Salvini e l'assoluzione: «Quei 30 secondi prima della sentenza... Non li auguro a nessuno. Ora subito la riforma della Giustizia»

di Nino Luca

La prima intervista al leader della Lega, subito dopo la sentenza su Open Arms. Il bicchiere di vino «in un cantuccio» con la fidanzata, dopo le lacrime

Salvini

Matteo Salvini con la fidanzata Francesca Verdini

Eccoli, appartati in un angolo dell’hotel Wagner di Palermo. Un’ora dopo la sentenza di assoluzione. Matteo Salvini e Francesca Verdini brindano con un bicchiere di vino rosso in mano, abbracciati. Dopo la commozione nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, vivono il momento tenerezza. Poi appaiono i giornalisti... 
«Nooo, siamo in un cantuccio a festeggiare…». 
Francesca, lei oggi ha scritto su Instagram che Matteo è l'uomo più buono che lei abbia mai conosciuto... 
«Sì, è così, la verità», dice lei. «Non parlare amore, Poi lo useranno contro di noi», chiosa lui. 
…Ed anche il più coraggioso (come ha scritto la medesima Verdini sui social, ndr)
«È la mia fidanzata, mi sostiene». 
Dopo la sentenza era commosso. 
«Pensavo ai miei figli che aspettavano la sentenza. Il babbo ha le spalle larghe, ma i figli... Adesso mia figlia è contenta al cinema, mio figlio a casa contento che guarda il Milan». 

Come festeggerete? 
«Andrò in ufficio, di sabato ma sarò a lavoro. Devo dire che onestamente quei 30 secondi, quando il giudice entra e legge il dispositivo, e il confine fra l'assoluzione, la condanna, fra colpevole e innocente è sottile, non glielo auguro agli avversari. Io a processo uno di sinistra non ce lo manderei perché non glielo auguro». 
Come sono stati questi tre anni? 
«Impegnativi, perché devi leggere migliaia di pagine, devi fare avanti e indietro, togliere tempo al lavoro, alla famiglia (indica Francesca, ndr), agli affetti. Devo dire che ho avuto un avvocato incredibile, Giulia Bongiorno: numero uno. Brava, perché sai… tu puoi pensare di aver ragione. Poi però dall'altra parte devi avere qualcuno che ti dà ragione». 
Ha sentito Giorgia Meloni? 
«L’ho ringraziata perché è stata una delle prime telefonate». 
Ministro, i giudici. Ha più fiducia adesso nella giustizia dopo questa sentenza? 
«Io ringrazio questi giudici, questi tre giudici del Tribunale di Palermo. Poi però non dimentico i 30.000 italiani che negli ultimi anni sono stati ingiustamente incarcerati. E quindi necessaria una profonda riflessione sul sistema giustizia, e lo dico da assolto e felice, va fatta. Perché io poi ho la fortuna di avere un bravissimo avvocato e le spalle larghe. Ma se qualcuno finisce in quel tritacarne è un problema». 
Solo una profonda riflessione o si avanti con la riforma della Giustizia?
«Riforma, riforma, riforma. Riflessione e riforma». 
A febbraio? 
«Il prima possibile». 
Immaginiamo che dopo questo bicchiere di vino rosso non si metterà alla guida… 
«No, ma un bicchiere si può. Sull'alcol non cambia niente rispetto al vecchio codice della strada. Quindi a Natale e Capodanno con la testa si può bere esattamente quello che si beveva l'anno scorso». 
Francesca Verdini, ci dice come si sente? 
Sorride con il capo appoggiato al marmo del muro dell’androne ma non risponde. 
E se le diciamo «articolo 530»? 
Senza parole. In aula Francesca, appena risuonato il numero che tanto attendeva, si è sciolta in un pianto ed è corsa ad abbracciare Matteo. Interviene ancora Salvini. «Era preparata, aveva studiato, sapeva che l’articolo 530 significava assoluzione. E se avesse sentito «articolo 533» sarebbe significato condanna. Ora stop». 
In cima alla scalinata, a proteggerli, il muro di uomini della scorta e dello staff. Dietro il portone aperto, un bacio e un brindisi con un calice di vino rosso.

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21 dicembre 2024 ( modifica il 21 dicembre 2024 | 10:24)