Crowdstrike, storia e affari del colosso della cybersecurity che per un bug ha mandato in blackout il mondo

È una delle più importanti società di cybersicurezza a livello mondiale. È già finita al centro di teorie del complotto alimentate da Trump
Stand di Crowdstrike a una fiera
Stand di Crowdstrike a una fieraDavid Paul Morris/Bloomberg via Getty Images

Tre settimane fa Crowdstrike faceva il suo ingresso nello S&P 500, l'indice che riunisce le 500 aziende più capitalizzate in Borsa. Un successo subito messo in ombra da un bug a un aggiornamento per Microsoft di Falcon Sensor, uno dei programmi di sicurezza informatico del colosso a stelle e strisce della cybersicurezza. Un problema che sta mettendo in crisi aeroporti, banche, televisioni e Borse in tutto il mondo, con conseguenze pesanti che presto si tradurranno in un calcolo dei danni provocati dall'interruzione del sistema. Mettendo a rischio l'immagine e il business della società, che a inizio giugno chiudeva un trimestre con 921 milioni di dollari di ricavi.

Storia e affari

Nata nel 2011, quotata nel 2019, Crowstrike è uno dei più importanti operatori di cybersecurity a livello globale. Il suo prodotto di punta è proprio quello finito al centro del blocco dei servizi Microsoft: Crowdstrike Falcon, una piattaforma cloud di difesa dalle minacce informatiche composta da 20 moduli, che fornisce vari indicatori dall'esposizione ai rischi, soprattutto sulla postura esterna dell'azienda che la adotta. Nel secondo trimestre dell'anno gli abbonamenti al sistema di cybersecurity hanno reso all'azienda con sede ad Austin, in Texas, circa 872 milioni di dollari.

Crowdstrike, avviata da George Kurtz, 59enne amministratore delegato già responsabile tecnologia di McAfee, il gruppo di cybersecurity dell'imprenditore John McAfee, vanta 29mila clienti in tutto il mondo, tra cui 298 delle 500 migliori aziende della lista della rivista Fortune, 8 delle 10 principali aziende di tecnologie e altrettante del mondo auto. È anche fornitore a diversi livelli di 43 dei 50 stati americani. Tra i super clienti ci sono LinkedIn, Amazon web services (il braccio cloud del colosso dell'ecommerce), il team Mercedes della Formula 1, la banca d'affari Goldman Sachs e il Massachussetts Institute of Technology. A maggio ha siglato un accordo con Google cloud per potenziare i servizi di gestione delle minacce e di risposta agli incidenti di Mandiant, altro colosso della sicurezza informatica che rientra nella galassia di Mountain View.

Il debutto nel club dei 500 più forti

Una serie di successi che hanno fatto guadagnare il titolo in Borsa. A Wall Street Crowdstrike approda nel 2019. E, come osservava a giugno Gabriel Debach, analista di eToro (piattaforma di investimenti online), da inizio anno le azioni dell'azienda “hanno guadagnato quasi il 50% da inizio anno, facendo salire la capitalizzazione di mercato della società di cybersicurezza a 91 miliardi di dollari, ovvero circa la stessa dimensione (un po’ meno) dell'attuale titolo Starbucks”. Tanto che insieme al gruppo di domini web Godaddy e al fondo Kkr, che ha comprato la rete di Tim, ha sostituito altre tre società nel club dello Standand & Poor's 500, uno degli indici più importanti della Borsa di New York. Nel paniere dell'indice Crowdstrike pesa lo 0,17%. Il titolo è in calo dell'8,8%, a 312 dollari, dopo la notizia dell'impatto del bug.

Le accuse di Trump

La società era stata già sotto i riflettori nel 2019, quando l'allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva menzionato Crowdstrike in una telefonata con l'omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, nel tentativo di depotenziare l'indagine condotta nel 2016 da parte della società informatica per conto del Partito democratico americano sulla violazione dei suoi sistemi informatici. Il risultato di quell'analisi aveva individuato in cyber criminali russi le mani dietro all'attacco e nel tentativo di inquinare la campagna elettorale la motivazione.

Si erano a quel punto diffuse numerose teorie del complotto a carico di Crowdstrike per ridicolizzare le conclusioni della sua investigazione. Per esempio, quella che legava il fatto che uno dei manager di punta della società, il responsabile tecnologico Dmitri Alperovitch, fosse di origini ucraine e pertanto avesse additato la Russia come responsabile nelle già allora crescenti tensioni tra i due stati. Alperovitch è un cittadino statunitense di origine russa. Cinque anni fa Trump aveva dato credito a queste false teorie nei suoi contatti con Zelensky. Forse dimenticando che proprio Crowdstrike era stata ingaggiata dai Repubblicani nel 2018 per indagare sull'attacco informatico ai loro danni.