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Vita del Maestro Ricci,
Xitai del Grande Occidente
大西西泰利先生行蹟
Daxi Xitai Li Xiansheng Xingji
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©Fondazione Civiltà Brescian – Centro Giulio Aleni – Brescia
Ottobre 2010
ISBN ….
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Giulio Aleni
Vita del Maestro Ricci,
Xitai del Grande Occidente
大西西泰利先生行蹟
Daxi Xitai Li Xiansheng Xingji
a cura di Gianni Criveller
Fondazione Civiltà Bresciana – Centro Giulio Aleni - Brescia
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Dedico questa opera alla preziosa memoria di Paolo Xu Guangqi,
il più grande discepolo di Matteo Ricci,
colonna della chiesa cinese, padre della chiesa di Shanghai.
Con l’auspicio che la santità di vita di Paolo Xu e Matteo Ricci
venga presto riconosciuta e proposta alla chiesa universale.
Avvertenza e ringraziamenti
La traduzione dal cinese della biografia di Matteo Ricci scritta da Giulio Aleni e la
postfazione di Li Jiubiao ha seguito vari passaggi. Il primo è stato compiuto da Stanislaus Lee, che ha trascritto il testo e ha proposto una prima punteggiatura e traduzione.
Savio Hon ed io abbiamo rivisto la traduzione, apportando numerose e spesso radicali
modifiche. Savio Hon ha anche appositamente scritto un saggio circa lo stile linguistico
dell’opera.
Hanno inoltre collaborato alla revisione del testo, senza però prendere responsabilità circa la traduzione, Lanfranco Fedrigotti (soprattutto per la traduzione degli uffici dei
funzionari cinesi e la cura del testo italiano), Giovanni Battista Sun, Mario Marazzi e
Paolo De Troia. John Cheung ha generosamente collaborato all’analisi comparata
dell’edizione del 1919 rispetto a quella del 1630.
A tutti loro va il mio ringraziamento per la preziosa e paziente collaborazione.
Io ho trascritto il memoriale di Wu Daonan e l’iscrizione di Wang Yinglin, suddiviso tutti i testi in paragrafi, scritto le note, le introduzioni e le note biografiche delle 90
persone citate nei vari documenti (74 cinesi e 16 europei).
Come responsabile del progetto, lo sono anche degli eventuali errori e imperfezioni.
Nel maggio 2010 parte del materiale incluso nel presente volume fu pubblicato sotto il titolo di La vita del Matteo Ricci scritta da Giulio Aleni (1630) da Fondazione
Internazionale P. Matteo Ricci, Macerata e Fondazione Civiltà Bresciana – Centro Giulio Aleni, Brescia. Rispetto al precedente, il presente volume offre il saggio di Savio
Hon; la supplica di Wu Daonan e l’iscrizione di Wang Yinglin con relativo apparato
critico; la riproduzione anastatica dell’edizione del 1630. L’introduzione critica è stata
rivista ed ampliata in modo significativo. La traduzione e le note hanno subito solo
poche modifiche.
Hong Kong 31 luglio 2010
G. C.
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Presentazione
La Vita del Maestro Ricci, Xitai del Grande Occidente, scritta da Giulio Aleni, tradotta dal cinese e annotata, insieme alla postfazione di Li Jiubiao, al memoriale di Wu
Daonan e l’iscrizione di Wang Yinglin costituiscono in assoluto uno dei più validi ed
originali omaggi alle grandi figure di p. Matteo Ricci, nel IV Centenario della sua morte, e a p. Giulio Aleni. La vicenda qui narrata contribuisce ad una più profonda conoscenza di due personalità che hanno fatto da ponte religioso e culturale fra due mondi,
ma che non sono ugualmente note: mentre Ricci è giustamente acclamato e celebrato;
Aleni, pur studiato da un numero crescente di studiosi in tutto il mondo, è ancora quasi
sconosciuto al grande pubblico, persino nella sua stessa città.
Da queste dense pagine emerge la personalità di due veri pionieri. Essi hanno messo
in atto due stili di approccio culturale, due modi di comunicarlo, due diversi obbiettivi:
il primo, Ricci, l’annunciatore; il secondo, Aleni, il divulgatore di alta qualità che ha
conquistato, in Cina, il titolo di Confucio d’Occidente; per il primo, la corte e il rapporto con gli alti funzionari e letterati, per il secondo la cultura diffusa nella società, tra
gli intellettuali del tempo e tra le vaste masse, per raggiungere nuovi campi di evangelizzazione. Due figure accomunate dagli stessi interessi e attività culturali, che ricevono
da questo volume nuova luce, in rapporto sia alla loro biografia sia all’ambiente nel
quale operarono, con dedizione ed intelligenza straordinarie.
Il volume che qui presentiamo contribuisce ad allargare la mappatura delle presenze
missionarie in Cina, originate da diverse città e chiese locali, concorrendo alla conoscenza di quella che Gottfried Leibniz ha definito “la più grande impresa dei nostri
tempi, tanto per la gloria di Dio quanto per il bene comune degli uomini e il progresso
delle scienze e delle arti, da noi come presso i Cinesi”.
Un grazie sentito va a Elvira Cassetti Pasini, alla prof.ssa Simona Negruzzo, a
Gianfranco Cretti, a Huang Xiufeng e agli altri collaboratori del Centro Giulio Aleni,
per la cura dedicata a questo volume.
Don Antonio Fappani
Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia
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Prefazione
È per me un onore introdurre con questa breve nota il presente volume che offre, per la prima volta tradotta in italiano, la biografia di Matteo Ricci scritta da
Giulio Aleni. Si tratta di un’opera che viene finalmente messa a disposizione
del lettore occidentale grazie al paziente lavoro di Gianni Criveller; il testo,
infatti, fu scritto da Aleni non nella sua lingua madre, l’italiano, bensì in cinese
letterario, la lingua dei mandarini dell’epoca a cui la biografia era destinata.
Grazie a quest’opera il lettore non soltanto ha l’opportunità di conoscere la storia di Matteo Ricci e di leggere la descrizione degli avvenimenti più importanti
della sua vita, ma ha l’opportunità di conoscerlo attraverso un’opera molto speciale, nata per il lettore cinese e per dare legittimità e fama imperitura al missionario italiano. Il genere biografico, infatti, godeva in Cina di un ruolo importante: attraverso le biografie, pubblicate di solito in appositi capitoli delle
cronache ufficiali, si tramandavano esempi di vita di personaggi illustri considerati degni di essere presi ad esempio, così come descrizioni di vite dissolute e
malvagie, come monito per i posteri.
La biografia di Matteo Ricci, qui tradotta e annotata per la prima volta in lingua
italiana, ci racconta di come Ricci entrò in Cina e di come faticosamente riuscì
ad ottenere la fiducia dei letterati dell’epoca. Come già ampiamente dibattuto,
Ricci fu uno dei primi, insieme a Michele Ruggeri, ad applicare il metodo di
evangelizzazione pensato e voluto da Valignano, quello dell’inculturazione:
cercare punti di contatto tra la religione cristiana e quelle dei cinesi, imparare la
lingua, utilizzare le scienze come tramite per la diffusione del cristianesimo.
Sia l’opera di Ricci, il personaggio qui celebrato, sia quella di Aleni, l’autore di
quest’opera, sono degli esempi mirabili del metodo suddetto. Matteo Ricci iniziò l’opera tentando di convertire i cinesi dall’alto, dalla corte imperiale, conquistandosi la fiducia dei letterati di Pechino con il suo ingegno e la sua grande
cultura. Giulio Aleni cercò, invece, di fare proseliti dal basso, lontano dal potere centrale, lavorando nella remota provincia del Fujian dove visse e morì nel
1649.
L’opera di questi personaggi è importantissima da molti punti di vista: tramite
gli scritti e le traduzioni di missionari come Ricci e Aleni si assiste ad un massiccio fenomeno di trasmissione della cultura, nel loro caso cultura occidentale
che venne, così, portata in Cina; le opere di questi missionari sono importanti
anche da un punto di vista linguistico, poiché molti neologismi creati da Ricci e
Aleni si diffusero nella lingua cinese; gli appunti, le lettere, i diari e i quaderni
di studio di Ricci e di altri, infine, sono ricchi di notizie e dati preziosi per tanti
aspetti della cultura e della lingua cinese dell’epoca, e quindi strumento utilissimo per lo studioso.
Il lavoro di Criveller, secondo volume della collana Opera Omnia di Giulio
Aleni, traduce un’opera poco nota, probabilmente non la più celebre del gesuita
11
bresciano, ma forse proprio per questo motivo ancor più meritevole di attenzione e di fatiche: essa è un'altra preziosa tessera di quel grande mosaico che è
la storia dei nostri connazionali gesuiti in Cina. Spesso dimenticata e relegata
nelle pagine minori della storia, l’impresa di Ricci e dei suoi confratelli, soprattutto in questi anni nei quali la Cina è destinata ad essere sempre più al
centro della politica e dell’economia internazionali, dovrebbe invece essere
oggetto di attenzione e discussione.
Paolo De Troia
Roma, agosto 2010
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Introduzione alla
Vita del Maestro Ricci,
Xitai del Grande Occidente
Il missionario gesuita bresciano Giulio Aleni nel 1630 pubblicò la biografia
del confratello Matteo Ricci, Vita del Maestro Ricci, Xitai del Grande Occidente, 大西西泰利先生行蹟 Daxi Xitai Li Xiansheng Xingji (d’ora in poi Vita
del Maestro Ricci), la prima scritta in lingua cinese, a Fuzhou 福州 (Fujian),
a venti anni dalla morte del fondatore della moderna missione cattolica in Cina.
Aleni, che si era stabilito in Cina nel 1613, era impegnato da cinque anni in una
intensa attività missionaria nella provincia meridionale del Fujian.
Matteo Ricci e Giulio Aleni, due vite incrociate
Come affermato da Aleni nella presente biografia, Ricci ed Aleni non si sono mai incontrati. Eppure la loro vita è profondamente collegata. Forse nessuno,
come Aleni, si avvicina a Matteo Ricci per personalità, formazione, spiritualità,
genialità, ecletticità, erudizione, zelo, numero di opere scritte, stile e metodo
missionario. Tra i vari missionari che si sono succeduti a Ricci, nessuno ne ha
raccolto l’eredità tanto felicemente quanto Giulio Aleni. Ed Aleni è riuscito a
completare l’opera iniziata da Ricci, il quale non poteva che aprire la strada,
dare legittimità e sicurezza alla presenza cristiana, affinché poi missionari come
Aleni potessero dispiegare in pieno l’attività apostolica, in particolare attraverso la predicazione del kerigma della morte e resurrezione di Gesù. Nell’agosto
del 1599 Ricci scrisse all’amico Gerolamo Costa S. J.
Il tempo in che stiamo nella Cina non è anco di raccolta, anzì né di
seminare, ma di aprire i boschi fieri [...]. Altri verranno con la gratia
del Signore che scriveranno le conversioni e fervori de’ christiani; ma
sappi V. R. che fu necessario prima fare questo che noi facciamo.1
Una volta ottenuta la libertà della predicazione, Ricci credeva che sarebbe
stato possibile “convertere infinita moltitudine di essi in brieve tempo”.2 Mentre nel corso della sua predicazione orale Ricci annunciò Gesù Cristo, i suoi
scritti ne parlano relativamente poco, impegnato come era, nella sua attività
letteraria, a preparare il terreno filosofico e religioso affinché la predicazione di
Gesù fosse accolta, anziché respinta. Aleni invece, che pur come Ricci scrisse
molto di scienza e filosofia, si dedicò soprattutto all’annuncio diretto di Cristo,
dedicandogli numerosi libri, soprattutto la Vita del Signore del Cielo incarnato, 天主降生言行紀畧 Tianzhu jiangsheng yanxing jilüe (1635) e la Vita
illustrata del Signore del Cielo incarnato 天主降生出像經解 Tianzhu jian1
2
Lettere, pp. 361-362.
Lettere, p. 362.
13
gsheng chuxiang jilüe (1637) e scrivendo di “conversioni e fervori de’ cristiani”.
Nella biografia di Ricci (nn. 118-119), Aleni attesta che egli fu scelto ed inviato in Cina sulla base della richiesta di Ricci di assegnare alla Cina missionari scienziati, soprattutto nelle scienze matematiche, astronomiche e cartografiche. Dopo due falliti tentativi di stabilirsi in Cina, nel 1613 Giulio Aleni raggiunse finalmente Pechino, recandosi presso la tomba di Ricci a rendere omaggio al grande predecessore. Le date biografiche delle due figure, Ricci ed Aleni,
sembrano in qualche maniera incrociarsi. Giulio nasceva nel 1582, quando
Ricci, 30 anni, raggiungeva Macao, in Cina, per iniziarvi la sua ‘ascesa a Pechino’. Matteo, a sua volta, era nato 30 anni prima, nel 1552 (6 ottobre), quando Francesco Saverio moriva nell’isola di Shangchuan 上川 (3 dicembre), alle
porte della Cina. Verso la fine del 1610 (o nel gennaio del 1611), il giovane
Giulio arrivava a Macao: Ricci era morto a Pechino nel corso dello stesso anno.
La vicenda missionaria di Ricci in Cina può essere letta come una lunga e
drammatica ‘ascesa a Pechino’, un viaggio fatto di tappe di avvicinamento, dal
sud al nord, verso la capitale dell’impero. Le tappe dell’ascesa di Ricci, ripercorse anche nella presente biografia, sono Macao (1582-1583), Zhaoqing 肇慶
(1583-1589), Shaozhou 韶州 (oggi Shaoguan 韶關, 1589-1595), Nanchang
南昌 (1595-1599), Nanchino (1599-1600), Linqing 臨清 (presso Tianjin 天
津, 1600); Pechino (1601). Il progetto di Matteo Ricci era quello di instaurare
presenze cristiane nelle città principali della Cina e di assicurare la legittimità e
la sicurezza della predicazione cristiana, un risultato ottenibile soltanto agendo
con particolare attenzione presso la classe dirigente e raggiungendo Pechino,
per ottenere dalla corte un assenso, almeno implicito. Anche in Europa i gesuiti
stabilivano le loro residenze al centro delle città più importanti, con scuole di
alta qualificazione scientifica, che miravano alla educazione delle classi dirigenti.
Il percorso di Giulio Aleni fu, in qualche modo, inverso. Egli non scelse
Pechino - la capitale del nord raggiunta nel 1613 - come centro della sua attività evangelizzatrice. Per una dozzina d’anni Aleni operò, quasi come un missionario itinerante, tra Shanghai e Hangzhou, ovvero tra le residenze di Paolo
Xu Guangqi 徐光啟 e quella di Michele Yang Tingyun 楊廷筠, spingendosi
nelle province dell’Henan, Shanxi e Shaanxi. Le opere che pubblicò in quel
primo periodo furono principalmente di carattere scientifico.
Nel 1624, ad Hangzhou, Aleni fece un incontro con un uomo, che cambiò la
sua vita: l’ex gran segretario Ye Xianggao 葉向高, l’altissimo funzionario legato in modo assai importante a Matteo Ricci, come vedremo nella presente
biografia. Ye Xiangago e Ricci si erano incontrati a Nanchino nel 1599, e poi
ancora un paio di volte a Pechino, dove nel 1607 Ye assunse la carica di Gran
Segretario. Nel 1610 egli aveva sostenuto la richiesta, che era formalmente stata inoltrata proprio a lui, affinché fosse concessa da parte dell’imperatore un
terreno per la sepoltura di Ricci. Un privilegio che da solo avrebbe avuto la
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valenza di un riconoscimento ufficiale non solo dell’opera di Ricci, ma della
legittimità della presenza cristiana nell’impero. Ye Xianggao fu dunque una
delle figure chiave per la trasmissione della memoria di Ricci nella civiltà cinese.
Nell’agosto del 1624 Ye fu costretto a lasciare Pechino per il supporto che
aveva offerto ai membri del partito riformatore Donglin 東林. Sulla via della
sua nativa Fujian, egli si fermò ad Hangzhou dove conobbe Giulio Aleni, rimanendone fortemente impressionato. Aleni, almeno nel circolo dei suoi discepoli, veniva già definito con l’appellativo del tutto eccezionale e persino
incredibile, di “Confucio dell’Occidente”, 西來孔子 Xilai Kongzi. Ye invitò
Aleni a seguirlo nella sua provincia natale del Fujan. Aleni attuò così un ulteriore passaggio al sud, portando il cristianesimo in una provincia che, a causa
della propria tradizione marittima e emigratoria, era da tempo un territorio particolarmente esposto ad una pluralità di presenze religiose.
Prima di morire, nel 1627, Ye Xianggao partecipò ad un pubblico dibattito
su tematiche religiose a cui parteciparono oltre che Aleni, Cao Xuequan 曹
學佺, un famoso letterato, poeta e alto funzionario. Nel 1629 le conversazioni,
che si erano protratte per due giorni, furono pubblicate nell’opera Le dotte
conversazioni di Fuzhou, Sanshan Lunxueji 三山論學紀 [Sanshan 三山, Le
tre montagne, era un antico nome per la città di Fuzhou]. Di Ye Xianggao è pure una poesia in onore di Giulio Aleni, già pubblicata in cinese e italiano.3
Giulio Aleni proseguì la missione di evangelizzazione in Fujian fino alla fine dei suoi giorni, il 10 luglio 1649, a 67 anni d’età e 38 di missione in Cina.
La sua attività missionaria è conosciuta soprattutto grazie all’opera di un importante collaboratore, il letterato cristiano Li Jiubiao 李九標, che registrò nel
Diario delle esortazioni orali, 口鐸日鈔 Kouduo richao, 1640, la sua predicazione orale nel corso del decennio 1630. Li Jiubiao è anche l’autore della
postfazione alla Vita del Maestro Ricci.
L’importanza della Vita del Maestro Ricci
Una delle caratteriste principali della biografia di Aleni, come notato anche
da Albert Chen,4 sta nell’ampia lista di 55 funzionari e letterati, tra cui alcuni
della massima importanza, che vennero in contatto con Ricci. Si tratta di un
aiuto indispensabile per la comprensione delle lettere e Della entrata della
Compagnia di Giesù e Christianità nella Cina (d’ora in poi Della entrata),
l’opera scritta negli ultimi due anni di vita, ove Ricci narra la sua vicenda missionaria. La Vita del Maestro Ricci permette identificare numerosi personaggi
di cui nelle lettere e in Della entrata non viene fornito il nome, o esso è riferito
usando una romanizzazione che risulta spesso di incerta comprensione. Lo studioso che più si è avvantaggiato delle informazioni offerte da Aleni è stato il
3
4
Fonti Ricciane, II, p. 42; Brezzi, De Troia, Di Toro e Lin (2005), p. 73.
Chen (2002), p. 499.
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noto sinologo gesuita del XX secolo Pasquale D’Elia, il quale, nelle sue Fonti
Ricciane, un testo fondamentale per ogni studio su Matteo Ricci, cita 39 volte
la biografia di Ricci scritta da Aleni come fonte per l’identificazione dei personaggi cinesi che si intersecano con la missione di Ricci. L’opera di Aleni è
dunque “un importante documento per lo studio della prima missione gesuitica
in Cina”.5
Matteo Ricci incontrò alcune tra le persone più importanti della Cina del suo
tempo, con cui ebbe strette relazioni. Il curriculum di questi personaggi, riportato nelle note biografiche, suggerisce che gli alti mandarini che maggiormente
favorirono Ricci passarono alla storia negli Annali della dinastia Ming, 明實
錄 Mingshilu, come persone integre e amate dal popolo. Alcuni di coloro che
si opposero ai Gesuiti furono considerati negativamente anche nella storiografia cinese.
Tra gli amici di Ricci si distinguono alcuni che appartengono alla prestigiosa e antica accademia Hanlin 翰林, garanzia insuperabile di eccellenza, in
quanto la prestigiosissima istituzione imperiale, fondata nel corso della dinastia
Tang, era incaricata, tra le altre cose, dell’interpretazione dei classici confuciani.
Altri amici funzionari simpatizzavano per l’accademia Donglin 東林, da cui
derivava un movimento culturale e politico che si prefiggeva la riforma della
nazione per salvarla dall’imminente collasso.
Tra i buoni amici di Ricci notiamo anche qualche simpatizzante del buddismo, nonostante l’avversione di Ricci per quella religione e per i monaci buddisti.
La Vita del Maestro Ricci scritta da Aleni è preziosa anche per alcune informazioni di cui risulta essere l’unica fonte. Tra esse il curioso dettaglio che,
nel corso della storica udienza del 25-27 gennaio 1601, l’imperatore non avesse
ricevuto Ricci di persona, ma lo scrutò stando “dietro ad una tendina” (n. 57).
Un’altra preziosa informazione è che Ricci teneva un diario personale dove
annotava riflessioni spirituali, un diario non sopravvissuto fino a noi e che Aleni afferma aver avuto tra le mani (n. 101). Questa biografia è la fonte anche del
dialogo tra un eunuco e Ye Xianggao circa le ragioni del privilegio della sepoltura accordato a Ricci (n. 115). Infine appare sorprendente l’affermazione che
la Signora Qu Rukui, dopo la morte di Ricci, avesse con sé alcuni suoi manoscritti (n. 116).
I sei scritti dell’edizione del 1630
Abbiamo due edizioni antiche dell’opera, datate Fuzhou 1630: una conservata presso l’Archivio Romano della Compagnia di Gesù (Collezione Japonica-Sinica, III, 23.3b) riprodotta nel presente volume, ed una presso la Biblioteca Apostolica Vaticana (Collezione Borgia cinese, 350.3). Aleni vi ha incluso
ben sei documenti. Il principale è la biografia di Ricci scritta da lui stesso, di 12
5
Chen (2002), p. 499.
16
folios (24 pagine), per un totale di 8000 caratteri circa, che qui viene trascritta,
tradotta e annotata.
Lo scritto di Aleni è preceduto da uno testo intitolato Vita di Xitai Ricci, del
Grande Occidente, 大西利西泰字傳 Daxi Li Xitai Zichuan, ad opera di
Zhang Weishu 張維樞, un letterato che incontrò Ricci negli ultimi anni della
sua vita. La biografia di Ricci scritta da Zhang, probabilmente il primo autore
cinese a scrivere la vita di un missionario, è di 5 folios e mezzo, dunque lunga
meno della metà di quella di Aleni. La fonte dello scritto di Zhang è lo stesso
Aleni, o forse i due autori si sono completati a vicenda. Si può facilmente supporre che Zhang Wenhui ha potuto essere di aiuto ad Aleni per ricostruire i nomi dei letterati cinesi e i loro titoli. Nello sforzo di essere breve, secondo Alberto Chan, l’unico studioso contemporaneo che abbia preso in mano lo scritto
di Zhang, “il significato di alcuni passaggi è diventato oscuro e si deve consultare l’opera di Aleni per poterne comprenderne meglio il significato”.6 Essendoci concentrati sull’opera di Aleni, lasciamo all’iniziativa di altri lo studio e la
traduzione in lingua europea dell’opera di Zhang Weishu, che non viene dunque inclusa nel presente volume.
Dopo il testo di Aleni abbiamo la postfazione di Li Jiubiao, il curatore del
Diario delle esortazioni orali, di cui proponiamo la prima traduzione in lingua
europea. A ciò seguono tre appendici. Ritorneremo tra qualche istante sui primi
due documenti che seguono la postfazione di Li Jiubiao. Il terzo e ultimo documento è un’operetta dello stesso Ricci, risalente al 1601: Otto canzoni per
manicordo occidentale, 西琴曲意八章 Xiqin zhuyi bazhan. 7 Non è chiaro
perché essa sia stata inclusa in questa pubblicazione, anche se, insieme peraltro
a numerose altre opere di Ricci, essa è stata menzionata nella Vita del Maestro
Ricci. Data l’apparente l’incongruità di tale opera rispetto agli altri documenti,
abbiamo deciso di non includerla in questo volume.
Supplica del 1610 e Iscrizione del 1615
Abbiamo incluso in questo volume i due documenti collocati da Giulio Aleni immediatamente dopo la postfazione di Li Jiubiao alla Vita del Maestro Ricci.
Il primo documento è la supplica al trono del 14 giugno 1610 (lungo tre folios) ad opera di Wu Daonan 吳道南, ministro ad interim dei Riti, che richiedeva un terreno per la sepoltura di Matteo Ricci.
Ad esso segue il testo di una iscrizione lapidaria in onore di Matteo Ricci
(lunga tre folios e mezzo) ad opera del prefetto della capitale Wang Yinglin 王
應麟, datata 29 marzo 1615. Nell’iscrizione si dà conto della concessione im6
7
Chen (2002), p. 499.
Per la traduzione italiana dell’opera vedi D’Elia (1945), pp. 158-165.
17
periale di un terreno per la sepoltura e delle abitazioni per coloro che se ne
prendono cura.
I due testi erano stati pubblicati nel tardo periodo Ming (prima metà del
XVII secolo) tre volte. La prima nel 1617, a cura del letterato cristiano collaboratore di Aleni, Michele Yang Tingyun, nella raccolta Documenti sui lontani
straneri, 絕徼同文紀 Juejiao tongwen ji,8 che includeva 56 prefazioni e postfazioni alle opere dei Gesuiti scritte dai missionari stranieri o da letterati cinesi. Nel 1630 Aleni riprodusse i due documenti in appendice alla Vita del Maestro Ricci, Xitai del Grande Occidente. Nel 1639 Yang Tingyun li incluse in
una raccolta di memoriali ed editti di funzionari imperiali ufficiali in favore del
cristianesimo, Raccolta [di documenti] circa la vera religione della luminosa
dinastia, 熙朝崇正集 Xichao chongzhengji.9 A questa raccolta, pubblicata a
Quanzhou 泉州, nel Fujian, collaborò anche Aleni, a cui talvolta è stata erroneamente attribuita.10 Siamo dunque in presenza di documenti profondamente
conosciuti e ampiamente divulgati da Aleni e i suoi collaboratori.
I due documenti sono dunque legati in modo significativo alla Vita del Maestro Ricci e, come vedremo, ne costituiscono certamente una delle fonti, soprattutto per quanto riguarda il nome di alcuni funzionari che vennero in contatto con Ricci. Includendo, come fece Aleni, i due documenti in questo volume,
desideriamo renderli accessibili ad un più vasto numero di lettori.11
Il testo cinese dei due documenti, con a fronte una traduzione in italiano e
numerose note, è stato riprodotto da Pasquale D’Elia nel volume terzo delle sue
Fonti Ricciane, a pp. 3-8 per quanto riguarda il primo documento; a p. 9-19 per
il secondo.12
Nella presente riproduzione accogliamo la punteggiatura e la suddivisione
in paragrafi (la cui numerazione è nostra) apportate da D’Elia. Anche la traduzione italiana è quella proposta da D’Elia, con alcune correzioni o miglioramenti stilistici. La variante più significativa riguarda i nomi dei funzionari: si è
deciso di renderli secondo la romanizzazione pinyin, ed omettere quella, un po’
astrusa, inventata da D’Elia. Abbiamo omesso le note di D’Elia: quelle nel
presente volume sono del curatore.
D’Elia fu sinologo di grande valore: riproponendo la sua traduzione dei due
8
Esiste una copia presso la Biblioteca Nazionale di Parigi (manoscritti, cinese, n. 9254). Riprodotta nel 2009 nel vol. VI di (a cura di) Adrian Dudink e Nathalie Monnet, Chinese Christian
texts from the National Library of France, 法國國家圖書館明清天主教文獻 Faguo guojia
tushuguan Ming-Qing Tianzhujiao wenxian. Taipei: Taipei Ricci Institute. Il titolo in italiano è
quello proposto da D’Elia, Fonti Ricciane III, p. 3.
9
D’Elia traduce “Collezione di documenti cristiani sotto la presente dinastia”, vedi Fonti Ricciane III, p. 3. Vedi anche Standaert (2000), p. 132.
10
Così anche D’Elia, vedi Fonti Ricciane II, p. 124 e III, p. 3.
11
Il secondo documento fu ripubblicato anche nel 1904 dal sacerdote 黃斐默 Huang Feimo e
nel 1906 da Séraphin Couvreur nella quarta edizione di Choix de Documents, Hejian.
12
Nel 1894 il sinologo francese Séraphin Couvreur aveva prodotto una traduzione francese e
latina del documento di Wang Yinglin, vedi Chen (2002), p. 500.
18
documenti vogliamo rendere omaggio alla sua opera, facendola conoscere ad
un pubblico più vasto. Per ottimizzare tempo ed energie, abbiamo preferito evitare di cimentarci in una nostra propria traduzione, senza per questo poter
garantire che la traduzione di D’Elia sia esente da possibili miglioramenti o
diverse interpretazioni.
Le fonti
Non abbiamo fonti dirette che ci testimoniano quali siano state le fonti della
biografia di Ricci scritta da Aleni. Tuttavia è ragionevole ritenere che Aleni
abbia ottenuto informazioni dirette nel corso degli anni da vari missionari gesuiti che conobbero personalmente Ricci, tra cui Sabatino De Ursis, Diego De
Pantoja, Lazzaro Cattaneo, Gaspar Ferreira, João Da Rocha, Zhong Mingren
鍾銘仁 e You Wenhui 游文辉. Altre informazioni possono essere state date da
Nicolò Longobardo e Nicolas Trigault, che lessero il manoscritto di Ricci Della
entrata e seguirono direttamente le vicende successive alla morte di Ricci. Informazioni orali possono essere state trasmesse dai letterati cristiani discepoli e
collaboratori di Ricci e da altri funzionari con cui Aleni ebbe una lunga e diretta frequentazione: tra loro ci furono senz’altro Ignazio Qu Rukui 瞿汝夔, Leone Li Zhizao 李之藻, Paolo Xu Guangqi, Michele Yang Tingyun, Wang Yinglin 王應麟 e Ye Xianggao. L’episodio del sogno del giovane Michele Zhang
Shi 張識 (n. 117), su cui torneremo presto fu. Con ogni probabilità, riferito
dal padre del ragazzo, Matteo Zhang Geng 張賡.
Per quanto riguarda le fonti scritte sarebbe da escludere la lettura diretta da
parte di Aleni del manoscritto Della entrata, già portato a Roma da Trigault, a
meno che non si ipotizzi che esso sia stato ricopiato prima della partenza di
Trigault. È del tutto verosimile invece che Aleni abbia avuto con sé la traduzione latina dello stesso, pubblicata da Trigault ad Augusta nel 1615 con il titolo De Christiana expeditione apud Sinas suscepta ab Societate Jesu. Trigault,
che al suo ritorno in Cina portò con sé una grande quantità di libri e doni preziosi, non può non aver incluso anche qualche copia del suo best seller.
Circa i nomi dei funzionari e letterati che vennero in contatto con Ricci, il
titolo delle loro cariche e il loro “nome di cortesia”, è giocoforza considerare
come fonti i tre documenti, menzionati sopra, che includiamo in questo volume:
lo scritto di Zhang Weishu, il memoriale di Wu Daonan e soprattutto
l’iscrizione di Wang Yinglin. È verosimile che Zhang e Aleni funzionino da
reciproca fonte: Aleni ha fornito informazioni sulla vita di Ricci, e Zhang può
aver contribuito a verificare i nomi e le cariche dei funzionari. Nella biografia
scritta da Aleni si menzionano 55 funzionari e letterati cinesi: 17 di essi sono
menzionati anche nei documenti di Wu e Wang; i quali, a loro volta, riferiscono
il nome di 10 funzionari che non compaiono nella biografia scritta da Aleni. In
questo modo abbiamo in totale il nome di 65 persone, in gran parte funzionari e
letterati di altissimo valore, che vennero in contatto con Ricci e che si interessarono attivamente a lui.
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Biografie edificanti e letteratura morale in Cina
I gesuiti davano grande importanza alla produzione di libri nell’ambito del
loro apostolato, pubblicando testi di carattere scientifico, morale e religioso.
Tra questi ultimi, l’agiografia aveva un ruolo particolarmente importante: fin
dagli anni della formazione infatti, i gesuiti davano grande rilievo al genere
letterario della vita dei santi. Lo stesso Ignazio di Loyola si convertì dopo aver
letto, oltre che la Vita Christi di Ludolfo di Sassonia, la Legenda aurea, la popolare biografia dei santi scritta da Jacopo da Varagine. Essa includeva la narrazione della vita di San Domenico e di San Francesco, i due santi che fecero
particolare breccia nella sensibilità del fondatore della Compagnia di Gesù.
Nelle terre di missione, attraverso la narrazione di vite edificanti, i missionari gesuiti mostravano concretamente l’eccellenza morale e spirituale a
cui conduce il cattolicesimo vissuto. In Cina, tra i convertiti cristiani, le
storie esemplari avevano particolare successo, grazie all’atmosfera religiosa e morale cinese, impregnata di pratiche etiche, quali la coltivazione
di sé, promossa anche attraverso la produzione di letteratura morale.
Gli Shanshu 善書 (libri morali) erano un genere letterario edificante, di
elevazione di sé, comune ai tre insegnamenti, ovvero le tradizioni confuciana,
buddista e taoista. Nel tardo periodo Ming, un movimento sincretista e nazionalista chiamato appunto i ‘Tre insegnamenti’ 三教 Sanjiao, si prefiggeva di
rivitalizzare il tessuto morale e civile della nazione in crisi. La letteratura degli
Shanshu illustrava il bene e il male e le loro conseguenze, ed era coadiuvata da
tabelle di meriti e demeriti, 功過格 gongguoge, che mostravano le conseguenze derivanti dalle azioni individuali. Uno di questi libri, pubblicato ad
Hangzhou negli stessi anni in cui apparve la biografia di Ricci, fu Il trattato
della conoscenza di sé, 自知錄 Zizhilu, il cui autore era Zhuhong 祩宏, un
monaco buddista avversario di Matteo Ricci. Zhuhong incoraggiava i suoi lettori e discepoli a compiere azioni morali, quali dar da mangiare ai poveri, dar
da bere agli assetati, vestire chi ha freddo, soccorrere le vedove e gli orfani,
seppellire i morti, sostenere l’opera dei monaci. Sono pratiche morali significativamente vicine alle opere di misericordia raccomandate dalla dottrina cristiana.
Da parte loro i neoconfuciani esercitavano la meditazione silenziosa 靜坐
jingzuo, la pratica di elevazione di sé per uomini saggi che ai gesuiti, forse, avrà fatto ricordare gli esercizi della ‘composizione di luogo’ e della meditazione da loro praticati. Il jingzuo dei neoconfuciani si avvicinava molto alla pratica di meditazione 坐禅 zuochan, praticata dagli aderenti al buddismo Chan
(conosciuto in occidente con il nome giapponese di Zen). Il substrato religioso
e culturale cinese faceva sì che la comunità cristiana fosse prevedibilmente
sensibile, come lo erano gli altri gruppi religiosi, alla edificazione morale e spirituale derivanti dalla vita di uomini virtuosi. Alcuni missionari gesuiti, tra i
quali Nicolò Longobardo, Alfonso Vagnone, Diego De Pantoja e João Da Rocha, avevano già scritto la vita di alcuni santi e della stessa Vergine Maria, of20
frendo alle loro comunità esempi concreti da seguire.13 Lo stesso Ricci nelle
sue opere scrisse di uomini virtuosi come modello da imitare ne’ Il vero significato del Signore del Cielo, 天主實義 Tianzhu Shiyi e ne’ I dieci capitoli di
un uomo straordinario, 畸人十篇 Jiren Shipian.
Giulio Aleni seguì la stessa linea, come risulta evidente dai suoi scritti morali e religiosi e dalla sua attività missionaria, registrata da Li Jiubiao nel Diario delle esortazioni orali, dove sono riportate omelie su San Benedetto, gli
apostoli Giovanni e Giacomo, i 40 Santi Martiri di Sabaste, San Giovanni Battista, i Santi bresciani Faustino e Giovita, Sant’Ignazio di Loyola e
Sant’Agostino.
La produzione scritta del genere edificante di Aleni consta anche di tre biografie: una scritta personalmente, la Vita del Maestro Ricci, e due da lui ispirate.
Aleni dettò a Ding Zhilin 丁志麟 la Vita di Yang Tingyun, 楊淇園先生超性
事蹟 Yang Qiyuan Xiansheng Chaoxing Shiji, Quanzhou 1635. Appartiene al
circolo dei collaboratori di Aleni, la Vita di Michele Zhang, 張彌格爾遺蹟
Zhang Mige’er Yiji.
La vita di Michele Yang Tingyun14
La biografia di Michele Yang Tingyun, in assoluto il più noto tra i collaboratori di Aleni e una delle ‘colonne’ della chiesa cattolica cinese, fu compilata
dopo la morte di Yang Tingyun nel 1627 da Ding Zhilin, sulla base del racconto
di Aleni. Tra i numerosi scritti di Aleni, questo è quello che più si avvicina alla
sua Vita del Maestro Ricci. Il fine “edificante” è lo stesso: il curatore dichiara
che lo scopo del libro è realizzare il desiderio e la speranza di Aleni e dei suoi
discepoli, ovvero che i Cristiani imitino le virtù di Michele Yang. La biografia
di Yang ha un carattere apologetico in polemica anti-buddista: egli stesso proveniva da frequentazioni buddiste e nella sua biografia si ha buon gioco nel
mettere in evidenza la superiorità della dottrina cristiana rispetto a quella buddista. Il tema anti-buddista ritorna in modo significativo anche nella biografia
di Ricci.
Nella Vita del Maestro Ricci, Aleni illustrò altre due conversioni eccellenti,
quella di Leone Li Zhizao e soprattutto quella di Paolo Xu Guangqi, le colonne,
insieme a Michele Yang, della nascente chiesa cinese.
La conversione di Yang, avvenuta nel 1613, mette in evidenza alcune difficoltà tipiche che i letterati cinesi dovettero affrontare per accedere al battesimo,
13
Nel 1629 Alfonso Vagnone publicò a Hangzhou Vite di santi della santa religione del Signore
del Cielo, 天主聖教聖人行實 Tianzhu Shengjiao Shengren Xingshi, che contiene 72 biografie
di santi. Lo stesso Vagnone due anni dopo publicò La vita della Madonna, 聖母行實 Shengmu
Xingshi. Ci sono menzioni dell’agiografia occidentale anche in altre opere del periodo tardo
Ming: Adam Schall Von Bell e Wang Zheng 王徵, Racconti dalla Chiesa di Chongyi, 崇一堂日
記隨筆 Chongyi Tang Riji Suibi, Xian 1638; Diego De Pantoja, Le sette vittorie, 七克 Qike,
Pechino 1614.
14
Vedi Standaert (1988), p. 51.
21
difficoltà con cui Ricci ed Aleni dovettero confrontarsi nel corso della loro opera evangelizzatrice.
L’accettazione dell'incarnazione e delle sofferenze di Gesù erano dottrine
giudicate, in un primo momento, irrispettose della dignità del Signore del Cielo.
Difficile ad accettare erano anche i sacramenti dell’Eucarestia e della Confessione. Il problema del licenziamento delle concubine era pure uno scoglio pratico molto difficile da superare.
Dal momento della sua conversione in poi, Yang si dimostrò un convertito
modello: fondò associazioni cristiane in favore dei poveri, che avrebbero anche
controbilanciato l'influenza di simili organizzazioni buddiste; istituì scuole per
l’educazione di bambini poveri; si impegnò per la costruzione di chiese; scrisse
libri in difesa della dottrina cristiana e sostenne la stampa dei libri scritti dai
missionari; sostenne anche finanziariamente le iniziative della Compagnia di
Gesù e, in particolare, ospitò i missionari in pericolo, compreso lo stesso Aleni,
presso la sua residenza di Hangzhou dal 1616-1618. Sono aspetti e opere che
ricordano sia la predicazione buddista di Zhuhong che alcuni tratti dell’attività
di Ricci, descritta nella biografia qui presentata.
Michele Yang e Matteo Ricci hanno in comune le virtù e la loro pratica, tenuto conto però che il primo era un laico cinese e il secondo un sacerdote europeo. Yang, come Ricci, pratica con zelo la preghiera, la meditazione e il digiuno. Aleni attribuisce a Yang la pratica di quattro virtù: l'amore verso gli uomini (愛人 airen); il controllo di sé (剋己 keji); la sopportazione delle avversità (忍辱 renru); il compimento volontario di azioni difficili (困難 kunnan).
Sono virtù che congiungono la moralità confuciana a quella cristiana e che,
sebbene non siano state riportate nella stessa formula nella biografia di Ricci,
descrivono eloquentemente l’eccellenza morale del missionario maceratese.
La vita di Michele Zhang Shi
La Vita di Michele Zhang, scritta da Xiong Shiqi 熊士旗 in collaborazione
con Giulio Aleni e Zhang Fu 張浮 dopo il 1630, contiene prefazioni di Yang
Tingyun e Xie Maoming 謝懋明. Il caso del giovane Michele Zhang divenne
notissimo nel circolo di Aleni per due visioni di cui fu protagonista rispettivamente il 5 agosto del 1621 e 1623. Nella prima fu rivelata a Michele la data
della sua morte; nella seconda, avvenuta nello stesso giorno del suo decesso,
egli assistette al suo giudizio finale, durante il quale San Matteo (o l’arcangelo
Michele, secondo il racconto del Diario delle esortazioni orali) e Matteo Ricci
intercedettero per lui. La vicenda di Michele è stata registrata, oltre che nella
biografia a lui dedicata e nel Diario di esortazioni orali, anche ne La Vita di
Giulio Aleni, 思及艾先生行蹟 Siji Ai xiansheng xingji, scritta da Li Sixuan
李嗣玄 attorno al 1650 e nella biografia di Ricci qui tradotta. Sono dunque
ben quattro fonti cinesi contemporanee alle persone che hanno assistito ai fatti.
Questa vicenda apparteneva in modo del tutto particolare al patrimonio
dell’attività missionaria di Aleni, e fu uno degli exempla più utilizzati nella
22
predicazione circa le realtà ultime, i novissimi: morte, giudizio, inferno e paradiso. Proprio per illustrare efficacemente questo aspetto della dottrina cristiana,
la predicazione gesuitica adottava il genere letterario ed omiletico di narrazioni
miracolose e di visite all’aldilà e agli inferi.
I racconti prodigiosi e delle visite agli inferi erano in auge sia nelle ‘missioni interne’ nell’Europa della Riforma Cattolica del XVII secolo che nel Buddismo popolare del tardo periodo Ming. A questo proposito, Nicolas Standaert
osserva che i racconti cristiani delle visite all’aldilà non erano poi molto dissimili da analoghi racconti buddisti, sia per quanto riguarda le finalità che i contenuti.15
Per una chiesa davvero cinese
Circa la produzione letteraria del genere edificante, a cui la biografia che
andiamo a presentare appartiene, Aleni si è distinto in modo significativo dai
suoi confratelli. Piuttosto che scrivere di santi della chiesa d’occidente, Aleni
ha scelto di raccontare storie di cristiani ambientate in Cina. Michele Zhang e
Michele Yang sono due cristiani cinesi, dunque due persone con le quali i lettori potevano facilmente identificarsi. Michele Zhang era un giovane convertito e
poteva essere preso a modello dai giovani cattolici, come lo fu in Europa Luigi
Gonzaga. Michele Yang era un importante letterato, in assoluto una delle figure
più prestigiose della comunità cattolica cinese, e poteva essere assunto a modello dai letterati cristiani, su cui Ricci ed Aleni ponevano grandi speranze per
il successo della causa cattolica. Dando valore e dignità all’esperienza dei
‘primi cristiani’ cinesi, Aleni ha offerto un significativo contribuito alla localizzazione e all’inculturazione della chiesa. Il cristianesimo cinese poteva così
iniziare a contare sulla propria storia, sulle sue proprie tradizioni, sui suoi propri ‘padri’ e presentarsi agli occhi dei lettori e dei convertiti con un inferiore
tasso di ‘occidentalismo’. La memoria di coloro che hanno professato la fede e
la narrazione delle loro esperienze costituivano importanti elementi per la trasmissione della fede alle successive generazioni.
Pur essendo Ricci un europeo, la sua biografia scritta da Aleni non si discosta da questa prospettiva. Ricci non era un santo canonizzato vissuto in occidente, ma l’inizio, il fondatore, il padre della cristianità cinese. In quanto tale
egli apparteneva alla storia della comunità cristiana cinese più che di quella
europea. Avendo vissuto in Cina per molti anni ed avendo adottato lo stile di
vita cinese, non era più un modello lontano o esotico, ma un esempio sufficientemente vicino ed imitabile. Con questa biografia Aleni congiungeva la
chiesa d’origine - la chiesa madre che ha inviato il missionario - con la comunità di destinazione, dove il missionario ha operato facendosi, in un certo modo,
cinese tra i cinesi. È una storia di evangelizzazione emblematica come poche
altre: il missionario deve essere straniero, perché il vangelo è un dono inaspet15
Standaert (1993).
23
tato, che viene da fuori, e non un prodotto interiore della sapienza umana. Ma il
Vangelo si incarna ovunque ed è capace di assumere il linguaggio di ogni lingua e cultura, trasformandola ed elevandola. Ricci è stato capace proprio di
questo, e nella biografia scritta da Aleni l’elemento ‘cinese’ è preponderante,
fino a farne davvero una ‘biografia cinese’ di Matteo Ricci.
I Gesuiti compagni di Ricci
I 14 missionari gesuiti menzionati in questa biografia sono esclusivamente
quelli che hanno collaborato con Ricci in Cina, o vi sono giunti con Aleni. Colpisce che, ad accezione di Nicolò Bencivegni, il precettore del piccolo Matteo,
non sia citato nessun altro gesuita che non sia stato in Cina, in particolare Alessandro Valignano, che ebbe un ruolo importante nella vita di Ricci e che egli
menzionò spesso nella sua opera Della entrata e nelle lettere. Ricci aveva definito Valignano ‘padre’, ‘primo autore’ della missione cinese, qualifiche che da
sempre vengono invece, a buon diritto, attribuite allo stesso Ricci.
Si noti il fatto, probabilmente non casuale, che Macao e il Giappone non
siano menzionati come destinazione della corrispondenza di Ricci. Aleni voleva così, crediamo, evitare di generare dei sospetti o meglio dei pretesti da parte
degli avversari. Il sospetto di essere spie accompagnò costantemente la missione gesuitica, al punto che nel 1606, proprio per questa accusa, il fratello coadiutore Zhong Mingren fu torturato a morte a Guangzhou. Nella biografia di
Ricci sono menzionate le lettere di Ricci scritte in patria, ma non i suoi interlocutori, in particolare il superiore generale Francesco Acquaviva. Sono menzionati invece i familiari di Ricci, mostrando dunque che Matteo praticava la
virtù della pietà filiale.
Una certa importanza assumono in questo testo i fratelli coadiutori cinesi,
Zhong Mingren, Huang Mingsha 黄明沙 You Wenhui e João Barradas. Il loro
ruolo e importanza sono stati spesso sottovalutati nei resoconti del passato. Aleni li nomina spesso ponendoli sullo stesso piano dei compagni di Ricci, quali
Michele Ruggieri, Lazzaro Cattaneo, Sabatino de Ursis, Diego de Pantoja ed
altri missionari europei (14 in tutto).
Edizione del 1919 e traduzione francese
Concludiamo l’introduzione alla Vita del Maestro Ricci scritta da Aleni descrivendo l’edizione che nell’agosto del 1919 il noto letterato cattolico Ying
Lianzhi 英 斂 之 , conosciuto anche come Ying Hua 英 華 , cofondatore
dell’Università Cattolica Fujen, ha prodotto a Pechino. La riedizione dell’opera
di Aleni ha un titolo leggermente diverso rispetto all’originale: Vita del Maestro
Ricci del Grande Occidente 大西利先生行蹟 Daxi Li Xiansheng Xingji, ovvero viene omesso il titolo Xitai 西泰, il nome di cortesia di Matteo Ricci (vedi la Vita del Maestro Ricci, n. 1). Ma Xiangbo 馬相伯, conosciuto anche come Ma Liang 馬良 e Chen Yuan 陳垣, due tra i più importanti intellettuali
cattolici della prima metà del XX secolo, hanno scritto due postfazioni. L’opera
24
fu pubblicata insieme a due scritti del periodo tardo Ming. La raccolta va sotto
il titolo del primo di questi scritti: Polemica postuma contro le sette idolatriche,
辯學遺牘 Bianxue Yidu, scritto da Ricci nel 1607 e pubblicato da Li Zhizao nel
1629. Il volume del 1919 non indica la casa editrice, e non è facilmente reperibile. Nel nostro caso abbiamo consultato la copia presso l’Istituto Monumenta
Serica.16 La stessa raccolta fu ripubblicata nel 2000 a Shenyang dall’editrice
Liaohai 沈陽市遼海出版社 Shenyang shi: Liaohai chubanshe.
L’analisi comparata delle due edizioni, quella del 1630, riprodotta nel presente volume, e quella del 1919, offre i seguenti risultati. Il curatore Ying Hua
si è preso la libertà di apportare numerose modifiche, atte a rendere la lettura
più facile, rimanendo sostanzialmente fedele al senso del testo originale. In
circa 230 occasioni sono stati cambiati uno o più ideogrammi, senza sovvertire
il significato della narrazione. In circa 210 occasioni sono stati omessi alcuni
ideogrammi o brevi frasi; mentre in 170 occasioni circa sono stati apportati
nuovi ideogrammi o brevi frasi. Le modifiche sono per la grande maggioranza
di carattere stilistico: sono talvolta omessi i titoli delle cariche pubbliche dei
funzionari; talvolta non viene riportato il “nome di cortesia” delle persone
menzionate; i vari termini impiegati da Aleni per nominare Dio vengono spesso
resi con Signore del Cielo, 天主 Tianzhu.
A livello contenutistico si nota che il curatore dell’edizione del 1919 omette
tutte le note, quasi sempre brevi, apportate da Aleni alla sua narrazione. Le
omissioni di intere frasi sono una decina, tra le quali tre appaino sostanziali: i
nn. 17 e 73 per intero, e la seconda metà del n. 72. Curiosamente queste tre
omissioni, insieme ad una frase omessa al n. 22, trattano dello stesso tema: la
preghiera di intercessione di Ricci affinché un funzionario (n. 17), l’amico Ignazio Qu (n. 22) e il discepolo e collaboratore Paolo Xu (nn. 72 e 73) potessero ottenere la tanto desiderata discendenza. Per quale motivo nel 1919 non si
volle riportare la testimonianza che Ricci avesse, attraverso la sua preghiera,
ottenuto la posterità per tre suoi collaboratori? Non abbiamo elementi certi per
una risposta. Si può ipotizzare che questa informazione fosse considerata poco
credibile o persino di carattere superstizioso. Nello stesso 1919, pochi mesi
prima della riedizione della Vita del Maestro Ricci, il movimento del 4 maggio
introduceva la modernità occidentale in Cina, che includeva la polemica antireligiosa che pervadeva la scienza e le idee democratiche di origine europee.
Nell’edizione del 1919 appaiono alcune frasi (ne ho identificate quattro più
rilevanti), chiaramente aggiunte del curatore, che non si trovano nell’edizione
originaria. Sono informazioni aggiuntive e non essenziali. La principale mi
sembra quella che riguarda la perdita del diario di viaggio di Bento de Góis,
apportata al n. 77.
Basandosi sul testo del 1919, cinque anni dopo Léon Desbuquois ha offerto
16
Sankt Augustin, Germany: numero di catalogazione 001730.
25
una traduzione francese: “Mathieu Ricci”, in Revue d’ Histoire des Missions,1,
1924, pp. 52-70. La traduzione di Desbuquois riproduce le numerose varianti e
le aggiunte dell’edizione del 1919. Il traduttore francese non riproduce il testo
cinese, non offre annotazioni o commenti e non fa cenno ai testi coediti, in particolare non menziona la postfazione di Li Jiubiao.
La traduzione che proponiamo qui si distingue dalla traduzione francese innanzitutto perché si basa sull’edizione originale; e poi per una maggiore aderenza al senso letterale del testo cinese. Quella che offriamo nel presente volume è dunque la prima traduzione in lingua europea dell’edizione originale della
Vita del Maestro Ricci scritta da Giulio Aleni.
26
Un’opera che racchiude il Principio
Savio Hon Tai-fai, SDB
Introduzione
Secondo la tradizione letteraria cinese, lo scopo di comporre uno testo (wen 文)
è quello di trattare del dao 道 o il principio della vita (文以載道 wenyizaidao).17 Questo motto è diventato una norma per quasi tutti gli scrittori. Che valore avrebbe un testo se esso contiene solo belle parole? Che cosa dovrebbe fare
uno scrittore, se non dire qualcosa che tocchi il vero principio della vita?
Io credo che Aleni abbia scritto La Vita del Maestro Ricci, Xitai del
Grande Occidente18 proprio con questa prospettiva. Alla fine del testo, Aleni
rivela tale scopo esclamando:
120. Ah, povero me! Maestro Ricci (利子 Li zi) venne in Oriente
portando con sé la dottrina del Cielo (天學 tianxue) e per più di
trent’anni si è totalmente dedicato a diffondere la vera religione ed
io, nella mia incapacità, ho scritto una biografia dell’amico defunto estremamente inadeguata! L’ho fatto come servizio per i saggi
che verranno dopo di me e vorranno conoscerlo.
於戲利子,挾天學東來,矢志宣揚正教,幾三十年余 。不敏
略次先友行蹟,以待後之君子,有志而願知者。
Aleni chiamò Ricci 利子 Li zi, riportando il suo titolo onorifico 西泰 Xitai
datogli da amici cinesi, per mostrare che Ricci essendo un saggio
dall’Occidente, è stato segno e trasmettitore della dottrina del Cielo (天學
tianxue) tra i cinesi. È stato un segno, perché ad essa ha dedicato tutta la sua
vita; trasmettitore, perché è stato proprio lui che l’ha comunicata ai cinesi.
Uno stile semplice ed incisivo
Aleni ha scritto la vita di Ricci in un modo semplice. Lo stile narrativo è preciso, conciso ed incisivo. Il racconto segue una linea cronologica; i numerosi episodi si seguono uno all’altro in modo scorrevole: da Macerata a Pechino;
dalla nascita alla morte; dalla morte al Cielo, dove intercede per i cinesi presso
il Signore del Cielo (n.117).
17
Questo è il motto di un movimento letterario nel nono secolo, iniziato da Han Yu (韓愈
768-824). Egli contestava molti suoi contemporanei di scrivere belle parole, ma senza contenuto.
Han riteneva che il testo deve invece trattare del dao 道, ovvero del principio della vita.
18
Questo commento si riferisce al testo cinese composto da Giulio Aleni. Il numero all’inizio
delle citazioni è quello apportato alla traduzione italiana.
27
Ricci è presentato come un ponte che collega due culture e due mondi,
l’occidente e l’oriente. Al centro di questo incontro sta la dottrina del Cielo, che
illumina il collegamento tra il Cielo e la terra; tra questa vita e la vita dopo la
morte. Aleni ha proposto Ricci come modello non solo per quanto riguarda il
“come vivere”, ma sopratutto per quanto riguarda il “come saper morire” (nn.
89-99).
Aleni pur usando un linguaggio semplice, ha dimostrato una notevole
padronanza della lingua cinese. Ciò risulta soprattutto da tre aspetti letterari. Il
primo è la capacità dell’autore di usare proverbi e simboli mutuati dalla letteratura cinese.19 Il secondo è la sua genialità nel rendere concetti propri della
religione cristiana in modo di facilitare la comprensione per i lettori cinesi.20 Il
terzo è la maestria che cui si mostra capace, accennando appena ad alcuni tra
gli aspetti più brillanti della vita di Ricci, senza però illustrali per esteso, provocando così la curiosità dei lettori a cercare ulteriori notizie. Per esempio, Li
Zhuowu (李卓吾), un famoso letterato che aveva grande ammirazione per Ricci, gli regalò un ventaglio dove aveva scritto una poesia dedicata a Maestro
Ricci. Aleni non ha esposto il contenuto della poesia, ma ci ha dato
l’informazione per rintracciarla, cioè, nei Libri da bruciare (Fenshupian 焚書
篇, n.49). Questo è uno stile tipicamente cinese: “dire senza dire”. Ne parleremo ancora più avanti.
Quanto alle informazioni riguardanti date, luoghi, persone, eventi e il
perché di quello che succede, il testo è chiaro e preciso. I nomi delle persone
sono riportati con cura, secondo le usanze cinesi: cognomi, nomi, nomi di cortesia e, talvolta, luogo di origine. Aleni era familiare col sistema di amministrazione sia della corte che del governo locale. È nel corso della traduzione
abbiamo constatato che è stato difficile trovare termini equivalenti sia in italiano che in cinese odierno.
Lo stile letterario è quello di quattro secoli fa, corretto e ancora facilmente comprensibile. Avrebbe, forse, bisogno di qualche ritocco qui e là. Cito,
a titolo d’esempio, due passaggi da migliorare.
19
Aleni fu capace di usare espressioni tipicamente cinesi, affermando concetti impegnativi con
poche parole evocative. Per esempio, 貢獻方物,稍効芹曝之彩, portando doni dei suoi luoghi,
un po’ come imitando l’umile esempio nel racconto dell’offerta del sole (n. 54); 明鏡, uno
specchio lucido (con giustizia); 清流, correnti limpide (con virtù, n. 54); 惠風, vento benefico
(con benevolenza, n. 81); 倒屣出迎, uscito a dare il benvenuto con le scarpe a rovescio (n. 83).
20
Ecco alcuni esempi: 耶穌聖會, la Compagnia di Gesù (n. 3); 聖教, la santa religione (n. 5);
教宗, il papa (n. 5), 撒責耳德, sacerdote (n. 4); 天主, il Signore del Cielo (n.5); 天主降生後
1577, l’anno 1577 dopo la discesa e nascita del Signore del Cielo - l’incarnazione (n.5); 天主聖
像, l’immagine sacra del Signore del Cielo (n. 37); 利子, Maestro Ricci (n.4); 瑪竇, Matteo
(n.1); 三位一體, Trinità (n. 69); 降生妙義, il mistero dell’incarnazione (n. 69); 同會, confratelli (n. 31); 同志, confratelli/ giovani (n. 121); 有志之士, giovani che vogliono diventare gesuiti (nn. 15 120); 聖匵, reliquia (n. 16); 主堂, chiesa (posto del culto) (n. 72); 天學, la Dottrina del Cielo; 大西司教者, vescovo (n. 8).
28
21. Un giorno alcuni ladri entrarono con forza in casa per rubare e
vennero catturati dalle autorità e condannati al carcere duro.
劇盜強入剽劫貨物,當道嚴捕賊黨下重獄.
La prima frase contiene otto caratteri; la seconda nove. Ma quest’ultima si poteva rendere in otto caratteri, rendendo così le due frasi esattamente simmetriche, secondo lo stile cinese, senza per questo variarne il significato: 當道挺身
嚴判賊黨.
Un altro esempio al paragrafo n. 32: “Vorrei udire da Voi circa la via
dell’amicizia”. Aleni ha usato 交道 jiaodao per esprimere il concetto “via
dell’amicizia”. Ma precedentemente Ricci stesso, nella prefazione al suo libro
Dell’amicizia (交友論 Jiaoyoulun, 1595), aveva usato un’espressione ancora
migliore 友道 (yaodao). Quest’ultimo termine esprime meglio il significato di
amicizia come inteso da Matteo Ricci.
Gli episodi biografici sono descritti da Aleni in modo stringato, evitando l’accumulo di parole non necessarie. Un esempio si riscontra quando
scrive ai confratelli la ragione del cambio dell’abito: dall’abito simile a quello
dei monaci buddisti all’abito dei letterati confuciani. Si trattò di una decisione
assai importante, e presa dopo lunga considerazione. Aleni ha descritto tutto in
poche parole: Qu Taisu volle farsi suo discepolo e consigliò a Maestro Ricci di
portare l’abito del letterato (n. 20).
L’opera risulta molto incisiva anche per quanto riguarda il contenuto.
La tesi che Aleni cerca di comunicare mi pare la seguente: se Ricci è una figura
tanto eccezionale, quanto più grande deve essere il Signore del Cielo, che ha
guidato Ricci in Cina, accompagnandolo in tutta la sua missione! Ricci stesso
con la sua conoscenza ha gettato un ponte non solo tra due mondi culturalmente assai diversi, ma trasmettendo la dottrina del Cielo (天學 tianxue), ha indicato la via (道 dao), ovvero il principio per andare verso il Cielo.
Ora vorrei accennare ad alcuni aspetti salienti di questa via (道 dao):
l’amicizia, la scienza, la saggezza e la mistica.
2. Amicizia
Nella Vita del Maestro Ricci, Aleni ha citato molti amici, e questo è stato
senz’altro intenzionale. Egli ha fatto inoltre notare che Ricci stesso ha scritto il
suo primo libro in cinese proprio sull’amicizia:
32. Un giorno, [Ricci] andò a fare una visita di cortesia al principe
di Jian’an. Il principe l’accolse come ospite di riguardo e offrì con
gioia un banchetto in suo onore. Il principe si alzò da tavola, e tenendogli la mano disse: “Non c’è mai stato un gentiluomo virtuoso con cui non abbia cercato di stringere amicizia [206] e [che non
abbia] molto rispettato. L’Occidente è un grande paese di moralità
e giustizia: vorrei udire da Voi circa la via dell’amicizia”.
29
Ritornato a casa, Maestro Ricci scrisse il Dell’amicizia e l’offrì al
principe.
一日,謁建安王,王賓禮之,設醴歡甚,王離席,握手而言曰:
「凡有德行之士,吾未常不交且敬之。西邦為道義之鄉頤,聞
交道何如?」利子退而著《交友論》,獻之于王。
Il libro Dell’amicizia (交友論 Jiaoyoulun)21 contiene molte sentenze di autori
dell’antichità occidentale, ma senza escludere quella cinese. L’autorità principale a cui Ricci si riferisce non è Aristotele o Cicerone, ma Gesù, dal quale derivano termini quali Societas Jesu e Gesuiti. I Gesuiti affermano che Gesù è il
loro compagno (socius). Ricci, in quanto gesuita (n. 3), deve apprezzare in
modo del tutto singolare le parole di Gesù: “Non vi chiamo più servi, perché il
servo non sa ciò che fa il padrone. Vi ho chiamati amici”(Gv 15,15).
Aleni, confratello di Ricci, comprendeva l’importanza dell’amicizia e
per questo motivo ha inserito nella biografia il nome di molti amici di Matteo.
Per esempio quello di Niccolò Bencivegni, maestro e amico del giovane Matteo
(n. 2). Prima di partire per l’Oriente, Ricci si è congedato personalmente dal
papa (n. 5). Per qualche motivo, Aleni non ha menzionato Valignano, e questo
mi risulta sorprendente, ma ha nominato i confratelli europei impegnati in Cina
(nn. 31.34). Ma soprattutto vengono nominati circa 60 personaggi cinesi, la
gran parte dei quali entrarono in relazione amicale con Ricci. Aleni ci fa capire
che Ricci, in vari modi, si è lasciato trasformare dai suoi numerosi amici. Da
loro ha imparato la lingua e studiato i Sei classici (n. 13); grazie a loro è entrato
nella cultura cinese (n. 20); da loro è stato consigliato sul come comportarsi
nelle questioni religiose (nn. 22.37); da loro è stato assistito nell’acquisto di
terreni, case e altre proprietà (nn. 9.42); grazie a loro ha potuto stabilire la residenza a Pechino (nn. 60-62).
Dall’amicizia deriva anche quella forma di legame sociale chiamato
guanxi 關係, cioè rapporti con gli altri: la rete di contatti a tutti i livelli che
permette una efficace relazione sociale. Ricci ha mantenuto questo contatto
(guanxi) con i suoi confratelli ed amici in Europa (nn. 80.109); con i letterati e
funzionari statali (n. 66) e anche con persone povere e di umile estrazione (nn.
12.83). Ricci ed Aleni hanno compreso l’importanza dei guanxi 關 係
nell’attività missionaria: senza di essi non é affatto possibile radicarsi nella
struttura sociale cinese. E questa è una lezione che vale anche per l’oggi.
3. Scienza
Aleni non ha detto chiaramente che Ricci e Michele Ruggieri, mentre risiedevano a Zhaoqing, si erano vestiti come i monaci buddisti. Affermò invece che
in seguito Ricci prese nettamente le distanze dalla religione buddista (nn.
21
Vedi Matteo Ricci, Dell’Amicizia, a cura di Filippo Mignini. Macerata: Quodlibet, 2005.
30
51-52). Ricci preferì il Confucianesimo perché lo sentiva più vicino, anzi quasi
complementare alla dottrina cristiana. Sapendo che i letterati erano affascinati
dalla scienza, Aleni ha messo in rilievo la grande preparazione scientifica di
Ricci: dal metodo mnemonico alla geografia; dall’astronomia alla matematica e
geometria (nn. 10.29.78).
La prima presentazione della scienza europea fu fatta mostrando oggetti scientifici e artistici capaci di incuriosire i suoi visitatori: i prismi, il mappamondo, gli orologi, gli strumenti per la misurazione del tempo e delle stagioni,
ecc (n. 10). Un ulteriore passo in avanti fu la traduzione di opere di matematica
e di astronomia. L’interesse da parte dei letterati cinesi era suscitato dallo spirito dello “Studio concreto” (shixue 實學)22, una corrente di pensiero prevalente
in quei decenni. Aleni rileva che le conversazioni scientifiche non deviano affatto dalla comunicazione della fede cristiana. La retta conoscenza scientifica
infatti può purificare dalle superstizioni ed aprire dunque la strada alla vera religione. Questo punto è illustrato da due episodi.
Nel primo veniamo a sapere che lo studioso Zhang Yangmo si recò
come alunno presso Ricci, dove si rese conto che Ricci, pur mantenendo
l’intenzione di annunciare la sua fede, sapeva insegnare la scienza, mostrando
così di rifuggire dalle credenze superstiziose, come avveniva invece per i buddisti (n. 47).
Nel secondo episodio, riportato al paragrafo 52, Aleni descrive in dettaglio il dialogo tra Ricci e il monaco buddista Sanhuai. Quest’ultimo sosteneva
la tesi secondo la quale la conoscenza del sole e della luna non è altro che creazione della mente. Ricci lo controbatteva affermando invece che tramite strumenti scientifici si può arrivare alla conoscenza oggettiva degli astri, senza attribuirla alla creazione della menta umana. La scienza convalida l’universalità
della ragione con cui Ricci criticava anche la tesi neo-confuciana secondo la
quale tutte le cose sono parte di una sola e stessa sostanza (n. 53).
Aleni ha messo bene in evidenza l’idea di Ricci secondo cui la scienza
della natura aiuta a capire la scienza del Cielo (天學 tianxue) 23 (n. 47). Ciò
costituisce una delle ragioni per cui i gesuiti non hanno subito affrontato la
traduzione integrale della Bibbia, la quale avrebbe richiesto molta più preparazione ed impegno. Prima di offrire in cinese il testo sacro nella sua interezza, si
doveva purificare la ragione. La traduzione di opere di geometria, astronomia e
22
Tale spirito era una reazione alla scuola di pensiero di Wang Yangming (1472-1528), secondo
la quale il principio dell’azione morale doveva essere ricercato nella mente e nel cuore (xin 心),
non all’esterno. Vedi Nicolas Standaert, “Matteo Ricci “plasmato” dalla cultura cinese”, in Antonio Paolucci e Giovanni Morello (a cura di), Ai Crinali della Storia fra Roma e Pechino. Padre
Matteo Ricci. Torino: Umberto Allemandi, 2009, p. 53.
23
Vedi Fonti Ricciane, II, p. 68.
31
scienza della misurazione era un modo di rafforzare l’uso della ragione
nell’apprendimento delle scienze (n. 78), e poter così suscitare interesse per
domande di carattere religioso (nn. 79.81).
4. Saggezza
Aleni ha messo in evidenza non solo l’eccezionale intelligenza di Ricci, ma
anche la sua saggezza, impregnata di fede cristiana. Grazie alla sua intelligenza,
Ricci ha imparato bene la lingua cinese; con la lingua cinese ha dimostrato la
sua saggezza, e con la saggezza ha espresso la fede cristiana.
Ricci ha tradotto i Quattro Libri 四書 Sishu per i suoi connazionali (n.
24), dimostrando che i classici sono capaci di conoscere la grande origine di
tutte le cose (n. 23). In Cina la saggezza è sempre sostenuta dalla virtù. Uno
non può esser considerato saggio se non pratica la virtù. Per questo Aleni
chiama Ricci “Maestro”, ed ripropone il titolo Xitai, per dire che egli fu un
saggio dall’Occidente. Tale titolo era assai apprezzato dai letterati.
Ci sono vari esempi che mettono in luce quanto la sua saggezza sia mostrata dalla virtù: il desiderio di far conoscere la verità di Dio (n. 14); la capacità di offrire un alto ideale di vita (n.15); la bontà nell’aiutare gli altri (n. 81);
la magnanimità nel perdonare (nn.12.21.105.107); l’umiltà nel trattare i suoi
discepoli (nn. 106.108); la pratica della disciplina e dell’ascesi (nn. 102.103).
Aleni ha raccolto vari episodi in cui Ricci ha generosamente condiviso la
sua saggezza ed erudizione (n. 111). Tra questi episodi, uno mi sembra raccontato con particolarmente maestria e finezza. Aleni utilizza il prisma come dono
simbolico, per dimostrare quanto la saggezza non consiste nel mettersi in mostra, ma piuttosto nel condividere: la saggezza più è condivisa più brilla.
30. Un giorno, [Ricci] invitò [Lu Zhonghe] a guardare varie meraviglie dal Grande Occidente, tra cui un prisma che brillava della
luce di molti splendidi colori. L’ispettore l’accarezzò a lungo. Al
vedere ciò, Maestro Ricci decise di regalarglielo. Ma questi rifiutò
insistentemente e disse al Maestro Ricci: “Questa pietra preziosa
deve rimanere sempre presso Vostra Signoria”. Maestro Ricci
gliene domandò il motivo, ed egli rispose: “Signore, questa pietra
preziosa non si deve dare se non ad un saggio. Se egli è [davvero]
saggio, naturalmente non la accetterà. Perciò dico che questa cosa
preziosa deve rimanere per sempre presso Vostra Signoria”.
請觀大西奇物中有彩石一枚,目上映光,五彩爛然。中丞把玩
不忍去手,利子因以獻,公堅辭不受,徐謂利子曰:「此寶今
長在先生處矣。」利子問故,公曰:「先生此寶非賢不送,然
為賢者必不受,故曰:長在先生處也」。
32
5. Mistica
Aleni ci informa che Ricci fin dall’infanzia aveva il dono di una profonda unione con Dio. Aleni ha usato l’espressione mixiu 密修 (n. 2) per indicare che
Matteo, fin da quando era poco più che decenne, decise di coltivare la propria
vita spirituale in segreto. L’espressione mixiu 密修 ha il sapore dell’esperienza
mistica. Ricci, come ci viene descritto da Aleni, era una persona imbevuta della
grazia del Signore. Una grazia speciale, tant’è vero che il Signore ha “misteriosamente protetto” Matteo quando suo padre intraprese la via di Roma per
impedire al figlio di entrare nella Compagnia di Gesù. Dopo tre vani tentativi,
il padre finalmente capì che Matteo faceva nient’altro che la volontà di Dio (n.
3).
Sul motivo per cui Ricci venne in Cina, Aleni è stato molto chiaro (nn.
3.13): il motivo era quello che oggi chiamiamo “evangelizzazione”. Nella Vita
del Maestro Ricci scritta da Aleni leggiamo che ogni giorno, senza sosta, mattino e sera, Ricci pregava diligentemente, con lacrime e silenziosamente, il Signore del Cielo, affinché aprisse il cuore degli uomini e li avviasse sul cammino della fede. In molti modi egli cercava di attirare tutti e condurli a conoscere
il Grande Signore del Cielo (n. 14). Ricci ha saputo coinvolgere molte persone,
impegnandosi in dialoghi di carattere religioso e morale, da cui sono derivate
poi alcuni dei suoi libri (nn. 66.67). Essi, i libri, correvano più delle sue parole:
“Grazie alla diffusione di questi libri, le menti degli uomini vennero gradualmente illuminate”(n. 67), fino al punto di giungere all’adorazione del Signore
del Cielo (n. 37).
Un altro aspetto messo in grande rilievo nella biografia di Ricci è la
preghiera (n. 102), una pratica spirituale che comprende anche il digiuno (n. 86)
e l’ascesi (nn. 103, 104). Sovente le sue preghiere di intercessione si dimostrarono efficaci: caccia via i demoni (n. 43); ottiene dei figli per il letterato Liang
(n. 17); per Qu Taisu (n. 22) e per il figlio di Paolo Xu Guanqi.
Importanti nella vita di Ricci sono anche alcuni sogni e visioni, il che ci
fa ancor di più comprendere la dimensione mistica della vita di Ricci. Nel paragrafo 26 Aleni racconta che Ricci “giunse a Nanchino” e “non trovò nessuno
che gli mostrasse profonda amicizia”, ovvero non trovò nessun amico che lo
potesse aiutare, “per cui si scoraggiò profondamente” (n. 26). In quella circostanza Ricci ricevette in sogno una consolazione:
27. Una notte, sognò di trovarsi in un palazzo grandioso e solenne
con appesa sopra un’iscrizione dorata. Egli disse tra sé: “Non è
forse questa una rivelazione del Signore del Cielo? Sebbene ora
mi trovi qui umiliato, un giorno certamente la santa religione prospererà”.
一夜,夢入一宮殿,莊嚴宏敞,有金扁額顏其上,而自思曰:
「是殆天主所默示者乎?今雖欝欝于此,聖教終有興起之日」
。
33
Aleni, profondo conoscitore della teologia, era cosciente dei due misteri fondamentali della fede cristiana: l’Unità e Trinità di Dio e l’Incarnazione del Figlio. Ne fa menzione in modo affascinante, e un po’ misterioso, illustrandoli
non attraverso la predicazione di Ricci, ma grazie ad un sogno del suo più
grande discepolo, Paolo Xu Guangqi.
69. Nell’anno gengzi di Wanli (1601) [Xu] si recò a Nanchino a
visitare Maestro Ricci e comprese il suo insegnamento a grandi
linee. Tornato a casa ebbe un sogno straordinario in cui vide una
sala rotonda con in mezzo tre piattaforme elevate. Su una c’era
un’immagine, sulle altre due non c’era alcuna immagine. Così il
Signore del Cielo rivelò in anticipo il mistero della Trinità e
dell’Incarnazione, solo che a quel tempo non ne comprese ancora
il significato.
萬曆庚子,到南都見利子,而略通其旨。回家得一奇夢,如見
圓圓堂中,設有三臺,一有像,二無像;蓋天主預啟以三位一
體,降生妙義,然尚未知其解也。
Aleni racconta che molti anni dopo la morte di Ricci Michele Zhang, un giovane neofita originario del Fujian, ebbe una visione misteriosa. In essa vediamo
come Ricci sia diventato per i cristiani cinesi un mediatore tra Cielo e terra.
117. C’era un fedele Zhang Shi (張識, di Jinjiang in Fujian) battezzato con il nome di Michele, molto devoto della religione e che
tutti ammiravano. Nell’anno guihai di Tianqi (1623) suo padre
Zhang Xiazhan ( 張 夏 詹 ), un Xiaolian, era funzionario
dell’educazione a Zhongzhou. Al momento della morte, [Michele]
improvvisamente vide il volto santo del Signore del Cielo che
esaminò e giudicò sulla sua vita, rimproverandolo ad alta voce. In
quel momento apparvero san Matteo apostolo e Maestro Ricci davanti al tribunale del Signore del Cielo per intercedere fervidamente per lui presso il Signore del Cielo che gli desse il permesso
di salire alla gloria del Cielo. In quel momento si svegliò e raccontò tutto ciò al padre e poi morì in pace. Fu uno degli esempi
che lo spirito di Maestro Ricci intercede presso il Signore del Cielo per i cinesi.
厥後,張識(閩晉江人)聖名彌克爾,奉教至虔,為眾所仰。
天啟癸亥,從父孝廉,張夏詹掌教中州,臨終時,忽見天主聖
容,審判其生平,尚加訶責,適宗徒聖瑪竇與利子,共現天主
臺前,為之懇祈,天主許登化光天焉爾。時傾甦,具為父言之,
廼安然而逝。此亦利子之靈,介天主側,為中國人祈求之一驗
云。
34
Per concludere
Non c’è dubbio che Aleni sapesse scrivere i caratteri cinesi utilizzando magistralmente il pennello del calligrafo. Nell’arte della calligrafia c’è un metodo
chiamato “nascondere la bravura” (藏鋒 zang feng): è un modo di dire che si
può applicare anche allo stile letterario. Ricci era certamente una persona eccezionale, ma Aleni non l’ha voluto esaltare in modo eccessivo, per non “rovinare” il profilo umile e mite che Ricci ha mostrato nella sua vita. Ma grazie alla
sua maestria, Aleni è riuscito a rendere ancora più chiaramente la straordinarietà di Ricci affidandosi non al proprio pennello, ma a quello del grande letterato Li Zhuowu. Quando si trovava a Nanjing, il poeta Li andò a visitare il maestro Ricci, che lo trattenne in conversazione. Venne così a conoscere in profondità la vera dottrina del Cielo (天學), e perciò lasciò un poema in onore del
Maestro che venne incluso nel suo Libri da bruciare.24
Il poema parla di una figura mitologica menzionata da Zhuangzi (莊子).
In un primo tempo era conosciuta sotto forma di una balena (鯤 kun) che navigava tra i mari. Poi essa diventò un volatile simile alla cicogna (鵬 peng),
che vola liberamente tra i cieli, passando per mari e montagne abitate da fate.
Lungo il viaggio, la cicogna cantava mellifluamente, lasciando il suo nome
sulla cima delle pagode. Sotto i suoi occhi sono passati dieci mila li (里 li).
Davanti ai suoi occhi si presenta la città empirea, cioè paradisiaca. La cicogna è
affascinata dallo splendore del paese, che brilla come il sole in mezzo al cielo.
Il “sole che brilla” (明 ming) può significare anche lo splendore della dinastia
Ming (明).
Nella poesia di Li, Ricci è descritto come la cicogna che vola verso gli
spazi del nord e del sud. Vedendo la mappa del mondo fatta da Ricci, Li
Zhuowu ha capito che per giungere in Cina egli ha fatto un’impresa che sembrerebbe quasi impossibile, come scrive Aleni.
7. Ricci navigò venendo verso l’Oriente, sopportò onde infuriate e sabbie tempestose, nazioni di ladri e cannibali, senza danni e senza ferite.
航海東來,歷怒濤狂沙掠人啖人之國,不灾不害
Proprio da questo uomo il poeta Li “venne a conoscere in profondità la
scienza del Cielo 天學”. Per questo Li ha provato una profonda meraviglia ed
emozione, e ha composto la splendida poesia dove Ricci è paragonato alla mitica cicogna.
In tal modo Aleni è riuscito allo stesso tempo a nascondere e svelare lo
splendore di Ricci nel pennello di Li Zhuowu; e similmente ha nascosto e
24
Ecco il testo del poema in cinese: 逍遙下北溟,迤邐向南征。剎利標名姓,仙山紀水程。
回頭十萬里,舉目九重城。觀國之光未,中天日正明。李贄,《焚書》,中華書局 1975
版,頁 247(字卓吾). Esso è riportato e tradotto in italiano anche in Fonti Ricciane II, p. 68.
35
svelato lo splendore del Signore del Cielo nella vita di Ricci. Spetta ai lettori,
ovvero i “saggi che verranno dopo di me e che vorranno conoscerlo” (n. 120), a
farne la scoperta e svelarne lo splendore.
36
Vita del Maestro Ricci,
Xitai del Grande Occidente
大西西泰利先生行蹟
Raccontata dal gesuita Giulio Aleni,
dell’Estremo Occidente
西極耶穌會士艾儒略述
Traduzione di Stanislaus Lee, Savio Hon e Gianni Criveller
Note di Gianni Criveller
37
38
[200] 西 泰 利 先 生 瑪 竇
者,大西歐邏巴州(按萬
國全圖天下總分五大
州,其在中國最西者,謂
歐邏巴)意大里亞國人也
(歐邏巴州名邦三十
餘,最南屬教宗所轄者,
謂意大里亞)。
1. [200]25 Il Maestro26 Xitai27 Li, di nome Matteo 28 , proveniente dal continente europeo (secondo la mappa del mondo, il mondo si divide in
cinque continenti tra cui quello che si trova
all’estremo ovest della Cina si chiama Europa),29
era italiano (l’Europa comprende una trentina di
paesi, quello che si trova all’estremo sud è governato dal papa e si chiama Italia).
其父居宦,母有懿德,奉 2. Suo padre30 era un funzionario pubblico, e la
31
天主甚虔,其受業之師孟 madre una donna di grazia32e di virtù, fervente
devota del Signore del Cielo.
尼閣者,亦名賢也。
Fu alunno del maestro Nicolò Bencivegni (孟尼
閣), pure un illustre saggio.
利子得此賢親及師,從幼 Maestro Ricci33 accompagnato da genitori virtuosi e da un maestro saggio, fin dall’infanzia
見聞俱合正道,
vide e udì cose che corrispondono alla retta via.34
25
Il numero tra parentesi quadra indica quello della pagina nell’edizione del 2002, a cura di Standaert e
Dudink (vedi nota bibliografica)
26
L’appellativo 先生 xiansheng, che oggi comunemente si traduce “signore”, nella Cina imperiale era un
titolo di rispetto, da rendere in italiano con “Maestro”.
27
西泰 Xitai (L’occidentale straordinario, ovvero lo straordinario maestro occidentale), è un appellativo
onorifico specificamente riferito a Matteo Ricci. Ricci lo definisce come nome del segnale (Fonti Ricciane I,
227) o nome grande (Fonti Ricciane II, 74), e D’Elia soprannome (Fonti Ricciane I, 227-228). Noi lo chiameremo “nome di cortesia’’, una forma presa in prestito dalla storiografia di lingua inglese. Nella Cina antica
chiamare una persona con il suo nome era, in un certo modo, irrispettoso. Per questo più una persona era
ragguardevole, più riceveva nomi alternativi.
28
瑪竇 Matou, sono i due caratteri scelti per rendere in lingua cinese il nome Matteo. Sono tuttora in uso
per indicare l’evangelista Matteo.
29
Le parentesi tonde, in dimensione minore, includono frasi o parole che Aleni riporta in caratteri a dimensione minore, a margine del testo principale. Includono anche i caratteri cinesi delle persone menzionate nella
biografia (riportati in dimensione normale).
30
Il nome del padre di Matteo era Giovanni Battista, di professione speziale (farmacista).
31
La madre di Matteo si chiamava Giovanna Angiolelli. Nell’edizione del 1919 a cura di Ying Lianzhi 英斂
之, utilizzata da Desbuquois per la sua traduzione in francese (1924) il riferimento alla madre è omesso.
32
天主 Tianzhu: (Il Signore del Cielo) è il termine con cui, normalmente, a partire dal 1583, i cattolici cinesi chiamano Dio.
33
D’ora in poi Aleni si riferisce a Matteo Ricci chiamandolo rispettosamente 利子 Lizi. 利 Li è il cognome cinese di Ricci, 子 Zi è un titolo onorifico dato ai saggi, il più grande è 孔子 Kongzi Confucio, il Maestro per eccellenza, per cui spesso ci si riferisce a lui (Confucio) con il semplice suffisso 子 Zi, il Maestro. Si
tratta di un appellativo indispensabile in un’opera ‘classica’ che intende rendere omaggio a Ricci. In una
traduzione in lingua corrente il suffisso potrebbe essere omesso, ma abbiamo scelto di renderlo anche in
italiano, traducendo Lizi con “Maestro Ricci”, per restituire l’aurea di onore verso Ricci che è insita
nell’opera di Aleni. D’Elia, in Fonti Ricciane traduce in “Dottore Ricci”.
34
道 Dao, come noto, è un concetto filosofico, religioso e morale fondamentale nel pensiero cinese, adottato in tutte le tradizioni filosofiche e religiose, anche in quella cristiana. Esso indica la Via, il Principio,
l’Origine, la Parola e altro ancora.
39
且頴異聰敏,十餘歲
即志密修。
父以科第期之,兾紹
家聲,送羅瑪京都,
就名師習諸學之蘊
奧。
Inoltre egli manifestò un’intelligenza eccezionale.35
Fin da quando aveva poco più di 10 anni decise di
coltivare la propria vita spirituale in segreto. Il padre
sperava che Matteo ottenesse ottimi risultati negli
esami statali, per far carriera e dare maggior fama
alla famiglia. Lo mandò a Roma, la capitale, affinché i più famosi maestri lo istruissero in modo approfondito nelle varie scienze.
僅習三年,欲遂修道
夙懷,不願婚娶利
名。求入耶穌聖會,
時年已十九年矣,因
致書于父,具言此
意。父驟聞之,未之
許也,欲往羅瑪阻
之,比起程,忽得病
不果往。
3. Dopo appena tre anni di studio, i suoi pensieri
furono presi dal desiderio della vita religiosa piuttosto che dal matrimonio, dal denaro e dalla fama.
All’età di diciannove anni [Matteo]36 chiese di entrare nella santa Compagnia di Gesù, perciò scrisse
al padre per esprimere tale proposito.
Sopraffatto da questa notizia inaspettata, il padre
non approvò [la decisione del figlio] e decise di recarsi a Roma per impedirglielo, ma al momento
della partenza si ammalò improvvisamente.
稍愈又欲行,又病而
回,如是者三。父迺
翻然悟曰:
「是殆天主
所默眷,欲使其傳道
于四方[201]者,吾安
可使功名一途,加諸
欽崇天主上乎?」遂
復書述屢往屢病之
繇,諄諄加勉。
Quando stette un po’ meglio, tentò di ripartire, ma si
ammalò di nuovo e ritornò indietro. La cosa si ripeté
ben tre volte. 37 Il padre finalmente capì e disse:
“Questo è un avvertimento del Signore del Cielo che
misteriosamente mi fa capire che Lui vuole che
[Matteo] trasmetta la Parola ai quattro lati del mondo [201]. Come oso io anteporre la via della carriera
e della fama al di sopra dell’adorazione del Signore
del Cielo?” E quindi scrisse una lettera per raccontargli la vicenda delle sue ripetute partenze e malattie, e lo incoraggiò con molte esortazioni.
利子入會,既于文科
理科,無不卓然,復
于道科日精月進,歷
考七次,至撒責耳鐸
德尊品。
4. Entrato nella Compagnia, Maestro Ricci mostrò
eccellenza sia nelle lettere che nelle scienze, e per
quanto riguarda la sacra dottrina progredì grandemente ogni giorno e ogni mese e superò sette esami
fino al nobile ordine del sacerdozio.38
35
Qui Desbuquois (1924) inserisce una frase: “Nel 1561 Matteo Ricci entra nel Collegio della Compagnia
fondato a Macerata”. Si tratta di un’aggiunta del traduttore francese.
36
I testi tra parentesi quadre sono aggiunte del curatore per rendere la narrazione più scorrevole.
37
Secondo altre fonti, tra cui la Relacão di Sabatino de Ursis, il padre di Matteo si ammalò una volta soltanto, vedi Fonti Ricciane II, p. 554.
38
È possibile che Aleni intenda i sette ordini minori e maggiori: ostiariato, lettorato, esorcistato, accolitato,
40
39
嗣后,立志航海,欲廣 5. In seguito decise di andare oltremare per dif傳聖教於東方,遂請命 fondere la santa religione in Oriente, perciò chiese
al superiore della Compagnia [il permesso] di
會長面辞教宗。
congedarsi dal papa.40
于天主降生后一千五百
七十七年,閱數國,廼
至大西海濱名邦波耳都
瓦耳,利子入見其王,
王款之厚。
6. Nell’anno 1577 dopo l’incarnazione del Signore del Cielo, attraversati diversi paesi, Maestro
Ricci raggiunse il famoso regno marittimo del
Portogallo e si presentò al re che lo ospitò generosamente.
航海東來,歷怒濤狂沙
掠人啖人之國,不灾不
害。次年至小西泊舟,
為開示所學。
7. Quindi navigò venendo verso l’Oriente, sopportò onde infuriate e sabbie tempestose, nazioni
di ladri e cannibali, senza danni e senza ferite.
L’anno seguente sbarcò in India41 per manifestare
tutto ciò che aveva studiato.42
又次年為萬曆辛巳,始
抵廣東香山
8. Nell’anno successivo all’anno xinxi 43
dell’imperatore Wanli [1582] 44 arrivò nel
Guangdong, [nella contea di] Xiangshan45, a Macao.
suddiaconato, diaconato, sacerdozio.
39
In realtà Ricci fu ordinato sacerdote in India in 1580, dunque successivamente alla sua partenza per
l’Oriente (1577).
40
L’udienza con il papa Gregorio XIII avvenne il 18 maggio 1577. È possibile che Aleni con questa informazione intenda implicitamente accostare la dignità e le prerogative del papa a quelle dell’imperatore cinese:
come non sarebbe possibile per un ministro allontanarsi dalla corte senza il permesso dell’imperatore, così
Ricci dovette ottenere il permesso del papa per allontanarsi da Roma. Ricordiamo che Aleni scrive per un
pubblico cinese, che avrebbe potuto meravigliarsi di una partenza da Roma senza un esplicito permesso
dell’autorità suprema.
41
Letteralmente 小西 Xiaoxi, Piccolo Occidente.
42
Con questa espressione Aleni probabilmente intende l’inizio dell’opera di propagazione della fede da parte
di Ricci.
43
Il calendario della Cina imperiale era basato su un ciclo di 60 anni, dei quali ognuno ha un proprio nome.
44
Questo modo per indicare l’anno 1582 può essere riferito al fatto che l’anno nono di Wanli era specialmente ricordato dai contemporanei di Aleni. Nel 1582 l’imperatore Wanli, che aveva solo 18 anni, prese il
controllo diretto dell’impero.
45
香山 Xiangshan era la contea, nel sudest della provincia del Guangdong, che allora includeva Macao. Dal
1925 la contea prese il nome di 中山 Zhongshan, oggi una municipalità.
41
澳,制臺司馬陳公文
峰,移文澳內,請大
西司教者並治事之
官,同商澳事。司教
者請耶穌會士羅子
( 諱 明 鑒 46 , 號 復
初)代赴其招,事畢
而歸。
Il governatore generale e vice-ministro della guerra,
l’onorevole Chen47 Wenfeng (陳文峰),48 richiese per
iscritto al vescovo del Grande Occidente e al governatore [di Macao] di discutere gli affari di Macao. Il
vescovo chiese al gesuita Maestro Michele Ruggieri
(羅) (di nome Mingjian 明堅 e nome di cortesia 復
初 Fuchu,49) di andare in sua vece. Costui, adempiuto
l’incarico, ritornò.50
越明年癸未,利子始
同羅子入端州(即肇
慶 府 ), 新 制 臺 郭
公,並太守王公,甚
喜款留,遂築室以
居。
9. Nell’anno seguente Maestro Ricci, per la prima
volta, entrò assieme a Maestro Ruggieri, a Duanzhou51
(nella prefettura di Zhaoqing) dove il nuovo governatore generale, l’onorevole Guo (郭) e il prefetto onorevole Wang (王) li accolsero con molta gioia.52 E lì
costruirono una casa per abitarvi.
利 子 [202] 間 制 地
圖,渾儀天地球,考
時晷惜時之具,以贈
于當道,皆奇而喜
之,方知利子為有德
多聞高士也。
10. Quindi53 Maestro Ricci [202] produsse una mappa, delle sfere armillari, degli strumenti per la misurazione del tempo e delle stagioni, che egli offrì alle autorità, le quali si meravigliarono e si rallegrarono
molto. Allora capirono che Maestro Ricci era una
persona superiore, di molte virtù e vasta erudizione.
46
鑒 Jian, ideogramma inserito al posto di 堅 jian.
I cognomi dei funzionari pubblici sono seguiti dal titolo di rispetto 公 gong, che potrebbe essere tradotto
con onorevole/rispettabile.
48
Informazioni biografiche circa tutte le persone nominate in questo libro rimandiamo alle brevi note biografiche. I nomi delle persone vengono riportati anche in caratteri cinesi, tra parentesi tonde, per facilitarne
l’identificazione.
49
Vuol dire ‘restauratore’.
50
L’episodio accadde nel maggio 1582, e fu il quarto viaggio nel continente di Michele Ruggieri. In realtà da
tempo Ruggieri cercava in tutti i modi di ottenere il permesso di risiedere in Cina, e nel dicembre dello stesso
anno ritornò a Zhaoqing 肇慶 per la quinta volta insieme a Francesco Pasio. Aleni enfatizza il significato
dell’iniziativa del viceré forse per mostrare che l’entrata e la permanenza dei Gesuiti in Cina sarebbe stata
non solo avallata, ma persino richiesta dalle autorità cinesi.
51
端州 Duanzhou era il nome di un distretto di Zhaoqing, ma in questo caso si intende semplicemente la
città di Zhaoqing.
52
L’episodio fondamentale per la storia del cristianesimo in Cina, avvenne il 10 settembre 1583: Ricci e
Ruggieri ottennero finalmente il permesso di dimora stabile. Per Ruggieri era il sesto viaggio nel continente,
per Ricci il primo. Da notare l’enfasi posta sulla positiva accoglienza delle autorità.
53
間 Jian. Oppure, secondo un’altra lettura: di quando in quando, cioè quando Matteo si prendeva una
pausa dallo studio e dagli altri impegni.
47
42
利子素有謙德,以異 11. Maestro Ricci si comportò sempre umilmente.
邦甫居斯地,未免有 Siccome nel luogo dove dimorava era straniero, era
侮,利子不較也。 inevitabile subire del disprezzo, ma Maestro Ricci non
se ne amareggiava.54
一日,有踰後垣而盜
其柴,家人與爭。利
子命讓其柴曰:「吾
烏可以微物而與人
競,且其來或為貧
也?」躬負柴就垣邊
送之,其人慙謝而去
12. Un giorno un tale scavalcò il muro posteriore per
rubare della legna. A quello della casa55 che cercava
di fermarlo, Maestro Ricci comandò di lasciarlo andar
via con la legna, dicendo: “Perché disputare con
qualcuno per una cosa di poco valore, tanto più se egli
è venuto a causa della sua povertà?” E portò egli stesso la legna verso il muro e la consegnò all’uomo, il
quale, con vergogna, lo ringraziò e se ne andò.56
其居端州十載,初時
語言文字未通,苦心
學習,按圖畫人物,
借人指點,漸曉語
言,旁通文字,至如
六經子史等篇,
13. Egli abitò a Duanzhou per dieci anni.57 All’inizio
non padroneggiava la lingua parlata e scritta, ma studiando con tutto il cuore e la mente,58 aiutandosi con
disegni di figure delle persone e delle cose, e tramite
le spiegazioni degli altri, gradualmente apprese la lingua parlata e scritta, non solo, ma perfino i Sei Classici,59
54
Frase di difficile interpretazione. Può essere riferita all’episodio precedente. In questo caso il disprezzo
subito da Ricci sarebbe stato quello di veder riconosciuta la sua virtù e scienza solo dopo aver prodotto strumenti scientifici. Se si riferisce all’episodio successivo, il disprezzo sarebbe quello di aver subito dei furti.
Oppure è un passaggio a sé stante, che sottolinea l’umiltà di Ricci, tra momenti di successo (il riconoscimento delle autorità) e di difficoltà (i furti). A Zhaoqing Ricci subì varie ingiurie: l’accusa di essere trafficante di
bambini, di essere una spia e di cospirare contro la sicurezza dello stato. Alla fine fu persino cacciato da
Zhaoqing, in quanto il viceré volle impossessarsi della sua casa (vedi sotto).
55
Probabilmente si intende una persona di servizio che si oppose al ladro. L’abitazione dei missionari a
Zhaoqing subì almeno due assalti, e quella di Shaozhou fu assaltata nel luglio del 1592. In quell’occasione
Ricci subì una grave storta al piede, da cui non si riprese più, per cui rimase leggermente claudicante per il
resto della vita. Nel 1593 Valignano lo chiamò a Macao per potersi curare, ma neanche quei medici furono in
grado di guarirlo. L’episodio del furto qui raccontato potrebbe essere quello accaduto nella prima metà del
1588, raccontato in Fonti Ricciane I, pp. 246-247.
56
È un episodio di sapore francescano. Francesco d’Assisi, di cui si sono tramandati episodi di generosità
verso i ladri, era una figura particolarmente popolare tra i Gesuiti. La lettura della vita di san Francesco,
inclusa nella Legenda aurea di Iacopo da Varagine, fu fondamentale per la conversione di Ignazio di Loyola.
Nei primi anni della sua vita religiosa, Ignazio si ispirò esplicitamente a Francesco, facendosi mendicante e
recandosi in Terrasanta.
57
In realtà Ricci abitò a Zhaoqing per solo 6 anni, dal 1583 al 1589.
58
Letteralmente: con la fatica del cuore.
59
I Classici cinesi sono generalmente considerati cinque, ma occasionalmente, come in questo testo di Aleni,
la lista ne riporta sei: Il libro dei mutamenti (易經 Yijing); Il libro dei versi (詩經 Shijing), Il libro dei documenti (書經 Shujing), Il libro dei riti (禮記 Liji), Gli annali delle primavere e degli autunni (春秋
Chunqiu, o 麟經, Linjing), il sesto classico (perduto) è Il libro della musica (樂經 Yuejing).
43
無不尽暢其義。始著 I testi di filosofia, di storia ecc.,60 e di essi ne com書發明聖教。
prese a fondo il senso. Cominciò a scrivere dei libri
per diffondere la santa religione.61
日惟勤懇泣默禱天
主,啟迪人心,端其
信向,朝夕不輟,且
多方誘掖,欲人人識
認天地大主萬民之
大父母也。
14. Ogni giorno pregava diligentemente, con lacrime e
silenziosamente il Signore del Cielo, affinché aprisse
il cuore degli uomini e li avviasse sul cammino verso
la fede, senza sosta mattino e sera. In molti modi egli
[cercava] di attirare tutti e condurli a conoscere il
Grande Signore del Cielo e della terra, il Grande
Padre-Madre62 di tutti i popoli.63
時有鍾銘仁、黃明沙
者,粵中有志之士
也,慕利子之天學,
時依從之。
15. In quel tempo Zhong Mingren (鍾銘仁 Sebastião
Fernandes) e Huang Mingsha (黃明沙 Francisco Martins), 64 due cinesi di alto ideale 65 provenienti dal
Guangdong, poiché ammiravano la dottrina del Cielo66
di Maestro Ricci, lo seguirono.
60
La lista tradizionale, frequente nella letteratura cinese, aggiunge a 經子史 jingzishi (classici, testi di
filosofia e storia) il carattere 集 ji (letteratura), omesso forse solo perché sottointeso dalla locuzione “ecc...”.
Se così fosse, la traduzione italiana potrebbe essere come segue: i sei classici, i testi di filosofia, storia e
letteratura.
61
L’8 marzo 1608, Ricci scriveva al Superiore Generale Claudio Acquaviva: “Perché nel vero, cosa che non
facilmente si crede, più si fa nella Cina con libri che con parole”, vedi Ricci (2001), Lettere, p. 470.
62
大 父 母 Dafumu, Grande Padre-Madre. Nella tradizione confuciana questo termine si riferiva
all’imperatore e alle autorità locali. Nella letteratura cristiana del periodo tardo Ming e primo Qing è stato
adottato come nome di Dio. Oltre che da Ricci ed Aleni, questo termine fu impiegato da autori cristiani, in
particolare 楊廷筠 Yang Tingyun e 王征 Wang Zheng, che ne proposero interessanti interpretazioni. Purtroppo, dopo la decisione di rigettare l’uso dei termini 天 Tian e 上帝 Shangdi, anche Dafumu fu abbandonato. Fu una perdita per il processo di inculturazione del cristianesimo. Il termine “Grande Padre-Madre” è
inclusivo, e avrebbe potuto contribuire a superare una percezione patriarcale di Dio, che pone difficoltà culturali e psicologiche a molte persone.
63
L’immagine di Ricci in preghiera per la conversione della Cina viene ripresa verso la fine del testo. Essa
viene impiegata da Ricci stesso nell’introduzione a Il vero significato del Signore del Cielo (1603).
64
鍾銘仁 Zhong Mingren e 黃明沙 Huang Mingsha sono meglio conosciuti nelle fonti gesuitiche con il
loro nomi portoghesi Sebastião Fernandes e Francisco Martins. In quel tempo a Macao era invalso il costume
di dare ai cattolici cinesi nomi portoghesi.
65
Con ogni probabilità l’espressione indica il loro proposito di entrare nella Compagnia di Gesù.
66
Si intende, con ogni probabilità, l’insegnamento religioso di Ricci. Aleni chiama 天學 Tianxue, la scienza
celeste, ciò che Ricci in Della entrata chiama “la nostra legge” (Fonti Ricciane II, p. 68). Secondo D’Elia
l’impiego di Tianxue per indicare la scienza di Dio, quindi il cristianesimo, ha inizio nel 1615, con un libro di
Manuel Dias il giovane (1574-1659), Questioni di Astronomia 天問略 Tianwen lüe, vedi Fonti Ricciane II,
p. 68. Nella letteratura cristiana del tardo periodo Ming tale termine aveva un duplice significato, che si prestava ad esprimere in modo sintetico la strategia dei Gesuiti. Essi si presentavano come esperti delle scienze
celesti, ovvero del cielo materiale (astronomia) e del Cielo metafisico (scienza di Dio). All’inizio del XVIII
secolo, quando la controversia dei riti prese una piega decisamente sfavorevole ai Gesuiti, il termine venne
abbandonato, probabilmente perché considerato suscettibile di ambiguità tra l’astronomia e il cristianesimo.
44
端州有鄉人,夜過荒
塚地,為魔所憑,忽
發顛狂,其父母[203]
延僧道巫覡之流,祈
禳百端,俱無效。
時有告其父曰:
「大西
有利先生者,崇奉天
主正教,能驅魔,立
應盍往誠求之」
。其父
懇祈利子,利子至其
家,見諸魔像符籙,
諭之曰:
「是皆邪魔之
招也,悉取燬之」
。因
代誦經籲祈天主,取
自佩之聖匵付之,病
立愈。自是一家之
人,無一不欽崇聖
教。
16. Una notte un contadino di Duanzhou s’imbatté
in una tomba abbandonata, fu posseduto dal demonio e impazzì all'istante. I suoi genitori [203] chiesero aiuto ai monaci buddisti, ai preti taoisti ed agli
sciamani67, i quali pregarono in cento modi68 per
liberarlo da quella disgrazia, ma senza successo.
Allora qualcuno suggerì al padre: “C’è il signor
Ricci del Grande Occidente, adoratore della vera
religione del Signore del Cielo, capace di cacciare i
demoni. Va’ dunque subito a supplicarlo con sincerità”. Il padre supplicò sinceramente Maestro Ricci,
e Maestro Ricci entrò in casa, e vedendo le immagini di molti demoni e le scritte talismaniche, ordinò
“Queste sono tutte cose demoniache e sono da bruciare”. 69 Grazie all’intercessione del Signore del
Cielo e all’applicazione di una reliquia che [Ricci]
portava con sé, quella persona guarì all’istante. Allora non ci fu un membro della famiglia che non
credette nella santa religione.
有居官梁姓者,過壯
無子,利子命入聖
堂,代為祈求,連舉
二子,遂並二子奉教
焉。
17. C’era un funzionario di cognome Liang (梁), il
quale aveva passato gli anni del vigore ed era senza
figli. Maestro Ricci lo accompagnò in chiesa e pregò per lui. Costui ebbe due figli, uno dopo l’altro, e
poi credette nella religione insieme con i due figli.
67
Praticanti di credenze religiose tradizionali capaci di diagnosticare e curare malattie. Qui l’espressione ha
un tono dispregiativo.
68
Cioè pregarono con insistenza e in molte forme.
69
Un episodio in cui si nota quanto l’atteggiamento di Ricci fosse assai severo verso il buddismo, il taoismo
e le pratiche della religione popolare. Tale strategia missionaria è interpretata nel modo più sintetico ed efficace dal colto convertito 徐光啟 Paolo Xu Guangqi (1562-1633), attraverso il motto “completare il confucianesimo e opporsi al buddismo” 補儒易佛 buru yifo, apparso per la prima volta nella prefazione (scritta
dallo stesso Xu) all’edizione del 1612 de Il vero significato del Signore del Cielo, vedi Ricci (1985), p. 59.
45
其後,司馬節齋劉
公,開府端州,知利
子欲進內地以廣宣其
教,遂移文韶州府,
命于南華寺居停利
子,請附城河西官
地,建天主堂棲止
焉。
18. Dopo questo il viceministro della guerra,
l’onorevole Liu Jiezhai (劉節齋), governatore generale 70 di Duanzhou, saputo che Maestro Ricci
desiderava andare nell’interno della Cina per diffondere la religione, scrisse allora alla prefettura
di Shaozhou71 ordinando di ospitare Maestro Ricci
72
presso il tempio di Nanhua, 73 fino a che
l’ordine di costruire la chiesa del Signore del Cielo,
sul terreno statale di Hexi74 fosse stato portato a
termine.75
其端州舊堂,劉公取
為生祠,薄酬價于利
子,利子力辭不受,
劉公愈高之。
19. Al proposito della vecchia chiesa a Duanzhou,
essa fu presa dall’onorevole Liu (劉) per trasformarla in un tempio in onore degli antenati della famiglia. A questo scopo egli offrì a Maestro Ricci
una somma insignificante. Ma Maestro Ricci la rifiutò insistentemente, facendo aumentare la stima di
Liu verso di lui.76
姑蘇瞿太素者,大宗
伯文懿公之長子也,
適過曹谿,聞利子名
因訪焉,談論間深相
契合,遂願從遊,勸
利子服儒服。
20. Qu Taisu (瞿太素) di Gusu,77 al primogenito del
ministro dei riti l’onorevole Qu Wenyi (瞿文懿),
capitò di passare per Caoxi78 e sentita la fama di
Maestro Ricci gli fece visita. Grazie alla loro conversazione stabilirono una profonda intesa reciproca. Qu volle farsi suo discepolo e consigliò a Maestro Ricci di portare l’abito del letterato confuciano.79
70
開府 Kaifu, questa carica pubblica può essere resa anche con prefetto.
La città di 韶州 Shaozhou è oggi chiamata 韶關 Shaoguan.
72
In realtà la vicenda è più complicata, come si vedrà in seguito.
73
Nanhua è il famoso tempio buddista, tuttora in esistenza, dove si conserva la memoria di 惠能 Huineng, il
sesto ed ultimo patriarca del buddismo Chan.
74
河西 Hexi, letteralmente: “ad ovest del fiume”, zona della città di Shaozhou.
75
La frase intende che Liu Jiezhai ha dato due ordini: costruire una chiesa ad ovest del fiume; e di ospitare
Ricci presso il monastero fino a che la costruzione della chiesa fosse stata completata.
76
La frase vuole dire che più Ricci si mostrava deciso nel rifiuto della somma, più aumentava la stima di Liu
Jiezai verso di lui. Nel maggio del 1589, Liu decise di espellere Ricci e il compagno Antonio de Almeida da
Zhaoqing per occuparne la casa. Mentre i gesuiti erano già sulla via di Macao, il viceré li fece richiamare,
colpito dal fatto che Ricci non avesse accettato l’insignificante ricompensa per la requisizione della casa. Per
rimediare, Liu propose loro di stabilirsi in altre città. Ricci indicò 南雄 Nanxiong e Liu suggerì di tentare
prima di stabilirsi nella vicina Shaozhou, dove aveva influenza sul prefetto. In questo modo Riccì riuscì a
spostarsi un po’ più a nord, stabilendo la sua seconda residenza.
77
姑蘇 Gushu, oggi chiamata Suzhou 蘇州.
78
曹谿 Caoxi è il nome del torrente presso cui sorge il tempio di Nanhua, ed è un nome alternativo per lo
stesso tempio.
79
Il passaggio, avvenuto nel 1595, dall’abito simile a quello dei monaci buddisti a quello di letterato fu una
71
46
時同[204]會郭子(名
居靜)
,偕利子處。一
日,劇盜強入剽劫貨
物,當道嚴捕賊黨下
重獄,利子哀怜之,
力言諸當道釋之。人
咸服利子之德云。
21. In quel tempo [204] il confratello Maestro Cattaneo (郭 Guo) (di nome Lazzaro 居靜 Jujing) risiedeva con Maestro Ricci.80 Un giorno alcuni ladri
entrarono con forza in casa per rubare e vennero
catturati dalle autorità e condannati al carcere duro.
Maestro Ricci ebbe compassione di loro e intercedette con insistenza presso le autorità perché fossero
liberati. E tutti furono sopraffatti dall’ammirazione
di fronte a tali virtù di Maestro Ricci, e così via.81
太素既締交利子,遂
揄(揚)利子之學于
縉紳間。利子因請
曰 :「 公 亦 有 所 求
乎?」太素曰:
「吾年
四十有三,吾內子四
十有二,尚未有子,
先生能為我祈求大主
乎?」利子因代為密
禱,是年即生一男,
令名式榖者是也。
22. Avendo stretto amicizia con Maestro Ricci, Taisu cominciò a esaltarne l’erudizione tra i mandarini
ed i letterati. Maestro Ricci gli domandò: “Signore,
avete qualcosa da chiedermi?” Taisu rispose: “Io ho
quarantatre anni, mia moglie ne ha quarantadue, e
non abbiamo avuto figli. Potete intercedere per noi
presso il Grande Signore?” Maestro Ricci pregò per
lui nel segreto e in quell’anno ebbe un figlio e lo
chiamò Shigu (式榖).
利子此時嘗將中國四
書譯以西文,寄回本
國,國人讀而悅之,
以為中邦經書能認大
原,不迷其主者。
23. Maestro Ricci allora tentò la traduzione in lingua europea dei Quattro Libri cinesi e la mandò in
patria.82 I suoi compatrioti lessero quei libri e li apprezzarono, perché i classici cinesi si mostravano
capaci di conoscere la grande origine, senza fraintendere il Signore di essa.83
delle svolte più decisive nella vita missionaria di Ricci, che ne discusse con Valignano, e dal quale ne ebbe
l’approvazione (Criveller, 2008). Certamente il consiglio di amici quali Qu Taisu ebbe un ruolo rilevante
nella decisone maturata da Ricci. Interessante notare che il ‘discepolo’ Qu Taisu diede ben presto consigli
preziosi al suo maestro.
80
Lazzaro Cattaneo raggiunse Ricci nel 1594, mentre l’episodio che segue è avvenuto nel 1592.
81
Episodio che risale al luglio 1592, vedi Fonti Ricciane I, pp. 320-322.
82
Ricci, in Della entrata e nelle Lettere, ha menzionato in più di un’occasione che a metà degli anni 1590
compì una trasposizione in latino dei Quattro Libri. La fece a beneficio dei giovani missionari che dovevano
studiare la lingua e la cultura cinese. Egli affermò anche che aveva intenzione di mandarne una copia a Roma.
Secondo D’Elia questo passaggio di Aleni è l’unica fonte in cui si afferma esplicitamente che la traduzione
latina dei Quattro Libri fu di fatto mandata a Roma (Fonti Ricciane II, 33). Ma finora questo testo non è stato
rintracciato. Ci sono invece manoscritti che contengono traduzioni e parafrasi di alcune sezioni dei Quattro
Libri, forse basati sull’opera di Ricci. Per questa questione complessa e irrisolta vedi Francesco D’Arelli
(1998).
83
Passaggio difficile, di cui si propone la seguente interpretazione. Secondo Ricci nella filosofia confuciana
originaria Shangdi, di cui Ricci offre un’interpretazione teologica compatibile con il Dio cristiano, è la fonte
di ogni cosa. I neoconfuciani invece ritenevano che l’origine di tutto fosse immanente alle cose stesse, e
47
至今孔孟之訓遠播遐 Fino ad oggi le dottrine di Confucio e di Mencio
方,皆利子力也。
sono diffuse nei paesi lontani, proprio per merito di
Maestro Ricci.84
厥后偶,到南雄府,
大京兆王公玉沙,適
宦南雄,一見利子,
深相愛慕。
24. Dopo un po’ di tempo, per coincidenza, [Ricci]
giunse nella prefettura di Nanxiong, quando il prefetto della prefettura metropolitana della capitale,
l’onorevole Wang Yusha (王玉沙), 85 fungeva da
funzionario governativo. Appena incontrò Maestro
Ricci, i due si legarono l’un l’altro con profondo
affetto e ammirazione86.
而少司馬石公適就任
之京,敬愛利子,遂
携利子之南都。到贑
州十八灘,波濤險
惡,從行有溺者,利
子雖安然無恙,心甚
憫之,不禁淚下。
25. Anche il viceministro della guerra, l’onorevole
Shi (石),87 che stava per assumere degli incarichi
nella capitale, provò ammirazione per Maestro Ricci
e portò Maestro Ricci con sé a Nanchino. 88 Ma
giunti alle “18 rapide”89 di Ganzhou furono travolti
da onde violente, e un compagno annegò.90 Sebbene
Maestro Ricci si salvò, provò grande dolore e non
poté trattenere le lacrime.
比 抵 南 都 , 未 逢 知 26. Come giunse a Nanchino, non trovò nessuno che
己,殊為悵然。
gli mostrasse profonda amicizia,91 per cui si scoraggiò profondamente.
dunque materiale, negando la trascendenza. Aleni stesso, intitolando il suo catechismo La vera origine di
tutte le cose 萬物真原 Wanwu Zhenyuan (1628) ha voluto ritornare su questo punto, ribadendo che la vera
origine di tutte le cose è trascendente ed è lo stesso Signore del Cielo.
84
Certamente va a merito di Ricci di aver introdotto la cultura cinese in Europa, attraverso le sue lettere e
soprattutto con l’opera Della entrata, tradotta in latino da Nicolas Trigault (1615).
85
Si tratta di Wang Yinglin 王應麟, l’autore dell’inscrizione in onore di Ricci del 1615.
86
Aleni usa un’espressione particolarmente forte: “Appena visto Maestro Ricci, si sono profondamente
amati e ammirati l’un l’altro”. Wang, una volta prefetto di Pechino, dettò il testo di una iscrizione funeraria in
onore di Ricci, riportata in seguito in questa pubblicazione.
87
D’Elia propone di identificare questo funzionario, che Ricci chiama Shi Lou, con Shi Xing 石星, vedi
Fonti Ricciane I, p. 339.
88
Essendo questo un testo storico, scegliamo di rendere la città 南京 con il suo termine italiano Nanchino,
piuttosto che nella forma pinyin di Nanjing.
89
Le 十八灘 Shibatan “le 18 rapide”: il numero 18 ha spesso una valenza simbolica, per cui esso può indicare, più che la cifra esatta, una grande quantità di rapide.
90
Il compagno deceduto era João Barradas, giovane catechista poi candidato gesuita originario di Macao di
cui non conosciamo il nome cinese.
91
Nel giugno del 1595 il mandarino 徐大任 Xu Daren intimò rudemente a Ricci di lasciare Nanchino,
accusandolo di sovvertire l’ordine sociale.
48
一夜,夢入[205]一
宮殿,莊嚴宏敞,有
金扁額顏其上,而自
思曰:「是殆天主所
默示者乎?今雖欝
欝于此,聖教終有興
起 之 日 」。 廼 舍 南
都,而轉江右焉。時
暫僦邸舍以居。
27. Una notte, sognò [205] di trovarsi in un palazzo
grandioso e solenne con appesa sopra un’iscrizione
dorata. Egli disse tra sé: “Non è forse questa una rivelazione del Signore del Cielo? Sebbene ora mi trovi
qui umiliato, un giorno certamente la santa religione
prospererà”.92 E dopo aver abbandonato la capitale
del Sud [Nanchino], si trasferì nel Jiangyou.93 E affittò temporaneamente una casa per abitarvi.
適有醫官王繼棲
者,遇覩利子德容,
心竊異之,遂延至家
館利子。
28. C’era anche il funzionario del servizio della sanità,94 Wang Jiqi (王繼棲), che incontrò Maestro Ricci
e vedendone il volto ne percepì la virtù, e ne fu interiormente meravigliato, e quindi chiese a Maestro
Ricci di prendere lezione a casa sua.95
92
Il sogno, avvenuto il 25 o 26 giugno 1595, è stato raccontato con dettagli più precisi dallo stesso Ricci in
due occasioni: in una lettera a Girolamo Costa del 28 ottobre 1595 (4 mesi dopo il sogno) e nel 1609 in Della
entrata, dunque prima e dopo la realizzazione di quanto indicato dal sogno. Ricci racconta che un uomo
sconosciuto, qualificatosi come il Signore, lo incoraggiò promettendogli che sarebbe riuscito un giorno a
stabilirsi nella capitale. Nel resoconto riportato nella lettera a Costa, Ricci concluse il dialogo con queste
parole: “Disse egli [il Signore] allora: Andate pure in quella città, - e parea che mi mostrasse Pachino -, e
quivi vi aiuterò”, vedi Ricci, Lettere, p. 290.
Nella versione precedente alla realizzazione del sogno, il Signore menziona solo Pechino; mentre nella versione posteriore, quella del 1609, il Signore si riferisce ad una residenza in entrambi le capitali, vedi Fonti
Ricciane I, pp. 355-356. Secondo D’Elia questo sogno riecheggia il sogno di Ignazio di Loyola alla Storta
(Roma) nel 1537, vedi Fonti Ricciane I, p. 356. Un altro riferimento che viene alla mente è la visione da
parte dell’apostolo Paolo dell’uomo macedone (At 16, 19) e soprattutto la visita di Gesù che gli predice
l’andata a Roma (At 23, 11). Secondo lo scrittore gesuita del XVII secolo Daniello Bartoli, da questo sogno
Ricci ricavò grande fiducia, che trasmise anche ai compagni spesso scoraggiati (La Cina, II, c. 71, p. 146,
vedi Fonti Ricciane I, p. 356).
93
江右 Jiangyou è un nome alternativo per la provincia del Jiangxi.
94
Ricci, in Della Entrata, riferisce che si tratta di un “medico molto famoso e amico di tutti I mandarini
della città”, vedi Fonti Ricciane I, p. 358.
95
Letteralmente: Wang chiese che Maestro Ricci diventasse maestro di casa. 家 館 Jiaguan è
un’espressione tecnica che indica la casa dove il maestro vive ed accoglie i suoi alunni. Secondo questa espressione il medico avrebbe chiesto a Ricci di poter diventare, in certo modo formalmente, suo discepolo.
49
醫官入告中丞陸仲
鶴,邀見甚喜,談論
數日,因傳記含之
學,順逆皆誦之法,
益相敬愛。
29. Il funzionario della sanità riferì la cosa al gran coordinatore imperiale Lu Zhonghe (陸仲鶴), il quale
dopo averlo incontrato, lo invitò con gioia a casa, e lo
trattenne in conversazione per più giorni. [Ricci] gli
insegnò il metodo mnemonico e il metodo di ripetere
un testo dall’inizio alla fine e viceversa.96 Il rispetto e
l’affetto reciproco cresceva sempre di più.
一日,請觀大西奇物
中有彩石一枚,目上
映光,
五彩爛然。中丞把玩
不忍去手,利子因以
獻,公堅辭不受,徐
謂利子曰:「此寶今
長在先生處矣」。
利子問故,公曰:
「先
生此寶非賢不送,然
為賢者必不受,故
曰:長在先生處
也」。
30. Un giorno, [Ricci] lo invitò a guardare varie meraviglie dal Grande Occidente, tra cui un prisma che
brillava della luce di molti splendidi colori. 97
L’ispettore l’accarezzò a lungo. Al vedere ciò, Maestro
Ricci decise di regalarglielo. Ma questi rifiutò insistentemente e disse a Maestro Ricci: “Questa pietra
preziosa deve rimanere sempre presso Vostra Signoria”. Maestro Ricci gliene domandò il motivo, ed egli
rispose: “Signore, questa pietra preziosa non si deve
dare se non ad un saggio. Se egli è [davvero] saggio,
naturalmente non la accetterà. Perciò dico che questa
cosa preziosa deve rimanere per sempre presso Vostra
Signoria”.98
96
Ricci raccontò questo episodio, accaduto nell’estate del 1595 a Nanchang, ben cinque volte. Ci sono riferimenti all’episodio in tre lettere del 1595, dunque a poche settimane o mesi dal fatto: a Duarte De Sande, 29
agosto 1595 (Ricci, Lettere, pp. 253-255); a Girolamo Costa, 28 ottobre 1595 (Ricci, Lettere, p. 292); a Claudio Acquaviva, 4 novembre 1595 (Ricci, Lettere, p. 315). Il 9 settembre 1597, in una lettera a Lelio Passionei,
Ricci ritornò sull’episodio che gli procurò grande fama (Ricci, Lettere, pp. 346-347). Infine molti anni dopo,
Ricci racconta l’episodio in Della entrata, vedi Fonti Ricciane I, pp. 359-360. Ricci spiega che si prestò alla
performance di ripetere un lungo elenco di circa 400 caratteri (numero indicato da D’Elia, ma di cui non sono
stato in grado di rintracciare la fonte), non connessi quanto al significato, dall’inizio alla fine e viceversa,
perché aveva bisogno di accreditarsi presso i letterati della città, dove si era appena stabilito. Credo che, a
causa del sogno, Ricci avesse ricuperato grande fiducia nel successo ultimo della sua missione (vedi la lettera
a De Sande), e dunque anche nei suoi propri mezzi. L’effetto che Ricci si riprometteva, ovvero la stima dei
letterati, fu raggiunto. Ricci fu richiesto di compilare un trattato che illustrasse come raggiungere tali risultati
prodigiosi. Il trattato sul Metodo occidentale di memorizzazione 西國記法 Xiguo jifa fu composto e stampato in Nanchang nel 1596. Oggi non si conservano edizioni precedenti al 1625.
97
I prismi di Venezia furono i doni che ebbero maggior successo. Ricci e compagni cercavano di utilizzarne
al massimo la potenzialità, donandoli alle persone strategiche nei momenti strategici. In Della entrata Ricci
ha registrato una decina di episodi in cui i prismi veneziani sono stati donati a personaggi importanti, tra cui
lo stesso imperatore.
98
L’episodio, seppur con dettagli diversi, è riportato da Ricci in Della entrata, vedi Fonti Ricciane I, p. 363.
50
遂留利子駐于洪
州。而同會蘇子瞻清
(諱如漢),羅子懷
中(諱若望)等,亦
自大西至,偕之共處
焉。
31. In seguito Maestro Ricci trattenne ad Hongzhou99
i confratelli João Soeiro (蘇如漢) e João da Rocha (羅
如望) ed altri, giunti dal Grande Occidente, 100 che
abitavano presso di lui.
一日,謁建安王,王
賓禮之,設醴歡甚,
王離席,握手而言
曰 :「 凡 有 德 行 之
士,吾未常不交且
[206]敬之。西邦為
道義之鄉頤,聞交道
何如?」。利子退而
著《交友論》,獻之
于王。
32. Un giorno, [Ricci] andò a fare una visita di cortesia al principe di Jian’an. Il principe l’accolse come
ospite di riguardo e offrì con gioia un banchetto in suo
onore. Il principe si alzò da tavola, e tenendogli la
mano101 disse: “Non c’è mai stato un gentiluomo virtuoso con cui non abbia cercato di stringere amicizia
[206] e [che non abbia] molto rispettato. L’Occidente
è un grande paese di moralità e giustizia: vorrei udire
da Voi circa la via dell’amicizia”. Ritornato a casa,
Maestro Ricci scrisse il Dell’amicizia e l’offrì al principe.102
越二十六年戊戌,王
大宗伯忠銘者,素聞
利子名,將入京,欲
携偕往。過韶州,遂
携郭子仰鳯共到豫
章,偕利子之京都。
33. Trascorso l’anno 26 wuxu di Wanli (1598),103 il
ministro dei riti Wang Zhongming (王忠銘), da lungo
tempo consapevole della fama di Maestro Ricci, intento a salire verso la capitale, volle portarlo con sé.
Passato dunque per Shaozhou prese con sé Lazzaro
Cattaneo (郭仰鳯). A Yuzhang 104 si congiunse con
Maestro Ricci e insieme procedettero verso la capitale.
99
洪州 Hongzhou, un altro nome per la città di Nanchang.
L’Europa.
101
Alzarsi da tavola e tenere la mano dell’ospite sono gesti di grande affetto, onore e cortesia, che andavano
oltre le regole dell’etichetta.
102
Dell’amicizia 交友論 Jiaoyou lun, pubblicato in Nanchang nel 1595, ebbe molto successo e varie edizioni. Nel 1598 Ricci ne compose una traduzione italiana. Dell’amicizia fu la prima opera letteraria di Ricci
in cinese, e dunque ha un significato tutto particolare nel contesto della sua produzione letteraria ed attività
missionaria.
103
Come affermato in precedenza, questo modo singolare per datare un anno a partire da quello precedente è
probabilmente dovuto al fatto che quell’anno era stato speciale, ed i lettori l’avrebbero ricordato con più
facilità.
104
豫章 Yuzhang, ancora un altro nome per Nanchang.
100
51
而韶州聖堂,則後西
來會士麥子立修(諱
安東)
,石子鎮予(諱
芳栖)
,龍子精華(諱
華民),先後居之。
34. La chiesa a Shaozhou, dopo [l’arrivo di Ricci] fu
la residenza dei confratelli venuti dall’Europa, cioè
Antonio de Almeida (麥安東), Francesco de Petris (石
芳栖) e Nicolò Longobardo (龍華民) che vi abitarono
uno dopo l’altro.105
利子向在端州時,畫
有坤輿圖一幅,為心
堂趙公所得,公喜而
勒之石,且加并語
焉,然尚未知利子
也。
35. Durante la permanenza a Duanzhou, Maestro Ricci aveva già prodotto una mappa del mondo che in
seguito finì in possesso dell’onorevole Zhao Xintang
(趙心堂), al quale piacque tanto da trasporla su pietra
con delle spiegazioni, nonostante che egli non avesse
ancora conosciuto Maestro Ricci di persona.106
是時,趙公方開府姑
蘇,而王宗伯偕利子
至南都,趙公餽禮
物,并坤輿圖以獻
王。公奇之,示利
子,因作書復趙公
曰 :「 所 畫 坤 圖 之
人,今在茲矣」
。趙
公喜出望外,即具車
從邀利子,相得甚
歡。
36. Quando l’onorevole Zhao fondò la prefettura di
Gusu107 il ministro Wang arrivò con Maestro Ricci a
Nanchino. L’onorevole Zhao offrì al ministro Wang
dei doni tra cui la mappa del mondo. Il ministro mosso
da meraviglia la mostrò a Maestro Ricci. E mandò una
risposta all’onorevole Zhao scrivendo: “Il disegnatore
della mappa ora è qui da me”. L’onorevole Zhao fu
oltremodo pieno di gioia per la sorpresa, e volendo
invitare Maestro Ricci a casa sua, mandò una carrozza.108 E fu un incontro assai piacevole per entrambi.
105
Ovvero quei gesuiti non abitarono nella residenza contemporaneamente, ma in diversi periodi.
Non è giunta fino a noi alcuna copia dell’edizione del 1584, che comunque non aveva soddisfatto Ricci. Il
13 ottobre 1596, scrivendo ad Acquaviva, si lamentava che essa non era stata ben accolta e persino che era
stata stampata senza la sua supervisione (Ricci, Lettere, p. 338). Ma nel luglio del 1598 Ricci si rese conto
che, proprio grazie all’incontro con Zhao Xintang, la mappa aveva invece riscontrato un certo successo.
L’episodio dell’incontro con Zhao è raccontato dallo stesso Ricci in Della entrata, vedi Fonti Ricciane II, pp.
13-15.
107
Come abbiamo già visto è un antico nome per Suzhou.
108
E’ stato Ricci a salire sulla carrozza. L’episodio è accaduto il 15 luglio 1597 a Nanchino, ed è descritto in
modo simile in Della entrata, vedi Fonti Ricciane II, p. 15.
106
52
利子出天主聖像,俾
趙公瞻仰,趙公曰:
「是不可褻觀也」。
遂于常拜天之處,設
高臺香燭,稽首而敬
禮焉顧。謂利子曰:
「是像非常,真為
[207]天地萬物之大
主矣」。嗣後,遍請
當道諸公同為瞻
仰,且留利子談論旬
餘不倦。
37. Maestro Ricci gli presentò un’immagine del Signore del Cielo e l’onorevole Zhao la contemplò con
rispetto.109 L’onorevole Zhao disse: “Non la si deve
guardare senza reverenza”. Poi la mise su un piano
elevato con delle candele nel luogo dove soleva venerare il Cielo e si prostrò davanti all’immagine facendo
le riverenze.110 Disse poi a Maestro Ricci: “Questa
immagine è straordinaria e rappresenta realmente
[207] il Grande Signore del Cielo, della terra e di tutti
gli esseri”. In seguito [Zhao] invitò le autorità a contemplare l’immagine e trattenne Maestro Ricci in
conversazione per più di dieci giorni, senza [che Ricci] mostrasse stanchezza.111
而王公不能待,已先
行矣。趙公始命衙
官,護送利子之淮。
利子到京師適關白
倡亂,朝鮮多事,未
有朝見之機。
38. Intanto l’onorevole Wang non poté più aspettare e
se partì per primo [alla volta di Pechino]. Allora
l’onorevole Zhao ordinò ad un suddito di accompagnare Maestro Ricci lungo il fiume Huai. Arrivato
nella capitale, Maestro Ricci ricevette la notizia delle
rivolte in Corea,112 e quindi non ebbe l’opportunità di
ottenere un’udienza con l’imperatore.113
109
Si trattava di un trittico descritto come assai bello, opera di un pittore di qualità, raffigurante il Signore.
Esso fu mandato da Roma dal Superiore Generale. Dopo essere stata per qualche tempo a Macao, l’opera fu
inviata da Valignano a Nanchang, vedi Fonti Ricciane II, pp. 4.15.
110
Secondo la narrazione di Ricci, Zhao “comandò ai cortigiani che facessero un altare nella cappella, nel
più eminente luogo del palazzo, dove egli soleva fare l’adoratione et riverentia al Cielo”, affinché vi potesse
collocare il trittico e venerarlo: vedi Fonti Ricciane II, pp. 15-16.
111
In realtà i giorni della permanenza di Ricci in casa di Zhao, avvenuta dal 16 al 24 luglio 1597, furono solo
otto o nove, come testimoniato anche da De Ursis, vedi Fonti Ricciane II, p. 15.
112
La sanguinosa guerra di Corea, conosciuta come la guerra di Imjin, ebbe luogo dal 1592 al 1598. Le
truppe alleate cino-coreane respinsero l’invasione dei giapponesi, che minacciava di estendersi a tutta la
Cina.
113
Quei mesi, gli ultimi della guerra contro il Giappone in Corea, furono drammatici per le sorti della Cina,
minacciata dall’invasione dei Giapponesi se essi non fossero stati fermati. Il sentimento antistraniero era
assai diffuso e come riporta Ricci in Della entrata, “conciosiacosaché i Cinesi non sanno distinguere un
regno forestiero dall’altro, pareva loro che tutti i forestieri erano d’un istesso regno o puoco differente”, vedi
Fonti Ricciane II, pp. 29-30. La prima sfortunata permanenza di Ricci, Cattaneo, Zhong Mingren e You
Wenhui a Pechino ebbe luogo tra il 7 settembre al 5 novembre 1598.
53
復同郭子南回,時冬
月河凍,暫留郭子于
山東,獨回蘇州與故
人瞿太素之南都。
39. E poi ritornò assieme al maestro Cattaneo al sud.
Essendo il mese d’inverno,114 il fiume gelò, cosicché
[Ricci] lasciò temporaneamente il maestro Cattaneo
nello Shandong, e da solo tornò a Suzhou e assieme al
vecchio amico115 Qu Taisu andò a Nanchino.
時王大宗伯正官南
都,而大司寇趙公,
大司徒張公,少司寇
王公, 少宗伯葉
公,群慕利子名,皆
投刺通謁,迭為賓
主。
40. In quel tempo il ministro dei riti Wang Zhongming
assunse un incarico governativo in Nanchino. Alcuni
mandarini, il ministro della giustizia, l’onorevole
Zhao ( 趙 ), 116 il ministro delle finanze onorevole
Zhang (張),117 il viceministro della giustizia onorevole
Wang (王)118 ed il viceministro dei riti onorevole Ye
(葉),119 attratti dalla fama di Maestro Ricci, mandarono il loro biglietto da visita e presentarono la richiesta scritta per incontrarlo.
理學名儒李公心
齋,禮科都諫祝公石
林,尤深相契合,雅
有留駐意。
41. Il famoso letterato onorevole Li Xinzhai (李心齋)
e l’ufficiale dei riti onorevole Zhu Shilin (祝石林) più
di altri si trovarono in sintonia e manifestarono cortesemente il desiderio di intrattenersi presso di lui.
而郭(子)自山東
回,相與共謀築室,
適戶部劉公斗墟見
利子,問曰:「聞子
欲卜宅居此,信
乎?」利子曰:
「然」
。公曰:
「昔于
洪武岡常備數椽,不
意(為魔)所據,吾
子若不懼魔,
42. Tornato Cattaneo dal Shandong, discussero come
costruire una residenza [in Nanchino].120 Per coincidenza un ufficiale del ministero delle finanze,
l’onorevole Liu Douxu (劉斗墟), incontrò Maestro
Ricci e gli disse: “Ho sentito che il Maestro vuole
scegliere una casa qui, è vero?” Maestro Ricci rispose:
“Sì, è vero”. E l’onorevole riprese: “Ci sono alcuni
edifici presso il terrapieno di Hongwu121 per noi funzionari, ma contro ogni aspettativa sono posseduti dai
demoni.
114
冬月 Dongyue è l’undicesimo mese dell’anno lunare.
Per singolare coincidenza Ricci, in una lettera ai fratelli Giulio e Gerolamo Alaleoni del 1605, definì Qu
Taisu quasi esattamente allo stesso modo: “vecchio e grande amico”, vedi Ricci, Lettere, p. 418.
116
Si tratta di 趙参鲁 Zhao Canlu.
117
Si tratta di 張孟男 Zhang Mengnan.
118
Si tratta di 王樵 Wang Qiao.
119
Si tratta di 葉向高 Ye Xianggao. Circa questi quattro alti mandarini rinviamo alle note biografiche.
120
Se il primo tentativo di risiedere a Pechino, la capitale del nord, era fallito, Ricci può finalmente realizzare il progetto di stabilire una residenza stabile nella capitale del sud, Nanchino, da lui definita la città “più
grande e più nobile di tutta la Cina”, vedi Ricci, Lettere, p. 363.
121
La vasta residenza presso il “terrapieno di Hongwu” 洪武岡 Hongwugang si trovava all’interno delle
mura, vicino alla porta meridionale, non lontano dal palazzo imperiale, nei pressi della zona riservata ai ministeri e palazzi pubblici.
115
54
甘心售子,毋論直
也」
。利子曰:
「吾
自少奉天地真
主,受庇良多,況
天主聖像,為魔所
極畏者,魔害不必
[208]慮也」。遂偕
劉公往觀,甚恰
意,遂捐資買之。
Se il mio Maestro non ha paura dei demoni, ve li venderò volentieri a qualsiasi prezzo”.122 Maestro Ricci
rispose: “Fin dalla tenera età ho venerato il vero Signore
del cielo e della terra e ho ricevuto da Lui molte protezioni. Inoltre ho l’immagine sacra del Signore del Cielo
di cui i demoni hanno molta paura, io non ho da temere
danni da parte dei demoni [208]”. 123 Poi andò con
l’onorevole Liu a vedere la casa e la trovò molto soddisfacente e consegnò i soldi per comperarla.124
是日于廳事立
臺,奉天主聖像其
中,以聖水灑室,
夜同郭子及鍾念
江等居之,魔絕無
影響。次日,相知
諸公過訪問安,見
其帖然無恙,俱詫
為奇。
43. In quel giorno mise un altare nella sala principale, su
cui installò con riverenza l’immagine sacra del Signore
del Cielo ed asperse le camere con acqua benedetta. Vi
trascorse la notte con il maestro Cattaneo e Zhong Nianjiang (鍾念江)125 ed altri senza essere in nessun modo
disturbato dai demoni. Il giorno seguente tutti gli onorevoli mandarini consapevoli [che Ricci e compagni
avevano trascorso la notte nella casa posseduta] andarono a visitarli e rimasero molto sbalorditi di trovarli
sani e salvi.
他日,劉公會諸縉
紳,論及此事曰:
「吾昔搆此居,其
于堪輿尅應趨避
之術,備極詳審
顧。何以人不能
居,而魔居之。今
乃知邪不勝正,而
堪輿擇日之俱誕
也。
44. Un altro giorno, l’onorevole Liu riunì i mandarini
per poter parlare di questa cosa dicendo: “Quando costruivamo questa residenza seguimmo scrupolosamente
e con molta cautela tutti i metodi geomantici per evitare
[i demoni].126 Non sappiamo perché gli uomini non ci
potessero abitare, mentre ci abitavano i demoni. Ora
capiamo che il maligno non può vincere il giusto, la
geomanzia e la pratica della selezione del giorno favorevole sono infondate e false.
122
In realtà la residenza fu venduta per metà prezzo rispetto al suo valore. Tuttavia, osserva Ricci in Della
entrata, “sebene avevano perso la metà del prezzo, pure avevano guadagnato l’altra metà; perché nessuno la
voleva comprare”. Fonti Ricciane II, p. 86.
123
L’episodio dell’acquisto avvenne il 24 maggio 1599, e fu raccontato in termini sostanzialmente simili, ma
con più dovizia di particolari, dallo stesso Ricci in Della entrata, vedi Fonti Ricciane II, pp. 84-86.
124
In realtà il pagamento della casa fu complicato dalla spedizione da Macao a Ricci di una cambiale falsa,
che mise Ricci in grave imbarazzo nei confronti di Liu Douxu. Lo spiacevole incidente fu raccontato dallo
stesso Ricci in Della entrata, vedi Fonti Ricciane II, p. 93.
125
念江 Nianjiang, altro nome di 鍾鳴仁 Zhong Mingren, ovvero Sebastião Fernandes.
126
La pratica geomantica è conosciuta in Cina con il nome di 風水 fengshui.
55
毋127亦此室,將為至人 Senza dubbio questa residenza fu destinata alla di居 , 故 天 主 命 魔 守 mora di persone superiori,128 per cui il Signore del
之,不容彼處此耳」。 Cielo ha ordinato ai demoni di custodirla, ed impedire di essere abitata da altri”.129
越數時,太史王公順
菴者,博學多聞士
也,尚未知利子東來
意,然素有志于度數
曆法之學,欲往從利
子。廼先遣門下士張
養默,就利子受業。
45. Dopo un bel po’ di tempo, l’accademico
dell’accademia Hanlin,130 onorevole Wang Shun’an
(王順菴), un grande letterato, non sapendo ancora il
motivo della venuta di Ricci in Oriente, da qualche
tempo intendeva imparare da Maestro Ricci la
scienza del calcolo e del calendario. Per prima cosa
mandò il suo discepolo Zhang Yangmo (張養默) a
fare l’apprendistato presso Maestro Ricci.
張子故好學,稱才
士,久習利子,始知
其東來意,實欲奉揚
天主聖教,固不屑以
曆數諸學見長也。
46. Il maestro Zhang era molto studioso e considerato di talento. Dopo aver studiato presso Maestro
Ricci per un lungo tempo, cominciò a capire che lo
scopo della sua venuta in Oriente era quello di diffondere la santa religione del Signore del Cielo, e
ritenne che di sicuro non valeva la pena [di continuare a studiare presso Ricci] per accrescere la conoscenza del calcolo, del calendario e delle altre
scienze.131
127
Nel testo originale fu inserito 母 mou (errato) invece di 毋 wu (corretto): si tratta probabilmente di un
semplice errore di trascrizione.
128
至人 zhiren, è un termine taoista che indica persone arrivate ad uno stato di straordinaria superiorità rispetto alle vicende umane.
129
Questa lunga dichiarazione di Liu non è riportata da Ricci in Della entrata, né nelle sue lettere. È possibile che Aleni abbia colto questa occasione per una lezione contro la pratica della geomanzia e la credenza
nel potere degli spiriti.
Ricci, da parte sua, rimarcò che “questo caso fu molto insigne e celebrato, non solo in tutta la città di Nanchino, ma anche per tutta la Cina, per la quale si sparse questa buona fama, che diede molto credito alla nostra Santa Fede catholica”, vedi Fonti Ricciane II, p. 86.
130
太史 Taishi è un titolo per un funzionario di corte che svolgeva funzioni di scriba e storico. Nel corso
della dinastia Ming e Qing era un titolo attribuito ai membri dell’accademia 翰林 Hanlin, la prestigiosissima
istituzione imperiale, fondata nel corso della dinastia Tang, incaricata, tra le altre cose, dell’interpretazione
dei classici confuciani.
131
È una considerazione assai interessante, che mostra, ove ce ne fosse bisogno, che Ricci non nascose la sua
identità di missionario, neanche quando trattava di scienza.
56
厥后,張子于渾儀度
數之學既有通曉,始
喟然嘆曰:
「彼釋[209]
氏之言天地也,但云
一須彌山,而日月遶
其前後,日在前為
晝,在背為夜。其言
日月蝕也,則云羅漢
以(右)手掩日而日
蝕,以左手掩月而月
蝕。其言地也,則云
須彌山四面分四大部
州,而中國居其南。
夫天地之可形象測
者,尚創為如是不經
之談,況不可測度
者,其空幻虛謬,又
可知也。今利子之言
天地,明有測驗可
據,毫髮不爽,則即
其粗,可知其精,而
聖教之與釋氏也,孰
正孰邪,孰真孰偽,
必有辨之矣」
。后之論
者,多以張子之言為
準。
47. Dopo che il maestro Zhang acquistò una certa
conoscenza delle scienze di astronomia e di calcolo,
cominciò a sospirare dicendo:132 “Quando i buddisti
[209] parlano del cielo e della terra, parlano del
Quando il sole e la luna
monte Sumeru.133
stanno davanti (alla montagna), fa giorno; quando
gli stanno dietro, fa notte. Spiegano l’eclissi con un
Luohan134 che copre con la mano destra il sole per
l’eclisse solare, e copre con la mano sinistra la luna
per l’eclisse lunare. E per quanto riguarda la terra,
dicono che attorno a questa montagna è divisa in
quattro grandi zone; e a sud (della montagna) si trova la Cina. Se costoro parlano del cielo e della terra,
che sono visibili, in una maniera così assurda, come
possono parlare delle cose non visibili?
La loro falsità e assurdità sono sotto gli occhi di tutti. Ora il discorso di Maestro Ricci sul cielo e la terra è ovviamente fondato su dati misurabili, con una
precisione sottile come un capello. Anche nel caso
le misure fossero approssimative, se ne conoscerebbe l’essenziale.135 Confrontando la santa religione e
il buddismo, si vede chiaramente ciò che è buono e
ciò che è cattivo; ciò che è vero e ciò che è falso”.
Dal quel momento in poi coloro che discutono questo argomento tengono le parole del maestro Zhang
come criterio [di riferimento].136
132
Secondo il resoconto dell’Aleni, sembrerebbe che Zhang abbia cambiato più volte il suo atteggiamento
verso Ricci, prima disponibile al suo insegnamento; poi contrariato; infine rammaricandosi della sua perplessità, Zhang diventa un convinto ammiratore e sostenitore di Ricci. Questo episodio è raccontato da Ricci in
Della entrata, dove Zhang viene descritto come un devoto discepolo, capace di consigliare il maestro che allo
scopo di “estirpare la falsa setta degli idoli e seminare la vera dottrina di Christo benedetto non era necessario
confutar la dottrina degli idoli, ma che solo attendesse a insegnar matematica”. Secondo Zhang questo sarebbe bastato per screditare gli insegnamenti buddisti. Vedi Fonti Ricciane II, p. 54.
133
須彌山 Xumishan, Sumeru, montagna sacra al centro della cosmologia buddista, attorno alla quale girano il sole e la luna.
134
羅漢 Luohan: in sanscrito Arhat, è colui che, secondo la dottrina buddista, ha ottenuto la perfezione
dell’illuminazione. In questo contesto Arhat è una figura mitica che svolge un ruolo nella cosmologia buddista.
135
Passaggio di difficile interpretazione. Il discorso sembra essere questo: i calcoli matematici proposti da
Ricci appaiono precisi, ma se anche non fossero perfetti, la sostanza della sua proposta rimane credibile.
136
Le argomentazioni di Zhang sono state riprese da Ricci ne Il vero significato del Signore del Cielo, e
riportate ne Della entrata (vedi Fonti Ricciane II, pp. 54-55). Evidentemente le critiche al buddismo da parte
di Zhang, Ricci ed Aleni non tengono conto della necessaria distinzione tra il genere letterario mitico-religioso e il discorso scientifico. Aleni ha certamente tratto vantaggio dalle critiche al buddismo da parte
del letterato Zhang per dare attendibilità all’azione di forte contrasto al buddismo, un’attività che costituiva
un elemento centrale nell’opera missionaria.
57
大司徒吳公左海,亦
交利子,見坤輿圖而
悅之。因請利子更為
考詳,出吏部公帑重
梓,以廣其傳,且序
弁焉。
48. Anche il ministro delle finanze, l’onorevole Wu
Zuohai (吳左海) strinse amicizia con Maestro Ricci.
Egli vide la mappa del mondo e se ne compiacque.
Chiese a Maestro Ricci di considerare la possibilità
di fare incidere di nuovo le tavole per la stampa, a
spese del governo, per una diffusione più ampia, ed
aggiungere una sua [di Wu] prefazione.137
溫陵卓吾李公,時在
南都,遇訪利子談
論,深識天學之為
真,因賦詩為贈,具
載焚書篇中。
49. L’onorevole Li Zhuowu (李卓吾) di Wenling138
si trovava allora a Nanchino, e si recò a visitare
Maestro Ricci e lo trattenne in conversazione. Venne
così a conoscere in profondità che la dottrina del
Cielo è vera, e perciò lasciò un poema in suo onore
che venne incluso in Libri da bruciare.139
又汝南李公,素以道
學稱然,崇奉釋氏甚
篤,門下多有浞之者
140
。一日,與諸論道,
多揚釋氏,而抑孔
[210] 孟,時劉公斗墟
在座,瞿然曰:
「吾子
素學孔孟,今以佞佛
故,而駕孔孟之上,
何也不如大西利子,
奉天主真教,
50. C’era pure Li Runan (李汝南),141 conosciuto
come rinomato studioso del taoismo142 e devoto seguace di Budda, che aveva molti discepoli. Un
giorno tenne una discussione esaltando il buddismo
e opponendosi a Confucio e Mencio [210].
L’onorevole Liu Douxu143 (劉斗墟) era presente e
disse stupefatto: “Il mio Maestro ha sempre studiato
Confucio e Mencio, come mai ora adula il buddismo
e disprezza Confucio e Mencio? Perché lei non fa
come Maestro Ricci del Grande Occidente, che crede nella vera religione del Signore del Cielo?
137
Questa seconda edizione del mappamondo fu stampata in migliaia di copie, di cui nessuna è sopravvissuta
fino a noi, a Nanchino nella primavera del 1600. La prefazione di Wu Zuohai è apparsa anche nella terza
edizione del mappamondo (Pechino, 1602), ed è stata tradotta in italiano da D’Elia, vedi Fonti Ricciane II, pp.
59-60.
138
Cioè la città di Quanzhou 泉州, nel Fujian.
139
焚書篇 Fenshupian, Libri da bruciare (o, secondo D’Elia, Libro da bruciare): il titolo di questa raccolta
potrebbe riferirsi ad un’antica e particolare pratica di lettura, che consisteva nel bruciare con un bastoncino di
incenso le linee del foglio già lette. Il sonetto di Li Zhuowu in onore di Ricci, successivamente incluso in
altre raccolte poetiche, è stato riprodotto in cinese con traduzione italiana in Fonti Ricciane II, p. 68.
140
Il carattere 浞 zhuo è stato forse inserito per errore, al posto di 從 cong.
141
李汝南 Li Runan, nome di cortesia Li Bengu 李本固, che deriva dalla città natale Runan 汝南, nel sud
Henan.
142
道學 Daoxue può indicare sia il taoismo che il neo-confucianesimo. In questo contesto scegliamo il
taoismo.
143
Lo stesso funzionario che a Nanchino vendette a Ricci la casa “abitata dai demoni”.
58
航海遠來,其言多與
孔孟相合,又明辨釋
氏之不正」
。李公于是
始知有利子,廼往邀
焉。
Egli è venuto dall’oltremare, e le sue parole si accordano con quelle di Confucio e di Mencio, e ha
dimostrato chiaramente gli errori del Buddha.”144
E così l’onorevole Li cominciò a sentire parlare di
Maestro Ricci, e andò a invitarlo.145
時有僧三槐者,已先
在座,而利子偕太素
至,三槐岸然居上,
利子以謙承之,三槐
問利子曰:
「聞吾子知
天文之學,有諸?」
利 子 曰 :「 頗 識 其
略」。三槐曰:「子之
考日月也,或上天看
日月乎,抑日月下與
心目接乎?」利子
曰:
「非我上天,亦非
日月下地,我存日月
之像于心,照此像可
知日月矣」
。
51. Il monaco Sanhuai (三槐) era già seduto in sala
quando arrivò Maestro Ricci assieme a Qu Taisu.146
Sanhuai rimase seduto orgogliosamente al posto
principale147, ma Maestro Ricci umilmente gli fece
reverenza. Sanhuai allora chiese a Maestro Ricci:
“Ho sentito che il mio Maestro è ben colto in astronomia, è vero?” Rispose Ricci: “La conosco un po’
soltanto”. Riprese Sanhuai: “Il maestro indaga circa
il sole e la luna, è forse Lei salito al cielo per vedere
il sole e la luna? Oppure il sole e la luna sono discesi davanti alla sua mente e ai suoi occhi?” Rispose
Maestro Ricci: “Non sono salito al cielo, né il sole e
la luna sono scesi sulla terra. Io possiedo
l’immagine del sole e della luna nella mente, così
posso conoscere il sole e luna secondo questa immagine”.148
144
Secondo la versione di Ricci, riportata in Della entrata, la reazione di Liu fu molto veemente, e si risolse
in una pubblica umiliazione di Li: vedi Fonti Ricciane II, pp. 74-75.
145
Secondo il resoconto di Della entrata, per giustificarsi davanti all’irato Liu, Li affermò falsamente di aver
già incontrato Ricci, ma di non aver capito quello che diceva, vedi Fonti Ricciane II, pp. 74-75. Ricci afferma
anche che al momento dell’invito di Li Bengu, egli (Ricci) non sapeva ancora del pubblico alterco tra il confuciano Liu Douxu e il buddista Li Bengu.
146
Si tratta dell’incontro organizzato da Li Bengu, in cui egli avrebbe voluto prendersi rivincita della pubblica umiliazione subita, qualche giorno prima, da parte di Liu Douxu. Questa disputa ebbe luogo a Nanchino
tra febbraio e marzo del 1599. In Della entrata Ricci afferma che egli cercò in ogni modo di evitare quella
disputa, ma di esservi stato costretto dall’irriducibile insistenza di Li Bengu, vedi Fonti Ricciane II, p. 75.
147
Tale informazione chiaramente ha lo scopo di mettere in cattiva luce il monaco Sanhuai, imputandogli
senso di superiorità e poca cortesia. Ricci ci informa inoltre che a questa disputa presero parte venti o trenta
letterati ed anche un numeroso pubblico di uomini e donne, vedi Fonti Ricciane II, pp. 75-76. La partecipazione delle donne, che si giustifica con il fatto che Sanhuai e Li Runan avevano un grande seguito femminile,
rimane comunque qualcosa di inusuale.
148
Ricci propone la teoria conoscitiva scolastica, di origine platonico-aristotelica.
59
三槐欣然曰:「若此,
則子能造日月于心
矣,何人不可以造天
地乎?」利子曰:
「不
然。有日月而我見
之,因所見而生是像
于心,非無日月,而
我自能造日月也。譬
之鏡,然懸之空中,
物咸照焉,即天地日
月亦入照矣。然必先
有物,而后照有像,
非無物,而鏡自能照
其物也」。眾人稱善。
[211] 三 槐 理 屈 不 能
(對)。
52. Sanhuai gioì e poi disse: “Se è così, il Maestro è
capace di creare nella mente il sole e la luna. Allora
perché l’uomo non potrebbe creare anche il cielo e
la terra?” Maestro Ricci rispose: “Certo che no. Esistono il sole e la luna e li vedo, dunque nella mia
mente nasce l’immagine di ciò che vedo. Non è che
non ci sono il sole e la luna, e io posso creare il sole
e la luna. Prendete, per esempio uno specchio, e poi
ponetelo in una posizione in mezzo allo spazio, che
rispecchi tutte le cose, comprese il cielo e la terra, il
sole e la luna. Ci devono essere prima le cose, poi lo
specchio fa apparire le loro immagini; non è che non
ci sono le cose, e lo specchio può far apparire la loro
immagine”. Tutti la considerarono una buona [risposta]. [211] Sanhuai consapevole che la sua argomentazione era stata sconfitta149, non poté rispondere.150
時諸公復辨論心性善
惡,反復不一。利子
默然不答,或疑利子
未悉其義。利子集合
眾論,具言人性為至
善之主所賦,寧有不
善者乎?且砭萬物一
體之說。人咸嘖嘖稱
賞。
53. Allora tutti ripresero la discussione,151 affrontando l’argomento se la natura umana sia buona o
cattiva,152 ma non si raggiunse l’unanimità circa le
ragioni pro e contro. Maestro Ricci rimase in silenzio e non rispose nulla, al punto che dubitarono che
Maestro Ricci comprendesse il senso (della discussione). Maestro Ricci riassunse le opinioni di tutti e
disse che la natura umana, essendo donata dalla suprema bontà del Signore, come potrebbe non essere
buona? Inoltre criticò la teoria secondo cui tutte le
cose sono una sola sostanza.153 Tutti si meravigliarono e lo lodarono.
149
Letteralmente: era stata piegata.
Secondo il resoconto ricciano in Della entrata la discussione a questo punto si fece così accesa che Sanhuai si mise a gridare, e Li Bengu dovette frammettersi tra i due, vedi Fonti Ricciane II, p. 77.
151
La discussione riprese, secondo il resoconto in Della entrata, dopo che tutti gli invitati si erano messi a
tavola, vedi Fonti Ricciane II, p. 77.
152
Confucio e Mencio ritenevano che la natura umana sia buona; il confuciano Xunzi 荀子 che sia cattiva.
153
一體 Yiti, un solo corpo. Teoria neoconfuciana, sviluppatasi a partire dal XI secolo, secondo cui tutte le
cose e gli esseri sono un unico corpo, una sola realtà, la stessa sostanza. Questa teoria è influenzata dal buddismo e dal taoismo.
150
60
其言備載《實義》篇 Le sue parole sono già state raccolte nel libro Il vero
中,茲不詳具。
significato [del Signore del Cielo]154 e perciò qui
non ci dilunghiamo.155
萬曆二十八年庚子,
遂與同會龐子順陽
(諱迪我)
,以禮科文
引躬詣闕廷,貢獻方
物,稍効芹曝之彩。
54. Nell’anno 28 gengzi di Wanli (1600) con un
permesso scritto egli con il confratello Maestro
Diego de Pantoja (龐迪我), si recò alla corte della
capitale156 portando doni dei suoi luoghi,157 un po’
come imitando l’umile esempio nel racconto
dell’offerta del sole.158
諸當道款接如禮,而
山東開府心同劉公,
閱諸貢物,倍加優
待,廼越黃河抵臨
清。
55. Le varie autorità che incontrò lungo il viaggio
l’accolsero secondo le regole della cortesia. Il governatore generale159 del Shandong, onorevole Liu
Xintong (劉心同), esaminati i doni l’accolse con
doppia cortesia.160 In tal modo161 attraversò il Fiume Giallo ed raggiunse Linqing.
適督稅內官馬堂邀功 56. L’ispettore fiscale, l’eunuco Ma Tang (馬堂),
攔 阻 , 悉 將 貢 物 奏 volle rubare i meriti162 [di Ricci] e gli impedì di
章,自行上進。
proseguire.
154
實義 Shiyi, abbreviazione di 天主實義 Tianzhu shiyi, Il vero significato del Signore del Cielo, il famoso
testo di Ricci pubblicato a Pechino nel 1603. La discussione sul tema della bontà o meno della natura umana
è riportata nei capitoli IV e VII de Il vero significato del Signore del Cielo, in particolare i numeri 232-237,
Ricci (1985), pp. 221-225 e 421-438, Ricci (1985), pp. 347-357. La discussione circa la teoria che tutte le
cose siano una sola sostanza è riportata al capitolo IV, ai numeri 207-257, Ricci (1985), pp. 203-237.
155
La disputa occupa diverse pagine di Della entrata, dove è descritta più estesamente e con importanti
elementi tralasciati da Aleni: Ricci uscì dalla memorabile disputa con Sanhuai con un successo strepitoso e vi
fu una vasta eco in Cina, di cui rende conto lo stesso Ricci, vedi Fonti Ricciane II, pp. 73-80.
156
La partenza di Ricci da Nanchino per Pechino avvenne il 19 maggio 1600.
157
Ritorneremo in seguito sui doni all’imperatore.
158
Il passaggio, difficile a rendersi in italiano, è probabilmente un raro 成語 chengyu, un detto in quattro
ideogrammi, che echeggerebbe un antico racconto popolare: un umile contadino volle offrire il sole
all’imperatore come fosse il dono più bello, dimenticando però che il sole è una cosa comune a tutti. Da ciò
deriva un’espressione proverbiale che descrive l’atteggiamento umile con cui i doni devono essere offerti. I
chengyu sono molto frequenti nella letteratura cinese.
159
Ricci lo qualifica viceré della provincia di Shandong, vedi Fonti Ricciane II, p. 103.
160
Ci furono due cordialissimi incontri tra i due.
161
Cioè: grazie a questi atti di cortesia di Liu verso Ricci, per il quale scrisse lettere di raccomandazione, fu
possibile proseguire il viaggio. L’incontro con il governatore Liu, amico del letterato Li Zhouwu (quello
dell’ode in onore di Ricci inclusa ne i Libri da bruciare), con il quale Ricci viaggiava, è raccontato in Della
entrata con grande entusiasmo e dovizia di particolari, tra cui un sogno premonitore della moglie di Liu, vedi
Fonti Ricciane II, pp. 103-106. Ricci sperava nella conversione di Li e Liu, ma morirono entrambi nel giro di
tre anni (Li morì suicida).
162
La frase che segue chiarirà il senso dei ‘meriti’ di cui Ma Tang voleva impossessarsi.
61
奉旨起取赴京,
利子始偕伴八人
同入燕都,獻天
主聖像,聖母聖
像,天主經典,
自鳴鐘大小二
具,鐵絃琴,萬
國圖等物。
Lo stesso scrisse un rapporto all’imperatore elencando
tutti i doni, come se fossero presentati di sua iniziativa.163
Dopo aver finalmente avuto l’autorizzazione imperiale,164
Maestro Ricci entrò nella capitale con altre otto persone.165 Offrì le sacre immagini del Signore del Cielo e
della Santa Madre, dei libri classici della religione del
Signore del Cielo, due orologi a suoneria automatica,
uno piccolo e uno grande, un manicordio, un mappamondo, ed altri doni ancora.166
163
È assai degno di nota che il complicato e pericoloso episodio dell’incontro tra Ricci e Ma Tang, che fermò
Ricci a Linqing dal giugno del 1600 al gennaio del 1601, sia stato trattato da Aleni con poche righe. Ricci vi
dedica tutto il capitolo XI del libro IV di Della entrata (Fonti Ricciane II, pp. 107-119). In quel lungo periodo Ricci veniva controllato da sentinelle agli ordini di Ma Tang, ma era abbastanza libero nei suoi movimenti,
all’interno di quella località. Risale a quel periodo l’episodio del crocifisso, uno dei doni previsti
all’imperatore, scambiato da Ma Tang per oggetto di magia nera volto ad uccidere l’imperatore. Di conseguenza Ma Tang da Pechino, dove si era recato, complottava contro i missionari, che si trovarono in
un’oggettiva situazione di grande pericolo, tanto è vero che l’intendente militare di Linqing, 鐘萬祿 Zhong
Wanlu, amico di Ricci, gli consigliò di fuggire nel Guangdong e di distruggere i crocifissi.
164
L’inaspettata e insperata autorizzazione imperiale a presentarsi a Pechino è attribuita da Ricci alla Provvidenza. A ciò aggiunge la curiosità che l’imperatore avrebbe espresso verso “la campana che per se stessa
sonava”, ovvero l’orologio a suoneria automatica incluso nella lista dei doni sottomessa da Ma Tang, vedi
Fonti Ricciane II, p. 121. In seguito, sempre in Della entrata, Ricci afferma esplicitamente che il cadere nelle
mani di Ma Tang fu provvidenziale. Infatti nessuno dei suoi amici letterati si era attivato presso la corte, solo
Ma Tang aveva consegnato la lista dei doni con lo scopo di accreditarsene il merito, suscitando così la curiosità dell’imperatore, vedi Fonti Ricciane II, p. 134.
165
In Della entrata si parla dell’ingresso in Pechino del 24 gennaio 1601 come di un momento memorabile:
il corteo era composto di otto cavalli e più di trenta facchini. L’evento è ricordato anche nelle cronache ufficiali cinesi, raccolte nella Storia dei Ming, vedi Fonti Ricciane II, p. 123. Il gruppo che salì a Pechino includeva Ricci, De Pantoja, due fratelli coadiutori Zhong Mingren e You Wenhui, un mandarino di scorta assegnato di regola agli ambasciatori, e probabilmente altri amici letterati di Ricci.
166
Abbiamo due liste dei doni di cui si parla qui, e che furono consegnati da Ricci all’imperatore nel corso
dell’udienza nel palazzo imperiale durata dal 25 al 27 gennaio 1601. La prima lista, e la più completa, ci è
giunta perché inclusa in una raccolta del 1639, a cura di Yang Tingyun, di memoriali e editti in favore del
cristianesimo: Raccolta [di documenti] circa la vera religione della luminosa dinastia” 熙朝崇正集 Xichao
chongzhengji. La lista comprende 16 doni: 1. Un piccolo quadro moderno del Salvatore; 2. Un grande quadro
antico della Madre di Dio, ovvero una copia dell’antica icona Salus populi Romani di S. Maria Maggiore in
Roma (conosciuta anche come Madonna di San Luca); 3. Un quadro moderno della Madre di Dio, che rappresentava la Madonna col Bambino Gesù e San Giovanni; 4. Un breviario, del quale Ricci ci dice che era
“indorato e coperto di filo d’oro”; 5. Una croce incastonata di pietre preziose, di pezzi di vetro policromo e di
reliquie dei santi; 6. Un Atlante, che sappiamo da Ricci stesso essere il Theatrum Orbis Terrarum di Abraham
Ortelius “molto ben ligato con coperta indorata”; 7. Due orologi, uno grande e uno piccolo. Di essi sappiamo
che il grande era di ferro ed aveva dei pesi, mentre il piccolo, mandato dal Superiore Generale, era a molla e
di metallo dorato; 8. Due prismi per la rifrazione della luce; 9. Un manicordio; 10. Otto pezzi tra specchi e
bottiglie di varie grandezze; 11. Un corno di rinoceronte; 12. Due orologi a polvere; 13. Un vangelo; 14.
Quattro cinture europee di vari colori; 15. Cinque pezze di tela e stoffa europea; 16. Quattro monete d'argento
europee allora in corso.
Una seconda lista, stilata da De Pantoja in una lettera al provinciale di Toledo, scritta a Pechino il 9 marzo
1602, include 8 titoli, di cui l’ultimo recita genericamente: “Otras cosillas de menos importancia”, vedi Fonti
Ricciane II, p. 124.
62
皇上欣念遠來,
召見便殿,垂簾
以觀,命內官習
學西琴,問西來
曲意。利子始譯
八章以進復。蒙
賜問大西教旨,
及民風國政等
事。
57. L’imperatore consapevole che erano venuti da lontano si rallegrò di concedere un’udienza nella sala imperiale del tempo libero, 167 stando dietro la tendina per
guardare gli ospiti senza farsi vedere.168 Comandò agli
eunuchi di imparare a suonare il manicordio e chiese il
significato delle canzoni occidentali. Allora Maestro
Ricci tradusse otto canzoni169 come risposta e li portò di
nuovo a corte. Gli vennero chieste le dottrine della religione del Grande Occidente e i costumi del popolo e
l’amministrazione dello stato e così via.170
[212]于時欽賜官
職,設饌三朝宴
勞。利子等固辭
榮爵,受廩餼。
58. [212] A questo punto gli venne offerto un ufficio statale e il primo giorno del primo mese dell’anno171 venne
dato un banchetto in suo onore per ringraziarlo del suo
impegno.172 Maestro Ricci e i suoi compagni rifiutarono
fermamente i posti onorifici,173 ma accettarono il sussidio statale.174
167
D’Elia la definisce “sala del riposo”, vedi Fonti Ricciane II, p. 130.
Questo particolare dell’udienza a Ricci si conosce solo grazie a questo testo. In Della entrata non si fa
nessuna menzione che l’imperatore incontrò faccia a faccia Ricci, anzi lo si nega esplicitamente, vedi Fonti
Ricciane II, pp. 129-130. Alucune volte, nelle sue lettere, Ricci smentì la voce, che pur si era diffusa, che egli
avesse accesso all’imperatore: 22 agosto 1608 ad Acquaviva “non possiamo mai parlare con lui, come né
anco parlano mai gli altri Cinesi di fuora, che non sono eunuchi” (Ricci, Lettere, p. 492); il 15 febbraio 1609
a Pasio “è ben falso che il re ci vuol molto bene e che alle volte parla con noi” (Ricci, Lettere, p. 513).
169
L’opera fu composta nel 1601, pubblicata a Pechino nel 1608, e in seguito inclusa in varie raccolte di opere
letterarie. Ricci parla a lungo delle lezioni di musica e della composizione delle Otto canzoni e il conseguente
successo dell’opera, vedi Fonti Ricciane II, pp. 131-135. Il testo ricciano delle Otto canzoni venne pure
messo in appendice alla Vita di Ricci scritta da Aleni che è qui tradotta. La traduzione italiana delle Otto
Canzoni è offerta in D’Elia (1945).
170
Non era un colloquio diretto: l’imperatore mandava presso i gesuiti i suoi eunuchi, i quali poi gli riferivano le risposte, vedi Fonti Ricciane II, p. 127.
171
Il giorno dei “tre primi”: primo giorno del primo mese dell’anno (i “tre primi” sono: giorno mese ed anno). Si tratta davvero di un privilegio straordinario.
172
Ovvero la fatica del viaggio per giungere a Pechino, l’impegno per la consegna dei doni, ecc...
173
In Della entrata si asserisce che i gesuiti fecero chiaramente sapere, ancora prima che fosse loro offerta,
che non desideravano alcuna nomina ad uffici statali, vedi Fonti Ricciane II, p. 127. Il motivo del rifiuto era
forse legato all’obbligo della partecipazione attiva alle cerimonie confuciane, verso le quali Ricci aveva un
atteggiamento di grande prudenza, in attesa di formulare una valutazione più precisa. Questo passaggio potrebbe anche riferirsi al fermo rifiuto di Ricci a partecipare ad certi pranzi lussuosi in onore degli ambasciatori descritto in Della entrata, vedi Fonti Ricciane II, pp. 143-144.
174
Ciò conferiva a Ricci una dignità equivalente a quella di un ambasciatore, che nella Cina imperiale erano
trattati come rappresentanti di nazioni tributarie.
168
63
上受聖像于御
前,置自鳴鐘于御
几,復命畫工繪圖
進覽。
59. L’imperatore mise la sacra immagine nella residenza
imperiale175 e gli orologi su un tavolino della residenza
imperiale. E comandò ad un pittore di dipingere queste
scene per poi metterle in visione.176
適大宗伯蔡公,以
屬夷貢獻必由本
部,而利子乃從內
官進,不無以此為
嫌。利子因述馬堂
強留邀功之意,公
始釋然,暫循舊
例,留利子于夷館
中。利子以旅人浮
海東來,觀光上
國,原住中華二十
餘年,頗識文字,
于他夷來賓為名
利者不同。
60. Il ministro dei riti,177 l’onorevole Cai (蔡) insistette
che tutti i doni stranieri passassero sotto il suo dicastero,
mentre Maestro Ricci li fece entrare tramite gli eunuchi
e perciò non ci fu nessuno che non lo sospettasse.
Maestro Ricci gli riferì dunque il tentativo di Ma Tang
di appropriarsi con la forza dei suoi meriti. Allora il ministro cominciò a chiarire i suoi sospetti, e seguendo
l’usanza, trattenne temporaneamente Maestro Ricci nella residenza per gli stranieri. Maestro Ricci spiegò che
come viaggiatore venne in Oriente passando i mari per
visitare questo impero eccelso, e che aveva abitato in
Cina per più di vent’anni e aveva imparato abbastanza la
lingua, ed era dunque diverso dagli altri stranieri venuti
dai paesi barbari per gloria e interesse.178
廼具疏請命,或兩 61. E poi presentò un memoriale al trono, chiedendo che
京或吳越,乞賜安 gli fosse permesso di rimanere nelle due capitali179 o nel
插禮部並為覆題。 territorio di Wuyue,180 che il dicastero dei riti disponesse questo affare e gli desse una risposta.181
175
In Della entrata Ricci narra quanto i quadri del Signore e della Madonna di San Luca abbiano impressionato fortemente l’imperatore e sua madre a causa della loro “vivezza”, vedi Fonti Ricciane II, pp. 125.
176
Frase un po’ oscura. Probabilmente il pittore è stato chiamato a dipingere le scene dell’imperatore che
colloca presso la sua residenza l’immagine sacra, gli orologi e gli altri doni. Le pitture dovevano poi essere
collocate in visione presso la stessa residenza perché anche altri potessero vedere l’apprezzamento
dell’imperatore per i doni di Ricci. In ogni caso, in Della entrata si narra che l’imperatore incaricò i migliori
pittori di corte di fare un ritratto di Ricci e De Pantoja “al naturale ambedue con tutto il corpo intiero”. De
Pantoja afferma che i missionari non si sono poi riconosciuti in quel ritratto, vedi Fonti Ricciane II, pp. 129.
177
Secondo D’Elia, Cai 蔡 non era ministro dei riti ma piuttosto direttore del Reparto dei ricevimenti.
178
Ancora una volta Aleni riassume in poche parole una lunga e complessa vicenda, che vide Ricci prima
arrestato da Cai, poi liberato da emissari di Ma Tang, condotto davanti a Cai, e poi confinato nel “Castello de’
forastieri”, dove fu comunque ben trattato, e successivamente accordato di una certa libertà di movimento.
Nel frattempo due memoriali senza risposta furono sottoposti alla corte, vedi Fonti Ricciane II, pp. 136-149.
Cai, da quasi persecutore, divenne uno dei migliori amici e sostenitori dei gesuiti, vedi Fonti Ricciane II, p.
153.
179
Pechino e Nanchino.
180
Oggi le provincie di Jiangsu e Zhejiang.
181
Secondo il racconto di Della entrata Ricci si decise a scrivere un memoriale al trono solo dopo la sua
liberazione dalla residenza degli stranieri. Scrivendo a Pasio il 15 febbraio 1609, Ricci espresse forti dubbi
sulla possibilità che il suo memoriale fosse mai giunto all’imperatore, vedi Lettere, p. 511.
64
未蒙報可,而內官
出諭利子曰:
「幸勿
固辭主上方垂意,
若固辭,則上心滋
不喜也」。
La risposta non era ancora arrivata, ed un eunuco disse
a Maestro Ricci: “Per favore, non insistete di voler andarvene, perché Sua Maestà ha appena manifestato il
suo volere; se insistete di andarvene, non farà piacere a
Sua Maestà”.182
于是禮部趙公邦
靖,周旋其間,利
子始安意京師,偕
龐子僦屋以居。至
日用所需,取給光
祿,遵上命也。
62. Un ufficiale del ministero dei riti, l’onorevole Zhao
Bangjing (趙邦靖) fece da intermediario tra le due
parti, Maestro Ricci allora, senza preoccupazioni, si
stabilì nella città capitale. Affittò una residenza e vi
abitò con il maestro De Pantoja. Per quanto riguarda le
spese e le necessità quotidiane, le ricevette dallo stato
secondo l’ordine dell’imperatore.183
趙公后因他事去
官,利子唁焉,對
而為之泣。趙公
曰:
「吾僚友咸以冷
情視,吾子獨為
我,相知之深也,
其 異世 俗交 乎 」。
[213]嗣後,趙公歸
里處,祀利子所著
《實義》一部,朝
夕拜奉,以志不
忘。
63. Dopo un po’ di tempo, l’onorevole Zhao fu rimosso
dall’incarico, ma per un altro motivo, e Maestro Ricci
lo consolò fino a piangere davanti a lui. L’onorevole
Zhao gli disse: “Mentre i miei colleghi mi trattano
freddamente, il mio Maestro è l’unico che mi consola.
La nostra amicizia è così profonda che è molto diversa
da quella mondana”. [213] Una volta tornato a casa
sua, l’onorevole Zhao fece atti di venerazione ogni
mattina e sera secondo il libro Il vero significato [del
Signore del Cielo] scritto da Maestro Ricci184, come
risoluzione di non dimenticarlo.185
182
Questa oscura frase è comprensibile alla luce di quanto narrato in Della entrata. Siamo nel giugno del
1601: dopo la quasi prigionia menzionata sopra, Ricci sottopone un memoriale al trono, in cui chiede che gli
sia assegnata una residenza a Pechino, a Nanchino o nella provincia di Jiangsu e Zhejiang. Non avendo avuto
risposta, Ricci si persuade che la parola sarebbe passata al “Tribunale de’ forastieri”, che certamente lo avrebbe espulso da Pechino. A quel punto, scrive Ricci, “gli altri eunuchi grandi gli dissero, come da parte del
Re, che se ne stessero molto sicuri a Pacchino e non parlassero di voler ritornare alle parti di mezzogiorno o
alla loro terra, perché il re piglierebbe questo a male”, vedi Fonti Ricciane II, pp. 153. Ricci dunque desiderava stare a Pechino, ma non in quella residenza; si sarebbe piuttosto recato a Nanchino o in una delle provincie del nord (zona di Wuyue).
183
L’autore di questo intervento in favore dei gesuiti sarebbe invece, secondo il racconto di Ricci in Della
entrata, Cao Yubian 曹于汴, un alto funzionario comunque legato a Zhao Bangjing, vedi Fonti Ricciane II,
pp. 133. 150-151.
184
È possibile che questa frase rifletta un passaggio della prefazione di Ricci a Il vero significato del Signore
del Cielo: “Per più di vent’anni ogni mattina e ogni sera, guardando il Cielo, ho pregato in lacrime, elevando
pensieroso il mio viso al Signore del Cielo, compassionevole e clemente verso gli uomini, affinché assicuri il
giorno in cui loro possano esser illuminati e resi corretti”, Ricci (1985), n. 8, pp. 58-61.
185
In Della entrata e nelle Lettere non vi è traccia di questo personaggio, il che risulta alquanto sorprendente
visto l’intensità del rapporto che Aleni descrive esserci stato tra Zhao e Ricci.
65
相國沈公蛟門, 64. A quel tempo gran segretario, l’onorevole Shen Jia時為設醴,且饋 omen (沈蛟門) lo trattò con la stessa cortesia che si usa
資斧焉。
verso un saggio,186 e provvide per le spese di vitto.187
而大宗伯馮公琢
菴者,屢叩利子
所學,深相印可
188
,遂大有志于天
主正道。時求所
譯經典,復命速
譯其餘,且數上
疏,排擊空幻之
流,欲以章明聖
教,竟賫志以沒
惜哉。
65. Il ministro dei Riti, l’onorevole Feng Zhuoan (馮琢
菴), da parte sua, sovente si recava umilmente da Maestro Ricci per imparare e aderì profondamente al suo insegnamento, e perciò si risolse di praticare la vera via del
Signore del Cielo. In quelle occasioni lo supplicò di avere le Scritture già tradotte, e poi gli raccomandò vivamente di tradurre il resto al più presto. (Feng) scrisse più
volte memoriali al trono per combattere le sette che propagano dottrine vane e false. Era desideroso di diffondere la santa religione e determinato a proseguire senza
rimpianti.189
于時,相國文忠
葉公,太宰李
公,司馬趙公,
少司寇王公,少
宗伯祝公僉都,
慕岡馮公,都諫
曹公,大參吳
公、龔公都水,
66. A quel tempo il gran segretario, l’onorevole Ye
Wenzhong (葉文忠), il ministro della funzione pubblica,
l’onorevole Li (李),190 il [vice] ministro della guerra,
l’onorevole Zhao (趙),191 il viceministro della giustizia,
l’onorevole Wang ( 王 ), 192 il viceministro dei riti,
l’onorevole Zhu Qiandu ( 祝 僉 都 ), come pure
l’onorevole Feng Mugang (馮慕岡)193, l’onorevole Cao
Dujian (曹都諫), il vicecommissario amministrativo,
l’onorevole Wu (吳),194 il direttore delle vie navigabili,
l’onorevole Gong (龔),195
186
Si inferisce che il trattamento includeva un sovvenzionamento alimentare.
Secondo il racconto in Della entrata il Grande Cancelliere dell’Impero Shen restò meravigliato dalla
monogamia dei cristiani e fece loro dono di 40 scudi, panni di lana e pelli di ermellino, vedi Fonti Ricciane II,
p. 154.
188
Il termine 印可 yinke, letteralmente “secondo la stampa” qui significa “acconsentire”. È un termine di
derivazione buddista, che indica corrispondenza tra parola pronunciata e parola stampata.
189
Questo alto funzionario si era risolto a farsi cristiano, ma morì prima di diventarlo, a soli 44 anni. Ricci ne
parla in Della entrata e in I dieci discorsi di un uomo straordinario (1608), vedi Fonti Ricciane II, p. 156.
190
Si tratta di 李戴 Li Dai.
191
Secondo D’Elia qui Aleni si sbaglia, e intende in realtà 蕭大亨 Xiao Daheng, vedi Fonti Ricciane II, p.
300.
192
Si tratta di Wang Ruxun 王汝訓.
193
Ovvero 馮應京 Feng Yingjing, che incontreremo ancora tra poco.
194
Si tratta quasi sicuramente di Wu Zhongming 吳中明, nome di cortesia Wu Zuohai 吳左海, incontrato
al paragrafo 48, il quale pur non risiedendo a Pechino, la doveva frequentare per ragioni di ufficio.
195
Si tratta di Gong Daoli 龔道立.
187
66
我存李公,相與
質疑送難,著而
成書名曰《天學
實義》。
l’onorevole Li Wocun (李我存)196, frequentarono [Ricci]
per sottoporre i loro dubbi e risolvere le difficoltà, e da
ciò è stato scritto il libro intitolato Il vero significato
della scienza celeste.197
而僉憲馮公,令
速梓以傳,利子
以文藻未敷,未
敢輕許。馮公
曰:
「譬如垂死之
人,急須藥療
之,如必待包裹
裝飾,其人已不
可起矣。斯文為
救世神藥,烏可
緩 也 」。 于 是 并
《二十五言》梓
行世,馮公兩為
文并其首。厥
后,諸書行世,
人心漸明。
67. L’assistente del censore, l’onorevole Feng (馮)198 gli
ordinò di mettere al più presto [Il vero significato del
Signore del Cielo] in stampa per diffonderlo, ma Maestro
Ricci riteneva che la sua capacità letteraria non era ancora abbastanza sviluppata, perciò non osò impegnarsi
alla leggera.199 L’onorevole Feng gli disse: “Prendiamo il
caso di un moribondo che ha urgente bisogno di medicine. Se tu devi attendere che esse siano ben impacchettate
e adornate, il malato non si alzerebbe più.200 Ora essendo
questa opera la medicina spirituale per la salvezza del
mondo, come si può permettere un ritardo?” E così il
libro venne pubblicato assieme a Le venticinque sentenze.201 L’onorevole Feng scrisse una prefazione per entrambi i libri. In seguito, grazie alla diffusione di questi
libri nel mondo, le menti degli uomini vennero gradualmente illuminate.202
196
Ovvero 李之藻 Li Zhizao. Leone Li, insieme a Paolo Xu Guanqi, fu il principale collaboratore cristiano
di Ricci, al quale era legato anche da una grande amicizia. Paolo Xu Guangqi, Leone Li Zhizao, Michele
Yang Tingyun e Wang Zheng sono considerati le colonne della chiesa cattolica cinese.
197
Tianxue Shiyi 天學實義: chiaramente il riferimento è a Il vero significato del Signore del Cielo 天主實
義 Tianzhu Shiyi di Ricci. La differenza tra i due titoli sta nel secondo carattere: 學 (scienza) al posto di 主
(Signore).
198
Si tratta di Feng Yingjing 馮應京/Feng Mugang 馮慕岡, che abbiamo incontrato sopra.
199
In realtà Ricci doveva anche attendere il permesso dell’Inquisizione, che aveva sede a Goa, in India. Egli
aveva dovuto per questo trasporre la sua opera in latino. Con l’amico Gerolamo Costa, con cui spesso si
lasciava andare a confidenze e sfoghi, Ricci si lamentò dell’assurdità del fatto che persone lontanissime fisicamente e culturalmente dalla Cina dovessero giudicare le cose della Cina: “perché per stampare alcuna cosa
qua bisogna tante licentie de nostri, che io non posso mettermi a niente, e là vogliono rivedere le cose in Cina
che non sanno e non ponno [possono] vedere”, in Ricci, Lettere, p. 364.
200
Non potrebbe guarire.
201
二十五言 Ershiwu yan, Le venticinque sentenze fu composto a Nanchino nel 1599-1600 e fu pubblicato a
Pechino nel 1605, con una prefazione di Feng Yingjing. Si tratta della traduzione dell'Encheiridion di Epitteto, filosofo stoico greco.
202
Ricci dedicò a quest’uomo, che amò e stimò moltissimo, varie pagine della sua Della entrata, vedi Fonti
Ricciane II, pp. 162-168. Feng morì senza battesimo e Ricci ebbe commosse parole di speranza per la sua
salvezza, parole che rappresentano bene la fiducia che Ricci aveva nel destino eterno dei giusti, contro il
pessimismo che stava per prendere il sopravvento nella teologia europea: “Vogli Iddio che per il bene che
fece ai Nostri e desiderio grande che mostrò di agiutare e dilatare questa Santa Fede e di seguirla, gli vogli
ponere a conto di battesimo e dargli la salvatione della sua anima” (Fonti Ricciane II, p. 168).
67
太宗伯玄扈徐先生
者,博學多才,欲參
透[214]生死大事,
惜儒者未道其詳,諸
凡禪學玄學及三教
等學,無不拜求名
師,然于生死事,竟
無着落,心終不安。
68. Il ministro dei riti Xu Xuanhu (徐玄扈),203 un
uomo molto colto e con numerosi talenti, desiderò
penetrare a fondo [214] la grande questione della vita
e della morte. Purtroppo i letterati confuciani non avevano ancora dato una risposta adeguata, e neppure il
buddismo chan204 e il taoismo, vale a dire i tre insegnamenti,205 dove tutti cercavano maestri di fama, ma
non trovavano nessuna risposta sulla questione della
vita e della morte, rimanendo alla fine con il cuore
inquieto.
萬曆庚子,到南都見
利子,而略通其旨。
回家得一奇夢,如見
圓圓堂中,設有三
臺,一有像,二無
像;蓋天主預啟以三
位一體,降生妙義,
然尚未知其解也。
69. Nell’anno gengzi di Wanli (1601) [Xu] si recò a
Nanchino a visitare Maestro Ricci e comprese il suo
insegnamento a grandi linee.206 Tornato a casa ebbe
un sogno straordinario in cui vide una sala rotonda
con in mezzo tre piattaforme elevate. Su una c’era
un’immagine, sulle altre due non c’era alcuna immagine.207 Così il Signore del Cielo rivelò in anticipo il
mistero della Trinità208 e dell’Incarnazione, solo che a
quel tempo non ne comprese ancora il significato.209
203
Ovvero il dotto cristiano 徐光啟 Xu Guangqi, il più importante convertito nella storia della chiesa
cattolica in Cina, noto nelle fonti gesuitiche come il Dottor Paolo.
204
La scuola buddista cinese conosciuta in Occidente con il nome giapponese zen.
205
I tre insegnamenti principali cinesi, 三教 sanjiao, erano il (neo)confucianesimo, il buddismo e il taoismo.
Nel periodo tardo Ming un movimento nazionalista puntava alla unificazione delle tre scuole.
206
Il senso di questa frase è chiarito da quanto Ricci attesta in Della entrata: “[Paolo Xu] visitò anco il p.
Matteo Ricci, parlando qualcosa della nostra Santa Fede (…), ma fu tanto in fretta, per volersi partire per sua
terra, che puoco più uditte di che era esservi Iddio, Creatore del cielo e della terra e autore di tutte le cose”,
vedi Fonti Ricciane II, p. 253.
207
Ricci, in Della entrata descrive il sogno in modo leggermente diverso: “gli parve di vedere in sogno un
tempio di tre cappelle, e in una di esse stava la figura di uno che gli dissero essere Iddio Padre; nell’altra
stava una figura di uno con corona reale, e gli dissero di essere quello Iddio Figliuolo; nella 3ª non vide alcuna cosa”, vedi Fonti Ricciane II, pp. 253-254. Il sogno è menzionato anche in tre lettere di Ricci scritte da
Pechino nel maggio del 1605, in due di esse il sogno è descritto con gli stessi dettagli di Della entrata: A
Giovanni Battista Ricci (Ricci, Lettere, p. 391) (senza dettagli); a Ludovico Maselli (Ricci, Lettere, p. 375), e
a Gerolamo Costa (Ricci, Lettere, pp. 397-398).
208
Letteralmente: delle tre persone e una sostanza. L’immagine sulla piattaforma elevata (altare?) è quella di
Cristo.
209
Infatti la spiegazione del sogno fu data da Ricci a Xu solo nel maggio del 1605, vedi Fonti Ricciane II, p.
254.
68
癸卯臘月,又到南
都,入主堂訪論天
學,至暮不忍去,乃
求 《實 義》, 解略 諸
書,于邸中讀之達旦
不寐,立志受教。羅
子與講解經旨。
70. Nel dodicesimo mese dell’anno guimao [di
Wanli] (1603), egli [Xu] tornò di nuovo a Nanchino.
Entrò in chiesa e discusse la dottrina del Cielo fino a
sera e ancora non voleva andarsene. Chiese allora Il
vero significato [del Signore del Cielo] e lo confrontò con gli altri libri a casa sua per tutta la notte
senza
dormire,
e
decise
di
ricevere
210
l’insegnamento.
Maestro Da Rocha gli spiegò
l’essenziale della dottrina.
覺十誡無難守,獨不
娶妾一款為難,蓋先
生獨有一子,而未得
孫,意欲納側室,以
廣嗣也。
71. Egli [Xu] non trovò difficile osservare i dieci
comandamenti, ma trovò difficoltà con il precetto di
non poter prendere nessuna concubina.211 Egli aveva un solo figlio, dal quale non aveva ancora avuto
un nipote, e perciò [Xu] aveva intenzione di prendere una concubina per poter estendere la discendenza familiare.212
羅子不許曰:
「有子無
子,一憑主命,烏可
犯 誡」。先 生 躊躇 久
之,毅然堅決曰:
「嗣
可無,誡斷不可犯,
惟憑大主所賜耳」
。遂
欣欣受洗,守誡甚
堅。
72. Maestro Da Rocha glielo impedì dicendo:
“L’avere o meno figli dipende tutto dalla volontà del
Signore, come si potrebbe trasgredire il comandamento?” Il maestro [Xu] esitò a lungo e poi decise
fermamente: “Uno può stare senza erede, ma non
può mai trasgredire il comandamento. Ciò dipende
soltanto dal dono del Grande Signore”.213 E quindi
venne battezzato con grande gioia e osservò i comandamenti con grande fermezza.214
210
Della dottrina cristiana. Vedi il resoconto, sostanzialmente convergente, di Ricci in Della entrata riportato
in Fonti Ricciane II, p. 254.
211
Secondo Da Rocha invece, che lo istruì e lo battezzò, Xu Guangqi non era in difficoltà rispetto al sesto
comandamento, vedi Fonti Ricciane II, p. 252. È vero comunque che i nipoti cominciarono a venire solo
dopo la conversione di Xu.
212
Xu avrebbe desiderato una concubina non per sé, ma per il figlio (che assunse il nome di Giacomo quando venne battezzato), così almeno sembra suggerire il contesto.
213
Questo colloquio non si trova in Della entrata, né nelle lettere di Ricci o di Da Rocha. La fonte di Aleni
potrebbe essere dunque lo stesso Xu Guangqi, con cui ebbe una lunga frequentazione. Della entrata menziona invece l’attaccamento di Xu al sacramento della confessione, di cui aveva compreso ottimamente il significato. La cosa è notevole in quanto, secondo le testimonianze degli stessi missionari, quel sacramento era
ostico a numerosi neofiti, vedi Fonti Ricciane II, p. 255.
214
Il battesimo di Xu Guangqi, avvenne a Nanchino nel gennaio (forse il 15) del 1603, vedi Fonti Ricciane II,
p. 255.
69
天主鑒其精誠,越年
即得孫矣,至今諸孫
遶膝,迨曾玄奉教,
濟濟到堂,如層簫
然,愈知[215]大主福
善,不獨于其身後
也。
73. Il Signore del Cielo vedendo la sua sincerità, un
anno dopo gli diede un nipote. Ad oggi ha numerosi
nipoti attorno alle sue ginocchia.215
Pronipoti e pro-pronipoti furono battezzati, e numerosi come erano entravano ordinatamente in chiesa,
sembrando una fila di canne d’organo.216 E allora
comprese [215] che il Grande Signore concede la
sua benedizione non solo dopo la morte.217
中州都會原有教堂,
乃如德亞國所傳天主
古教,適教中艾孝
廉,計偕入京,造訪
利子。利子請天主經
典大全一部,係如德
亞國原文,並後翻譯
太西文字示之,艾君
誦讀其文,深喜而拜
焉。
74. Nel capoluogo di Zhongzhou218 c’era una sinagoga giudaica, vale a dire della antica religione del
Signore del Cielo. Un fedele di quella religione, il
Xiaolian219 Ai (艾),220 candidato all’esame imperiale, venne nella capitale, e rese visita a Maestro Ricci. Maestro Ricci lo invitò a prendere visione di una
copia completa della Bibbia che conteneva sia la
lingua originaria ebraica che la traduzione nelle lingue dell’Estremo Occidente.221 Ai, letto ad alta voce
quel testo,222 ne fu profondamente rallegrato e lo
venerò.
215
Letteralmente: attorno al suo ginocchio. È un’espressione che indica la vicinanza di figli e nipoti. I nipoti
di Xu, figli dell’unico figlio, furono 10, 5 maschi e 5 femmine, tra cui Candida Xu 徐甘第大, la donna più
importante nella storia del cattolicesimo in Cina.
216
Il carattere 簫 xiao traduce Flauto di Pan, strumento a canne da cui deriva l’organo. Aleni visse a lungo a
Shanghai presso la residenza di Paolo Xu, e deve aver visto personalmente questa simpatica scena. L’idea di
descrivere la fila dei nipotini di Xu con l’immagine di una fila di canne d’organo, venne forse spontanea ad
Aleni in quanto cittadino di Brescia, patria di grandi costruttori di organi fin dal XV secolo. Devo
l’interpretazione di questo passaggio, e la presente annotazione, al suggerimento di Gianfranco Cretti, che
ringrazio per la sua gentilezza.
217
A Paolo Xu, ‘magnifica figura di cristiano cinese’, Ricci dedica diverse pagine di Della entrata, vedi
Fonti Ricciane II, pp. 250-255; 307-309, e vari passaggi in sette lettere.
218
中州 Zhongzhou era un altro nome per 豫州 Yuzhou, una delle nove antiche province della Cina imperiale, corrispondenti all’attuale Henan e Anhui.
219
Titolo equivalente a 舉人 juren, come venivano chiamati, ai tempi della dinastia Ming, i candidati
all’esame imperiale che avevano superato l’esame a livello provinciale. I tre gradi accademici della Cina
imperiale erano i seguenti: xiucai 秀才, titolo reso in termini europei con “licenziato”, era colui che aveva
superato l’esame annuale a livello di contea; juren 舉人), reso in termini europei con “laureato”, era colui
che superava l’esame provinciale, che si teneva ogni tre anni; jinshi 進士, reso in termini europei con
“dottore”, era colui che superava gli esami nazionali, che si tenevano ogni tre anni nella capitale (ovvero a
Pechino, al tempo di Ricci e Aleni).
220
Identificato da D’Elia come 艾田 Ai Tian, vedi Fonti Ricciane II, p. 318.
221
Si tratta della copia della Bibbia poliglotta di Plantin, Anversa, giunta a Pechino prima del 15 agosto 1604,
vedi Fonti Ricciane II, pp. 281-282 e 317.
222
Ricci afferma, al contrario, che Ai riconobbe la lingua ebraica, ma non era in grado di leggerla, vedi Fonti
Ricciane II, p. 317.
70
艾之同袍張君,同訪
利子,謂汴梁昔有一
教,名為十字教,以
奉天主為主,張孝廉
奉教之后裔也,奈百
年來不得其傳。利子
以所佩十字聖架示
之,張君一見不禁淚
下。
是後,利子遣從遊者
黃明沙,馳書訪其
實,果如二君之言,
但不得其初來傳之詳
耳。是後,張君選關
中教諭。
75. Ai visitò Maestro Ricci insieme al suo collega
Zhang (張), che disse che in Bianliang223 c’era una
religione chiamata la religione della croce,224 che
venera il Signore del Cielo come Signore. Il Xiaolian Zhang 225 era un discendente dei credenti di
quella religione. Purtroppo ormai da cento anni226
non si è potuta trasmettere la religione. Maestro
Ricci gli mostrò la croce che portava. Appena Zhang
la vide, non poté trattenere le lacrime.227
76. Dopo di che, Maestro Ricci mandò228 il suo discepolo Huang Mingsha con una lettera per recarsi
al più presto a fare un’indagine.229 E questi confermò che era esattamente come era stato detto, però
non ottenne abbastanza informazioni circa l’origine
della diffusione di questa religione in Cina.230 Dopo
questo Zhang venne nominato Direttore distrettuale
degli Studi a Guanzhong.231
223
汴梁 Bianliang, antico nome di 開封 Kaifeng, nell’Henan.
Gli ‘adoratori della croce’, come furono definiti da Ricci in Della Entrata (vedi Fonti Ricciane II, pp.
314.320), avevano conservato la venerazione della croce, ma perso memoria della dottrina cristiana. Si tratta
di discendenti di cristiani della chiesa Siriaco-orientale presenti in Cina dal 635 (durante la dinastia Tang); o
di cristiani della chiesa dell’Est giunti in Cina successivamente, possibilmente in epoca mongola (dinastia
Yuan); o più improbabilmente di discendenti dei cristiani evangelizzati dai Francescani a partire dal 1293. (Il
curatore del presente volume propende per la seconda ipotesi).
225
Personaggio non identificato. Adrian Dudink ha escluso che possa essere identificato con Zhang Geng e
con Zhang Gengyu, come aveva proposto H. Verhaeren nel 1945. Si tratta invece di tre persone diverse, vedi
Adrian Dudink, “Zhang Geng, Christian Convert of Late Ming Times: Descendant of Nestorian Christians?”,
in (a cura di) Catherine Jami, L’Europe en Chine. Interactions Scientifiques, Religieuses et Culturelles aux
XVIIe et XVIIIe Siècles, in Mémoires de l’Institut des Hautes Etudes Chinoises, 34, 1993, pp. 57-85; incluso
anche in Christianity in Late Ming China, Five Studies, University of Leiden, 1995, pp. 272-313.
226
Significa: per un lunghissimo tempo. In effetti lo stato di “ibernazione” della “religione della croce” durava almeno dal crollo della dinastia Yuan (1368).
227
La visita dell’ebreo Ai e del cristiano Zhang è narrata nei dettagli da Ricci in Della entrata (vedi Fonti
Ricciane II, pp. 316-323); e nella lettera ad Acquaviva del 26 luglio 1605 (Ricci, Lettere, pp. 412-415).
228
Lo mandò a Kaifeng.
229
Le informazioni qui riportate sono assai diverse da quelle forniteci dallo stesso Ricci in Della entrata.
Innanzitutto il fratello coadiutore mandato a Kaifeng non era Huang Mingsha ma Antonio Leitão, giovane
cinese nato a Macao di cui non sappiamo il nome cinese. Il viaggio a Kaifeng avvenne nel 1607 “tre anni
dopo” (secondo lo stesso Ricci) la visita di Ai e Zhang, vedi Fonti Ricciane II, p. 323.
230
Il viaggio del fratello coadiutore, che pur confermò l’esistenza degli adoratori della croce, fu un insuccesso in quanto essi non collaborarono affatto con l’inviato di Ricci, come peraltro il testo di Aleni permette
di supporre, vedi Fonti Ricciane II, pp. 323-324. Da notare che lo stesso Aleni, che conosceva l’ebraico, si
recò a Kaifeng per indagare circa la comunità degli ebrei e degli adoratori della croce nel 1613. Ma anche la
sua visita non ebbe il successo che si desiderava. Tutto l’affare dei contatti con gli ebrei occupa gran parte del
capitolo IV del libro V di Della entrata, vedi Fonti Ricciane II, pp. 307-325. Riferimenti agli adoratori della
croce si trovano, oltre che nella lettera del 1605 già citata ad Acquaviva, nelle lettere a Costa del 6 marzo
1608 (Ricci, Lettere, p. 463); e nelle due lettere ad Acquaviva del 8 marzo 1608 (Ricci, Lettere, p. 470) e 22
agosto 1608 (Ricci, Lettere, p. 484).
231
關中 Guanzhong, nome della piana dello Shaanxi.
224
71
時有從中西到關中鄂
本篤者,亦耶穌會士
也,風聞東方禮義文
物之邦,人皆奉天地
主為宗,以為與天主
聖教正符。欲得其
實,陸行三年,經狂
沙掠人之國,歷盡艱
苦,徑到關中,廼知
所聞之[216]國,即中
國也。利子聞而遣人
訪之,值其篤病,一
見仝會者,望外喜
溢,遂安然去世矣。
77. In quel tempo, Bento de Góis (E Bendu 鄂本篤),
anche lui un gesuita, giunse a Guanzhong 232 dal
Medio Occidente. Egli aveva sentito dire che
nell’Oriente c’era un paese di grande civiltà,233 dove
tutti veneravano il Signore del cielo e della terra
come primo antenato, e pensò che questa corrispondesse alla santa religione del Signore del Cielo.
Per verificare le cose egli camminò per tre anni, attraversando sabbie tempestose e nazioni di ladri,
sopportando mille difficoltà, camminando fino a
Guanzhong. Allora scoprì che quello di cui aveva
udito [216] era la Cina. Sentito ciò Maestro Ricci
mandò a cercarlo, e lo trovò molto malato. Come
vide il confratello [giunto] inaspettatamente, scoppiò di gioia, e poi morì in pace.234
利子住京師凡十年,
交遊益廣,著述亦
多。時與諸名公論天
學,旁及度數,因著
《畸人十篇》,
78. Maestro Ricci rimase nella città capitale per ben
dieci anni. Fece amicizia con un numero crescente
di persone, e molti furono anche i libri da lui scritti.
Discusse con famosi letterati sulla scienza del Cielo,
e anche di calcoli matematici in quanto autore di
Dieci capitoli di un uomo straordinario,235
232
In realtà de Góis arrivò presso la città di 肅州 Suzhou, nell’attuale provincia nord occidentale del Gansu.
Bento de Góis si era prefissato di raggiungere il Cataio (Cathai), termine introdotto per la prima volta in
Occidente da Marco Polo. Fin dall’incontro con i musulmani a Pechino nel 1601, Ricci si era convinto che il
Cathai era la Cina, e Kambaliq era Pechino, ed aveva di conseguenza informato in tale senso sia i confratelli
dell’India che quelli d’Europa, vedi Fonti Ricciane II, pp. 141-143. Ricci affermava inoltre che in Cina non
vi erano cristiani, in quanto non aveva ancora preso contatto con gli adoratori della croce (di cui ebbe notizia
solo nel 1605). Ma la comunità gesuitica in India, sulla base di racconti di mercanti musulmani, continuava a
sostenere l’ipotesi che oltre l’Himalaya esistesse un regno, il Cathai, abitato da cristiani, separato dalla Cina.
Per verificare questa questione fu decisa la spedizione di Bento de Góis, che partendo da Agra (India) il 29
ottobre 1602 arrivò a Suzhou (nell’attuale provincia del Gansu) il 22 dicembre del 1605. Ricci non incontrò
personalmente de Góis, ma dopo che i due riuscirono finalmente a stabilire un contatto epistolare, vi mandò il
fratello coadiutore Zhong Mingren. Zhong raggiunge de Góis il 31 marzo 1607, e quest’ultimo morì solo 10
giorni dopo, il 10 aprile. L’incredibile avventura dell’eroico de Góis è raccontata estesamente da Ricci in tre
capitoli Della entrata, vedi Fonti Ricciane pp. 391-445, sulla base del racconto del suo compagno di viaggio,
Isaac Armeno, che riuscì ad incontrare Ricci a Pechino, dove giunse il 28 ottobre 1607. Il viaggio di de Góis
confermò una volta per tutte che Ricci aveva giustamente identificato il Cathai con la Cina, e Kambaliq con
Pechino.
234
L’edizione del 1919 e la conseguente traduzione in francese ha un’ulteriore frase, che riguarda la perdita
del diario di viaggio di de Góis. “Aveva disegnato una carta per segnare la rotta che aveva seguito nel suo
viaggio. Questa carta purtroppo andò rubata e non si è più trovata”. È solo grazie a Ricci se abbiamo qualche
conoscenza dell’eccezionale impresa di de Góis. Dopo la sua morte, il diario di viaggio fu distrutto da musulmani di Suzhou, che tenevano de Góis in uno stato di quasi prigionia.
235
畸人十篇 Jiren shipian, pubblicato a Pechino nel 1608, fortunata operetta di carattere morale.
233
72
及與徐宗伯玄扈所譯
《幾何原本》、《測量
236
》等書。與李冏卿我
存所譯《同文算指》、
《渾蓋通憲》、《乾坤
體儀》等書,俱已行
世。
e tradusse con l’aiuto del ministro dei riti Xu Xuanhu237 gli Elementi di geometria238 e Teoria e metodo
delle misure.239 Tradusse assieme al ministro della
scuderia imperiale Li Wocun (李我存)240 il Trattato
di aritmetica,241 Astrolabio e sfera: figure e commento, 242 Spiegazioni della struttura del cielo e
della terra,243 ecc.244 Questi libri sono già diffusi
dappertutto.
自是四方有道之士, 79. Di conseguenza245 dalle quattro direzioni,246 i
多致意請問,利子率 dotti virtuosi vennero spesso a salutarlo e porgli
手自裁答。
domande, Maestro Ricci rispondeva in prima persona a ciascuno nel modo appropriato.247
236
Occorre aggiungere i caratteri 法義 fayi per ottenere il titolo completo dell’opera.
Paolo Xu Guangqi.
238
幾何原本 Jihe yuanben, Elementi di geometria, una traduzione dei primi sei libri di Euclide dall'opera di
Cristoforo Clavius Euclidis elementorum libri XV, fu pubblicata a Pechino nel 1607 curata da Ricci e Xu
Guangqi.
239
測量法義 Celiang fayi, Teoria e metodo delle misure, fu scritto a Pechino nel 1607 da Xu Guangqi e
Ricci e pubblicato da Xu nel 1617.
240
李我存 Li Wocun è il nome di cortesia del dotto cristiano, importante collaboratore di Ricci, 李之藻
Leone Li Zhizao.
241
同文算指 Tongwen suanzhi, Trattato di aritmetica, basato sull’opera di Clavius Aritmetica prattica,
insegnata da Ricci a Li Zhizao. Il volume fu pubblicato a Pechino nel 1613, con un contributo di Li.
242
渾蓋通憲圖說 Hungai tongxian tushuo, Astrolabi e sfere: figure e commento, composto e pubblicato da
Li Zhizao a Hangzhou nel 1607, sulle basi delle lezioni di Ricci sull’Astrolabium di Clavius.
243
乾坤體義 Qiankun tiyi, Spiegazioni della struttura del cielo e della terra furono composti da Ricci e Li
Zhizao tra il 1607 e 1608, e pubblicati, con ogni probabilità da Li a Pechino nel 1614. Queste opere sono
basate su scritti di Clavius inclusi nel Commentarius in Sphaeram Joannis de Sacrobosco (Roma, molte
edizioni a partire dal 1570).
244
Le opere prodotte a Pechino da Ricci, in collaborazione con i suoi collaboratori, sono circa una ventina,
comprese 4 edizioni del mappamondo.
245
Buona parte delle informazioni che seguono, circa gli ultimi mesi della vita di Ricci, le sue virtù, la sua
morte e i giorni immediatamente successivi, sono riportate in modo molto più ampio nel capitolo XXI del
libro V di Della entrata, vedi Fonti Ricciane II, pp. 530-563. L’autore del capitolo non fu, ovviamente, Ricci.
Il capitolo XXI è una traduzione latina di Nicolas Trigault della lettera annua del 1610, scritta in portoghese
da Gaspar Ferreira. La fonte delle informazioni è Sabatino de Ursis, che ha vissuto a fianco di Ricci nel corso
degli ultimi anni di vita. D’Elia offre anche una traduzione italiana a fronte del testo latino.
246
Ovvero da tutte le parti.
247
Forse si intende qui anche l’attività della corrispondenza scritta, in cui Ricci era grandemente impegnato.
237
73
時又為寓中國諸西士
之長,即答諸會士書
札,亦無不縷縷長言
之,而利子不倦也。
80. Allo stesso tempo egli fu anche superiore dei
[missionari] occidentali in Cina, rispondeva prontamente ai vari confratelli con lettere che erano senza eccezione anche molto dettagliate e lunghe, e
Maestro Ricci lo fece senza mai stancarsi.248
利子生平樂于接引,
所稱明鏡不辭,屢照
清流,惠風者,利子
有焉。
81. Maestro Ricci era sempre pronto a dare udienza,
come uno specchio lucido,249 per così dire, che non
rifiuta di rispecchiare le correnti d’acque limpide250
e che non si sottrae al vento benefico:251 Maestro
Ricci possedeva proprio queste virtù.
故每日除瞻禮存想省 82. Ogni giorno, oltre a celebrare il rito [della Santa
察誦經外,皆為談道 Messa], la meditazione, l’esame di coscienza e la
著書之候。
preghiera, dedicava tutto il tempo alla predicazione
e a scrivere.
而門有過訪,又亟倒
屣出迎,且時患頭
風,雖伏枕呻吟,一
聞問道者至,即欣然
延接,悉忘其苦,客
退呻吟如故。于是,
從教日廣,多喜與利
子[217]相親,利子率
諄諄樂告之,即貧賤
者,利子亦平等齊
觀,其接見顏色與見
大賓無異。
83. Quando arrivava qualche visitatore, usciva senza
indugi a riceverlo. 252 Sebbene soffrisse spesso di
mal di testa e gemendo doveva appoggiare il capo
sul cuscino, non appena sentiva l’arrivo di un ospite
che chiedeva della Via,253 si alzava per riceverlo con
gioia, dimenticandosi completamente il dolore. Non
appena l’ospite se ne era andato, tornava a gemere
come prima. Perciò il numero dei seguaci della religione aumentava giorno per giorno, e a loro piaceva
stare presso Maestro Ricci [217], e Maestro Ricci,
senza fare distinzioni, insegnava con molta pazienza
e gioia e parlava con loro. Anche se erano poveri e
umili, Maestro Ricci li trattava con uguaglianza. Il
volto con cui li riceveva non cambiava rispetto a
quello con cui riceveva gli ospiti di grande fama.
248
Ricci ha mantenuto una costante corrispondenza con molti confratelli. Le lettere scritte a Longobardo e a
Valignano, solo per fare un esempio certissimo, devono essere state molto numerose, ma ci sono pervenute
solo due lettere a Valignano, ed il frammento di una a Longobardo. Ricci rubava tempo alla notte per scrivere
le sue numerose lettere.
249
明鏡 mingjing, espressione che significa un funzionario che pratica la legge con la massima giustizia.
250
清流 chingliu, espressione che indica “i virtuosi e prestigiosi letterati”.
251
惠風者 huifengzhe, espressione che indica “praticare la benevolenza”.
252
Letteralmente: 倒屣出迎 daoxi chuying “Usciva con le scarpe a rovescio”. Espressione idiomatica, o
chengyu, ricavata da un’antica storia, che indicava l’accoglienza dell’ospite. Il ricevimento di numerosissimi
ospiti, e la doverosa restituzione delle visite erano una delle attività più impegnative per Ricci. Si ricordi
anche che le visite implicavano una serie di inchini e prostrazioni che le rendevano ancora più affaticanti.
253
Cioè l’insegnamento della dottrina cristiana.
74
庚戌歲諸上計名公省
試及孝廉輪蹄相錯于
門,而利子俱一一披
示各慊所懷。
84. Nell’anno gengxu [di Wanli] (1610) i contabili
provinciali e noti mandarini per il rapporto [triennale] alla corte e i Xiaolian254 [che avevano superato]
l’esame provinciale, arrivarono con le carrozze uno
dopo l’altro alla casa [di Ricci],255 e tutti, ad uno ad
uno, manifestavano a Maestro Ricci ciò che stava
loro a cuore.256
加以新到會士熊子有
綱,費子揆一,初未
習中國語言文字,利
子時與之指陳,殫其
心力。
85. Inoltre erano arrivati i nuovi confratelli, Sabatino de Ursis (熊三拔/有綱) e Ferreira (費揆一)
che non erano ancora pratici della lingua e degli
scritti cinesi, e in quel tempo Maestro Ricci insegnava loro con tutto il suo cuore e le sue forze.
遇大齋之期,雖日只
一餐,而應接不暇,
且持齋甚嚴,絕不用
非時飲食。
86. Durante il periodo di digiuno solenne,257 benché
ci fosse un solo pasto al giorno, riceveva gli ospiti
senza tregua, e continuava ad osservare il digiuno
molto severamente, senza prendere alcun cibo o bevanda fuori pasto.
諸會士同居者,皆以
利子春秋漸高,何以
接應內外諸事,都無
倦色,不可謂非天主
默佑簡閱之身也。
87. I confratelli che abitavano con Maestro Ricci,
vedendo le primavere e gli autunni dal numero
sempre più alto e che continuava a trattare gli affari
interni e esterni senza mostrare stanchezza, credettero che non si poteva non dire che il Signore del
Cielo non lo proteggesse in segreto e si prendesse
cura di lui.
254
Cioè i candidati all’esame statale.
Gli esami si tennero dal due all’otto aprile 1610. I candidati, scrive Trigault, erano 5000, e molti di loro
conoscevano Ricci di fama, vedi Fonti Ricciane II, p. 534. Secondo Ricci giunsero alla capitale per l’esame
del 1604 ben 40.000 persone: i candidati, le persone al seguito, mercanti ecc.., vedi Fonti Ricciane II, p. 312.
256
Frase di incerta interpretazione.
257
La quaresima del 1610.
255
75
太僕我存李公,久
習利子,服其器
識,凡有所行,多
與相商,覺從利子
之言則順,間有不
從者,後必有悔。
厥后,李公忽患
病,京師邸無家
眷,利子朝夕于床
第間,躬為調護。
時病甚篤,已立遺
書,請利子主之。
利子力勸其立志
奉教,于生死之
際,公幡然受洗,
且奉百金為聖堂
用,賴大主寵佑
[218]而 李公 之 疾
已痊矣。
88. Il ministro della scuderia imperiale258 Li Wocun (李
我存), da lungo tempo discepolo di Maestro Ricci, ammirando grandemente il suo contegno e la sua erudizione, spessissimo gli chiedeva consiglio su ogni cosa facesse. Osservò che tutto gli riusciva bene ogni qualvolta
egli seguiva il consiglio di Maestro Ricci, le rare volte
che invece non lo seguiva, finiva per pentirsene. Dopo
un certo tempo, l’onorevole Li si ammalò improvvisamente. Essendo da solo e senza nessun familiare nella
capitale, Maestro Ricci lo servì e lo curò personalmente
giorno e notte, [stando] intorno al suo letto. Quando si
ammalò gravemente e fece testamento, chiese a Maestro
Ricci di darne esecuzione. Maestro Ricci l’ammonì, con
vigore, di credere nella religione.259 E così, mentre era
tra la vita e la morte, cambiò repentinamente260 e ricevette il battesimo, ed offrì cento monete d’oro per la
[costruzione] della chiesa.261 Per la grazia del Grande
Signore, [218] l’onorevole Li guarì dalla sua malattia.
利子屢積勞瘁因
得病,首日即謂諸
會士曰:「茲吾去
世之期也,遂依教
中善終諸規,一一
行之」。
89. Maestro Ricci si ammalò a causa delle fatiche accumulate. Nel primo giorno262 disse subito ai confratelli:
“Poiché il momento di andarmene da questo mondo si
avvicina, vi prego di fare tutto, senza omettere nulla,
secondo le regole della chiesa per ottenere per me una
buona morte”.
而 諸 奉 教 者 後 先 90. Poi tutti i fedeli vennero a fargli visita e non ci fu
往候,利子無不喜 nessuno che Maestro Ricci non abbia ricevuto con volto
容相接,且加慰勉 gioioso, e poi lo consolasse ed esortasse.
焉。
258
太僕 Taipu, abbreviazione della carica di ministro della Scuderia imperiale a cui Li Zhizao fu promosso
nel 1613: 太僕寺卿 Taipu siqing, che D’Elia traduce come: Vice-presidente della Corte della Scuderia
Imperiale, vedi Fonti Ricciane II, p. 169. Il termine 冏卿 jiongqing, che abbiamo incontrato sopra al n. 79,
significa la stessa cosa.
259
Letteralmente: “offrirsi alla religione”, ovvero di rompere ogni indugio e di accedere al battesimo.
260
Espressione che può significare “conversione”. Il battesimo di Leone Li Zhizao avvenne nel marzo del
1610. Leone Li fu, insieme a Paolo Xu, il principale collaboratore di Ricci nella compilazione di molte opere
scientifiche. Ricci parla spesso di lui in Della entrata e nelle lettere.
261
In quei mesi si stava costruendo la prima chiesa pubblica in Cina, dove oggi sorge la chiesa del Sud 南堂
Nantang, a Pechino. Ricci morì prima di vederla finita, vedi Fonti Ricciane II, p. 535.
262
Ricci si ammalò il 3 maggio 1610, dunque la sua malattia durò poco più di una settimana.
76
又仰祈大主垂佑
中華,俾人人盡識
聖教,得沾洪恩。
復念皇上體恤,遠
懷思報,涓埃唯
望,大主福佑默
啟,得以闡揚大
教。
91. Ed inoltre elevava la preghiera al Grande Signore
perché dall’alto proteggesse la Cina, in modo che tutti
potessero conoscere la santa religione ed ottenere grandi
grazie. Ricordando la benevolenza dell’imperatore, desiderò manifestargli riconoscenza con fervore. Come
una piccola goccia d’acqua e un granello di polvere263 si
permise una sola speranza:264 che la grazia del Grande
Signore lo proteggesse e gli ispirasse che la grande religione potesse essere diffusa.265
此尤病中,憐憐致 92. E così nel corso della malattia, pur in uno stato tanto
意。
miserevole, mostrò [a tutti] il suo grande affetto.266
越數日,利子臨終
再告解,請領聖
體,同會鐸德依禮
捧之至寢,利子奮
力強起,投地叩奉
不已,同會以病篤
寛其安寢,利子竟
不敢纖毫褻越焉。
93. Qualche giorno dopo Maestro Ricci, ormai in fin di
vita, si confessò di nuovo267 e chiese di ricevere la santa
Comunione.268 Appena che il confratello sacerdote la
portò al suo letto secondo il rito, Maestro Ricci si sforzò
di alzarsi e la ricevette, prostrandosi incessantemente in
riverenza. I confratelli a causa della gravità della malattia volevano che rinunciasse [a tali riverenze] e tornasse
a letto per riposare, ma Maestro Ricci non osava trasgredire con leggerezza anche la più piccola regola della
riverenza.269
有傾,忽閉目,如 94. Poco dopo, ad un tratto, chiuse gli occhi, come as有所思,而安然坐 sorto in pensiero, e seduto serenamente morì. Era il
逝矣,時萬曆庚戌 quarto mese dell’anno gengxu di Wanli (1610).270
年四月也。
263
涓埃 Juan’ai espressione, quasi intraducibile, che indica estrema umiltà.
La gratitudine di Ricci verso l’imperatore deve essere grande, ma l’atteggiamento verso di lui deve essere
di estrema modestia. Sono frasi che mettono in evidenza una cultura che esaltava la suprema dignità
dell’imperatore.
265
Nel racconto di Ferreira/De Ursis riportato da Trigault e riprodotto su Fonti Ricciane non viene menzionato questo ringraziamento esplicito all’imperatore. Si riporta tuttavia che Ricci, in uno stato di delirio, parlava della conversione dell’imperatore.
266
Era cioè più interessato agli altri che a se stesso.
267
Ricci fece la sua ultima confessione la sera dell’8 maggio, al p. De Ursis, il quale fu enormemente impressionato dalla “bontade e santidade de sua vida, puresa de cosciencia e tão conforme com a vontado do
Senhor”, vedi Fonti Ricciane II, p. 538.
268
L’ultima comunione fu ricevuta la mattina del 9 maggio, vedi Fonti Ricciane II, p. 539.
269
Riverenza dovuta all’Eucarestia che aveva appena ricevuto.
270
Ricci morì alle sette di sera dell’11 maggio 1610, all’età di 57 anni e sette mesi.
264
77
太僕李公經其喪
事,市堅木為棺,會
士阻之不得,匠人欲
速其工,懼天炎體
變。李公曰:「勿亟
也,子弟加工焉,吾
知利子雖百日不壞
也」。
95. Il ministro della scuderia imperiale, l’onorevole
Li271 si prese cura del funerale e comprò del legno
massiccio per fare la bara. I suoi confratelli vollero
impedirlo, ma senza successo.272 I falegnami volevano
affrettare il lavoro, perché temevano che la salma si
decomponesse a causa del clima caldo. L’onorevole Li
disse: “Non abbiate fretta, perché aumentare il lavoro
degli operai? io so che [il cadavere del] Maestro Ricci
non subirà alcuna decomposizione, anche se dovessero passare cento giorni”.273
越兩日始就木諸縉 96. Dopo due giorni, ci si apprestò a deporlo nella ba紳來弔者,無不極口 ra. Tra tutti gli uomini nobili che vennero ad esprime稱贊。
re le condoglianze, non ci fu nessuno che non si prodigasse in altissimi elogi.274
利子于數月前,嘗致
[219] 書 于 郭 子 仰
鳳,有云:「此吾盡
頭之書,從此無書,
永言別矣」
。
97. Qualche mese prima della morte, scrivendo [219]
a Lazzaro Cattaneo, tra le altre cose, Maestro Ricci
affermò: “Questa sarà la mia ultima lettera, d’ora in
poi [non ci sarà] nessuna [altra] lettera. Addio per
sempre!”
及利子初病時,諸會
士請其遺囑,利子
曰:「吾去後,開吾
笥視之,具見之
矣」。至是開笥,果
見遺囑,教中事理種
種畢陳,至諸名公往
來書啟,去者去,而
留者留,無不先為經
理。
98. All’inizio della sua malattia i confratelli esortarono Maestro Ricci a lasciare un testamento. Maestro
Ricci rispose: “Dopo la mia dipartita, aprite il mio
armadio di bambù, lo troverete e così lo potrete leggere”. E infatti all’aprire quell’armadio trovarono il
testamento, che disponeva circa tutte le cose che riguardavano la chiesa,275 e perfino tutte le corrispondenze con gli uomini di fama furono ben disposte in
ordine, quelle in uscita276 e quelle da conservare.277
271
Si tratta, naturalmente, di Leone Li Zhizao.
De Ursis riporta invece la notizia che Li Zhizao si adeguò alla povertà evangelica richiesta dai padri, ed
accettò di acquistare una bara di soli 15 tael, contro la sua intenzione originaria di comprare una bara dai 200
ai 1000 tael, vedi Fonti Ricciane II, p. 544.
273
Espressione idiomatica che indica un lungo periodo.
274
Si tratta di un chengyu, detto in quattro ideogrammi.
275
Non risulta che queste disposizioni testamentarie siano giunte fino a noi.
276
Cioè da spedire.
277
Purtroppo nessuna delle numerose lettere scritte da Ricci a letterati in tutta la Cina, un’occupazione che
impegnava una buona porzione del suo tempo ed energie, è giunta fino a noi.
272
78
蓋利子甫病,即已無
力及此,是必數月之
前,預為整頓,始知
早識其善終之期矣。
99. Essendo consapevole che quando sarebbe arrivata
la sua malattia non avrebbe più avuto la forza di fare
tutto questo, alcuni mesi prima Maestro Ricci dispose
tutto. E allora i confratelli capirono che egli conosceva
molto prima il tempo della sua buona morte.
若 夫 利 子 一 生 至 100. Guardando alle virtù di cui era ricolma tutta la
德,未易盡述,茲略 vita di Maestro Ricci, non è facile narrarle in modo
提其一二。
esaustivo, per cui ora si fa brevemente menzione di
una o due.
吾人萬善之根,在默
與上主神接,利子常
默默對越,以沾神
力。且每晨默道數
時,所得上主默啟
者,即下筆記之,以
不忘主佑,漸而成
帙。至今諸會士多喜
熟玩,領其訓誨,即
儒略讀之,亦大有醒
悟也。
101. La radice dei diecimila meriti per noi uomini
consiste nell’essere in silenzioso contatto spirituale
con il Signore dall’Alto. Maestro Ricci in profondo
silenzio stava in contemplazione continua per ricevere
la forza divina. Inoltre meditava in silenzio la Parola278
per qualche ora ogni mattina, e scriveva tutto ciò che
il Signore dall’Alto gli ispirava, come per non dimenticare la protezione del Signore. E gradualmente [questi scritti] formarono un libro. Fino ad oggi a tutti i
suoi confratelli piacque molto prenderne familiarità,
per attingerne l’insegnamento. Anche in me, Giulio,
dopo averlo letto, ha suscitato un grande risveglio interiore.279
默道後,恭行彌撒,
切祈所懷,務沾主
佑,每日誦經,贊誦
天主七次。
102. Dopo la meditazione celebrava la Messa devotamente e pregava con fervore per ottenere l’aiuto divino per quanto gli stava a cuore. Ogni giorno pregava
lodando il Signore del Cielo sette volte.280
昕夕嚴審其私,毫不 103. Alla sera faceva l’esame di coscienza senza facile
自恕。
indulgenza.
278
道 Dao, la Via. In questo modo veniva tradotto il Verbo nel prologo giovanneo.
Frase un po’ difficile. Essa sembra sottintendere, velatamente, che i confratelli non conducevano una vita
virtuosa come quella di Ricci, e furono così trasformati dalla lettura del suo diario, che colpì profondamente
lo stesso Giulio Aleni.
280
Sono le sette ore della Liturgia delle ore: la preghiera di cui si menziona qui è quella della recita del breviario.
279
79
薊北天寒,臥不重
褥,時用木枕,所被
之衣,不請更易。其
心唯道德是樂,故輕
肉身,而粗視之耳。
104. In Jibei281 d’inverno faceva molto freddo, ma
egli non dormiva con la coperta pesante e allo stesso
tempo usava un cuscino di legno, e non cambiava
spesso i vestiti. 282 Il suo cuore si compiaceva solo
nella virtù, perciò sdegnava il proprio corpo trattandolo con durezza.
且[220]初來傳教于
中華也,未免多有艱
阻,利子以謙忍,以
寛俟,不以順事而
傲,不以逆境而屈。
105. Inoltre nei [220] primi anni della sua vita missionaria in Cina inevitabilmente incontrò molte difficoltà. Maestro Ricci le sopportò con umiltà e pazienza: non si gonfiava per i successi e non si arrendeva
nelle avversità.
或有面相獎讚者,則
兩頰為赤,目注于
地。以故彼都人士,
咸相愛敬,願時時親
炙焉。
106. Se qualcuno lo lodava, il suo volto ne arrossiva
ed abbassava a terra i suoi occhi. Per questo lassù nella capitale tutti coloro che lo incontrarono lo amarono
e rispettarono, desiderosi di ricevere da lui personalmente qualche insegnamento.283
至于待諸會士,尤極
溫良。其在洪州時,
一會士與之調自鳴
鐘,蓋將以奉大廷
者,忽誤破其機,會
士憂形于色,利子詢
知其故,怡然曰:
「無
傷也,若無此進御,
則另覓其他可也,何
憂焉?」人咸服其德
量。
107. Trattava i confratelli con particolare gentilezza e
bontà. Quando risiedeva a Hong- zhou,284 un confratello lo sostituiva nella riparazione di un orologio a
suoneria automatica che doveva essere donato alla
grande corte. [Il confratello] ruppe per sbaglio il meccanismo, e se ne rattristò visibilmente. Maestro Ricci
gli chiese il motivo [della tristezza], e saputolo gli
disse serenamente: “Non fa niente. Se non possiamo
presentare questo alla corte, troveremo un’altra soluzione. Perché te ne preoccupi?” E tutti ammirarono la
magnanimità della sua virtù.285
281
282
283
284
285
薊北 Jibei, l’antico nome della zona dove si trovava la casa di Ricci, a sud-ovest della capitale.
Naturalmente qui si loda la povertà di Ricci, che non si curava del lusso dei vestiti.
親炙 qinzhi, un’espressione di Mencio (盡心 Jinxin II).
洪州 Hongzhou, antico nome della città di Nanchang.
Questo episodio è inedito rispetto a Fonti Ricciane.
80
諸會士之入中華
者,利子取六經諸
書,為之講解。適與
熊子有綱講畢,熊子
稱謝,利子遜不敢
居,且曰:「如講解
有不到處,并日常遇
庛,幸其恕我,以此
為謝可矣」。熊子感
其真切,不禁泣。
108. A tutti i confratelli arrivati in Cina, Maestro Ricci
procurò i Sei Classici per spiegarglieli. Quando furono
finite le lezioni, il maestro de Ursis gli rese grazie.
Maestro Ricci con grande umiltà non se ne sentì degno e disse: “Se ti ho spiegato in modo inadeguato e
hai trovato dei difetti, per favore perdonami. Questo è
il ringraziamento che mi basta”. Il maestro De Ursis,
commosso dalla sua sincerità, non riuscì a trattenere le
lacrime.286
下至有志學之士,離
家相從,或俗念復
萌,就利子求解。利
子一耳提之,無不冰
消霧釋者。
109. Quando tra i suoi discepoli che avevano lasciato
la famiglia287 per seguirlo, qualcuno sentiva rispuntare
nell’animo l’attrazione del mondo288 si rivolgeva a
Maestro Ricci per risolvere il problema. Appena Maestro Ricci gli porgeva all’orecchio parole di consiglio289, i dubbi si risolvevano come il ghiaccio che si
scioglie e la nuvola che svanisce.
利子向入中邦諸昆
仲,亦有在本國羅瑪
者,時寄家書回,并
不及他事,只勸其修
德行善,仰答天主
[221]而已。
110. Maestro Ricci scriveva lettere sia ai confratelli
venuti in Cina che a quelli che stavano nella sua nazione di origine, a Roma, e allo stesso tempo scriveva
e rispondeva alla sua famiglia. 290 E non scriveva
nient’altro che esortazioni a coltivare le virtù, fare il
bene, e umilmente rispondere al Signore del Cielo.
諸昆仲感慕利子之 111. [221] I confratelli erano riconoscenti a Maestro
意,自后有書至,必 Ricci per il messaggio [contenuto nelle sue lettere] e
頂禮而開讀焉。
l’ammiravano così tanto che da allora in poi quando
arrivavano le sue lettere, le aprivano e leggevano con
somma reverenza.
286
Anche questo episodio è inedito rispetto a Fonti Ricciane. È possibile che questo episodio, come quello
precedente, siano stati raccolti da Aleni grazie alla testimonianza orale dei due protagonisti.
287
Candidati alla vita religiosa.
288
Di tornare alla vita del mondo ed abbandonare la vita religiosa. Il riferimento dovrebbe essere ai giovani
che Ricci seguiva come candidati alla Compagnia di Gesù.
289
Espressione che indica intimità e affetto, come un padre che parla al figlio.
290
Un’annotazione per assicurare il lettore che Ricci praticava la virtù della pietà filiale. Ci sono rimaste solo
sei lettere di Ricci ai suoi familiari.
81
利子殁後,中朝諸
公,議欲上請葬地,
而龐子順陽,熊子有
綱,始具疏奏請命下
禮部題覆。
112. Dopo la morte di Maestro Ricci i mandarini di
corte discussero tra di loro per presentare una petizione per ottenere un luogo per la sepoltura.291 Allora
Maestro Diego de Pantoja e Maestro Sabatino de Ursis si apprestarono a presentare un memoriale al trono,
in cui supplicarono che fosse dato ordine al ministero
dei riti di rispondere alla loro petizione.292
相國吳公(諱道
南),適以小宗伯署
部事,遂偕正郎林公
(諱茂槐),員外郎
洪公(諱世俊)
,主
政韓公(諱萬象),
具言其慕義遠來,勤
學明理,著述有稱,
伏乞收葬等情,上報
可。
113. Il gran segretario, l’onorevole Wu (吳, di nome293
Daonan 道南), proprio in quel tempo reggeva ad interim il ministero dei riti in qualità di viceministro.
Egli allora insieme al Direttore di ufficio ministeriale,
l’onorevole Lin (林, di nome Maohuai 茂槐); al Direttore dei servizi ministeriali, l’onorevole Hong (洪,
di nome Shijun 世俊); e al segretario di tribunale,
l’onorevole Han (韓, di nome Wanxiang 萬象) dichiararono che [Ricci] era venuto da lontano per amore della giustizia, fu diligente nell’imparare e saggio nel comprendere i principi, divenne famoso per
aver scritto molte opere, e umilmente implorarono [il
trono] di poter procedere alla sepoltura del corpo, con
tutto ciò che comporta, inoltrando la richiesta formale
per ottenerne il permesso.294
291
Alcune delle informazioni che seguono circa i memoriali al trono e la sepoltura di Ricci sono rintracciabili anche nel capitolo XXII del libro V di Della entrata, riportato in Fonti Ricciane II, pp. 564-632. L’autore,
Trigault, ha tradotto dal latino la lettera annua del 1611, opera, verosimilmente, di Longobardo. D’Elia offre a
fronte una sua traduzione italiana.
292
La supplica, o memoriale, fu presentata il 18 maggio 1610. Li Zhizao, che consigliò questo passo, collaborò in modo decisivo alla sua compilazione. La traduzione latina ed italiana del memoriale si trova in Fonti
Ricciane II, pp. 568-572.
293
諱 Hui: nome proprio di persone molto eminenti oggetto di grande rispetto. Il galateo cinese richiede che
le persone eminenti non possano essere chiamate con il loro nome, e potrebbe essere questo il motivo per cui
Aleni colloca il loro nome in margine al testo.
294
Il memoriale del 14 giugno 1610 è stato incluso da Aleni in appendice dell’opera qui tradotta. D’Elia l’ha
ripubblicata e tradotta in italiano nel vol. III delle Fonti Ricciane pp. 3-8. Il testo del memoriale, in cinese e
italiano, viene riprodotto nel presente volume. Trigault aveva incluso una traduzione latina (che D’Elia assicura egli non avrebbe potuto fare dall’originale cinese), riportata nel vol. II delle Fonti Ricciane pp. 583-587.
82
于是吳公牒下京兆
黃公(諱吉士)
,有
籍沒楊內宦,私創二
里溝佛寺,房屋三十
八間,地基二十畝,
葬利子,并為龐熊諸
子,恭奉天主,焚修
祝釐之所。
114. Allora l’onorevole Wu emise un’ordinanza al
prefetto della capitale, l’onorevole Huang (黃, di nome Jishi 吉士), che aveva confiscato il tempio buddista di Erligou295 con trentotto locali, costruito senza
permesso dall’eunuco Yang (楊) su un terreno di venti
mu.296 [L’ordinanza stabiliva di destinare il terreno]
per la sepoltura di Maestro Ricci e per la residenza dei
Maestri De Pantoja e De Ursis e di altri confratelli,
dove potessero adorare il Signore del Cielo, bruciare
l’incenso, coltivare la virtù, fare preghiere e praticare
l’ascesi.297
京兆玉沙王公,立石
為文以記之時,有內
宦言于相國葉文忠
曰 :「 諸 遠 方 來 賓
者,從古皆無賜葬,
何獨厚利子?」文忠
公曰:「子見從古來
賓,其道德學問,有
一如利子者乎?姑
毋論其他,即其所譯
《幾何原本》[222]
一書,即宜欽賜葬地
矣」。
115. Quando il prefetto della capitale, l’onorevole
Wang Yusha (王玉沙) registrò tutto ciò su una lapide,298 un eunuco chiese al gran segretario Ye Wenzhong299 (葉文忠): “Fin dall’antichità, nessuno degli
ospiti venuti da lontano hanno ottenuto una sepoltura
per concessione imperiale. Perché dobbiamo concedere questo privilegio solo a Maestro Ricci?”
L’onorevole Wenzhong rispose: “Maestro, avete forse
visto dall’antichità fino ad oggi un ospite virtuoso e
erudito come Maestro Ricci? Senza menzionare altro,
la sua traduzione degli Elementi di geometria [222]
meriterebbe la concessione imperiale per la sua sepoltura”.300
295
In realtà, secondo le fonti gesuitiche, la residenza nell’eunuco Yang non era un tempio buddista. Yang gli
impose questo nome per tentare di evitarne il sequestro, vedi Fonti Ricciane II, p. 597.
296
畝 Mu: unità di misura per terreni, che equivale ad 1/15 di ettaro.
297
釐 Li: termine raro, che qui si interpreta come ascesi.
298
Questa iscrizione del 19 marzo 1615, è stato riportata da Aleni in appendice alla presente opera nel 1630.
D’Elia l’ha ripubblicata e tradotta in italiano nel vol. III delle Fonti Ricciane pp. 9-19. Il testo cinese e italiano viene riprodotto in seguito nel presente volume.
299
Si tratta di 葉向高 Ye Xianggao.
300
La fonte di questo episodio, che ha avuto una certa notorietà, è proprio la presente biografia di Aleni, per
essere poi ripreso da D’Elia in Fonti Ricciane II, p. 630.
83
自利子殁,人多有畫
其像,而景仰之者。
太僕李公繪其像于
聖堂左,而瞿太素夫
人,則請利子小像為
聖牌,且珍藏其手
書,以為至寶。
116. Dopo la morte di Maestro Ricci, molti dipinsero
la sua immagine per rendergli reverenza.301 Il ministro
della scuderia imperiale onorevole Li fece dipingere
un suo ritratto sul lato sinistro della chiesa; mentre la
moglie di Qu Taisu fece fare una sacra medaglia con
l’immagine in miniatura di Maestro Ricci e ne conservò gelosamente i manoscritti come un grande tesoro.302
厥後,張識(閩晉江
人)聖名彌克爾,奉
教至虔,為眾所仰。
天啟癸亥,從父孝
廉,張夏詹掌教中
州,
117. C’era un fedele Zhang Shi (張識) (di Jinjiang in
Fujian) battezzato con il nome di Michele, molto devoto della religione e che tutti ammiravano. Nell’anno
guihai di Tianqi (1623)303 suo padre Zhang Xiazhan
( 張 夏 詹 ), 304 un Xiaolian, era funzionario
dell’educazione a Zhongzhou.305
臨終時,忽見天主聖
容,審判其生平,尚
加訶責,適宗徒聖瑪
竇與利子,共現天主
臺前,為之懇祈,天
主許登化光天焉
爾。時傾甦,具為父
言之,廼安然而逝。
此亦利子之靈,介天
主側,為中國人祈求
之一驗云。
Al momento della morte, [Michele] improvvisamente
vide il volto santo del Signore del Cielo che esaminò e
giudicò sulla sua vita, rimproverandolo ad alta voce.
In quel momento apparvero san Matteo apostolo e
Maestro Ricci davanti al tribunale del Signore del
Cielo per intercedere fervidamente per lui presso il
Signore del Cielo che gli desse il permesso di salire
alla gloria del Cielo. In quel momento si svegliò e
raccontò tutto ciò al padre e poi morì in pace. Fu uno
degli esempi che lo spirito di Maestro Ricci intercede
presso il Signore del Cielo per i cinesi.306
301
Certamente Aleni si riferisce anche al più noto tra i ritratti di Ricci, dipinto dal fratello gesuita 游文輝
You Wenhui (meglio conosciuto con il nome portoghese di Manuel Pereira) all’indomani della morte di Ricci.
Il ritratto fu portato a Roma da Nicolas Trigault ed è tuttora conservato nella sacrestia della Chiesa del Gesù.
302
Si tratta forse dell’unico luogo in cui veniamo informati che in casa di Ignazio Qu vennero conservati dei
manoscritti di Ricci. Di cosa si trattava? Di sue lettere in lingua cinese?
303
天啟 Tianqi, nome con cui è normalmente conosciuto il penultimo imperatore della dinastia Ming. Governò dal 1620 al 1627.
304
Si tratta di 張賡 Zhang Geng.
305
中州 Zhongzhou, antico nome per Henan.
306
L’episodio, uno degli exempla più famosi della predicazione di Aleni nel Fujian, accadde il 5 agosto 1623.
Aleni conosceva Michele personalmente, e lo aveva battezzato, insieme al padre 張賡 Matteo Zhang Geng,
nel 1621. Il 5 agosto dello stesso 1621, Michele aveva avuto una visione in cui conobbe la data della sua
morte. Dopo il 1626 due letterati cristiani dedicarono un libro alle straordinarie vicende del giovane convertito: 張彌格爾遺蹟 Zhang Mige’er Yiji, La vita di Michele Zhang. La visione di Michele Zhang è stata
raccontata, oltre che nell’opera in oggetto, anche nel 口鐸日抄 Kouduo Richao, Diario di Esortazioni orali
(Zürcher 2007, I, 200-203) e nella biografia cinese di Aleni 思及艾先生行蹟 Siji Ai xiansheng xingji scritta
da 李嗣玄 Li Sixuan. Racconti di visite nell’aldilà e negli inferi erano un genere abbastanza frequente nella
predicazione dei gesuiti, ed esso corrispondeva non solo ai temi della predicazione nell’Europa della riforma
cattolica, ma anche a quelli delle religioni popolari in Cina.
84
向利子未殁時,見有
道行之機,且為熙朝
曆法歲久而差,禮部
具疏,薦利子及龐子
同修,旨報可。利子
以道之廣傳,及朝家
重典,俱未可一人獨
任,因寄書本國,招
一二同志,多携西書
同譯。
118. Prima della morte, Maestro Ricci aveva la consapevolezza che c’era un’opportunità di diffondere la
Parola,307 dal momento che il calendario in uso presso
la luminosa dinastia era antico ma errato. Allora il ministero dei riti presentò un memoriale al trono per
raccomandare che Maestro Ricci e Maestro Da Rocha
lo rivedessero. Arrivò l’assenso tramite un ordine imperiale. Maestro Ricci ritenne che questa fosse una via
per la diffusione [della religione], e che l’ordine della
corte fosse troppo impegnativo per essere assunto da
una persona soltanto. Quindi mandò una lettera in patria per invitare uno o due confratelli in Cina, per portare molti libri europei da tradurre in lingua cinese.
儒略始偕二三友
朋,如畢[223]子今
梁(諱方濟),史子
建修(諱百度)等,
浮海遠來。而利子是
年殁矣,然雖不及一
面,亦躬造燕京,瞻
拜賜墳,感激熙朝之
厚仁也。
119. Allora io, Giulio, assieme a due o tre compagni,
[223] tra i quali Maestro Francesco Sambiasi (畢今梁,
di nome 方濟) e Pierre Van Spira (史建修, di nome
百度) e altri, mi misi in viaggio per mare per venire
qui [in Cina] da lontano.308 Nello stesso anno morì
Maestro Ricci. Sebbene non abbia potuto incontrarlo
nemmeno una volta, mi recai di persona a Pechino per
rendere omaggio alla tomba, dono imperiale, ringraziando la luminosa dinastia per la grandissima benevolenza.309
於戲,利子挾天學東
來,矢志宣揚正教,
幾三十年余不敏略
次先友行蹟。以待後
之君子,有志而願知
者。
120. Ah, povero me! Maestro Ricci venne in Oriente
portando con sé la dottrina del Cielo e per più di
trent’anni si è totalmente dedicato a diffondere la vera
religione310 ed io, nella mia incapacità, ho scritto una
biografia dell’amico defunto estremamente inadeguata! L’ho fatto come servizio per i saggi che verranno
dopo di me e vorranno conoscerlo.
307
308
309
310
有道行 Youdaoxing: in alternativa si può tradurre con: ‘”di far avanzare la verità”.
Aleni descrive così la continuità tra la missione di Ricci e la sua.
La prima visita di Aleni a Pechino avvenne verso la fine del 1613.
In realtà Ricci trascorse in Cina (comprendendo l’anno a Macao) 28 anni.
85
86
Postfazione di Li Jiubiao311
讀先生後傳
Dopo aver letto la biografia [scritta] dal Signor [Aleni].312
自西泰利子之惠
顧吾邦也,五十年
于茲矣,始乎粵
東,迄于薊北,中
歷豫章建業之鄉。
1. Da quando Xitai Maestro Ricci ci onorò della visita al
nostro paese, sono trascorsi ormai cinquant’anni. [La
sua permanenza in Cina] cominciò nell’est di Yue
[Guangdong]313 e si concluse a Pechino314. In mezzo egli
passò per Yuzhang [Nanchang] e Jianye [Nanchino].315
開千百年人心之
迷,提長夜而使之
旦。諸凡窮鄉僻
壤,讀其書者,無
不景仰其人。顧德
容之輝映,道範之
丕宣,非親覿其光
者,輙起人遐之嘆
思。
2. Egli risolse gli enigmi [che albergavano] da più di
mille anni nel cuore della gente, rimosse questa lunga
notte e portò l’aurora. Anche nei paesi più lontani e poveri, non c’è nessuno che avendo letto i suoi libri non lo
ammiri. Perciò se lo splendore che illumina il suo volto
virtuoso e l’immensa fama dei suoi retti esempi non illuminano direttamente [il lettore], è inutile che si contenti delle espressioni di ammirazione di altri.316
及艾先生慮至德
之湮沒也,廼詮次
其行實傳諸來
世。其[224]為顧諟
之功,祗事之學,
暨待人接物之模
詳哉乎言之而艾
先生猶曰,是未足
表章其十一耳。
3. Ora il Signor Aleni ebbe timore che il ricordo delle
sue grandi virtù svanisse come fumo, perciò compose
questa biografia per tramandarlo alle generazioni future.
[224] L’eccellenza della sua rispettosa obbedienza [al
Signore del Cielo], la perizia del riverente servizio, e il
suo modo di trattare le persone e sbrigare gli affari erano
esemplari per tutti e sono state [qui] descritte in dettaglio. Nonostante ciò, il Signor Aleni ci ha detto a voce
che il suo scritto esprime nemmeno un decimo del tutto.
311
La postfazione di 李九標 Li Jiubiao è un testo particolarmente impegnativo. Qui proponiamo un primo
tentativo di traduzione, disposti volentieri ad accogliere proposte di miglioramenti e correzioni da parte dei
colleghi.
312
先生 Xiansheng, signore, è senz’altro riferito a Aleni (e non a Ricci), ed è un appellativo onorifico che
può essere reso anche con Maestro.
313
粵 Yue: nome che indica le province di Guangdong and Guangxi: l’est di Yue è dunque la provincia del
Guangdong.
314
La zona di 薊北 Jibei si trova al sud-ovest di Pechino, come riferito al n. 104.
315
建業 Jianye, antico nome di Nanchino. 豫章 Yuzhang, come abbiamo visto al n. 33, sta per Nanchang.
316
Quest’ultima frase ci risulta particolarmente ostica, qui si propone una traduzione che contiene un certo
tasso di interpretazione.
87
九標僻處海濱,識
無當于管窺,行有
似乎巵漏。惟是私
心向往,能無生不
同時之慨何幸得
讀斯篇,恍若恭挹
同堂也。因思古今
有志之士,得先正
遺言往行,莫不能
私淑百代,尚友千
秋。
4. Quanto a me, Jiubiao, abitando in un luogo lontano
presso il mare,317 sono una persona di poca conoscenza318 e di esperienza carente. Nel mio cuore però tengo
[Maestro Ricci] come un ideale, dispiacendomi di non
essere stato suo contemporaneo. Fortunatamente ho potuto leggere questa biografia, come se con reverenza
stessi attingendo alla stessa fonte di un comune antenato. Perciò penso che ieri come oggi le persone di alto
ideale che conservano le parole tramandate e le virtù
degli antichi saggi, sebbene non abbiano potuto essere di
persona loro discepoli, li ammirano anche dopo cento
generazioni, e si fanno loro amici anche dopo mille autunni.
今讀利子之書,如
知利子矣。讀利子
之行蹟,愈以知利
子矣。
5. Ora se uno legge i libri di Maestro Ricci, è quasi come se avesse incontrato Maestro Ricci di persona. E
avendo letto la biografia di Maestro Ricci, si incontra
Maestro Ricci ancora più profondamente.
夫知利子之謙,則
不可承以長傲。知
利子之正,則不可
承以竒衺。知利子
之翼翼昭事,實深
獲罪天主之悲。知
利子之孜孜誘
勸,實抱獨為君子
之恥。知利子之險
阻不避,而後知畫
躬戀土者之隘
也。知利子之利名
不染,而後識蝸角
蠅頭者之愚也。
6. Avendo conosciuto l’umiltà di Maestro Ricci, uno non
può accettare di lasciar crescere il proprio orgoglio. Avendo conosciuto la rettitudine di Maestro Ricci, uno
non può accettare di distinguersi nella disonestà. Avendo
conosciuto il grande zelo nel servizio al Signore del
Cielo di Maestro Ricci, uno si addolora profondamente
per aver offeso il Signore del Cielo. Avendo conosciuto
la infaticabile opera di esortazione verso gli altri di Maestro Ricci, uno riconosce la vergogna di chi vuole rimanere solo nella virtù.319 Avendo conosciuto che Maestro Ricci non rinunciava ad affrontare i pericoli e gli
ostacoli, uno riconosce la pusillanimità di coloro che
rimangono nella propria zona di sicurezza.320 Avendo
conosciuto che il Maestro Ricci non si contaminò con la
ricerca del profitto e della fama per se stesso, uno riconosce la stoltezza di coloro che, come corni di lumaca e
teste di mosche, sono alla ricerca del profitto e della fama.
317
318
319
320
Li Jiubiao era originario di 福清 Fuqing, città presso l’oceano nella provincia del Fujian.
Il concetto è reso con l’immagine di uno che vede le cose come da un piccolo tubo.
Ovvero non si cura di portare anche gli altri nella via della virtù come ha fatto Ricci.
Ovvero che non hanno il coraggio di lasciare la propria casa o patria, come ha fatto Ricci.
88
知利子之德功不
居,而後識勒珉紀
石者之贅也。知利
子之橫逆不較,而
後識攘臂厲聲者
之醜也。知利子之
衣食不問,而後識
席珍曳縠者之陋
也。
Avendo conosciuto che Maestro Ricci non si attribuiva
virtù e meriti, uno riconosce l’inutilità di voler ad ogni
costo far scrivere i propri meriti e virtù sulle lapidi. Avendo conosciuto che Maestro Ricci evitava il litigio
con chi lo contrastava con violenza, uno riconosce la
bruttura di chi alza le braccia e la voce. Avendo conosciuto che Maestro Ricci non si preoccupava dei vestiti e
del cibo, uno riconosce la bassezza di chi si veste splendidamente e banchetta lautamente.
于勤學惜時,知利
子之覺日月玩愒
也多矣。于制器類
物,知利子之覺才
諝樸拙也甚矣。于
測影考度,知利子
覺問學之粗疎也
大矣。于聞風趨
教,知利子覺政不
敷庭除,道不行,
妻子也*盜矣。
7. Per quanto riguarda la diligenza e l’uso accorto del
tempo, sappiamo che Maestro Ricci era cosciente che il
godimento dei giorni e dei mesi era comune a molti.321
Per quanto riguarda la costruzione di strumenti scientifici, sappiamo che Maestro Ricci era cosciente che la
scarsa intelligenza era comune a molti. Per quanto riguarda la conoscenza della misurazione e l’analisi
dell’ombra del sole, sappiamo che Maestro Ricci era
cosciente che una rozza e sciatta conoscenza del metodo
scientifico era comune a molti. Per quanto riguarda
l’acqui- sizione della morale e la ricezione della conoscenza, sappiamo che Maestro Ricci era cosciente che se
uno non è capace di amministrare casa propria, e non
attua il principio, non lo fa attuare nemmeno alla moglie
e ai figli.322
然則後之觀者,請
以利子為鑑,而質
妍媸焉。以利子為
表,而察曲直焉。
8. Coloro che osservano il principio, tengono Maestro
Ricci come criterio per discriminare ciò che è bello da
ciò che è brutto. Consideriamo Maestro Ricci un modello per vagliare ciò che è retto e ciò che è storto.
321
La prima di quattro frasi dall’identico schema, di difficile comprensione, di cui qui si propone una possibile interpretazione.
322
Qui è possibile un riferimento a Mencio, Lib 7b, 9: "Se non pratichi il Dao da te stesso, esso non potrà
essere praticato in famiglia. Se non segui il Dao nelle tue relazioni con gli altri, non potrai essere capace di
seguirlo nella tua famiglia." (卷之七盡心下,九) 孟子曰:
「身不行道,不行于妻子;使人不以道,不能
行于妻子」。譯文:孟子說:「自己不按道行動,道在他妻子兒女身上也實行不了;不按道去使喚人,
那就連妻子兒女也使喚不了」。Una traduzione alternativa del testo di Li Jubiao: Per quanto riguarda
l’apprendere i buoni costumi e la conoscenza da altri, si sa che Ricci era cosciente che mogli e figli non sono
adeguatamente formati alla gestione delle cose fuori di casa, e dei principi da seguire.
89
如徒侈言殊方絕
域之希踪,與夫給
祿賜葬之榮寵,謂
足知利子也乎
哉。自媿不丈,無
可揄揚至德,為覩
茲遺行,興其風
心,故不禁津津道
之。蓋將以在天之
靈,握百世可師之
契,直矢好于緇衣
云爾。
9. Se anche i suoi discepoli avessero esagerato in qualche aspetto nel parlare di lui, come uno che viene da una
terra estremamente lontana quasi non rintracciabile, ciò
non spiegherebbe la concessione del privilegio imperiale
del vitto e della sepoltura, [un privilegio] che basterebbe
da solo a far capire chi fosse stato Maestro Ricci. Io mi
sento indegno a propagare la grandezza della virtù, ma
dalla lettura di questa biografia che rivela ciò che lui ha
fatto, emerge un richiamo morale, perciò non posso non
parlare di lui con entusiasmo. Ora che la sua anima è in
Cielo, egli ha ottenuto il riconoscimento di maestro di
cento generazioni, senza dubbio migliore dei maestri
buddisti.323
福 唐 後 學 李 九 標 10. Scritto dall’ultimo degli studenti, Li Jiubiao di Fu薰沐百拜書
tang,324 dopo aver fatto i cento inchini di riverenza.
323
緇衣 Ziyi: Letteralmente: quelli che vestono di nero. Nell’antichità erano i ministri in corte a vestire di
nero, ma in seguito è diventata un’espressione per indicare i maestri buddisti.
324
福唐 Futang, ovvero 福清 Fuqing, località a 60 km a sud di Fuzhou, Fujian.
90
Roma - Il collegio romano- Architetto Bartolomeo Ammanati - Stampa di Giuseppe Vasi 1791
Veduta di Macao – Isaac Commelin - 1646.
Dipinto del 1610 di You Wenhui (Manuel Pereira)
Roma – Sacrestia della Chiesa del Gesù – Ritratto di p.Ricci, You Wenhui (Manuel Pereira)
Pagina iniziale del libro Dell’amicizia di p.Ricci, nella edizione di Pechino del 1601
Adam Schall von Bell e Matteo Ricci, Athanasius Kircher, Cina Illustrata, (1667).
“Mappa completa della miriade dei paesi del mondo” edizione 1602 prodotta da Matteo
Ricci in collaborazione con Li Zhizao.
La seconda immagine è una riproduzione tardo-seicentesca della edizione del 1602, dipinta
a mano, conservata presso il museo di Nanchino
Matteo Ricci e Paolo Xu Guangqi, da Athanasius Kircher, Cina Illustrata, (1667).
Monumento tombale di Matteo Ricci, giardino del Collegio Amministrativo
di Pechino
Xilografia di Giulio Aleni, da una copia manoscritta (1689?) della Vita di Giulio Aleni
scritta da Li Sixuan
“Ritratto autentico del MaestroRicci, Xitai del Grande Occidente”.
Da Vita di Matteo Ricci, scritta da Giulio Aleni (1630)
Matteo Ricci e Paolo Xu Guangqi – Parco monumentale - Shanghai
Monumento tombale di Matteo Ricci, giardino del Collegio Amministrativo
di Pechino
Riproduzione anastatica del testo
ARSI (Archivum Romanum Societatis Iesu, Roma),
Jap.Sin. III, 23.3b (MS, layout: 10/c.26)
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Supplica inoltrata da Wu Daonan 吳道南
per domandare un terreno per la sepoltura di Matteo Ricci
Pechino 14 giugno 16101
(f.159a) 2 禮部署部
事,右侍郎,兼翰
林院侍讀學士,臣
吳道南等,謹題,
為異域微臣,啣恩
沒 齒, 懇乞聖慈,
給地收塟,以廣皇
恩,以風遠屬,
事。
1. Il servo Wu Daonan, 3 Gerente del Ministero dei
Riti, secondo Sottosegretario di Stato dello stesso,
nonché Vice lettore dell’Accademia, insieme ad altri,
rispettosamente presenta [questo memoriale], con cui
un umile servo di un altro paese supplica con eterna
gratitudine la Vostra clemenza di concedere un terreno
di sepoltura, per far arrivare la beneficenza imperiale
fino ai lontani dipendenti.
(f.159b) 主 客 清 吏
司案呈,奉本部送
禮科,抄出大西洋
國陪臣龐迪峨熊三
拔等,具奏前事。
2. Trascrivo il memoriale precedente dei [Vostri] servi
dei regni occidentali, Diego De Pantoja, Sabatino De
Ursis4 ed altri, presentato dal Direttore dell’Ufficio dei
ricevimenti [all'Imperatore], da esso rimandato al
presente Ministero e [quindi] spedito alla Sezione dei
Riti.
內稱:
臣本遠夷,嚮慕天
朝德化,跋涉三
載,
3. In esso si diceva:5
Io, [Vostro] servo, sono di per sé un barbaro6 [venuto]
da lontano, attirato dall’amore dei buoni costumi della
dinastia cinese, dopo un penoso viaggio di tre anni,
1
Fonti Ricciane III, pp. 3-8.
Il riferimento tra parentesi nel testo cinese, ripreso da D’Elia, rinvia alla numerazione dei folios
dell’edizione del 1617, a cura di Yang Tingyun.
3
Alto funzionario già incontrato nella Vita del Maestro Ricci, nn. 113.114.
4
I due missionari gesuiti sono citati nella Vita del Maestro Ricci rispettivamente ai nn. 54 e 85.
5
Inizia da questo punto il memoriale di Diego De Pantoja sottoposto il 18 maggio 1610, e la cui
composizione risale ai giorni immediatamente successivi alla morte di Ricci. L’idea del
memoriale fu di un neofita di cui non sappiamo il nome con certezza, ma che D’Elia propone
essere 孫元化 Sun Yuanhua (vedi nota biografica). La compilazione del testo si deve soprattutto
a Leone li Zhizao, il quale non solo rivide il testo, ma secondo De Ursis, ne fu il vero autore, vedi
Fonti Ricciane II, p. 567. La versione latina del memoriale, a cura di Nicolas Trigault, è
riprodotta da D’Elia in Fonti Ricciane II, pp. 568-572, con a fronte la traduzione italiana del testo
latino.
6
L’aggettivo 夷 yi, che D’Elia traduce “barbaro”, è un aggettivo originariamente riferito ai
gruppi etnici stranieri alla popolazione Han.
2
129
道經海上八萬餘
里,艱苦備嘗。至
於萬曆二十八年十
二月偕臣利瑪資,
及兼伴五人,始得
到京朝見,貢獻方
物,蒙恩給賜廩
餼,臣等威戴不
勝,損軀莫報。萬
曆二十九年正月
內,奏乞天恩照例
安插,以將柔遠等
情。候旨多年,叨
蒙廩給不闕。
facendo più di 80.000 li7 per mare, in mezzo a grandi
difficoltà. Nel gennaio 1601 arrivati per la prima volta
alla Capitale, insieme col [Vostro] servo Matteo Ricci
ed altri compagni, un totale di cinque persone, fummo
ricevuti in udienza ed offrimmo doni dei [nostri] paesi.
Per [Vostra] liberalità ci fu concesso il mantenimento
statale, di cui i [Vostri] servi sono infinitamente grati,
[anche se] nemmeno col sacrificio della vita potremmo
pagare [il nostro debito di riconoscenza]. Durante la
prima luna del 16018 presentammo un memoriale per
domandare alla Vostra liberalità di cercare una dimora
stabile regolare, in conformità col sentimento della
benevolenza verso coloro che vengono da lontano,9 ed
altri [sentimenti di questo genere]. Mentre, durante
molti anni, aspettavamo la [Vostra] risposta, non ci
venne mai meno il mantenimento statale che
ricevevamo.
不意,於萬曆三十
八年閏三月十九
日,利瑪竇以年
老,患病身故。異
域弧臣情實可憐.道
途險遠,海人多所
忌諱,必不能將櫬
返國。
4. Senza che ce l'aspettassimo, Matteo Ricci si è
ammalato ed è morto di vecchiaia l'11 maggio 1610.
Io, [Vostro] servo di un altro paese, lasciato solo, mi
trovo in circostanze tali da far veramente compassione.
La via [ai nostri paesi] è pericolosa e lunga, e la
maggioranza dei marinai hanno paura [di trasportare
cadaveri]; [perciò] non posso certamente riportare la
salma ai [nostri] paesi.
7
L’unità di misura li 里 aveva valore diverso a seconda delle epoche. Oggi
corrisponde a 500 metri, ma nel periodo Ming corrispondeva a circa 350 metri. Ma qui
si tratta di un numero simbolico.
8
La prima luna corrisponde, come riportato in Fonti Ricciane III, p. 4, dal 3 febbraio al
4 marzo.
9
柔遠 Rouyuan è un’espressione ripresa da vari classici: 中庸 Zhongyong, Invariabile
Mezzo, 書經 Shujing, Libro dei documenti e 詩經 Shijing, Libro dei versi.
130
伏念臣等久霑
聖化,即係輦
轂臣民。堯仁
德被於華夷。
生既蒙豢養于
升斗,西伯澤
及于枯骨,死
猶望掩覆于泉
壤。
5. Riflettendo [però], [mi è parso] che, avendo noi, [Vostri]
servi, da molto tempo assimilato la Vostra cultura, siamo
[diventati] cittadini della Capitale. La [Vostra] virtù
d'umanità, degna di Yao,10 si estenda ai Cinesi e ai barbari.
Poiché vivi noi abbiamo ricevuto il nostro mantenimento
[statale] col litro e col moggio, estendendo alle ossa aride
la [vostra] benevolenza [degna] del Capo dell'Ovest, 11
anche defunti speriamo di essere ricoperti [dalla stessa
benevolenza] nel regno dei morti.
(f.160a) 況臣 利
瑪資,自入聖
朝,漸習熙明
之化,讀書通
理 .朝 夕虔 恭 ,
焚香祝天,頌
聖一念,犬馬
報恩.忠赤之
心,都城士民
共知,非敢飾
說 .生 前頗 稱 好
學 , 頗 能 著
述。先在海邦
原 係 知 名 之
士 , 及 來 上
國,亦為縉紳
所嘉,似無愧
於山澤隱逸之
流。或蒙聖慈
再賜體訪,不
無可矜可錄。
6. Inoltre il [Vostro] servo, Matteo Ricci, fin dal momento
in cui entrò nella Vostra Corte, si adattò alla [Vostra]
fiorente cultura, ne studiò i libri e ne penetrò i principi;
mattina e sera con fervore e rispetto bruciava incenso e
pregava il Cielo per Vostra Maestà, [credendo di] pagare
[in tal modo], [almeno] un poco, [il debito di riconoscenza]
per i [Vostri] benefizi. I [suoi] sentimenti di fedeltà e di
semplicità sono conosciuti da tutti i letterati e dall'intero
popolo della Capitale, senza che io osi abbellire le cose.
Durante la sua vita fu spesso chiamato ‘amante dello
studio’12 e poté fare molte pubblicazioni. Quando prima si
trovava in un paese marittimo,13 egli era [già] un celebre
letterato; quando poi venne nel [Vostro] nobile regno, egli
fu lodato anche dai sommi magistrati che non sembravano
[nel suo caso] sentire la vergogna [che si suol sentire]
quando si tratta con la classe dei letterati che si sono ritirati
sopra i monti o presso i laghi. Se ripetutamente gli è stato
concesso dalla Vostra clemenza di rendervi visita
personalmente14, è stato sempre trattato con rispetto e con
garbo.
10
Yao 堯, imperatore leggendario, anche se forse basato su una figura davvero esistita,
che nella storiografia cinese rappresenta l’ideale di sovrano di perfetta moralità e
benevolenza. Il suo lunghissimo regno si sarebbe esteso dal 2358 al 2258, prima di
Cristo.
11
Si tratta del re 文 Wen, padre del primo re di 周 Zhou, un personaggio celebre nella
letteratura cinese.
12
L’espressione 好學 haoxue, secondo D’Elia (Fonti Ricciane II, p. 571), richiama il
verso 5 del libro 19 degli Analecta di Confucio.
13
Ovvero l’Italia.
14
In realtà, come abbiamo reiterato in nota 143 della Vita del Maestro Ricci, Ricci non
incontrò mai l’imperatore personalmente.
131
臣等外國微臣,豈
敢希冀分外。所悲
死無葬地.泣血晰懇
天恩,查賜閑地畆
餘,或廢寺閒房數
間,俾異域遺骸,
得以埋瘞.而臣等見
在四人,亦得生死
相依.恪守教規,以
朝夕瞻禮天主上
帝,仰祝聖母聖躬
萬萬歲壽.既享天朝
樂土太平之福,亦
畢螻蟻外臣報效之
誠臣等不勝戚激。
屏營候命之至,等
情。
具奏。
7. Noi, [Vostri] servi, siamo umili servi stranieri: come
oseremmo sperare cose straordinarie? Ciò che ci
attrista è che il defunto non ha un terreno di sepoltura.
Con lacrime di sangue supplichiamo la Vostra
benevolenza di accordarci, dopo ricerche, più di un
iugero di terreno15 incolto e alcune camere di qualche
pagoda in rovina o di qualche casa libera, per poter
seppellire i resti mortali di [un uomo] di un altro paese.
[Così] anche noi quattro superstiti, [Vostri] servi,
potremo ottenere che i vivi si appoggino sul morto;
[abitando ivi], rispettosamente osserveremo le leggi
della [nostra] Religione, mattina e sera onoreremo il
Signor del Cielo, Supremo Dominatore 16 e lo
pregheremo [di concedere] a Vostra Madre e a Vostra
Maestà lunghissimi anni di vita. Poiché, sotto la Vostra
dinastia, godiamo della tranquillità e della pace, noi,
[Vostri] servi stranieri, [piccoli come] formiche,
esauriremo pure la sincerità della nostra riconoscenza
e ne saremo infinitamente commossi. Toglieteci l'ansia
con cui aspettiamo i [Vostri] ordini, ecc.
Fin qui il memoriale.17
15
Un iugero vale, secondo D’Elia, a 7 are (Fonti Ricciane III, p. 5), ovvero a 700 metri
quadri. Secondo il dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti un iugero romano
corrisponde invece a circa 2500 metri quadri.
16
上帝 Shangdi, che noi tradurremmo con ‘Sovrano dall’Alto’.
17
Riprende qui il memoriale di Wu Daonan.
132
奉聖旨,該部知道.
欽此,欽遵。
抄出到部送司,查
得會典內一欵,凡
夷使病故,如係陪
臣未到京者,所在
布政司置地塋葬,
立石封識。又一
欵,夷使在館未經
領賞病故者,行順
天府轉行宛大二
縣,給與棺木銀,
領賞之後,病故
者,聽其自行埋
葬。
8. Rescritto: ne sia informato il Ministero competente.
Si rispetti e si eseguisca.
Pervenuta poi questa trascrizione alla Sezione delle
spedizioni di questo Ministero, ho trovato, dopo
ricerche, nella Collezione Amministrativa un articolo
[di questo tenore]: 'Quando un ambasciatore barbaro
muore, se si tratta di un servo estero non ancora giunto
alla Capitale, il Governatore civile della Provincia
dove si trovava assegni un terreno per la sepoltura e
faccia erigere una lapide per farlo riconoscere'.
Parimente un altro articolo [dice]: 'Se un ambasciatore
barbaro viene a morire nell'ambasciata quando non ha
ancora ricevuto alcun dono [imperiale], il Governatore
di Pechino trasmetta ai due Sottoprefetti di Yüan[ping]
e di Da[xing] 18 [l'ordine] di pagare il denaro per la
cassa; colui [invece] che morrà dopo di aver ricevuto [i
doni imperiali], sia sepolto a sue proprie [spese].19
(f.161a) 今利瑪竇,
雖未經該國差遺,
而向化遠來,久霑
豢養之恩.玆以年老
病故.道途險遠,勢
難將櫬返國.孤魂暴
露,不無可矜. 合無
查依龐迪峨所奏,
杬酌前例。覆題賜
給葬地以廣聖澤。
9. Ora, benché Matteo Ricci non sia stato mandato dal
suo regno [come ambasciatore], pure, essendo venuto
da lontano attirato dalla [nostra] cultura, durante molto
tempo ha ricevuto il dono del mantenimento [statale].
Ora poi, ammalatosi, è morto di vecchiaia. La strada è
pericolosa e lontana; [quindi] è difficile di riportare la
cassa al [suo] regno. Il cadavere di questo uomo senza
eredi esposto alle intemperie, è veramente degno di
compassione. Perché [dunque] non cercare di
accomodare i [due] articoli precedenti a quanto chiede
nel [suo] memoriale Diego De Pantoja? Nel rispondere
io suggerisco che si accordi un terreno di sepoltura per
diffondere [maggiormente] i Vostri benefici.
18
宛平 Wanping (invece di Yüanping) e 大興 Daxing erano due distretti di Pechino.
D’Elia riporta i due articoli, in cinese e in traduzione italiana, in Fonti Ricciane III, p.
6. Essi sono tolti dalla “Collezione Amministrativa dei Ming”, (大明會典 Daming
huidian) edizione del 1587, c.108, f.28. Questo passaggio conferma che a Ricci, fin dal
suo ingresso a Pechino nel 1601, fu riservato il trattamento proprio degli ambasciatori,
anche se era a tutti conosciuto il fatto che egli non fosse, formalmente, un ambasciatore.
19
133
案呈到部,看得我國
家德化翔洽,雖遐荒
絕域,上世所不賓之
國,亦有嚮風慕義.
10. Quando il memoriale, [già] presentato [a
Vostra Maestà], giunse a questo Ministero, mi
accorsi che la cultura della nostra nazione è
[molto] diffusa; anche barbari e popoli lontani,
regni che mai per l'addietro avevano fatto atto di
vassallaggio, si son lasciati attirare dall'amore
della [nostra] rettitudine.
如利瑪資者,跋涉遠
途,入京朝貢,在館
廩餼十載于茲,而瑪
竇漸染中華之教,勒
學明理,著述有稱。
一旦溘然物故。萬里
孤魂不堪歸櫬。情殊
可憫。
11. Così per esempio Matteo Ricci, dopo un
viaggio penoso e lungo, è arrivato alla Capitale,
ha offerto dei doni, e da dieci anni a questa parte è
stato mantenuto a casa [sua] a spese dello Stato.
Di più Matteo si era gradualmente assimilato alla
cultura della Cina, e con lo studio diligente ne
aveva penetrato la dottrina, facendosi [anche] un
nome con le sue pubblicazioni. Però un giorno
improvvisamente ha cessato di vivere. [Si tratta
di] un uomo senza eredi, [che ha fatto un viaggio]
di diecine di migliaia di li, e la cui salma non può
essere riportata [al suo paese]. È una situazione
che fa molta compassione.
所據龐迪峨請給葬地
一節,雖其自來中
土,與外所遺陪臣不
同,但久依輦穀即屬
吾人。生既使之糊口
於大官,死豈宜令其
暴骨于淺土。
12. Quanto poi alla richiesta di Diego De Pantoja
di concedergli un terreno di sepoltura, [ecco il mio
parere]. Benché il caso di [Matteo Ricci], venuto
di sua iniziativa in Cina, sia diverso da quello di
un servo straniero mandato dall'estero, pure,
giacché da molto tempo viveva nella Capitale, egli
è diventato un nostro dipendente. Poiché in vita lo
si fece mantenere dall' Ufficio dei banchetti, come
potrebbe essere conveniente che i suoi resti
mortali [restassero] insepolti sulla superficie del
suolo?
且龐迪峨等四人,願
以生死相依,亦當并
(f.161b) 議優恤相應俯
從。
13. Di più, desiderando questi quattro uomini,
Diego De Pantoja e i suoi [tre] compagni, che i
vivi e il morto si appoggino gli uni sull'altro,
bisogna pure nello stesso tempo deliberare sopra
un dono [da fare ai vivi], [affinché] la [Vostra]
benevolenza la [Vostra] compassione si
corrispondano mutuamente e siano vicendevolmente concatenate.
134
伏乞勅下本部,轉行
順天府,查有空閑寺
觀隙地畆餘,給與巳
故利瑪資為埋葬之
所,見在龐迪蛾等許
就近居住,恪守教
規,祝天頌聖。
14. Prostrato, prego che un ordine Vostro sia
rivolto a questo Ministero, [con preghiera] di
trasmetterlo al Governatore di Pechino, affinché,
dopo ricerche, conceda qualche pagoda inabitata e
più di un iugero di terreno incolto al già defunto
Matteo Ricci per luogo di sepoltura, permettendo
[inoltre] ai superstiti Diego De Pantoja ed altri di
abitare lì presso, osservando rispettosamente le
leggi della [loro] Religione, e pregando il Cielo
per Vostra Maestà.
此聖朝澤枯之德,與
柔遠之仁,迺所以風
勵外夷,而永堅其向
化之誠者也。
15. L'estendere i benefici della Vostra dinastia agli
estinti e il trattare con gentilezza quelli che
vengono da lontano servirà pure a stimolare i
barbari stranieri e a confermare per sempre le loro
simpatie verso la [nostra] cultura.
緣係異域微臣,啣恩
沒齒,懇乞聖慈,給
地收葬,以廣皇恩,
以風遠屬,事 。及奉
欽依該部知道,事
理。未敢擅便,謹題
請旨。
16. Questo è il documento con cui un umile servo
di un altro paese supplica con eterna gratitudine la
Vostra clemenza di concedere un terreno di
sepoltura per far arrivare la beneficenza imperiale
fino ai lontani dipendenti. Esso fu postillato [da
Vostra Maestà in questi termini]: Ne sia informato
il Ministero competente. Non osando affidarmi al
[mio] giudizio, rispettosamente presento [questo
memoriale] domandando la [Vostra] decisione.
奉聖旨,是,欽此。
(f.162a) 萬曆三十八+
年四月二十三日。
禮部署部事右侍郎,
兼翰林院侍讀學士,
吳道南。
主客清吏司郎中,林
茂槐。
員外郎,洪世俊,主
事,韓萬象。
17. Rescritto: Si eseguisca. Si rispetti.
Il 14 giugno 1610.
20
Wu Daonan, Gerente del Ministero dei Riti e
secondo Sottosegretario di Stato dello
stesso, nonché Vice-lettore dell'Accademia.
Lin Mouhuai, Direttore dell' Ufficio dei
ricevimenti.
Hong Shijun, Vice-Direttore di sezione.
Han Wanxiang,20 Segretario.
Questi ultimi tre funzionari sono citati anche in Vita del Maestro Ricci al n. 113.
135
136
Iscrizione lapidaria di Wang Yinglin 王應麟
in onore di Matteo Ricci
Pechino, 29 marzo 161521
(f.165a) 欽 勅 大 西 洋 Iscrizione lapidaria sulla donazione imperiale di un
國士葬地居舍碑文王 terreno per sepoltura e di una casa per abitare fatta ai
應麟
letterati dei regni occidentali dettata da Wang
Yinglin.22
粵稽,古用賓,在九 1. L’indagine storica [ci rivela che] gli antichi
州廣萬里餘者。斯為 avevano ospiti a più di 10.000 li fuori della Cina:
遼絕。
quelli erano i lontani stranieri.
勤 已 我 國 家 文 明 盛 2. Diligenti ricerche [mostrano che] la cultura della
世,懷柔博洽。
nostra nazione è diffusa nel mondo: essa attrae ed
accoglie fomentando la concordia.23
迄今萬曆庚辰,有大
西洋國士,姓利,諱
瑪寶,號西泰,友輩
數十,航海九萬
[里],觀光中國。始
經肇慶,大司憲劉公
旌之,託居韶陽郡。
當其時,余奉刺凌
江,竊與有聞。
3. Verso il 1580 24 un letterato di un regno
occidentale, di cognome Ricci, di nome Matteo, di
soprannome 25 Xitai, con alcune decine di
compagni,26 dopo un viaggio per mare di 90.000 [li]
venne a contemplare il Regno di Mezzo. Passando al
principio per Zhaoqing, il Sig. Liu, Vicerè,27 gli dette
delle credenziali e lo mandò ad abitare a Shaozhou.
Avendo io a quel tempo un incarico in Nanxiong,28
ne sentii parlare.
21
Fonti Ricciane III, pp. 9-19.
Nome proprio di 王玉沙 Wang Yusha, l’alto funzionario amico di Ricci dal 1591, vedi Vita
del Maestro Ricci, nn. 24.115.
23
L’espressioni 懷柔 Huairou ricalca un passaggio del 詩經 Shijing (Il libro dei versi), vedi
Fonti Ricciane III, p. 9.
24
In realtà, come noto, Ricci arrivò a Macao nel 1582.
25
Nella Vita del Maestro Ricci abbiamo preferito tradurre il termine hao 號 con ‘nome di
cortesia’ piuttosto che ‘soprannome’.
26
In realtà Ricci entrò in Cina con un solo compagno, Michele Ruggieri. In seguito, nel corso
della sua permanenza in Cina, una ventina circa di missionari furono assegnati alle varie
residenze.
27
Si tratta di 劉節齋 Liu Jiezai, già incontrato in Vita del Maestro Ricci, nn. 18-19. D’Elia
traduce l’appellativo onorifico 公 (gong) con ‘Sig.’; in Vita del Maestro Ricci abbiamo preferito
impiegare il titolo ‘onorevole’.
28
Nel testo in cinese la città di Shaozhou e il distretto di Nanxiong sono resi con i nomi antichi di
韶陽 Zhouyang e 凌江 Lingjiang.
22
137
隨同僔伴齋表馳燕。
跋庾嶺,駐豫章,建
安王挹覯,若追歡篤
交誼之雅。
4. Dopo di ciò insieme coi compagni si mise in
cammino con dei doni verso Pechino. Traversò il
Meiling29 e si stabili nel Jiangxi, dove il Principe di
Jian’an lo accolse con le più grandi dimostrazioni di
sincera amicizia.
宗伯王公弘誨,竟傾
蓋,投契合之孚。相
與沂游長江,覽景建
業。
5. Il Ministro dei Riti, Sig. Wang Honghui 30
parlando nella più grande intimità, strinse con lui
amicizia. Risalendo il Gran Fiume in sua compagnia,
[il Ricci] andò [poi] ad ammirare Nanchino
尹祝公世祿,司徒張 6. Il Censore, Sig. Zhu Shilu, 31 e il Ministro delle
公孟男,淹欵朋儕, Finanze, Sig. Zhang Mengnan, 32 trattandolo
相抒情素。
sinceramente da amico e da eguale, scambiarono con
lui reciproci sentimenti di amicizia.
西泰子,同龐子,諱
迪蛾,號順陽者,僅
數友輩迺越黃河,抵
臨清.督稅宮官馬堂,
持其貢表,恭獻闕
廷。
7. Il dott. 33 Ricci 34 allora, insieme col dott. De
Pantoja, il cui nome era Diego e il cui soprannome
era Shunyang, e qualche altro compagno, traversò il
Fiume Giallo giunse a Linqing, [dove] l'eunuco Ma
Tang,35 Ispettore della gabella, prese la lista dei doni
che offri con rispetto alla Corte.
29
Una montagna del Jiangxi sacra al Buddismo e al Taoismo. Nel testo cinese è chiamata Yuling
庾嶺.
30
È il nome di cortesia di 王忠銘 Wang Zhongming, già incontrato nella Vita del Maestro Ricci
ai nn. 33.25.38 e 40.
31
Nome di cortesia di 祝石林 Zhu Shilin, già incontrato nella Vita del Maestro Ricci al n. 41.
32
Funzionario incontrato nella Vita del Maestro Ricci al n. 40
33
Nella Vita del Maestro Ricci abbiamo preferito tradurre 子 Zi con ‘Maestro’ piuttosto che
‘dott’, come propone D’Elia.
34
Nel testo cinese 西泰 Xitai.
35
Funzionario citato nella Vita del Maestro Ricci ai nn. 56 e 60.
138
皇上啟閱天主聖像,
珍藏御帑. 自嗚鐘,
萬國籍圖,琴器類,
分布有司。欣念遠
來,召見便殿. 寵頰
一職,辭爵折風。饌
設三辰,叨燕陛闕.欲
親顏貌,更工繪圖。
上命禮部賓之,遼享
大官麇餼。
8. L'Imperatore, dopo di aver contemplato i [due]
quadri del Salvatore, li fece custodire come oggetti
preziosi nel tesoro imperiale, affidando agli
impiegati gli orologi, l'atlante, il clavicembalo e gli
altri oggetti. Lieto al pensiero che si veniva da
lontano, gli accordò un'udienza nella Sala del
riposo.36 Gli offrì una carica, ma [Ricci] col rifiuto di
una dignità dette un [bell’]esempio. Durante tre
giorni gli fece imbandire la mensa ed apparecchiare i
pranzi nella reggia. Volendo egli vederne
personalmente i colori del volto, un abile artista ne
delineò i ritratti. I1 Sovrano ordinò al Ministero dei
Riti di riceverli come ospiti, e perciò essi ebbero il
[loro] mantenimento da parte dell'Ufficio dei
banchetti.
是時,大宗伯馮公
琦,討其所學\。則學
事天主,俱吾人禔躬
繕性,據義精確。因
是數數疏議,排擊空
幻之流,欲彰其教。
9. In quel tempo il ministro dei Riti, Sig. Feng
Zhuoan 37 interrogò [il Ricci] su quanto egli stesso
aveva studiato. Apprese cosi, secondo verità,
minutezza, e esattezza, a servire il Signore del Cielo,
e [in che cosa] noi uomini [dobbiamo far consistere]
la felicità personale e il perfezionamento della
[nostra] natura. Perciò spesso, volendo illustrare la
Religione del Ricci, ne faceva dei rapporti e delle
discussioni, e confutava la setta dei fantastici.38
36
Nella Vita del Maestro Ricci abbiamo tradotto 便殿 biandian in ‘sala imperiale del tempo
libero’.
37
Funzionario citato nella Vita del Maestro Ricci al n. 65.
38
In questa modo ‘fantasioso’ D’Elia traduce 空幻 konghuan (illusione; fantasia vana/vuota), un
termine che in questo contesto alludeva, negativamente, al Buddismo.
139
嗣後,李家宰,曹都
諫,徐太史,李都
水,龔大參,諾公問
答,勒板成害。至于
鄭宮尹,彭諫,周太
史,王中秘,熊給
諫,楊學院,彭柱
史,馮倉憲,崔銓
司,陳中憲,劉茂
宰,同文甚都,
10. Dopo di ciò, le conversazioni che vari Signori,
come il Presidente degli Uffici civili Li,39 il Censore
Cao,40 l'Accademico Xu,41 il Direttore di un Ufficio
nel Ministero de' Lavori Pubblici Li, 42 l'Assistente
del Governatore civile di una provincia Gong 43
ebbero [con Ricci] furono stampate e divennero dei
libri. 44 Quanto alle composizioni letterarie,
uniformemente bellissime, del Capo Sopraintendente
dell'Istruzione del Principe Ereditario Cheng, 45 del
Censore Peng, 46 del1’Accademico Zhou, 47 dell'altro
Accademico Wang,48 dell'altro Censore Xiong,49 del
Direttore provinciale dell'Educazione Yang, 50 del
Censore provinciale Peng, 51 dell'assistente del
Giudice provinciale Feng 52 del Segretario del
Ministero degli Uffici civili Cui,53 dell'assistente di
un Giudice provinciale Chen,54
39
Si tratta di 李戴 Li Dai, incontrato nella Vita del Maestro Ricci al n. 66.
曹于汴 Cao Yubian, di cui abbiamo proposto l’identificazione con 曹都諫 Cao Dujian, vedi
Vita del Maestro Ricci, n. 66.
41
Paolo Xu Guangqi 徐光啟, il notissimo letterato cristiano, discepolo ed amico di Ricci,
ampiamente presente nella Vita del Maestro Ricci, dal n. 68 al n. 73, e al n. 78.
42
李之藻 Leone Li Zhizao, letterato cristiano, discepolo ed amico di Ricci, secondo solo a Paolo
Xu per importanza. Nella Vita di Ricci viene menzionato ai nn. 66.78. 88.95 e 116.
43
龔道立 Gong Daoli, incontrato nella Vita del Maestro Ricci, n. 66.
44
I libri a cui ci si riferisce qui sono Il Vero Significato del Signore del Cielo (天主實義 Tianzhu
Shiyi,1603) e I Dieci discorsi di un uomo straordinario (畸人十篇 Jiren shipian, 1608).
45
鄭以偉 Cheng Yiwei, vedi nota biografica.
46
彭惟成 Peng Weicheng, vedi nota biografica.
47
周炳模 Zhou Bingmu, vedi nota biografica.
48
王家植 Wang Jiazhi, vedi nota biografica.
49
熊明遇 Xiong Mingyu, vedi nota biografica.
50
楊廷筠 Michele Yang Tingyun, il celebre letterato cristiano, stretto collaboratore di Giulio
Aleni, vedi nota biografica.
51
彭端吾 Peng Ruiwu, vedi nota biografica.
52
Si tratta di 馮應京 Feng Yingjing, che già abbiamo incontrato nella Vita del Maestro Ricci, nn.
66 e 67.
53
崔淐 Cui Chang, vedi nota biografica.
54
陳亮采 Chen Liangzai, vedi nota biografica.
40
140
見于序次,衿紳秉翰 e del Sottoprefetto Liu,55 esse appaiono [frequente墨之新,槐位賁行舘 mente] nelle Prefazioni [dei libri di Ricci e dei suoi
之重,斑斑可鏡巳。 compagni. Tutti potevano chiaramente vedere la
novità di [questi] sommi magistrati che scrivevano
[in favore di Ricci], e la stima di [questi] personaggi
ministeriali che lo ricevevano nei loro palazzi.
歷受舘餼十載,適庚
戍春,而利氏卒。龐
迪蛾偕兼,具奏請
卹。詔議。
11. Dopo essere stato mantenuto dieci anni a spese
dello Stato, il Ricci è morto nella primavera del
1610. Diego De Pantoja e il suo compagno
presentarono
una
supplica
all’Imperatore
domandando una donazione funeraria. Una consulta
fu convocata.
禮部少宗伯,吳道南
公,署部事,言,其
慕義遠來,勒學明
理,著述有稱。且迪
峨等願以生死相依,
宜加優卹,伏乞下順
天府,查給地畝,牧
葬安插,昭我聖朝柔
遠+之仁。
12. I1 Sottosegretario di Stato al Ministero dei Riti,
Sig. Wu Daonan, che allora era Gerente dello stesso
Ministero, fece queste dichiarazioni: “[Il Ricci] per
amore della rettitudine venne da lontano, e con lo
studio diligente penetrò la dottrina [della Cina],
facendosi [anche] un nome con lc sue pubblicazioni.
Inoltre desiderando De Pantoja e il suo compagno
che i vivi e il morto si appoggino gli uni sull’altro,
conviene deliberare [anche] sopra un dono [da fare
ai vivi]. Prostrato, prego che un ordine imperiale sia
rivolto al Governatore di Pechino, affinché, dopo
ricerche, conceda qualche iugero di terreno che serva
di sepoltura e di stabile abitazione, per manifestare
[in tal modo] la bontà della nostra dinastia che tratta
con gentilezza coloro che vengono da lontano.
55
劉胤昌 Liu Yinchang, vedi nota biografica.
141
奉聖旨,是。
宗伯迺移文少京兆黃
吉士,行宛平縣. 有
籍沒楊內宦,私刱二
里溝佛寺,房屋三十
八聞,地基二十畝。
牒大司徒票成命而畀
之居。
13. Il rescritto portò: Si eseguisca.
Allora il Ministro dei Riti scrisse al Vicegovernatore di Pechino, Huang Jishi, 56 il quale ne
incaricò il Sottoprefetto di Yüanping.57 Un eunuco,
chiamato Yang, 58 privato dei suoi beni, aveva di
nascosto eretto una pagoda buddista al “Fosso dei
due li”, dove aveva una casa di 38 camere e un
terreno di 20 iugeri. I1 Ministro delle Finanze 59
informatone, ne fece un rapporto [all'Imperatore]
proponendo di cedere [la casa ai missionari] per
abitarci.
覆奏蒙允。
余時職江右岳牧。轉
任廣陽師表。實有
(f.167a) 承 宣 弘 化 之
責,欣聞是舉。
14. La risposta fu: concesso.
In quel tempo io, dopo di essere stato Governatore
provinciale del Jiangxi, fui mandato a Pechino per
esservi governatore. Avendo il dovere di trasmettere
i principi della virtù, ho appreso con gioia questi
fatti.
因而戚節抵寓,順陽
子與其友人,龍精
華,熊有網,陽演西;
輩,晉接久。習其嗣
色,洵彬彬大雅君
子。
15. Perciò, dopo un po’ di riposo, sono andato alla
[suddetta] dimora. I1 dott. De Pantoja e i suoi
compagni, Longobardo, De Ursis, Dias [il
giovane], 60 hanno avuto una lunga conversazione
con me. Dopo di aver conosciuto le loro parole e la
loro condotta, [posso dichiarare che] davvero sono
gentiluomini perfetti e distinti.
彈其底蘊,以事天地
之主[為主],以仁愛
信望天主為宗,以廣
愛誨人為功用,以悔
罪歸誠為入門,以生
死大事有備無患為究
竟。
16. Avendoli esaminati a fondo [ecco quello che ne
penso]: [La loro Religione ha per scopo principale]
di servire il Signor del cielo e della terra; per
cardine, di amare con affetto il Signor del Cielo, di
credere e di sperare in Lui; per occupazione, di
abbracciare tutti gli uomini nell'amore e di istruirli;
per porta di entrata, il pentimento dei peccati e la
conversione alla verità; per ultima mèta di adoperarsi
a che il grande affare della vita e della morte non
faccia fallimento.
56
Vedi nota biografica.
Come abbiamo notato sopra, è un distretto della capitale.
58
Informazione riferita anche nella Vita del Maestro Ricci, n. 114.
59
Un funzionario di nome 趙世卿 Zhao Shiqing, vedi nota biografica.
60
Vedi nota biografica.
57
142
視其立身謙遜,履道
高明;杜物欲,薄名
譽,澹世味,勒德業.
與賢智共知,挈愚不
肯共由。
17. Nella loro condotta sono umili e deferenti: nella
pratica della virtù, eroi e fari. Dominano le basse
passioni e disprezzano la celebrità e la fama. Fanno
tacere i gusti mondani e si applicano con ardore alla
virtù. Sono amici dei savi e dei dotti, ma si occupano
generalmente [anche] degli ignoranti e degli umili.61
理窮性命 3),玄精象
緯 4). 樂工 昔 律, 法
盡方圓,正曆元以副
農時,施水器而資民
用。
18. Conoscono a fondo la filosofia e penetrano nei
segreti dell'astronomia, i loro strumenti musicali
[seguono] le regole dell'acustica, e le loro leggi sono
esaurientemente perfette. Per aiutare a [trovare] le
epoche [dell'anno di cui hanno bisogno] i contadini,
hanno corretto le regole del calendario e per l'utilità
del popolo hanno distribuito degli strumenti
idraulici.
翼 我 中 華 , 豈 云 小 19. Chi dirà che tutto questo rappresenta un ben
補。
piccolo contributo in aiuto del nostro Regno di
Mezzo?
於是,讚 我皇上,盛 20. Inoltre hanno aiutato il nostro Imperatore a far
治薰風,翔洽遘際。 migliorare i costumi e ad allacciare relazioni amicali
真敻絕千古者矣。
[con altri popoli]. Sono cose che non si erano
veramente mai viste dalla più alta antichità fino
adesso.
斯時也,余承命轄東
南,牢無去思之慨。
附居郊處,慮有薪水之
憂。赫赫王命之謂
何。
21. In questo momento ho ricevuto ordine di
governare [le regioni] del sud-est. Come non vorrei
sentire la tristezza della partenza! [A ciò] si
aggiunge la preoccupazione che [i missionari] che
abitano in un sobborgo potrebbero mancare delle
cose necessarie alla vita. [Eppure] quale è il solenne
ordine dell'Imperatore?
61
D’Elia, Fonti Ricciane III, p. 17, fa notare che questo riassunto del cristianesimo deriva dalla
prefazione di 陳亮采 Chen Liangzai all’opera Sette vittorie, 七克 Qike di Diego De Pantoja (per
il contenuto della prefazione di Chen vedi la sua nota biografica).
143
余與有責焉。故用識
巔末于貞珉,紀我皇
上,柔遠休徵,昭示
萬襈,嘉惠遠人於無
窮之至意。
22. Anche io ho un dovere [da compiere a questo
proposito]. Ecco perché ho fatto scolpire tutta questa
storia dal principio alla fine sopra puro alabastro per
ricordare l'ultima prova della gentilezza del nostro
Imperatore verso coloro che vennero da lontano e
per tramandare [ai posteri] per sempre la sua
illimitata ed estrema beneficenza verso [questi
stessi] uomini venuti da lontano.
為之記。
葬以辛亥 月 日.
記以乙卯三。月朔
日。
23. Ecco la ragione di questa iscrizione.
La sepoltura ebbe luogo il giorno ... del mese...
1611.62
L'iscrizione fu fatta il 29 marzo 1615.
(f.17a) 欽賜房地,房
共三十八間,地墻垣
週圍 (f.17b)二十畝。
南至官道,北至嘉興
觀地,東至嘉興觀,
西至會中墻。
24. Concesso dall'Imperatore una casa e un terreno:
una casa di 38 camere e un terreno di 20 iugeri
circondato da muro. [Questa proprietà] al sud arriva
fino alla strada pubblica, al nord fino al terreno del
monastero dei taoisti di Jiaxing, 63 all'est fino al
medesimo monastero e all'ovest fino al muro
centrale di una corporazione.
62
La sepoltura di Matteo Ricci a 柵欄 Zhalan, dove a tuttora si trova il sepolcro, avvenne il 1
novembre 1611. Circa l’omissione della data in questo documento, riporto quanto scrive D’Elia
in Fonti Ricciane III, p. 19: “Non è ammissibile che il giorno e il mese della sepoltura venissero
lasciati in bianco sulla stele stessa; ciò tenderebbe a provare che i nostri testi dipendono non
direttamente dalla stele, ma da copie della stessa. Nel suo memoriale dell’agosto – settembre
1616, il De Pantoja ci assicura che questa proclamazione, che egli chiama iscrizione lapidaria era
esposta in copie in vari uffici pubblici di Pechino, quali il Governatorato, il Censorato, il
Ministero dei Riti”.
63
Non ho trovato ulteriori notizie su questo tempio.
144
Note biografiche
Funzionari, letterati e convertiti nominati
nella Vita del Maestro Ricci
I letterati e funzionari, a partire dall’imperatore Wanli, vengono presentati
in ordine di apparizione nella biografia. Tra parentesi, accanto al nome e al
nome di cortesia, viene riportato il numero dei paragrafi dove le persone
vengono menzionate. Viene incluso anche Li Jiubiao, l’autore della postfazione.
Wanli 萬曆 (8.33.38.54.56.57.59.62.69.70.84.91.94)
Imperatore regnante dal 1573 al 1620, includendo perciò tutto il periodo in cui
Ricci operò in Cina. Wanli venne a diretta conoscenza della presenza di Ricci
in Cina e a Pechino permise che fosse ricevuto a corte. Le sue decisioni
influenzarono profondamente, in senso quasi sempre positivo, la missione di
Ricci.
Zhu Yijun 朱翊鈞 fu il quattordicesimo imperatore della dinastia Ming, noto
col titolo di regno di Wanli. Salì al trono nel 1573, all’età di nove anni, ma solo
nel 1582, lo stesso anno in cui Ricci giunse a Macao, prese in mano il potere.
Ma iniziò ben presto ad allontanarsi dalla vita politica, disertando udienze
generali e cerimonie pubbliche. Smise anche di rispondere ai memoriali e
sempre più raramente parlò con i funzionari. Questo atteggiamento comportò
una riduzione drastica dell’attività amministrativa e il consolidarsi del potere
degli eunuchi, unici ad avere accesso alla persona dell’imperatore. Matteo
Ricci inviò alcuni memoriali all’imperatore (dal quale, ovviamente, non ebbe
risposta) e, nonostante sia qualche volta affermato, non lo incontrò mai di
persona. Per ben due volte, nelle sue lettere, Ricci smentì la voce, che pur si era
diffusa, che egli avesse accesso all’imperatore: il 22 agosto 1608 ad Acquaviva
«non possiamo mai parlare con lui, come né anco parlano mai gli altri Cinesi di
fuora, che non sono eunuchi» (Lettere, p. 492); il 15 febbraio 1609 a Francesco
Pasio «è ben falso che il re ci vuol molto bene e che alle volte parla con noi»
(Lettere, p. 513).
Chen Rui 陳瑞 / Chen Wenfeng 陳文峰 (8)
Chen Wenfeng è il nome di cortesia di Chen Rui 陳瑞, che Ricci definisce
viceré, ovvero governatore generale del Guangdong e Guanxi, la carica più
importante della provincia che risponde direttamente al governo centrale. Chen
era anche viceministro della guerra, titolo che aveva ottenuto grazie a un
precedente incarico. Nativo del Fujian, nel giugno 1582 nella residenza di
Zhaoqing 肇 慶 , Chen ricevette la prima visita di Michele Ruggieri e
dell’uditore giudiziario di Macao. Nel corso di quella udienza autorizzò
Ruggieri e Francesco Pasio a compiere una seconda e breve permanenza in
Cina, tra la fine del 1582 e gli inizi del 1583, mentre Ricci era già a Macao a
145
studiare la lingua cinese. Ricci, che non ebbe modo di incontrarlo
personalmente, in Della entrata lo definisce «huomo sagace et amico di
danari» (Fonti Ricciane I, p. 161), giudizio peraltro confermato dalle fonti
cinesi.
Guo Yingpin 郭應聘 (9)
Governatore generale delle provincie del Guangdong e del Guangxi dal 1583 al
1586, nel corso dei primi tre anni della permanenza di Ricci a Zhaoqing 肇慶.
Questo alto funzionario era originario del Fujian, e si distinse in modo
particolare per la violenta repressione di alcune rivolte. Fu durante la sua
amministrazione che il 10 settembre 1583 Ricci e Ruggieri presero dimora
presso la città di Zhaoqing. Successivamente fu assegnato a Nanchino e fu
nominato ministro della guerra. Al contrario del suo predecessore nella carica
di governatore, è esaltato dalla storiografia cinese per la sua incorruttibilità.
Wang Pan 王泮 (9)
Prefetto di Zhaoqing 肇慶, ebbe un ruolo decisivo per l’inizio della presenza
cattolica in Cina, autorizzando l’insediamento di Matteo Ricci e Michele
Ruggieri in quella città il 10 settembre 1583. Nato nel 1539, di umili origini,
era valente letterato, poeta e calligrafo. Si distinse per la sua bontà e
imparzialità, benevolenza e generosità, al punto che a Zhaoqing fu innalzato un
tempio in suo onore. Dal 1584 fu elevato a ulteriori cariche nelle province del
Guandong e Guangxi, continuando a risiedere a Zhaoqing, e poi dal 1588 nel
Huguang (ovvero Hunan e Hubei). Inizialmente si dimostrò molto benevolo
verso i missionari, mostrando curiosità per gli strumenti che Ricci aveva con
sé, in particolare il mappamondo e i prismi di Venezia. Protesse i Gesuiti in
molti modi, apprezzando i loro scritti e, secondo Ruggieri, facendo battezzare il
proprio secondogenito. A partire dal 1586 i rapporti con i missionari si
raffreddarono a causa dell’opposizione sorta contro di loro. Fece togliere il suo
nome dalle tavole dedicatorie presso la residenza dei Gesuiti e l’anno
successivo intimò loro di tornare a Macao. Poi però ritirò l’ordine e permise
loro di rimanere in città. Lasciò Zhaoqing alla fine del 1587, rassicurato dal
fatto che la sua carriera non fosse stata danneggiata dalla benevolenza che
aveva accordato ai missionari stranieri.
Liang 梁 (17)
Di questo personaggio, funzionario di Zhaoqing 肇慶, non sappiamo nulla più
di quanto narra Ricci in Della entrata: «Un altro anco che era mandarino, ma
assai piccolo, di cognome Lean, che mai aveva potuto aver figlioli di sua
moglie, si raccomandò a Dio, e subbito gliene partoritte doi; con il che si fece
egli christiano e diede anco a Dio i figliuoli, che da lui riconosceva aver
ricevuti» (Fonti Ricciane I, p. 261).
146
Liu Jiezhai 劉節齋 (18.19)
Viceministro della guerra e governatore generale del Guangdong e del Guangxi
dal 1589 al 1592. Originario dell’Anhui, di umile famiglia, ebbe numerosi
incarichi e grande rinomanza presso la corte. Ebbe con Matteo Ricci un
rapporto controverso: prima lo cacciò, ma poi si diede da fare per trovargli una
nuova residenza più a nord. Nel 1592 fu nominato sottosegretario di stato al
ministero delle finanze e nello stesso anno fece, nelle parole di D’Elia, «una
cattiva morte», ovvero morì in disgrazia, abbandonato da tutti. Ricci lo
definisce «huomo crudele, ambitioso et amico de’ denari» (Fonti Ricciane I, p.
263). Uno dei suoi figli incontrò Ricci amichevolmente a Shaozhou 韶州 nel
1591 e a Nanchino nel 1595.
Qu Rukui 瞿汝夔 / Qu Taisu 瞿太素 (20.51.116)
Qu Taisu era il nome di cortesia di Qu Rukui 瞿汝夔, una delle persone più
vicine a Ricci, anzi considerata la lunghezza del loro rapporto forse il suo
miglior amico cinese. Originario della grande famiglia del celebre Qu Wenyi
瞿文懿, di Changshu 常熟 (Jiangsu), era nato nel 1549. Fu uomo di profonda
intelligenza e cultura, nonostante avesse superato solo il primo grado degli
esami, e non giunse mai a rivestire cariche di qualche importanza.
Simpatizzava per il movimento riformista Donglin 東林. Personaggio originale,
perse buona parte del suo patrimonio per seguire pratiche di alchimia. Mentre
percorreva impoverito la Cina in cerca di protezione, si avvicinò a Ricci perché
interessato all’alchimia, ma presto instaurò con lui un rapporto di intensa e
disinteressata amicizia, al punto che Ricci più di una volta lo definisce
“gentiluomo” e “vecchio e grande amico”. Con Ricci, Qu condivise un forte
interesse per le scienze matematiche e, dopo aver studiato matematica presso di
lui nel biennio 1589-1590, tradusse in cinese il Primo Libro di Euclide. Dal
1593, proseguendo con le sue peregrinazione, parlò di Ricci in varie città,
facilitandogli l’accesso a Nanchang, Nanchino e Pechino. Ottenne protezione
per Ricci presso il prefetto di Shaozhou 韶州 e il permesso di entrata per
Francesco De Petris. Ricci indossava ancora l’abito simile a quello dei monaci
buddisti e Qu Rukui gli consigliò di adottare l’abito dei letterati. Ciò costituì
una svolta fondamentale nell’attività missionaria di Ricci. Diede consigli anche
su come raggiungere Pechino, la vera meta dell’attività missionaria di Ricci in
Cina. Trattenuto dalle sue simpatie buddiste e dalla difficoltà a rinunciare alla
poligamia, arrivò al battesimo solo dopo 16 anni, quando fu battezzato da
Alfonso Vagnone nel 1605 a Nanchino, assumendo il nome di Ignazio. Due
anni dopo fece battezzare il figlio, nato nel 1591, imponendogli il nome Matteo,
ovviamente in onore del suo maestro e amico. Ignazio Qu fu solidale con Ricci
in tanti momenti difficili: quando era ammalato, in occasione di pubbliche
dispute con monaci buddisti e nel 1598, quando Ricci dovette allontanarsi da
Pechino dopo una breve permanenza e pochi erano disposti a dargli una mano.
147
Ricci riconosceva che mai avrebbe potuto ripagare il debito di gratitudine che
lui e tutti i primi padri avevano contratto con lui.
Qu Wenyi 瞿文懿 (20)
Qu Wenyi è citato nella biografia in quanto padre di Qu Rukui. Essendo vissuto
dal 1507 al 1569, morì prima dell’arrivo di Ricci in Cina. Fu uomo di
straordinario talento e cultura, considerato un grande letterato del suo tempo.
Dal 1544 occupò cariche sempre più importanti, fino a divenire ministro dei riti
nel 1567. Collaborò alla revisione di codici e annali e fu autore di vari scritti,
tra cui una Raccolta di poemi e di opere letterarie.
La Signora Qu Rukui 瞿汝夔 (22.116)
Moglie di Qu Rukui, con cui peregrinò per la Cina negli anni delle difficoltà
economiche del marito. Ebbe il primo figlio all’età di 42 anni, dopo la
preghiera di Ricci per lei. Dopo la morte di Ricci, ne fece fare un ritratto (una
medaglia con la sua immagine, secondo Aleni) che conservava presso di sé,
insieme anche a dei manoscritti dello stesso Ricci.
Qu Shigu 瞿式谷 (22)
Figlio di Qu Rukui, nato nel 1591 a seguito delle preghiere di Ricci. Gli fu
imposto il nome di Matteo a 13 anni, al momento del battesimo, che ricevette
da João Da Rocha, nel 1603. Fu educato come primo possibile seminarista
della Cina. Nel 1623 scrisse una introduzione alla Geografia dei paesi non
tributari, 職方外紀 Zhifang waiji, di Giulio Aleni, dove dichiarò la sua fede
cristiana.
Wang Yinglin 王應麟 / Wang Yusha 王玉沙 (24.115)
Wang Yusha era il nome di cortesia di Wang Yinglin 王應麟, l’altissimo
funzionario conobbe Ricci grazie a Qu Rukui nel 1592, mentre era viceprefetto
della città di Nanxiong 南雄 nella provincia del Guangdong. Originario del
Fujian dove nacque nel 1544, dopo l’incarico a Nanxiong, ne ebbe altri sempre
più prestigiosi, tra cui quello di governatore del Sichuan e nel 1613 di prefetto
della prefettura metropolitana della capitale Pechino. Mentre era prefetto della
città di Zhenjiang 鎮江 (nella provincia del Jiangsu), offrì al governatore della
vicina Nanchino un esemplare del mappamondo di Ricci. A Pechino, nel 1615,
compose l’iscrizione funeraria in onore di Ricci riportata nel presente volume.
È del tutto straordinario che un mandarino tanto prestigioso, non cattolico,
abbia scritto un testo tanto impegnativo in onore di un missionario straniero.
Prima di ritirarsi a vita privata, Wang fu nominato anche governatore di
Nanchino.
Shi Lou 石/Shi Xing 石星 (25)
Il viceministro della guerra si offrì di accogliere Ricci con sé nel suo viaggio a
148
Pechino nel 1595, lasciandolo però a Nanchino. L’identificazione di questo
personaggio è problematica. D’Elia (vedi Fonti Ricciane I, pp. 338-339), con
riserva, propone di identificarlo con Shi Xing 石星, un alto funzionario che
rivestì anche la carica di ministro della guerra, coinvolto nelle decisioni militari
nel corso della guerra cino-giapponese in Corea (1592-1598). Shi Xing cadde
in disgrazia e morì in prigione nel 1597.
Wang Jiqi 王繼棲 (28)
Facoltoso mandarino che esercitava la medicina nella città di Nanchang,
stimato da Ricci per le sue doti umane e per la sua cultura. Era considerato il
miglior medico della città, al servizio delle più alte autorità, tra cui il
mandarino Shi Lou. Nell’estate del 1595 fu il primo letterato di Nanchang a far
visita a Ricci, appena insediatosi nella città.
Lu Wangai 陸萬垓 / Lu Zhonghe 陸仲鶴 (29)
Lu Zhonghe è il nome di cortesia del gran coordinatore imperiale Lu Wangai
陸萬垓. Nato in Zhejiang da una famiglia di artigiani, fu nominato presidente
del censorato e poi prefetto di Wuzhou 梧州 nel Guangxi, successivamente fu
governatore dello Shanxi e poi del Jiangxi al tempo di Ricci. Gli Annali cinesi
lo lodano per il suo lavoro indefesso, per la buona amministrazione e per la sua
devozione al bene pubblico, al punto che si ritiene sia morto per la stanchezza.
Aleni ricorda un lungo e cordialissimo incontro con Ricci, nel corso del quale il
missionario diede prova della sua memoria prodigiosa. Fu probabilmente Lu a
chiedere a Ricci di scrivere il Metodo occidentale di memorizzazione, 西國記
法 Xiguo jifa (1695/96).
Il principe di Jian’an 建安王 / Qianzhai 乾齋 (32)
Il principe di Jian’an, imparentato con la famiglia imperiale, aveva nome
Kangyi 康懿, ed era conosciuto con il nome di Duojie 多櫛. Ma nella dedica di
Ricci, presente nell’esemplare conservato nella biblioteca centrale di Roma, il
principe viene chiamato Qianzhai 乾齋. Egli divenne principe nel 1573 e morì
nel 1601. Su suo invito Ricci compose nel 1595 Sull’amicizia, 交友論 Jiaoyou
lun, composto da Ricci nel 1595. Fu la prima opera di Ricci in Cina ed ebbe
successive edizioni a Nanchino (1599) e a Pechino (1601, 1603).
Wang Honghui 王弘誨 / Wang Zhongming 王忠銘 (33.35. 38.40)
Wang Zhongming è il nome di cortesia di Wang Honghui 王弘誨. L’altissimo
mandarino ebbe grande simpatia e stima per Ricci, e cercò più volte di aiutarlo,
non sempre con successo. Fu ministro dei riti a Nanchino dal 1589 al 1594
(l’anno in cui Ricci e Wang si conobbero a Shaozhou 韶州) e poi ancora nel
1598. Era membro dell’accademia Hanlin 翰林 presso Nanchino. Nel 1598 si
trasferì a Pechino per assumere incarichi importanti nel ministero dei riti e
servire da precettore del principe ereditario. Il 21 giugno di quell’anno
149
accompagnò Ricci da Nanchang a Nanchino, poi lo invitò a seguirlo, insieme a
Lazzaro Cattaneo, a Pechino per il primo, sfortunato, tentativo di prendere
dimora presso la capitale (secondo Aleni, Ricci arrivò a Pechino non insieme,
ma dopo Wang). Ricci raggiunse Pechino il 17 settembre 1598, ma, nonostante
l’impegno, Wang non riuscì ad assicurargli una stabile permanenza a causa
della guerra cino-giapponese. Dopo aver svolto altri incarichi, dal 1600 Wang
si ritirò nell’isola di Hainan, dove era nato nel 1542. Suo figlio adottivo Paolo
fu battezzato a Pechino verso il 1630 e nel 1635, ritornato all’isola di Hainan,
fece battezzare tutta la famiglia dando inizio alla prima comunità cristiana
dell’isola.
Zhao Kehuai 趙可懷 / Zhao Xintang 趙心堂 (35.36.37.38)
Zhao Xintang è il nome di cortesia di Zhao Kehuai 趙 可懷 . Era un alto
mandarino nato nel Sichuan da umili origini. Dopo una rapida e brillante
carriera, rivestì incarichi di crescente importanza: divenne governatore generale
del Fujian, di Shanxi e di Nanchino (Ricci si riferisce a lui come viceré di
quella città). Fu promosso alla carica di ministro della guerra. Fu ucciso a
Wuchang 武昌 (Hubei), in un attentato, nel 1604. Nel 1598 ospitò per una
decina di giorni Ricci nella sua residenza di Nanchino e finanziò il suo primo
viaggio a Pechino. Aveva stampato una copia della carta geografica del mondo
di Ricci del 1584, prima ancora di averlo conosciuto. Ricci lo definisce come
una persona di «grande sapere» e «uno de’ più illustri huomini della Cina de’
nostri tempi per la vivezza dello ingegno e grande governo di che era dotato»
(Fonti Ricciane II, p. 14.).
Zhao Canlu 趙参鲁 (40)
Ministro della giustizia di Nanchino, Zhao era originario di Ningbo 寧 波
(Zhejiang). Si laureò nel 1571. Ebbe una brillante carriera, svolgendo incarichi
in importanti uffici nel Fujian e a Nanchino. D’Elia (Fonti Ricciane II, p. 41)
gli attribuisce il sopranome di Xintang, ma ciò lo confonderebbe con il ministro
della guerra Zhao Xintang 趙心堂/Zhao Kehuai 趙可懷, menzionato sopra. In
realtà sembra che i due Zhao debbano considerarsi due personaggi distinti.
Zhang Mengnan 張孟男 (40)
Il ministro delle finanze di Nanchino era di umili origini. Nato nel 1534 a
Kaifeng 開封 (Henan), ebbe una lunga, brillante, ma altalenante carriera. Dopo
la sua morte, nel 1606, gli fu concesso il titolo di precettore del principe
ereditario. Era uno dei discendenti della comunità ebraica conosciuta da Ricci,
il quale di lui affermava che sembrava essere un «huomo di nostra terra»
(Lettere, p. 414), sempre molto amico dei missionari. Nel 1604 si recò a
Pechino e visitò il suo antico amico, facendogli “molte carezze” (Lettere, p.
414).
150
Wang Qiao 王樵 (40)
Padre di Wang Shun’an 王順菴 (vedi sotto) era un celebre letterato esperto di
legge, nato nel Jiangsu nel 1521. Svolse importanti incarichi nel Zhejiang e nel
Shandong, diventò direttore del cerimoniale a Nanchino, poi presidente della
Corte suprema e infine viceministro della giustizia di Nanchino, dove conobbe
Ricci poco prima di morire nel 1599.
Ye Xianggao 葉向高 / Ye Wenzhong 葉文忠 (40.66.115)
Ye Xianggao 葉向高, che Aleni chiama con il nome postumo di Ye Wenzhong,
era viceministro dei riti di Nanchino quando incontrò Ricci per la prima volta
nel 1599. Fu uno degli alti mandarini che più ebbero una positiva influenza
sugli inizi della chiesa cattolica in Cina, profondamente legato sia a Ricci che
ad Aleni. Nato da una famiglia di militari nel 1559 a Fuqing 福清 nel Fujian,
laureatosi nel 1583, fu nominato a varie cariche, tra cui quella di viceministro a
Nanchino, prima dei riti e poi degli uffici civili. Il 20 giugno 1607 fu nominato
gran segretario dell’impero (ovvero: cancelliere o primo ministro) a Pechino
(Ricci chiama questa carica colao 閣老 gelao). Ricci e Ye si incontrarono
almeno due volte, e il gran segretario avrebbe voluto fare erigere un tempio e
una statua in onore di Ricci dopo la sua morte. Ebbe un ruolo essenziale per
ottenergli un luogo di sepoltura; fu a lui infatti che Diego de Pantoja indirizzò
la petizione per ottenere un terreno di sepoltura.
Nel settembre 1614, scoraggiato per vicende politiche, si ritirò a vita privata
e a Shanghai, in casa di Xu Guangqi, conobbe Giulio Aleni. Nel 1620 fu
richiamato dal nuovo imperatore alla carica di gran segretario fino all’agosto
1624, quando fu costretto a rassegnare le dimissioni in quanto membro del
partito riformatore Donglin 東林. Sulla via verso il nativo Fujian, invitò Aleni
a seguirlo, dando così inizio all’evangelizzazione in quella provincia. Scrisse
prefazioni a testi dei Gesuiti e del letterato cristiano Yang Tingyun 楊廷筠, in
particolare alla Geografia dei Paesi non Tributari, 職方外紀 Zhifang Waiji di
Giulio Aleni. Nel 1627 partecipò a un pubblico dibattito con Aleni e il letterato
Cao Xuequan 曹學佺 che confluì nel libro Le dotte conversazioni di Fuzhou,
三山論學紀 Sanshan Lunxueji. Scrisse inoltre una poesia in onore di Aleni.
Morì nel 1627, senza convertirsi alla fede cattolica, nonostante i suoi ottimi
rapporti con Ricci, Aleni e altri missionari. Il principale ostacolo alla sua
conversione fu di «non parergli cosa degna di Dio il farsi uomo per redimere
l’uomo» (Bartoli, IV. C. 81, pp. 162-163, riportato in Fonti Ricciane II, p. 43).
Li Xinzhai 李心齋 (41)
Definito da Aleni famoso letterato di Nanchino, non si conoscono altre notizie
se non quelle riportate da Ricci in Della entrata (Fonti Ricciane II, pp. 44-45),
ovvero che era invitato a scrivere discorsi per varie occasioni e testi per altri.
Aveva un figlio di poco talento, che indirizzò a Ricci, affinché gli insegnasse la
matematica. Li Xinzhai fece persino scrivere un libro che pubblicò sotto il
151
nome del figlio. Fu identificato da D’Elia grazie alla presente opera di Aleni.
Zhu Shilu 祝世祿 / Zhu Shilin 祝石林 (41)
Zhu Shilin era il nome di cortesia di Zhu Shilu 祝世祿, ufficiale del ministero
dei riti, proveniente da una modesta famiglia del Jiangxi. Superò l’esame di
dottore nel 1589 (quando aveva circa 50 anni), ebbe incarichi nella provincia
dell’Anhui e poi a Nanchino, in qualità di collettore di imposte e poi censore
dei riti. In questa veste favorì in modo importante la salita a Pechino di Ricci,
di cui era divenuto grande amico, conservando in casa i doni per l’imperatore e
scrivendo lettere di raccomandazione. È uno degli interlocutori dell’opera di
Ricci Il vero significato del Signore del Cielo, 天主實義 Tianzhu Shiyi. Nel
1604 divenne direttore dell’ufficio dei sigilli di Nanchino.
Liu Douxu 劉斗墟 (42.44.50)
Funzionario del ministero delle finanze di Nanchino. Durante uno dei suoi
incarichi nella pubblica amministrazione, mentre serviva nel Sichuan, venne
incarcerato a Pechino con accusa di brogli, ma difeso dalla popolazione.
Proseguì la sua carriera, passando ad altri incarichi fino a diventare segretario
del ministero delle opere pubbliche nel periodo in cui conobbe il Ricci a
Nanchino, nel 1599. Fu l’alto funzionario che vendette a Ricci, a metà prezzo,
l’edificio appartenente al suo ministero ritenuto infestato dai demoni e perciò di
poco valore commerciale. Liu Douxu contestò le idee di Li Runan 李汝南
(vedi sotto) contrarie alla dottrina di Confucio e di Mencio. Nel proseguimento
della sua carriera, Liu assunse incarichi di carattere militare.
Wang Shun’an 王順菴 / Wang Kentang 王肯堂 (45)
Nato nel 1553 a Jintan 金壇 (Jiangsu), figlio di Wang Qiao 王樵 (vedi sopra).
Wang Shun’an, il cui nome proprio era Wang Kentang 王肯堂, era Taishi 太史,
ovvero membro dell’accademia Hanlin 翰 林 . Oltre che letterato di vasta
cultura e fama, fu anche medico. I suoi suggerimenti circa la guerra cinogiapponese in Corea non furono accettati, e quindi si ritirò a vita privata. Prese
contatto con Ricci a Nanchino, perché interessato alla matematica. Non
potendo farsi suo discepolo, mandò a Ricci il discepolo Zhang Yangmo 張養默
come studente. Dopo alcuni anni di ritiro, assunse un incarico nel Fujian. Fu
autore di parecchi libri; in uno di essi, Miscellanee dello studio di Yugang, 鬱
岡 齋 筆 麈 Yugangzhai bizhu, cita Matteo Ricci, le sue conoscenze
astronomiche, cartografiche e matematiche e i suoi scritti Sull’amicizia, 交友論
Jiaoyou lun e le Venticinque sentenze, 二十五言 Ershiwu yan.
Zhang Yangmo 張養默 (45)
Discepolo di Wang Kentang, Zhang era ritenuto uomo di grande talento. Le
uniche notizie conosciute sono quelle riportate da Ricci e Aleni. Con Ricci,
Zhang Yangmo ebbe un rapporto alterno: prima di curiosità, poi di perplessità e
152
infine di grande stima. Nella biografia di Ricci, Aleni riporta una lunga
dichiarazione di Zhang, diventata un punto di riferimento per molti letterati, a
favore dell’astronomia insegnata da Ricci in polemica con le dottrine buddiste.
Wu Zuohai 吳左海 / Wu Zhongming 吳中明 (48.66)
Wu Zhongming, nome di cortesia Wu Zuohai 吳左海, era un funzionario
originario dell’attuale Anhui. Dopo aver occupato varie cariche in alcuni
ministeri a Nanchino, conobbe Ricci nel 1599, mentre era segretario al
ministero degli uffici civili a Nanchino. In quell’anno pregò Ricci di preparare
una seconda e più compiuta edizione del suo Mappamondo, per la quale scrisse
una prefazione (Nanchino 1600), che è apparsa anche nella terza edizione
(Pechino 1602), ed è stata tradotta in italiano da D’Elia (Fonti Ricciane II, pp.
59-60). Negli anni successivi ricoprì numerosi altri incarichi in varie province
della Cina. Incontrò Ricci anche a Pechino, stando alla testimonianza di Aleni,
che lo menziona ancora con il titolo di Wu Dacan 吳大參. Dacan significa
segretario assistente al governatore, carica che Wu Zuohai svolse nella
provincia dell’Henan. Ebbe numerosi altri incarichi in varie province e morì nel
1617 «per fatiche» (Fonti Ricciane II, 19). Per i meriti accumulati e per la fama
di funzionario integerrimo, gli venne concesso il titolo postumo di ministro
delle finanze.
Li Zhi 李贄 / Li Zhuowu 李卓吾 (49)
Li Zhuowu, nome di cortesia di Li Zhi 李贄, nato a Quanzhou 泉州 nel Fujian
nel 1527, fu funzionario presso il ministero della giustizia a Nanchino e poi
prefetto nel Yunnan. “Irritato”, secondo D’Elia, per non essere riuscito ad
accedere a gradi accademici superiori, si dimise da ogni incarico e si diede a
studi buddisti e alla poesia, divenendo rinomato conferenziere. Contrastato
dalle autorità, si rifugiò a Nanchino, dove attirò su di sé grande attenzione.
Secondo la narrazione di Aleni, nel corso dell’incontro con Ricci in quella città,
Li avrebbe acconsentito alla verità della dottrina del Signore del Cielo. In
effetti Ricci sperò nella conversione di Li Zhi, con il quale viaggiò da
Nanchino verso Pechino nel 1600. La sua produzione letteraria lo rese famoso
in tutta la Cina, ma fu censurato dalle autorità di corte per la sua eterodossia, e
venne condannato all’esilio nella sua città natale. Nel frattempo però il poeta
letterato si era già suicidato, all’età di 76 anni, nel 1602. Fu autore di Libri da
bruciare, 焚 書 篇 Fenshupian, che contiene un sonetto in onore di Ricci,
successivamente incluso in altre raccolte poetiche. È stato riprodotto in cinese
con traduzione italiana in Fonti Ricciane II, p. 68.
Li Bengu 李本固 / Li Runan 李汝南 (50)
Aleni lo descrive come rinomato studioso di taoismo e devoto seguace di
Budda. D’Elia lo identifica con 李本固 Li Bengu (Fonti Ricciane II, p. 73).
Nato nel Henan nel 1525 circa, Li svolse vari incarichi prima di divenire
153
presidente della corte suprema di Nanchino. Era famoso per onestà e cultura, e
scrisse alcune opere di carattere religioso.
Huang Hong’en 黃洪恩 / Sanhuai 三槐 (51)
Sanhuai era il nome di cortesia di Huang Hong’en 黃洪恩, nato nelle vicinanze
di Nanchino nel 1545. Divenne monaco buddista in giovanissima età,
prendendo il nome religioso di Xuelang 雪狼. Negli anni successivi divenne
uno degli uomini più celebri del suo tempo per intelligenza, conoscenza del
buddhismo e poesia. Ricci (vedi Della entrata, riportata in Fonti Ricciane II,
pp. 75-78) e Aleni raccontano una vivace e memorabile disputa tra Sanhui e
Ricci, avvenuta a Nanchino nei primi mesi del 1599, nella quale il gesuita ebbe
la meglio. Morì nel 1608.
Liu Dongxing 劉東星 / Liu Xintong 劉心同 (55)
Liu Xintong era il nome di cortesia di Liu Dongxing 劉東星. Aleni lo chiama
governatore generale e Ricci viceré dello Shandong. Di umili origini, nacque
nel 1538 nello Shanxi e intraprese una lunga e brillante carriera, distinguendosi
per onestà e prudenza. Fu commissario della navigazione dei fiumi dello
Shandong e nel corso di questo servizio, per la sua azione durante
un’inondazione di un tratto del canale imperiale, ricevette anche la nomina di
ministro delle opere pubbliche e di presidente del censorato. Incontrò Ricci nel
1600 nella città di Jining 濟寧, nello Shandong. Amico del letterato Li Zhuowu,
a sua volta molto legato a Ricci, Liu era modesto e frugale, vestiva abiti
rattoppati e si cibava di legumi. Queste virtù fecero sperare Ricci in una
possibile conversione, che però non avvenne, essendo Liu morto l’anno
successivo al loro incontro.
Ma Tang 馬堂 (56.60)
L’eunuco Ma Tang fu nominato ispettore fiscale di Linqing 臨清 e Tianjin nel
1596. Divenne tristemente famoso per i furti e i soprusi inflitti alla popolazione.
Vari memoriali, in cui Ma Tang veniva accusato di incapacità e condotta
corrotta, furono inviati al trono. Nel maggio del 1599 alcune famiglie insorsero,
uccidendo molti suoi affiliati e incendiando la sua residenza. Ma Tang fu
protagonista di un importante episodio nella vita di Ricci, trattenendolo a
Linqing dal giugno del 1600 al gennaio del 1601 in stato di semi-arresti
domiciliari. Risale a quel periodo l’episodio del crocifisso, uno dei doni da
inviare alla corte, scambiato da Ma Tang per strumento di magia nera atto a
uccidere l’imperatore. Ricci non mancò di far notare che, provvidenzialemnte,
l’ostilità di Ma Tang finì per favorire i missionari. Infatti la lista dei doni finì
davvero a corte, suscitando la curiosità dell’imperatore. Ricci dedica a questa
complicata vicenda tutto il capitolo XI e parte del capitolo XII del libro IV di
Della entrata (Fonti Ricciane II, pp. 107-128).
154
Cai Xianchen 蔡献臣 (60)
Cai Xianchen apparteneva a una famiglia militare del Fujian. Ricoprì vari
incarichi: Aleni lo definisce ministro dei riti, ma secondo D’Elia era piuttosto
direttore del reparto dei ricevimenti a Pechino. All’inizio fu sospettoso verso il
Ricci, perché si sentì da lui scavalcato nelle sue prerogative al momento della
presentazione dei doni all’imperatore (1601), ma una volta chiarito che era
stato Ma Tang a compiere quella scorrettezza, Cai e Ricci divennero ottimi
amici.
Zhao Bangjing 趙邦靖 (63)
Aleni presenta Zhao Bangjing come un funzionario del ministero dei riti; egli
fu anche sottosegretario al ministero degli uffici civili. Svolse l’importante
mediazione tra il ministero dei riti e Ricci circa il permesso di residenza a
Pechino. L’autore di questo intervento in favore dei Gesuiti sarebbe invece,
secondo il racconto di Ricci in Della entrata, Cao Yubian 曹于汴, un alto
funzionario comunque legato a Zhao Bangjing, (Fonti Ricciane II, pp. 133.
150-151). Aleni racconta che Zhao fu rimosso dall’incarico ed esiliato presso la
sua città natale, trovando conforto solo nell’amico Ricci. Prese con sé il libro di
Ricci Il vero significato del Signore del Cielo, Tianzhu shiyi 天主實義, e lo
lesse con devozione per non dimenticare il maestro straniero. Colpisce però che
in Della entrata e nelle Lettere non si menzioni questo personaggio.
Nonostante una certa sovrapposizione tra le figure di Zhao Bangjing 趙邦靖 e
Cao Yubian 曹于汴 (vedi sotto), riteniamo che siano due personaggi distinti.
Shen Yiguan 沈一貫 / Shen Jiaomen 沈蛟門 (64)
Shen Jiaomen era il nome di cortesia di Shen Yiguan 沈一貫, gran segretario
(o cancelliere o primo ministro) dell’impero. Ebbe un incontro cordiale con
Ricci e decise che i Gesuiti avrebbero ricevuto il vitto a spese dello Stato. Nato
nella provincia del Zhejiang, dopo aver concluso gli studi nel 1568, iniziò la
propria carriera svolgendo diversi incarichi: divenne ministro dei riti a
Nanchino nel 1594 e subito dopo venne innalzato alla carica di gran segretario
del consiglio interno. In questa veste interruppe, durante la guerra di Corea, i
rapporti commerciali con il Giappone. Fu anche ministro delle finanze nel 1597
e, nel 1600, ministro del personale, infine nel 1603 venne nominato
nuovamente gran segretario. Nel 1601 ebbe un ruolo determinate nella nomina
a principe ereditario di Zhu Changluo 朱常洛. Nel 1605 fu il braccio destro
dell’imperatore e precettore dell’erede al trono. In questo periodo si impegnò
contro l’eccessivo potere degli eunuchi, peraltro senza successo. Si ritirò dalla
vita pubblica per aver protetto funzionari minori a lui legati che erano stati
degradati; morì verso il 1616.
155
Feng Zhuoan 馮琢菴 (65)
Nato nel 1559 nello Shandong, ebbe una rapida e brillante carriera, assumendo
vari incarichi fino a diventare ministro dei riti a Pechino nel 1601. Era di salute
cagionevole, ma le sue dimissioni non vennero mai accettate. Nella capitale
incontrava spesso Ricci, aveva aderito alla dottrina cristiana ed era risoluto a
diventare cristiano, ma morì improvvisamente prima che ciò fosse possibile,
nel 1603, a soli 44 anni. Ricci ne parla in Della entrata e in I dieci capitoli di
un uomo straordinario, 畸 人 十 篇 Jiren shipian, affermando che avrebbe
voluto contrastare la dottrina del buddismo e del taoismo, introducendo nelle
scuole della Cina la dottrina del servizio del Cielo (Fonti Ricciane II, p. 156).
Li Dai 李戴 (66)
Nato nel 1531 nell’Henan, rivestì prestigiosi incarichi in varie province, a
Nanchino e a Pechino. Nel 1576 si prodigò a favore delle popolazioni colpite
da inondazioni nello Shaanxi, e a Pechino dal 1598 si impegnò contro
l’eccessivo peso fiscale e contro due potenti eunuchi che angariavano la
popolazione. Quando a Pechino incontrò Ricci, che lo chiama “mandarino
supremo”, era ministro della funzione pubblica. Scrisse alcune opere ispirate al
buddismo e al taoismo, religioni a cui rimase legate anche quando fu in
profondo e frequente dialogo con Ricci, con il quale si rammaricava della sua
polemica verso il buddismo. Uno dei loro colloqui venne riportato nel primo
capitolo de I dieci capitoli di un uomo straordinario, 畸人十篇 Jiren shipian.
Nel 1604 fu costretto a dimettersi a causa di uno scandalo in cui era coinvolto il
nipote. Li Dai morì nel 1607.
Zhao 趙 / Xiao Daheng 蕭大亨 (66)
Il ministro della guerra, che Aleni chiama Zhao 趙 sarebbe in realtà, secondo
D’Elia, Xiao Daheng 蕭大亨 (Fonti Ricciane II, p. 300). Nato nello Shangdong,
si addottorò nel 1562 e assunse un primo incarico nello Shanxi. Fu poi
trasferito nella provincia dello Ningxia, dove fu governatore. Avendo servito
per circa 30 anni al confine tra Cina e Mongolia, scrisse un trattato sul popolo
mongolo, tradotto in francese nel 1945. A Pechino svolse vari alti incarichi al
ministero della guerra, della giustizia e come censore imperiale. Fu insignito
anche del titolo di istruttore del principe ereditario. Morì a Pechino nel 1608.
Suo nipote, con il consenso dello zio, si convertì al cattolicesimo nel 1602 con
il nome di Michele, ma morì giovanissimo (Fonti Ricciane II, p. 155).
Wang Ruxun 王汝訓
王汝訓 (66)
Wang Ruxun era viceministro della giustizia. Originario dello Shandong, si
addottorò nel 1571 e intraprese la carriera di funzionario, diventando
governatore dello Zhejiang. Dopo essersi ritirato in famiglia per oltre quindici
anni, ottenne di nuovo incarichi pubblici nell’ambito del ministero della
giustizia (nel periodo in cui conobbe Ricci) e delle opere pubbliche. È uno
156
degli interlocutori ne’ Il vero significato del Signore del Cielo, 天主實義
Tianzhu Shiyi (Fonti Ricciane II, p. 300).
Zhu Qiandu 祝僉都 (66)
Non siamo ancora stati in grado di identificare questo personaggio, elencato
insieme a diversi altri alti mandarini come visitatori di Ricci a Pechino. Aleni
lo definisce viceministro dei riti.
Feng Yingjing 馮應京 / Feng Mugang 馮慕岡 (66.67).
Feng Mugang era il nome di cortesia di Feng Yingjing 馮 應 京 ,
importantissimo collaboratore e amico di Ricci. Nacque nella città di Xuyi 盱
眙, nell’attuale provincia dell’Anhui, prima del 1577 e si addottorò nel 1592.
Assunse la carica di segretario al ministero delle finanze e altri incarichi
militari a Pechino. Nel 1600 fu nominato segretario del giudice provinciale
delle province di Hunan e Hubei. In questo ufficio, secondo il racconto di Ricci
in Della entrata, «si portò con molta integrità, non solo alieno di avarizia, ma
anco molto amico del ben pubblico e opere pie, e rectissimo nel giudicare e
favorire alle vedove e poveri» (Fonti Ricciane II, pp. 163). Secondo la Storia
dei Ming, 明史 Ming Shi, era energico contro i mandarini avari e corrotti. Aleni
gli attribuisce la carica di assistente del censore. Cadde in disgrazia nel 1601 e
fu ingiustamente imprigionato a Pechino, dove fu liberato nel 1604. Conobbe
Ricci di fama e poi di persona a Pechino, prima di essere condotto in carcere.
Insistette presso Ricci perché pubblicasse senza indugio le sue opere, e così
Ricci pubblicò Il vero significato del Signore del Cielo, 天主實義 Tianzhu
shiyi (la cui composizione era in gestazione da molti anni), e Le venticinque
sentenze, 二十五言 Ershiwu yan, che era già stato composto a Nanchino nel
1599-1600. Feng stesso scrisse prefazioni alle due opere e a una nuova
edizione di Dell’amicizia, 交友論 Jiaoyou lun. Ricci dedicò a quest’uomo, che
amò e stimò moltissimo, varie pagine della sua Della entrata (Fonti Ricciane II,
pp. 162-168). Feng morì senza battesimo nel 1607, ma Ricci sperò per la sua
salvezza per il grande bene che fece ai missionari (Fonti Ricciane II, p. 168).
Cao Yubian 曹于汴 / Cao Dujian 曹都諫 (66)
Si propone qui di identificare Cao Dujian 曹都諫, che non compare con tale
nome nei testi ricciani, con Cao Yubian 曹于汴, con cui Ricci strinse forte
amicizia, ma che non è nominato da Aleni. 都諫 Dujian potrebbe in effetti
indicare una carica, piuttosto che un nome proprio. Cao Dujian/Yubian, quando
incontrò Ricci a Pechino, era direttore dell’ufficio delle cariche civili nel
ministero degli uffici civili. Cao nacque nel 1554 nello Shansi. Laureatosi nel
1592, dopo incarichi periferici dove si distinse per buona amministrazione, fu
elevato a censore dei magistrati della capitale, nell’ufficio delle cariche civili.
In questa carica, con grande coraggio, denunciò la corruzione dei ministri della
guerra di Nanchino e di Pechino, causandone le dimissioni, e difese da una
calunnia il sottosegretario al ministero degli uffici civili Zhao Bangjing 趙邦靖
157
(vedi sopra). Dopo la morte di Ricci egli divenne vicedirettore della corte dei
sacrifici e vicepresidente della corte di cassazione, assistente del presidente del
censorato e vicepresidente dello stesso. Dal giugno 1628 ai primi mesi del 1630
fu censore imperiale. Autore di vari libri, è l’interlocutore di Ricci nel capitolo
V de I dieci capitoli di un uomo straordinario, 畸人十篇 Jiren shipian, sul
tema del silenzio. Morì nel 1630.
Gong Daoli 龔道立
龔道立 (66)
Nato nel Jiangsu, ebbe vari incarichi nel Fujian, Guangdong e Guangxi. Aleni
lo qualifica come direttore delle vie navigabili. Probabilmente conobbe Ricci ai
tempi in cui risiedeva a Nanchang (1595-1598). È interlocutore di Ricci ne’ Il
vero significato del Signore del Cielo, 天主實義 Tianzhu shiyi, e nel capitolo
VIII de’ I dieci capitoli di un uomo straordinario, 畸人十篇 Jiren shipian.
Li Zhizao 李之藻 / Li Wocun 李我存 (66.78.88.95.116)
Li Wocun è il nome di cortesia di Li Zhizao 李之藻, conosciuto nelle fonti
gesuitiche con il nome cristiano di Leone. Insieme a Xu Guangqi fu il più
importante funzionario cristiano amico e sostenitore di Ricci. Ricevette il
battesimo nel 1610 dallo stesso Ricci, continuando a collaborare con altri
missionari gesuiti anche dopo la sua morte. Nacque nel 1565 ad Hangzhou 杭
州, nello Zhejiang e iniziò la carriera nel ministero delle opere pubbliche.
Conobbe Ricci nel 1601 a Pechino e, colpito dalla sua carta geografica del
mondo, decise di approfondire la conoscenza delle scienze occidentali.
Collaborò con i Gesuiti compilando molte opere, soprattutto di carattere
scientifico. Nel 1603 diventò intendente del canale imperiale, poi a causa di
invidie e incomprensioni, tra il 1606 e il 1608, si ritirò dalla vita pubblica nella
casa natia. Rivestì di nuovo una carica pubblica, quella di magistrato di
distretto, nell’Hebei, continuando a mantenere stretti rapporti con Ricci.
Tornato a Pechino nel 1610, durante una grave malattia, nel corso della quale si
ritrovò solo, senza amici e familiari, fu premurosamente accudito da Ricci e
decise finalmente di farsi battezzare. Finanziò la costruzione della chiesa del
sud (南堂 Nantang, oggi cattedrale di Pechino). Si occupò dei funerali di Ricci
e scrisse per lui due epitaffi. Dal 1611 trascorse nella sua città natale il periodo
di lutto rituale di tre anni per la morte del padre, durante il quale introdusse la
fede cristiana e ospitò i Gesuiti. Negli anni successivi ritornò alla vita pubblica,
prima a Nanchino e poi a Pechino, dove si occupò della correzione del
calendario, convincendo l’imperatore a servirsi dei missionari gesuiti. Durante
la persecuzione di Nanchino del 1616 si attivò a difendere i missionari. Fino al
1623, anno del definitivo ritiro dalla vita pubblica, svolse altri incarichi di
rilievo. Si dedicò successivamente alla pubblicazione di numerosi libri. Nel
1629, all’apertura dell’ufficio del calendario a Pechino, cui furono assegnati
anche i missionari europei, a Li Zhizao venne attribuito il titolo di vicedirettore.
Morì l’anno successivo, nel 1630. La sua attività letteraria fu vasta e poliedrica,
158
spaziando dalla matematica alla geometria, dalle questione filosofiche a quelle
religiose.
Di particolare rilievo fu la pubblicazione della Prima raccolta di studi del
Cielo 天 學 初 函 Tianxue chuhan (1628), raccolta di testi compilati in
collaborazione con alcuni missionari su temi di carattere scientifico, morale e
filosofico. Leone Li è particolarmente caro alla memoria dei cattolici cinesi,
perché traduttore del Padre Nostro e delle preghiere più comuni.
Xu Guangqi 徐光啟 / Xu Xuanhu 徐玄扈 (68.69.70.71.72.73.78)
Xu Guangqi 徐 光 啟 , il cui nome di cortesia era Xu Xuanhu, fu il più
importante convertito cattolico nella storia della Cina: la «maggior colonna che
in questi principij hebbe questa christianità della Cina», secondo la felicissima
espressione riportata da Ricci in Della entrata (Fonti Ricciane II, p. 308). È
figura importante nella storia della Cina come letterato, scienziato e uomo
politico. Nacque a Shanghai il 24 aprile del 1562 (nella zona oggi denominata
徐家匯 Xujiahui, ove sorgono la cattedrale e altre strutture cattoliche), dopo
aver iniziato con risultati brillanti il suo corso di studi, riuscì a superare gli
esami imperiali solamente nel 1604, dopo parecchie difficoltà. In seguito fu
ammesso all’accademia Hanlin 翰林. Ebbe le prime conoscenze della dottrina
cristiana da Lazzaro Cattaneo, che conobbe nel 1596 a Shaozhou 韶州, ma fu
soltanto dopo l’incontro con Ricci, avvenuto nel 1600 a Nanchino, che iniziò
un cammino di conversione. Ebbe anche un sogno/visione della Trinità, di cui
si parla nella presente biografia al n. 69. Fu il primo accademico laureato a
ricevere il battesimo, il 15 gennaio 1603 a Nanchino, da parte di João Da
Rocha, assumendo il nome cristiano di Paolo, per cui divenne noto nelle fonti
gesuitiche come il “dottor Paolo”. In seguito si accostò ai sacramenti della
penitenza e della comunione. Ebbe una intensa collaborazione scientifica e
religiosa con Ricci, verso cui aveva una ammirazione sconfinata: insieme
tradussero i primi sei libri di Euclide, che subito furono dati alle stampe. In
collaborazione con Sabatino De Ursis scrisse anche un trattato di successo sui
metodi di irrigazione. Nel 1607 fu nominato correttore dell’accademia, ma
dovette tornare a Shanghai per il rituale periodo di tre anni di lutto a seguito
della morte del padre. Fu così che, con Lazzaro Cattaneo, introdusse la fede
cristiana nella sua città natale (1608). Rientrò a Pechino verso la fine del 1610,
quando Ricci era già morto, e prese la difesa dei cristiani e dei missionari nel
1616, durante la prima persecuzione di Nanchino, la prima azione anti-cattolica
in Cina.
Negli anni successivi proseguì la sua carriera politica, divenendo direttore
dell’istruzione imperiale e censore (1919). Intensificò pure la sua opera di
apostolato, conducendo, nel solo 1623, 120 letterati al battesimo. Nello stesso
anno divenne sottosegretario al ministero dei riti e provvide, in collaborazione
con Giacomo Rho, Terrentius Schreck e Adam Schall von Bell, alla correzione
del calendario cinese. Nel 1630 divenne ministro dei riti (così lo identifica
159
Aleni nella presente biografia, scritta nello stesso anno). Con l’intermediazione
di Nicolò Longobardo e di Francesco Sambiasi, ottenne da Macao 400 soldati
in difesa del trono imperiale (1630).
Nel luglio 1632 fu nominato gran segretario e divenne uno dei pochissimi
membri del consiglio di Stato, dove, a giudizio dello storico moderno Alfons
Wäth, fu il consigliere preferito dell’imperatore. Fu precettore del principe
ereditario nel 1633. Morì a Pechino il 10 novembre dello stesso anno, attorniato
dai missionari, lasciando niente altro che i soldi per il funerale. La sua salma fu
trasportata nel 1641 a Xujiahui (Shanghai), che dal XIX secolo divenne un
importantissimo centro di opere cattoliche, l’unico del genere in tutta la Cina.
Nel 2010 il vescovo coadiutore si Shanghai Aloysius Jin Luxian 金 魯 賢
annuncia l’avvio della causa di beatificazione di Paolo Xu Guangqi.
Ai Tian 艾田 (74)
Ai Tian 艾田 era ebreo, nato verso il 1545 nei pressi di Kaifeng 開封, nella
provincia di Henan. Ricci lo conobbe a Pechino nel luglio 1605 e da lui ebbe le
prime notizie circa l’esistenza di antiche comunità cristiane in Cina, chiamate
“adoratori della croce”. Erano probabilmente discendenti di cristiani della
chiesa dell’Est, giunti in Cina in epoca mongola (dinastia Yuan), che avevano
conservato la venerazione della croce, ma perso memoria della dottrina
cristiana.
Zhang 張 (75)
Non ci sono altre informazioni, oltre al fatto che era un “adoratore della croce”
di Kaifeng 開封. Insieme ad Ai Tian incontrò Ricci a Pechino nel 1605. La loro
visita è narrata nei dettagli da Ricci in Della entrata (Fonti Ricciane II, pp.
316-323) e nella lettera ad Acquaviva del 26 luglio 1605 (Lettere, pp. 412-415).
Wu Daonan 吳道南 (113.114)
Originario dello Jiangxi, aveva percorso una brillante carriera, parallela a una
rilevante attività di scrittore in campo storico e scientifico. Era cancelliere e
presiedeva, in qualità di reggente, il ministero dei riti nel 1610, quando approvò
la sottomissione al trono della richiesta per la sepoltura di Ricci. Fu sempre lui
a dare l’ordine di destinare allo stesso scopo il terreno sequestrato all’eunuco
Yang. Forse non incontrò Ricci, tuttavia trattò i Gesuiti suoi successori con
straordinaria benevolenza, al punto che essi speravano nella sua conversione
(Fonti Ricciane II, pp. 588-590). Nel 1615 divenne gran segretario e ministro
dei riti. Fu molto apprezzato dall’ imperatore, che lo costrinse a rivestire
cariche pubbliche nonostante le sue numerose richieste di ritirarsi dalla vita
pubblica. Wu Daonan morì nel 1619.
Lin Maohuai 林茂槐 (113)
Nato a Fuqing 福清, nel Fujian, era parente e conterraneo di Ye Xianggao.
160
Conclusi gli studi nel 1595, intraprese la carriera di funzionario, rivestendo
alcuni incarichi all’interno del ministero del personale. In seguito divenne
direttore di sezione nel ministero degli uffici civili. In qualità di direttore
dell’ufficio dei ricevimenti il suo nome compare in calce al memoriale del 14
giugno 1610, in favore alla sottomissione al trono della richiesta per la
sepoltura di Ricci a Pechino (Fonti Ricciane III, p. 8).
Hong Shijun 洪世俊 (113)
Direttore dei servizi ministeriali (vicedirettore di sezione, secondo D’Elia). Il
suo nome compare in calce al memoriale del 14 giugno 1610, in favore alla
sottomissione al trono della richiesta per la sepoltura di Ricci a Pechino (Fonti
Ricciane III, p. 8).
Han Wanxiang 韓萬象 (113)
Fu segretario di tribunale. Il suo nome compare in calce al memoriale del 14
giugno 1610, in favore alla sottomissione al trono della richiesta per la
sepoltura di Ricci a Pechino (Fonti Ricciane III, p. 8).
Huang Jishi 黄吉士 (114)
Prefetto di Pechino al momento della morte di Ricci (1610). Nato nell’attuale
Hebei, rivestì cariche di censore e di magistrato. Di lui non si registrano
incontri con Ricci, ma con i missionari suoi successori, in particolare Diego de
Pantoja. Huang mise in esecuzione l’ordine, datogli dal cancelliere Wu Daonan,
di cui era amico fraterno, di destinare il terreno sequestrato all’eunuco Yang,
perché fosse destinato alla tomba di Ricci e alla residenza dei Gesuiti. Nicolas
Trigault riporta l’iscrizione dedicatoria in onore di Ricci offerta dal prefetto il
29 novembre 1610, riportata, tradotta e commentata da D’Elia (Fonti Ricciane
II, 616-617).
Yang 楊 (114)
L’eunuco caduto in disgrazia, a cui venne sottratta la residenza, che fu poi
destinata alla sepoltura di Matteo Ricci. Non si sa molto circa questo
personaggio che, secondo le fonti gesuitiche, doveva essere inizialmente
potente, ma poi venne condannato per motivi sconosciuti, comunque di poca
importanza.
Michele Zhang / Zhang Shi 張識 (117)
Terzo dei sei figli di Zhang Geng 張賡, leader della comunità cattolica del
Fujian, Michele Zhang morì il 5 agosto 1622, all’età di 18 anni, esattamente
due anni dopo aver ricevuto in visione l’anticipazione della data della sua
morte. Nel giorno stesso della sua morte, ebbe una seconda visione in cui vide
San Matteo apostolo e Matteo Ricci intercedere per lui presso Dio. Michele
Zhang divenne il “santo patrono” della sua famiglia e della comunità cristiana
161
di Quanzhou 泉州, apparendo varie volte, in sogno e in visione, a familiari o
convertiti.
Zhang Xiazhan 張夏詹 / Zhang Geng 張賡 (117)
Matteo Zhang Xiazhan, nome di cortesia di Zhang Geng 張賡, raccolse la
testimonianza della visione del figlio Michele. Zhang Geng era il primo
convertito dalla provincia del Fujian battezzato da Aleni e il suo principale
collaboratore. Nel 1629 abbandonò la carriera per dedicarsi completamente
all’evangelizzazione, in collaborazione con Aleni. Scrisse vari testi religiosi,
curò e scrisse le introduzioni a vari scritti dei missionari e dei convertiti.
Nacque nel 1570 circa e morì nel 1646/1647.
Li Jiubiao 李九標 (postfazione, 1.10)
Li Jiubiao, l’autore della postfazione alla Vita di Ricci scritta da Aleni, era uno
dei più stretti collaboratori di Giulio Aleni nel Fujian. Il letterato fu battezzato
con il nome di Stefano da Aleni nel dicembre 1628, insieme al fratello 李九功
Li Jiugong. Li Jiubiao è il curatore degli otto volumi del Diario delle
esortazioni orali, 口鐸日抄 Kouduo Richao (1640), nel quale ha registrato un
decennio di predicazione di Aleni nel Fujian. Si tratta di uno dei testi più
importanti per comprendere la missione gesuitica nella Cina del tardo Ming. Li
Jiubiao era originario di Fuqing 福清 (Fujian); di lui non si conosce l’anno di
nascita; quello di morte potrebbe essere il 1646.
Fratelli coadiutori gesuiti
Zhong Mingren 鍾銘仁 / Zhong Nianjiang 鍾念江 / Sebastião Fernandes
(15.43)
Zhong Nianjiang è nome di cortesia di Zhong Mingren 鍾銘仁, conosciuto
nelle fonti gesuitiche con il nome portoghese di Sebastião Fernandez (o
Fernandes). Era un convertito cinese, diventato uno dei primi due fratelli
coadiutori gesuiti. Nato nella città di Xinhui 新會, presso Macao, nel 1552,
venne educato dai Gesuiti a Macao e, insieme a Huang Mingsha (vedi sotto),
nel 1589 fu inviato presso Ricci, a Shaozhou 韶州, come candidato per entrare
nella Compagnia di Gesù. Il visitatore Alessandro Valignano chiese al padre
generale il permesso di ammettere Zhong e Huang nella Compagnia di Gesù,
cosa che avvenne nel 1591. Ricci, suo maestro di noviziato, gli insegnò anche
la teologia e il latino, segno certo che avrebbe desiderato ammetterlo al
sacerdozio. Zhong operò nelle residenze di Shaozhou, Nanchang, Nanchino e
Pechino, e si rivelò un valido aiuto di Ricci e Cattaneo. Nel 1595 subì una
dolorosa punizione dalle autorità civili per una falsa accusa. Accompagnò Ricci
nel viaggio a Nanchino e nella breve permanenza a Pechino del 1598, e fece
parte del gruppo che entrò trionfalmente a Pechino nel 1601. Viene citato
162
spesso da Ricci, di cui fu anche confidente, nell’opera Della entrata.
Conoscendo bene la lingua cinese, aiutò i missionari nella determinazione dei
toni nel corso della compilazione del dizionario cinese-portoghese. Contribuì
alla fondazione della residenza di Hangzhou nel 1611, anno in cui collaborò
con Nicolas Trigault. Patì numerose sofferenze nella persecuzione di Nanchino
del 1616. Morì attorno al 1620, certamente prima del 24 novembre 1621, data
in cui è menzionato come defunto in un catalogo.
Huang Mingsha 黄明沙 / Francisco Martins (15.76)
Huang Mingsha era un giovane cino-portoghese, nato a Macao intorno al 1568,
e fratello coadiutore della Compagnia di Gesù. Educato presso i Gesuiti nella
sua città natale, nel 1589, insieme a Zhong Mingren, fu inviato a Shaozhou 韶
州 come candidato alla Compagnia, alla quale fu ammesso con il compagno nel
1591. Fece il noviziato avendo Ricci come maestro, collaborò con João Soeiro
e, dal 1598, presso la residenza di Shaozhou con Nicolò Longobardo, che
accompagnò nel suo apostolato in campagna. Lavorò assiduamente per
facilitare l’ingresso dei confratelli europei. Ricevette gli ordini minori, primo
tra i cinesi, segno che Ricci intendeva avviare anche lui, insieme a Zhong
Mingren, al sacerdozio. Nel 1605 fu inviato a Macao con le lettere che
avrebbero permesso il viaggio del Visitatore Alessandro Valignano a Pechino
nel 1606, nel corso del quale Huang Mingsha avrebbe dovuto essere
l’accompagnatore del Visitatore. Ma quel viaggio non doveva aver luogo:
Valignano morì il 20 gennaio 1606 e Huang, nel mese di febbraio, venne
arrestato a Guangzhou in quanto sospettato di essere spia dei portoghesi. Fu
torturato fino alla morte, avvenuta il 31 marzo 1606, prima vittima cattolica in
terra di Cina. La sua innocenza venne poi riconosciuta, e la salma fu trasportata
a Macao.
You Wenhui 游文辉
游文辉 / Manuel Pereira (56.116)
You Wenhui, conosciuto con il nome portoghese di Manuel Pereira, era un
convertito cinese, nato a Macao nel 1575, ammesso nella Compagnia come
fratello coadiutore il 15 agosto 1605 a Pechino. Aveva acquisito nozioni di
pittura, è l’autore del celeberrimo ritratto di Matteo Ricci conservato presso la
chiesa del Gesù a Roma. Nel 1613 era impegnato nella residenza di Nanxiong
南 雄, nel Guang dong. Morì nel 1633. È citato solo implicitamente nella
presente biografia ricciana.
João Barradas (25)
Giovane catechista proveniente da una famiglia cristiana di Macao, formato a
Shaozhou 韶州 come candidato alla Compagnia. Morì annegato nel fiume Gan
贛 江, nel quale era caduto insieme a Ricci, durante il loro viaggio verso
Nanchino, nell’aprile 1595. Il corpo non fu più ritrovato e Ricci fu molto
sconfortato dalla tragica morte del compagno. Di lui non conosciamo né il
163
nome cinese, né l’anno di nascita. Nella presente biografia ricciana è citato
l’episodio della sua morte al n. 25, senza che ne sia fatto il nome.
Leitão António (76)
Nato nel 1578/81 a Macao, convertito cinese di cui si conosce solo il nome
portoghese, entrò nella Compagnia nel 1603, e fece il noviziato a Pechino nel
1605. Fu lui (e non Huang Mingsha come riferisce Aleni nel paragrafo 76) che
nel 1607 fu inviato da Ricci a Kaifeng 開封, per verificare la presenza di
antiche comunità cristiane. L’anno successivo fu inviato a Shaozhou 韶州 a
collaborare all’apostolato presso quella residenza. Morì nel 1611.
Gesuiti europei
Nicolò Bencivegni (2)
L’istruzione del piccolo Matteo fu affidata fino ai sette anni alla guida di
Nicolò Bencivegni (alias Serangeli), un sacerdote nato a Siena nel 1532 e
morto nel 1608. Quando Bencivegni entrò nella Compagnia di Gesù a Roma, il
15 dicembre 1559, l’istruzione di Matteo fu affidata ad altri, ma Ricci
mantenne con il suo primo precettore un significativo contatto epistolare, anche
in Cina (nessuna lettera al maestro è purtroppo giunta fino a noi).
Nell’epistolario Ricci ricorda più volte con grande affetto Bencivegni, e in una
di esse (Lettere, p. 360) si accenna al primo precettore come un modello
ispiratore nella decisione di Matteo di entrare nella Compagnia di Gesù.
Michele Ruggieri 羅明堅 Luo Mingjian (8.9)
Nato a Spinazzola, in Puglia, nel 1543, dopo aver compiuto gli studi giuridici,
si laureò in diritto. Nel 1572 entrò nella Compagnia di Gesù e cinque anni dopo,
nel novembre del 1577, si recò a Lisbona. Il 24 marzo 1578, insieme a Ricci, a
Francesco Pasio e ad altri confratelli, si imbarcò per Goa (India), dove giunse il
13 settembre. Nel 1579 fu inviato a Macao e, dopo due brevissime permanenze
in Cina, il 10 settembre del 1583, insieme a Ricci, si stabilì a Zhaoqing 肇慶,
fondando la prima residenza in Cina. Nel 1588, su ordine di Alessandro
Valignano, fu inviato a Roma per organizzare un’ambasceria papale presso
l’imperatore Wanli per ottenere la libertà della predicazione. Ricci preparò in
lingua cinese la lettera diplomatica che avrebbe dovuto essere approvata e
bollata dal papa. Ma quando Ruggieri giunse a Roma il piano fu rinviato più
volte, perché nel giro di soli due anni (1590-92) ben cinque papi si succedettero
alla Sede apostolica. Nel 1597 il superiore generale Claudio Acquaviva e
Valignano decisero di rinunciare al progetto. Ruggieri non ritornò in Cina,
perché non c’era la legazione da accompagnare ed era anche troppo vecchio per
il pericoloso viaggio. Morì a Salerno l’11 maggio 1607, esattamente tre anni
prima di Ricci.
164
João Soeiro 蘇如漢 Su Ruhan (31)
Nato nel 1566, portoghese, entrato nella Compagnia nel 1584, arrivò a Goa nel
1587. Insieme a João da Rocha giunse nel 1591 a Macao, dove restò fino al
1595, quando si insediò a Nanchang, dopo la partenza di Ricci prima, e di da
Rocha poi. La salute malferma e la grande mole di lavoro lo portarono alla
morte nel 1607. Pubblicò una Dottrina cristiana nel 1601.
João da Rocha 羅如望 Luo Ruwang (31.70.72.118)
Nato nel 1565 a Braga (Portogallo), arrivò a Macao nel 1591. Da lì ebbe inizio
la sua intensa attività missionaria, che lo portò a Shaozhou 韶州, Nanchang,
Nanchino e infine a Hangzhou, dove nel 1603 battezzò Paolo Xu Guangqi 徐光
啟. Autore di alcuni testi catechetici, nel 1619 pubblicò il Metodo del Rosario,
誦 念珠 規 程 Song nianzhu guicheng, con 15 bellissime immagini in stile
cinese. Morì a Hangzhou nel 1623.
Lazzaro Cattaneo 郭居靜 Guo Jujing (21.33.39.42.43.97)
Nato a Sarzana (La Spezia) nel 1560, entrò nel noviziato di Sant’Andrea al
Quirinale, a Roma, nel 1581; giunse a Macao nel 1593. Compagno di Ricci,
svolse una intensa attività di evangelizzazione nelle missioni di Shanghai,
Hangzhou e Jiading 嘉定 (vicino a Shanghai). Aiutò Yang Tingyun 楊廷筠 a
superare le sue difficoltà ad accedere al battesimo (1611). Cattaneo morì a
Hangzhou nel 1640.
António de Almeida 麥安東 Mai Andong (34)
Nato nel 1557 in Portogallo, entrato nella Compagnia di Gesù nel 1576, nel
1585 giunse a Macao con Duarte de Sande. Accompagnò Ruggieri nel viaggio
nello Zhejiang del 1586, e negli anni successivi collaborò all’opera di
evangelizzazione di Ricci a Zhaoqing 肇慶 e Shaozhou 韶州. Fu il primo
gesuita a morire all’interno della Cina (1591). La sua salma venne trasportata a
Macao.
Francesco de Petris 石方西 Shi Fangxi (34)
Nato nel 1562 a Badia di Farfa (Rieti), destinato alle missioni del Giappone,
giunse nel 1588 a Macao, ove Valignano decise di mandarlo in Cina al posto di
Ruggieri, che tornava in Italia. Raggiunse Shaozhou 韶州 nel 1591. Imparò il
cinese molto bene e dette ottima prova di sé, ma morì giovanissimo nel 1593,
edificando lo stesso Ricci per santità di vita. La morte di de Petris fu
fortemente rimpianta perché il giovane Gesuita era noto per le sue spiccate
capacità intellettuali e morali.
Nicolò Longobardo 龍華民 Long Huamin (34)
Nato a Caltagirone (Catania) nel 1565, entrò nella Compagnia nel 1582 e nel
1597 arrivò a Macao, da dove raggiunse immediatamente Shaozhou 韶州,
165
restandovi fino al 1611. Successore di Ricci alla guida della missione, coprì
quella carica fino al 1622. Fu missionario e sinologo di grande valore, autore di
numerose opere. Morì nel 1654, dopo il suo 89mo compleanno e l’imperatore
accordò grandi onori per il suo funerale (1655). Continuò sulla linea di
Valignano e Ricci per quanto riguarda l’inculturazione liturgica, la promozione
del clero cinese, l’indipendenza della missione della Cina da Macao e
l’apostolato scientifico. Attuò la missione diretta al popolo, che Ricci approvò
con tanta convinzione da nominarlo suo successore. Si distinse dal
predecessore sulla questione dei nomi di Dio e dell’interpretazione del
confucianesimo.
Diego de Pantoja 龐迪我 Pang Diwo (54)
Nato a Toledo (Spagna) nel 1571, entrò nella Compagnia di Gesù nel 1589 e
giunse a Macao nel 1597, destinato inizialmente al Giappone. Nel 1600 venne
inviato da Valignano a Nanchino, da dove accompagnò Ricci nel secondo e
definitivo viaggio a Pechino (1601). Trascorse la vita missionaria nella
capitale, dove battezzò quasi duemila persone. Dopo la morte di Ricci firmò la
petizione all’imperatore per ottenere un luogo di sepoltura. Fu autore di alcuni
scritti, tra cui Sette vittorie, 七克 Qike (1614) e uno sulla passione di Gesù,
pubblicato postumo a Macao nel 1618.
Bento de Góis 鄂本篤 E Bendu (77)
Nato nel 1562 nelle Azzorre (Portogallo), incaricato dal visitatore in India di
verificare, attraversando l’Asia centrale, se il Cathai e Kambaliq di Marco Polo
fossero la Cina e Pechino. Lo scopo del suo viaggio era anche venire in aiuto
alle comunità cristiane, che, a detta dei mercanti centro-asiatici, ancora
dimoravano in quella lontana regione. Bento de Góis partì da Agra (India) il 29
ottobre 1602 e arrivò a Suzhou 蘇州 (nell’attuale provincia del Gansu) il 22
dicembre del 1605. Ricci non incontrò personalmente de Góis, ma dopo che i
due riuscirono finalmente a stabilire un contatto epistolare, vi mandò il fratello
coadiutore Zhong Mingren 鍾銘仁. Zhong raggiunge de Góis il 31 marzo 1607,
ma questi morì pochi giorni dopo, il 10 aprile. L’incredibile avventura
dell’eroico de Góis è raccontata estesamente da Ricci in tre capitoli Della
entrata (Fonti Ricciane pp. 391-445), sulla base del racconto del suo compagno
di viaggio, Isaac Armeno, che riuscì a incontrare Ricci a Pechino, dove giunse
il 28 ottobre 1607. Il viaggio di de Góis confermò una volta per tutte che Ricci
aveva giustamente identificato il Cathai con la Cina e Kambaliq con Pechino. È
solo grazie a Ricci se abbiamo qualche conoscenza dell’eccezionale viaggio di
de Góis, il cui diario fu distrutto da musulmani di Suzhou, che tenevano de
Góis in uno stato di quasi prigionia.
166
Sabatino de Ursis 熊三拔 Xiong Sanba (85)
Nato nel 1575 a Lecce, arrivò a Macao nel 1603. Per le sue conoscenze di
matematica, idraulica e astronomia, nel 1606 venne chiamato da Ricci a
Pechino. Lavorò a stretto contatto con lui fino a quando morì, raccogliendone
l’ultima confessione. Restò a Pechino fino al 1617, quando fu costretto dalla
persecuzione anti-cristiana del 1616 a rifugiarsi a Macao, dove morì nel 1620.
Gaspar Ferreira 費揆一 Fei Kuiyi / 費奇規 Fei Qiguan (85)
Nato in Portogallo nel 1571, entrò in Cina nel 1604, subito destinato a Pechino.
Fu maestro dei novizi cinesi a Pechino e Nanchino dal 1605. In seguito lavorò
soprattutto nelle residenze del Sud; morì a Macao nel 1649.
Giulio Aleni 艾儒略 Ai Rulüe (101.119.120.123)
L’autore della biografia di Matteo Ricci è uno dei più importanti missionari
gesuiti del periodo tardo Ming. Nato a Brescia nel 1582, arrivò a Macao nel
1610 (o nei primi mesi del 1611) e si stabilì in Cina dal 1613. Autore di
numerosi e importanti libri di scienza, filosofia, etica e religione, tra cui la Vita
del Signore del Cielo incarnato 天 主 降 生 言 行 紀 略 Tianzhu jiangsheng
yanxing jilüe (1635) e la Vita illustrata del Signore del Cielo incarnato 天主降
生出像紀略 Tianzhu jiangsheng chuxiang jilüe (1637). Dal 1625 evangelizzò
la provincia del Fujian, dove morì nel 1649. Per la sua eccezionale cultura era
conosciuto con il titolo, del tutto straordinario, di Confucio dell’Occidente, 西
來孔子 Xilai Kongzi.
Francesco Sambiasi 畢今梁 Bi Jinliang / 畢方濟 Bi Fangji (118)
Nato a Cosenza nel 1582, lo stesso anno di Giulio Aleni, con il quale arrivò a
Macao e in Cina, fu buon astronomo, lavorò presso varie residenze e fu
coinvolto nella richiesta di aiuti militari da Macao per la difesa dei Ming
(1630). Morì a Macao nel 1649, lo stesso anno in cui Aleni morì nel Fujian.
Pierre Van Spira 史建修 Shi Jianxiu/史百度
史百度 Shi Baidu (118)
Nacque nel 1584 a Douai (Belgio), la stessa città da cui proveniva Trigault.
Matematico, arrivò in Cina insieme a Giulio Aleni e operò soprattutto a
Nanchang, dove morì nel 1628.
Nicolas Trigault 金尼閣 Jin Nige (citato nelle introduzioni e nelle note)
Nato a Douai nel 1577 (allora parte dei Paesi Bassi, dominati dagli spagnoli e
oggi parte della Francia) divenne gesuita nel 1594 partì per la Cina in 1610,
dove arrivò l’anno successivo. Nel 1612 Trigault fu inviato dal superiore
Nicolò Longobardo in Europa. Salpò da Macao il 9 febbraio 1613, e arrivò a
Roma 11 ottobre 1614. Ottenne dal papa Paolo V il privilegio dell’impiego
della lingua cinese in liturgia, e discusse con il generale della Compagnia
l’indipendenza della missione cinese da quella giapponese. Trigault attraversò
167
l’Europa per propagare la missione gesuitica in Cina ed ottenere supporto
finanziario e doni preziosi.
Durante il suo viaggio (1613-15), Trigault tradusse in latino Della entrata
della Compagnia di Giesù e Christianità nella Cina, il racconto scritto da Ricci
negli ultimi due anni della sua vita. La traduzione latina fu pubblicata ad
Augusta nel 1615 con il titolo De Christiana expeditione apud Sinas suscepta
ab Societate Jesu (Sulla spedizione cristiana in Cina intrapresa dalla
Compagnia di Gesù). Trigault modificò in alcuni punti il testo originale
(omettendo, per esempio, i nomi delle persone cinesi) e aggiunse una certa
quantità di materiale dalle “Lettere annuali” del 1610 e 1611, con informazioni
sulla morte e il funerale di Ricci, per un totale di un quarto del testo
complessivo. Il libro ebbe un grande successo. La seconda edizione fu
pubblicata l’anno seguente (1616) e fu presto disponibile in varie traduzioni:
francese (1616, 1617, 1618, 1908), tedesco (1617), spagnolo (1621), italiano
(1622), inglese (1625). Il manoscritto originale di Ricci fu dimenticato e venne
ritrovato soltanto nel 1909 negli archivi romani della Compagnia di Gesù dallo
storico gesuita Pietro Tacchi Venturi, che lo pubblicò nel 1911. Fu ripubblicato,
con un ricco commento e apparato di note, dal sinologo gesuita Pasquale
D’Elia nel 1942-49 con il titolo Fonti Ricciane, un capolavoro di erudizione.
Trigault ripartì da Lisbona con più di 20 nuovi missionari nel 1618, e arrivò a
Macao l’anno successivo. Si dedicò soprattutto alla studio linguistico ed
intraprese la traduzione di testi liturgici in cinese per attuare la concessione di
Paolo V. Insorse tra i Gesuiti una grave discordia circa l’impiego dei termini
per dire il nome di Dio in cinese. Trigault, provato dalla fatica, subì un grave
contraccolpo nel vedere la sua posizione in favore dell’impiego di termini dalla
tradizione classica, come Sovrano dall’alto 上帝 Shangdi, venire respinta, fino
al punto di togliersi la vita in Hangzhou nel 1628.
Persone menzionate nella Supplica del 1610
La nota che segue riguarda la sola persona che non è già apparsa nella Vita del
Maestro Ricci. Il numero tra parentesi a fianco al nome corrisponde al
paragrafo in cui essa è menzionata.
Sun Yuanhua 孫元化 (3)
Questo importante letterato cristiano nacque nel 1581 a 松江 Songjiang, non
lontano da Shanghai. Fu molto legato a Paolo Xu Guangqi, e dopo il battesimo
fondò una residenza di missionari nella città di Jiading 嘉 定 (vicino a
Shanghai). Si avviò alla carriera militare, e fu responsabile della regione a
ridosso della Grande muraglia, che tra il 1629-1630 i Mancesi avevano forzato,
minacciando Pechino. Fu allora che Xu Guangqi e Li Zhizao persuasero la
corte a ricorrere ai Portoghesi di Macao per ottenere uomini e cannoni, che
furono messi a disposizione di Sun Yuanhua. Successivamente, quando era
responsabile della difesa militare della costa nella provincia di Shandong, Sun
168
subì una rivolta contro l’imperatore da parte dei suoi stessi soldati, con i quali
si rifiutò di solidarizzare. Fu chiamato a Pechino e, nonostante egli si fosse
opposto al tradimento, venne decapitato nel 1632 insieme ad un suo sottoposto,
pure cristiano, vedi Fonti Ricciane II, p. 566.
Persone menzionate nell’Iscrizione del 1615
Le note che seguono riguardano solo persone che non sono già state nominate
nella Vita del Maestro Ricci. Il numero tra parentesi a fianco al nome
corrisponde al paragrafo in cui esse sono menzionate. Nelle seguenti note
biografiche riportiamo dei testi che i letterati hanno dedicato a Ricci. In questo
modo abbiamo ulteriori informazioni circa l’opinione del letterati e funzionari
nei confronti di Ricci.
Cheng Yiwei 鄭以偉 (10)
Alto funzionario, ministro dei Riti e cancelliere nel 1632, morì l’anno
successivo. Era nato nel Jiangxi, e la sua carriera ebbe inizio nel 1601 come
Correttore dell’Accademia e poi sovraintendente dell’istruzione del Principe
ereditario. Molto vicino ai missionari e in particolare al letterato cristiano Paolo
Xu Guangqi, con il quale condivise responsabilità pubbliche. Scrisse una
prefazione alle Sette vittorie, 七克 Qike (1614) di Diego de Pantoja e una al
libro di Sabatino de Ursis e Paolo Xu Guangqi Idraulica occidentale, 泰西水法
Taixi shuifa (1612). Quest’ultimo scritto è la traduzione dell’opera di
meccanica idraulica dello scienziato italiano Agostino Ramelli. Nella
prefazione Cheng Yiwei tratteggia un suo interessante ritratto di Ricci,
riportato da D’Elia, in Fonti Ricciane III, p. 12.
Il Sig. Ricci era un europeo che insieme coi suoi compagni ricevette
ospitalità da parte della Corte imperiale. Lo conobbi nella Capitale
nel 1604. Aveva gli occhi celesti e la barba crespa. Parlai con lui: era
davvero un perfetto gentiluomo. Mentre io andai altrove a riposarmi
per una diecina di giorni, il Sig. Ricci morì ed io gli feci una poesia
per esprimere il mio dolore. Quando nel 1612 tornai alla Corte, andai
a pianger a lungo sulla sua tomba, sulla quale molta erba era già
cresciuta.
Peng Weicheng 彭惟成
彭惟成 (10)
Originario del Jiangxi, come il conterraneo Cheng Yiwei scrisse una prefazione
all'Idraulica Occidentale di De Ursis e Xu, di cui fu anche censore e correttore.
La prefazione, firmata maggio 1612, era intitolata: La santa virtù che viene da
lontano, 聖德來遠 Shengde lai yuan, che d’Elia traduce Arrivo da lontano
della santità, e contiene questo passaggio tradotto da D’Elia in Fonti Ricciane
III, p. 12.
169
L'europeo Ricci, in compagnia dei letterati del suo paese, intelligenti e
dotti, ha varcato i mari, e dall'occidente è venuto ad offrire dei doni
[all'Imperatore]. È un uomo straordinariamente illustre! […] Egli ha
abbandonato la sua famiglia per insegnare alle genti e convertirle a
Dio. Quando nel 1601 potetti vederlo, ebbi 1'impressione d'aver
trovato un palladio che non è di questo mondo... Durante i dodici anni
che fui fuori in parecchi carichi di governo, conservai nel cuore il
ricordo di questo uomo, e da molto tempo desideravo rivedere e
risalutare il Sig. Ricci. Per questo venni al Nord, ma, al ritorno sentii
una tristezza inconsolabile [perche il Ricci era allora morto già da tre
anni].
Zhou Bingmu 周炳模 (10)
Famoso accademico nato a Wuxi 無 錫 , nel Jiangsu, laureatosi nel 1604,
divenne sottosegretario di stato ai Riti dopo il 1620. Zhou Bingmu fu tra i
correttori della traduzione cinese, ad opera di Ricci e Xu, degli Elementi di
geometria, 幾 何 原 本 Jihe yuanben, 1607. È soprattutto autore di una
Introduzione alla ristampa dell’opera di Ricci Dieci discorsi di un uomo
straordinario, 畸人十篇 Jiren shipian, 1608. In essa, scrive D’Elia, affermò
che entrò in intime relazioni col Ricci perché gli sembrava che era l’uomo
perfetto di cui parlavano gli Antichi. Tra i letterati -continua Zhou nella
introduzione secondo il rendiconto di D’Elia- era conosciuto per essere un
‘uomo straordinario’, soprattutto perché la sua fede non gli faceva temere la
morte. Vedi Fonti Ricciane II, p. 302; III, p. 12.
Wang Jiazhi 王家植 (10)
Wang Jiazhi, nativo di Bohai 渤海 (Shandong), entrò in relazione con Ricci per
mezzo di Paolo Xu. Ricci accenna a questo accademico, definendolo «letterato
di fama, che tiene molto grande magistrato nel Collegio de letterati» (ovvero
l’accademia Hanlin), senza peraltro farne il nome, in due lettere al Superiore
generale Claudio Acquaviva datate 8 marzo e 8 agosto 1608 (Lettere, pp.
470.491). Wang fu autore di un commento poetico e di una introduzione a
Dieci discorsi di un uomo straordinario.
Fu Wang che coniò per Ricci l’appellativo di «uomo straordinario 畸 人
Jiren». Esso deriva da una frase del capitolo sesto del classico Zhuangzi: «畸人
者,畸於人而侔於天 L’uomo strano (straordinario) è strano per gli uomini,
ma è in accordo con il Cielo».
Nell’introduzione ai Dieci discorsi, Wang illustra il significato che lui dà a
questo termine. Il passaggio fu tradotto da D’Elia in Fonti Ricciane II, p. 305, e
lo riportiamo con poche modifiche stilistiche.
Per mezzo del dott. Xu ho potuto vedere il dott. Ricci. Egli è un uomo
del grande Occidente, dalla barba folta e dalle poche parole. Avendo
170
portato con sé una ventina di libri [sacri], egli faceva grandi sforzi per
spiegarli oralmente. Ma poiché gli uditori non capivano, ne pubblicò il
senso generale ne Il Vero significato del Signore del Cielo, dove tutto
fu spiegato per essi. Egli ha scritto inoltre I dieci capitoli di un uomo
straordinario dove analizza quel senso [generale]. Io che conosco bene
tutta l’opera sua, sospiro profondamente dicendo che il dott. Ricci è un
uomo straordinario. I regni occidentali e la Cina non potevano
comunicare tra di loro, perché c'era una distanza di diecimila li, [come
tra] il cielo e la terra. Ebbene fu il Ricci che cominciò a metterli in
comunicazione. Dopo aver traversato centinaia di regni e di capitali,
gli è piaciuta solo la Cina. Viaggiando per mare, e [passando] per
luoghi infestati dai coccodrilli, dai draghi e dalle sirene, e da tanti
antropofagi, il Ricci riposava tranquillamente nel suo letto in mezzo a
cosi gravi pericoli. Passando vicinissimo all'India egli si ritirò da solo
nell’interno. La sua religione onora il bene, stima le [cinque] relazioni
[sociali], serve il Cielo; nelle sue parole egli non oppone mai
[all’insegnamento] di 堯 Yao, 舜 Shun e del duca di 周 Zhou o di
Confucio. Generalmente egli soleva subito abituarsi ai vari regni e alle
varie capitali per le quali passava. Entrando in Cina ne ha imparato la
lingua parlata e la lingua scritta. Conosce discretamente [anche] i
Classici e le Storie. Egli non ha trovato insopportabile cambiare le sue
abitudini e adottare gli abiti cinesi, ciò che per lui era una difficoltà.
Egli sa tenersi lontano dalle azioni mondane e sa reprimere le passioni.
Io che conosco tutti i suoi modi di fare, sospiro profondamente dicendo
che il dott. Ricci è un uomo straordinario. Ahimè, siccome non ci sono
due ragioni nel mondo, né due spiriti in un uomo, né due bontà in una
cosa, né due cieli in alto, né due Signori nel cielo, così, se diciamo che
il Ricci è un uomo straordinario, come sarebbe possibile di non
dedurne che noi siamo uomini ordinari? Il commento che ho fatto ai
Dieci Discorsi esprime il mio pensiero, quello del Ricci, quello di tutti
gli uomini e quello del Signore del Cielo. Anche se il mondo non
possedesse il Ricci, la sua dottrina andrebbe innanzi lo stesso. È mai
[davvero] esistito colui che ‘all’aperto guardava la luna e attraverso
un tubo osservava il sole?’ [Anche se fosse esistito] come sarebbe
possibile metterlo sullo stesso livello del dott. Ricci? Tra di loro ci
sarebbe quella stessa differenza che esiste tra la storia antica e la
storia moderna, una via lunga e una scorciatoia, le tenebre e la luce.
Xiong Mingyu 熊明遇 (10)
Nacque presso Nanchang, laureatosi nel 1601, iniziò la carriera come
sottoprefetto nel Zhejiang. Nel 1615, come viene menzionato nell’iscrizione di
Wang Yinglin, Xiong fu nominato censore degli affari militari. In seguito egli
occupò varie alte cariche, in particolare fu ministro della Guerra dal luglio
171
1631 all'agosto o settembre 1632. Nel 1614 scrisse una prefazione all’opera di
Sabatino De Ursis, Il quadrante geometrico, 表度說 Biaodu shuo, ed una alle
Sette vittorie di De Pantoja. D’Elia (Fonti Ricciane III, p. 13) riporta la
traduzione di un passaggio della prefazione alle Sette vittorie:
Uomini strani sono venuti dall'Estremo Occidente: il primo fu Matteo
Ricci a cui tennero dietro una diecina di altri suoi compagni, tra i
quali Diego De Pantoja e Sabatino De Ursis, che hanno fatto un
viaggio marittimo di 90.000 li per venire a contemplare il Regno di
Mezzo. Ecco già una cosa meravigliosa! Le carte e le pitture cosi ben
fatte che hanno portato con sé, e i costumi dei paesi al di là dei mari
che ci hanno descritto, sono una seconda causa della nostra
meraviglia.
Yang Tingyun 楊廷筠 (10).
Michele Yang Tingyun è considerato, insieme a Palo Xu Guangqi, Leone Li
Zhizao e Wang Zheng 王徵, una delle colonne della nascente chiesa cinese. Il
celebre letterato cristiano fu stretto collaboratore di Giulio Aleni. Nacque nel
1562 a Rehe 熱河, presso Hangzhou, la patria di Leone Li, e crebbe in una
devota famiglia buddista. All'età di 35 anni, nel 1592, dopo aver superato gli
esami imperiali, iniziò la carriera di funzionario statale, abbracciando la
dottrina confuciana: assunse successivamente cariche pubbliche sempre più
prestigiose nel Jiangxi, Sichuan, Hunan e Hubei, Jiangsu, ed infine fu vice
governatore di Pechino dal 1621 al 1624. Dal 1602 al 1608 venne in contatto
con Matteo Ricci in varie occasioni, discutendo amichevolmente di filosofia,
senza però avvicinarsi al cristianesimo.
Nel 1613 Yang accompagnò nella città natale Li Zhizao per il funerale del
padre di lui. Fu molto colpito dai funerali cristiani, e ebbe occasione di
conoscere i Gesuiti Lazzaro Cattaneo, Nicolas Trigault e Zhong Mingren. Un
mese dopo, dopo serrate discussioni con Cattaneo, ricevette il battesimo con il
nome di Michele. Le sue maggiori difficoltà nell’accettare la fede furono
l’accettazione della passione di Gesù, la monogamia (dovette licenziare la sua
concubina), la salvezza dei uomini virtuosi della Cina, la risurrezione dei corpi.
Michele Yang portò alla fede molti membri della sua famiglia e amici. Si deve
a lui la fondazione della residenza ad Hangzhou, dove ospitò, proteggendoli, i
Gesuiti durante la persecuzione scoppiata a Nanchino nel 1616. Fu autore di
numerosi scritti cristiani, prefazioni, risposte a scritti anticristiani, e raccolte.
Morì nel dicembre del 1627.
Peng Ruiwu 彭端吾 (10)
Originario dell’Henan, si stabilì nel Jiangxi, addottoratesi nel 1601 e censore
provinciale dello Shansi nel 1608. Nel 1614 fu uno degli accademici che fece
una prefazione a le Sette vittorie di De Pantoja.
172
Cui Chang 崔淐 (10)
Nato nell’Anhui, si laureò nel 1601 e divenne direttore nel ministero degli
Uffici civili. Era uomo serio e severo, di condotta irreprensibile. Scrisse per le
Sette vittorie De Pantoja una prefazione generale a tutta l'opera, ed una
prefazione speciale a ciascuna delle sette sezioni sui peccati capitali.
Chen Liangzai 陳亮采 (10)
Nel 1614, mentre era intendente militare nell’Henan e assistente del giudice
provinciale dello Shandong scrisse una prefazione alle Sette vittorie di De
Pantoja. Da questo scritto apprendiamo che era originario del sud della Cina e
che già una ventina d’anni prima di conoscere Ricci a Pechino, aveva sentito
parlare della religione cattolica dai suoi conterranei venuti in contatto coi
navigatori europei. Conversando con Ricci e leggendo i suoi libri, poté
approfondire le sue conoscenze sul cristianesimo al punto che, probabilmente,
si fece cristiano. Wang Yinglin incluse nella sua inscrizione (vedi n. 16)
diverse frasi tratte dalla prefazione di Chen Liangzai alle Sette vittorie. Si
tratta di una sintesi della dottrina cristiana riportata da D’Elia in Fonti Ricciane
III, p. 14.
La religione del Dio Gesù ha per scopo principale di servire il Signore
del cielo e della terra; per cardine, di amare con affetto il Signor del
Cielo, di credere e di sperare in Lui; per occupazione, di amare,
pascere, istruire, e convertire gli uomini; per porta di entrata, il
pentimento dei peccati e la conversione alla verità; per ultima meta, di
adoperarsi a che il grande affare della vita e della morte non faccia
fallimento.
Liu Yinchang 劉胤昌
劉胤昌 (10)
Questo funzionario, forse cristiano, originario Wancheng 浣 城 (presso
Shanghai), è autore di una prefazione a Dieci discorsi di un uomo straordinario,
畸人十篇 Jiren shipian di Ricci.
Zhao Shiqing 趙世卿 (3)
Fu ministro delle Finanze dal 1602 al 1610. Nato nello Shandong, si era
laureato nel 1571 ed aveva occupato ruoli di responsabilità a Nanchino e in
Pechino, fino al 1610.
Manuel Dias [il giovane] 陽瑪諾 Yang Manuo (15)
Manuel Dias, il giovane, nacque a Castello-Branco, in Portogallo, nel 1574.
Giunse a Macao nel 1605, dove insegnò teologia presso il Collegio San Paolo
per sei anni. Nel 1611, con Gaspar Ferreira giunse a Shaozhou 韶州, dove i due
missionari portoghesi incontrarono una forte opposizione. Si portarono dunque
173
a Nanxiong 南雄 (Guangdong), dove stabilirono una nuova residenza nel 1614.
Nel 1615 pubblicò il Trattato di astronomia, 天問略 Tianwen lüe. Dal 1617 al
1621 fu costretto a riparare a Macao fino a che, nel 1621, poté recarsi a
Pechino, dove risedette in casa di Paolo Xu Guangqi.
Nel 1623 Dias e Nicolò Longobardo produssero un globo terrestre, il primo
del genere in Cina. Dias servì come vice-provinciale dal 1626 al 1636; e poi dal
1645 al 1654. Lavorò in varie residenze a Nanchino, Shanghai, Hangzhou,
Jiading, Nanchang, Fuzhou e altre località del Fujian. Morì a Hangzhou nel
1559. Pubblicò varie opere, tra cui nel 1640 una traduzione incompleta della
Imitazione di Cristo, 輕世金書 Qingshi jin shu; nel 1642 il monumentale Vera
spiegazioni della Sacra scrittura, 聖經直解 Shengjing zhijie, una raccolta di
commenti del vangelo della domenica e solennità, adattati da un volume di
Sebastian Barradas; nel 1644 Spiegazione circa la stele della religione
luminosa, 京教碑詮 Jingjiao beiquan, il primo trattato sulla stele di Xian del
781, che era stata ritrovata nel 1623.
174
Nota bibliografica
Per la versione cinese della biografia di Ricci scritta da Aleni si è scelto quella
conservata presso l’Archivio romano della Compagnia di Gesù, collezione
Japonica-Sinica, III, 23.3b, probabilmente la più antica, e riprodotta da Nicolas
Standaert & Adrian Dudink, Chinese Christian Texts from the Roman Archives
of the Society of Jesus. Taipei: Taipei Ricci Institute, 2002, pp. 200-225.
Quando si rimanda a Della entrata, ci si riferisce all’opera di Ricci Della
entrata della Compagnia di Giesù e Christianità nella Cina (scritta a Pechino
tra il 1609 e 1610), che Pasquale D’Elia ha riprodotto in Fonti Ricciane.
Quando si rimanda a Fonti Ricciane, ci si riferisce all’abbondante apparato
critico di D’Elia in Fonti Ricciane. Documenti originali concernenti Matteo
Ricci e la storia delle prime relazioni tra l’Europa e la Cina (1579-1615), a
cura di Pasquale M. D’Elia, 3 voll. Roma: Libreria dello Stato, 1942-1949.
L’opera di Ricci è stata ripubblicata con il suo titolo originale nel 2000: Matteo
Ricci, Della entrata della Compagnia di Giesù e Christianità nella Cina, a cura
di Maddalena Del Gatto. Macerata: Quodlibet, 2000.
Molte informazioni relative agli ultimi giorni, alla morte e alla sepoltura di
Ricci riportate nelle Fonti Ricciane provengono dalla Relação di Sabatino de
Ursis, stampata con il titolo P. Matheus Ricci S.I. Relação escripta pelo seu
companheiro, P. Sabatino De Ursis S.I., a cura di Valerio Cordeiro. Roma:
Tipografia Enrico Voghera, 1910.
Per l’opera Il vero significato del Signore del Cielo (Pechino 1603), ci si
riferisce all’edizione cinese-inglese del 1985 Matteo Ricci, The True Meaning
of the Lord of Heaven, edited by Edward Malatesta. Taipei-Paris-Hong Kong:
Ricci Institute, 1985.
Per le Lettere di Ricci ci si riferisce a Matteo Ricci, Lettere (1580-1609), a cura
di Francesco D’Arelli. Macerata: Quodlibet, 2001.
Altre opere consultate:
Giulio Aleni, Geografia dei paesi stranieri alla Cina. Zhifang waiji 職方外紀.
Traduzione, introduzione e note di Paolo De Troia. Brescia: Fondazione Civiltà
Bresciana, Centro Giulio Aleni, 2009.
175
Alessandra Brezzi, Paolo De Troia, Anna Di Toro e Lin Jinshui (a cura di), Al
Confucio di Occidente. Poesie in Onore di P. Giulio Aleni S.J. Brescia:
Fondazione Civiltà Bresciana, 2005.
Albert Chen, Chinese Books and Documents in the Jesuit Archives in Rome: A
Descriptive Catalogue: Japonica-Sinica I-IV. New York: M.E. Sharpe, 2002.
Gianni Criveller, “Alessandro Valignano e Matteo Ricci, padri della missione
cinese”, in (a cura di) Adolfo Tamburello, M. Antoni J. Üçerler e Marisa Di
Russo, Alessandro Valignano. Uomo del Rinascimento, ponte tra Oriente e
Occidente. Roma: Institutum Historicum Societatis Iesu, 2008.
Gianni Criveller, Preaching Christ in late Ming China. The Jesuits’s
Presentation of Christ from Matteo Ricci to Giulio Aleni. Taipei-Brescia: Ricci
Institute & Fondazione Civiltà Bresciana, 1997.
Francesco D’Arelli, “Matteo Ricci e la traduzione latina dei Quattro Libri
(Sishu). Dalla tradizione storiografica alle nuove ricerche”, in (a cura di)
Francesco D’Arelli, Le Marche e l’Oriente. Una tradizione ininterrotta da
Matteo Ricci a Giuseppe Tucci. Roma: Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente,
1998, pp. 163-75.
Pasquale D’Elia, “Sonate e canzoni italiane alla corte di Pechino”, in Civiltà
Cattolica, 1945, n. 3, pp. 158-165.
Léon Desbuquois, “Mathieu Ricci”, in Revue d’Histoire des Missions, 1 (1924),
pp. 52-70. Desbuquois ha utilizzato per la sua traduzione in francese la
ristampa, con varie modifiche rispetto all’originale, della biografia di Ricci
scritta da Aleni che Ying Lianzhi 英斂 之 curò a Pechino nel 1919 (vedi
l’introduzione).
Matteo Ricci, Il vero significato del Signore del Cielo, traduzione e cura di
Alessandra Chiricosta. Roma: Urbaniana University Press, 2006.
Nicolas Standaert, Nicolas Standaert, “Chinese Christian Visits to the
Underworld”, in (edited by) Léonard Blusse & Harriet Thelma Zurndorfer,
Conflict and Accommodation in Early Modern East Asia. Essays in Honor of
Erik Zürcher. Leiden: E. J. Brill, 1993, pp. 54-70.
Nicolas Standaert (edited by), Handbook of Christianity in China, I: 635-1800.
Leiden: E. J. Brill, 2000.
176
Nicolas Standaert, Yang Tingyun, Confucian and Christian in Late Ming China.
His Life and Thought. Leiden: E. J. Brill, 1988.
Erik Zürcher (translated and edited by) Kuoduo richao: Li Jiubiao’s Diary of
Oral Admonitions. A Late Ming Christian Journal. Sankt Augustin: Institute
Monumenta Serica, 2007.
177
178
INDICE
Dedica, Avvertenza, Ringraziamenti
Presentazione
Gianni Criveller
Antonio Fappani
Prefazione
Paolo De Troia
11
Introduzione
Gianni Criveller
13
Un’opera che porti il Principio
Savio Hon Tai-fai
27
Vita del Maestro Ricci,
Xitai del Grande Occidente
Giulio Aleni
37
Postfazione
Li Jiubiao
87
Riproduzione anastatica della
Vita del Maestro Ricci
Giulio Aleni
91
Supplica per domandare
un terreno di sepoltura
Wu Daonan
129
Iscrizione lapidaria
in onore di Matteo Ricci
Wang Yinglin
137
Note biografiche
Gianni Criveller
145
Nota bibliografica
Gianni Criveller
175
179
Pag. 7
9
180
Finito di stampare ..---------
181
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