Pio]] ha scritto nell'''Epistolario'': «La bestemmia attira la maledizione di Dio sulla tua casa ed è la via più sicura per andare all'inferno». |
|||
⚫ | San [[Giovanni Crisostomo]] ha scritto negli ''Annali'': «Per la bestemmia vengono sulla Terra le guerre, le carestie, i terremoti, le pestilenze. Il bestemmiatore attira il castigo di Dio su se stesso, sulla sua famiglia e sulla società: Dio, per la bestemmia, spesso punisce gli uomini in generale, ma a volte punisce anche il singolo in particolare. Pur se nel corso della vita ci sono dei bestemmiatori che non vengono puniti dalla giustizia di Dio, alla fine della vita nessuno sfuggirà alla sua sentenza». |
||
[[Papa Giovanni Paolo II]], parlando del disprezzo rivolto contro il "nome di Dio", elenca (21 marzo 1993), oltre la bestemmia, gli "spettacoli dissacranti" e le "pubblicazioni altamente offensive del sentimento religioso". |
|||
⚫ | |||
⚫ | Nelle religioni patriarcali, come quelle [[religioni abramitiche|abramitiche]] ([[Religione ebraica|Ebraismo]], [[Cristianesimo]], [[Islam]]), il corpo e l'istinto naturale animale a livello popolare sono spesso percepiti fortemente negativi e triviali<ref>Qualcuno, come [[Émile Durkheim]], interpreta che ciò dipende dal fatto che tali religioni sono caratterizzate dalla separazione tra [[sacro]] e [[profano]] (''The Elementary Forms of the Religious Life'', [[Londra]], George Allen & Unwin, 1915, p. 36)</ref>; perciò una tipica bestemmia per queste religioni è l'identificazione con animali quali i [[suini]], oppure ancora come [[feci|escrementi]]. |
||
=== Letteratura === |
=== Letteratura === |
||
Nella ''[[Divina Commedia]]'', i dannati bestemmiano mentre sono in attesa di essere traghettati da [[Caronte (mitologia)|Caronte]] sull'altra riva del fiume infernale [[Acheronte]]:"Bestemmiavano Dio e lor parenti, / l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme / di lor semenza e di lor nascimenti" (''[[Inferno - canto terzo]]'', vv. 103-105). Procedendo per il mondo infernale, incontriamo i bestemmiatori sulla distesa infuocata del terzo girone del settimo cerchio (''[[Inferno - Canto quattordicesimo]]''). |
Nella ''[[Divina Commedia]]'', i dannati bestemmiano mentre sono in attesa di essere traghettati da [[Caronte (mitologia)|Caronte]] sull'altra riva del fiume infernale [[Acheronte]]: "Bestemmiavano Dio e lor parenti, / l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme / di lor semenza e di lor nascimenti" (''[[Inferno - canto terzo]]'', vv. 103-105). Procedendo per il mondo infernale, incontriamo i bestemmiatori sulla distesa infuocata del terzo girone del settimo cerchio (''[[Inferno - Canto quattordicesimo]]''). |
||
Poiché la bestemmia, nella storia, è stata spesso contrastata da legislazioni mirate a sopprimerne la diffusione, non ne è particolarmente frequente l'uso in [[letteratura]] dove, nei rari casi in cui se ne trovano accenni, è spesso censurata o variamente mascherata. L'esempio più eminente è quello dell'opera in francese di [[Rabelais]], scritta a cavallo tra [[Medioevo]] e [[Rinascimento]]. Come analizzato dal critico russo [[Michail Bachtin]], l'uso sistematico della bestemmia e del [[corpo grottesco]], nel contesto [[carnevalesco]], ha il significato di una gioiosa celebrazione della vittoria della vita. |
Poiché la bestemmia, nella storia, è stata spesso contrastata da legislazioni mirate a sopprimerne la diffusione, non ne è particolarmente frequente l'uso in [[letteratura]] dove, nei rari casi in cui se ne trovano accenni, è spesso censurata o variamente mascherata. L'esempio più eminente è quello dell'opera in francese di [[Rabelais]], scritta a cavallo tra [[Medioevo]] e [[Rinascimento]]. Come analizzato dal critico russo [[Michail Bachtin]], l'uso sistematico della bestemmia e del [[corpo grottesco]], nel contesto [[carnevalesco]], ha il significato di una gioiosa celebrazione della vittoria della vita. |
||
Nella poesia di [[Giuseppe Gioachino Belli]], la bestemmia si esprime attraverso un accostamento, apparentemente casuale, tra espressioni che indicano il sacro e termini triviali. |
Nella poesia di [[Giuseppe Gioachino Belli]], la bestemmia si esprime attraverso un accostamento, apparentemente casuale, tra espressioni che indicano il sacro e termini triviali. Alla bestemmia, il poeta romanesco ha dedicato un suo [[sonetto]], il n. 232, ''Primo, nun pijjà er nome de Ddio in vano'', in cui l'autore ammonisce il bestemmiatore invitandolo a non bestemmiare, per paura che Dio lo punisca. Ovviamente, l'intero sonetto è estremamente [[ironia|ironico]] e suscita nell'attento lettore sensazioni di acuta [[comicità]]. |
||
Alla bestemmia, il poeta romanesco ha dedicato un suo [[sonetto]], il n. 232, ''[[commons:File:Belli.Primo, nun pijja er nome de Ddio in vano.ogg|Primo, nun pijjà er nome de Ddio in vano]]'', in cui l'autore ammonisce il bestemmiatore invitandolo a non bestemmiare, per paura che Dio lo punisca. Ovviamente, l'intero sonetto è estremamente [[ironia|ironico]] e suscita nell'attento lettore sensazioni di acuta [[comicità]]. |
|||
{{citazione|''Sonetto 232. Primo: non nominare il nome di Dio invano''<br /><br />Bada, non bestemmiare, Pippo, perché Iddio<br />è tipo da rispondere per le rime.<br />Ma che gusto ci trovi in queste bestemmie?<br />Hai l'anima di turco o di giudeo?<br /><br />C'è bisogno di ricorrervi subito<br />ed iniziare col "pettristo!" e col "pebbío!"?<br />Chi a questo mondo ha giudizio, Pippo mio,<br />se la prende con i deboli e lascia stare i forti.<br /><br />Poi, ci sono tante belle [[parolaccia|parolacce]]!<br />Di' [[cazzo]], [[fregna]], in [[Natiche|culo]], [[coglione|coglioni]];<br />ma con Dio vacci piano, vacci.<br /><br />Perché se toglie alla madre i calzoni,<br />e gli si scioglie il nodo ai lacci,<br />ti trasforma gli impropèri in carboni<ref>Cioè ti fulmina e/o ti manda all'inferno</ref>. |
{{citazione|''Sonetto 232. Primo: non nominare il nome di Dio invano''<br /><br />Bada, non bestemmiare, Pippo, perché Iddio<br />è tipo da rispondere per le rime.<br />Ma che gusto ci trovi in queste bestemmie?<br />Hai l'anima di turco o di giudeo?<br /><br />C'è bisogno di ricorrervi subito<br />ed iniziare col "pettristo!" e col "pebbío!"?<br />Chi a questo mondo ha giudizio, Pippo mio,<br />se la prende con i deboli e lascia stare i forti.<br /><br />Poi, ci sono tante belle [[parolaccia|parolacce]]!<br />Di' [[cazzo]], [[fregna]], in [[Natiche|culo]], [[coglione|coglioni]];<br />ma con Dio vacci piano, vacci.<br /><br />Perché se toglie alla madre i calzoni,<br />e gli si scioglie il nodo ai lacci,<br />ti trasforma gli impropèri in carboni<ref>Cioè ti fulmina e/o ti manda all'inferno</ref>.|[[Giuseppe Gioacchino Belli]], [[sonetto]] n. 232, ''Primo, nun pijjà er nome de Ddio in vano'', 12 novembre 1831|''232. Primo, nun pijjà er nome de Ddio in vano''<br /><br />Bbada, nun biastimà, Ppippo, ché Iddio<br />è Omo da risponne pe le rime.<br />Ma che ggusto sce trovi a ste biastime?<br />Hai l'anima de turco o dde ggiudío?<br /><br />C'è bbisoggno de curre in zu le prime<br />a attaccà cor pettristo e cor pebbío?<ref>Equivalenti per chi vuole e non vuole bestemmiare.</ref><br />Chi a sto monno ha ggiudizzio, Pippo mio,<br />pijja li cacchi e lassa stà le scime.<ref>La pianta principale del cavolo-broccolo in Roma è detta una cima, e i suoi rigermogli cacchi. Quindi la morale dell'Offendi i minori e rispetta i grandi.</ref><br /><br />Poi, sce sò ttante bbelle parolacce!<br />Di' ccazzo, ffreggna, bbuggera, cojjoni;<br />ma cco Ddio vacce cor bemollo<ref>Vacci col bimolle, adagio, tenuamente.</ref> vacce.<br /><br />Ché ssi lleva a la madre li carzoni,<ref>Una donna che siasi usurpata l'autorità dell'uomo, dicesi in Roma essersene messa i calzoni: e perciò qui Cristo deve riprendersi i suoi calzoni, poiché presso il volgo di questa città la Madonna va sempre dinnanzi al figliuolo, ed anche al padre del figliuolo.</ref><br />e jje se sciojje er nodo a le legacce,<ref>Legami delle calze attorno a' ginocchi: qui «perder pazienza».</ref><br />te sbaratta li moccoli<ref>Sinonimo di «bestemmia».</ref> in carboni.|lingua=roa}} |
||
Ne esce fuori l'immagine di un dio iracondo che reagisce violentemente contro l'incauto bestemmiatore. In un altro sonetto<ref>Sonetto n. 647. ''L'imprecazzione''</ref>, invece, una madre redarguisce il figlio spiegandogli che bestemmiare non è così grave (perché a Dio non fa né caldo né freddo) quanto imprecare contro persone vive: |
Ne esce fuori l'immagine di un dio iracondo che reagisce violentemente contro l'incauto bestemmiatore. In un altro sonetto<ref>Sonetto n. 647. ''L'imprecazzione''</ref>, invece, una madre redarguisce il figlio spiegandogli che bestemmiare non è così grave (perché a Dio non fa né caldo né freddo) quanto imprecare contro persone vive: |
||
{{citazione|''Sonetto 647. L'imprecazione''<br /><br />Non lo sai che cos'è un'imprecazione?<br />è peggio assai d'una bestemmia.<br /><br />Perché questa il Signore non la considera<br />neanche una buccia di melone:<br />eppoi, beato lui, sta tanto in alto<br />che non gli arriva a un pelo di [[coglione]]. |
{{citazione|''Sonetto 647. L'imprecazione''<br /><br />Non lo sai che cos'è un'imprecazione?<br />è peggio assai d'una bestemmia.<br /><br />Perché questa il Signore non la considera<br />neanche una buccia di melone:<br />eppoi, beato lui, sta tanto in alto<br />che non gli arriva a un pelo di [[coglione]].|[[Giuseppe Gioacchino Belli]], [[sonetto]] n. 647, ''L'imprecazzione'', 22 dicembre 1832|''647. L'imprecazzione''<br /><br />Nu lo sai che ccos'è un'imprecazzione?<br />è ppiú ppeggio assai ppiú dd'una bbiastima.<br /><br />Perché cquesta er Zignore nu la stima<br />nemmanco pe 'na coccia de melone:<br />eppoi, bbeato lui, sta ttant'in cima<br />che nnun j'ariva a un pelo de cojjone.|lingua=roa}} |
||
==== Opere letterarie che contengono bestemmie ==== |
==== Opere letterarie che contengono bestemmie ==== |
||
Riga 133: | Riga 107: | ||
* [[Marchese de Sade]], ''[[Le 120 giornate di Sodoma]]'', (1784) |
* [[Marchese de Sade]], ''[[Le 120 giornate di Sodoma]]'', (1784) |
||
* [[Guillaume Apollinaire]], ''[[Le undicimila verghe]]'' (1907) |
* [[Guillaume Apollinaire]], ''[[Le undicimila verghe]]'' (1907) |
||
* [[Filippo Tommaso Marinetti]], ''[[Gli amori futuristi]]'' ( |
* [[Filippo Tommaso Marinetti]], ''[[Gli amori futuristi]]'' (1922) |
||
*[[James Joyce]], ''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'', (1922) |
* [[James Joyce]], ''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'', (1922) |
||
*[[Louis-Ferdinand Céline]], ''Progresso'' (1978, scritto nel 1927) |
* [[Louis-Ferdinand Céline]], ''Progresso'' (1978, scritto nel 1927) |
||
*[[Louis |
* [[Louis Aragon]] (attribuito, incerto), ''[[Le con d'Irene]]'' (1928) |
||
* [[Samuel Beckett]], ''Puttanoroscopo'' (trad. [[Juan Rodolfo Wilcock|Rodolfo J. Wilcock]], 1971) o ''Oroscopata'' (trad. [[Gabriele Frasca]], 1999) [''Whoroscope''] (1930) |
|||
*[[Henry Miller]]. ''[[Tropico del Cancro (romanzo)|Tropico del Cancro]]'', ([[1934]]) |
|||
*[[ |
* [[Louis-Ferdinand Céline]], ''[[Viaggio al termine della notte]]'' (1932) |
||
*[[ |
* [[Henry Miller]]. ''[[Tropico del Cancro (romanzo)|Tropico del Cancro]]'', (1934) |
||
* [[John Fante]], ''[[Aspetta primavera, Bandini]]'', (1937) |
|||
* [[Pietro Di Donato]], ''Christ in Concrete'' (1939) |
|||
* [[Leonard Cohen]], ''[[Il gioco favorito]]'' (1963) |
|||
* [[Luigi Meneghello]], ''[[Libera nos a Malo (romanzo)|Libera nos a Malo]]'' (1963, Feltrinelli) |
* [[Luigi Meneghello]], ''[[Libera nos a Malo (romanzo)|Libera nos a Malo]]'' (1963, Feltrinelli) |
||
* [[Beppe Fenoglio]], ''[[Una questione privata (Fenoglio)|Una questione privata]]'' (1963, Garzanti) |
|||
* [[Nanni Balestrini]], ''[[Vogliamo tutto]]'' (1971, Feltrinelli) |
|||
* [[Dacia Maraini]], ''[[Memorie di una ladra]]'' (1972, Bompiani) |
* [[Dacia Maraini]], ''[[Memorie di una ladra]]'' (1972, Bompiani) |
||
*[[Giuseppe Dessì]], ''[[Paese d'ombre]]'' (1972, Mondadori) |
* [[Giuseppe Dessì]], ''[[Paese d'ombre]]'' (1972, Mondadori) |
||
* [[Giorgio Manganelli]], ''Mammifero italiano'', (2007), (p. 125, da un articolo del 27 febbraio [[1975]]) |
* [[Giorgio Manganelli]], ''Mammifero italiano'', (2007), (p. 125, da un articolo del 27 febbraio [[1975]]) |
||
*[[Enzo Biagi]], ''Italia'' (1975, Rizzoli) |
* [[Enzo Biagi]], ''Italia'' (1975, Rizzoli) |
||
* [[Charles Bukowski]], ''Donne'' (1978) |
* [[Charles Bukowski]], ''Donne'' (1978) |
||
* [[Barbara Alberti]], ''Delirio'' (1978) |
* [[Barbara Alberti]], ''Delirio'' (1978) |
||
⚫ | |||
⚫ | |||
*Antonio Campobasso, ''Nero di Puglia'' (1980, Feltrinelli) |
*Antonio Campobasso, ''Nero di Puglia'' (1980, Feltrinelli) |
||
*[[Pier Vittorio Tondelli]], ''[[Altri libertini]]'', (1980, Feltrinelli) (pagine versione 2005: p. 9, 13, 25, 27. Circa p. 85, 106, 120) |
* [[Pier Vittorio Tondelli]], ''[[Altri libertini]]'', (1980, Feltrinelli) (pagine versione 2005: p. 9, 13, 25, 27. Circa p. 85, 106, 120) |
||
*[[Stefano Benni]], ''[[Comici spaventati guerrieri]]'', (1986, Feltrinelli) |
* [[Stefano Benni]], ''[[Comici spaventati guerrieri]]'', (1986, Feltrinelli) |
||
* [[Umberto Eco]], ''[[Il pendolo di Foucault]]'' (1988, Bompiani) |
* [[Umberto Eco]], ''[[Il pendolo di Foucault]]'' (1988, Bompiani) |
||
* [[Oriana Fallaci]], ''[[Insciallah]]'' (1990, Rizzoli) |
* [[Oriana Fallaci]], ''[[Insciallah]]'' (1990, Rizzoli) |
||
*[[Alessandro Baricco]], ''[[Castelli di rabbia]]'', (1991, Rizzoli) |
* [[Alessandro Baricco]], ''[[Castelli di rabbia]]'', (1991, Rizzoli) |
||
* [[Pier Paolo Pasolini]], ''Bestemmia. Tutte le poesie'' (1993, Garzanti) poi in ''Tutte le poesie'' (2003, Mondadori) |
|||
* [[Carlo Lucarelli]], ''[[Falange armata (Lucarelli)|Falange armata]]'' (1993, Metrolibri) |
|||
* Umberto Eco'', [[L'isola del giorno prima]]'' (1994, Bompiani) |
* Umberto Eco'', [[L'isola del giorno prima]]'' (1994, Bompiani) |
||
* [[Andrea Carraro]], ''L'erba cattiva'' (1996, Giunti) |
* [[Andrea Carraro]], ''L'erba cattiva'' (1996, Giunti) |
||
* [[Filippo Scòzzari]], ''Prima pagare poi ricordare'' (1997, Castelvecchi) (pp. 7, 19, 29, 39) |
* [[Filippo Scòzzari]], ''Prima pagare poi ricordare'' (1997, Castelvecchi) (pp. 7, 19, 29, 39) |
||
* [[Chimo (scrittore)|Chimo]] - ''Lila dice'' (1997) |
|||
* [[Rossana Campo]], ''Mentre la mia bella dorme'' (1999, Feltrinelli) |
* [[Rossana Campo]], ''Mentre la mia bella dorme'' (1999, Feltrinelli) |
||
* Umberto Eco, ''[[Baudolino]]'' (2000, Bompiani) |
* Umberto Eco, ''[[Baudolino]]'' (2000, Bompiani) |
||
*[[Niccolò Ammaniti]], ''[[Io non ho paura (romanzo)|Io non ho paura]]'' (p. 91), (2001, Einaudi) |
* [[Niccolò Ammaniti]], ''[[Io non ho paura (romanzo)|Io non ho paura]]'' (p. 91), (2001, Einaudi) |
||
* [[Niccolò Ammaniti]], nel racconto ''Sei il mio tesoro'' (p. 46), pubblicato nel libro ''Crimini'' (2004, Einaudi, ISBN 88-06-17576-9) |
* [[Niccolò Ammaniti]], nel racconto ''Sei il mio tesoro'' (p. 46), pubblicato nel libro ''Crimini'' (2004, Einaudi, ISBN 88-06-17576-9) |
||
* [[Roberto Saviano]], [[Gomorra (romanzo)|Gomorra]], Mondadori, 2006. |
* [[Roberto Saviano]], [[Gomorra (romanzo)|Gomorra]], Mondadori, 2006. |
||
* [[Simone Cattaneo]], ''Made in Italy'', Atelier, 2008. |
|||
* [[Almudena Grandes]], [[Inés e l'allegria|''Ines e l'allegria'']], 2011 |
|||
=== Cinema === |
=== Cinema === |
||
Alcune pellicole riportano bestemmie al fine di impregnarle di realismo, caratterizzando in tal modo situazioni di grande tensione e di profonda espressività. Altri film contengono situazioni umoristiche riguardanti la religione o ne fanno una parodia. |
Alcune pellicole riportano bestemmie al fine di impregnarle di realismo, caratterizzando in tal modo situazioni di grande tensione e di profonda espressività. Altri film contengono situazioni umoristiche riguardanti la religione o ne fanno una parodia. |
||
*''[[L'anticristo (film)|L'anticristo]]'' regia di [[Alberto De Martino]] (1974) |
|||
*''[[L'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale|L'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di natale]]'', regia di [[Gian Vittorio Baldi]] (1975) |
*''[[L'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale|L'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di natale]]'', regia di [[Gian Vittorio Baldi]] (1975) |
||
* ''[[Novecento (film)|Novecento]]'', regia di [[Bernardo Bertolucci]] (1976) |
* ''[[Novecento (film)|Novecento]]'', regia di [[Bernardo Bertolucci]] (1976) |
||
Riga 174: | Riga 156: | ||
* ''[[L'albero degli zoccoli]]'', regia di [[Ermanno Olmi]] (1978) |
* ''[[L'albero degli zoccoli]]'', regia di [[Ermanno Olmi]] (1978) |
||
* ''[[Brian di Nazareth]]'' (''Life of Brian''), regia di [[Terry Jones]] (1979) |
* ''[[Brian di Nazareth]]'' (''Life of Brian''), regia di [[Terry Jones]] (1979) |
||
* ''[[I viaggiatori della sera]], regia di [[Ugo Tognazzi]] (1979) |
|||
* ''[[Sono fotogenico]]'', regia di [[Dino Risi]] (1980) |
* ''[[Sono fotogenico]]'', regia di [[Dino Risi]] (1980) |
||
*''[[La ragazza di via Millelire]]'', regia di [[Gianni Serra|Giani Serra]] (1980) |
* ''[[La ragazza di via Millelire]]'', regia di [[Gianni Serra|Giani Serra]] (1980) |
||
* ''[[La festa perduta]]'', regia di [[Pier Giuseppe Murgia]] (1981) |
* ''[[La festa perduta]]'', regia di [[Pier Giuseppe Murgia]] (1981) |
||
* ''[[Amore tossico]]'', regia di [[Claudio Caligari]] (1983) |
* ''[[Amore tossico]]'', regia di [[Claudio Caligari]] (1983) |
||
* ''[[Un ragazzo come tanti]]'', regia di [[Gianni Minello]] (1983) |
* ''[[Un ragazzo come tanti]]'', regia di [[Gianni Minello]] (1983) |
||
* ''[[Soldati - 365 all'alba]]'', regia di [[Marco Risi]] (1987) |
|||
* ''Verkaufte Heimat'', regia di Karin Brandauer (parte 1 e 2) e Gernot Friedel (parte 3 e 4) (1989) |
* ''Verkaufte Heimat'', regia di Karin Brandauer (parte 1 e 2) e Gernot Friedel (parte 3 e 4) (1989) |
||
* ''[[Assassini nati]]'' (''Natural Born Killers''), regia di [[Oliver Stone]] (1994) |
* ''[[Assassini nati]]'' (''Natural Born Killers''), regia di [[Oliver Stone]] (1994) |
||
*''[[Le buttane]]'', regia di [[Aurelio Grimaldi]] (1994) |
* ''[[Le buttane]]'', regia di [[Aurelio Grimaldi]] (1994) |
||
* ''[[I laureati]]'', regia di [[Leonardo Pieraccioni]] (1995) |
* ''[[I laureati]]'', regia di [[Leonardo Pieraccioni]] (1995) |
||
* ''[[Dogma (film)|Dogma]]'', regia di [[Kevin Smith]] (1999) |
* ''[[Dogma (film)|Dogma]]'', regia di [[Kevin Smith]] (1999) |
||
Riga 190: | Riga 171: | ||
* ''[[L'uomo in più]]'', regia di [[Paolo Sorrentino]] (2001) |
* ''[[L'uomo in più]]'', regia di [[Paolo Sorrentino]] (2001) |
||
* ''[[L'ora di religione]]'', regia di [[Marco Bellocchio]] (2002) |
* ''[[L'ora di religione]]'', regia di [[Marco Bellocchio]] (2002) |
||
* ''[[Beyond the Limits]]'', regia di Olaf Ittenbach (2003) |
|||
* ''[[Babbo bastardo]]'' (''Bad Santa''), regia di [[Terry Zwigoff]] (2004) |
* ''[[Babbo bastardo]]'' (''Bad Santa''), regia di [[Terry Zwigoff]] (2004) |
||
* ''[[Fuori vena]]'', regia di [[Tekla Taidelli]] (2005) |
|||
* ''[[Jackass Number Two]]'', regia di [[Jeff Tremaine]] (2006) |
* ''[[Jackass Number Two]]'', regia di [[Jeff Tremaine]] (2006) |
||
* ''[[Anche libero va bene]]'', regia di [[Kim Rossi Stuart]] (2006) |
* ''[[Anche libero va bene]]'', regia di [[Kim Rossi Stuart]] (2006) |
||
Riga 196: | Riga 179: | ||
* ''[[Le streghe di Salem]]'' (''The Lords of Salem''), regia di [[Rob Zombie]] (2012) |
* ''[[Le streghe di Salem]]'' (''The Lords of Salem''), regia di [[Rob Zombie]] (2012) |
||
* ''[[Facciamola finita]]'' (''This Is the End''), regia di [[Evan Goldberg]] e [[Seth Rogen]] (2013) |
* ''[[Facciamola finita]]'' (''This Is the End''), regia di [[Evan Goldberg]] e [[Seth Rogen]] (2013) |
||
* ''[[Comandante (film 2023)|Comandante]]'', regia di [[Edoardo De Angelis]] (2023) |
|||
* ''[[Enea (film)|Enea]]'', regia di [[Pietro Castellitto]] (2023) |
|||
=== Musica === |
=== Musica === |
||
Riga 227: | Riga 212: | ||
Nel [[2005]] individui anonimi hanno pubblicato su [[Internet]] un video contenente un montaggio di varie bestemmie e imprecazioni dette durante diversi fuori-onda (telegiornale di [[Telenuovo]]) dal giornalista sportivo [[Germano Mosconi]]<ref name="PAN">{{cita news|autore=Raffaele Panizza|url=http://archivio.panorama.it/Quando-il-Mosconi-ronzava-fuori-onda|titolo=Quando il Mosconi ronzava fuori onda|pubblicazione=[[Panorama (rivista)|Panorama]]|data=17 agosto 2006|accesso=15 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171016230028/http://archivio.panorama.it/archivio/Quando-il-Mosconi-ronzava-fuori-onda|dataarchivio=16 ottobre 2017}}</ref>. Data la sua comicità involontaria, tale video ha riscosso un grandissimo successo, tantoché le frasi dette dal giornalista sono diventate un vero e proprio tormentone tra i giovani. In breve tempo sono nati diversi [[Sito web|siti Internet]] e [[fan club]] dedicati al giornalista, sono stati creati diversi fotomontaggi che utilizzano il viso e le bestemmie di Mosconi, e anche molte parodie e ridoppiaggi di diversi film e cartoni animati che utilizzano la voce del giornalista<ref>{{cita web|url=http://www.nonce2senzatr3sh.it/rivista/sommario1/onlineart12|titolo=Il caso Germano Mosconi|autore=Giacomo Pisani|sito=il Nido del Cuculo - la rivista|accesso=30 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100305041300/http://www.nonce2senzatr3sh.it/rivista/sommario1/onlineart12|dataarchivio=5 marzo 2010}}</ref>. |
Nel [[2005]] individui anonimi hanno pubblicato su [[Internet]] un video contenente un montaggio di varie bestemmie e imprecazioni dette durante diversi fuori-onda (telegiornale di [[Telenuovo]]) dal giornalista sportivo [[Germano Mosconi]]<ref name="PAN">{{cita news|autore=Raffaele Panizza|url=http://archivio.panorama.it/Quando-il-Mosconi-ronzava-fuori-onda|titolo=Quando il Mosconi ronzava fuori onda|pubblicazione=[[Panorama (rivista)|Panorama]]|data=17 agosto 2006|accesso=15 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171016230028/http://archivio.panorama.it/archivio/Quando-il-Mosconi-ronzava-fuori-onda|dataarchivio=16 ottobre 2017}}</ref>. Data la sua comicità involontaria, tale video ha riscosso un grandissimo successo, tantoché le frasi dette dal giornalista sono diventate un vero e proprio tormentone tra i giovani. In breve tempo sono nati diversi [[Sito web|siti Internet]] e [[fan club]] dedicati al giornalista, sono stati creati diversi fotomontaggi che utilizzano il viso e le bestemmie di Mosconi, e anche molte parodie e ridoppiaggi di diversi film e cartoni animati che utilizzano la voce del giornalista<ref>{{cita web|url=http://www.nonce2senzatr3sh.it/rivista/sommario1/onlineart12|titolo=Il caso Germano Mosconi|autore=Giacomo Pisani|sito=il Nido del Cuculo - la rivista|accesso=30 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100305041300/http://www.nonce2senzatr3sh.it/rivista/sommario1/onlineart12|dataarchivio=5 marzo 2010}}</ref>. |
||
I video, sia quelli originali tratti dalle registrazioni del telegiornale e sia le parodie, continuano ancora oggi a riscuotere un grande successo<ref>{{cita web|url=https://www.zz7.it/chi-era-germano-mosconi-vita-scherzi-telefonici-frasi-celebri-giornalista/|titolo=Chi era Germano Mosconi, vita, scherzi telefonici e frasi celebri del giornalista|autore=Bruno Santini|sito=ZZ7|data=28 febbraio 2019|accesso=1º maggio 2019}}</ref>. |
I video, sia quelli originali tratti dalle registrazioni del telegiornale e sia le parodie, continuano ancora oggi a riscuotere un grande successo<ref>{{cita web|url=https://www.zz7.it/chi-era-germano-mosconi-vita-scherzi-telefonici-frasi-celebri-giornalista/|titolo=Chi era Germano Mosconi, vita, scherzi telefonici e frasi celebri del giornalista|autore=Bruno Santini|sito=ZZ7|data=28 febbraio 2019|accesso=1º maggio 2019}}</ref>. Tuttavia, nonostante il grande successo delle sue imprecazioni, Mosconi non ha mai gradito questa notorietà<ref>{{cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/benzinaio-e-altri-eroi-banali-sul-web-gaffe-d-celebrit.html|titolo=Il benzinaio e gli altri eroi banali Sul web una gaffe dà la celebrità|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=22 ottobre 2007|accesso=15 settembre 2018}}</ref>, tanto da esporre una denuncia verso ignoti per la pubblicazione del video e di rifiutare qualsiasi intervista riguardante il [[fenomeno di Internet]]<ref name="PAN" />. Esistono, inoltre, diversi siti Internet che nascono con lo scopo di essere blasfemi. Anche l'enciclopedia satirica [[Nonciclopedia]], contiene delle bestemmie in diverse pagine. |
||
Tuttavia, nonostante il grande successo delle sue imprecazioni, Mosconi non ha mai gradito questa notorietà<ref>{{cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/benzinaio-e-altri-eroi-banali-sul-web-gaffe-d-celebrit.html|titolo=Il benzinaio e gli altri eroi banali Sul web una gaffe dà la celebrità|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=22 ottobre 2007|accesso=15 settembre 2018}}</ref>, tanto da esporre una denuncia verso ignoti per la pubblicazione del video e di rifiutare qualsiasi intervista riguardante il [[fenomeno di Internet]]<ref name="PAN"/>. |
|||
Esistono, inoltre, diversi siti Internet che nascono con lo scopo di essere blasfemi. Anche l'enciclopedia satirica [[Nonciclopedia]], contiene delle bestemmie in diverse pagine. |
|||
== Note == |
== Note == |
||
Riga 237: | Riga 218: | ||
== Bibliografia == |
== Bibliografia == |
||
* {{cita libro|autore1=Florio Carnesecchi|autore2=Pietro Clemente|autore3=Paolo De Simonis|autore4=Luciano Giannelli|autore5=Gianfranco Macciotta|autore6=Giovanni Pieri|titolo=Non c'è bestemmia: scritti sul parlato riprovevole|città=San Giovanni in Persiceto|editore=Maglio|anno=2023|isbn=978-88-97195-98-6}} |
|||
⚫ | |||
* {{cita libro|titolo=Dizionario di teologia biblica|autore=Xavier Léon Dufour|curatore=Jean Duplacy|curatore2=Augustin George|curatore3=Pierre Grelot|curatore4=Jacques Guillet|curatore5=Xavier Leon-Dufour|traduttore=Giovanni Viola e Ambretta Milanoli|editore=Marietti Editore|città=Bologna|anno=1976|collana=Grandi opere|capitolo=Voce ''Bestemmia''|url_capitolo=https://donboscosalesianportal.org/wp-content/uploads/Dizionario_biblico_Dufour_1976-1.pdf#page=147|pp=134-136|isbn=88-211-7302-X|url=https://donboscosalesianportal.org/wp-content/uploads/Dizionario_biblico_Dufour_1976-1.pdf}} |
* {{cita libro|titolo=Dizionario di teologia biblica|autore=Xavier Léon Dufour|curatore=Jean Duplacy|curatore2=Augustin George|curatore3=Pierre Grelot|curatore4=Jacques Guillet|curatore5=Xavier Leon-Dufour|traduttore=Giovanni Viola e Ambretta Milanoli|editore=Marietti Editore|città=Bologna|anno=1976|collana=Grandi opere|capitolo=Voce ''Bestemmia''|url_capitolo=https://donboscosalesianportal.org/wp-content/uploads/Dizionario_biblico_Dufour_1976-1.pdf#page=147|pp=134-136|isbn=88-211-7302-X|url=https://donboscosalesianportal.org/wp-content/uploads/Dizionario_biblico_Dufour_1976-1.pdf}} |
||
⚫ | |||
== Voci correlate == |
== Voci correlate == |
||
Riga 249: | Riga 231: | ||
== Altri progetti == |
== Altri progetti == |
||
{{interprogetto|q |
{{interprogetto|q|wikt=bestemmia|n=Categoria:Blasfemia|preposizione=sulla}} |
||
== Collegamenti esterni == |
== Collegamenti esterni == |
Versione attuale delle 18:08, 26 apr 2024
La bestemmia è un'ingiuria o un epiteto offensivo riferito a Dio o ai santi, o in generale riferito ad una qualsiasi divinità o ad un qualsiasi individuo oggetto di venerazione da parte di fedeli a – o esponenti di – differenti dottrine religiose[1]. Essa appartiene alla sfera del turpiloquio.
Nell'uso comune il termine è usato come sinonimo di imprecazione e blasfemia. Letteralmente, per imprecazione si intende, propriamente in ambito religioso, una violazione del comandamento biblico "non nominare il nome di Dio invano", tramite la semplice pronuncia del nome o di un epiteto identificativo di una divinità fuori dal contesto religioso di riferimento. La blasfemia, invece, nel suo significato più proprio, indica un'espressione irriverente nei confronti della divinità o anche della religione, attraverso discorsi contrastanti con le verità di fede[2].
Etimologia
Le parole "bestemmia" e "blasfemia" derivano entrambe dal greco βλασφημία blasphēmíā, derivato da βλάπτειν bláptein, "ingiuriare", e da φήμη phḕmē, "reputazione", da cui deriva blasphemia in latino e che denota letteralmente la diffamazione.
Campi semantici
La lingua italiana contemporanea utilizza una singola accezione di bestemmia, cioè quella consistente nell'ingiuria esplicita verso la divinità o verso soggetti ad essa correlati. Nei testi italiani meno recenti, così come nelle traduzioni di testi antichi, il significato della parola può essere diverso: la parola "bestemmia" può indicare un'affermazione che offende una verità religiosa accettata come tale dai fedeli.
Nelle religioni patriarcali, come quelle abramitiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islam), il corpo e l'istinto naturale animale a livello popolare sono spesso percepiti fortemente negativi e triviali[3]; perciò una tipica bestemmia per queste religioni è l'identificazione con animali quali i suini, oppure ancora come escrementi.
Nell'animismo e nel politeismo
Presso i popoli primitivi esisteva la convinzione che la parola possedesse una forza magica, cioè che fosse in grado di rendere magico l'oggetto interessato, di modificarlo. La funzione antica della bestemmia, così come dell'invettiva e della calunnia vanno compresi alla luce di tale mentalità.
Negli scritti greci profani possono essere indicate come bestemmie le false presentazioni della divinità, per esempio le forme antropomorfe[4], come pure il dubbio circa la potenza della divinità.
Nel diritto romano la bestemmia non era considerata un reato. Il brocardo "deorum iniuriae diis curae" (delle ingiurie agli dèi si occupino gli dèi) esprimeva il carattere laico dello stato[5]. Infatti lo stato romano fu sempre caratterizzato dalla presenza di diverse religioni. Solo quando nel 380 il Cristianesimo con l'Editto di Tessalonica divenne religione ufficiale dell'Impero la bestemmia fu considerata un grave delitto, da punire con la morte o altre incisive sanzioni penali[6]. Col Codice Giustinianeo del 534 la bestemmia fu sanzionata con la pena di morte[7].
Nell'ebraismo
Nell'Antico Testamento greco il termine βλασφημέω (blasphēmèō) dice sempre riferimento, diretto o indiretto, contro la maestà divina, e, con poche eccezioni, indica sempre l'ingiuria a Dio dei popoli nemici di Israele[8]. Alcuni esempi:
- Nel paragone con il re di Assur, JHWH è privato di ogni potere, è "reso inferiore", cioè insultato (2 Re[9]).
- Quando Israele viene assalito è JHWH che viene bestemmiato (Tobia[10], 2 Mac[11]).
- Quando Edom si felicita della rovina di Israele, insolentisce contro JHWH (Ez[12]).
Dato che per i pagani il Dio d'Israele non è fonte di speranza, essi sono in genere indicati come bestemmiatori di Dio (cf. Dn[13] Versione dei Settanta).
L'espressione di Levitico[14]:
«Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la comunità lo dovrà lapidare.»
si interpreta nel senso che anche solo menzionare il nome di JHWH è una bestemmia, perché tale nome non deve essere assolutamente pronunciato (Es[15]). Viene comminata la morte non soltanto agli israeliti che bestemmino, ma anche ai pagani (2 Re[16], 2 Mac[17], ecc.)
- L'affermazione di Giobbe[18]: La collera non ti trasporti alla bestemmia, l'abbondanza dell'espiazione non ti faccia fuorviare, è interpretata da mons. Gianfranco Ravasi nel senso che "anche la bestemmia, come conferma il libro di Giobbe, è una forma di preghiera. Esprime un'istanza metafisica, tipica della preghiera degli atei, nel limite e nella solitudine: è una forma di superamento del limite imposta dall'impotenza che l'uomo avverte per sé"[19].
Il giudaismo conserva in genere la valenza dei testi esaminati della Versione dei Settanta.
Nel cristianesimo
Nuovo Testamento
I termini legati alla radice di βλασφημέω compaiono nel Nuovo Testamento 56 volte, di cui 34 nella forma di verbo, senza che ci sia alcun libro nel quale tali voci siano più attestate che in altri. Si tratta sempre di un uso religioso, cioè in riferimento diretto o indiretto a Dio (eccetto Gd[20]): bestemmie contro Dio sono parole o atteggiamenti che offendono la gloria e la santità di Dio[21].
I significati riscontrati sono i seguenti:
- Bestemmia come mancanza contro la maestà di Dio. Può essere contro Dio stesso (At[22], Ap[23]) o contro il suo nome (Rm[24], 1Tim[25], Ap[26], dove il nome è parafrasi di Dio stesso), come contro la parola di Dio (Tt[27]) o contro gli angeli di Dio (2Pt[28]). Lo stesso Gesù, quando rivendica alla sua parola e alle sue azioni un'autorità messianica e si attribuisce diritti e poteri (per esempio, quello di rimettere i peccati, Lc[29], Mt[30]), appare agli occhi dei giudei come un bestemmiatore di Dio (Mc[31], Gv[32]). La sua condanna a morte è basata tra l'altro sulla bestemmia di Dio (Mc[33] e par., Mt[34]). Anche nel tardo giudaismo tale delitto comporta la morte.
- Bestemmia come negazione della messianicità di Gesù, a cui consegue l'ingiuria e la derisione (Mc[35] e par., Lc[36]); chi lede la dignità dell'inviato, Gesù, con la bestemmia, pecca contro Dio stesso.
- Bestemmia come ingiuria rivolta verso i discepoli di Gesù: la chiesa di Cristo e i suoi membri che testimoniano il Cristo con la loro vita sono oggetto delle ingiurie che avevano colpito il loro Signore (1 Pt[37], Ap[38]). Allo stesso modo Paolo deve a sua volta patire le persecuzioni che aveva prima consumato contro i cristiani (At[39], 1 Tim[40]). Bestemmiare la chiesa che porta il nome di Cristo costituisce derisione del Cristo e indirettamente bestemmia contro Dio.
La condotta cattiva dei discepoli può essere occasione di bestemmia contro Dio o contro la sua parola (1 Tim[25], Tt[27]). La vocazione dei discepoli è quella di contribuire alla glorificazione del Padre (Mt[41]). In questa linea vanno compresi anche i cataloghi dei vizi in cui si trova sempre la condanna della bestemmia (Ef[42], Col[43], 1 Tim[44]; 2 Tim[45]). La bestemmia è presentata quale caratteristica specifica dei pagani e dei cristiani apostati.
Giuda[20] parla di una bestemmia contro esseri gloriosi. L'espressione, non chiara, si riferirebbe a propagatori di false dottrine dalla vita libertina, che con la loro immoralità contravvenivano a determinate esigenze rituali e ascetiche delle potenze angeliche (δόξας), bestemmiando così questi esseri gloriosi[46].
La bestemmia contro lo Spirito Santo
Il peccato della bestemmia può essere perdonato (Mc[47], Mt[48]), ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non può essere perdonata (Mc[49]). Tale loghion, di carattere per noi enigmatico, viene interpretato comunemente nel senso che, tra coloro che recano ingiuria allo Spirito Santo vi sono alcuni che, pur riconoscendo l'azione dello Spirito di Dio nell'attività di Gesù, possono (e in questo consiste la bestemmia) scambiare la fede in Dio con la fede nel diavolo; il loghion mette in guardia, con profonda serietà, dal quest'estrema e quasi inimmaginabile possibilità demoniaca dell'uomo di dichiarare guerra a Dio, non in debolezza e in dubbio, ma dopo essere stato sopraffatto dallo Spirito Santo, sapendo quindi con precisione a chi dichiara guerra[50]. Questo bestemmiatore diventa pienamente consapevole nell'incontro con Dio. "Perciò colui che bestemmia lo Spirito impreca non più un Dio Lontano del quale si è fatta un'idea ridicola, ma un Dio che gli ha manifestato la sua opera di grazia convalidata dal segno della rivelazione. Per cui dovrebbe rivolgersi a lui con un atteggiamento di riconoscenza, non di bestemmia"[51].
Nel cattolicesimo
L'insegnamento morale della Chiesa cattolica applica il secondo comandamento Non pronunciare il nome di Dio invano alle bestemmie, anzi, vede nella bestemmia un gesto ancora più grave di quello stigmatizzato dal secondo comandamento. L'imperatore Giustiniano giudicava i bestemmiatori meritevoli di morte più di qualsiasi altro delinquente e Filippo II li faceva affogare con una grossa pietra al collo. Luigi IX faceva forare la lingua dei bestemmiatori con un ferro rovente e diceva che egli stesso si sarebbe sottoposto a tale supplizio pur di eliminare la bestemmia dal suo regno.[52] Nella repubblica di Venezia esistevano magistrati detti Esecutori contro la Bestemmia.
Alcuni uomini e padri della Chiesa, autorevoli per la santità della vita nonché per l'alto insegnamento lasciato in eredità alla Chiesa come sant'Agostino d'Ippona, san Girolamo, san Tommaso d'Aquino, san Bernardo da Chiaravalle, san Bernardino da Siena fin dall'antichità hanno ritenuto la bestemmia come il peccato più grave tra tutti i peccati mortali. Padre Pio ha scritto nell'Epistolario: «La bestemmia attira la maledizione di Dio sulla tua casa ed è la via più sicura per andare all'inferno».
San Giovanni Crisostomo ha scritto negli Annali: «Per la bestemmia vengono sulla Terra le guerre, le carestie, i terremoti, le pestilenze. Il bestemmiatore attira il castigo di Dio su se stesso, sulla sua famiglia e sulla società: Dio, per la bestemmia, spesso punisce gli uomini in generale, ma a volte punisce anche il singolo in particolare. Pur se nel corso della vita ci sono dei bestemmiatori che non vengono puniti dalla giustizia di Dio, alla fine della vita nessuno sfuggirà alla sua sentenza». Papa Giovanni Paolo II, parlando del disprezzo rivolto contro il "nome di Dio", elenca (21 marzo 1993), oltre la bestemmia, gli "spettacoli dissacranti" e le "pubblicazioni altamente offensive del sentimento religioso".
Nell'islam
Al contrario di alcune religioni - fra cui l'Ebraismo - il Corano esorta i suoi fedeli a nominare spesso il nome di Dio (che, in base a una semplice lettura del testo sacro dell'Islam, è Allāh, ma anche al-Rahmān, ossia "Il misericordioso"). Nella parlata araba e di altre lingue di Paesi di cultura islamica, si usano dunque numerose espressioni e interiezioni che impiegano il termine Allāh o i sinonimi relativi all'Essere Supremo: "Se Dio vuole" ( in shāʾ Allah ), "Dio mi perdoni" ( istaghfiru llāh ), "Mi rifugio in Dio" ( Awdhu bi-llāh ), "Dio ne sa di più" ( Allāhu aʿlam ) o il noto takbīr (Allāhu Akbar ) o il semplice Yā Allāh! (Oh Dio!).
Accostare il nome di Dio o del profeta Maometto a sostantivi o aggettivi insultanti oppure osceni costituisce nondimeno uno dei principali peccati, sanzionati con la massima durezza dalla giurisprudenza islamica, che qualifica questo reato come tajdīf (in arabo تجديف?). Questo fu appunto il caso delle bestemmie rivolte al profeta dell'Islam da parte di un folto gruppo di oltranzisti cristiani mozarabi di Cordova (i cosiddetti "Martiri di Cordova") che, all'epoca dell'Emirato dell'omayyade ʿAbd al-Raḥmān II (822-852), si recarono ripetutamente nella moschea principale per rivolgere pubblicamente insulti a Maometto, venendo immancabilmente sanzionati col carcere e la pena di morte. Anche più di recente tale grave fattispecie giuridico-religiosa è stata ipotizzata per quanto riguarda la nota opera letteraria di Salman Rushdie I versi satanici, anche se il reato contestato dai mullah sciiti iranici e dall'Ayatollah Khomeini fu piuttosto quello di apostasia, in punta di principio sciaraitico sanzionabile parimenti con la pena di morte.
Aspetti legali
La bestemmia ingiuriosa e triviale, in quanto offensiva del sentimento religioso dei rispettivi fedeli, è punita nelle legislazioni penali vigenti in molti paesi sia teocratici che laici; in questi ultimi, i termini della legge sono stati estesi per tener conto delle sensibilità religiose delle popolazioni immigrate da altri paesi.
In alcuni paesi la bestemmia non è un crimine. Per esempio, negli Stati Uniti d'America essere perseguiti per questo crimine violerebbe la Costituzione secondo quanto stabilito dalla giurisprudenza nel caso Joseph Burstyn, Inc contro Wilson. Nel Regno Unito, precisamente in Inghilterra e Galles i reati di blasfemia sono stati aboliti nel 2008. In Europa, il Consiglio d'Europa ha raccomandato che i paesi membri adottino leggi a favore della libertà d'espressione. Nei paesi in cui è in vigore la shari'a ed in altri paesi (come ad esempio il Pakistan), la blasfemia è un reato punibile con la pena di morte.
In luogo del reato di blasfemia, o in aggiunta ad esso, alcuni paesi vietano l'incitazione all'odio su base religiosa, il vilipendio della religione o gli "insulti religiosi". Queste reati si configurano con la citazione in giudizio effettuata da chi si senta offeso nei confronti della propria sensibilità religiosa.
Bestemmie più comuni in lingua italiana
Come tutte le imprecazioni, anche non di natura sacrilega (es. porca miseria, porca puttana), le bestemmie italiane più diffuse accostano l'epiteto porco[53] al nome da profanare: i più tipici esempi sono infatti i nominativi della divinità e della Madonna associati prima o dopo l'elemento lessicale offensivo (spesso tale elemento coincide con il termine riferito al suino, porco o maiale). Essi sono testimoniati anche dalla letteratura contemporanea, in questa forma (Ammaniti, 2004, p. 46) o in alcune varianti (Iddio invece di Dio, Manganelli, 1975, p. 125; mapporco, Scòzzari, 1996, p. 29). Anche Pasolini, nelle opere ispirate alla vita di borgata,[54] riproduce queste bestemmie, ma censurandole in porco d... e porca m...[55]
L'epiteto porco non è però l'unico. Fra le altre bestemmie si ricordano l'uso di termini come bestia[56], boia, ladro, maiale, merda, serpente, orco e cane, quest'ultima specialmente in Italia settentrionale; Nella forma dialettale can è il tipico intercalare veneto. Sempre in Veneto sono molto usati “mas-cio“, “lazaròn” e “luamàro” (rispettivamente “maiale”, “lazzarone” e “letamaio”). In tutto il Piemonte, anche laddove la lingua piemontese diventa un dialetto di transizione tra piemontese e lombardo (provincia di Novara e Verbano-Cusio-Ossola) frequentemente l'epiteto usato è ”fàuss“ (falso) o “fà” (abbreviato). es: "d.. fa". Inoltre, tra gli altri epiteti offensivi si nomina "mannaggia" associato prima del nome della divinità (utilizzato specialmente per Cristo e per la Madonna), e "puttana" se la bestemmia è rivolta alla Madonna.
Eufemismi
Frequente è il mascheramento del nome venerato in vocaboli assonanti, a volte dotati di significato e altre privi di senso ("Maremma" o "Madosca" per "Madonna"; "zio", oppure "diesel", "due", "duo", "Diaz", "disco", "Dionisio", "Diogene", "Diomede" per "Dio"; "Christian", "Cristoforo", "cristallo", "Cristopher", "cribbio" per "Cristo"), ("diu", "dao", "tio", "dino", "dinci", "dindio" ["tacchino" in veneto], "dindo", "disse", "diona", "diose", "madosca", "cristianamento"), e "ostrega" o "ostregheta"[57] al posto di "ostia". Fenomeno inverso è la sostituzione dell'epiteto offensivo: essa può tradire l'intento blasfemo (es. "porlo" per "porco", "bo" per "boia") o tradursi in un'espressione ancora forte ma non più ingiuriosa. È il caso dell'eufemismo "perdio",[58] registrato come lemma autonomo dai dizionari, e dei suoi derivati ancora più blandi ("perdinci",[59][60] "perdiana").[61]
Su questa scia si pongono espressioni che sostituiscono l'epiteto offensivo con sostantivi e aggettivi privi del tradizionale senso di impurità come "campanaro", "povero", "cantante", "Carlo", "caro", "bello", "santo", "benedetto", "beato", "bono" (quest’ultima soprattutto in Toscana). Tra gli eufemismi si nomina anche l'associazione tra "Dio" e "Cristo".
Riferimenti nella cultura
Letteratura
Nella Divina Commedia, i dannati bestemmiano mentre sono in attesa di essere traghettati da Caronte sull'altra riva del fiume infernale Acheronte: "Bestemmiavano Dio e lor parenti, / l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme / di lor semenza e di lor nascimenti" (Inferno - canto terzo, vv. 103-105). Procedendo per il mondo infernale, incontriamo i bestemmiatori sulla distesa infuocata del terzo girone del settimo cerchio (Inferno - Canto quattordicesimo).
Poiché la bestemmia, nella storia, è stata spesso contrastata da legislazioni mirate a sopprimerne la diffusione, non ne è particolarmente frequente l'uso in letteratura dove, nei rari casi in cui se ne trovano accenni, è spesso censurata o variamente mascherata. L'esempio più eminente è quello dell'opera in francese di Rabelais, scritta a cavallo tra Medioevo e Rinascimento. Come analizzato dal critico russo Michail Bachtin, l'uso sistematico della bestemmia e del corpo grottesco, nel contesto carnevalesco, ha il significato di una gioiosa celebrazione della vittoria della vita.
Nella poesia di Giuseppe Gioachino Belli, la bestemmia si esprime attraverso un accostamento, apparentemente casuale, tra espressioni che indicano il sacro e termini triviali. Alla bestemmia, il poeta romanesco ha dedicato un suo sonetto, il n. 232, Primo, nun pijjà er nome de Ddio in vano, in cui l'autore ammonisce il bestemmiatore invitandolo a non bestemmiare, per paura che Dio lo punisca. Ovviamente, l'intero sonetto è estremamente ironico e suscita nell'attento lettore sensazioni di acuta comicità.
«232. Primo, nun pijjà er nome de Ddio in vano
Bbada, nun biastimà, Ppippo, ché Iddio
è Omo da risponne pe le rime.
Ma che ggusto sce trovi a ste biastime?
Hai l'anima de turco o dde ggiudío?
C'è bbisoggno de curre in zu le prime
a attaccà cor pettristo e cor pebbío?[62]
Chi a sto monno ha ggiudizzio, Pippo mio,
pijja li cacchi e lassa stà le scime.[63]
Poi, sce sò ttante bbelle parolacce!
Di' ccazzo, ffreggna, bbuggera, cojjoni;
ma cco Ddio vacce cor bemollo[64] vacce.
Ché ssi lleva a la madre li carzoni,[65]
e jje se sciojje er nodo a le legacce,[66]
te sbaratta li moccoli[67] in carboni.»
«Sonetto 232. Primo: non nominare il nome di Dio invano
Bada, non bestemmiare, Pippo, perché Iddio
è tipo da rispondere per le rime.
Ma che gusto ci trovi in queste bestemmie?
Hai l'anima di turco o di giudeo?
C'è bisogno di ricorrervi subito
ed iniziare col "pettristo!" e col "pebbío!"?
Chi a questo mondo ha giudizio, Pippo mio,
se la prende con i deboli e lascia stare i forti.
Poi, ci sono tante belle parolacce!
Di' cazzo, fregna, in culo, coglioni;
ma con Dio vacci piano, vacci.
Perché se toglie alla madre i calzoni,
e gli si scioglie il nodo ai lacci,
ti trasforma gli impropèri in carboni[68].»
Ne esce fuori l'immagine di un dio iracondo che reagisce violentemente contro l'incauto bestemmiatore. In un altro sonetto[69], invece, una madre redarguisce il figlio spiegandogli che bestemmiare non è così grave (perché a Dio non fa né caldo né freddo) quanto imprecare contro persone vive:
«647. L'imprecazzione
Nu lo sai che ccos'è un'imprecazzione?
è ppiú ppeggio assai ppiú dd'una bbiastima.
Perché cquesta er Zignore nu la stima
nemmanco pe 'na coccia de melone:
eppoi, bbeato lui, sta ttant'in cima
che nnun j'ariva a un pelo de cojjone.»
«Sonetto 647. L'imprecazione
Non lo sai che cos'è un'imprecazione?
è peggio assai d'una bestemmia.
Perché questa il Signore non la considera
neanche una buccia di melone:
eppoi, beato lui, sta tanto in alto
che non gli arriva a un pelo di coglione.»
Opere letterarie che contengono bestemmie
- Dante Alighieri, la Divina Commedia, (1321) (Inferno, Canto XXV, vv. 1-3)
- François Rabelais, Gargantua e Pantagruele, (1532)
- Marchese de Sade, Le 120 giornate di Sodoma, (1784)
- Guillaume Apollinaire, Le undicimila verghe (1907)
- Filippo Tommaso Marinetti, Gli amori futuristi (1922)
- James Joyce, Ulisse, (1922)
- Louis-Ferdinand Céline, Progresso (1978, scritto nel 1927)
- Louis Aragon (attribuito, incerto), Le con d'Irene (1928)
- Samuel Beckett, Puttanoroscopo (trad. Rodolfo J. Wilcock, 1971) o Oroscopata (trad. Gabriele Frasca, 1999) [Whoroscope] (1930)
- Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte (1932)
- Henry Miller. Tropico del Cancro, (1934)
- John Fante, Aspetta primavera, Bandini, (1937)
- Pietro Di Donato, Christ in Concrete (1939)
- Leonard Cohen, Il gioco favorito (1963)
- Luigi Meneghello, Libera nos a Malo (1963, Feltrinelli)
- Beppe Fenoglio, Una questione privata (1963, Garzanti)
- Nanni Balestrini, Vogliamo tutto (1971, Feltrinelli)
- Dacia Maraini, Memorie di una ladra (1972, Bompiani)
- Giuseppe Dessì, Paese d'ombre (1972, Mondadori)
- Giorgio Manganelli, Mammifero italiano, (2007), (p. 125, da un articolo del 27 febbraio 1975)
- Enzo Biagi, Italia (1975, Rizzoli)
- Charles Bukowski, Donne (1978)
- Barbara Alberti, Delirio (1978)
- Fruttero & Lucentini, A che punto è la notte, (1979, Mondadori)
- Antonio Campobasso, Nero di Puglia (1980, Feltrinelli)
- Pier Vittorio Tondelli, Altri libertini, (1980, Feltrinelli) (pagine versione 2005: p. 9, 13, 25, 27. Circa p. 85, 106, 120)
- Stefano Benni, Comici spaventati guerrieri, (1986, Feltrinelli)
- Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (1988, Bompiani)
- Oriana Fallaci, Insciallah (1990, Rizzoli)
- Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, (1991, Rizzoli)
- Pier Paolo Pasolini, Bestemmia. Tutte le poesie (1993, Garzanti) poi in Tutte le poesie (2003, Mondadori)
- Carlo Lucarelli, Falange armata (1993, Metrolibri)
- Umberto Eco, L'isola del giorno prima (1994, Bompiani)
- Andrea Carraro, L'erba cattiva (1996, Giunti)
- Filippo Scòzzari, Prima pagare poi ricordare (1997, Castelvecchi) (pp. 7, 19, 29, 39)
- Chimo - Lila dice (1997)
- Rossana Campo, Mentre la mia bella dorme (1999, Feltrinelli)
- Umberto Eco, Baudolino (2000, Bompiani)
- Niccolò Ammaniti, Io non ho paura (p. 91), (2001, Einaudi)
- Niccolò Ammaniti, nel racconto Sei il mio tesoro (p. 46), pubblicato nel libro Crimini (2004, Einaudi, ISBN 88-06-17576-9)
- Roberto Saviano, Gomorra, Mondadori, 2006.
- Simone Cattaneo, Made in Italy, Atelier, 2008.
- Almudena Grandes, Ines e l'allegria, 2011
Cinema
Alcune pellicole riportano bestemmie al fine di impregnarle di realismo, caratterizzando in tal modo situazioni di grande tensione e di profonda espressività. Altri film contengono situazioni umoristiche riguardanti la religione o ne fanno una parodia.
- L'anticristo regia di Alberto De Martino (1974)
- L'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di natale, regia di Gian Vittorio Baldi (1975)
- Novecento, regia di Bernardo Bertolucci (1976)
- Antonio Gramsci - I giorni del carcere, regia di Lino Del Fra (1977)
- L'albero degli zoccoli, regia di Ermanno Olmi (1978)
- Brian di Nazareth (Life of Brian), regia di Terry Jones (1979)
- I viaggiatori della sera, regia di Ugo Tognazzi (1979)
- Sono fotogenico, regia di Dino Risi (1980)
- La ragazza di via Millelire, regia di Giani Serra (1980)
- La festa perduta, regia di Pier Giuseppe Murgia (1981)
- Amore tossico, regia di Claudio Caligari (1983)
- Un ragazzo come tanti, regia di Gianni Minello (1983)
- Soldati - 365 all'alba, regia di Marco Risi (1987)
- Verkaufte Heimat, regia di Karin Brandauer (parte 1 e 2) e Gernot Friedel (parte 3 e 4) (1989)
- Assassini nati (Natural Born Killers), regia di Oliver Stone (1994)
- Le buttane, regia di Aurelio Grimaldi (1994)
- I laureati, regia di Leonardo Pieraccioni (1995)
- Dogma, regia di Kevin Smith (1999)
- South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero (South Park: Bigger, Longer & Uncut), regia di Trey Parker (1999)
- L'uomo in più, regia di Paolo Sorrentino (2001)
- L'ora di religione, regia di Marco Bellocchio (2002)
- Beyond the Limits, regia di Olaf Ittenbach (2003)
- Babbo bastardo (Bad Santa), regia di Terry Zwigoff (2004)
- Fuori vena, regia di Tekla Taidelli (2005)
- Jackass Number Two, regia di Jeff Tremaine (2006)
- Anche libero va bene, regia di Kim Rossi Stuart (2006)
- Caos calmo, regia di Antonello Grimaldi (2007)
- Le streghe di Salem (The Lords of Salem), regia di Rob Zombie (2012)
- Facciamola finita (This Is the End), regia di Evan Goldberg e Seth Rogen (2013)
- Comandante, regia di Edoardo De Angelis (2023)
- Enea, regia di Pietro Castellitto (2023)
Musica
La canzone Questa casa non la mollerò, brano antisgombero e antisfratto di Ricky Gianco contiene una bestemmia, il brano venne suonato dal vivo durante la VI festa del Proletariato Giovanile al Parco Lambro alla fine del giugno del 1976; la registrazione del concerto venne pubblicata quello stesso anno. Il brano venne poi rilasciato come singolo e la bestemmia sostituita dall'eufemismo "porco cane".
In un monologo di Giorgio Gaber dal titolo L'ultimo uomo si può sentire l'eufemismo di una bestemmia ad accentuare un infervoramento contro i giovani.
Il gruppo Elio e le Storie Tese è noto per aver utilizzato il modo di dire eufemistico "porco dighel" (che in milanese sarebbe letteralmente "porco diglielo") nella canzone Supergiovane contenuta nell'album İtalyan, Rum Casusu Çıktı del 1992. Tuttavia (successivamente, quando Abatantuono inizia a parlare) si sentono chiaramente in sottofondo due bestemmie più esplicite.
La canzone Giorno dei Nerorgasmo del loro primo e unico album pubblicato (Nerorgasmo del 1993) contiene una esplicita bestemmia nel primo verso.
La canzone Una giapponese a Roma (1995) della cantante giapponese Kahimi Karie nel descrivere la Capitale vista da una straniera riporta nel testo una bestemmia. Il brano venne anche coverizzato da Il Genio ma nella sua versione censurata.
Il brano Spara dei 99 Posse (contenuto in Cerco tiempo del 1996) contiene un'imprecazione blasfema.
La canzone 1.9.9.6. degli Afterhours, contenuta nell'album Hai paura del buio? (1997) si apre con una bestemmia rivolta al Cristo.
Giorgio Canali, cantautore e ex-chitarrista dei CCCP, CSI e PGR scrisse la canzone Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio, rivolta a Walter Audisio, il partigiano che eseguì la sentenza di morte di Benito Mussolini, e riguardante la mancata condanna dei fascisti nel dopoguerra. Il brano, originariamente scritto per la compilation Materiali Resistenti, realizzata per la festa del 25 aprile del 2010, venne poi escluso da quest'ultima in quanto contenente due bestemmie. Il brano venne successivamente inserito nell'antologia di Giorgio Canali Fatevi fottere (2012)
Molte canzoni dei Prophilax e del loro side-project San Culamo fanno ampio uso di linguaggio scurrile e bestemmie; i temi trattati sono prevalentemente di natura goliardica.
La canzone (Zia) Sirvana del gruppo Santarita Sakkascia, pubblicata sulla cassetta Rotta verso l'ignoto del 1992, è una reinterpretazione del brano Smells Like Teen Spirit dei Nirvana che presenta però, al posto del testo, tutta una serie di bestemmie varie.
La canzone Santa Marinella dei Gogol Bordello dell'album Gypsy Punk contiene una bestemmia sulla Madonna, ripetuta più volte, sono inoltre presenti altri insulti sempre in italiano, parole che il leader della band Eugene Hutz imparò durante il suo soggiorno nel carcere italiano dell'omonima località. Il brano suscitò anche delle controversie per alcuni passaggi radiofonici su Radio Onda d'Urto.[70]
Fumetti
La bestemmia è stata frequentemente usata nei fumetti underground italiani degli anni settanta come Ranxerox o quelli di Andrea Pazienza.
Internet
Nel 2005 individui anonimi hanno pubblicato su Internet un video contenente un montaggio di varie bestemmie e imprecazioni dette durante diversi fuori-onda (telegiornale di Telenuovo) dal giornalista sportivo Germano Mosconi[71]. Data la sua comicità involontaria, tale video ha riscosso un grandissimo successo, tantoché le frasi dette dal giornalista sono diventate un vero e proprio tormentone tra i giovani. In breve tempo sono nati diversi siti Internet e fan club dedicati al giornalista, sono stati creati diversi fotomontaggi che utilizzano il viso e le bestemmie di Mosconi, e anche molte parodie e ridoppiaggi di diversi film e cartoni animati che utilizzano la voce del giornalista[72].
I video, sia quelli originali tratti dalle registrazioni del telegiornale e sia le parodie, continuano ancora oggi a riscuotere un grande successo[73]. Tuttavia, nonostante il grande successo delle sue imprecazioni, Mosconi non ha mai gradito questa notorietà[74], tanto da esporre una denuncia verso ignoti per la pubblicazione del video e di rifiutare qualsiasi intervista riguardante il fenomeno di Internet[71]. Esistono, inoltre, diversi siti Internet che nascono con lo scopo di essere blasfemi. Anche l'enciclopedia satirica Nonciclopedia, contiene delle bestemmie in diverse pagine.
Note
- ^ Bestemmia, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Lemma "Bestemmia" nel Dizionario della Lingua Italiana di Niccolò Tommaseo
- ^ Qualcuno, come Émile Durkheim, interpreta che ciò dipende dal fatto che tali religioni sono caratterizzate dalla separazione tra sacro e profano (The Elementary Forms of the Religious Life, Londra, George Allen & Unwin, 1915, p. 36)
- ^ Platone, Resp. II, 381; Vettio Valente, I, 22; II, 2
- ^ Deorum iniuriae deis curae - Che delle ingiurie agli dei si occupino gli dei - Brocardi.it
- ^ Il Cristiano - Febbraio 2004 Archiviato il 12 agosto 2014 in Internet Archive.
- ^ ' NON BESTEMMIARE, DI' PERBACCO' - la Repubblica.it
- ^ Le eccezioni: Isaia Is 66,3, su laparola.net.; Sapienza Sap 1,6, su laparola.net.; Siracide Sir 3,16, su laparola.net..
- ^ 2Re 19,4.6.22, su laparola.net.
- ^ Tb 1,18, su laparola.net.
- ^ 2Mac 8,4;9,28;10,34, su laparola.net.
- ^ Ez 35,12-13, su laparola.net.
- ^ Dan 3,96, su laparola.net.
- ^ Lv 24,16, su laparola.net.
- ^ Es 20,7, su laparola.net.
- ^ 2Re 19,7, su laparola.net.
- ^ 2Mac 9,28, su laparola.net.
- ^ Gb 36,18, su laparola.net.
- ^ "Avvenire" online, La preghiera, un farmaco Archiviato il 26 novembre 2007 in Internet Archive..
- ^ a b Gd 9, su laparola.net.
- ^ Hans Währisch, in Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, EDB, Bologna, 1976, p. 181
- ^ At 6,11, su laparola.net.
- ^ Ap 13,6;16,11.21, su laparola.net.
- ^ Rm 2,24, su laparola.net.
- ^ a b 1Tim 6,1, su laparola.net.
- ^ Ap 16,9, su laparola.net.
- ^ a b Tt 2,5, su laparola.net.
- ^ 2Pt 2,10-12, su laparola.net.
- ^ Lc 5,21, su laparola.net.
- ^ Mt 9,2-3, su laparola.net.
- ^ Mc 2,7, su laparola.net.
- ^ Gv 10,36, su laparola.net.
- ^ Mc 14,64, su laparola.net.
- ^ Mt 26,65, su laparola.net.
- ^ Mc 15,29, su laparola.net.
- ^ Lc 22,65, su laparola.net.
- ^ 1Pt 4,4, su laparola.net.
- ^ Ap 2,9, su laparola.net.
- ^ At 13,45;18,6, su laparola.net.
- ^ 1Tim 1,13, su laparola.net.
- ^ Mt 5,16, su laparola.net.
- ^ Ef 4,31, su laparola.net.
- ^ Col 3,8, su laparola.net.
- ^ 1Tim 6,4, su laparola.net.
- ^ 2Tim 3,2, su laparola.net.
- ^ Hans Währisch, βλασφημέω, in Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, cit., p. 182.
- ^ Mc 3,28, su laparola.net.
- ^ Mt 12,31, su laparola.net.
- ^ Mc 3,29, su laparola.net.
- ^ Eduard Schweitzer, Il vangelo di Marco, Paideia, 1971, ISBN 88-394-0579-8, p. 94.
- ^ Adolf Schlatter, Erläuterungen zum NT, ISBN 3-7668-0189-9, Mt 12,32, su laparola.net.
- ^ Agostino Testo, Enrico Carusi,Enciclopedia Italiana Treccani (1930) alla voce "Bestemmia"
- ^ Lemma "porco" sul dizionario De Mauro, su old.demauroparavia.it (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2008).
- ^ Ragazzi di vita, Una vita violenta.
- ^ Ragazzi di vita.
- ^ Lemma "Dio" sul dizionario De Mauro, su old.demauroparavia.it (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2008).
- ^ Vocabolario Treccani alla parola corrispondente
- ^ Linx Edizioni - per le scienze
- ^ Linx Edizioni - per le scienze
- ^ Etimologia : perdinci, perdina, perdicoli
- ^ Linx Edizioni - per le scienze, su old.demauroparavia.it. URL consultato il 16 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2009).
- ^ Equivalenti per chi vuole e non vuole bestemmiare.
- ^ La pianta principale del cavolo-broccolo in Roma è detta una cima, e i suoi rigermogli cacchi. Quindi la morale dell'Offendi i minori e rispetta i grandi.
- ^ Vacci col bimolle, adagio, tenuamente.
- ^ Una donna che siasi usurpata l'autorità dell'uomo, dicesi in Roma essersene messa i calzoni: e perciò qui Cristo deve riprendersi i suoi calzoni, poiché presso il volgo di questa città la Madonna va sempre dinnanzi al figliuolo, ed anche al padre del figliuolo.
- ^ Legami delle calze attorno a' ginocchi: qui «perder pazienza».
- ^ Sinonimo di «bestemmia».
- ^ Cioè ti fulmina e/o ti manda all'inferno
- ^ Sonetto n. 647. L'imprecazzione
- ^ Radio Onda d’Urto nei guai per le bestemmie dei Gogol Bordello, su quibrescia.it, 30 Agosto 2007.
- ^ a b Raffaele Panizza, Quando il Mosconi ronzava fuori onda, in Panorama, 17 agosto 2006. URL consultato il 15 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2017).
- ^ Giacomo Pisani, Il caso Germano Mosconi, su il Nido del Cuculo - la rivista. URL consultato il 30 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2010).
- ^ Bruno Santini, Chi era Germano Mosconi, vita, scherzi telefonici e frasi celebri del giornalista, su ZZ7, 28 febbraio 2019. URL consultato il 1º maggio 2019.
- ^ Il benzinaio e gli altri eroi banali Sul web una gaffe dà la celebrità, in il Giornale, 22 ottobre 2007. URL consultato il 15 settembre 2018.
Bibliografia
- Florio Carnesecchi, Pietro Clemente, Paolo De Simonis, Luciano Giannelli, Gianfranco Macciotta e Giovanni Pieri, Non c'è bestemmia: scritti sul parlato riprovevole, San Giovanni in Persiceto, Maglio, 2023, ISBN 978-88-97195-98-6.
- L. Coenen, Erich Beyreuther e Hans Währisch, Voce Bestemmiare, offendere, in Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, collana Dizionari e concordanze, Bologna, Edizioni Dehoniane Bologna, 1976, ISBN 88-10-20519-7.
- Xavier Léon Dufour, Voce Bestemmia, in Jean Duplacy, Augustin George, Pierre Grelot, Jacques Guillet e Xavier Leon-Dufour (a cura di), Dizionario di teologia biblica (PDF), collana Grandi opere, traduzione di Giovanni Viola e Ambretta Milanoli, Bologna, Marietti Editore, 1976, pp. 134-136, ISBN 88-211-7302-X.
Voci correlate
- Dio
- Esecutori contro la Bestemmia
- Parolaccia
- Legge sul sacrilegio
- Vilipendio della religione
- Germano Mosconi
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni sulla bestemmia
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «bestemmia»
- Wikinotizie contiene notizie di attualità sulla bestemmia
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla bestemmia
Collegamenti esterni
- (EN) blasphemy, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Bestemmia, in Jewish Encyclopedia, Funk and Wagnalls.
- (EN) Bestemmia, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- Tutela penale della religione a cura di Laura De Gregorio e Vincenzo Pacillo - Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose
- Bestemmie e gioco d'azzardo nel Medioevo, su airesis.net. URL consultato il 28 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2007).
- Scheda informativa sulla bestemmia sul sito dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR)
- Il secondo comandamento dal Catechismo della Chiesa cattolica, su vatican.va.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 36399 · LCCN (EN) sh85014784 · GND (DE) 4157953-7 · J9U (EN, HE) 987007283249005171 |
---|