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Ripreso dal libro: G. Cusinato, Periagoge, Verona 20172, p. 144 4.1.4 De-siderio come de-costellazione Il verbo latino «desiderare» deriva dal composto latino della particella «de» – che può indicare una mancanza oppure un’azione distruttiva1 – con il termine sidus, sideris (plurale sidera), che significa «stella». Ora è risaputo che fin dall’antichità per decifrare il cielo stellato, le stelle («sidera») venivano raggruppate in costellazioni e queste servivano ad orientarsi ad es. nella navigazione nel mare. De-siderare esprime pertanto due significati diversi a seconda di come viene interpretata la particella «de»: 1) Sentimento di una «mancanza di costellazioni», cioè di punti di orientamento. In questo caso il desiderio esprimerebbe la nostalgia verso i punti di riferimento che sono venuti a mancare. 2) «De-costellare» nel senso del tentativo di distruggere («de-» come nel caso di «de-costruire») la costellazione che imprigiona, come un destino, la mia esistenza attuale. In questo secondo caso non ho nostalgia della costellazione che aveva orientato la mia esistenza e che ora non vedo più, perché magari coperta dalle nuvole, ma al contrario provo una profonda insoddisfazione nei confronti della costellazione che mi orienta e questa insoddisfazione mi spinge ad allontanarmi da essa per cercare una nuova costellazione che ancora non vedo. Nel desiderare provo un’insoddisfazione nei confronti del mio attuale destino (la costellazione che ha guidato la mia esistenza) e lo «de» costruisco per pormi alla ricerca di una nuova costellazione, di un nuovo inizio della mia esistenza. Nel superare la costellazione che ha orientato la mia esistenza in realtà permetto alla mia esistenza di deragliare dai binari del fatalismo. Nell’italiano «de-costruire» o «de-strutturare», la particella «de-» indica appunto l’azione di disfare e disgregare una costruzione o una struttura. 1