I vaccini hanno salvato la vita a oltre 150 milioni di persone negli ultimi 50 anni

A sottolinearlo è un nuovo studio che celebra le conquiste di un cruciale programma di immunizzazione globale dell'Oms, che ha contrastato soprattutto la mortalità infantile
Vaccini anti COVID19
Un vaccino anti Covid-19 somministrato a un bambino in Ecuador nel 2021Agencia Press South/Getty Images

Recentemente l'autorevole rivista scientifica The Lancet ha pubblicato un nuovo studio sull'impatto dei vaccini a livello mondiale per sottolineare i risultati raggiunti dal Programma ampliato di immunizzazione (Epi), arrivato al suo cinquantesimo anno. "L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), su richiesta dei suoi stati membri, ha lanciato il Programma ampliato di immunizzazione nel 1974, che ha come scopo la diffusione dei vaccini in tutto il mondo. Per commemorare il cinquantesimo anniversario dell'Epi, abbiamo cercato di quantificare l'impatto sulla salute pubblica delle vaccinazioni a livello globale dall'inizio del programma", si legge nella ricerca.

I dati dello studio

I risultati sono impressionanti. Dal 1974, la vaccinazione ha salvato 154 milioni di vite, tra cui quella di 146 milioni bambini di età inferiore ai 5 anni e di 101 milioni neonati con meno di un anno. Ogni morte evitata, spiega lo studio, si è tradotta in media in 66 anni di piena salute, che diventano addirittura 10,2 miliardi di anni di salute in totale. Una cifra davvero rilevante è quella relativa alla vaccinazione contro il morbillo , che ha permesso di salvare ben 93,7 milioni di vite nell'arco di mezzo secolo, ovvero il 60,8% di tutte le morti scongiurate grazie ai vaccini negli ultimi 50 anni.

I benefici dei vaccini in termini di morti evitate e anni di salute guadagnati dal 1974

"Dal 1974, in tutte le regioni del mondo si sono registrati significativi passi avanti in termini di sopravvivenza infantile. Crediamo che l'Epi sia il programma che ha maggiormente contribuito al miglioramento della sopravvivenza infantile nel periodo preso in esame. Per quanto riguarda il rafforzamento dell'assistenza sanitaria primaria, i nostri risultati dimostrano che un accesso equo e universale all'immunizzazione rimane un fattore cruciale per sostenere la salute pubblica globale e continuare a salvare vite in futuro dalle morti causate da malattie infettive evitabili", afferma The Lancet.

I risultati di 50 anni di vaccinazioni

I vaccini si sono rivelati determinanti soprattutto per la riduzione della mortalità infantile. Si stima che da soli i programmi di immunizzazione abbiano contribuito direttamente a un calo del 40% nelle morti di bambini, con differenze regionali che vanno dal 21% nel Pacifico occidentale al 52% in Africa. Secondo le analisi dello studio, nel 2024 un bambino di età inferiore ai 10 anni ha il 40% di probabilità in più di festeggiare il suo prossimo compleanno rispetto a un ipotetico scenario senza vaccinazioni, contro il 35% di probabilità in più nei 25enni il 16% nei 50enni.

La ricerca evidenzia anche che l'apice nella diffusione dei vaccini originali che rientravano nell'Epi è stato raggiunto negli anni Ottanta, grazie al Bcg per combattere la tubercolosi e il Dtp contro difterite, tetano e pertosse, oltre ai vaccini contro morbillo e poliomielite.

L'effetto dei vaccini sulla mortalità infantile negli ultimi 50 anni

The Lancet

Lo studio infine rivela che le regioni che dal 1974 hanno ottenuto i maggiori benefici in termini di probabilità di sopravvivenza grazie alla vaccinazione sono il Mediterraneo orientale e l'Africa, mentre l'Europa è l'area che ha riportato i guadagni assoluti più bassi.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired en Espanol.