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Corpi confinati (aprile 2021), 2021
Una lettura del lavoro fotografico di Francesca Woodman attraverso la didattica a distanza
Rivista: Critical Hermeneutics, 2024
In the following paper, we will focus in particular on the research and reflections carried out by the French anthropologist Philippe Descola, who offers us a useful perspective to radically rethink the conceptualisation that, through a millenary movement, has led our Western culture, represented by what he calls the Moderns (borrowing an expression from Bruno Latour), to objectify the natural environment and to deploy it as a separate and unmanageable entity to be dominated.
Continuiamo il nostro viaggio alla ricerca di simboli, luoghi e rituali che hanno caratteristiche peculiari e, ipoteticamente, comuni nonostante la lontananza nel tempo e nello spazio. Nei precedenti articoli (http://www.nurnet.net/blog/la-profezia-di-monte-daccoddi-1/ ; http://www.nurnet.net/blog/la-profezia-di-monte-daccoddi-2/) abbiamo parlato di simboli tra cui i " cerchi magici " che sono presenti in luoghi di culto o comunque sacri. Il nostro viaggio di oggi consiste nell'andare ad approfondire questi simboli cercare di trovare delle similitudini e fare dei paralleli. Questo per poter comprendere quello che determinate costruzioni hanno potuto significare per gli antichi e quello che trasmettono a noi, ai giorni nostri (FIGURA 1). I cerchi potrebbero essere ben rappresentati anche dai circoli di pietra megalitici. Abbiamo visto, nel precedente articolo, che questi hanno valenze magico-rituali, mettono in comunicazione il mondo dei vivi col mondo dei morti, dimensioni diverse, in alcuni casi, sono simboli d'acqua, di morte e rinascita, in altri astrali e calendariali, sono costruiti in luoghi naturali particolari, con caratteristiche paesaggistiche quali la vicinanza a corsi d'acqua, a luoghi geograficamente marcati o percorsi da energie sotterranee, quali quelle telluriche, magnetiche, cosmiche e acustiche. Cercheremo di legare questi siti alle pratiche religiose che vi si sarebbero svolte, in modo da attribuire una presunta vocazione cultuale, religiosa o di altra natura, tenendo sempre ben presente che, determinati monumenti, come quelli che analizzeremo, sono degli spazi che, da un certo periodo, venivano " cosmizzati " , come ben documentato dallo studioso Mircea Eliade, cioè spazi in cui, dal primo solco nel terreno fino alla posa dell'ultimo mattone, era ripetuto il primo gesto creativo dell'universo, sacralizzato e ritualizzato in uno spazio e in un tempo indefinito, in un ritorno ciclico all'atto primordiale che, forse, viene cristallizzato cioè racchiuso in un luogo dove esorcizzare la paura della morte, una zona franca, in quanto tale, ne era il simbolo più appropriato poiché richiama anche l'astro, la stella il pianeta immortale nel suo incedere perenne. Partiamo sempre dal sito per eccellenza, non solo per maestosità, ma perché da quel luogo sono arrivati dal Paleolitico e ripartiti alcuni dei simboli e dei rituali che vennero poi tramandati nel neolitico anche europeo, ne abbiamo diverse tracce nella penisola italiana in Sardegna, in Sicilia e, in alcuni casi, sono giunti fino ai giorni nostri, forse, con valenze diverse. Abbiamo parlato più volte del sito di Gobekli Tepe (GT), sul confine turco siriano, per cui entro subito nel merito volendo approfondire un argomento legato a questi luoghi che è lo sciamanesimo, rituale presente, probabilmente, già dal Paleolitico e che a Gobekli Tepe ha la sua consacrazione dal decimo millennio A.C. Ovviamente, non avendo nessun dato scritto, non abbiamo nessuna certezza, a meno che non vogliamo considerare i " geroglifici " presenti su alcune " Perdas Fittas " dagli occhi mediorientali una specie di scrittura, vedi la simil H o I, il cerchio, la mezzaluna, ecc., di cui non abbiamo traduzioni non essendo, al momento,
2023
A Roma, il convento altomedievale di San Cosimato fu attivo fino alla fine del XIX secolo, quando le suore clarisse ne vennero estromesse: oggi il complesso è adibito a usi assistenziali, doverosamente preponderanti sulle testimonianze storiche di cui restano una piccola chiesa, due chiostri, e una trentina di stemmi. Il volume comprende una succinta cronotassi araldica delle monache, di norma provenienti da famiglie nobili. ------------------------ In Rome, the early medieval convent of San Cosimato was active until the end of 19th century, when Poor Clare nuns were expelled from it: today the complex is used for welfare purposes, dutifully preponderant on historical testimonies of which remain a small church, two cloisters, and about thirty coats of arms. The volume includes a brief heraldic chronology of nuns, usually coming from noble families.
https://www.diamtrader.net/2023/03/gemme-e-corpo-parte-12.html, 2023
Le pietre preziose sono da sempre un aiuto alla salute. Oggigiorno questa tradizione e' stata relegata al ruolo di medicina alternativa o, piu' spesso, bollata come superstizione. Tuttavia questa pratica e' antica quanto l'uomo.
Menelique, 2022
Il popolo basco scelse lo sport della pelota come simbolo della propria identità nazionale. Il campione di pelota è il plaza-gizon, l’uomo che incarna la piazza e quindi la comunità. Non c'è spazio per le donne, ridotte a riproduttrici che danno corpo alla nazione.
Mosaico Italiano, 2017, ISSN 21759537, 2017
I corpi di Pasolini Negli ultimi tre anni di vita Michel Foucault aveva cominciato ad affrontare nei suoi scritti e nei suoi corsi, l’ultimo dei quali al Collège de France, il concetto greco di parresia. Ossia, il dire tutto, senza filtri, senza maschera, e volerlo dire a chiunque; o in altre parole, secondo il titolo del succitato corso, praticare il coraggio della verità. Quindi, non semplicemente libertà di espressione, quanto piuttosto l’esprimere le proprie idee, in modo puro e sincero, senza calcoli e compromessi con le convenzioni del potere, anche a costo di sacrificare, socraticamente, la propria vita. Impossibile trovare, secondo questa ipotesi, un esempio di parresia più eclatante, calzante e per tanti versi irripetibile di quello incarnato da Pier Paolo Pasolini sulla scena civile e culturale dell’Italia che risorge dalle ceneri del dopoguerra. Al di là delle note teorie di suicidio, su quel “farsi ammazzare”, sostenute da Giuseppe Zigaina, c’è comunque ritagliato in tutta la vicenda- Pasolini una sorta di itinerario di passione cristica tragicamente votata ad un sacrificio finale. Quasi come fine ineluttabile e al contempo straordinariamente simbolica, in cui dietro alla mano del carnefice si nascondono idealmente le tante istanze conservatrici che volevano vedere questa figura, scomoda e irriverente, tacere per sempre. Ma soprattutto, quel che colpisce nell’impegno dell’artista e dell’intellettuale è il coinvolgimento totale del corpo sino al martirio finale, a configurare un completo atto parresiastico, come un Diogene di Sinope, per esempio. Certo Pasolini non era un cinico, in senso filosofico, mai si era allontanato dai piaceri e dai beni fisici e materiali, anzi aveva capito in anticipo la performatività dell’immagine, ne aveva fatto un linguaggio. Immagine curata, mostrata, esibita, anche in modo narcisistico, durante la vita. Da qui, dunque, i tanti corpi pasoliniani. Attorno a questo tema si concentrano gli straordinari contributi di questo numero, arricchiti da tante immagini di Pasolini, alcune di queste tratte dalla collezione privata di Giuseppe Garrera, esibite nel corso di un’esposizione a Roma, a cura di Alessandro Dandini de Sylva. Per una malaugurata svista nell’impaginazione, sullo scorso numero di gennaio (Poeti contemporanei 6) non è stata pubblicata, come da sommario, la poesia inedita che ci era stata gentilmente concessa da Fabio Franzin. La presentiamo ora con le nostre più sentite scuse all’autore. Anzi, raddoppiamo e ne presentiamo anche un’altra. In chiusura, attraverso una recensione del suo ultimo lavoro, vogliamo segnalare un’altra accurata e originale ricerca condotta da un amico, ancorché condirettore e instancabile animatore di questo foglio, Fabio Pierangeli. Buona lettura, Andrea Santurbano e Patricia Peterle INDICE Il corpo di Pasolini. Considerazioni intorno ad un’esposizione Sebastiano Triulzi I corpi di Pasolini Istvan Puskas Pier Paolo Pasolini, poeta di vita Laura Pacelli Pasolini e Nievo, un possibile dialogo interrotto troppo presto Fabio Pierangeli Poesia Il poeta all’incontro con l’altro: Fabio Franzin a cura di Patricia Peterle e Elena Santi Poesie di Fabio Franzin Recensioni Ungaretti e il secondo mestiere: il poeta-giornalista sotto il fascismo Franco Zangrilli Rubrica Saper giudicare Francesco Alberoni PASSATEMPO Aprile 2017 Editora Comunità Rio de Janeiro - Brasil www.comunitaitaliana.com [email protected] Direttore responsabile Pietro Petraglia Editori Andrea Santurbano Fabio Pierangeli Patricia Peterle Revisore Cristina Falanga Grafico Wilson Rodrigues
Vikings in Aquitaine and their connections, ninth to early eleventh centuries , 2021
Arte e Investigación Multidisciplinar. Música y Educación, 2018
Ниш и Византија XXI, 2023
Journal of Women's History, 2023
Agroecology and Sustainable Food Systems, 2019
Global Conference on Business and Social Sciences Proceeding, 2022
Journal of Muslim Minority Affairs, 2011
Punto de vista, 2019
arXiv (Cornell University), 2011
Journal of the Japanese Society of Revegetation Technology, 1997
Public Culture, 2001
Revista Biotecnología y …, 2010
Carbohydrate Polymers, 2017
Jurnal Manajemen, 2023
Molecular and Cellular Biology, 2008