Architectural Preservation & Restoration

Las investigaciones realizadas para la elaboración del informe histórico-artístico encargado para la restauración de la torre campanario de la iglesia parroquial de Ricla (Zaragoza) han permitido trazar con bastante precisión la historia constructiva y la correspondiente crítica de autenticidad del monumento. Así, hoy estamos en condiciones de afirmar que fue levantada por Juan Lucas Botero el Joven en 1542 y recrecida durante la segunda mitad del siglo XVI. También se ha podido precisar que ese cuerpo superior terminó generando graves problemas estructurales, que fue derribado a comienzos del siglo XVIII, y reconstruido poco después, para reformarse a mediados del siglo XIX y, por última vez, un siglo más tarde, a mediados del XX. Para entonces, su característico chapitel bulboso fue sustituido por el remate edicular inspirado en el de la torre de Utebo que todavía puede contemplarse en la actualidad.

Questa ricerca mira, sugli evidenti “valori” culturali, storici e architettonici del patrimonio militare ancora presenti nell'Arcipelago di La Maddalena, ad approfondire la conoscenza di queste strutture ea proporre idee e linee guida sulla loro conservazione e valorizzazione. Tra la fine del Settecento e la Prima Guerra Mondiale la difesa del territorio di La Maddalena si esprime soprattutto attraverso misure di protezione dei confini dalle invasioni straniere, prima del Regno di Sardegna e poi dell’Italia. I primi tentativi di aggressione risalgono alla fine del 1792, quando la Francia rivoluzionaria attaccò il Regno di Sardegna. All’inizio del XIX secolo l’arcipelago era dotato di altre strutture: oltre ai forti Balbiano e Santo Stefano, costruiti tra il 1790 e il 1792, sono stati costruiti i forti Carlo Felice e San Giorgio, sull’isola di Santo Stefano. Alla fine del diciannovesimo secolo, l’arcipelago di La Maddalena veniva fortificato. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, cambiando le aree strategicamente importanti, lo Stato maggiore dell’esercito, con la Royal Navy, identifica nuove quindici aree industriali e demografiche che necessitano di protezione dal mare. Oggi, tale patrimonio culturale di grande importanza strategica e paesaggistica, vive in condizioni estreme ed è soggetto a spoliazioni e demolizioni; una situazione che richiede un’azione urgente, supportata da una fase preliminare di conoscenza e dallo sviluppo di specifici sistemi per la protezione e la valorizzazione.
This research aims, on the evident cultural, historical and architectural ‘values’ of the military heritage still present in the Archipelago of La Maddalena, to deepen knowledge of these structures and to propose ideas and guidelines on their conservation and enhancement. Between the late eighteenth century and the First World War the defense of the territory of La Maddalena is expressed especially through measures to protect the borders from foreign invasions, before of the Kingdom of Sardinia and then of Italy. The first attempts of aggression were in the end of 1792, when revolutionary France attacks the Kingdom of Sardinia. In the early nineteenth century, the archipelago was equipped with other structures: in addition to the forts Balbiano and St. Stephen, built between 1790 to 1792, are built the forts Carlo Felice and San Giorgio, on the island of Santo Stefano. In the late nineteenth century, the Archipelago of La Maddalena had been fortified. At the end of the First World War, changing the strategically prominent areas, the General Staff of the Army, with the Royal Navy, identifies new fifteen industrial and demographic areas that need protection from the sea. Today, a cultural asset of great strategic importance and landscape, live in the extremely conditions and are subject to spoliation and demolition; a situation that demands urgent action, supported by a preliminary step of knowledge as well as by the development of specific system works for the protection and enhancement.

This paper will contribute to our understanding of a number of ancient monuments, Roman theatres and amphitheatres, in the complex context of reusing cultural and environmental resources in Italy. This also involves an interpretation of the Syracuse Charter for the conservation, use and manage¬ment of ancient theatrical buildings.
Through the study of selected examples, we have attempted to identify analytical, methodological and operational instruments that can enhance these monuments and find new tourism-cum-cultural mechanisms. The paper goes on to list restoration and conservation actions that have become urgent due to the neglect and deterioration that often characterises such monuments or, on the contrary, the over-use caused by open-air performances, the fitting of stand equipment and the holding of stage productions that are thrown together and incompatible with this historic heritage. Ancient buildings and archaeological remains require planned actions and constant maintenance.
These structures must be included in the urban landscape through the creation of urban archaeo¬logical parks, and their original uses should be recovered with the use of ‘light’ renovations and the application of compatible and reversible scenery and partial and temporary mobile roofing systems, designed and fitted by experts.
What is therefore required is a limited use of these complex ancient structures that involves respect, strict monitoring and the setting of audience quotas at performances, with the insertion of temporary, easily reversible fittings that can protect these sites as well as allow access to them.
Il contributo intende contribuire alla conoscenza di alcune strutture antiche per lo spettacolo nell’ambito del complesso quadro dell’utilizzazione delle risorse culturali e ambientali di un territorio, anche attraverso una rilettura della Carta di Siracusa per la conservazione, la fruizione e la gestione delle architetture teatrali antiche (2004). S’intende, quindi, attraverso lo studio di alcuni casi esemplificativi – gli Anfiteatri di Albano, di Lucus Feroniae, di Monteleone Sabino, il Teatro di Privernum, di Ostia Antica oltre ad alcuni esempi tunisini – individuare strumenti analitici, metodologici e operativi per il recupero e la valorizzazione di tali complessi monumentali e individuare nuove dinamiche turistiche-culturali. Gli spazi all’aperto che più si prestano a una proficua riutilizzazione, con forte richiamo turistico, sono proprio le strutture per le rappresentazioni antiche, greche e romane. Oltre un migliaio sono gli edifici presenti in tutto il baci¬no del Mediterraneo e numerosi anche sul territorio della Penisola italiana. Si tratta di attivare azione di restauro e conservazione, sempre più necessarie vista l’incuria e il degrado che spesso caratterizzano tali grande strutture o, al contrario, il sovra-utilizzo determinato dagli spettacoli all’aperto, con allestimenti e grandi produzioni sceniche spesso improvvisati e non compatibili con i manufatti storici. Tali antichi edifici, quali reperti archeologici, richiedono interventi di programmate e costanti manutenzioni, spesso di reinserimento nel tessuto urbano delle città d’antico impianto o di valorizzazione paesaggistica, la creazione di parchi archeologici urbani, oltre che di riacquisizione della funzione originaria attraverso operazioni ‘delicate’ e l’inserimento di strutture sceniche compatibili, reversibili, di sistemi mobili per coperture parziali e temporanee, progettati e messi in atto da tecnici e operai specializzati. Un uso, pertanto, limitato di tali complesse strutture che possono essere rese fruibili con rispetto, attraverso rigidi controlli e spettacoli contingentati, l’inserimento di opere temporanee, facilmente rimovibili, in grado di proteggere i luoghi e consentire, contestualmente, la visita dei siti in cui sono inseriti. Uno dei parametri fondamentali per la valorizzazione è quello della fruizione, legata a una capienza sostenibile e ad adeguati limiti per la diffusione acustica, in modo tale da non produrre danni sia alla struttura sia ai luoghi. Tali apparati per lo spettacolo devono essere parzialmente o talmente rimovibili, realizzati con materiali compatibili e di facile manutenzione. I criteri da rispettare dovrebbero essere: adeguatezza tecnologica, minima invasività, controllo delle strutture da parte di tecnici e promotori di eventi, imprenditori e direttori artistici. Appare, inoltre, importante agire con cautela anche nell’organizzazione delle tematiche di rappresentazione, favorendo spettacoli congrui e adeguati (testi dell’antichità e del teatro, danza, musica, cinema). Il tema dell’utilizzo solleva, inoltre, la questione dell’accessibilità, per cui si richiede qualità architettonica e fruizione agevolata per progetti di praticabilità, seppur ‘temporanei’, caratterizzati da strutture reversibili e minime, messe in opera in occasione delle stagioni teatrali. Si tratta di strutture antiche che richiedono un approccio progettuale consapevole e multidisciplinare tra architetti e archeologi, oltre che con il supporto di tecnici specializzati, direttori artistici e responsabili delle istituzioni. Figure professionali capaci di attivare operazioni congrue, finalizzate alla fruibilità di tali organismi attraverso interventi meditati e rispettosi. Progetto di ri-uso e valorizzazione che viene, inevitabilmente, a delinearsi attraverso limiti e potenzialità, riconoscimento dei ‘valori’ e punti di debolezza; si tratta di azioni rivolte sia alla conservazione della struttura sia alla fruizione del sito, comprese tra operazioni di tutela e valorizzazione caratterizzate da un unico obiettivo: combattere l’abbandono e l’inevitabile deterioramento materico.

This research aims, on the evident cultural, historical and architectural ‘values’ of the military heritage still present in the Archipelago of La Maddalena, to deepen knowledge of these structures and to propose ideas and guidelines on their conservation and enhancement. Between the late eighteenth century and the Second World War the defense of the territory of La Maddalena is expressed especially through measures to protect the borders from foreign invasions, before of the Kingdom of Sardinia and then of Italy. The first attempts of aggression were in the end of 1792, when revolutionary France attacks the Kingdom of Sardinia. In the early nineteenth century the Archipelago was equipped with other structures: in addition to the forts Balbiano and St. Stephen, built between 1790 to 1792, are built the forts Carlo Felice and St. George, on the island of Saint Stephen. In the late nineteenth century, the Archipelago of La Maddalena had been fortified. At the end of the First World War, changing the strategically prominent areas, the General Staff of the Army, with the Royal Navy, identifies new fifteen industrial and demographic areas that need protection from the sea. Today, a cultural asset of great strategic importance and landscape, live in the extremely conditions and are subject to spoliation and demolition; a situation that demands urgent action, supported by a preliminary step of knowledge as well as by the development of specific system works for the protection and enhancement.

Alice Davis Hitchcock Award for 1992, Society of Architectural Historians.
Most Outstanding Book in Architecture and Urban Planning, Professional and Scholarly Publishing Division, Association of American Publishers, Inc., 1991.
International Architecture Book Award, American Institute of Architects, 1992: "This is magisterial history with a grand sweep, an eye for detail and a determination not to simplify.  If Modern architecture in Italy over five generations was complex, paradoxical and full of counter-tendencies in any one architect, then these are lovingly pulled apart and exposed.""

The Transfiguration Cathedral at the same time was founded and growing with the City of Odessa.
It became the largest temple for spiritual life for citizens within the NW Black Sea region in the early
twentieth century. The Cathedral was destroyed barbarously in 1936 and the renovation began in the first
part of the twenty-first century by Odessa citizens and without dedicated funding.
The book contains detailed description of the Cathedral renovation process and more then 600
illustrations, mostly from previously, unpublished personal archives. These details could be interesting for
students studying architecture, architects, builders, artists, historians, ethnographers, tourist guides, and
just about anyone considering themselves from the Odessa region.
I prepared a course of lectures on the theme of revival the Cathedral and the preservation of the
historical environment by the example of Odessa.
Furthermore, my future work is devoted to developing the scientific, methodological, and
documentation formation processes for the sake of preserving cultural heritage and supporting the
renovation process – using the Transfigured Savior Cathedral as a prime example.

The revolutionary Spangen social-housing complex (1919-1921) in Rotterdam, by Michiel Brinkman, has recently been immaculately restored (2012). The project pioneered “street in the sky” deck access, an idea that famously inspired Alison and Peter Smithson’s design of the 1950s Golden Lane housing project in London. The Spangen estate, or Justus van Effen complex, is a rectangular four-story brick urban block, centered around two large courts. Concrete balconies give access to the duplex apartments on the top floors. In its heyday, the project offered many shared amenities, like a public bathhouse located between the two courtyards. A communal spirit was further promoted by making the decks publicly accessible; large cargo lifts allowed tradesmen to reach tenants’ front doors.

Fase cruciale nella storia del restauro italiana è quella coincidente con i decenni compresi tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, segnati dall'evoluzione, non priva di equivoci, da una prassi diffusamente improntata alla ricerca dello 'stile' verso un rapporto più consapevole con il significato storico dell'architettura. Il territorio cui si rivolge l'attenzione è quello delle 'provincie meridionali' che, disposte tra il Molise e l'estremo sud della Calabria, sono accomunate dalla gestione delle Belle Arti e del restauro negli anni fin de siècle. La messa a fuoco di piccoli e grandi cantieri, talvolta più noti alla critica e più spesso misconosciuti, conferisce risalto a figure-chiave di architetti e ingegneri restauratori e tra queste, primariamente, a quella di Adolfo Avena. Sebbene più noto come progettista di numerose nuove architetture, questi ha in larga parte diretto le scelte per la conservazione del patrimonio architettonico del Meridione d'Italia in modo pregnante a partire dall'ultimo decennio dell'Ottocento, attraverso studi, pubblicazioni e progetti. Guardando alle relazioni tra storiografia coeva e restauro, tra interpretazione di momenti della Storia e giudizi di valore, tra acquisizioni tecniche e scelte operative, emergono stimolanti interrogativi connessi al significato 'identitario' dei monumenti con lo sfondo di una prospettiva nazionale della questione.

Izložba Etnografski muzej-palača s potpisom organizira se povodom završetka obnove Etnografskog muzeja kojom je rekonstruirana dekoracija pročelja ove građevine. Jedina u secesijskom stilu namjenski podignuta muzejska zgrada u Hrvatskoj time je dobila izgled koji joj je podario njezin arhitekt Vjekoslav Bastl početkom 20. stoljeća. Cilj je ove izložbe prikazati, s jedne strane, povijest izgradnje zgrade koja je prvotno udomljavala Trgovačko-obrtnički muzej, a s druge njezinu recentnu obnovu kroz arhivske projekte, stare fotografije, fotografsku i drugu dokumentaciju te artefakte.

Ceramic material is certainly a key element in the cultural heritage, particularly in historical buildings. This material involves specific problems when addressing preservation, as well as conservation and restoration interventions.
This course is coordinated by International Association YOUTH IN CONSERVATION OF CULTURAL HERITAGE-YOCOCU Spain, co-organized by Geosciences Institute IGEO (CSIC, UCM), Spanish Society of Ceramics and Glass (SECV) and the Ceramic and Glass Institute (ICV-CSIC) and sponsored by ECerS, the JECS Trust and SECV.
The main goal of the course is to offer a training program of short duration focused on the ceramic material used in architectural heritage, including structural and decorative elements. Raw materials and technologies used for manufacturing, alteration and decay processes, characterization techniques for study and analysis, as well as new trends in conservation treatments will be addressed.

The Indian Miniature Painting has always been a form of narrative that uses visuals, colours, lines and objects composed in pictorial space with inclusive vitality and feeling to evoke moods that are reflective of the season, time or event. The subjects were often about the rulers, gods and goddesses or such unordinary content. Here we use the miniature to represent the visuals generated as a part of the architectural project, a universally important day like the World Heritage Day or the before and after images of a conservation project. The aesthetic parallel is of-course the 'Raagamala' painting which uses motifs, colors, music and poetry to express the mood. We would be happy if any musician or poet is inspired to compose based on the cues offered by the presentations.

Gerega L.I. Attribution of a Wooden Carving Piece without Original Historical Data

The article focuses on the attribution of the piece without initial historical data, which was restored. The research object is a carved gilded frame from a private collection. The main methods for solving the problem are searching for stylistic analogues with the identification of characteristic features of the construction of structure and decor, as well as physical and chemical studies of the composition of pigments and gilding techniques. As a result of the work, the layers of gilded decor and the paint layer of the frame ornament were revealed and studied, and the presumable timeframe of the piece creation was determined.

This article examines the collaborative art project What’s the Time in Vyborg? initiated by Liisa Roberts as a critical response to the architectural restoration of Alvar Aalto’s Vyborg (Viipuri) Library (1927-35) located in Vyborg, Russia.  Situating the art project in regard to Svetlana Boym’s theories of restorative and reflective nostalgia, I argue for the progressive potential of utopian nostalgia, an aestheticization of time and space that sutures the transformative passion of utopian longing to the powerful appeal of nostalgia.  The project claims the architecture of the library as a space of utopian hope – a built form that constitutes a self-conscious myth of origin for rethinking the politics of space and memory in the contemporary city. Paradoxically, it affirms the nationalist mythology of Aalto, but redirects it against the restorative nostalgic impulses that would recreate the library in an image of completeness that it never had.  Instead, it claims a utopian potential for the library in the present and future.

This is an overview about the cooperation my university had with the ministry of Heritage and culture about the documentation of four vernacular settlements in Oman. This is an award-winning  research that involved a large number of students. A more detailed publication will follow.

The preservation and revitalization of the architectural heritage of the twentieth century is a
complex challenge, cause of the diversity of materials, the specialization of their spaces and the
ephemeral nature, which constituted the basis of modern architecture. These factors combined
with the lack of care and appreciation, have meant that the works are in constant danger and that
many of these have disappeared. Is precisely in the Venezuela of mid-twentieth century, where
the urban - architectonic miracle occurs, leaving the best and most representative architecture,
which marked the historic moment. To the country arrive internationally renowned professionals,
artists, and artisans, geometers left their mark.
The project of conservation, restoration and putting in value of the "Casa De Italia" responds to
the need to protect the city's recent history, expressed in architecture, as a human manifestation of
a society at a specific time, not only at public and monumental scale, but also at domestic and
urban. Also, rebuild succinctly, a part of the history of its author, the Architect Doménico
Filippone both in the field of architecture, as in health policy in Venezuela.

El Castillo se ubica en la ensenada de La Herradura, en el Término Municipal de Almuñécar (Granada). Fue construido como parte de las mejoras en la defensa de la costa del antiguo Reino de Granada realizadas durante el reinado de Carlos III. Su denominación original era Batería para cuatro cañones de La Herradura, realizándose como desarrollo del Reglamento de 1764, siguiendo un proyecto tipo de José Crame, habiéndose finalizado en el año 1771.
Se analiza el sistema defensivo de la ensenada desde la aparición de los primeros restos arqueológicos así como las distintas etapas y vicisitudes por las que ha pasado el castillo. Se hace un estudio crítico de las intervenciones realizadas en las otras siete baterías contemporáneas conservadas en las provincias de Málaga, Granada y Almería. Finalmente, se exponen los criterios y características del proyecto de restauración.

Bu sunumda, 1993 yılından beri Safranbolu'da restorasyonunu gerçekleştirdiğim 4 konağı tanıtacağım ve Safranbolu özelinden hareketle Osmanlı konaklarının yapısal sorunlarını tartışacağım. (Abdülmecid’in) Macunağası İzzet Efendi Konağı konut, Hacı Memişler Konağı, Betenler Konağı ve Gökçüler Konağı bir kültür turizmi külliyesi olan GüleviSafranbolu'nun bileşenleri olarak restore edilmiştir. Dört konağın da bulunduğu Çeşme Mahallesi'nin 18. yüzyılda oluştuğu, 19. yüzyılın ortalarında ise önemli bir yangın geçirdiğini biliyoruz. Restorasyon sırasında devşirilmiş yanık ahşap parçaları ve ısıya maruz kalmış taş parçalarına rastlanmıştır. Bu nedenle konakların yaklaşık 160 yıl önce, bir mahalle yangını sonrasında, yeniden ayağa kaldırıldığı kanısındayım. Macunağası İzzet Efendi Konağı'ndaki rozete ve diğer konaklarda yapılan dendrokronoloji çalışmalarına dayanarak bunu kanıtlayabiliyoruz. Konakların dördünün de geçen 160 yıl içinde, zamanın tahribatına uğramış olmakla birlikte, bundan daha önemlisi son yirmi - otuz yıl  içinde gördükleri insan tahribattır. Konakların tamamı 40 - 60 yıllık dönemlerle çeşitli tadilat ve onarım gömüş bulunmaktadır. Yaklaşık 2-3 nesle karşı gelen bu dönemlerde, konaklar döneme ve sahiplerinin sosyoekonomik özelliklerine bağlı olarak yenilenmişlerdir. Bunları korunması gereken önceki dönemler olarak belirtmek gerekir . Safranbolu konakları bilindiği gibi, moloz taşla örülmüş zemin kat üzerinde, içi çeşitli malzeme ile doldurulmuş genellik le sarıçamdan (daha az olarak karaçam ve köknar) ahşap iskelet taşıyıcılı üst kat(lar)dan oluşmaktadır.

Už niekoľko rokov sa aj na Slovensku zdôrazňuje potreba šetrenia energiami, v dôsledku čoho sa pri starších budovách pristupuje k zatepľovaniu obvodových plášťov budov. Klasické zatepľovacie systémy však nie je vhodné použiť vo všetkých prípadoch. Existujú budovy, napríklad pamiatkové objekty, kde sa tradičné zatepľovacie systémy neodporúčajú použiť najmä preto, že menia štruktúru aj proporcie budov. Preto sa hľadala alternatíva využitia pre nový potenciálny materiál. Aerogél. Látka s viacerými výhodnými vlastnosťami, ktorá skĺbuje pozitíva rozličných súčasných materiálov a prináša ďalšie. Svojimi minimálnymi rozmermi môže pomôcť pri rekonštrukciách stavieb, a to najmä tam, kde dimenzie pridaných materiálov hrajú kľúčovú rolu pri zachovaní výrazu a charakteru stavby: pri kultúrnych pamiatkach.

Las recientes obras de restauración en el Baño del Nogal o Bañuelo (ḥammām al-Ŷawza) en Granada (España), nos han permitido profundizar en el conocimiento de este importante ejemplo de arquitectura andalusí. En este trabajo presentamos una introducción al análisis histórico del edificio, lo que permite conocer su origen y evolución. Analizamos críticamente la docena de intervenciones de restauración y conservación realizadas durante el último siglo. Finalmente, establecemos unas conclusiones en función de las diferentes áreas del edificio, donde consideramos necesario profundizar y reflexionar, planteando propuestas que puedan ser tenidas en cuenta en la programación de futuras intervenciones. De esta forma se podrá mejorar la interpretación de un monumento singular, conservado según los criterios de la restauración científica e incorporado al patrimonio arquitectónico de la ciudad de Granada. ABSTRACT The recent restoration works in the bath of El Nogal or Bañuelo (ḥammām al-Ŷawza)...

Il restauro della facciata della basilica di San Pietro in Roma nel progetto del prof. Sandro Benedetti, dirigente tecnico della Fabbrica di San Pietro, è illustrato in un'intervista a Giovanni Carbonara nella quale s'evidenziano la profonda conoscenza del monumento e la precisa intenzionalità storico-critica alla base del progetto di restauro.

L’indagine svolta intendeva verificare e definire il contributo di Antonio Mollari, nella progettazione e realizzazione di Palazzo De Sanctis a Matelica, opera allo stesso già attribuita, in forza di poche evidenze documentarie. Di fatto il fi ne è stato solo parzialmente raggiunto, dato che è stato possibile confermare il coinvolgimento del nostro, nella progettazione della“riforma” dell’edificio senza però poter reperire né gli elaborati di progetto, né chiarire l’eventuale ruolo svolto dallo stesso durante i lavori. Si può dire, quindi, che molte delle considerazioni esposte sono il frutto di elementi indiziari coerenti che contribuiscono ad avallare ipotesi, scaturite durante l’indagine, prive, però, di quelle “prove” inoppugnabili che ne definirebbero l’oggettività. Questa situazione, dettata dalla carenza di documentazione d’archivio e soprattutto dallo smembramento dell’archivio della famiglia De Sanctis, che risulta in parte disperso ed in parte faticosamente ricostruito a cura di uno degli eredi del Conte Filippo, risulta peraltro comune ad altre opere del Mollari, se non altro per la perdita completa, delle «carte e documenti dell’ing. Luigi e dell’arch. Antonio senior», che avrebbero potuto far luce su numerosi aspetti dell’attività di architetto svolta dal nostro, tra le Marche e l’Umbria.

The research carried out was intended to verify and defi ne the contribution of Antonio Mollari in the design and realization of Palazzo De Sanctis in Matelica, work already assigned to the same on the basis of a few documents. The result was only partially achieved, given that it was possible to confirm the involvement of Mollari in the design of the “reform” of the building, without being able to find neither design drawings, neither clarify the possible role played by the same, during the construction. It can be said, that many of the considerations set are the result of coherent circumstantial elements that contribute to endorse hypothesis emerged during the research, devoid, however, of those incontrovertible “evidence” which would have allowed defi nitive acquisitions. This situation, dictated by the lack of archival records and especially by the dismemberment of De Sanctis family’s archive, which is partly dispersed and partly laboriously reconstructed by one of the heirs of Count Filippo, is also common to other works of Mollari, due to the complete loss, of the «papers and documents of the Ing. Luigi and Arch. Antonio senior» that could have explained the activities of architect carried out by the same, between Marche and Umbria.

In "Arte Italiana decorativa e industriale" Aemilia Ars was described by Camillo Boito as a national modern movement influenced by the Arts and Crafts model. This paper starts searching around the context and connections between 'fin de siècle' cultural tendencies in Bologna and Milan through Alfonso Rubbiani, the founder of Aemilia Ars, Camillo Boito and Luca Beltrami,  mainly for historical researches into restoration and neorenaissance studies.

This MA thesis project is a result of an exhaustive research of the Tüköry Mansion in Dioš, near Daruvar, Croatia, conducted at the Faculty of Architecture, University of Zagreb (under the mentorship of Prof. Mladen Obad Šćitaroci, Ph.D., F.C.A.). The author offers a revitalisation strategy based on four spatial levels ‒ from the wider regional context of the central Slavonia, to the mansion built by Hungarian architects Ernő Foerk and Gyula Sándy in 1904. The project proposes a reconstruction and revitalisation scenario which focuses on the active use of the mansion in present-day economy.

In Chicago, the historic courtyard buildings dating back to the time period roughly from the Columbian Exposition to the Great Depression display distinctly identifiable characteristics in terms of planning, design and construction dictated largely by regulations as well as market conditions. Of all different types of multi-unit housing buildings, Courtyard Type presents extremely favorable options for creating a high density, socially integrated and economically stable housing alternatives. Even though many massing and configuration features of the courtyard apartment buildings of this particular time period were prescribed in great detail through regulations, still, a wide array of type variations were allowed and hence developed.

In the last years, the international debate has drawn attention to the complex issues regarding the transformation of the waterfront and the simultaneous preservation of memory and identity of places. The case study on the implementation of the Victoria & Alfred Waterfront in Cape Town, is presented as an effective response to this problem, achieving a positive impact both economically, functionally and symbolically. The choices of the project have been able to balance the needs of commercial and cultural reasons, pursuing a functional transformation of the areas, but at the same time preserving the historical memory. The article intends to investigate the cultural and architectural project's topics, in order to identify their strengths with a view to more conscious preservation of the waterfront harbours.

Nel 1964 la Carta di Venezia di “restauro urbanistico” e di “sito urbano” che, riallacciandosi ai principi della Carta di Atene (1931), articolano il dibattito culturale fra edi- fi fra “edilizia” ed “architettura”, sulla scorta del binomio crociano “letteratura” e “poesia”, si gi- unge alla defi di convivenza fra “monumenti” ed “edilizia mi- nore” . La dialettica fra “antico” e “nuovo” apre al principio della “coesistenza” come garanzia di conservazione dell’antico, nella necessità del recupero della stratifi continuazione di tale processo verso il futuro Il passaggio dalla nozione di “monumento” a “bene culturale”, insieme con le defi nizioni di “restauro dei monumenti” e “di urbanistica dei centri antichi” , diventa portavoce di un metodo che coniuga l’osservazione dei caratteri ambien- tali determinati dai monumenti e dall’”edilizia minore”, attribuendo valore di “monumento” anche alle “opere modeste” che hanno, col tempo “acquisito un valore culturale”: da Renato Bonelli fino a Giovanni Carbonara la scuola italiana invita a coniugare, attraverso le premesse teoriche del restauro critico, l’antico al nuovo, procedendo dal disegno, dal rilievo, attraverso l’analisi architettonica, la ricerca storica, la lettura del documento-monumento, l’osservazione e lo studio del contesto, associ- andole alle esigenze del riuso compatibile, del progetto architettonico sostenibile, attraverso tecnologie potenzialmente reversibili (...) Il patrimonio urbano si defi nisce oggi quindi fra l’articolazione del quadro materiale - rispetto della materia, integrazione urbana e trasmissione del bene al futuro, e degli aspetti intangibili - usi sociali. La conservazione del patrimonio è pertanto oggi un’opzione, in cui la complessità del bene culturale si esprime in ter- mini di valore sociale complesso, costruito fra valori economici, sociali e culturali, fra la sua presenza e la sua abilità a divenire polo in uno spazio di infl uenza, all’interno di una strategia di conservazione integrata. “Umanizzare” lo sviluppo urbano è fra gli obiettivi attuali della conservazione e dell’intervento sulle città, che si intende da perseguire attraverso l’attuazione di “good choices” e l’individuazione di “best practices”, che restituiscano il dialogo fra edi- fi cio e contesto, storia e contemporaneità, e il senso di appartenenza e di identifi cazione con il contesto urbano. La conservazione dei monu- menti o degli oggetti a vocazione patrimoniale, l’integrazione e sistemazione dei contesti ur- bani, la salvaguardia delle forme urbane, si ac- compagnano alla costruzione contemporanea che non si oppone al tessuto antico, ma integra il progetto urbano alla costruzione plurale e multi- etnica delle società moderne. (...) due esempi di pratiche, esperite in contesti geografi ci e culturali, ma anche istituzionali ed amministrativi profon- damente differenti, Napoli e Boukhara, città entrambe dichiarate patrimonio mondiale dell’Unesco, su due edifi ci entrambi situati nel perimetro di tali territori privilegiati, concorrono a definire l'oggetto del tema, innescando differenti relazioni significative e di scala fra edificio e contesto: il restauro della medersa Rachid a Boukhara, Uzbekistan e del Real Albergo dei Poveri a Napoli, Italia.

Heritage Preservation is an essential and fundamental topic in the context of issues of concern around the world. It is a clear indication of the progress of civilizations, the one from which subsequent generations derive their culture and their architectural identity. The distortion of the architectural style of heritage buildings due to inappropriate conservation process and other factors is a problematic reality in many countries, especially in recent decades. The paper not only focuses on studying and explaining the goals of conservation but mainly clarifies the mechanisms related to the concept of the conservation process and the way of its development and evaluation as well. This is in order to achieve appropriate treatments in preserving the style and characteristics of heritage buildings through the approach of analyzing of architectural principles. The paper evaluates the conservation process through an analytical approach to the old documents of restored heritage buildings, photographs, detailed indicators, and surveying of buildings with surrounding areas to contribute the prevention of further mishandling and deterioration of architectural style of historical buildings. Furthermore, the research leads to forming a table that includes the architectural principles and characteristics indicators to evaluate a conservation process and analyze how to preserve an architecture style. The selected heritage buildings to be analyzed are very well-known representative samples of restored architectural heritage and they were studied to create a clear image of the efficiency of the architectural conservation process. The paper achieves conclusions and specific recommendations in accordance with engineering and scientific methods so that it can help develop the process of conservation and increase the community's awareness regarding the importance of preserving and protecting the architectural style of heritage buildings.

Traditional Chilean architecture tends to respond to the variety of climates and the seismic conditions. For the first one, Chile extends from the Atacama Desert, known as the driest desert in the world, to Patagonia. Chile has a length of 4,270k between latitudes 17° and 56°S and it is located on the Nazca plate, being constantly stroke by strong earthquakes, which determined its architectural and urban history.  The traditional architecture of these areas is a good example of the adaption of foreign techniques and forms to its specific context, which constitutes our architectural heritage. For the rehabilitation and conserva-tion process these features should be seen as values to be preserved to the future.  This paper depicts the methodology proposed for heritage architecture and climate studios, which com-bines assessment and analysis of traditional architecture, from its vernacular condition with the experience and analysis of extreme climate in situ. Student’s intervention strategies for proposals need to give special value to these conditions.

Highway är en graffitimålning i Rågsved i Stockholm. Den är målad 1989 av SHOF, Still Heavens Only Force. SHOF var ett graffiticrew som verkade längs tunnelbanans linje 19, främst i Rågsved och Hagsätra. Verket domineras av tex- ten Highway men består även bland annat av texten Rågsvedsgården och flertalet figurer. Den täcker en av gavlarna i Rågsveds centrum i anslutning till fritidsgården. HIghway målades på uppdrag av dåvarande fastighetsägaren Stock- holmshem AB i samarbete med fritidsgården efter det att initiativ tagits av SHOF själva.

Highway är unik i det att den är en av mycket få, kanske troligtvis den enda, graffitimålningen i Sverige och interna- tionellt av sådan hög ålder som finns bevarad i sin ursprungliga offentliga miljö. Ett fåtal större graffitiverk från 1980-talet finns kvar men det är ingen som på samma sätt som Highway förenar sådant konstnärligt uttryck och konsthistorisk betydelse med en lika bred samhälls- arkitektur och socialhistoria.
Highway och graffitin kan beskrivas som ungdomarnas svar på det moderna samhället. Den starka kopplingen mellan centrumbyggnaden och graffitimålningen gör att Highwyay och Rågsveds centrum tillsammans har höga arkitektur- historiska-, socialhistoriska- och samhällshistoriska värden. De utgör tillsammans en representation av det svenska folkhemmets bildningsideal och hur det påverkat såväl arkitekturens och stadsplaneringens form och innehåll, inte minst tydligt avläsbart i den ungdomsgård som planerades in i Rågsveds centrum från början och som haft stor bety- delse i svensk kulturliv.

Highway har ett tydligt samhälls- och socialhistoriskt värde i det att verket är en tydlig symbol för subkulturella motståndshandlingar mot en vuxenvärld och ett majoritetssamhälle. Traditionen av att med konst, musik och kultur ge ungdomar möjlighet till egenmakt går som en röd tråd genom Rågsveds historia, där punken, graffitin och Hiphop- kulturen är tydliga nedslag.
Då Highway är en del av den tradition av muralmåleri som finns i Rågsved har målningen även ett kontinuitetsvärde som tillsammans med verkets symbol- och identitetsvärden representerar det liv som levts i svenska förorter byggda under de så kallade rekordåren. Slutligen har Highway ett högt konsthistoriskt värde då den varit mycket viktig för graffitins tidiga utveckling i Sverige och därmed också den svenska samtidskonsten och svenska konsthistorien.

Utifrån de egenskaper och värden Highway har bedöms målningen vara särskilt värdefull från historisk, kultur- historisk, miljömässig eller konstnärlig synpunkt och därmed uppfylla kriterierna i Plan- och bygglagen 8 kap 13 §. Tillsammans med centrumanläggningen bedöms Highway därtill ha ett synnerligen högt kulturhistoriskt värde och sådana egenskaper att den bedöms uppfylla kriterierna för byggnadsminne enligt Kulturmiljölagens 3 kap.

Konservatorer med expertis på muralmåleri bedömer att det finns goda förutsättningar att restaurera Highway och ta bort den blå färg som målats över målningen 2019 förutsatt att bindemedlen i de olika färglagren är olika. Bedömning- en är även att det finns goda möjligheter att restaurera målningen och konsolidera originalfärgen som börjat flagna. En första konserveringsåtgärd bör vara att göra en förundersökning där specifika åtgärdsförslag kan arbetas fram.

Utredningen bör läsas tillsammans med konservator Elin Lundmarks PM (Lundmark 2020) och Jacob Kimvalls konst- historiska undersökning av Highway som görs parallellt med denna antikvariska undersökning.