Russi in Lettonia: differenze tra le versioni
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|didascalia = Bandiera che rappresenta la comunità russa in Lettonia<ref>{{cita web|url=https://translate.google.it/translate?hl=it&sl=ru&u=http://www.vexillographia.ru/russia/minority.htm&prev=search&pto=aue|titolo=Bandiere della varia nazionalità della Russia|sito=vexillographia.ru|accesso=9 settembre 2020}}</ref> |
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|popolazione = 557 618<ref name="gov.lv">{{cita web|url=https://translate.google.it/translate?hl=it&sl=lv&tl=it&u=https%3A%2F%2Frp.liu233w.com%3A443%2Fhttps%2Fwww.pmlp.gov.lv%2Flv%2Fassets%2Fdocuments%2FIedzivotaju%20reģistrs%2F07022017%2FISVN_Latvija_pec_TTB_VPD.pdf&prev=search|titolo=Distribuzione della popolazione della Lettonia per composizione nazionale e affiliazione statale|sito=gov.lv|data=1 gennaio 2017|accesso=2 settembre 2020|urlmorto=sì}}</ref> |
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I '''russi in Lettonia''' (in [[lingua lettone|lettone]]: ''Krievi Latvijā''; {{Russo|Русские в Латвии|Russkie v Latvii}}) hanno rappresentato la più |
I '''russi in Lettonia''' (in [[lingua lettone|lettone]]: ''Krievi Latvijā''; {{Russo|Русские в Латвии|Russkie v Latvii}}) hanno rappresentato la più nutrita minoranza etnica del paese negli ultimi due secoli. Il numero di [[russi]] in [[Lettonia]] è più che quadruplicato durante l’esistenza della [[Repubblica Socialista Sovietica Lettone|RSS Lettone]], quando la dimensione della comunità è cresciuta dall'8,8% della popolazione totale nel 1935 (206.499) al 34,0% nel 1989 (905.515).<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.mfa.gov.lv/en/policy/society-integration/integration-policy-in-latvia-a-multi-faceted-approach/ethnic-structure-and-promotion-of-national-minorities-cultural-identity|titolo=Ethnic Composition and the Protection and Promotion of the Cultural Identity of National Minorities|sito=mfa.gov.lv|data=15 gennaio 2015|accesso=9 settembre 2020}}</ref> Il dato si è ridimensionato da quando la Lettonia ha riacquistato l'indipendenza nel 1991, scendendo al 25,2% all'inizio del 2018.<ref name="2017csb">{{cita web|lingua=en|url=https://www.csb.gov.lv/en/statistics/statistics-by-theme/population/number-and-change/search-in-theme/2402-number-population-latvia-2017|titolo=In 2017, usually resident population of Latvia declined by 15.7 thousand|sito=CSB|accesso=9 settembre 2020}}</ref> |
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== Antica Lettonia == |
== Antica Lettonia == |
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⚫ | Si pensa che il termine lettone ''krievi'' che sta per "russi" e ''Krievija'' per "Russia" (oltre a ''Krievzeme'' per [[Rutenia]]) derivi da ''[[Kriviči]]'', una delle unioni tribali degli antichi slavi orientali.<ref>{{cita libro|autore=Emanuele Banfi|url=https://books.google.it/books?id=TMEmZoN8oMcC&q=Krievija+«Russia»+(i+connessione+con+il+nome+della+tribù+slava+orientale+dei+kriviči&dq=Krievija+«Russia»+(i+connessione+con+il+nome+della+tribù+slava+orientale+dei+kriviči&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwi2xZHky9zrAhXCiVwKHfSWCdQQ6AEwAHoECAAQAQ%7C|titolo=La Formazione dell'Europa linguistica: le lingue d'Europa tra la fine del I e del II millennio|editore=Nuova Italia|anno=1993|isbn=978-88-22-11261-3|p=509}}</ref> Durante l'XI-XII secolo, [[Principato di Jersika|Jersika]] e [[Principato di Koknese|Koknese]], principati della Lettonia orientale, facevano capo al più grande [[Principato di Polack]]. |
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⚫ | Si pensa che il termine lettone ''krievi'' che sta per "russi" e ''Krievija'' per "Russia" (oltre a ''Krievzeme'' per [[Rutenia]]) derivi da ''[[Kriviči]]'', una delle unioni tribali degli antichi slavi orientali.<ref>{{ |
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== Dal 1200 al XX secolo == |
== Dal 1200 al XX secolo == |
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⚫ | Koknese fu espugnata dai [[cavalieri portaspada]] nel 1208 e Jersika nel 1209, per poi essere entrambe incorporate nella [[Terra Mariana]] (Livonia).<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Alan V. Murray|url=https://books.google.it/books?id=4eopAQAAMAAJ&q=In+1208-1209+the+crusaders+conquered+the+Orthodox+Lettgallian+principalities+of+Koknese+(Ger.+Kokenhusen)+and+Jersika+(Ger.+Gerzike),+whose+rulers+were+vassals+of+the+prince+of+Polotsk.&dq=In+1208-1209+the+crusaders+conquered+the+Orthodox+Lettgallian+principalities+of+Koknese+(Ger.+Kokenhusen)+and+Jersika+(Ger.+Gerzike),+whose+rulers+were+vassals+of+the+prince+of+Polotsk.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiSlP227f_pAhXWrIsKHY4uA3kQ6AEIJzAA|titolo=The Crusades: An Encyclopedia|volume=4|editore=ABC-CLIO|anno=2006|p=1053}}</ref> |
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⚫ | Koknese fu espugnata dai [[cavalieri portaspada]] nel 1208 e Jersika nel 1209, per poi essere entrambe incorporate nella [[Terra Mariana]] (Livonia).<ref>{{en |
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=== Primi commerci === |
=== Primi commerci === |
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La presenza degli slavi rappresentò una costante per via dei mercanti nelle città; furono preservati anche i legami commerciali con la [[Moscovia]] e altre regioni appartenenti alla Russia. I mercanti della [[Repubblica di Novgorod]] stabilirono rapporti commerciali con la [[Lega Anseatica]], di cui [[Riga]] ne faceva parte, e mercanti attraverso la gilda di Riga. Ad ogni modo, le prospettive di profitto russe rimasero limitate nella lega commerciale, dominata invece dalla Germania, compresi i blocchi economici che impedivano a [[Novgorod]] di commerciare con la [[Livonia]]. Le circostanze mutarono nel corso dei secoli successivi.<ref>{{en |
La presenza degli slavi rappresentò una costante per via dei mercanti nelle città; furono preservati anche i legami commerciali con la [[Moscovia]] e altre regioni appartenenti alla Russia. I mercanti della [[Repubblica di Novgorod]] stabilirono rapporti commerciali con la [[Lega Anseatica]], di cui [[Riga]] ne faceva parte, e mercanti attraverso la gilda di Riga. Ad ogni modo, le prospettive di profitto russe rimasero limitate nella lega commerciale, dominata invece dalla Germania, compresi i blocchi economici che impedivano a [[Novgorod]] di commerciare con la [[Livonia]]. Le circostanze mutarono nel corso dei secoli successivi.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Donald Harreld|url=https://books.google.it/books?id=sfhyBgAAQBAJ&pg=PA104|titolo=A Companion to Hanseatic League|editore=BRILL|anno=2015|isbn=978-90-04-28476-0|p=104}}</ref> |
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=== Lotte di potere regionali === |
=== Lotte di potere regionali === |
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Nel 1481, [[Ivan III di Russia]] conquistò per breve tempo il [[castello di Dünaburg]] nella Livonia sud-orientale come rappresaglia a un attacco di Livonia contro la Russia nord-occidentale.<ref>{{en |
Nel 1481, [[Ivan III di Russia]] conquistò per breve tempo il [[castello di Dünaburg]] nella Livonia sud-orientale come rappresaglia a un attacco di Livonia contro la Russia nord-occidentale.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Vita Rinkeviča|url=https://books.google.it/books?id=7qUrAQAAIAAJ&q=The+castle+was+restored+even+after+it+was+heavily+damaged+by+the+army+of+Muscovite+Czar+Ivan+III+in+1481+.+Dark+storm+clouds+gathered+over+Dunaburg&dq=The+castle+was+restored+even+after+it+was+heavily+damaged+by+the+army+of+Muscovite+Czar+Ivan+III+in+1481+.+Dark+storm+clouds+gathered+over+Dunaburg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwivgrzz5NzrAhVIQMAKHc5-D9EQ6AEwAHoECAIQAQ|titolo=Daugavpils laikam līdzi|editore=Puse Plus|p=11}}</ref> Durante la [[guerra di Livonia]], lo [[zar]] russo [[Ivan il Terribile]] espugnò diverse fortificazioni e insediamenti nella Lettonia orientale e li mantenne in gestione (alcuni) per 4 anni. |
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Dalla seconda metà del XVII secolo, i [[Vecchi credenti]] russi repressi religiosamente si stabilirono in [[Letgallia]], allora parte della [[Confederazione polacco-lituana]].<ref>{{ |
Dalla seconda metà del XVII secolo, i [[Vecchi credenti]] russi repressi religiosamente si stabilirono in [[Letgallia]], allora parte della [[Confederazione polacco-lituana]].<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=RD_AC2XzUMgC&pg=PP60|titolo=Expeditionary Culture Field Guide: Latvia|editore=Government Printing Office|anno=2017|isbn=978-01-60-93697-5|p=60}}</ref> |
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Nel XVII secolo, durante la [[guerra russo-svedese (1656-1658)]] scatenata da [[Alessio Michajlovič|Alessio I]], i russi penetrarono in profondità nella Letgallia orientale, ribattezzarono [[Dünaburg]] in Borisoglebsk e controllarono la regione per 11 anni tra il 1656 e il 1667. La Russia dovette cedere l'area alla Polonia in seguito al [[trattato di Andrusovo]].<ref>{{en |
Nel XVII secolo, durante la [[guerra russo-svedese (1656-1658)]] scatenata da [[Alessio Michajlovič|Alessio I]], i russi penetrarono in profondità nella Letgallia orientale, ribattezzarono [[Dünaburg]] in Borisoglebsk e controllarono la regione per 11 anni tra il 1656 e il 1667. La Russia dovette cedere l'area alla Polonia in seguito al [[trattato di Andrusovo]].<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Orest Subtelny|url=https://books.google.it/books?id=mRE9AAAAIAAJ&pg=PA158|titolo=Ukraine: a History|editore=CUP Archive|anno=2015|p=158}}</ref> |
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=== Consolidamento sotto il dominio russo === |
=== Consolidamento sotto il dominio russo === |
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La presa di Riga del conte Sheremetev nella [[grande guerra del nord]] nel 1710 completò la conquista della [[Livonia svedese]] da parte di [[Pietro il Grande]].<ref>{{en |
La presa di Riga del conte Sheremetev nella [[grande guerra del nord]] nel 1710 completò la conquista della [[Livonia svedese]] da parte di [[Pietro il Grande]].<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Tony Jaques|url=https://books.google.it/books?id=tW_eEVbVxpEC&pg=PA854|titolo=Dictionary of Battles and Sieges: P-Z|editore=Greenwood Publishing Group|anno=2007|isbn=978-03-13-33539-6|p=854}}</ref> Il commercio russo attraverso la Lettonia iniziò a fiorire e un gruppo di russi più nutrito iniziò a stabilirsi a lungo termine in Lettonia. La prima scuola russa a Riga risale al 1789.<ref>{{cita web|autore=T. Feigmane|url=https://translate.google.it/translate?hl=it&sl=ru&u=https://www.russkije.lv/ru/journalism/read/rgrg/rgrg_russkaja_shkola_v_latvii.html&prev=search&pto=aue|titolo=Scuola russa in Lettonia|sito=russkije.lv|accesso=9 settembre 2020}}</ref> La Letgallia fu incorporata nell'[[Impero russo]] dopo la [[Spartizioni della Polonia|prima spartizione della Polonia]] nel 1772, mentre la [[Curlandia]] e la [[Semigallia]], prima note come [[Ducato di Curlandia e Semigallia]], seguirono tale sorte nel 1795.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=B. Hunter|url=https://books.google.it/books?id=447JDQAAQBAJ&pg=PA870|titolo=The Statesman's Year-Book 1993-94|editore=Springer|anno=2016|isbn=978-02-30-27122-7|p=870}}</ref> |
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Ingenti capitali vennero investiti nel potenziamento delle rotte commerciali nei [[paesi baltici]], compresa la Lettonia. Alcuni di tali fondi andarono alla realizzazione di un apparato industriale il quale, entro la metà del XIX secolo, iniziò ad attrarre lavoratori russi. Inoltre, proseguì l'afflusso di contadini russi che si recarono verso ovest alla ricerca di condizioni meno oppressive a livello sociale e religioso, in virtù del regime meno restrittivo riservato alle province baltiche, non soggette a tutte le stesse disposizioni normative del resto dell'Impero russo. Sebbene anche la nobiltà russa avesse gradualmente assunto ruoli di spessore politico, il controllo dei principali organi direttivi rimase in mano ai [[tedeschi del Baltico]].<ref>{{en |
Ingenti capitali vennero investiti nel potenziamento delle rotte commerciali nei [[paesi baltici]], compresa la Lettonia. Alcuni di tali fondi andarono alla realizzazione di un apparato industriale il quale, entro la metà del XIX secolo, iniziò ad attrarre lavoratori russi. Inoltre, proseguì l'afflusso di contadini russi che si recarono verso ovest alla ricerca di condizioni meno oppressive a livello sociale e religioso, in virtù del regime meno restrittivo riservato alle province baltiche, non soggette a tutte le stesse disposizioni normative del resto dell'Impero russo. Sebbene anche la nobiltà russa avesse gradualmente assunto ruoli di spessore politico, il controllo dei principali organi direttivi rimase in mano ai [[tedeschi del Baltico]].<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=IBP|url=https://books.google.it/books?id=jG2yDwAAQBAJ&pg=PA22|titolo=Latvia Industrial and Business Directory|volume=1|editore=Lulu.com|isbn=978-14-38-72859-9|p=22}}</ref> |
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=== Risveglio nazionale lettone === |
=== Risveglio nazionale lettone === |
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⚫ | Benché la comunità russa in Lettonia presentasse comunque aspetti in comune con quella della regione di provenienza, gli emigrati iniziarono a sviluppare un senso di unità, cominciando a prendere coscienza del fatto di essere una delle etnie della Lettonia.<ref name="ces">{{cita web|lingua=en|autore=Arvydas Matulionis ''et al.''|url=http://www.ces.lt/wp-content/uploads/2013/01/ENRI_Russians-in-Latvia.pdf|titolo=The Russian Minority in Latvia|sito=ces.lt|accesso=9 settembre 2020}}</ref> Le organizzazioni sociali russe iniziarono a sorgere negli anni '60 dell'Ottocento, più o meno nello stesso periodo del [[risveglio nazionale lettone]]. Le riforme di [[Alessandro II di Russia|Alessandro II]], inclusa l'abolizione della [[servitù della gleba]] nel 1861 in tutto il resto dell'impero, stimolarono ulteriormente lo sviluppo di una coscienza nazionale.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Andrew James Blumbergs|url=https://books.google.it/books?id=sUkZx3c2WkYC&pg=PA247|titolo=The Nationalization of Latvians and the Issue of Serfdom|editore=Cambria Press|anno=2008|isbn=978-16-04-97556-7|p=247}}</ref> |
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⚫ | In Lettonia, la servitù della gleba era già stata abolita nel 1819 ad eccezione della Letgallia, la quale fu incorporata nel [[Governatorato di Vitebsk]] nel 1802. Il primo giornale russo di Riga - il ''Rossijskoe eženedel'noe izdanie v Rige'' (Российское еженедельное издание в Риге, ''Quotidiano russo di Riga'') - fu stampato nel 1816.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Östen Dahl|autore2=Maria Koptjevskaja-Tamm|url=https://books.google.it/books?id=CsesLE3efLwC&pg=PA94|titolo=The Circum-Baltic Languages: Typology and Contact|volume=1|editore=John Benjamins Publishing|anno=2001|isbn=978-90-27-23057-7|p=94}}</ref> Il quotidiano russo noto come ''Rizhskij Vestnik'' (Рижский Вестник, "Messaggero di Riga"), fondato nel 1869 da Evgraf Vasil'evič Češichin (Евграф Васильевич Чешихин) e pubblicato fino alla sua morte nel 1888, rese noti "i bisogni e i desideri della comunità russa locale".<ref name="volkovs"/> Češikhin formò inoltre un circolo letterario russo nell'odierna capitale lettone nel 1876. I russi locali partecipavano abitudinariamente alle elezioni dei consigli comunali e, più tardi, alla [[Duma]] di Stato.<ref name="volkovs"/> |
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⚫ | Benché la comunità russa in Lettonia presentasse comunque aspetti in comune con quella della regione di provenienza, gli emigrati iniziarono a sviluppare un senso di unità, cominciando a prendere coscienza del fatto di essere una delle etnie della Lettonia.<ref name="ces">{{en |
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⚫ | In Lettonia, la servitù della gleba era già stata abolita nel 1819 ad eccezione della Letgallia, la quale fu incorporata nel [[Governatorato di Vitebsk]] nel 1802. Il primo giornale russo di Riga - il '' |
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=== Declino e fine dell'impero === |
=== Declino e fine dell'impero === |
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⚫ | [[File:Bergi Ethnografisches Museum Bergi Latgale 02.JPG|upright=1.4|miniatura|Casa contadina russa costruita nella seconda metà del XIX secolo nel villaggio di Jekimāni, [[Distretto di Rēzekne]], [[Letgallia]], parzialmente ricostruita nel 1920 e situata presso il Museo Etnografico all'aperto della Lettonia]] |
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⚫ | [[File:Bergi Ethnografisches Museum Bergi Latgale 02.JPG| |
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All'alba del XX secolo, i russi costituivano una fetta cospicua della popolazione attiva nelle più grandi città industriali. In Lettonia, come nel resto dello Zarato, la condizione degli operai non era delle migliori. Lavoravano in media 11 ore al giorno, 10 il sabato, e spesso in condizioni difficili e non sicure. L'agitazione sociale crebbe nel corso di diversi anni: quando i [[Domenica di sangue (1905)|lavoratori protestarono]] al [[Palazzo d'Inverno]], polizia e [[cosacchi]] aprirono il fuoco sui manifestanti per disperderli, uccidendone o ferendone centinaia. A tale evento seguì immediatamente dopo la [[Rivoluzione russa del 1905|rivoluzione del 1905]]. |
All'alba del XX secolo, i russi costituivano una fetta cospicua della popolazione attiva nelle più grandi città industriali. In Lettonia, come nel resto dello Zarato, la condizione degli operai non era delle migliori. Lavoravano in media 11 ore al giorno, 10 il sabato, e spesso in condizioni difficili e non sicure. L'agitazione sociale crebbe nel corso di diversi anni: quando i [[Domenica di sangue (1905)|lavoratori protestarono]] al [[Palazzo d'Inverno]], polizia e [[cosacchi]] aprirono il fuoco sui manifestanti per disperderli, uccidendone o ferendone centinaia. A tale evento seguì immediatamente dopo la [[Rivoluzione russa del 1905|rivoluzione del 1905]]. |
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Quando la rivoluzione giunse anche in Lettonia, le proteste riguardarono l'élite tedesca, la quale appariva lontana dalla realtà comune e parlava una lingua con cui non esprimeva praticamente nessun altro nel Governatorato.<ref>{{en |
Quando la rivoluzione giunse anche in Lettonia, le proteste riguardarono l'élite tedesca, la quale appariva lontana dalla realtà comune e parlava una lingua con cui non esprimeva praticamente nessun altro nel Governatorato.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Andrew James Blumbergs|url=https://books.google.it/books?id=sUkZx3c2WkYC&pg=PA10|titolo=The Nationalization of Latvians and the Issue of Serfdom: The Baltic German Literary|editore=Cambria Press|anno=2008|isbn=978-16-04-97556-7|p=10}}</ref> I contadini di etnia russa e lettone presero il controllo di piccoli centri abitati e bruciarono dozzine di residenze dei nobili. Nel corso della rivoluzione in Lettonia, tuttavia, non si richiese la separazione dalla Russia, poiché i nazionalisti continuavano a credere di aver bisogno della potenza della Russia imperiale per contrastare il dominio dei teutonici. |
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All'indomani del 1905, [[Nicola II Romanov|Nicola II]], attraverso varie concessioni, tra cui l'istituzione della Duma rappresentativa, riuscì a calmare le acque. Sebbene la politica della [[russificazione]] non fu abbandonata, l'élite composta dai tedeschi del Baltico cercò di ingraziarsi lo zar in ogni occasione perché lo riteneva fondamentale per mantenere l'ordine.<ref>{{en |
All'indomani del 1905, [[Nicola II Romanov|Nicola II]], attraverso varie concessioni, tra cui l'istituzione della Duma rappresentativa, riuscì a calmare le acque. Sebbene la politica della [[russificazione]] non fu abbandonata, l'élite composta dai tedeschi del Baltico cercò di ingraziarsi lo zar in ogni occasione perché lo riteneva fondamentale per mantenere l'ordine.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Juris Dreifelds|url=https://books.google.it/books?id=0d9svpuxozkC&pg=PA23|titolo=Latvia in Transition|editore=Cambridge University Press|anno=1996|isbn=978-05-21-55537-1|pp=23-24}}</ref> Assistiti dai reggimenti dell'esercito russo, i governanti presero di mira i lettoni nel tentativo di contrastare il nazionalismo. Il sentimento della comunità russa lettone, tuttavia, rimase al riguardo non univoco. La maggioranza di chi risiedeva in Lettonia si era trasferita in virtù della propria fede religiosa (i discendenti dei [[Vecchi credenti]]) e guardavano ancora allo zar con profondo sospetto, se non come un'autorità inaffidabile. Il nazionalismo lettone continuò sostanzialmente ad avere come bersaglio i teutonici fino alla [[rivoluzione d'ottobre]].<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Alan W. Ertl|url=https://books.google.it/books?id=X9PGRaZt-zcC&pg=PA396|titolo=Toward an Understanding of Europe|editore=Universal-Publishers|anno=2008|isbn=978-15-99-42983-0|p=396}}</ref> |
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La Lettonia non rimase in disparte durante i mesi di forte instabilità. La coscienza di costituire un'identità aveva già preso piede da tempo nella fortemente industrializzata Riga, il secondo porto più grande della Russia (dopo [[San Pietroburgo]]).<ref>{{en |
La Lettonia non rimase in disparte durante i mesi di forte instabilità. La coscienza di costituire un'identità aveva già preso piede da tempo nella fortemente industrializzata Riga, il secondo porto più grande della Russia (dopo [[San Pietroburgo]]).<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=M. Wesley Shoemaker|url=https://books.google.it/books?id=7IVJ7hUx_k8C&q=Riga+became+Russia%27s+second+major+port+after+St.+Petersburg,+a+position+it+would+continue+to+hold+in+the+19th+century&dq=Riga+became+Russia%27s+second+major+port+after+St.+Petersburg,+a+position+it+would+continue+to+hold+in+the+19th+century&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiZpp39_tzrAhXlpIsKHbmaCVUQ6AEwBXoECAgQAQ%7C|titolo=Russia, Eurasian States and Eastern Europe|editore=Stryker-Post Publications|anno=1994|isbn=978-09-43-44887-9|p=191}}</ref> Una delle questioni emerse durante gli eventi del 1917 riguardò lo status di cui godevano i paesi baltici garantito da Pietro il Grande, il quale non previde la separazione di essi dalla Russia. Il [[bolscevismo]] minacciava ora di sopprimere il nazionalismo e divenne così il nuovo nemico. Un nuovo nazionalismo, più etnico e stridente, mirato a rifiutare sia eventuali influenze tedesche e russe, prese lentamente piede.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Gershon Shafir|url=https://books.google.it/books?id=zG1aOGxEup0C&pg=PA137|titolo=Immigrants and Nationalists|editore=SUNY Press|anno=1995|isbn=978-07-91-42673-9|p=137}}</ref> Tuttavia, esso non riguardò la popolazione russa lettone, né prese di mira coloro che si erano recati in Lettonia dopo il 1917 per sfuggire alla [[RSFS Russa|Russia sovietica]]. |
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==== Dati demografici ==== |
==== Dati demografici ==== |
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Alla fine del XIX secolo, esisteva una minoranza russa lettone considerevolmente nutrita. Secondo il primo censimento di tutta la Russia del 1897, si contavano 171.000 emigrati, distribuiti come segue: 77.000 in Letgallia, 68.000 in Livonia e 26.000 tra Curlandia e Semigallia.<ref name="king58">{{en |
Alla fine del XIX secolo, esisteva una minoranza russa lettone considerevolmente nutrita. Secondo il primo censimento di tutta la Russia del 1897, si contavano 171.000 emigrati, distribuiti come segue: 77.000 in Letgallia, 68.000 in Livonia e 26.000 tra Curlandia e Semigallia.<ref name="king58">{{cita libro|lingua=en|autore=Gundar J. King|autore2=David E. McNabb|url=https://books.google.it/books?id=GptBBAAAQBAJ&pg=PA58|titolo=Nation-Building in the Baltic States: Transforming Governance, Social Welfare, and Security in Northern Europe|editore=CRC Press|anno=2014|isbn=978-14-82-25071-8|p=58}}</ref> La popolazione urbana superava di circa il doppio quella rurale, ad eccezione della Letgallia, dove tali proporzioni erano invertite.<ref name="king58"/> |
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La metà della popolazione russa in Livonia, Curlandia e Semigallia proveniva dalle province limitrofe della Russia, come nel caso del [[distretto di Rēzekne]]: gli spostamenti avvenivano soprattutto da [[Governatorato di Kovno|Kovno]], [[Governatorato di Vitebsk|Vitebsk]] e [[Governatorato di Vilna|Vilna]]. |
La metà della popolazione russa in Livonia, Curlandia e Semigallia proveniva dalle province limitrofe della Russia, come nel caso del [[distretto di Rēzekne]]: gli spostamenti avvenivano soprattutto da [[Governatorato di Kovno|Kovno]], [[Governatorato di Vitebsk|Vitebsk]] e [[Governatorato di Vilna|Vilna]]. |
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Oltre all'industria, i russi si occupavano soprattutto dell'agricoltura (54%), mentre molto minore era la presenza di nobili (8%).<ref>{{en |
Oltre all'industria, i russi si occupavano soprattutto dell'agricoltura (54%), mentre molto minore era la presenza di nobili (8%).<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Eliana Goldberg|url=https://books.google.it/books?id=hAPPBQAAQBAJ&pg=PA141|titolo=Linguistic Landscape in the City|editore=Multilingual Matters|anno=2010|isbn=978-18-47-69297-9|p=141}}</ref> |
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== Lettonia indipendente (1918-1940) == |
== Lettonia indipendente (1918-1940) == |
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Il 18 novembre 1918, la [[Repubblica di Lettonia (1919-1940)|Repubblica di Lettonia]] fu proclamata uno Stato sovrano. Tutte le etnie che risiedevano nel territorio della Lettonia in maniera stabile nel periodo di dominazione straniera ricevettero delle tutele. Anche per quanto riguarda i russi, nonostante la perdita della loro cittadinanza nel vecchio Impero, furono riconosciuti tutti i diritti garantiti da uno [[Stato di diritto]]. |
Il 18 novembre 1918, la [[Repubblica di Lettonia (1919-1940)|Repubblica di Lettonia]] fu proclamata uno Stato sovrano. Tutte le etnie che risiedevano nel territorio della Lettonia in maniera stabile nel periodo di dominazione straniera ricevettero delle tutele. Anche per quanto riguarda i russi, nonostante la perdita della loro cittadinanza nel vecchio Impero, furono riconosciuti tutti i diritti garantiti da uno [[Stato di diritto]]. |
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Gli anni dell'indipendenza permisero, in virtù della politica sopraccitata, lo sviluppo delle minoranze. Secondo i primi dati statistici del 1920, il numero della popolazione russa in quel momento ammontava a 91.000: nel 1935 si salì a a 206.000 (10,6% del totale, a differenza del 7,8% del 1920).<ref name="ces"/><ref> |
Gli anni dell'indipendenza permisero, in virtù della politica sopraccitata, lo sviluppo delle minoranze. Secondo i primi dati statistici del 1920, il numero della popolazione russa in quel momento ammontava a 91.000: nel 1935 si salì a a 206.000 (10,6% del totale, a differenza del 7,8% del 1920).<ref name="ces"/><ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=VpcRAQAAMAAJ&q=In+1935+the+population+included+1,472,612+Latvians+(75.5%25),+206.499+Russians+(+10.6%25)&dq=In+1935+the+population+included+1,472,612+Latvians+(75.5%25),+206.499+Russians+(+10.6%25)&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjuhcPAhd7rAhVBDOwKHXi5DREQ6AEwAHoECAAQAQ|titolo=Encyclopaedia Britannica|editore=EB|anno=1957|p=763}}</ref> Durante l'intero periodo dell'indipendenza, i russi risultavano la più grande minoranza nazionale del paese.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Jukka Rislakki|url=https://books.google.it/books?id=yXANj6Y_7goC&pg=PA232|titolo=The Case for Latvia: Disinformation Campaigns Against a Small Nation|editore=Rodopi|anno=2008|isbn=978-90-42-02424-3|p=232}}</ref> |
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La crescita demografica è da rintracciarsi in diversi fattori. La guerra civile e l'instaurazione della nazione sovietica in Russia provocarono un flusso di rifugiati ed emigranti in molti paesi, compresa la Lettonia. Dopo la [[battaglia di Daugavpils]] nel 1920, i polacchi cedettero il controllo di Dvinsk, popolata principalmente da stranieri, ai russi. Ai sensi del [[trattato di Riga (1920)]], alcune terre della provincia di [[Pskov]] popolate soprattutto da russi passavano.<ref>{{en |
La crescita demografica è da rintracciarsi in diversi fattori. La guerra civile e l'instaurazione della nazione sovietica in Russia provocarono un flusso di rifugiati ed emigranti in molti paesi, compresa la Lettonia. Dopo la [[battaglia di Daugavpils]] nel 1920, i polacchi cedettero il controllo di Dvinsk, popolata principalmente da stranieri, ai russi. Ai sensi del [[trattato di Riga (1920)]], alcune terre della provincia di [[Pskov]] popolate soprattutto da russi passavano.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Robert W. Orttung|autore2=Danielle N. Lussier|autore3=Anna Paretskaya|url=https://books.google.it/books?id=VroABgoe4-EC&pg=PA442|titolo=The Republics and Regions of the Russian Federation: A Guide to Politics, Policies, and Leaders|editore=M.E. Sharpe|anno=2000|isbn=978-07-65-60559-7|p=442}}</ref> Ad ogni modo, la principale causa principale di aumento della popolazione russa è da rintracciarsi nell'alto tasso di natalità. Si pensi al fatto che, mentre nel 1929 l'incremento naturale dei russi era di 2.800, quello dei lettoni, il cui numero totale in quel medesimo anno superava nove volte quello dei russi, era solo di 3.700.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Ingrida Kalnins|url=https://books.google.it/books?id=HK9ZAAAAYAAJ&q=Latvia+Immigration+into+Latvia+by+far+exceeds+the+natural+increment+increment+of+the+population+and+continues+to+increase&dq=Latvia+Immigration+into+Latvia+by+far+exceeds+the+natural+increment+increment+of+the+population+and+continues+to+increase&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjOwc3phd3rAhU_AxAIHU6HDkUQ6AEwAHoECAQQAQ|titolo=The Baltic Tribunal Against the Soviet Union|editore=World Federation of Free Latvians|anno=1985|p=34}}</ref> |
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Le famiglie più numerose della Lettonia erano di etnia russa e, come nel periodo zarista, le fasce di popolazione più giovani erano genericamente straniere. I bambini russi di età inferiore ai 14 anni rappresentavano il 14% del numero totale di bambini della Lettonia della stessa età.<ref>{{en |
Le famiglie più numerose della Lettonia erano di etnia russa e, come nel periodo zarista, le fasce di popolazione più giovani erano genericamente straniere. I bambini russi di età inferiore ai 14 anni rappresentavano il 14% del numero totale di bambini della Lettonia della stessa età.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Wayne C. Thompson|url=https://books.google.it/books?id=exGTfrY6udwC&q=14+years+old+russians+latvia+14%25+interwar+period&dq=14+years+old+russians+latvia+14%25+interwar+period&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjVmNHaht3rAhWiw4sKHTNABPMQ6AEwA3oECAMQAQ%7C|titolo=Nordic, Central, and Southeastern Europe|edizione=7|editore=Stryker-Post Publications|anno=2007|isbn=978-18-87-98586-4|p=146}}</ref> Le famiglie russe si distinsero inoltre per la loro stabilità: il numero medio di divorzi di famiglie russe era la metà di quello dei lettoni e un quinto di quello dei tedeschi. |
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Un grande impatto ebbe luogo la distribuzione territoriale dei russi in Lettonia. Tre quarti di essi vivevano in Letgallia, il 14% a Riga.<ref>{{en |
Un grande impatto ebbe luogo la distribuzione territoriale dei russi in Lettonia. Tre quarti di essi vivevano in Letgallia, il 14% a Riga.<ref>{{cita web|lingua=en|autore=Nils Muižnieks|url=https://www.szf.lu.lv/fileadmin/user_upload/szf_faili/Petnieciba/sppi/lat_un_starp/latvian-russian_relations_final%281%29.pdf|titolo=Latvian-Russian Relations: Domestic and International Dimensions|sito=szf.lu|p=12|accesso=9 dicembre 2020}}</ref> |
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Un'ulteriore differenza riguardo al passato ineriva alle mansioni a cui erano dediti: essi si occuparono a quel punto infatti più di lavori agricoli che di mansioni in fabbrica. La percentuale salì fino al 68%,<ref>{{en |
Un'ulteriore differenza riguardo al passato ineriva alle mansioni a cui erano dediti: essi si occuparono a quel punto infatti più di lavori agricoli che di mansioni in fabbrica. La percentuale salì fino al 68%,<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Nils Muižnieks|url=https://books.google.it/books?id=56c-AQAAIAAJ&q=In+the+interwar+period+75+%25+of+all+Russians+were+concentrated+in+the+eastern+province+of+Latgale+,+with+only+14+%25+in+Riga+.+Russians+were+disproportionately+engaged+in+agriculture+-+while+68+%25+of+the+entire+population+was+occupied+in+agriculture&dq=In+the+interwar+period+75+%25+of+all+Russians+were+concentrated+in+the+eastern+province+of+Latgale+,+with+only+14+%25+in+Riga+.+Russians+were+disproportionately+engaged+in+agriculture+-+while+68+%25+of+the+entire+population+was+occupied+in+agriculture&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjGwIihid3rAhWJvosKHbVTApIQ6AEwAHoECAEQAQ%7C|titolo=Latvian-Russian Relations: Domestic and International Dimensions|editore=LU Akadēmiskais apgāds|anno=2006|isbn=978-99-84-80210-7|p=12}}</ref> mentre si scese al 7% per chi era impegnato nell'industria e al 4,9% per chi si occupava del commercio.<ref name="volkovs"/> Il fatto che i russi lettoni erano impegnati nel settore primario, soprattutto nella meno sviluppata economicamente regione della Letgallia, non li spinse a cambiare mestiere e a trasferirsi altrove. In altre zone la situazione variava in maniera più o meno omogenea, ma ciò che contraddistingueva tale minoranza era il potere economico: spesso erano i lettoni, i tedeschi e gli [[ebrei]] proprietari di immobili migliori e le categorie non impegnate nel lavoro minorile.<ref name="volkovs"/> |
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Il livello totale di alfabetizzazione della popolazione russa all'inizio della storia della Repubblica lettone era inferiore a quello dell'epoca dell'Impero. Solo il 42% degli uomini russi e il 28% delle donne russe della Lettonia sapeva leggere e scrivere nel 1920.<ref name="lacombe"/> Durante il [[periodo interbellico]], il numero di alunni russi nelle scuole aumentò considerevolmente (1,5 volte - il tasso più alto nel decennio 1925-1935). Di conseguenza, la differenza tra il numero di studenti lettoni e russi di età compresa tra 6 e 20 anni si è di molto ridotta (rispettivamente 54% e 47%).<ref name="lacombe">{{en |
Il livello totale di alfabetizzazione della popolazione russa all'inizio della storia della Repubblica lettone era inferiore a quello dell'epoca dell'Impero. Solo il 42% degli uomini russi e il 28% delle donne russe della Lettonia sapeva leggere e scrivere nel 1920.<ref name="lacombe"/> Durante il [[periodo interbellico]], il numero di alunni russi nelle scuole aumentò considerevolmente (1,5 volte - il tasso più alto nel decennio 1925-1935). Di conseguenza, la differenza tra il numero di studenti lettoni e russi di età compresa tra 6 e 20 anni si è di molto ridotta (rispettivamente 54% e 47%).<ref name="lacombe">{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Gaston Lacombe|url=https://www.jstor.org/stable/43212226|titolo=Nationalism and education in Latvia, 1918-1940|rivista=Journal of Baltic Studies|volume=28|numero=4|anno=inverno 1997|pp=309-338}}</ref> |
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I russi erano poco presenti nelle università: nel 1920, si contavano infatti solo 65 studenti russi a [[Università della Lettonia|quella di Riga]], saliti nel 1939 a 220 studenti.<ref name="lacombe"/> |
I russi erano poco presenti nelle università: nel 1920, si contavano infatti solo 65 studenti russi a [[Università della Lettonia|quella di Riga]], saliti nel 1939 a 220 studenti.<ref name="lacombe"/> |
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Per molto tempo, la nazione baltica cercò di integrare la minoranza orientale con attività di promozione culturale: nelle scuole, si permise libertà di scelta, tanto che la [[lingua russa]] svolse un ruolo particolarmente importante nella fase dell'istruzione primaria. Alla fine degli anni '20, il 92% dei bambini russi veniva istruito in scuole primarie russe.<ref name="volkovs"/> Lo sviluppo della rete delle scuole secondarie tenne altresì conto delle richieste delle minoranze nazionali di ricevere l'istruzione nel proprio idioma. Alla fine degli anni '20 e all'inizio degli anni '30, si rintracciava una tendenza crescente da parte dei genitori di gruppi minoritari a mandare i propri figli a scuole di [[lingua lettone]]. Nel 1935 il 60% dei bambini russi riceveva un'istruzione nella propria lingua madre, dato completamente ribaltato rispetto al decennio precedente.<ref name=" |
Per molto tempo, la nazione baltica cercò di integrare la minoranza orientale con attività di promozione culturale: nelle scuole, si permise libertà di scelta, tanto che la [[lingua russa]] svolse un ruolo particolarmente importante nella fase dell'istruzione primaria. Alla fine degli anni '20, il 92% dei bambini russi veniva istruito in scuole primarie russe.<ref name="volkovs"/> Lo sviluppo della rete delle scuole secondarie tenne altresì conto delle richieste delle minoranze nazionali di ricevere l'istruzione nel proprio idioma. Alla fine degli anni '20 e all'inizio degli anni '30, si rintracciava una tendenza crescente da parte dei genitori di gruppi minoritari a mandare i propri figli a scuole di [[lingua lettone]]. Nel 1935 il 60% dei bambini russi riceveva un'istruzione nella propria lingua madre, dato completamente ribaltato rispetto al decennio precedente.<ref name="volkovs"/><ref name="lacombe"/> |
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La scelta della lingua russa in Lettonia fu dovuta al fatto che i russi generalmente non si preoccupavano di imparare il lettone o altre lingue, un'abitudine che molti non perderanno in futuro.<ref>{{en |
La scelta della lingua russa in Lettonia fu dovuta al fatto che i russi generalmente non si preoccupavano di imparare il lettone o altre lingue, un'abitudine che molti non perderanno in futuro.<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.onlatvia.com/topics/culture-of-latvia/ethnicities-in-latvia|titolo=Ethnicities of Latvia|sito=onlatvia.com|accesso=9 settembre 2020}}</ref> L'idioma non era considerato funzionale e, nel 1920-1930, solo poco più del 15% dei russi sapeva parlare e scrivere in lettone. Il dato mutava sensibilmente tra città, dove si assisteva a una migliore assimilazione culturale, e centri minori in giro per il paese.<ref name="volkovs"/> |
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=== Vita politica e coscienza dei russi della Repubblica di Lettonia === |
=== Vita politica e coscienza dei russi della Repubblica di Lettonia === |
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L'istituzione dello Stato lettone, il 18 novembre 1918, fece sì che i russi locali chiedessero nuove condizioni al governo: fondamentale si dimostrò la già citata legge che tutelava le autonomie culturali delle minoranze, anche se non ebbe una portata dirompente come quella approvata in [[Estonia]].<ref>{{en |
L'istituzione dello Stato lettone, il 18 novembre 1918, fece sì che i russi locali chiedessero nuove condizioni al governo: fondamentale si dimostrò la già citata legge che tutelava le autonomie culturali delle minoranze, anche se non ebbe una portata dirompente come quella approvata in [[Estonia]].<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=David James Smith|url=https://books.google.it/books?id=bRvH4quutCUC&pg=PA211|titolo=The Baltic States and Their Region: New Europe Or Old?|editore=Rodopi|anno=2005|isbn=978-90-42-01666-8|p=211}}</ref><ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Ruth Lapidoth|url=https://books.google.it/books?id=UJJb5mV-yIUC&pg=PA95|titolo=Autonomy: Flexible Solutions to Ethnic Conflicts|editore=US Institute of Peace Press|anno=1997|isbn=978-18-78-37962-7|p=95}}</ref> |
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I russi godevano degli stessi diritti dei lettoni, prendendo dunque parte alla vita politica del paese. Inoltre, partecipavano alle elezioni dell'Assemblea costituente e a tutti e quattro i [[Saeima]]. |
I russi godevano degli stessi diritti dei lettoni, prendendo dunque parte alla vita politica del paese. Inoltre, partecipavano alle elezioni dell'Assemblea costituente e a tutti e quattro i [[Saeima]]. |
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Dal 2 al 6% di tutti gli elettori lettoni votò per i partiti russi, un numero che saliva in aree più popolate da tale minoranza (Riga e Letgallia).<ref>{{en |
Dal 2 al 6% di tutti gli elettori lettoni votò per i partiti russi, un numero che saliva in aree più popolate da tale minoranza (Riga e Letgallia).<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Arturs Bikovs|autore2=Ilvija Bruge|autore3=Andris Spruds|url=https://newdirection.online/2018-publications-pdf/ND-RussianInfluenceInLatvia-preview(low-res).pdf|titolo=Russia's influence and presence in Latvia|sito=newdirection.online|accesso=10 settembre 2020}}</ref> |
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Benché si fosse costituito un senso di unione della comunità russa lettone, non si venne a creare l'idea del carattere autonomo della cultura russa rispetto alla cultura lettone, né si percepì una diffefenza sostanziale rispetto al mondo orientale e ai russi che vivevano in Russia in generale.<ref name="volkovs"/> A tracciare dei principi di coscienza sociale furono gli esponenti di due correnti di pensiero opposte: l'ala ortodossa, attiva soprattutto tra il 1918 e il 1919 e capeggiata da N. Bordonos della Lega Nazionale Democratica (LND, la prima unione nazionale russa di Riga e poi di tutta la Lettonia), la quale parlava di "purezza etnica" delle Organizzazioni sociali russe, e l'ala liberale della LND, più tardi divenuta la Società Russa di Lettonia (N. |
Benché si fosse costituito un senso di unione della comunità russa lettone, non si venne a creare l'idea del carattere autonomo della cultura russa rispetto alla cultura lettone, né si percepì una diffefenza sostanziale rispetto al mondo orientale e ai russi che vivevano in Russia in generale.<ref name="volkovs"/> A tracciare dei principi di coscienza sociale furono gli esponenti di due correnti di pensiero opposte: l'ala ortodossa, attiva soprattutto tra il 1918 e il 1919 e capeggiata da N. Bordonos della Lega Nazionale Democratica (LND, la prima unione nazionale russa di Riga e poi di tutta la Lettonia), la quale parlava di "purezza etnica" delle Organizzazioni sociali russe, e l'ala liberale della LND, più tardi divenuta la Società Russa di Lettonia (N. Berejanskij, S. Manyrev), che si esprimeva a favore di una stretta cooperazione con l'intera società lettone.<ref name="volkovs">{{cita web|lingua=en|autore=Vladislavs Volkovs|url=http://conflicts.rem33.com/images/The%20Baltic%20States/lat_rus.htm|titolo=Russians in Latvia|sito=Istituto di filosofia e sociologia|accesso=10 settembre 2020|dataarchivio=6 gennaio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090106144254/http://conflicts.rem33.com/images/The%20Baltic%20States/lat_rus.htm|urlmorto=sì}}</ref> |
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Fu questa seconda visione che diede luogo alla individuazione di un "nazionalismo democratico". Il suo portavoce principale era il pubblicista Berejanski: egli riteneva che il destino dei russi lettoni fosse nebuloso, poiché la loro patria storica era nelle mani dell '"internazionalismo bolscevico", nemico della cultura e dell'etica nazionale tradizionale.<ref name="jubulis"/> Chi era emigrato a ovest, doveva dunque dimostrarsi riconoscente per l'apertura culturale dimostrata dalla Lettonia. Bisognava al contempo farsi promotori di valori e di un'identità e per questo |
Fu questa seconda visione che diede luogo alla individuazione di un "nazionalismo democratico". Il suo portavoce principale era il pubblicista Berejanski: egli riteneva che il destino dei russi lettoni fosse nebuloso, poiché la loro patria storica era nelle mani dell '"internazionalismo bolscevico", nemico della cultura e dell'etica nazionale tradizionale.<ref name="jubulis"/> Chi era emigrato a ovest, doveva dunque dimostrarsi riconoscente per l'apertura culturale dimostrata dalla Lettonia. Bisognava al contempo farsi promotori di valori e di un'identità e per questo Berejanskij incentivò la produzione del quotidiano russo "Slovo" ("Parola"). Il più famoso quotidiano russo, il "Segodnja", non pretese di propagare idee nazionali russe, facendo invece leva sulla necessità di rendere più sottili le differenze tra i diversi gruppi culturali.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Jiří Vacek|autore2=Lukáš Babka|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=a5hFAQAAIAAJ&dq=segodnia+latvia+slovo&focus=searchwithinvolume&q=the+Rigan+daily+Segodnia+retained+its+importance%2C+whereas+the+other+...+it+was+not+émigré+but+only+Latvian%2C+Slovo+emphasised+that+it+was+also+a+paper+of+the+émigrés.%7C|titolo=Голоса изгнанников: периодическая печать эмиграции из советской России, 1918-1945|editore=National Library of the Czech Republic - Slavonic Library|anno=2009|isbn=978-80-70-50560-1|p=95}}</ref> |
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Chi caldeggiò particolarmente lo sviluppo dei principi nazionali russi fu N. |
Chi caldeggiò particolarmente lo sviluppo dei principi nazionali russi fu N. Belocvelov: l'ipotesi di abbracciare il nazionalismo costitutiva una conseguenza naturale in riferimento al destino degli emigranti, così spaventati dalla possibilità di non vedere un futuro per la propria cultura.<ref name="volkovs"/> |
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Gli ideali di "nazionalismo democratico" erano sostenuti dagli esponenti dell'Unione contadina russa, la quale aveva una visione politica di destra. L'UCR divenne la rappresentante della comunità contadina russa con i suoi tre deputati eletti nella Quarta Saeima.<ref name="volkovs"/> |
Gli ideali di "nazionalismo democratico" erano sostenuti dagli esponenti dell'Unione contadina russa, la quale aveva una visione politica di destra. L'UCR divenne la rappresentante della comunità contadina russa con i suoi tre deputati eletti nella Quarta Saeima.<ref name="volkovs"/> |
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Una parte dei russi della Lettonia apparteneva invece all'estrema sinistra. Nella quarta Saeima, un russo rappresentava i socialdemocratici, mentre un suo conterraneo era stato eletto tra le file dei comunisti. I partiti di sinistra russi non ottennero mai grande successo, sebbene avessero una certa influenza tra le |
Una parte dei russi della Lettonia apparteneva invece all'estrema sinistra. Nella quarta Saeima, un russo rappresentava i socialdemocratici, mentre un suo conterraneo era stato eletto tra le file dei comunisti. I partiti di sinistra russi non ottennero mai grande successo, sebbene avessero una certa influenza tra le file dei lavoratori di Riga. Tirando le somme, la minoranza russa risultò politicamente meno attiva rispetto alla minoranza tedesca e a quella ebraica.<ref name="jubulis">{{cita libro|lingua=en|autore=Mark A. Jubulis|url=https://books.google.it/books?id=NtRpAAAAMAAJ&q=The+German+political+parties+were+by+far+the+most+active+and+organized+of+the+minority+parties+in+interwar+Latvia+.+...+32+Throughout+the+interwar+period+,+Latvia+continued+to+provide+a+home+to+Russian+refugees+escaping+Bolshevism&dq=The+German+political+parties+were+by+far+the+most+active+and+organized+of+the+minority+parties+in+interwar+Latvia+.+...+32+Throughout+the+interwar+period+,+Latvia+continued+to+provide+a+home+to+Russian+refugees+escaping+Bolshevism&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiB3fi8i97rAhXR2qQKHeMUAjYQ6AEwAHoECAMQAQ%7C|titolo=Nationalism and Democratic Transition: The Politics of Citizenship and Language in Post-Soviet Latvia|editore=University Press of America, 2001|isbn=978-07-61-81978-3|p=41}}</ref> |
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== Lettonia sovietica (1940–1990) == |
== Lettonia sovietica (1940–1990) == |
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=== 1940-1941 === |
=== 1940-1941 === |
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* Pieno sostegno al governo bolscevico. |
* Pieno sostegno al governo bolscevico. |
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Nei dodici mesi convissuti con i sovietici, i russi lettoni furono privati |
Nei dodici mesi convissuti con i sovietici, i russi lettoni furono privati di tutti i loro periodici nazionali e molti dei personaggi di spicco vennero sottoposti a repressione o uccisi. Ad ogni modo, il nuovo regime si preoccupò di rintracciare dei sostenitori tra le file dei russi locali, i quali erano ad esempio favorevoli alla politica di [[collettivizzazione]]. Ben presto, funzionari provenienti dalla Russia assunsero il potere in ruoli di spessore a livello amministrativo.<ref name="volkovs"/> |
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=== 1941-1944 === |
=== 1941-1944 === |
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Nel 1941, la [[Germania nazista]] [[Operazione Barbarossa|dichiarò guerra all'URSS]] e [[Occupazione tedesca della Lettonia|si insediò in breve tempo]] il territorio della Lettonia. La "Grande Guerra Patriottica", come veniva chiamata dalla storiografia sovietica la [[seconda guerra mondiale]], vide la frammentazione in tre nuclei di combattenti locali: i collaborazionisti nazisti, i filo-comunisti e chi combatteva sia i sovietici che i tedeschi anelando all'indipendenza ([[partigiani lettoni]]).<ref name="statiev53">{{en |
Nel 1941, la [[Germania nazista]] [[Operazione Barbarossa|dichiarò guerra all'URSS]] e [[Occupazione tedesca della Lettonia|si insediò in breve tempo]] il territorio della Lettonia. La "Grande Guerra Patriottica", come veniva chiamata dalla storiografia sovietica la [[seconda guerra mondiale]], vide la frammentazione in tre nuclei di combattenti locali: i collaborazionisti nazisti, i filo-comunisti e chi combatteva sia i sovietici che i tedeschi anelando all'indipendenza ([[partigiani lettoni]]).<ref name="statiev53">{{cita libro|lingua=en|autore=Alexander Statiev|url=https://books.google.it/books?id=YIRSwRDVqu4C&pg=PA53|titolo=The Soviet Counterinsurgency in the Western Borderlands|editore=Cambridge University Press|anno=2010|isbn=978-05-21-76833-7|pp=53-54}}</ref> Una parte della popolazione russa locale rientrava nella seconda categoria e scelse di prestare servizio nell'[[Armata Rossa]] e nel movimento partigiano diretto clandestinamente da [[Mosca (Russia)|Mosca]]. Non mancò chi invece aderì al [[nazismo]] sostenendo il mito del [[bolscevismo ebraico]], ovvero che il comunismo fosse stato portato in Russia da semiti e per questo bisognava impegnarsi nella campagna di liberazione.<ref name="statiev53"/> Venne al contempo creata un'organizzazione che potesse rappresentare meglio la cultura nazionale russa nel ''[[Reichskommissariat Ostland|Generalgebiet]]'' lettone: a [[Daugavpils]] venne aperto un teatro russo e presso l'Istituto per insegnanti di [[Rēzekne]], prese forma una classe di lingua russa per insegnanti di russo.<ref name="volkovs"/> |
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=== Migrazione postbellica === |
=== Migrazione postbellica === |
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All'indomani del conflitto, Mosca avviò intense politiche di [[russificazione]] e [[sovietizzazione dei paesi baltici]], incluso il ripristino delle [[deportazioni sovietiche dalla Lettonia|deportazioni di massa]] nel 1949, che vide l'allontanamento di 43.000 lettoni.<ref>{{en |
All'indomani del conflitto, Mosca avviò intense politiche di [[russificazione]] e [[sovietizzazione dei paesi baltici]], incluso il ripristino delle [[deportazioni sovietiche dalla Lettonia|deportazioni di massa]] nel 1949, che vide l'allontanamento di 43.000 lettoni.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Aldis Purs|url=https://books.google.it/books?id=h8e7W1uOyfsC&pg=PA63|titolo=Baltic Facades: Estonia, Latvia and Lithuania since 1945|editore=Reaktion Books|anno=2013|isbn=978-18-61-89932-3|p=63}}</ref><ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Nikolaĭ Fedorovič Bugaĭ|url=https://books.google.it/books?id=xwp5y9NDaEwC&pg=PA166|titolo=The Deportation of Peoples in the Soviet Union|editore=Nova Publishers|anno=1996|isbn=978-15-60-72371-4|p=166}}</ref> Ben presto, i russi tornarono a essere il secondo gruppo etnico più numeroso (cosa che ancora emerge in Lettonia), come emergeva dal primo censimento del dopoguerra, eseguito nel 1959: i lettoni rispetto al 1935 erano scesi di 170.000 persone, mentre i russi era saliti di 388.000, i [[bielorussi]] di 35.000 e gli [[ucraini]] di 28.000.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Artis Pabriks|autore2=Aldis Purs|url=https://books.google.it/books?id=4CelwkxnJHcC&pg=PA35|titolo=Latvia: The Challenges of Change|editore=Routledge|anno=2013|isbn=978-11-35-13705-2|p=35}}</ref> Tra il 1959 e il 1968 quasi 130.000 madrelingua russi emigrarono in Lettonia e cominciarono a lavorare nel settore manifatturiero: a chi si fosse trasferito, veniva garantito un appartamento nei micro distretti di nuova costruzione nelle diverse città. Il picco fu raggiunto nel 1989, quando il 34% della popolazione - ovvero 905.000 abitanti - erano russi. Rispetto al quadro demografico del periodo prebellico, il numero dei russi quadruplicò.<ref name="volkovs"/> |
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Significativa fu l'influenza nel dato dell'Armata Rossa. Oltre al personale militare attivo, Riga acquisì popolarità come meta degli ufficiali sovietici in pensione, i quali optarono per città più piccole rispetto a Mosca o a [[Kiev]]. Per accelerare il ritiro dell'esercito russo, la Lettonia accettò ufficialmente di consentire a 20.000 ufficiali sovietici in pensione e alle loro famiglie (fino a 50.000 persone) di rimanere in Lettonia senza concedere loro la cittadinanza: la [[Russia]] continua a pagare loro le pensioni.<ref name="likumi"> |
Significativa fu l'influenza nel dato dell'Armata Rossa. Oltre al personale militare attivo, Riga acquisì popolarità come meta degli ufficiali sovietici in pensione, i quali optarono per città più piccole rispetto a Mosca o a [[Kiev]]. Per accelerare il ritiro dell'esercito russo, la Lettonia accettò ufficialmente di consentire a 20.000 ufficiali sovietici in pensione e alle loro famiglie (fino a 50.000 persone) di rimanere in Lettonia senza concedere loro la cittadinanza: la [[Russia]] continua a pagare loro le pensioni.<ref name="likumi">{{cita web|url=https://translate.google.it/translate?hl=it&sl=lv&u=http://m.likumi.lv/ta/id/58919-krievijas-federacijas-valdibas-un-latvijas-republikas-valdibas-vienosanas-par-latvijas-republikas-teritorija-dzivojoso-krievijas&prev=search&pto=aue|titolo=Accordo tra la Repubblica di Lettonia e la Federazione Russa|sito=likumi.lv|accesso=13 agosto 2020}}</ref> |
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Entro la metà degli anni '80, oltre ai 350.000 soldati del Distretto militare baltico, un numero imprecisato di truppe del ministero degli interni e del confine si spostò nei paesi baltici. Nel 1994 le truppe russe in partenza presentarono un elenco di oltre 3.000 unità militari stazionate in 700 siti che occupavano più di 120.000 ettari (circa il 10% del territorio lettone).<ref name="ciganovs">Juris Ciganovs |
Entro la metà degli anni '80, oltre ai 350.000 soldati del Distretto militare baltico, un numero imprecisato di truppe del ministero degli interni e del confine si spostò nei paesi baltici. Nel 1994 le truppe russe in partenza presentarono un elenco di oltre 3.000 unità militari stazionate in 700 siti che occupavano più di 120.000 ettari (circa il 10% del territorio lettone).<ref name="ciganovs">{{cita web|autore=Juris Ciganovs|url=https://translate.google.it/translate?hl=it&sl=lv&u=https://www.tvnet.lv/4976284/latvija-padomju-savienibas-karabaze&prev=search&pto=aue|titolo=Lettonia - Base militare sovietica|sito=tvnet.lv|data=17 luglio 2006|accesso=13 agosto 2020}}</ref> |
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In generale, forti della posizione primaria riservata alla lingua russa e alle politiche accentratrici, fu l'elemento lettone a scemare rispetto a quello russo. |
In generale, forti della posizione primaria riservata alla lingua russa e alle politiche accentratrici, fu l'elemento lettone a scemare rispetto a quello russo. |
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In [[Paesi baltici in epoca sovietica (1944-1991)|epoca sovietica]], i mass media russi, come quelli lettoni, si occuparono di propagandare l'ideologia comunista, influenzando la vita quotidiana nelle [[Repubbliche dell'Unione Sovietica|repubbliche socialiste]].<ref name="statiev53"/> |
In [[Paesi baltici in epoca sovietica (1944-1991)|epoca sovietica]], i mass media russi, come quelli lettoni, si occuparono di propagandare l'ideologia comunista, influenzando la vita quotidiana nelle [[Repubbliche dell'Unione Sovietica|repubbliche socialiste]].<ref name="statiev53"/> |
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L'ideologia del [[Partito Comunista di Lettonia|Partito Comunista]] rigettava la tradizione della Repubblica Lettone che identificava i russi della Lettonia come una delle minoranze nazionali poiché il concetto stesso di minoranza non era né contemplato né quanto meno tutelato. Gli stranieri che risiedevano in Lettonia, sia coloro che lo facevano da generazioni sia coloro che si trasferirono in epoca postbellica, non |
L'ideologia del [[Partito Comunista di Lettonia|Partito Comunista]] rigettava la tradizione della Repubblica Lettone che identificava i russi della Lettonia come una delle minoranze nazionali poiché il concetto stesso di minoranza non era né contemplato né quanto meno tutelato. Gli stranieri che risiedevano in Lettonia, sia coloro che lo facevano da generazioni sia coloro che si trasferirono in epoca postbellica, non godendo di [[autonomia territoriale]], non erano considerati una comunità culturale e nazionale individuale nella Repubblica lettone, ma piuttosto come parte della più ampia comunità russa dell'Unione Sovietica.<ref name="statiev53"/><ref group="nota">La linea guida del partito variò notevolmente a seconda degli esponenti principali al potere, oscillando tra posizioni rigide a visioni di un'URSS meno centralizzata: per approfondire, vedi [[RSS Lettone]].</ref> |
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Alla fine degli anni '80, i primi marcati cambiamenti democratici nell'URSS portarono a un risveglio nazionale dei popoli. Le nuove tendenze democratiche davano pari opportunità al rilancio nazionale di lettoni e russi, alcuni dei quali tra questi ultimi aderirono all'"[[Risveglio nazionale lettone|Atmoda]]". |
Alla fine degli anni '80, i primi marcati cambiamenti democratici nell'URSS portarono a un risveglio nazionale dei popoli. Le nuove tendenze democratiche davano pari opportunità al rilancio nazionale di lettoni e russi, alcuni dei quali tra questi ultimi aderirono all'"[[Risveglio nazionale lettone|Atmoda]]". |
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Nel luglio 1988, A. |
Nel luglio 1988, A. Malcev fu una delle 17 figure di spicco della cultura lettone che firmarono una lettera aperta in cui si proponeva l'iniziativa di istituire un nuovo soggetto politico. L'idea di creare un [[Fronte Popolare Lettone|Fronte Popolare della Lettonia]] (FPL) fu incoraggiata da scrittori russi della Repubblica quali L. Azarova, Roald Dobrovenskij, V. Dozorcev e M. Kosteneckaja, dai giornalisti A. Grigor'ev, A. Kazakov, dal traduttore e bibliografo J. Abyzov e da molti altri.<ref>{{cita libro|autore=Carolyn Bain|url=https://books.google.it/books?id=uK6d_c0ERWMC&pg=PA195|titolo=Estonia, Lettonia e Lituania|editore=EDT srl|anno=2009|isbn=978-88-60-40463-3|p=195}}</ref> Nel 1989 L. Gladkov, V. Dozorcev, V. Ždanov, V. Kononov e M. Kostenecka vennero eletti nel Consiglio dell'FPL e Dozorcev, in particolare, assunse un ruolo chiave in ambito decisionale. A. Gregor'ev figurava tra i redattori di "Atmoda", il giornale redatto del Fronte Popolare. La tiratura dell'edizione russa di "Atmoda" riscosse una risonanza piuttosto ampia (15-{{formatnum:100000}} copie) e si diffuse non solo tra i russi residenti in Lettonia, ma anche tra il pubblico russo più aperto ad un contatto con gli occidentali.<ref name="volkovs"/><ref>{{cita libro|lingua=en|autore=B. Fowkes|url=https://books.google.it/books?id=vFuIDAAAQBAJ&pg=PA147|titolo=The Disintegration of the Soviet Union: A Study in the Rise and Triumph of Nationalism|editore=Springer|anno=1996|isbn=978-02-30-37746-2|p=147}}</ref> |
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L'FPL consentì inoltre di consolidare la Società culturale russa della Lettonia (SCRL), la cui assemblea costituente si tenne il 4 marzo 1989.<ref name="payin">{{en |
L'FPL consentì inoltre di consolidare la Società culturale russa della Lettonia (SCRL), la cui assemblea costituente si tenne il 4 marzo 1989.<ref name="payin">{{cita libro|lingua=en|autore=Vladimir Shlapentokh|autore2=Munir Sendič|autore3=Emil Payin|url=https://books.google.it/books?id=CcAYDQAAQBAJ&pg=PT176|titolo=The New Russian Diaspora: Russian Minorities in the Former Soviet Republics|editore=Routledge|anno=2016|isbn=978-13-15-48411-2|p=176}}</ref> Lo scopo della Società era "sviluppare al massimo la cultura nazionale russa, intensificare le relazioni cristallizzate tra russi e lettoni e cooperare con i rappresentanti di tutte le nazionalità della Repubblica".<ref name="payin"/> |
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Allo stesso tempo, un discreto numero di russi della Lettonia percepì con diffidenza la rinascita del sistema statale lettone, come evinceva da un sondaggio dell'opinione pubblica nel 1989: solo il 49% della popolazione non lettone sosteneva infatti l'ipotesi di ripristinare l'indipendenza della Lettonia (il numero di lettoni che la caldeggiavano era del 93%).<ref name="volkovs"/> Il Fronte internazionale dei lavoratori della Lettonia o Interfront, istituito nel 1989, si professò favorevole alla continuazione della convivenza nell'Unione Sovietica e al perseguimento di un'economia socialista. L'Interfront mirava ad attirare le simpatie di quei russi che erano contrari alla costituzione di uno stato nazionale lettone.<ref>{{en |
Allo stesso tempo, un discreto numero di russi della Lettonia percepì con diffidenza la rinascita del sistema statale lettone, come evinceva da un sondaggio dell'opinione pubblica nel 1989: solo il 49% della popolazione non lettone sosteneva infatti l'ipotesi di ripristinare l'indipendenza della Lettonia (il numero di lettoni che la caldeggiavano era del 93%).<ref name="volkovs"/> Il Fronte internazionale dei lavoratori della Lettonia o Interfront, istituito nel 1989, si professò favorevole alla continuazione della convivenza nell'Unione Sovietica e al perseguimento di un'economia socialista. L'Interfront mirava ad attirare le simpatie di quei russi che erano contrari alla costituzione di uno stato nazionale lettone.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Aldis Purs|autore2=Andreas Plakans|url=https://books.google.it/books?id=YbmnDgAAQBAJ&pg=PA154|titolo=Historical Dictionary of Latvia|edizione=3|editore=Rowman & Littlefield|anno=2017|isbn=978-15-38-10221-3|p=154}}</ref> |
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== Lettonia indipendente (dal 1990 in poi) == |
== Lettonia indipendente (dal 1990 in poi) == |
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=== Distribuzione === |
=== Distribuzione === |
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⚫ | I russi in Lettonia risiedono principalmente nelle aree urbane. Nel 2006 i russi rappresentavano il 42,3% della popolazione nella capitale Riga e il 53,5% nella seconda città più grande, [[Daugavpils]] (senza contare gli altri con il russo come lingua madre). I russi si trasferirono in epoca sovietica principalmente nei centri industriali per lavorare nel settore industriale, mentre le aree rurali rimasero popolate quasi interamente da lettoni etnici, ad eccezione di alcune piccole aree nella Lettonia orientale, con una storia più lunga di villaggi misti russo-lettoni.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Jenny Berglund|autore2=Thomas Lundén|autore3=Peter Strandbrink|url=https://books.google.it/books?id=1pilCQAAQBAJ&pg=PA36|titolo=Crossings and Crosses: Borders, Educations, and Religions in Northern Europe|editore=Walter de Gruyter GmbH & Co KG|anno=2015|isbn=978-16-14-51655-2|p=36}}</ref> All'inizio del 2018, i russi etnici rappresentavano il 25,2% della popolazione.<ref name="2017csb"/> |
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⚫ | Secondo l'Ufficio centrale di statistica della Lettonia 19.932 russi sono emigrati in Lettonia dal 2011 al 2017, mentre 48.851 russi si sono trasferiti in altri paesi.<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://data1.csb.gov.lv/pxweb/en/iedz/iedz__migr/IBG041.px/?rxid=db81f160-0458-49cc-9e95-44ffb5c6cee3|titolo=IBG041. International long-term migration by ethnicity of migrants|sito=csb.gov.lv.|accesso=10 settembre 2020}}</ref> |
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⚫ | I russi in Lettonia risiedono principalmente nelle aree urbane. Nel 2006 i russi rappresentavano il 42,3% della popolazione nella capitale Riga e il 53,5% nella seconda città più grande, [[Daugavpils]] (senza contare gli altri con il russo come lingua madre). I russi si trasferirono in epoca sovietica principalmente nei centri industriali per lavorare nel settore industriale, mentre le aree rurali rimasero popolate quasi interamente da lettoni etnici, ad eccezione di alcune piccole aree nella Lettonia orientale, con una storia più lunga di villaggi misti russo-lettoni.<ref>{{en |
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⚫ | Secondo l'Ufficio centrale di statistica della Lettonia 19.932 russi sono emigrati in Lettonia dal 2011 al 2017, mentre 48.851 russi si sono trasferiti in altri paesi.<ref>{{en |
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=== Cittadinanza === |
=== Cittadinanza === |
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{{Vedi anche|Non cittadini lettoni}}[[File:Pasaport.jpg| |
{{Vedi anche|Non cittadini lettoni}} |
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[[File:Pasaport.jpg|sinistra|miniatura|Secondo i dati del Registro dei residenti, 159.069 (il 28,5%) dei 557.618 russi in Lettonia al 1 gennaio 2017 erano [[Non cittadini lettoni|non cittadini]]<ref name="gov.lv"/>]] |
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Dopo aver ristabilito l'indipendenza nel 1991, la Lettonia non ha concesso automaticamente la cittadinanza a nessuno degli abitanti i cui antenati erano giunti |
Dopo aver ristabilito l'indipendenza nel 1991, la Lettonia non ha concesso automaticamente la cittadinanza a nessuno degli abitanti i cui antenati erano giunti dopo il giugno 1940, una politica che ha interessato principalmente i russi etnici. La conoscenza della lingua e della storia lettone è stata posta come condizione per ottenere la cittadinanza; un regime meno restrittivo è entrato in vigore qualche anno più tardi.<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.mfa.gov.lv/en/news/latest-news/13607-basic-facts-about-citizenship-and-language-policy-of-latvia-and-some-sensitive-history-related-issues|titolo=Basic facts about citizenship and language policy of Latvia and some sensitive history-related issues|sito=mfa.gov.lv|data=14 marzo 2014|accesso=10 settembre 2020}}</ref> Tuttavia, un numero significativo di russi in Lettonia è ancora [[apolide]]. Nel gennaio 2017, la stragrande maggioranza dei russi di etnia lettone, il 71,1% o 398.549 persone, godeva della cittadinanza.<ref name="gov.lv"/> |
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Chiunque ai sensi delle normative sovietiche avesse ottenuto la residenza in Lettonia prima dell'estate del 1992 poteva rivendicarla nella Lettonia indipendente, sebbene su tale base giuridica sarebbe stato possibile anche riottenere il possesso dei beni confiscati dallo stato. I proprietari di immobili che cercavano di recuperare i loro possedimenti sono stati compensati con terreni di pari valore altrove o con certificati che potevano essere utilizzati per ottenere forti sconti sull'acquisto di nuove abitazioni.<ref name="volkovs"/> Il governo lettone paga inoltre le pensioni indipendentemente dall'etnia o dalla cittadinanza o dallo status di non cittadino. Un caso giuridico spinoso è nato, come specificato precedentemente, in relazione a chi aveva operato nell'Armata Rossa ed era stato congedato.<ref name="likumi"/> |
Chiunque ai sensi delle normative sovietiche avesse ottenuto la residenza in Lettonia prima dell'estate del 1992 poteva rivendicarla nella Lettonia indipendente, sebbene su tale base giuridica sarebbe stato possibile anche riottenere il possesso dei beni confiscati dallo stato. I proprietari di immobili che cercavano di recuperare i loro possedimenti sono stati compensati con terreni di pari valore altrove o con certificati che potevano essere utilizzati per ottenere forti sconti sull'acquisto di nuove abitazioni.<ref name="volkovs"/> Il governo lettone paga inoltre le pensioni indipendentemente dall'etnia o dalla cittadinanza o dallo status di non cittadino. Un caso giuridico spinoso è nato, come specificato precedentemente, in relazione a chi aveva operato nell'Armata Rossa ed era stato congedato.<ref name="likumi"/> |
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=== Lingua russa === |
=== Lingua russa === |
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Un altro oggetto di contesa per alcuni russi e di lingua russa in Lettonia (in particolare il [[Partito Socialdemocratico "Armonia"]],<ref>Alberto Scalici |
Un altro oggetto di contesa per alcuni russi e di lingua russa in Lettonia (in particolare il [[Partito Socialdemocratico "Armonia"]],<ref>{{cita libro|autore=Alberto Scalici|url=https://books.google.it/books?id=D-kiDAAAQBAJ&pg=PA69|titolo=Brevissima Guida ai Partiti d'Europa|editore=Lulu.com|anno=2016|isbn=978-13-26-61294-8|p=69}}</ref> l'[[Unione Russa di Lettonia]], il Personale di difesa della scuola russa e [[Per la lingua madre!]]) ha riguardato lo stato della lingua russa, la quale non rientra tra le lingue ufficiali della Lettonia.<ref>{{cita web|autore=Paolo Pantaleo|url=https://www.eastjournal.net/archives/34736|titolo=Lettonia: Che lingua si parla nelle case?|sito=eastjournal.net|data=29 settembre 2013|accesso=10 settembre 2020}}</ref><ref name="kokot">{{cita web|autore=Michal Kokot|url=https://www.repubblica.it/dossier/esteri/eu4you-europa-progetti-parlamento-ue/2019/04/29/news/la_vita_all_ombra_del_cremlino_nel_caso_di_un_attacco_riga_resisterebbe_due_giorni-223578702/|titolo=Lettonia, vivere all'ombra del Cremlino|sito=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=29 aprile 2019|accesso=10 settembre 2020}}</ref> |
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Nel 2011, dei gruppi filo-russi in Lettonia hanno raccolto firme sufficienti per avviare il processo di modifica della Costituzione per conferire al russo lo status di lingua ufficiale: il 18 febbraio 2012 si è tenuto il [[Referendum costituzionale |
Nel 2011, dei gruppi filo-russi in Lettonia hanno raccolto firme sufficienti per avviare il processo di modifica della Costituzione per conferire al russo lo status di lingua ufficiale: il 18 febbraio 2012 si è tenuto il [[Referendum costituzionale in Lettonia del 2012|referendum costituzionale]] sull'opportunità di adottare il russo come seconda lingua.<ref>{{cita web|autore=Anna Žīgure|url=https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:jph3es9HkBcJ:https://balticanews.wordpress.com/2012/02/21/anna-zigure-la-lingua-lettone-e-la-vincitrice-dedichiamole-il-18-febbraio-2/+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it&client=safari|titolo=La lingua lettone è la vincitrice. Dedichiamole il 18 febbraio|sito=wordpress.com|data=21 febbraio 2012|accesso=1º settembre 2020}}</ref> Secondo la Commissione elettorale centrale, il 74,8% ha votato contro, il 24,9% ha votato a favore e l'affluenza alle urne è stata del 71,1%.<ref>{{cita web|url=https://www.limesonline.com/lettonia-il-referendum-della-discordia/32706|titolo=Lettonia, il referendum della discordia|sito=limesonline.com|accesso=1º settembre 2020}}</ref> La comunità dei non cittadini (290.660, ovvero il 14,1% dell'intera popolazione lettone) non disponeva del diritto di voto.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Larissa Ryazanova-Clarke|url=https://books.google.it/books?id=AECrBgAAQBAJ&pg=PA48|titolo=Russian Language Outside the Nation|editore=Edinburgh University Press|anno=2014|isbn=978-07-48-66846-5|pp=48-49}}</ref> |
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A partire dal 2019, l'istruzione in lingua russa sarà gradualmente interrotta nelle scuole e nelle università private, così come l'istruzione generale nelle scuole superiori pubbliche,<ref name="kokot"/> ad eccezione delle materie relative alla cultura e alla storia della minoranza russa, quali la lingua e la letteratura russa.<ref>Riccardo Cattaneo |
A partire dal 2019, l'istruzione in lingua russa sarà gradualmente interrotta nelle scuole e nelle università private, così come l'istruzione generale nelle scuole superiori pubbliche,<ref name="kokot"/> ad eccezione delle materie relative alla cultura e alla storia della minoranza russa, quali la lingua e la letteratura russa.<ref>{{cita web|autore=Riccardo Cattaneo|url=https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:uWJtqUethIMJ:https://www.amistades.info/post/in-fuga-dal-passato-l-identit%25C3%25A0-euro-atlantica-dei-paesi-baltici+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it&client=safari|titolo=In fuga dal passato: l'identità euro-atlantica dei Paesi baltici|sito=amistades.info|accesso=10 settembre 2020}}</ref> |
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=== Rappresentanza politica === |
=== Rappresentanza politica === |
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⚫ | Esiste un discreto numero di movimenti ed esponenti politici negli stati baltici che affermano di rappresentare la minoranza di lingua russa. Simili formazioni sostengono i diritti di chi parla la lingua russa, chiedono la cittadinanza per tutti i residenti a lungo termine in Lettonia ed Estonia e tendono ad avere visioni di [[Sinistra (politica)|sinistra]] in altri ambiti.<ref name="kulik">{{cita libro|lingua=en|autore=Anatoly Kulik|autore2=Susanna Pshizova|url=https://books.google.it/books?id=c5foejvv3sMC&pg=PA143|titolo=Political Parties in Post-Soviet Space: Russia, Belarus, Ukraine, Moldova, and the Baltics|editore=Greenwood Publishing Group|anno=2005|isbn=978-02-75-97344-5|pp=143-144}}</ref> In Lettonia, il loro peso politico è maggiore: si pensi all'[[Unione Russa di Lettonia]], la quale conta un seggio nel [[Parlamento europeo]] tenuto da [[Tatjana Ždanoka]] e al più moderato partito [[Partito Socialdemocratico "Armonia"|Partito Armonia]], la più grande fazione del [[Saeima]] con 24 deputati su 100. Si considerino inoltre il partito dell'ex sindaco di Riga [[Nils Ušakovs]] e al rappresentante nominato nel 2014 al Parlamento europeo [[Andrejs Mamikins]].<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Ammon Českin|url=https://books.google.it/books?id=Dch0DwAAQBAJ&pg=PA185|titolo=Russian-Speakers in Post-Soviet Latvia|editore=Edinburgh University Press|anno=2016|isbn=978-07-48-69744-1|pp=185-186}}</ref> |
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⚫ | Esiste un discreto numero di movimenti ed esponenti politici negli stati baltici che affermano di rappresentare la minoranza di lingua russa. Simili formazioni sostengono i diritti di chi parla la lingua russa, chiedono la cittadinanza per tutti i residenti a lungo termine in Lettonia ed Estonia e tendono ad avere visioni di [[Sinistra (politica)|sinistra]] in altri ambiti.<ref name="kulik">{{en |
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== Russi della Lettonia celebri == |
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Tra i russi della Lettonia degni di nota si annoverano: |
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* [[Michail Baryšnikov]], ballerino e attore russo-americano, nato a Riga |
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* [[Ludmilla Chiriaeff]], ballerina, coreografa e regista, nata a Riga |
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* [[Michail Osipovič Ėjzenštejn|Michail Ėjzenštejn]], architetto progettista di molti edifici a Riga, padre di Sergej Eisenstein, nato a Riga |
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* [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn|Sergej Ėjzenštejn]], regista che ha realizzato alcuni famosi film russi (tra cui ''[[La corazzata Potëmkin]]''), nato a Riga |
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* [[Ivan Fomin]] (1872-1936), architetto e insegnante, ha intrapreso studi classici in una scuola superiore a Riga |
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* [[Aleksandr Jur'evič Kaleri|Aleksandr Kaleri]], cosmonauta russo nato a [[Jūrmala]] |
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* [[Veniamin Aleksandrovič Kaverin|Veniamin Kaverin]], scrittore, crebbe a Rēzekne. |
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* [[Alexander Kovalevskij]], embriologo nato vicino a [[Daugavpils]] |
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* [[Jevgēņija Ļisicina]], organista e compilatrice di Riga |
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* [[Marija Naumova|Marie N]] (Marija Naumova), vincitrice dell'[[Eurovision Song Contest 2002]] per la Lettonia |
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* [[Vera Ignat'evna Muchina|Vera Muchina]] (1889–1953), scultrice sovietica |
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* [[Vladimirs Petrovs]], giocatore di scacchi, nato a Riga |
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* Aleksandrs Petukhovs, scrittore e regista cinematografico, nato a Riga |
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* [[Lev Vladimirovič Rudnev|Lev Rudnev]] (1885-1956), architetto e uno dei principali professionisti dell'architettura stalinista, si laureò alla Riga Realschule (ora prima scuola di grammatica statale di Riga) |
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* [[Alexander Shabalov]], giocatore di scacchi |
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* [[Aleksej Dmitrievič Širov|Aleksej Širov]], [[grande maestro internazionale|gran maestro di scacchi]] nato a Riga |
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* [[Konstantin Sokolskij]], cantante di Riga |
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* [[Ksenia Solo]], attrice |
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* [[Anatolij Jakovlevič Solov'ëv|Anatolij Solov'ëv]], pilota e cosmonauta, nato a Riga |
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* [[Aleksandrs Starkovs]], allenatore della [[nazionale di calcio della Lettonia]] dal 2001 al 2004 |
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* [[Jurij Nikolaevič Tynjanov|Jurij Tynjanov]], scrittore, critico letterario, traduttore, studioso e sceneggiatore, nato a Rēzekne |
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* [[Nils Ušakovs]], primo russo a ricoprire la carica di sindaco di Riga nella Lettonia indipendente |
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* Michail Zadornov, satirista, nato a Riga |
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* [[Sergejs Žoltoks]], giocatore di hockey su ghiaccio di Riga |
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== Voci correlate == |
== Voci correlate == |
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* [[Lettonia#Popolazione|Demografia della Lettonia]] |
* [[Lettonia#Popolazione|Demografia della Lettonia]] |
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* [[Non cittadini lettoni]] |
* [[Non cittadini lettoni]] |
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* [[Russi del Baltico]] |
* [[Russi del Baltico]] |
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== Collegamenti esterni == |
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[[Categoria:Gruppi etnici in Lettonia]] |
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[[Categoria:Russi]] |
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Versione attuale delle 03:25, 31 dic 2023
Russi in Lettonia | |
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Bandiera che rappresenta la comunità russa in Lettonia[1] | |
Nomi alternativi | Krievi Latvijā Русские в Латвии, Russkie v Latvii |
Luogo d'origine | Lettonia (percentuali maggiori a Riga, Daugavpils, Rēzekne) |
Popolazione | 557 618[2] |
Lingua | russo, lettone |
Religione | ortodossa, cattolicesimo, Vecchi credenti |
I russi in Lettonia (in lettone: Krievi Latvijā; in russo Русские в Латвии?, Russkie v Latvii) hanno rappresentato la più nutrita minoranza etnica del paese negli ultimi due secoli. Il numero di russi in Lettonia è più che quadruplicato durante l’esistenza della RSS Lettone, quando la dimensione della comunità è cresciuta dall'8,8% della popolazione totale nel 1935 (206.499) al 34,0% nel 1989 (905.515).[3] Il dato si è ridimensionato da quando la Lettonia ha riacquistato l'indipendenza nel 1991, scendendo al 25,2% all'inizio del 2018.[4]
Antica Lettonia
[modifica | modifica wikitesto]Si pensa che il termine lettone krievi che sta per "russi" e Krievija per "Russia" (oltre a Krievzeme per Rutenia) derivi da Kriviči, una delle unioni tribali degli antichi slavi orientali.[5] Durante l'XI-XII secolo, Jersika e Koknese, principati della Lettonia orientale, facevano capo al più grande Principato di Polack.
Dal 1200 al XX secolo
[modifica | modifica wikitesto]Koknese fu espugnata dai cavalieri portaspada nel 1208 e Jersika nel 1209, per poi essere entrambe incorporate nella Terra Mariana (Livonia).[6]
Primi commerci
[modifica | modifica wikitesto]La presenza degli slavi rappresentò una costante per via dei mercanti nelle città; furono preservati anche i legami commerciali con la Moscovia e altre regioni appartenenti alla Russia. I mercanti della Repubblica di Novgorod stabilirono rapporti commerciali con la Lega Anseatica, di cui Riga ne faceva parte, e mercanti attraverso la gilda di Riga. Ad ogni modo, le prospettive di profitto russe rimasero limitate nella lega commerciale, dominata invece dalla Germania, compresi i blocchi economici che impedivano a Novgorod di commerciare con la Livonia. Le circostanze mutarono nel corso dei secoli successivi.[7]
Lotte di potere regionali
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1481, Ivan III di Russia conquistò per breve tempo il castello di Dünaburg nella Livonia sud-orientale come rappresaglia a un attacco di Livonia contro la Russia nord-occidentale.[8] Durante la guerra di Livonia, lo zar russo Ivan il Terribile espugnò diverse fortificazioni e insediamenti nella Lettonia orientale e li mantenne in gestione (alcuni) per 4 anni.
Dalla seconda metà del XVII secolo, i Vecchi credenti russi repressi religiosamente si stabilirono in Letgallia, allora parte della Confederazione polacco-lituana.[9]
Nel XVII secolo, durante la guerra russo-svedese (1656-1658) scatenata da Alessio I, i russi penetrarono in profondità nella Letgallia orientale, ribattezzarono Dünaburg in Borisoglebsk e controllarono la regione per 11 anni tra il 1656 e il 1667. La Russia dovette cedere l'area alla Polonia in seguito al trattato di Andrusovo.[10]
Consolidamento sotto il dominio russo
[modifica | modifica wikitesto]La presa di Riga del conte Sheremetev nella grande guerra del nord nel 1710 completò la conquista della Livonia svedese da parte di Pietro il Grande.[11] Il commercio russo attraverso la Lettonia iniziò a fiorire e un gruppo di russi più nutrito iniziò a stabilirsi a lungo termine in Lettonia. La prima scuola russa a Riga risale al 1789.[12] La Letgallia fu incorporata nell'Impero russo dopo la prima spartizione della Polonia nel 1772, mentre la Curlandia e la Semigallia, prima note come Ducato di Curlandia e Semigallia, seguirono tale sorte nel 1795.[13]
Ingenti capitali vennero investiti nel potenziamento delle rotte commerciali nei paesi baltici, compresa la Lettonia. Alcuni di tali fondi andarono alla realizzazione di un apparato industriale il quale, entro la metà del XIX secolo, iniziò ad attrarre lavoratori russi. Inoltre, proseguì l'afflusso di contadini russi che si recarono verso ovest alla ricerca di condizioni meno oppressive a livello sociale e religioso, in virtù del regime meno restrittivo riservato alle province baltiche, non soggette a tutte le stesse disposizioni normative del resto dell'Impero russo. Sebbene anche la nobiltà russa avesse gradualmente assunto ruoli di spessore politico, il controllo dei principali organi direttivi rimase in mano ai tedeschi del Baltico.[14]
Risveglio nazionale lettone
[modifica | modifica wikitesto]Benché la comunità russa in Lettonia presentasse comunque aspetti in comune con quella della regione di provenienza, gli emigrati iniziarono a sviluppare un senso di unità, cominciando a prendere coscienza del fatto di essere una delle etnie della Lettonia.[15] Le organizzazioni sociali russe iniziarono a sorgere negli anni '60 dell'Ottocento, più o meno nello stesso periodo del risveglio nazionale lettone. Le riforme di Alessandro II, inclusa l'abolizione della servitù della gleba nel 1861 in tutto il resto dell'impero, stimolarono ulteriormente lo sviluppo di una coscienza nazionale.[16]
In Lettonia, la servitù della gleba era già stata abolita nel 1819 ad eccezione della Letgallia, la quale fu incorporata nel Governatorato di Vitebsk nel 1802. Il primo giornale russo di Riga - il Rossijskoe eženedel'noe izdanie v Rige (Российское еженедельное издание в Риге, Quotidiano russo di Riga) - fu stampato nel 1816.[17] Il quotidiano russo noto come Rizhskij Vestnik (Рижский Вестник, "Messaggero di Riga"), fondato nel 1869 da Evgraf Vasil'evič Češichin (Евграф Васильевич Чешихин) e pubblicato fino alla sua morte nel 1888, rese noti "i bisogni e i desideri della comunità russa locale".[18] Češikhin formò inoltre un circolo letterario russo nell'odierna capitale lettone nel 1876. I russi locali partecipavano abitudinariamente alle elezioni dei consigli comunali e, più tardi, alla Duma di Stato.[18]
Declino e fine dell'impero
[modifica | modifica wikitesto]All'alba del XX secolo, i russi costituivano una fetta cospicua della popolazione attiva nelle più grandi città industriali. In Lettonia, come nel resto dello Zarato, la condizione degli operai non era delle migliori. Lavoravano in media 11 ore al giorno, 10 il sabato, e spesso in condizioni difficili e non sicure. L'agitazione sociale crebbe nel corso di diversi anni: quando i lavoratori protestarono al Palazzo d'Inverno, polizia e cosacchi aprirono il fuoco sui manifestanti per disperderli, uccidendone o ferendone centinaia. A tale evento seguì immediatamente dopo la rivoluzione del 1905.
Quando la rivoluzione giunse anche in Lettonia, le proteste riguardarono l'élite tedesca, la quale appariva lontana dalla realtà comune e parlava una lingua con cui non esprimeva praticamente nessun altro nel Governatorato.[19] I contadini di etnia russa e lettone presero il controllo di piccoli centri abitati e bruciarono dozzine di residenze dei nobili. Nel corso della rivoluzione in Lettonia, tuttavia, non si richiese la separazione dalla Russia, poiché i nazionalisti continuavano a credere di aver bisogno della potenza della Russia imperiale per contrastare il dominio dei teutonici.
All'indomani del 1905, Nicola II, attraverso varie concessioni, tra cui l'istituzione della Duma rappresentativa, riuscì a calmare le acque. Sebbene la politica della russificazione non fu abbandonata, l'élite composta dai tedeschi del Baltico cercò di ingraziarsi lo zar in ogni occasione perché lo riteneva fondamentale per mantenere l'ordine.[20] Assistiti dai reggimenti dell'esercito russo, i governanti presero di mira i lettoni nel tentativo di contrastare il nazionalismo. Il sentimento della comunità russa lettone, tuttavia, rimase al riguardo non univoco. La maggioranza di chi risiedeva in Lettonia si era trasferita in virtù della propria fede religiosa (i discendenti dei Vecchi credenti) e guardavano ancora allo zar con profondo sospetto, se non come un'autorità inaffidabile. Il nazionalismo lettone continuò sostanzialmente ad avere come bersaglio i teutonici fino alla rivoluzione d'ottobre.[21]
La Lettonia non rimase in disparte durante i mesi di forte instabilità. La coscienza di costituire un'identità aveva già preso piede da tempo nella fortemente industrializzata Riga, il secondo porto più grande della Russia (dopo San Pietroburgo).[22] Una delle questioni emerse durante gli eventi del 1917 riguardò lo status di cui godevano i paesi baltici garantito da Pietro il Grande, il quale non previde la separazione di essi dalla Russia. Il bolscevismo minacciava ora di sopprimere il nazionalismo e divenne così il nuovo nemico. Un nuovo nazionalismo, più etnico e stridente, mirato a rifiutare sia eventuali influenze tedesche e russe, prese lentamente piede.[23] Tuttavia, esso non riguardò la popolazione russa lettone, né prese di mira coloro che si erano recati in Lettonia dopo il 1917 per sfuggire alla Russia sovietica.
Dati demografici
[modifica | modifica wikitesto]Alla fine del XIX secolo, esisteva una minoranza russa lettone considerevolmente nutrita. Secondo il primo censimento di tutta la Russia del 1897, si contavano 171.000 emigrati, distribuiti come segue: 77.000 in Letgallia, 68.000 in Livonia e 26.000 tra Curlandia e Semigallia.[24] La popolazione urbana superava di circa il doppio quella rurale, ad eccezione della Letgallia, dove tali proporzioni erano invertite.[24]
La metà della popolazione russa in Livonia, Curlandia e Semigallia proveniva dalle province limitrofe della Russia, come nel caso del distretto di Rēzekne: gli spostamenti avvenivano soprattutto da Kovno, Vitebsk e Vilna.
Oltre all'industria, i russi si occupavano soprattutto dell'agricoltura (54%), mentre molto minore era la presenza di nobili (8%).[25]
Lettonia indipendente (1918-1940)
[modifica | modifica wikitesto]Il 18 novembre 1918, la Repubblica di Lettonia fu proclamata uno Stato sovrano. Tutte le etnie che risiedevano nel territorio della Lettonia in maniera stabile nel periodo di dominazione straniera ricevettero delle tutele. Anche per quanto riguarda i russi, nonostante la perdita della loro cittadinanza nel vecchio Impero, furono riconosciuti tutti i diritti garantiti da uno Stato di diritto.
Gli anni dell'indipendenza permisero, in virtù della politica sopraccitata, lo sviluppo delle minoranze. Secondo i primi dati statistici del 1920, il numero della popolazione russa in quel momento ammontava a 91.000: nel 1935 si salì a a 206.000 (10,6% del totale, a differenza del 7,8% del 1920).[15][26] Durante l'intero periodo dell'indipendenza, i russi risultavano la più grande minoranza nazionale del paese.[27]
La crescita demografica è da rintracciarsi in diversi fattori. La guerra civile e l'instaurazione della nazione sovietica in Russia provocarono un flusso di rifugiati ed emigranti in molti paesi, compresa la Lettonia. Dopo la battaglia di Daugavpils nel 1920, i polacchi cedettero il controllo di Dvinsk, popolata principalmente da stranieri, ai russi. Ai sensi del trattato di Riga (1920), alcune terre della provincia di Pskov popolate soprattutto da russi passavano.[28] Ad ogni modo, la principale causa principale di aumento della popolazione russa è da rintracciarsi nell'alto tasso di natalità. Si pensi al fatto che, mentre nel 1929 l'incremento naturale dei russi era di 2.800, quello dei lettoni, il cui numero totale in quel medesimo anno superava nove volte quello dei russi, era solo di 3.700.[29]
Le famiglie più numerose della Lettonia erano di etnia russa e, come nel periodo zarista, le fasce di popolazione più giovani erano genericamente straniere. I bambini russi di età inferiore ai 14 anni rappresentavano il 14% del numero totale di bambini della Lettonia della stessa età.[30] Le famiglie russe si distinsero inoltre per la loro stabilità: il numero medio di divorzi di famiglie russe era la metà di quello dei lettoni e un quinto di quello dei tedeschi.
Un grande impatto ebbe luogo la distribuzione territoriale dei russi in Lettonia. Tre quarti di essi vivevano in Letgallia, il 14% a Riga.[31]
Un'ulteriore differenza riguardo al passato ineriva alle mansioni a cui erano dediti: essi si occuparono a quel punto infatti più di lavori agricoli che di mansioni in fabbrica. La percentuale salì fino al 68%,[32] mentre si scese al 7% per chi era impegnato nell'industria e al 4,9% per chi si occupava del commercio.[18] Il fatto che i russi lettoni erano impegnati nel settore primario, soprattutto nella meno sviluppata economicamente regione della Letgallia, non li spinse a cambiare mestiere e a trasferirsi altrove. In altre zone la situazione variava in maniera più o meno omogenea, ma ciò che contraddistingueva tale minoranza era il potere economico: spesso erano i lettoni, i tedeschi e gli ebrei proprietari di immobili migliori e le categorie non impegnate nel lavoro minorile.[18]
Il livello totale di alfabetizzazione della popolazione russa all'inizio della storia della Repubblica lettone era inferiore a quello dell'epoca dell'Impero. Solo il 42% degli uomini russi e il 28% delle donne russe della Lettonia sapeva leggere e scrivere nel 1920.[33] Durante il periodo interbellico, il numero di alunni russi nelle scuole aumentò considerevolmente (1,5 volte - il tasso più alto nel decennio 1925-1935). Di conseguenza, la differenza tra il numero di studenti lettoni e russi di età compresa tra 6 e 20 anni si è di molto ridotta (rispettivamente 54% e 47%).[33]
I russi erano poco presenti nelle università: nel 1920, si contavano infatti solo 65 studenti russi a quella di Riga, saliti nel 1939 a 220 studenti.[33]
Per molto tempo, la nazione baltica cercò di integrare la minoranza orientale con attività di promozione culturale: nelle scuole, si permise libertà di scelta, tanto che la lingua russa svolse un ruolo particolarmente importante nella fase dell'istruzione primaria. Alla fine degli anni '20, il 92% dei bambini russi veniva istruito in scuole primarie russe.[18] Lo sviluppo della rete delle scuole secondarie tenne altresì conto delle richieste delle minoranze nazionali di ricevere l'istruzione nel proprio idioma. Alla fine degli anni '20 e all'inizio degli anni '30, si rintracciava una tendenza crescente da parte dei genitori di gruppi minoritari a mandare i propri figli a scuole di lingua lettone. Nel 1935 il 60% dei bambini russi riceveva un'istruzione nella propria lingua madre, dato completamente ribaltato rispetto al decennio precedente.[18][33]
La scelta della lingua russa in Lettonia fu dovuta al fatto che i russi generalmente non si preoccupavano di imparare il lettone o altre lingue, un'abitudine che molti non perderanno in futuro.[34] L'idioma non era considerato funzionale e, nel 1920-1930, solo poco più del 15% dei russi sapeva parlare e scrivere in lettone. Il dato mutava sensibilmente tra città, dove si assisteva a una migliore assimilazione culturale, e centri minori in giro per il paese.[18]
Vita politica e coscienza dei russi della Repubblica di Lettonia
[modifica | modifica wikitesto]L'istituzione dello Stato lettone, il 18 novembre 1918, fece sì che i russi locali chiedessero nuove condizioni al governo: fondamentale si dimostrò la già citata legge che tutelava le autonomie culturali delle minoranze, anche se non ebbe una portata dirompente come quella approvata in Estonia.[35][36]
I russi godevano degli stessi diritti dei lettoni, prendendo dunque parte alla vita politica del paese. Inoltre, partecipavano alle elezioni dell'Assemblea costituente e a tutti e quattro i Saeima.
Dal 2 al 6% di tutti gli elettori lettoni votò per i partiti russi, un numero che saliva in aree più popolate da tale minoranza (Riga e Letgallia).[37]
Benché si fosse costituito un senso di unione della comunità russa lettone, non si venne a creare l'idea del carattere autonomo della cultura russa rispetto alla cultura lettone, né si percepì una diffefenza sostanziale rispetto al mondo orientale e ai russi che vivevano in Russia in generale.[18] A tracciare dei principi di coscienza sociale furono gli esponenti di due correnti di pensiero opposte: l'ala ortodossa, attiva soprattutto tra il 1918 e il 1919 e capeggiata da N. Bordonos della Lega Nazionale Democratica (LND, la prima unione nazionale russa di Riga e poi di tutta la Lettonia), la quale parlava di "purezza etnica" delle Organizzazioni sociali russe, e l'ala liberale della LND, più tardi divenuta la Società Russa di Lettonia (N. Berejanskij, S. Manyrev), che si esprimeva a favore di una stretta cooperazione con l'intera società lettone.[18]
Fu questa seconda visione che diede luogo alla individuazione di un "nazionalismo democratico". Il suo portavoce principale era il pubblicista Berejanski: egli riteneva che il destino dei russi lettoni fosse nebuloso, poiché la loro patria storica era nelle mani dell '"internazionalismo bolscevico", nemico della cultura e dell'etica nazionale tradizionale.[38] Chi era emigrato a ovest, doveva dunque dimostrarsi riconoscente per l'apertura culturale dimostrata dalla Lettonia. Bisognava al contempo farsi promotori di valori e di un'identità e per questo Berejanskij incentivò la produzione del quotidiano russo "Slovo" ("Parola"). Il più famoso quotidiano russo, il "Segodnja", non pretese di propagare idee nazionali russe, facendo invece leva sulla necessità di rendere più sottili le differenze tra i diversi gruppi culturali.[39]
Chi caldeggiò particolarmente lo sviluppo dei principi nazionali russi fu N. Belocvelov: l'ipotesi di abbracciare il nazionalismo costitutiva una conseguenza naturale in riferimento al destino degli emigranti, così spaventati dalla possibilità di non vedere un futuro per la propria cultura.[18]
Gli ideali di "nazionalismo democratico" erano sostenuti dagli esponenti dell'Unione contadina russa, la quale aveva una visione politica di destra. L'UCR divenne la rappresentante della comunità contadina russa con i suoi tre deputati eletti nella Quarta Saeima.[18]
Una parte dei russi della Lettonia apparteneva invece all'estrema sinistra. Nella quarta Saeima, un russo rappresentava i socialdemocratici, mentre un suo conterraneo era stato eletto tra le file dei comunisti. I partiti di sinistra russi non ottennero mai grande successo, sebbene avessero una certa influenza tra le file dei lavoratori di Riga. Tirando le somme, la minoranza russa risultò politicamente meno attiva rispetto alla minoranza tedesca e a quella ebraica.[38]
Lettonia sovietica (1940–1990)
[modifica | modifica wikitesto]1940-1941
[modifica | modifica wikitesto]Nell'estate del 1940, la Lettonia perse la sua indipendenza e fu occupata dall'URSS.
L'atteggiamento della minoranza russa verso questi eventi varia, potendosi discernere in tre tronconi:[18]
- Completo disaccordo con il governo bolscevico, soprattutto ad opera dell'intellighenzia russa e del clero ortodosso;
- Speranza che Iosif Stalin, forte accentratore, trasformasse il sistema politico a immagine e somiglianza della monarchia russa;
- Pieno sostegno al governo bolscevico.
Nei dodici mesi convissuti con i sovietici, i russi lettoni furono privati di tutti i loro periodici nazionali e molti dei personaggi di spicco vennero sottoposti a repressione o uccisi. Ad ogni modo, il nuovo regime si preoccupò di rintracciare dei sostenitori tra le file dei russi locali, i quali erano ad esempio favorevoli alla politica di collettivizzazione. Ben presto, funzionari provenienti dalla Russia assunsero il potere in ruoli di spessore a livello amministrativo.[18]
1941-1944
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1941, la Germania nazista dichiarò guerra all'URSS e si insediò in breve tempo il territorio della Lettonia. La "Grande Guerra Patriottica", come veniva chiamata dalla storiografia sovietica la seconda guerra mondiale, vide la frammentazione in tre nuclei di combattenti locali: i collaborazionisti nazisti, i filo-comunisti e chi combatteva sia i sovietici che i tedeschi anelando all'indipendenza (partigiani lettoni).[40] Una parte della popolazione russa locale rientrava nella seconda categoria e scelse di prestare servizio nell'Armata Rossa e nel movimento partigiano diretto clandestinamente da Mosca. Non mancò chi invece aderì al nazismo sostenendo il mito del bolscevismo ebraico, ovvero che il comunismo fosse stato portato in Russia da semiti e per questo bisognava impegnarsi nella campagna di liberazione.[40] Venne al contempo creata un'organizzazione che potesse rappresentare meglio la cultura nazionale russa nel Generalgebiet lettone: a Daugavpils venne aperto un teatro russo e presso l'Istituto per insegnanti di Rēzekne, prese forma una classe di lingua russa per insegnanti di russo.[18]
Migrazione postbellica
[modifica | modifica wikitesto]All'indomani del conflitto, Mosca avviò intense politiche di russificazione e sovietizzazione dei paesi baltici, incluso il ripristino delle deportazioni di massa nel 1949, che vide l'allontanamento di 43.000 lettoni.[41][42] Ben presto, i russi tornarono a essere il secondo gruppo etnico più numeroso (cosa che ancora emerge in Lettonia), come emergeva dal primo censimento del dopoguerra, eseguito nel 1959: i lettoni rispetto al 1935 erano scesi di 170.000 persone, mentre i russi era saliti di 388.000, i bielorussi di 35.000 e gli ucraini di 28.000.[43] Tra il 1959 e il 1968 quasi 130.000 madrelingua russi emigrarono in Lettonia e cominciarono a lavorare nel settore manifatturiero: a chi si fosse trasferito, veniva garantito un appartamento nei micro distretti di nuova costruzione nelle diverse città. Il picco fu raggiunto nel 1989, quando il 34% della popolazione - ovvero 905.000 abitanti - erano russi. Rispetto al quadro demografico del periodo prebellico, il numero dei russi quadruplicò.[18]
Significativa fu l'influenza nel dato dell'Armata Rossa. Oltre al personale militare attivo, Riga acquisì popolarità come meta degli ufficiali sovietici in pensione, i quali optarono per città più piccole rispetto a Mosca o a Kiev. Per accelerare il ritiro dell'esercito russo, la Lettonia accettò ufficialmente di consentire a 20.000 ufficiali sovietici in pensione e alle loro famiglie (fino a 50.000 persone) di rimanere in Lettonia senza concedere loro la cittadinanza: la Russia continua a pagare loro le pensioni.[44]
Entro la metà degli anni '80, oltre ai 350.000 soldati del Distretto militare baltico, un numero imprecisato di truppe del ministero degli interni e del confine si spostò nei paesi baltici. Nel 1994 le truppe russe in partenza presentarono un elenco di oltre 3.000 unità militari stazionate in 700 siti che occupavano più di 120.000 ettari (circa il 10% del territorio lettone).[45]
In generale, forti della posizione primaria riservata alla lingua russa e alle politiche accentratrici, fu l'elemento lettone a scemare rispetto a quello russo.
Coscienza nazionale
[modifica | modifica wikitesto]In epoca sovietica, i mass media russi, come quelli lettoni, si occuparono di propagandare l'ideologia comunista, influenzando la vita quotidiana nelle repubbliche socialiste.[40]
L'ideologia del Partito Comunista rigettava la tradizione della Repubblica Lettone che identificava i russi della Lettonia come una delle minoranze nazionali poiché il concetto stesso di minoranza non era né contemplato né quanto meno tutelato. Gli stranieri che risiedevano in Lettonia, sia coloro che lo facevano da generazioni sia coloro che si trasferirono in epoca postbellica, non godendo di autonomia territoriale, non erano considerati una comunità culturale e nazionale individuale nella Repubblica lettone, ma piuttosto come parte della più ampia comunità russa dell'Unione Sovietica.[40][nota 1]
Alla fine degli anni '80, i primi marcati cambiamenti democratici nell'URSS portarono a un risveglio nazionale dei popoli. Le nuove tendenze democratiche davano pari opportunità al rilancio nazionale di lettoni e russi, alcuni dei quali tra questi ultimi aderirono all'"Atmoda".
Nel luglio 1988, A. Malcev fu una delle 17 figure di spicco della cultura lettone che firmarono una lettera aperta in cui si proponeva l'iniziativa di istituire un nuovo soggetto politico. L'idea di creare un Fronte Popolare della Lettonia (FPL) fu incoraggiata da scrittori russi della Repubblica quali L. Azarova, Roald Dobrovenskij, V. Dozorcev e M. Kosteneckaja, dai giornalisti A. Grigor'ev, A. Kazakov, dal traduttore e bibliografo J. Abyzov e da molti altri.[46] Nel 1989 L. Gladkov, V. Dozorcev, V. Ždanov, V. Kononov e M. Kostenecka vennero eletti nel Consiglio dell'FPL e Dozorcev, in particolare, assunse un ruolo chiave in ambito decisionale. A. Gregor'ev figurava tra i redattori di "Atmoda", il giornale redatto del Fronte Popolare. La tiratura dell'edizione russa di "Atmoda" riscosse una risonanza piuttosto ampia (15-100 000 copie) e si diffuse non solo tra i russi residenti in Lettonia, ma anche tra il pubblico russo più aperto ad un contatto con gli occidentali.[18][47]
L'FPL consentì inoltre di consolidare la Società culturale russa della Lettonia (SCRL), la cui assemblea costituente si tenne il 4 marzo 1989.[48] Lo scopo della Società era "sviluppare al massimo la cultura nazionale russa, intensificare le relazioni cristallizzate tra russi e lettoni e cooperare con i rappresentanti di tutte le nazionalità della Repubblica".[48]
Allo stesso tempo, un discreto numero di russi della Lettonia percepì con diffidenza la rinascita del sistema statale lettone, come evinceva da un sondaggio dell'opinione pubblica nel 1989: solo il 49% della popolazione non lettone sosteneva infatti l'ipotesi di ripristinare l'indipendenza della Lettonia (il numero di lettoni che la caldeggiavano era del 93%).[18] Il Fronte internazionale dei lavoratori della Lettonia o Interfront, istituito nel 1989, si professò favorevole alla continuazione della convivenza nell'Unione Sovietica e al perseguimento di un'economia socialista. L'Interfront mirava ad attirare le simpatie di quei russi che erano contrari alla costituzione di uno stato nazionale lettone.[49]
Lettonia indipendente (dal 1990 in poi)
[modifica | modifica wikitesto]Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]I russi in Lettonia risiedono principalmente nelle aree urbane. Nel 2006 i russi rappresentavano il 42,3% della popolazione nella capitale Riga e il 53,5% nella seconda città più grande, Daugavpils (senza contare gli altri con il russo come lingua madre). I russi si trasferirono in epoca sovietica principalmente nei centri industriali per lavorare nel settore industriale, mentre le aree rurali rimasero popolate quasi interamente da lettoni etnici, ad eccezione di alcune piccole aree nella Lettonia orientale, con una storia più lunga di villaggi misti russo-lettoni.[50] All'inizio del 2018, i russi etnici rappresentavano il 25,2% della popolazione.[4]
Secondo l'Ufficio centrale di statistica della Lettonia 19.932 russi sono emigrati in Lettonia dal 2011 al 2017, mentre 48.851 russi si sono trasferiti in altri paesi.[51]
Cittadinanza
[modifica | modifica wikitesto]Dopo aver ristabilito l'indipendenza nel 1991, la Lettonia non ha concesso automaticamente la cittadinanza a nessuno degli abitanti i cui antenati erano giunti dopo il giugno 1940, una politica che ha interessato principalmente i russi etnici. La conoscenza della lingua e della storia lettone è stata posta come condizione per ottenere la cittadinanza; un regime meno restrittivo è entrato in vigore qualche anno più tardi.[52] Tuttavia, un numero significativo di russi in Lettonia è ancora apolide. Nel gennaio 2017, la stragrande maggioranza dei russi di etnia lettone, il 71,1% o 398.549 persone, godeva della cittadinanza.[2]
Chiunque ai sensi delle normative sovietiche avesse ottenuto la residenza in Lettonia prima dell'estate del 1992 poteva rivendicarla nella Lettonia indipendente, sebbene su tale base giuridica sarebbe stato possibile anche riottenere il possesso dei beni confiscati dallo stato. I proprietari di immobili che cercavano di recuperare i loro possedimenti sono stati compensati con terreni di pari valore altrove o con certificati che potevano essere utilizzati per ottenere forti sconti sull'acquisto di nuove abitazioni.[18] Il governo lettone paga inoltre le pensioni indipendentemente dall'etnia o dalla cittadinanza o dallo status di non cittadino. Un caso giuridico spinoso è nato, come specificato precedentemente, in relazione a chi aveva operato nell'Armata Rossa ed era stato congedato.[44]
Lingua russa
[modifica | modifica wikitesto]Un altro oggetto di contesa per alcuni russi e di lingua russa in Lettonia (in particolare il Partito Socialdemocratico "Armonia",[53] l'Unione Russa di Lettonia, il Personale di difesa della scuola russa e Per la lingua madre!) ha riguardato lo stato della lingua russa, la quale non rientra tra le lingue ufficiali della Lettonia.[54][55]
Nel 2011, dei gruppi filo-russi in Lettonia hanno raccolto firme sufficienti per avviare il processo di modifica della Costituzione per conferire al russo lo status di lingua ufficiale: il 18 febbraio 2012 si è tenuto il referendum costituzionale sull'opportunità di adottare il russo come seconda lingua.[56] Secondo la Commissione elettorale centrale, il 74,8% ha votato contro, il 24,9% ha votato a favore e l'affluenza alle urne è stata del 71,1%.[57] La comunità dei non cittadini (290.660, ovvero il 14,1% dell'intera popolazione lettone) non disponeva del diritto di voto.[58]
A partire dal 2019, l'istruzione in lingua russa sarà gradualmente interrotta nelle scuole e nelle università private, così come l'istruzione generale nelle scuole superiori pubbliche,[55] ad eccezione delle materie relative alla cultura e alla storia della minoranza russa, quali la lingua e la letteratura russa.[59]
Rappresentanza politica
[modifica | modifica wikitesto]Esiste un discreto numero di movimenti ed esponenti politici negli stati baltici che affermano di rappresentare la minoranza di lingua russa. Simili formazioni sostengono i diritti di chi parla la lingua russa, chiedono la cittadinanza per tutti i residenti a lungo termine in Lettonia ed Estonia e tendono ad avere visioni di sinistra in altri ambiti.[60] In Lettonia, il loro peso politico è maggiore: si pensi all'Unione Russa di Lettonia, la quale conta un seggio nel Parlamento europeo tenuto da Tatjana Ždanoka e al più moderato partito Partito Armonia, la più grande fazione del Saeima con 24 deputati su 100. Si considerino inoltre il partito dell'ex sindaco di Riga Nils Ušakovs e al rappresentante nominato nel 2014 al Parlamento europeo Andrejs Mamikins.[61]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Esplicative
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La linea guida del partito variò notevolmente a seconda degli esponenti principali al potere, oscillando tra posizioni rigide a visioni di un'URSS meno centralizzata: per approfondire, vedi RSS Lettone.
Bibliografiche
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Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Gli 'alieni' di Lettonia ed Estonia: dentro le vite dei non-cittadini dell'ex Unione Sovietica, su Vice. URL consultato il 17 gennaio 2022.
- La Russia e l'identità della Lettonia, su limesonline.com. URL consultato il 17 gennaio 2022.
- La russificazione della Lettonia durante l'era sovietica, su eastjournal.com. URL consultato il 17 gennaio 2022.