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G. D'Acunto- A. Meccariello (edd.) Fenomenologia Etica dialogica Antropologia dell’alterità, 2019
aut-aut, 362, maggio 2014, p. 49-74.
Metodo, modernità, ragione, personalità, identità, sono tutti aspetti-chiave che caratterizzano la percezione del sé collettivo nella nostra civiltà cosiddetta occidentale. Quando si tratta di valutare una civiltà ritenuta altra e orientale, come quella araba, non di rado essi diventano termini di paragone e metri di giudizio. Proviamo a vedere come gli stessi concetti vengono percepiti in quella cultura, e se sussistono differenze tali, da poterne dedurre che il rapporto fra le due visioni del mondo sia criticamente dialettico – in senso storicamente costruttivo – oppure virtualmente antagonistico.
Partendo da una recensione dell'attesa nella poesia del Montale 1925-1949, l'autore stringe l'obiettivo su "Satura" (1970) dove il tema è particolarmente importante e affrontato in tre diverse chiavi narrative, simboliche e filosofico-interpretative: la funzione biografica (le poesie dedicate al "tu" femminile: la Mosca in particolare), la funzione storico-allegorica (il dialogo-scontro fra l'"io" lirico e un Tu superegotico che può indicare la Storia), la funzione metapoetica-teologica (il lasciarsi andare, o il mettersi nelle mani di un Tu che comprende la poesia con la 'p' maiuscola e un Dio sempre più invisibile, ma, paradossalmente, sempre più eloquente attraverso le intermittenze/cortocircuiti del "paretaio" vitale-sociale).
GUD A magazine about Architecture, Design and cities, 2020
Through the notes of this paper, we intend to explore, in the vast field of architecture, some fragments and reflections regarding the theme of limit and separation, in relation to the self and multiplicity. The dualistic mechanisms that govern the functioning of rational thought, the division into two fields and the localization, are reduced to a single essence. The volume of the circumference with an infinite radius therefore coincides with a single whole, an absolute place in which the formation of limits and caesuras depends on the will of some already separate entity. The fundamental geometric entities – the dotted line, the dotted plane, the totality of the points that make up the space – are the elements of caesura, principles that allow us to articulate an otherwise indistinct continuum in sensible fractions. Are briefly defined some concepts concerning the house, the basic cell of the city, which is seen as the space of the psyche of its inhabitants. The city is the space of the socially and politically determined collectivity. The separation between the domestic space and the external environment is marked by symbolic caesuras, pure delimitation signs, which, translated from the geometric space of the drawing to the psychophysiological space of material reality, represent the almost alchemical act of transmutation of the architectural logos, the drawing, in plastic material. The language of architecture in the digital age, reduced to the yes/no of binary language, materializes in virtual space through pixels, indivisible and discrete atoms. Virtual space can be considered as a three-dimensional plot of switch points, objects that manifest only spatial relations. Isotropic, homogeneous, infinite, ascalar, virtual space is an expression of the most abstract geometry, place where the possibility of the ideal perfection of forms is realized, but also a dangerous place, where you can get lost. The amazement, the surprise, the wonder, the casual encounter with the other, are the elements of the real space that we go through every day, moments in which the separate entities, recognized their own common origin and essence, resonate, in the mutual seduction of their newfound unity. It is in the continuous pulsation between unity and separation, between the self and the collective, that the individual makes his journey, led between cities, landscapes, houses, limits and openings. A panorama on which to project one's most intimate space, but from which to draw the other, a process of mutual fertilization, a whirlwind and inseparable relationship between the self and multiplicity.
The paper examines the soliloquy activity by means of some conceptual artifacts borrowed from three research programs: 1) the Enunciative Narratology of René Rivara; 2) the Theory of Predicative and Enunciative Operations of Antoine Culioli; 3) the Dialogical Syntax of John Du Bois. It is composed by three parts. In the first one, we discuss some definitions of soliloquy. The second part is devoted to the analysis of some aspects of such activity with particular reference to some language operations: a) laminations of voice; b) construction of the (interior) co-enunciator. Finally, in the last part we examine some questions that remain open in the debate on soliloquy activity.
Secondo il Wittgenstein delle Ricerche filosofiche se c’è sofferenza nel mondo ciò che importa è che qualcuno sta soffrendo. Quando una persona sente dolore gli si rivolgono parole di conforto, “a lui si guarda negli occhi”1. Come osserva Mulhall il dolore di un Altro non è semplicemente un fatto fra gli altri che lo riguarda, non si può trascurare di osservarlo, al contrario si tratta di una condizione che avanza una pretesa. Richiede una risposta… da me. Rispondere ai dolori degli altri si configura come una caratteristica del nostro essere umani, mancando ciò o non si è compreso il significato stesso della parola “dolore”, oppure si imbocca la via della vuotezza spirituale e quindi dell’indifferenza. Cavell in Must we mean what we say? introduce il concetto di riconoscimento, secondo il quale non basta che si sia certi che un essere umano soffre. È altresì necessario riconoscere questa sofferenza, pena il rifiuto del concetto di relazione interpersonale e quindi la perdita del concetto di persona. Il riconoscimento di cui parla va oltre il sapere, non per quanto riguarda il piano del contenuto, ma in quanto pretende che si faccia qualcosa sulla base di questo sapere.
Anima, corpo, relazioni. Storia della filosofia da una prospettiva antropologica, 2022
Autori: Barbotti Marta, Casarotti Benedetta, Lena Lucrezia, Prelli Francesca, Romagnoli Massimiliano, Zatti Simone Parlare oggi di indifferenza non significa solo gettare uno sguardo sui drammi del secolo scorso, di cui Liliana Segre è eccezionale testimone, ma anche riconoscere in essa uno –forse il più grande – male dei nostri tempi. L’indifferenza emerge prepotentemente «nel momento in cui non riusciamo più a volere bene alla realtà, nel momento in cui ci sembra che nessun altro ci voglia bene» Essere indifferenti significa non riuscire ad instaurare i giusti legami con il mondo esterno e con le altre persone, oltre che rinunciare a ricercare attraverso gli altri la nostra vera natura. La condizione storica attuale ci mette di fronte al pericolo di una recrudescenza di questo male: privati della presenza dell’altro, rischiamo di chiuderci in una monade, indifferenti a tutto e a tutti. Tuttavia, proprio nell’esperienza della distanza ci è stata data la possibilità di ridefinire i nostri rapporti con gli altri, arricchendoli in modi che non ci saremmo mai immaginati; paradossalmente, la distanza ha permesso di sentire l’altro in un modo nuovo. Scopo di questo lavoro sarà dunque cercare di esplorare il rapporto tra indifferenza e distanza, laddove la prima non è immediata conseguenza della seconda, anzi: una giusta distanza è presupposto fondamentale per creare una comunità non indifferente, come direbbero i porcospini di Schopenhauer. In questo senso, si cercherà prima di tutto di mostrare, analizzando l’esperienza totalitaria novecentesca, come proprio la fusione totale e la cancellazione di ogni distanza creino l’indifferenza, che del totalitarismo è componente essenziale. In seconda battuta, ripercorrendo il pensiero di M. Scheler, E. Mounier ed E. Stein, si mostrerà come sia possibile pensare i rapporti interpersonali e comunitari proprio a partire dalla dimensione della distanza.
Journal for the study of Judaism, 2024
Kwartalnik Historyczny, 131, 215-242, 2024
American Journal of Drug Delivery and Therapeutics
Horizontes Antropológicos
Revista de Processo, 2023
Journal of Asian Research, 2019
Zbornik sveučilišta Libertas, 2023
Daniel Matthew - ETS Psikologi Orang Dewasa, 2024
IEEE Transactions on Image Processing
Journal of AOAC INTERNATIONAL, 2014
Berghahn Books, 2011
Peer Community Journal, 2023
Rhythm in Cognition and Grammar, 2015
Journal of Cardiovascular Development and Disease, 2018