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Thābit ibn Qurra: differenze tra le versioni

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|Nome = Abū l-Ḥasan Thābit ibn Qurra' ibn Marwān al-Sābiʿ al-Harrānī
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== Biografia ==
== Biografia ==
[[Sabei (Harran)|Sabeo]] di religione [[Mandei|mandea]], malgrado la sua lingua materna fosse il [[Lingua siriaca|Siriaco]] e conoscesse bene la [[lingua greca]], scrisse le sue opere in [[Lingua araba|arabo]].<br />
Originario dell'alta valle dell'[[Eufrate]], apparteneva alla comunità [[Sabei (Harran)|Sabea]] di religione [[Mandei|mandea]]. Thābit ibn Qurra' parlava come [[Madrelingua|lingua natia]] l'[[Lingua aramaica|aramaico]] che, nella sua variante occidentale, viene definita [[Lingua siriaca|siriaco]].<br />
Anche suo figlio [[Sinan ibn Thabit]], fu matematico e astronomo, oltre che [[medico]].
Anche suo figlio [[Sinan ibn Thabit]], fu matematico e astronomo, oltre che medico.


Inizialmente svolgeva la professione di [[cambiavalute]] (''sarrāf'') ma la sua vita cambiò radicalmente quando incontrò Muḥammad b. Mūsā, il più anziano dei celebri [[Banu Musa|Banū Mūsā]], una famiglia di matematici attiva a [[Bassora]].<br />
Inizialmente svolse la professione di [[cambiavalute]] (''sarrāf'') ma la sua vita cambiò radicalmente quando incontrò Muḥammad bin Mūsā, il più anziano dei celebri [[Banū Mūsā]], una famiglia di matematici attiva a [[Bassora]]. Muḥammad infatti intuì subito che, dietro la sua abilità [[aritmetica]], si celava uno spiccato talento [[matematico]] e lo convinse a dedicarsi a questi studi. Lo portò quindi con sé a [[Baghdad]] e lo fece suo allievo. Thābit ibn Qurra' studiò matematica (''hiṣāb''), [[astronomia]] (''ʿilm al-falak'') e [[filosofia]] (''falsafa'').
Muḥammad intuì infatti subito che, dietro la sua abilità [[aritmetica]], si celava uno spiccato talento [[matematico]] e lo convinse quindi a dedicarsi a questi studi, molto apprezzati dalla cultura [[islam]]ica. Lo portò quindi con sé a [[Baghdad]] e col suo Maestro egli si addentrò non solo alla matematica (''hiṣāb'') ma anche all'[[astronomia]] (''ʿilm al-falak'') e alla filosofia (''falsafa'').


Famoso per i suoi lavori di meccanica, astronomia, matematica pura e geometria, fu pioniere dell'algebra geometrica e propose teorie che portarono allo sviluppo della [[geometria non-euclidea]], della [[trigonometria sferica]], del [[integrale|calcolo integrale]] e della teoria dei [[Numero reale|numeri reali]].
L'[[Lingua araba|arabo]] divenne la sua [[L2|seconda lingua]], che usò per scrivere tutte le sue opere. Famoso per i suoi trattati di meccanica, astronomia, matematica pura e geometria, Thābit ibn Qurra' fu pioniere dell'algebra geometrica e propose teorie che portarono allo sviluppo della [[geometria non-euclidea]], della [[trigonometria sferica]], del [[integrale|calcolo integrale]] e della teoria dei [[Numero reale|numeri reali]]. Studiò alcune [[sezioni coniche]] (parabola ed ellisse), il calcolo integrale (algoritmi per il calcolo delle superficie e volumi dei solidi) e la [[statica]].


Scrisse l{{'}}''Opuscolo sui numeri amicabili'' e compose una ''Esposizione concisa della "Metafisica" di Aristotele''.<ref>Testo arabo e tradizione inglese di David C. Reisman e Amos Bertolacci, ''Thabit ibn Qurra's Concise Exposition of Aristotle's Metaphysics. Text, Translation and Commentary'', in R. Rashed (2009).</ref> La copia più antica degli ''[[Elementi (Euclide)|Elementi]]'' di [[Euclide]] risale al [[IX secolo]], e Thābit ibn Qurra' ne fece una nuova traduzione pochi decenni più tardi.
Studiò alcune [[sezioni coniche]] (parabola ed ellisse), il calcolo integrale (algoritmi per il calcolo delle superficie e volumi dei solidi) e la [[statica]].


Mentre Euclide aveva lasciato del tutto da parte i [[numeri amicabili]], Thābit ibn Qurra', stabilendo le condizioni che consentono d'individuare le coppie di numeri amicabili, diede la dimostrazione di quello che sarebbe divenuto il grande [[teorema]] sull'argomento. I greci conoscevano una sola coppia di numeri amicabili, cioè il 220 e il 284; i matematici arabi, dal canto loro, ne scopriranno altre, tra cui 17296 e 18416 (nota col nome di ''coppia di Fermat'' perché [[Pierre de Fermat]] la riscoprì parecchi secoli più tardi), e la coppia {{formatnum:9363584}}, {{formatnum:9437056}} (conosciuta sotto il nome di ''coppia di Cartesio'', perché [[Cartesio]] la riscoprì alcuni secoli dopo).
Scrisse l'''Opuscolo sui numeri amicabili''. e compose una ''Esposizione concisa della 'Metafisica' di Aristotele''.<ref>Testo arabo e tradizione inglese di David C. Reisman e Amos Bertolacci, "Thabit ibn Qurra's Concise Exposition of Aristotle's Metaphysics. Text, Translation and Commentary", in R. Rashd (2009).</ref>


Tradusse uno studio di [[Archimede]] per la costruzione di un [[ettagono]] regolare. Lavorò alla teoria dei numeri ed estese il loro uso per descrivere le proporzioni tra elementi geometrici. Secondo [[Niccolò Copernico|Copernico]] Thābit determinò la lunghezza dell'[[anno siderale|anno sidereo]] in 365 [[giorno|giorni]], 6 [[ora (unità di misura)|ore]], 9 [[minuto|minuti]] e 12 [[secondo|secondi]], sbagliando di appena tre secondi.<br/>
La copia più antica degli ''Elementi'' di [[Euclide]] risale al [[IX secolo]], e Thābit ibn Qurra ne fece una nuova traduzione qualche decennio più tardi.
Solo alcune delle sue opere si sono conservate nella forma originale.

== L'attività di traduzione ==
Mentre Euclide aveva lasciato del tutto da parte i [[numeri amicabili]], Thābit ibn Qurra, stabilendo le condizioni che consentono d'individuare le coppie di numeri amicabili, diede la dimostrazione di quello che sarebbe divenuto il grande [[teorema]] sull'argomento.
La sua conoscenza del [[greco antico]] e la curiosità scientifica lo indussero a tradurre, in tutto o in parte, varie opere dei matematici greci.

I greci conoscevano una sola coppia di numeri amicabili e cioè il 220 e il 284; i matematici arabi, dal canto loro, ne scopriranno altre, tra cui 17296 e 18416 (nota col nome di ''coppia di Fermat'' perché [[Pierre de Fermat|Fermat]] l'ha riscoperta parecchi secoli più tardi), e la coppia 9363584, 9437056 (conosciuta sotto il nome di ''coppia di Cartesio'', perché [[Cartesio]] l'ha riscoperta alcuni secoli dopo).

Solo alcuni dei suoi lavori sono custoditi nella forma originale. Tradusse uno studio di [[Archimede]] di [[Siracusa]] per la costruzione di un [[ettagono]] regolare. Lavorò alla teoria dei numeri ed estese il loro uso per descrivere le proporzioni tra elementi geometrici. Secondo [[Niccolò Copernico|Copernico]] Thābit determinò la lunghezza dell'[[anno siderale|anno sidereo]] in 365 [[giorno|giorni]], 6 [[ora (unità di misura)|ore]], 9 [[minuto|minuti]] e 12 [[secondo|secondi]], sbagliando di appena tre secondi.

==L'attività di traduzione ==
La sua conoscenza del greco e la curiosità scientifica lo indussero a tradurre, in tutto o in parte, varie opere del genio matematico greco.
Tra esse si ricordano:
Tra esse si ricordano:
#''Le sfere e il cilindro'', di [[Archimede]]
#''Le sfere e il cilindro'', di [[Archimede]];
#Libri V-VII delle ''Coniche'' di [[Apollonio di Perga]] (il cui originale è andato perduto)
# Libri V-VII delle ''Coniche'' di [[Apollonio di Perga]] (il cui originale è andato perduto);
#''Introduzione all'aritmetica'' di [[Nicomaco di Gerasa]].
#''Introduzione all'aritmetica'' di [[Nicomaco di Gerasa]].


Rivedette inoltre varie traduzioni mal fatte da altri, tra cui gli ''Elementi'' di [[Euclide]] e l'''Almagesto'' di [[Claudio Tolomeo]].
Rivedette inoltre varie traduzioni mal fatte da altri, tra cui gli ''Elementi'' di [[Euclide]] e l{{'}}''[[Almagesto]]'' di [[Claudio Tolomeo]].


==Note==
==Note==
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==Bibliografia==
==Bibliografia==
* Roshdi Rashed (a cura di), ''Thābit ibn Qurra. Science and Philosophy in Ninth-Century Baghdad'', Berlino, Walter de Gruyter, 2009.
* Gideon Bohak, Charles Burnett, ''Thabit ibn Qurra «On Talismans» and Ps.-Ptolemy «On Images 1-9». Together with the «Liber prestigiorum Thebidis» of Adelard of Bath''. Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2021.

== Voci correlate ==
* [[Scienza e tecnica islamiche]]
* [[Epoca d'oro islamica]]
* [[al-Maʾmūn]]
* [[Casa della saggezza]]

==Altri progetti==
{{interprogetto}}

== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.filosofico.net/introduzionemondoarabo.htm|I pensatori musulmani e il loro contributo allo sviluppo del pensiero umano}}


==Collegamenti esterni==
*{{MacTutor|Thabit}}
*{{cita web|http://www.filosofico.net/introduzionemondoarabo.htm|I pensatori musulmani e il loro contributo allo sviluppo del pensiero umano}}
{{Controllo di autorità}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Traduttori dal greco]]
[[Categoria:Traduttori siri]]
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Abū l-Ḥasan Thābit ibn Qurra' ibn Marwān al-Sābiʿ al-Harrānī (in arabo ثابت بن قرة بن مروان?; Harran, 826Baghdad, 901) è stato un matematico e astronomo siro, di religione mandea, noto nell'Occidente medievale come Thebit o Tebizio.

Originario dell'alta valle dell'Eufrate, apparteneva alla comunità Sabea di religione mandea. Thābit ibn Qurra' parlava come lingua natia l'aramaico che, nella sua variante occidentale, viene definita siriaco.
Anche suo figlio Sinan ibn Thabit, fu matematico e astronomo, oltre che medico.

Inizialmente svolse la professione di cambiavalute (sarrāf) ma la sua vita cambiò radicalmente quando incontrò Muḥammad bin Mūsā, il più anziano dei celebri Banū Mūsā, una famiglia di matematici attiva a Bassora. Muḥammad infatti intuì subito che, dietro la sua abilità aritmetica, si celava uno spiccato talento matematico e lo convinse a dedicarsi a questi studi. Lo portò quindi con sé a Baghdad e lo fece suo allievo. Thābit ibn Qurra' studiò matematica (hiṣāb), astronomia (ʿilm al-falak) e filosofia (falsafa).

L'arabo divenne la sua seconda lingua, che usò per scrivere tutte le sue opere. Famoso per i suoi trattati di meccanica, astronomia, matematica pura e geometria, Thābit ibn Qurra' fu pioniere dell'algebra geometrica e propose teorie che portarono allo sviluppo della geometria non-euclidea, della trigonometria sferica, del calcolo integrale e della teoria dei numeri reali. Studiò alcune sezioni coniche (parabola ed ellisse), il calcolo integrale (algoritmi per il calcolo delle superficie e volumi dei solidi) e la statica.

Scrisse l'Opuscolo sui numeri amicabili e compose una Esposizione concisa della "Metafisica" di Aristotele.[1] La copia più antica degli Elementi di Euclide risale al IX secolo, e Thābit ibn Qurra' ne fece una nuova traduzione pochi decenni più tardi.

Mentre Euclide aveva lasciato del tutto da parte i numeri amicabili, Thābit ibn Qurra', stabilendo le condizioni che consentono d'individuare le coppie di numeri amicabili, diede la dimostrazione di quello che sarebbe divenuto il grande teorema sull'argomento. I greci conoscevano una sola coppia di numeri amicabili, cioè il 220 e il 284; i matematici arabi, dal canto loro, ne scopriranno altre, tra cui 17296 e 18416 (nota col nome di coppia di Fermat perché Pierre de Fermat la riscoprì parecchi secoli più tardi), e la coppia 9 363 584, 9 437 056 (conosciuta sotto il nome di coppia di Cartesio, perché Cartesio la riscoprì alcuni secoli dopo).

Tradusse uno studio di Archimede per la costruzione di un ettagono regolare. Lavorò alla teoria dei numeri ed estese il loro uso per descrivere le proporzioni tra elementi geometrici. Secondo Copernico Thābit determinò la lunghezza dell'anno sidereo in 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 12 secondi, sbagliando di appena tre secondi.
Solo alcune delle sue opere si sono conservate nella forma originale.

L'attività di traduzione

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La sua conoscenza del greco antico e la curiosità scientifica lo indussero a tradurre, in tutto o in parte, varie opere dei matematici greci. Tra esse si ricordano:

  1. Le sfere e il cilindro, di Archimede;
  2. Libri V-VII delle Coniche di Apollonio di Perga (il cui originale è andato perduto);
  3. Introduzione all'aritmetica di Nicomaco di Gerasa.

Rivedette inoltre varie traduzioni mal fatte da altri, tra cui gli Elementi di Euclide e l'Almagesto di Claudio Tolomeo.

  1. ^ Testo arabo e tradizione inglese di David C. Reisman e Amos Bertolacci, Thabit ibn Qurra's Concise Exposition of Aristotle's Metaphysics. Text, Translation and Commentary, in R. Rashed (2009).
  • Roshdi Rashed (a cura di), Thābit ibn Qurra. Science and Philosophy in Ninth-Century Baghdad, Berlino, Walter de Gruyter, 2009.
  • Gideon Bohak, Charles Burnett, Thabit ibn Qurra «On Talismans» and Ps.-Ptolemy «On Images 1-9». Together with the «Liber prestigiorum Thebidis» of Adelard of Bath. Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2021.

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