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TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L'ETÀ DEL BRONZO IN ADRIATICO NORD-OCCIDENTALE

2018, PERCORSI NEL PASSATO. MISCELLANEA DI STUDI PER I 35 ANNI DEL GRAVO E I 25 ANNI DELLA FONDAZIONE COLLUTO

Archeological structures have been widely used to infer the past relative sea level (RSL). However, pre-Classical settlement linked to sea level are rare and their use is generally limited, also for the dramatic changes occurred in the coastal landscape. An exception is represented by the lagoon belt east of Venice, where many Bronze- Age settlements are now exposed, thanks to the land reclamation carried out in the 20th century. The analysis or published information and of new stratigraphic-chronologic data allow to reconstruct sea-level rise. In addition, three different settlements categories are recognized: a) sites on Holocene fluvial ridges; b) sites on the alluvial plain of the Last Glacial Maximum settled along a groundwater-fed river; c) sites in the lagoon. Since 6000 years ago, the lagoon environment was already partly comparable to modern one in size, with the RSL around -4 m asl. At about 1800 BC, RSL was comprised between -3 and -2.7 m asl, whilst at the transition between recent and final Bronze Age (1250-1100 BCE) it was probably at -2.0 ± 0.6 m asl. The investigated settlements were abandoned during the final Bronze Age, or slightly before. At the end of Bronze Age the sea level seems to have been risen progressively, suggesting that this process was not strongly responsible of the demission phase of the coastal sites. It is likely that socio-cultural changes or other environmental factors should be considered.

L’ALBUM 22 Fondazione Antonio Colluto Gruppo Archeologico del Veneto Orientale con il contributo dei Soci e degli Amici del Gr.A.V.O. Tutti i diritti sono riservati. È vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni. © Gennaio 2018 Fondazione Colluto Grafiche Turato Edizioni via Pitagora, 16/a - 35030 Rubano (PD) tel. 049 630933 [email protected] ISBN 978-88-98997-63-3 Composizione grafica: Matteo Annibaletto PERCORSI NEL PASSATO MISCELLANEA DI STUDI PER I 35 ANNI DEL GRAVO E I 25 ANNI DELLA FONDAZIONE COLLUTO a cura di Alberto Vigoni INDICE Maria Teresa Senatore, Premessa 9 Claudio Odorico, Premessa 10 Daniele Ferrara, Premessa 11 Andrea Alberti, Premessa 12 Pierangela Croce Da Villa, Premessa 13 Lorenza Moro, Amalia Ruzzene, Introduzione 15 parte prima Percorsi tra tutela, valorizzazione e attività culturali del patrimonio archeologico Amalia Ruzzene, Trentacinque anni di Gruppo Archeologico del Veneto Orientale 21 Lorenza Moro, Storia della Fondazione Colluto 35 Francesca Benvegnù, L’educazione al patrimonio per una futura consapevolezza 51 Elena Pettenò, “Sovversioni”: nel segno del dialogo tra classico e contemporaneo. Una mostra per rileggere un Museo ‘antiquario’ 55 Federica Rinaldi, #Archeologiainperiferia: rilessioni sui processi di valorizzazione integrata del patrimonio culturale. Il sistema concordiese-portogruarese (VE) e quello tiburtino (RM) a confronto 73 5 INDICE parte seconda Percorsi concordiesi Marianna Bressan, Gaspare De Angeli, L’agro di Concordia Sagittaria in età romana. Nuovi dati sulle strade per il Norico, la via Annia e la centuriazione 93 Pierangela Croce Da Villa, Rilessioni su alcune testimonianze della prima Cristianità di Concordia e Aquileia 111 Elena Di Filippo Balestrazzi, A Concordia, guardando sotto l’arca 125 Daniele Odorico, Il Campisel di Concordia Sagittaria 145 Claudio Noviello, Dario Bertolini e il P. Luigi M. Bruzza 159 Ugo Perissinotto, L’elmo d’oro di Amulio Tito 197 Alberto Vigoni, Il Sepolcreto dei Militi, ovvero la necropoli orientale di Iulia Concordia. Storia di un monumento perduto 211 parte terza Percorsi nel territorio Michele Asolati, Nuove scoperte sulle monete bronzee d’età imperiale con contromarche XLII e LXXXIII 253 Margherita Bolla, Bronzetti romani di Diana in Italia settentrionale 267 Marta Bottos, Piccola scultura in marmo dalla località Pedruje a Bagnarola (Sesto al Reghena, PN) 285 Maurizio Buora, Appunti sulla circolazione delle merci e delle persone tra la Gurina e l’Italia nordorientale 297 Cristina Crisafulli, Il ritrovamento ottocentesco di un ripostiglio romano repubblicano ad Osoppo (UD) 315 Alessandro Fontana, Giacomo Vinci, Giovanni Tasca, Paolo Mozzi, Matteo Vacchi, Giorgo Bivi, Sergio Salvador, Sandro Rossato, Fabrizio Antonioli, Alessandra Asioli, Terra-mare: insediamenti lagunari e livello marino relativo durante l’età del Bronzo in Adriatico nord-occidentale 325 Vincenzo Gobbo, La ceramica invetriata bizantina del XI-XIII secolo in area veneta e nuovi dati sulla distribuzione areale nel Veneto orientale 349 Annamaria Larese, Irene Calliari, Pietrogiovanni Cerchier, Luca Pezzato, Il toro in bronzo di Montebelluna: considerazioni archeologiche e archeometriche 363 Guido Rosada, …ad extremos Italiae ines pervenire… Ritornando al Castellazzo di Doberdò 371 Cecilia Rossi, Il fuoco di pietra. Le pire funebri del Veneto romano da sintesi del lutto a segno per la memoria 391 6 INDICE Andrea Stella, Monete romane provinciali nella Venetia et Histria: la documentazione di III sec. d.C. 409 Giovanni Tasca, Indizi di presenze del Bronzo inale nel Sanvitese (XII-X sec. a.C.) 425 Maria Cristina Vallicelli, La tomba 333 della necropoli del Canal Bianco di Adria: una rilettura 439 Appendice Alberto Vigoni, In margine al catalogo della mostra “Immaginare l’antico”: nuovi documenti inediti 459 7 TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO IN ADRIATICO NORD-OCCIDENTALE Alessandro Fontana, Giacomo Vinci, Giovanni Tasca, Paolo Mozzi, Matteo Vacchi, Giorgo Bivi, Sergio Salvador, Sandro Rossato, Fabrizio Antonioli, Alessandra Asioli, Mario Bresolin, Francesco Di Mario, Irka Hajdas Introduzione Le strutture archeologiche costiere sono ampiamente riconosciute come importanti indicatori per la ricostruzione delle variazioni del livello marino relativo (RSL)1 e negli ultimi decenni questo tipo di dati è stato molto studiato lungo le sponde del Mediterraneo2. Tuttavia, la ricerca in oggetto si è concentrata prevalentemente su porti e moli riferibili al periodo classico, essendo rari i lavori che presentano indagini riguardanti insediamenti e strutture archeologiche precedenti. Questo è dovuto al limitato numero di siti preistorici e protostorici che possono ofrire indicazioni precise sull’antico livello del mare, oltre al fatto che, a causa della risalita del livello marino veriicatasi negli ultimi millenni e dei profondi cambiamenti paleogeograici, gran parte dei siti preistorici costieri sono oggi sommersi, largamente erosi oppure sepolti da depositi più recenti. In Italia settentrionale l’ Età del Bronzo è stata fortemente inluenzata dalla civiltà delle Terramare, che si è sviluppata nella pianura padana, ma che ha condizionato anche la pianura veneto-friulana. Nonostante il suo nome - terramare proviene infatti dal termine “terre marne” che localmente indicava le terre grasse dei depositi archeologici fortemente organici spesFontana A., Mozzi P., Rossato S., Bresolin M., Di Mario F.: Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Geoscienze, Via Gradenigo 6, 35131 Padova. Vinci G.: Multidisciplinary Laboratory, he “Abdus Salam” International Centre for heoretical Physics, Strada Costiera 11, 34151 Trieste. Tasca G.: Museo Civico “Federico De Rocco”, Via Pomponio Amalteo, 1, 33078 San Vito al Tagliamento. Vacchi M.: University of Exeter, Department of Geography, Rennes Drive, Exeter EX4 4RJ, Regno Unito. Bivi G.: Associazione Culturale Timent, Via Bregadina 8, 30028 San Michele al Tagliamento. Salvador S.: Associazione Culturale Anaxum, Via del Traghetto 2, 33056 Palazzolo dello Stella. Salvador S., Antonioli F.: ENEA – Casaccia, via Anguillarese 301, 00123, Roma. Asioli A.: CNR-ISMAR Istituto Scienze Marine, Sede Secondaria di Bologna, Via Gobetti 102, 35131 Bologna. Hajdas J.: Laboratory of Ion Beam Physics, ETH, HPK H25, Otto-Stern-Weg 5, CH-8093, Zürich, Svizzera. 1 2 Corrisponde all’ inglese Relative Sea Level e viene per questo abbreviato nel testo come RSL. Per una trattazione della tematica si veda ad es. Benjamin et alii 2017 e la bibliograia citata. 325 FONTANA ET ALII so utilizzati nel passato come concime3 - il paesaggio costiero del tempo è quasi completamente sconosciuto nell’area padana. Infatti la successiva crescita deltizia del Po4 ha in genere sepolto la supericie dell’ Età del Bronzo sotto molti metri di sedimento. Una situazione più fortunata è documentata lungo la costa a est di Venezia, dove l’ambiente lagunare sviluppatosi durante l’ Olocene ha solo sommerso o debolmente sepolto la frangia lagunare dell’epoca. Per questo motivo, grazie alle boniiche moderne alcuni abitati lagunaFig. 1 – Fasi cronologiche dell’Età del Bronzo in Italia settenri del Bronzo sono ora visibili in superitrionale secondo la suddivisione proposta da Peroni, Vanzetti cie. Si tratta dunque di una zona privile(2005) e rivista da Bietti Sestieri (2010) e Tasca (2010-2011). giata per indagare la relazione tra presenze umane e ambiente costiero. Questo contributo presenta un’analisi dei principali siti costieri del Bronzo lungo la costa friulana e del Veneto orientale, considerando i dati editi disponibili alla luce delle nuove informazioni stratigraiche e geocronologiche. Lo scopo è quello di ricostruire il RSL e analizzare i caratteri insediativi antichi. Inoltre, sono stati utilizzati i dati disponibili per l’area circostante ciascun sito, al ine di costruire una curva del livello del mare relativo valida per gli ultimi millenni. Vengono qui presentati in modo sintetico e più accessibile per un pubblico con interessi archeologici i risultati oggetto di una recente pubblicazione specialistica, edita da Fontana et alii (2017). Si rimanda ad essa per dettagli ulteriori e in particolar modo per la bibliograia di riferimento5. Contesto regionale Inquadramento geomorfologico Il settore nord-occidentale del Mar Adriatico è caratterizzato da coste basse e sabbiose e da ampie aree dominate da ambienti anibi come le lagune di Venezia, Caorle e Grado-Marano6. Si tratta del settore del Mediterraneo in cui si veriica la maggior escursione di marea, con altezza media che raggiunge rispettivamente +0,86 m presso Grado e +1,0 m a Venezia. Il valore più alto di +1,70 m slm è stato registrato a Venezia durante l’alluvione del 4 Novembre 1966, quando si veriicarono congiuntamente condizioni di alta marea eccezionale e mareggiata. Tra Monfalcone e la laguna di Venezia vi sono circa 400 km2 di zone costiere boniicate artiicialmente (ig. 2) e l’attuale margine interno delle lagune corrisponde ad un imponente argine artiiciale che separa l’ambiente sommerso dai campi coltivati, dove il terreno si trova a una quota compresa tra -0,5 e -4,0 m slm. Bernabò Brea, Cardarelli, Cremaschi 1997, pp. 59-103. Amorosi et alii 2008. 5 La ricerca è stata condotta nell’ambito del progetto di ricerca Studio delle variazioni eustatiche e della subsidenza in Alto Adriatico negli ultimi 130.000 anni attraverso indicatori geomorfologici, stratigraici e geoarcheologici (Progetto di Ateneo cod. C91J10000320001, Università degli Studi di Padova, responsabile A. Fontana). 6 Vengono qui descritti alcuni dei tratti principali dell’evoluzione geomorfologica dell’area in esame, mentre per maggiori dettagli si rimanda al lavoro Fontana et alii (2017) e alla bibliograia citata al suo interno. 3 4 326 TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO La zona considerata corrisponde al bacino deposizionale delle Alpi sud-orientali ed è stata formata dai sedimenti trasportati dai iumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta (igg. 2-3). L’ intera frangia costiera è stata inluenzata dalla subsidenza, che tra Monfalcone e la Laguna di Venezia ha un valore medio sul lungo periodo (media degli ultimi 125.000 anni) che aumenta progressivamente da -0,3 a -0,7 mm/anno7. Invece, la subsidenza veriicatasi negli ultimi secoli raggiunge valori più elevati ed è stata fortemente inluenzata dall’attività umana8. Al culmine dell’ ultimo massimo glaciale (LGM)9 il livello maFig. 2 – Inquadramento dell’area di studio con indicazione dei siti studiarino si trovava al di sotto di -120 m ti e dei principali gruppi culturali documentati in Alto Adriatico durante slm, mentre in seguito si è veriica- l’ Età del Bronzo (modiicato da Fontana et alii 2017). ta la trasgressione marina che lo ha portato alla sua posizione attuale. La risalita è stata dapprima veloce ino a circa 7500 anni fa, quando il RLS era arrivato tra -10 e -5 m slm, seguita da un innalzamento lento, che ha portato alla formazione dei delta e lagune attuali10. Vaste porzioni della pianura veneto-friulana sono attualmente costituite da depositi alluvionali del LGM, che risalgono a un periodo compreso tra 22.000 e 17.500 anni fa (ig. 3)11. Il top del LGM rappresenta anche la base su cui si sono accumulati i sedimenti costieri e lagunari (ig. 4) ed è facilmente individuabile grazie al suolo ben sviluppato che lo caratterizza. Nel corso degli ultimi millenni, i maggiori corsi d’acqua alpini hanno formato dossi luviali lungo il loro tratto terminale, che nelle aree boniicate spesso rappresentano quasi gli unici elementi naturali sopra il livello del mare12. Contesto archeologico L’occupazione stabile del settore più distale della pianura veneto-friulana era già iniziata nel Neolitico antico, ma in molti casi un’ importante fase insediativa si veriicò durante l’ Età del Bronzo, quando un denso e complesso sistema insediativo si sviluppò lungo il margine lagunare (ig. 3)13. Antonioli et alii 2009. Carbognin et alii 2011. 9 Si usa abbreviare questo periodo con la sigla LGM, dall’ inglese Last Glacial Maximum, la cui durata a scala globale è tra 29.000 e 19.000 anni fa. 10 Benjamin et alii 2017. 11 Fontana et alii 2014. 12 Bondesan, Meneghel 2004; Fontana 2006, pp. 160-170. 13 Vitri et alii 2013; Cupitò et alii 2015. 7 8 327 FONTANA ET ALII Fig. 3 – Mappa del settore costiero della Pianura Veneto-Friulana (modiicato da Fontana 2006; Vitri et alii 2013). I quadratini indicano le aree riportare in ig. 6: a) Ca’ Baredi Canale Anfora; b) Marano Ara del Gorgo; c) Muzzana Boniica; d) Casa Zucca di S. Gaetano di Caorle; e) Cittanova. I pallini coi numeri indicano altri siti citati nel testo: 1) Aussa Ponte Orlando; 2) Palude della Carogna; 3) Piera del Tribel; 4) Litoranea Veneta; 5) Litoranea Veneta; 6) Concordia Sagittaria Sepolcreto; 7) Concordia Sagittaria Paludetto; 8) Palude Rocca; 9) Carotaggio Senzielli TdM; 10) Palazzetto; 11) Ca’ Fiorentina; 12) I Marzi Portegrandi; 13) Altino; 14) Laguna di Venezia SG26; 15) Zambratia. La linea nera tratteggiata corrisponde alla traccia della sezione stratigraica di ig. 4. Le aree montuose sono indicate con le linee tratteggiate parallele. Come riportato in ig. 1, viene qui adottata la suddivisione dell’ Età del Bronzo proposta da Peroni e Vanzetti (2005), poi rivista da Bietti Sestieri (2010). La transizione tra BA e BM1 segna un momento cruciale in Italia settentrionale, vedendo la formazione di un sistema insediativo strutturato, composto da villaggi di lunga durata con abitazioni stabili e campi coltivati14. Un ruolo preminente viene svolto dalla facies delle Terramare, difusa tra il settore centrale e orientale della Pianura Padana tra BM e la transizione al BF (ig. 2). I principali villaggi di questo orizzonte culturale erano caratterizzati da argini perimetrali circondati da larghi fossati e, in vari casi, è attestata la rettiicazione di corsi d’acqua minori o la creazione di canali per alimentare i fossati15. Come descritto precedentemente, nell’area compresa tra Bologna ed il limite meridionale della laguna di Venezia, la successiva evoluzione geologica ha seppellito quasi completamente le superici dell’ Età del Bronzo. Di conseguenza, in questo settore gli aspetti insediativi protostorici sono quasi completamente sconosciuti. Durante il periodo compreso tra BA e l’ inizio del BM, presenze episodiche sono documentate nella pianura veneto-friulana, soprattutto a nord delle risorgive a est del Tagliamento. In seguito, nell’arco cronologico compreso tra BM3 e BR2, iorirono nella stessa area numerosi insediamenti (ig. 3). Le evidenze archeologiche rinvenute nei siti tra Padova e il Fiume Piave pre14 15 328 Per un quadro riassuntivo si veda Cardarelli 2009. Bernabò Brea, Cardarelli, Cremaschi 1997, pp. 107-136; Mele et alii 2013 e bibliograia citata. TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO Fig. 4 – Sezione stratigraica della piana costiera tra Caorle e Portogruaro (modiicata da Amorosi et alii 2008). Il proilo documenta la presenza di un cuneo di sedimenti costieri olocenici con uno spessore massimo di 12 m in corrispondenza dell’attuale linea di costa e l’esistenza di un’ incisione luviale scavata dal Tagliamento tra il tardoglaciale e l’ Olocene antico e ora riempita. La traccia della sezione è indicata in ig. 3 da una linea nera tratteggiata. sentano tratti fortemente rassomiglianti a quelli delle Terramare, mentre a est del Tagliamento sono evidenti legami più forti con la facies dei Castellieri16 (ig. 2). Questa era difusa tra Istria e Carso, con insediamenti posti su luoghi elevati e protetti da fortiicazioni in muri a secco. Nell’alta pianura friulana, ino alla linea delle risorgive, i villaggi erano difesi da fortiicazioni costituite da aggeri in terra e ghiaia e circondati da un fossato perimetrale. Questi abitati sono denominati localmente castellieri, come quelli carsici e sono stati periodicamente allargati e ricostruiti, in certi casi ino all’avanzata Età del Ferro17. Nel periodo compreso all’ incirca tra il 1400 e il 1200 a.C., la fascia di bassa pianura veneto-friulana vide la difusione di numerosi villaggi e, a est del Tagliamento, le diferenze nelle dimensioni areali dei siti, così come nella tipologia dei manufatti, hanno permesso di riconoscere possibili forme di gerarchia tra di essi (ig. 3). È probabile che i siti maggiori controllassero gli approdi lungo le rotte altoadriatiche, mettendo in comunicazione la costa con l’entroterra sia a livello commerciale che culturale18. Nel Veneto orientale e in Friuli i siti della bassa pianura presentano strutture perimetrali generalmente costituite da palizzate in legno e modesti aggeri in terra19, meno imponenti dei siti dell’alta pianura. Una forte crisi investì l’ Italia del nord nel corso del BR2 e crebbe col BR2 avanzato, portando al collasso della Terramare20. Nonostante le cause di ciò risultino ancora poco chiare, appare signiicativa la contemporaneità con il collasso culturale che coinvolse altre importanti civiltà nel Mediterraneo orientale, datato alla prima metà del XII sec. a.C.21 Nella pianura costiera ad est di Venezia, la maggioranza dei siti precedentemente noti sembra essere stata già abbandonata nel BF122. In questo momento e nel successivo BF2 le testimonianze di occupazione in quest’area sono costituite da poche decine di bronzi sporadici e dalla presenza di Simeoni, Corazza 2011. Simeoni, Corazza 2011 e bibliograia citata. 18 Vitri et alii 2013. 19 Vitri et alii 2013. 20 Cardarelli 2009; Cremaschi et alii 2006. 21 Si veda ad es. Broodbank 2013, pp. 460-472. 22 Tasca 2010, 2011; Vitri et alii 2013; Cupitò et alii 2015. 16 17 329 FONTANA ET ALII alcuni grandi insediamenti costieri, come Altino23 e Concordia24, occupati a partire da questo periodo. Al contrario, molti siti fortiicati situati tra l’alta pianura friulana e la linea delle risorgive così come nella regione carsico-istriana continuano ad esistere, in certi casi apparentemente senza soluzione di continuità, ino all’età del Ferro25. Materiali e metodi Negli insediamenti considerati in questa ricerca i dati archeologici sono stati raccolti quasi esclusivamente attraverso indagini di supericie o saggi di scavo molto limitati. Scavi stratigraici sono stati eseguiti solo presso Ca’ Baredi e Casa Zucca. Per tutti i siti è stata analizzata la geomorfologia e la stratigraia, anche utilizzando dati inediti26. L’ interpretazione di foto aeree e immagini satellitari è stata fondamentale per rilevare le tracce di paleoalvei, canali lagunari antichi e strutture archeologiche. L’altimetria e la morfologia delle aree considerate sono state studiate attraverso l’analisi di modelli digitali del terreno (DTM) ottenuti da rilievi altimetrici con laser aviotrasportato (LiDAR). In ogni sito sono state efettuate indagini geomorfologiche e geologiche, talvolta realizzando alcuni carotaggi stratigraici e, presso il sito di Muzzana Boniica, sono state efettuate nuove analisi micropaleontologiche. Le età di frequentazione dei siti sono state ottenute attraverso l’analisi della tipologia della ceramica o di altri manufatti. Solo presso Casa Zucca di S. Gaetano erano disponibili datazioni radiometriche delle strutture archeologiche, mentre in tutti i siti l’età dei depositi naturali è stata stimata attraverso l’analisi al radiocarbonio di frammenti di piante, semi, torba e frammenti di legno o conchiglie27. Al ine di deinire la storia del livello del mare relativo di ogni sito, anche prima e dopo l’ Età del Bronzo, sono stati considerati ulteriori indicatori del RSL del passato situati a breve distanza dagli insediamenti analizzati, prevalentemente ottenuti dall’analisi bibliograica. Fig. 5 – Schema con signiicato degli indicatori del RSL passato (index point). Gambacurta 2011. Bianchin Citton 1996a. 25 Simeoni, Corazza 2011 e bibliograia citata. 26 Per i dettagli sui dati e le metodologie utilizzate si rimanda a Fontana et alii 2017. 27 Le età 14C misurate sono state calibrate utilizzando il sotware OxCal, versione 4.2.3 (Bronk Ramsey 2009), con le curve di calibrazione atmosferiche IntCal-13 (Reimer et alii 2013). Le età calendario presentate di seguito corrispondono a 2 sigma (tab. 1). Le età dei gusci marini sono state corrette per l’efetto reservoir legato alle acque marine con un valore di 316 ± 35 anni secondo i valori proposti da Siani et alii 2000. 23 24 330 TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO Gli indicatori verticali del RSL, di seguito chiamati index point, sono stati descritti seguendo il protocollo standard, recentemente sviluppato e applicato a scala del Mediterraneo28 (ig. 5). Sono stati considerati anche i cosiddetti limiting point, ossia i punti che durante la loro formazione erano sicuramente situati a quote più alte del livello marino medio dell’epoca (continental limit), oppure al di sotto di esso (marine limit). Ogni index point è stato descritto come composto da un livello dell’acqua di riferimento (Reference Water Level: RWL) con il suo range indicativo (Indicative Range: IR). Il RWL rappresenta la quota rispetto al livello marino dell’ index point, mentre l’ IR corrisponde all’ intervallo di quote entro cui si può esser formato l’ index point (ig. 5)29. I siti dell’ Età del Bronzo indagati erano quasi tutti disposti lungo il margine interno della laguna, quindi la ricerca si è occupata prevalentemente di index point formatisi in contesti di laguna interna o semi-chiusa e ambienti di barena. Le superici legate all’antica occupazione umana sono state considerate come continental limiting point, in quanto posti a quote superiori al livello massimo raggiunto dalle alte maree. Insediamenti dell’ Età del Bronzo e indicatori del livello marino Ca’ Baredi Canale Anfora Il sito è posto 5 km a Ovest di Aquileia, a poca distanza dal Canale Anfora che, scavato in epoca romana, metteva in comunicazione la città con la laguna di Grado (ig. 6a) 30. L’abitato dell’ Età del Bronzo si trova sopra un dosso luviale formato da un ramo del Torrente Torre, che venne probabilmente dismesso per avulsione alla ine del III millennio a.C. Tuttavia, il canale abbandonato dal Torre venne subito riutilizzato da un corso di risorgiva che ha mantenuto attivo l’alveo31 almeno ino alla ine dell’ Età del Bronzo, quando era ancora fondo circa 3,5 m. Il sito è stato indagato mediante saggi stratigraici nel 198132 e poi nel 2013 e 201533. Nella zona è riconoscibile una frequentazione sporadica a partire dalla transizione tra BA e il BM134, mentre il periodo principale di occupazione iniziò con le prime fasi del BM e testimonia una forte relazione culturale con la facies dei castellieri carsico-istriani. Il sito sembra essere stato occupato con continuità almeno ino al 1200 a.C., mentre le successive fasi di BR2 avanzato e di passaggio al BF1 non sembrano documentate35. L’area insediativa principale (B in ig. 6a) ha un’estensione di circa 4 ha, si trova a quote comprese tra +0,5 e -0,5 m slm e occupa il lato interno di un ampio meandro formato dal paleoalveo del Torre. Una sezione stratigraica è stata ricostruita tramite carotaggi lungo il Canale Anfora (ig. 7), 10 m a sud del suo argine (area D in ig. 6a). In tutta questa zona in supericie sono presenti frammenti di laterizi romani (ig. 7) mentre, in alcune carote, poco più in profondità si trovano tracce di un antico strato arativo, presumibilmente sepolto dalla costruzione del canale stesso nel periodo romano. In alcuni sondaggi è conservato anche un orizzonte organico (# 3 in ig. 7), interpretato come l’orizzonte A di un terreno poco drenato, sviluppato sul bordo dell’argine naturale formato dal Torre prima dell’occupazione dell’ Età del Bronzo. I deHjima et alii 2015; Vacchi et alii 2016. Per una trattazione dettagliata su questi aspetti si rimanda a Fontana et alii 2017. 30 La ricerca nella zona di Ca’ Baredi è stata condotta nell’ambito della collaborazione con il progetto Paesaggi Sepolti nel territorio di Aquileia (responsabile Elisabetta Borgna, Università di Udine). 31 Fontana 2009. 32 Gnesotto 1981. 33 Borgna et alii c.s.a; c.s.b. 34 Borgna et alii c.s.a; c.s.b. 35 Borgna et alii c.s.a; c.s.b. 28 29 331 FONTANA ET ALII Fig. 6 – Schemi geomorfologici delle aree investigate; a) Ca’ Baredi Canale Anfora (modiicato da Fontana et alii 2017); b) Marano Ara del Gorgo; c) Muzzana Boniica; d) Cittanova; e) Casa Zucca S. Gaetano di Caorle. Legenda: 1) depositi lagunari; 2) barene attuali; 3) dossi luviali; 4) ventaglio di rotta olocenico; 5) piana alluvionale olocenica; 6) piana alluvionale LGM; 7) insediamento archeologico; 8) paleoalveo; 9) antico canale lagunare abbandonato; 10) carotaggio stratigraico; 11) scavo archeologico. 332 TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO positi alluvionali sono costituiti da limi e limi sabbiosi, con concrezioni carbonatiche nella parte superiore, legate alla pedogenesi. Il limite basale dell’ unità alluvionale è spesso eroso, come chiaramente visibile nei carotaggi D1 e D5. I depositi lagunari sono individuati tra -5,5 e -2,1 m slm e sono costituiti da argille e limi grigi, spesso massivi a causa della bioturbazione. Resti vegetali, conchiglie frammentarie o intere sono comuni e addirittura abbondanti in alcuni strati, spesso costituiti da associazioni di fossili quali Cerastoderma glaucum, Scrobicularia sp., Loripes lacteus, Abra sp. e Gibbula sp., che suggeriscono un ambiente di laguna interna. Alla profondità di 3,5 m dal p.c. (-4,0 m slm) in D4 è stato prelevato un frammento di pianta datato al 3850-3650 a.C. I depositi lagunari sono stati trovati anche nel carotaggio E1 a 3,5-5,0 m dal p.c. I dati stratigraici e geoarcheologici dimostrano che il dosso luviale è stato formato dal Torrente Torre precedentemente al BA e che esso ha progradato all’ interno dell’ambiente lagunare, già presente nella zona almeno dal 4000 a.C. I dati archeologici raccolti all’ interno dell’ insediamento (area B in ig. 6a) documentano la presenza di alcune strutture antiche legate all’occupazione del BR ino a -1,5 m slm36. Quindi tra il 1350 e il 1250 a.C. il RSL era certamente al di sotto di quella quota. Fig. 7 – Sezione stratigraica lungo il Canale Anfora presso il sito di Ca’ Baredi (modiicato da Fontana et alii 2017). L’ambiente lagunare si era già instaurato quasi 6000 anni fa ricoprendo la pianura del LGM, mentre i depositi alluvionali correlati al ramo del Torrente Torre si depositarono in zona prima dell’ Età del Bronzo. Il primo metro di sedimento era stato rielaborato dalla costruzione del Canale Anfora già in epoca romana. nella pagina successiva Tab. 1 – Indicatori dei livelli marini del passato analizzati in questo lavoro. Per le speciiche relative alla calibrazione si veda il testo nel capitolo dei metodi. Legenda dei codici di laboratorio: LTL - CEDAD, Lecce; ETH - Ion Beam Lab ETH, Zurigo; Beta - Beta Analytic Miami; Ua - Uppsala University; Hd - Heidelberg University. Legenda del tipo di index: i: intercalato; c: continental; bb: base del basale; b: basale; bm: barena basale. Legenda delle citazioni: 1) questo lavoro; 2) Mozzi et alii 2011; 3) Borgna, Masin 2014; 4) Gaddi 2004; 5) Auriemma, Maggi 2013; 6) Auriemma et alii 2013; 7) Fontana 2006; 8) Antonioli et alii 2009; 9) Balista, Bianchin 1994; 10) Bianchin Citton, Martinelli 2005; 11) Bondesan et alii 2008; 12) Bondesan et alii 2003; 13) Bondesan, Meneghel 2004; 14) Salvatori et alii 1989; 15) Madricardo, Donnici 2014. 36 Marocco, Pugliese 1982; Borgna, Masin 2014. 333 FONTANA ET ALII Simbolo Codice campione A1 Aussa1-545 A2 OSP2-300om A3 Bar2014 A4 PalCar1 G1 AraGorgo M1 Litt Veneta 520 M2 MUZ2-253 M3 MUZ6-370 M4 MUZ2-120 M5 MUZ4-80 M6 Trib1 M7 Isela1 Z1 CNC3SGa724 Z2 US-38 Z3 US-1038 Z3 US-1044 Z3 US 1001 bis Z4 Rocca2_545 S1 CNC1Sep815 S2 CNC1Sep621 S3 CND A2 1 P1 CNC2Pal1042 P2 CNC2Pal554 C1 TdM-785 C2 CN2_650 C3 P15 C4 F4 C5 CN6_200 C6 1CIT10-175 C7 US-1064 V1 SG26-117 V2 SG26-85 334 Nome del sito Comune Aussa Ponte Orlando Terzo Aquileia Ca’ Baredi (Ospitale) Terzo Aquileia Ca’ Baredi Terzo Aquileia Palude Carogna Laguna di Grado Ara del Gorgo Marano Lagunare Litoranea Veneta C. Laguna di Marano Muzzana Boniica Muzzana Turgnano Muzzana Boniica Muzzana Turgnano Muzzana Boniica Muzzana Turgnano Muzzana Boniica Muzzana Turgnano Piera del Tribel Laguna di Marano Piera d’Isela Laguna di Marano Casa Zucca Caorle Casa Zucca Caorle Casa Zucca Caorle Casa Zucca Caorle Casa Zucca Caorle Palude Rocca Laguna di Caorle Sepolcreto Concordia Sag. Sepolcreto Concordia Sag. Sepolcreto Concordia Sag. Paludetto Concordia Sag. Paludetto Concordia Sag. Senzielli Torre di Mosto Cittanova Eraclea Palazzetto Eraclea Ca’ Fiorentina S. Donà Piave Cittanova Eraclea Via Fiumicino Eraclea Cittanova Eraclea SG26 Laguna di Venezia SG26 Laguna di Venezia Metodo di datazione 14 Codice laboratorio Materiale Età radiocarbonio (anni) Età calibrata 2σ (anni a.C./d.C) 14 C-AMS LTL4962A conchiglia Loripes lacteus 6440±45 4739-4458 a.C. 14 C-AMS ETH-55771 sedimento organico 5041±37 3952-3714 a.C. - 1400-1200 a.C. - 950-150 a.C. piano BM-BR pavimento romano archeologico - archeologico - archeologico - suolo organico - 1300-1100 a.C. 14 C-AMS Ua-36352 conchiglia Bittium 6000±45 4276-3986 a.C. 14 C-AMS LTL12865A seme 4945±45 3903-3642 a.C. 14 C-AMS LTL12864A seme 4663±40 3623-3361 a.C. archeologico - canale - 1300-1100 a.C. archeologico - livello BR - 1300-1100 a.C. archeologico - - 150 a.C.-50 d.C. archeologico - - 150 a.C.-50 d.C. C convenzionale archeologico pavimento romano pavimento romano Beta 184251 torba 6080±80 5214-4797 a.C. - orizzonte BR-BF (limo) - 1300-1100 a.C. 14 C-AMS Hd-22536 legno 2992±22 1283-1126 a.C. 14 C-AMS Hd-22542 legno 2967±12 1224-1125 a.C. 14 C-AMS Hd-22543 legno 2985±16 1263-1128 a.C. 14 C-AMS Ua-24876 torba 5730±45 4689-4464 a.C. 14 C convenzionale Beta 184248 torba 5700±70 4706-4370 a.C. 14 C convenzionale Beta 184247 sedimento organico/ torba 4080±70 2870-2474 a.C. 14 C convenzionale Beta173013 torba 1800±70 75-387 d.C. 14 C convenzionale Beta 184250 torba 5910±70 4972-4603 a.C. 1920±60 42-233 d.C. 6580±55 5622-5472 a.C. 14 14 14 C convenzionale Beta 184249 sedimento organico/ torba sedimento organico/ torba 14 C-AMS Ua-24049 14 C-AMS Ua-34837 sedimento organico 6375±55 5473-5229 a.C. Beta168127 Beta170844 sedimento organico 6520±150 5730-5080 a.C. sedimento organico/ torba 3570±70 2132-1698 a.C. C convenzionale C convenzionale 14 C-AMS Ua-34838 sedimento organico 3585±35 2032-1781 a.C. 14 C-AMS LTL4970A carbone 2779±50 1045-820 a.C. - orizzonte Medioevo (limo) - 1100-900 d.C. archeologico 14 C-AMS LTL1616A torba 2713±35 919-805 a.C. 14 C-AMS LTL1631A torba 2365±45 744-362 a.C. TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO Latitudine Longitudine Quota WGS84 WGS84 (m slm) Profondità campione (m p.c.) Quota del campione (m MSL) Livello di rif. dell’acqua RWL (m) Range indicativo IR (±m) Livello marino relativo RSL (m) Errore inale (± m) Tipo di indicatore Sotto-tipo Rifer. 45°47’19” 13°18’34” 0,20 5,45 -5,25 -1 1 -4,25 1,036 i laguna aperta 2 45°45’39” 13°19’23” -0,55 3,5 -4,05 -0,5 1 -3,55 1,061 i laguna interna 1 45°45’53” 13°19’15” -0,50 1 -1,5 0,6 0 -2,10 0,229 c 3 45°43’02’’ 13°23’51” -0,5 0,00 -0,5 0,6 0 -1,10 0,229 c 4 45°46’14” 13° 9’18’’ 0,4 1,50 -1,1 0,6 0 -1,70 0,229 c 1 45°43’45’’ 13°10’21’’ 0,35 5,2 -4,85 -0,5 1 -4,35 1,036 bb 45°46’17’’ 13°07’42’’ -1,15 2,53 -3,68 -1 1 -2,68 1,036 i 45°46’01’’ 13°07’41’’ -1,30 3,7 -5 -1 1 -4,00 1,036 i 45°46’17’’ 13°07’42’’ -1,15 1,35 -2,5 -0,5 1 -2,00 1,026 i 45°46’17’’ 13°07’42’’ -0,70 0,9 -1,6 0,6 0 -2,20 0,229 i 1 45°43’36” 13°10’50” -0,60 0,00 -0,6 0,6 0 -1,20 0,229 c 5, 6 45°45’26” 13°13’16” -0,60 0,00 -0,6 0,6 0 -1,20 0,229 c 45°38’77’’ 12°53’18’’ -1,70 7,2 -8,9 0,075 0,52 -8,98 0,778 b 45°38’08” 12°53’14” -1,70 1,8 -3,5 -0,5 1 -3,00 1,040 i 45°38’08” 12°53’14” -1,70 0,9 -2,6 0 0 -2,60 0,292 i 45°38’08” 12°53’14” -1,70 0,9 -2,6 0 0 -2,60 0,292 i 45°38’08” 12°53’14” -1,70 0,9 -2,6 0 0 -2,60 0,292 i 45°38’50’’ 12°55’40’’ 0,30 5,45 -5,15 0,075 0,52 -5,23 0,778 i 45°45’24’’ 12°51’12’’ 1,10 8,2 -7,16 0,075 0,52 -7,24 0,803 b 45°45’24’’ 12°51’12’’ 1,10 6,21 -5,11 0,3 0,3 -5,41 0,665 i 45°45’24’’ 12°51’12’’ 1,10 4,1 -3 0,075 0,52 -3,08 0,778 i 45°45’20’’ 12°49’46’’ 1,60 10,46 -8,9 0,075 0,52 -8,98 0,770 b 45°45’20’’ 12°49’46’’ 1,60 5,58 -4,03 0,55 0,55 -4,58 0,791 i 45°37’20” 12°45’21” -1,20 7,85 -9,05 0,075 0,52 -9,13 0,778 45°37’49’’ 12°39’33’’ -0,80 6,5 -7,3 0 0 -7,30 45°36’03’’ 12°38’31’’ -0,30 5,95 -6,25 0,075 0,52 -6,33 laguna interna canale lagunare canale lagunare canale lagunare 1 1 1 1 5,6 salmastro indiffer. palude salmastra palude salmastra palude salmastra palude salmastra palude estuarina 7, 8 9 10 10 10 7, 8 laguna interna 7, 8 palude/palude salmastra palude/palude salmastra salmastro indiffer. palude/palude salmastra 7, 8 b laguna interna 7, 8 0,292 c acquitrino 11 0,778 b salmastro indiffer. palude salmastra palude salmastra 12, 13 continentale 2 45°38’04” 12°38’30’’ -1,35 1,1 -2,45 0,3 0,3 -2,75 0,418 i 45°47’05’’ 12°43’20’’ -0,7 2 -2,7 0,3 0,3 -3,00 0,418 i 45°38’29” 12°39’36” 0,20 1,75 -1,55 0 0 -1,55 0,292 c 45°38’17” 12°40’00” 0,00 1 -1 0,30 0,30 -1,30 0,682 i 45°28’02” 12°17’22” -1,04 1,17 -2,21 0,30 0,30 -2,51 0,394 bm 45°28’02” 12°17’22” -1,04 0,85 -1,89 -0,22 0,45 -1,67 0,719 i palude salmastra palude salmastra intertidale / subtidale 7, 8 7, 8 7, 8 12 11 14 15 15 335 FONTANA ET ALII Al ine di valutare un periodo più lungo della storia del locale RSL è stata presa in esame anche la sequenza stratigraica trovata presso il Fiume Aussa, vicino a Ponte Orlando (n. 1 in ig. 3, punto A1 nella tab. 1), dove a 5,45 m dal p.c. (-5,25 m slm) sono stati raccolti fossili lagunari datati al periodo 4739-4459 a.C. 37 Il livello marino che ha caratterizzato la Laguna di Grado-Marano durante il periodo romano è stato valutato considerando i siti di Palude della Carogna38 (n. 2 in ig. 3) e delle secche lagunari (velme) chiamate Piera di Isela e Piera di Tribel (n. 3 e 4 in ig. 3)39. Qui superici pavimentate, datate tra il II ed il I sec. a.C. circa, si trovano ora tra -0,50 e -0,60 m slm. Dato che il pavimento era sopra la HAT (marea astronomica più alta), esso si doveva trovare almeno 0,60 m sopra il livello marino dell’epoca. Pertanto, si può supporre che negli ultimi 2000 anni vi sia stato un aumento minimo del RSL di circa 1,1-1,2 m. Marano Ara del Gorgo Il sito si trova 1 km ad ovest dell’abitato di Marano Lagunare ed è stato scoperto nel 1989, quando una serie di vasche per la pescicoltura furono scavate lungo il canale denominato Ara del Gorgo (ig. 6b). Quest’ ultimo, ora rettiicato, era in origine un importante canale lagunare sviluppato a nord del limite con il mare aperto, coincidente con la bocca di un corso minore. Alla profondità compresa tra 1 e 2 m dal p.c. si sono rinvenuti vari manufatti che testimoniano la presenza di insediamenti del Neolitico antico e del BR1- BR240. Il periodo di frequentazione di questo sito può essere correlato con gran parte della fase di occupazione protostorica dell’abitato di Muzzana Boniica, che si trova a 2 km a ovest. Una campagna di carotaggi efettuata nel 2002 ha documentato la presenza di una sequenza stratigraica parzialmente indisturbata41, la cui base è caratterizzata dalla pianura alluvionale LGM (ig. 8). In qualche carota l’orizzonte superiore del suolo originariamente sviluppato sulla pianura LGM comprende materiali archeologici risalenti sia al Neolitico che all’ Età del Bronzo e tale strato presenta un alto contenuto di materia organica che aumenta verso ovest, specialmente nei carotaggi 3 e 6. Tale orizzonte organico si ispessisce verso NW e nei carotaggi 10 e 9 (non rappresentati in ig. 8), sotto i depositi recentemente rielaborati, è stata individuata un’alternanza di torba e limi organici ino ad almeno 6 m di profondità. Non è stata raggiunta la base della sequenza e questa viene interpretata come il riempimento Fig. 8 – Sezione stratigraica presso il sito di Marano Ara del Gorgo (modiicato da Fontana et alii 2017). Il livello archeologico corrisponde a top dell’orizzonte del suolo sviluppatosi sulla piana LGM e che è stato coperto dai depositi lagunari. Mozzi et alii 2011. Gaddi 2004. 39 Auriemma, Maggi 2013; Auriemma et alii 2013. 40 Vitri et alii 2013. 41 Fontana 2006; Vitri et alii 2013. Si ringrazia Ivo Nalon per l’accesso alla valle e le informazioni fornite. 37 38 336 TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO Fig. 9 – Sezione stratigraica presso Muzzana Boniica (modiicato da Fontana et alii 2017). I log stratigraici delle carote MUZ-A2 e MUZ-A6 sono stati disegnati rilettendoli rispetto agli altri log per rendere visibili i limiti stratigraici presenti tra le carote MUZ-A1 e MUZ-A2. La sezione descrive il riempimento del canale Ara del Brodett, originariamente corrispondente ad un canale lagunare prosciugato nel XX secolo. Già dal quarto millennio a.C. questo canale si era sovraimposto lungo il tratto terminale di un preesistente alveo luviale, lievemente inciso rispetto alla piana LGM. Sulla sponda orientale della sezione gli strati archeologici del BR sono interdigitati con i depositi lagunari ed essi consentono di vincolare il RSL di quel periodo al di sotto di -1,7 m e sopra -2,6 m slm. di un alveo di un iume di risorgiva. Tale situazione è paragonabile a quella trovata nell’ insediamento di Muzzana Boniica e descritta in ig. 9. La frequentazione del sito implica che all’epoca il suolo sviluppato sui depositi LGM fosse ancora al di sopra della massima marea (HAT), ossia almeno +0,60 m sopra il livello marino medio. Quindi, nei carotaggi 7 e 8 il livello archeologico rappresenta un continental limit che, attualmente con base a -1,1 m slm, indica che il livello marino medio dell’epoca era inferiore a -1,7 m slm. Muzzana Boniica La frequentazione umana dell’area posta tra il tratto terminale del Canale Cormor e il Fiume Turgnano, denominata Muzzana Boniica, è documentata in dall’ Olocene antico. L’ Età del Bronzo rappresenta il contesto archeologico maggiore e l’ insediamento è stato scoperto nel 1987 nei pressi della foce del iume Muzzanella (ig. 6c)42. Quest’ ultimo era un iume di risorgiva che, tra il 1940 e il 1960, fu parzialmente rettiicato e utilizzato per allungare il percorso del Cormor ino a raggiungere la Laguna di Marano43. Il sito principale di Muzzana Boniica ha una dimensione di circa 3 ha ed è caratterizzato da una forma sub-circolare, delimitata verso est dal canale Ara del Brodett, un canale lagunare ora trasformato in un fosso di boniica44. Il limite sud-ovest era segnato da un modesto argine Bivi, Salvador 1989. Fontana 2006. 44 Bivi, Salvador 1989. 42 43 337 FONTANA ET ALII in terra delimitato da un fossato largo circa 3 m, collegato al canale Columello45. Una delle aree insediative esterne minori, situata ad est del canale Ara del Brodett, è oggi parzialmente sepolta dall’argine che delimita la Laguna di Marano (ig. 6c). La documentazione archeologica suggerisce che il sito sia stato occupato in un arco temporale compreso tra BM3 e BR2, ma non nel BR2 avanzato, e che quindi l’abbandono dell’area sia avvenuta intorno al 1200 a.C.46 Nel 2012 sono stati realizzati vari carotaggi (ig. 6c)47 che hanno consentito di ricostruire alcuni transetti stratigraici, tra cui uno perpendicolare al canale Ara del Brodett (ig. 8). Nel settore orientale di questa sezione, vicino all’argine lagunare, è presente una struttura archeologica, con strati inclinati di 20-30° verso ovest, che poggia sulla pianura LGM e prograda verso il canale, interdigitandosi con l’ unità lagunare. I depositi luviali sono costituiti da limi alternati a limi sabbiosi e sabbie limose, talvolta caratterizzati da laminazioni subcentimetriche e marcati dall’accumulo di resti vegetali millimetrici e centimetrici (ad es. semi, ramoscelli); frammenti di conchiglie d’acqua dolce (principalmente gasteropodi pulmonata) sono generalmente concentrati in orizzonti dello spessore di qualche centimetro, con la rara presenza di bivalvi tipo Pisidium sp., con valve chiuse. Lo studio micropaleontologico condotto sul carotaggio A2 conferma l’esistenza di foraminiferi nei depositi tra 2,91 e 1,10 m dal p.c., dove sono anche comuni i resti di Cerastoderma glaucum e, secondariamente, di Loripes lacteus, Gibbula sp., Abra sp. e Bittium scabrum; tracce di piante e macroresti sono anche difuse. Il contenuto micro e macropaleontologico è compatibile con una laguna marginale (subtidale) iposalina. Questi dati indicano una deposizione all’ interno di un canale lagunare per i sedimenti situati tra 2,6 e 1,1 m dal p.c. all’ interno del canale lagunare a breve distanza dal suo argine orientale (ig. 8). L’ intervallo di 2,91-2,62 m dal p.c. corrisponde ad un livello di transizione da un ambiente d’acqua dolce ad uno lagunare. In MUZ-A2 un seme è stato raccolto a 2,53 m dal p.c. (-3,53 m slm; M2 nella tab. 1) ha fornito un’età radiocarbonio di 3903-3642 a.C. In MUZ-A6 un esemplare di seme, campionato a 3,70 m dal p.c. (-4,70 m slm; punto M3 nella tab. 1) è stato datato a 3623-3361 a.C. Questi periodi sono rappresentativi di un deposito formato all’ interno di un ambiente lagunare e, quindi, durante la loro sedimentazione si trovavano al di sotto del livello marino dell’epoca. La sequenza stratigraica viene interpretata come la transizione da un ambiente luviale ad uno inluenzato dalle maree, sviluppatosi dopo il 3360 a.C., ma prima dell’occupazione del villaggio protostorico. La laguna si espanse lungo l’alveo di un iume minore, corrispondente all’antico ramo del Fiume Muzzanella. La stratiicazione di materiale antropogenico al margine orientale della sezione si riferisce ad una struttura emergente, mentre l’ unità con resti archeologici intercalati con l’ unità lagunare si era formata sotto il livello marino di quel periodo. Il punto M4 (1,6 m slm) è stato considerato come continental limit, mentre M5 (2,5 m slm) come index point formato in facies di laguna interna (ig. 9). Con l’obiettivo di ricostruire il RSL del periodo precedente all’ Età del Bronzo è stato preso in esame un carotaggio efettuato lungo il tracciato del Canale Litoranea Veneta, situata 5,5 km a sud di Muzzana Boniica e di Ara del Gorgo (# 4 in ig. 3). In questo sito i depositi lagunari hanno uno spessore di 5,2 m e sono costituiti da limi e limi argillosi con presenza comune di Cerastoderma glaucum, Bittium scabrum e Loripes lacteus. Un esemplare di Loripes campionato al contatto con la pianura alluvionale LGM (4,95 m slm) è stato datato al 4276-3986 a.C. I siti di Piera di Tribel e di Piera di Isela sono stati utilizzati per ricostruire il RSL nel periodo romano48. Vitri et alii 2013. Tasca 2010-2011, pp. 126-127. 47 I carotaggi sono stati realizzati in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia (prot. 7309/2011, responsabili del procedimento Luigi Fozzati e Roberto Micheli). 48 Auriemma et alii 2013; si veda il sottoparagrafo sul sito di Ca’ Baredi per i dettagli. 45 46 338 TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO San Gaetano di Caorle a Casa Zucca Il sito si trova a quote comprese tra -1,0 e -2,0 m slm e faceva parte di quel settore della Laguna di Caorle boniicato nel XX secolo. L’area è vicina alla bocca tidale di Porto Falconera, dove il canale Nicessolo collega l’Adriatico con la Laguna di Caorle (igg. 1 e 6e). La zona è situata in prossimità del tratto inale del percorso rettiicato del Fiume Lemene, che circa 15 km più a monte passa anche per Concordia Sagittaria. Quest’ ultima era un importante insediamento almeno dal BF ed era quindi direttamente collegata alla laguna49. L’ insediamento protostorico di Casa Zucca è stato studiato attraverso indagini stratigraiche nel 1993, 1994 e 200150. L’area archeologica ha un’estensione di almeno 0,5 ha e il settore occidentale era probabilmente costruito sull’argine naturale di un paleoalveo che può essere riconosciuto anche nelle foto aeree51. La sua direzione coincide con il proseguimento del Canal delle Navi (o delle Cimane), un antico ramo del Fiume Livenza (ig. 6e). Gli scavi archeologici hanno documentato la presenza di stuoie lignee sostenute da pali orizzontali e verticali, poste a sostegno di piattaforme limose e argillose con tracce di fuoco (ig. 10). Queste strutture erano legate alle attività pirotecnologiche e alla produzione di manufatti in ceramica52. Nel settore orientale del sito le strutture in legno si trovano sopra 10-20 cm di sedimenti lagunari rielaborati, che si trovano a loro volta sopra quelli naturali. Questi ultimi sono caratterizzati dalla presenza di bivalvi salmastri, alcuni con valve ancora in connessione53. Per la presenza di manufatti di pregio prodotti in luoghi lontani, il sito è stato interpretato come un emporio costiero lungo le rotte commerciali adriatiche, che collegava il Veneto orientale con il Delta del Po e l’ Egeo54. L’analisi crono-tipologica della ceramica suggerisce una frequentazione dell’area tra il BR2 e il BF1 (1250-1110 a.C.). Questo periodo cronologico è confermato da tre date radiocarboniche realizzate sulle strutture in legno, che hanno restituito un’età media tra il 1260 e 1130 a.C.55 Lo studio archeologico documenta che le piattaforme in argilla cotte (Z3 in ig. 10) erano emerse e che quindi erano al di sopra della HAT Fig. 10 – Sezione stratigraica di Casa Zucca, settori B e C (ridisegnato da Balista, Bianchin Citton 1994). Le strutture archeologiche principali si trovano lievemente a destra della sezione, dove esse erano quasi aioranti in supericie. Durante la fase di occupazione, il punto Z3 era in condizioni emerse, mentre lo Z2 era sommerso e, quindi, essi consentono di vincolare il RSL dell’epoca al di sotto di -2,6 m e sopra -3,5 m msl. Le unità stratigraiche 35-33 si sono probabilmente formate quando la linea di costa si spostò verso questo sito, variando fortemente le locali condizioni ambientali. Bianchin Citton 1996a. Balista, Bianchin Citton 1994; Bianchin Citton 1996b; Bianchin Citton, Martinelli 2005. 51 Balista, Bianchin Citton 1994. 52 Balista, Bianchin Citton 1994; Bianchin Citton, Martinelli 2005. 53 Balista, Bianchin Citton 1994. 54 Bianchin Citton 1996b. 55 Bianchin Citton, Martinelli 2005. 49 50 339 FONTANA ET ALII (0,60 m slm). Al contrario, i depositi della laguna su cui è stata costruita la piattaforma erano al di sotto del RSL di quel periodo (Z2 in ig. 9). Perciò la sezione di Casa Zucca ofre dati chiave per dedurre il RSL locale durante la fase inale del Bronzo. A breve distanza dallo scavo, nel 2003 è stato realizzato il carotaggio CNC3SGa (ig. 4)56 che ha incontrato depositi lagunari e costieri ino a 7,28 m dal p.c. (-8,98 m slm), la cui base poggia sulla pianura del LGM e ha fornito un’età radiocarbonica di 5214-4797 a.C.57 Cittanova L’abitato protostorico è posto sul dosso formato da un antico ramo del iume Piave, che è stato poi insediato durante il periodo romano e soprattutto durante la tarda antichità e l’alto Medioevo, quando venne realizzata la città di Cittanova58. Il sito considerato è datato tra il BR1 e il BR2 ed era stato sepolto da pochi decimetri di depositi sabbioso-limosi, ora ampiamente erosi dalle arature moderne59. I primi carotaggi stratigraici sono stati realizzati nell’area nel 1987 e 198860, ma altri sono stati condotti nel 200761 e nel 2010 (area B in ig. 6d)62. Nella sezione di ig. 11 si nota come la successione del dosso luviale abbia sigillato un orizzonte di torba, formato sopra sedimenti lagunari, interpretato come una palude salmastra che Fig. 11 – Sezione stratigraica lungo il paleoalveo del Piave di Cittanova (modiicato da Bondesan et alii 2008). L’originaria morfologia convessa del dosso luviale è stata livellata dagli interventi antropici moderni, ma la stratigraia dimostra che l’ unità alluvionale sedimentata sopra i precedenti ambienti lagunari ha sigillato il paesaggio di circa 4000 anni fa, quando il RSL era tra -3,0±0,4 e -2,70±0,4 m slm. 56 Il carotaggio è stato realizzato nell’ambito del progetto Paleovie e logistica della comunicazione nel territorio di Iulia Concordia, XII secolo a.C. e II secolo d.C. (Responsabile L. Fozzati, NAUSICAA Soprintendenza Archeologica del Veneto). 57 Fontana 2006; Amorosi et alii 2008; Antonioli et alii 2009. 58 Tozzi, Harari 1984; Blake et alii 1988; Salvatori et alii 1989. 59 Salvatori et alii 1989. 60 Salvatori et alii 1989. 61 Bondesan et alii 2008, pp. 78-80. 62 Mozzi et alii 2011. 340 TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO si sviluppava nella parte interna della laguna. L’età radiocarbonica di questo orizzonte è risultata compresa tra 2032-1781 a.C. (C5 in tab. 1). Un’età comparabile (2132-1698 a.C.) è stata ottenuta più a ovest, nella carota denominata Ca’ Fiorentina (C4 in tab. 1), dove un orizzonte correlabile si trova ad una profondità di 1,1 m (-2,45 m slm)63. Presso Cittanova i sedimenti lagunari sono costituiti da argille e limi argillosi con comune presenza di frammenti vegetali millimetrici e gusci di molluschi lagunari (principalmente Cerastoderma glaucum). Questi depositi vengono interpretati come la testimonianza di una laguna semi-chiusa o interna che ha gradualmente trasgredito sopra la pianura del LGM64. L’età dei depositi lagunari basali è stata datata nel carotaggio TdM, situato pochi chilometri a est di Cittanova (# 8 in ig. 3; C1 in tab. 1), dove i primi sedimenti salmastri si trovano a 7,85 m dal p.c. (-9,05 m slm) e hanno un’età di 5622-5472 a.C.65 Un’età comparabile (5730-5080 a.C.) è stata ottenuta presso il carotaggio Palazzetto (n. 10 in ig. 3) ad una quota compresa tra -6,09 e -5,81 m slm66. Nella sezione riportata in ig. 11 è documentata anche una fase del Piave precedente a quella che ha formato il dosso, quando il corso del iume era inciso rispetto alla pianura del LGM. Questo periodo di attività era già terminato intorno al 5390-5260 a.C.67 e tale informazione costituisce un continental limit (C2 in tab. 1). Nell’area di Cittanova ci sono anche alcuni index point che permettono di valutare il RSL in età romana e successivamente. Infatti, dopo l’abbandono dell’alveo da parte del Piave, il canale è stato successivamente tenuto aperto e utilizzato da un iume minore, lungo le cui sponde sono documentate diverse fasi di occupazione. Nelle trincee stratigraiche aperte nelle aree 1000, 3000 e 4000 si è potuta registrare la presenza di depositi lagunari intercalati con un strato archeologico datato tra la ine dell’antichità e il primo Medioevo68. Nella zona 4000 l’ US 4056 ha una quota pari a -1,3 m slm e si è formata in un ambiente paludoso tra 600 e 900 d.C. Nell’area 1000, l’ US 1063 ha una quota simile e consiste di depositi palustri69. Discussione Il livello del mare e l’ambiente lagunare I siti investigati sono disposti lungo una fascia di quasi 50 km e sono distanziati fra loro con una certa regolarità, consentendo quindi di avere una prospettiva regionale nella ricostruzione del RSL nel passato, tenendo però conto delle componenti locali. A Ca’ Baredi i dati geoarcheologici non vincolano chiaramente il RSL durante l’ Età del Bronzo, mentre forniscono informazioni sullo sviluppo iniziale del settore occidentale della Laguna di Grado. Quest’ ultima, già esistente intorno al 4500 a.C. (punto A1 in ig. 12), aveva raggiunto un limite interno paragonabile a quello moderno intorno al 3952-3714 a.C., quando il RSL aveva un probabile valore di -3,5 ± 1,1 m msl (A2 in ig. 12). In questo sito, all’ inizio del BR, il RSL era inferiore a -1,5 ± 0,3 m slm (A3 in ig. 12), ma questo dato non è rilevante, soprattutto se confrontato con il RSL durante il periodo romano, quando in laguna il RSL era più basso di -1,1 ± 0,3 m slm70. Bondesan et alii 2003; Bondesan, Meneghel 2004, pp. 220-225; 456. Bondesan et alii 2008, pp. 78-80. 65 Antonioli et alii, 2009. 66 Bondesan et alii 2003. 67 Bondesan et alii 2008, pp. 78-80. 68 Salvatori et alii 1989. 69 Salvatori et alii 1989. 70 Per un confronto e un’analisi degli aspetti archeologici e paleoambientali della laguna di Grado-Marano in epoca romana si veda Auriemma et alii 2013. 63 64 341 FONTANA ET ALII Fig. 12 – Diagramma degli index point del livello marino relativo (RSL) del passato (modiicato da Fontana et alii 2017). La descrizione dettagliata dei punti e del loro signiicato è riportata in Tab. 1. La curva del livello marino teorico calcolato è indicata dall’area grigia compresa tra le line ottenute dal calcolo efettuato per i siti di Venezia e Trieste tramite il modello geoisico (Lambeck et alii 2011). L’esistenza della Laguna di Marano è documentata nel suo settore occidentale almeno dal 4150 a.C. (punto M1 in ig. 12) e, tra la foce del Fiume Aussa e l’attuale delta del Tagliamento (ig. 3), nel post-LGM sono sfociati in laguna solo iumi minori privi di apporto sedimentario. A causa della risalita del livello del mare nell’ Olocene, in molti casi il loro tratto terminale si è trasformato in estuario e successivamente sono stati in parte incorporati nella rete idrograica della laguna come canali di marea. Questo cambiamento è descritto a Muzzana Boniica attraverso l’analisi del riempimento di un antico alveo del Fiume Muzzanella (ig. 9), dove è possibile riconoscere la transizione da un ambiente di tipo luviale ad uno lagunare inluenzato dalle maree. Presso questo sito la prima comparsa dell’ambiente salmastro si data al 3750-3350 a.C. nei punti M2 e M3. Essi si riferiscono a depositi quasi coevi, ma hanno una diferenza di quota di 1,3 m, legata al fatto che M3 corrisponde al punto più depresso del canale, mentre M2 (-3,65 m slm) si è depositato lungo la sua sponda. Nella seconda parte del BR, il RSL a Muzzana e Ara del Gorgo era inferiore a -1,7 m e superiore a -2,6 m slm, con un valore più probabile di -2,0 ± 0,6 m slm. Durante l’ Olocene l’evoluzione della pianura costiera situata a ovest dell’attuale Tagliamento è stata inluenzata sia dall’attività di questo iume, del Livenza e del Piave, sia dalla dinamica costiera71, con i primi depositi lagunari datati attorno al 5500-4800 a.C. Presso Casa Zucca di Caorle le tracce archeologiche protostoriche hanno una chiara relazione con il livello del mare, in quanto le strutture investigate tra il 1994 e il 2001 sono interpretabili come elementi 71 342 Bondesan et alii 2008, pp. 16-33. TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO di una palaitta72. In questo insediamento diversi strati, datati tra il 1300 e il 1100 a.C., permettono di stimare il RSL di quel tempo al di sotto di -2,6 m (Z3 in ig. 12) e al di sopra di -3,5 m slm (Z2 in ig. 12), con un probabile valore di circa -3,0 ± 0,6 m slm. Tuttavia, questo sito fornisce informazioni molto locali, in quanto negli ultimi millenni è stato fortemente afetto dalla compattazione dei depositi lagunari che ha alterato profondamente la quota degli strati. Questo fenomeno ha interessato anche l’area di Concordia Sagittaria, dove sono stati confrontati i dati ricavati dagli index point ottenuti dai carotaggi efettuati nei siti di Sepolcreto e Paludetto (n. 5 e 6 in ig. 3; S e P in tab. 1 e ig. 12; carotaggio CNC1 di Sepolcreto in ig. 4)73. A Cittanova è documentata la formazione di un dosso del iume Piave, che con la sua crescita ha sepolto un ambiente palustre situato in un settore marginale della laguna. Tale fase è iniziata nel BA (tra il 1950 e il 1750 a.C.), come testimoniato dagli index point C4 e C5 (ig. 11)74, dati che permettono di stimare il RSL intorno alla metà del BA (circa 1850 a.C.) tra -3,0 ± 0,4 e -2,70 ± 0,4 m slm. Presso Cittanova le indagini geoarcheologiche indicano che intorno al 950 a.C. il RSL era inferiore a -1,6 m slm. I siti analizzati in questa ricerca si trovano ad est della laguna di Venezia, nella quale sono presenti alcuni insediamenti dell’ Età del Bronzo (I Marzi di Portegrandi e Altino: n. 12 e 13 in ig. 3). Tuttavia in questi due siti non sono ancora documentati degli index point signiicativi per ricostruire il RSL dell’ Età del Bronzo, mentre alcune interessanti informazioni riferibili al primo millennio a.C. sono disponibili per l’area lagunare vicino a Mestre (# 14 in ig. 3; V1 e V2 in ig. 12). Qui è stato recentemente descritto un carotaggio con una sequenza di annegamento ben documentata, in cui si può seguire la transizione da un’area umida, sviluppata sulla pianura alluvionale LGM, all’ambiente salmastro/palustre e poi ad ambiente di laguna75. Intorno all’ 850 a.C. in quest’area il RSL era a -2,5 ± 0,4 m slm. Tipologia di insediamento durante la tarda Età del Bronzo Gli insediamenti analizzati erano posti lungo la frangia lagunare e furono in parte davvero coevi, tuttavia essi possiedono caratteristiche insediative diferenziate. Ca’ Baredi e Cittanova sono molto simili: entrambi costruiti su di un dosso luviale precedentemente formato dal corso di un iume alpino, che durante l’occupazione umana era già stato abbandonato o in corso di abbandono. L’alveo, rioccupato in modo parassita da un corso di risorgiva, era stato utilizzato per alimentare il fossato perimetrale e, forse, per fornire un sistema di irrigazione locale. Questo rapporto tra abitato e idrograia descritto per Ca’ Baredi e Cittanova è paragonabile a quello che caratterizzava i tipici villaggi delle Terramare76, ma anche a quello del castelliere di Rividischia77. Ca’ Baredi e Cittanova si afacciavano sulla laguna, ma erano insediamenti in condizioni asciutte, vale a dire senza palaitte. Si può ipotizzare che fossero siti probabilmente dediti alla produzione agricola, facilitata dalla presenza di terreni limoso-sabbiosi ben drenati e facilmente lavorabili. Nello stesso tempo, grazie alla loro posizione, svolgevano un ruolo importante come teste di ponte tra la terraferma e il mare. È probabile che, per analogia, anche nel settore costiero della pianura padana i siti principali fossero costruiti sui dossi luviali del Po e dei maggiori iumi appenninici, nel tratto dove entravano all’ interno delle lagune. Bianchin Citton, Martinelli 2005. Questi index point sono già stati considerati in altre ricerche (Fontana 2006; Antonioli et alii 2009; Fontana et alii 2012). 74 Bondesan et alii 2003; 2008, pp. 78-80. 75 Madricardo, Donnici 2014. 76 Si veda ad es. Bernabò Brea, Cardarelli, Cremaschi 1997; Cremaschi et alii 2006 e la bibliograia citata in questi lavori. 77 Fontana 2006, pp. 152-153. 72 73 343 FONTANA ET ALII Una tipologia diversa accomuna invece i villaggi di Muzzana Boniica e Ara del Gorgo, posizionati sulla pianura alluvionale relitta del LGM lungo il tratto terminale di iumi di risorgiva, che erano già al tempo inluenzati da processi di marea. Analizzando la morfologia e l’altimetria di entrambi gli insediamenti, i settori centrali furono costruiti tra +1 e + 2 m rispetto al livello marino dell’epoca e, quindi, erano al sicuro dalla maggior parte delle alte maree eccezionali. Anche i siti de I Marzi, nei pressi di Portegrandi (n. 12 in ig. 3), e gli insediamenti esistenti nella zona della città romana di Altino (n. 13 in ig. 3) mostrano una situazione geomorfologica simile a quella descritta per Muzzana. In entrambi i casi, l’occupazione è durata più a lungo dei siti disposti lungo la Laguna di Marano, arrivando alla ine del BF presso I Marzi e prolungandosi con continuità ino all’età romana ad Altino78. L’ insediamento di Casa Zucca di Caorle presenta una situazione peculiare, perché all’epoca di frequentazione era già nel mezzo all’ambiente lagunare, essendo in prossimità della linea di costa. Questo sito fu posizionato verosimilmente molto vicino all’entrata principale del settore orientale della laguna di Caorle. Le sue condizioni anibie sono provate da alcune strutture di tipo palaitticolo ed è probabile che non esistessero terreni agricoli nei dintorni. Come dimostrato per Casa Zucca79, i rapidi cambiamenti ambientali che caratterizzano la laguna (ad es. la migrazione dei canali di marea), potrebbero aver inluenzato i siti all’ interno di essa ed averne provocato l’erosione. L’area di Concordia Sagittaria, che era posta sulla parte sommitale del terrazzo luviale circondato su tutti i lati da profonde depressioni che ospitano l’ambiente lagunare80, mostra una situazione parzialmente paragonabile a quella di Muzzana Boniica. Nel contempo, Concordia è piuttosto diversa a causa dell’ampiezza del terrazzo LGM e dell’altezza dell’ insediamento sulla laguna, che attorno al 1000 a.C. era circa 3-5 m più in alto di essa. Conclusioni Gli insediamenti dell’ Età del Bronzo documentati presso la costa friulana e del Veneto orientale furono costruiti presso il limite interno degli ambienti salmastri e, in rari casi, all’ interno delle zone lagunari. Le strutture archeologiche documentate nei siti considerati sono raramente connesse in modo diretto al RSL di quel momento, ma forniscono comunque diversi index point che consentono di ricostruire il RSL. Durante il periodo tardo neolitico le lagune di Grado, Marano e Caorle avevano già raggiunto un livello paragonabile a quello moderno, con un RSL prossimo a -4 m slm. Durante il BA, intorno al 1850 a.C., il RSL era a -2,8 ± 0,4 m e, tra 1250 e 1050 a.C., era più basso di -1,7 m e superiore a -3,0 m slm, con un valore più probabile di -2,0 ± 0,6 m slm. La successiva risalita marina ha portato il RSL a -1,1 ± 0,3 m slm durante la prima parte del periodo romano, intorno al 50 a.C. Quasi tutti gli insediamenti analizzati in questa ricerca sono stati abbandonati alla ine del BR, ma i nuovi dati geoarcheologici non portano indizi probanti di una rapida ed importante variazione del RSL in questo intervallo di tempo, tale da poter spiegare il collasso dei siti costieri. A tal riguardo, i dati disponibili suggeriscono di valutare fattori culturali o demograici (come ad esempio crisi economiche o sociali, malattie epidemiche) e, in particolare, le possibili relazioni con la grave fase di instabilità culturale che ha caratterizzato il Mediterraneo orientale alla ine del Bronzo. Nonostante ciò, i processi tipici che interessano gli ambienti costieri e lagunari (ad es. migrazione di canali lagunaBianchi Citton 2012; Gambacurta 2011. Balista, Bianchi Citton 1994. 80 Fontana 2006, pp. 141-149; Fontana et alii 2014. 78 79 344 TERRA-MARE: INSEDIAMENTI LAGUNARI E LIVELLO MARINO RELATIVO DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO ri e canali di marea o le variazioni della portata sedimentaria dei iumi) possono aver provocato importanti e rapidi cambiamenti a livello locale, con pesanti ripercussioni su alcuni siti. Gli insediamenti analizzati in questo studio possono essere suddivisi in tre diverse tipologie: a) sito su dosso luviale olocenico entrante nella laguna (Ca’ Baredi e Cittanova); b) sito su pianura alluvionale del LGM, vicino al margine lagunare e lungo un iume di risorgiva entrante in laguna (Ara del Gorgo e Muzzana Boniica); c) sito all’ interno della laguna in un’area geograicamente vicina a punti peculiari, come una bocca tidale (Casa Zucca). Queste tipologie possono essere adottate per descrivere anche altri siti lungo la costa dell’Adriatico nord-occidentale a ovest dell’area investigata, come lungo il margine orientale della laguna di Venezia. Nel complesso, questi insediamenti, soprattutto se con limitate capacità produttive, dovettero svolgere un ruolo importante di mediazione e connessione tra le regioni dell’Adriatico settentrionale e le limitrofe aree dell’entroterra. ABSTRACT Archeological structures have been widely used to infer the past relative sea level (RSL). However, pre-Classical settlement linked to sea level are rare and their use is generally limited, also for the dramatic changes occurred in the coastal landscape. An exception is represented by the lagoon belt east of Venice, where many BronzeAge settlements are now exposed, thanks to the land reclamation carried out in the 20th century. he analysis or published information and of new stratigraphic-chronologic data allow to reconstruct sea-level rise. In addition, three diferent settlements categories are recognized: a) sites on Holocene luvial ridges; b) sites on the alluvial plain of the Last Glacial Maximum settled along a groundwater-fed river; c) sites in the lagoon. Since 6000 years ago, the lagoon environment was already partly comparable to modern one in size, with the RSL around -4 m asl. At about 1800 BC, RSL was comprised between -3 and -2.7 m asl, whilst at the transition between recent and inal Bronze Age (1250-1100 BCE) it was probably at -2.0 ± 0.6 m asl. he investigated settlements were abandoned during the inal Bronze Age, or slightly before. At the end of Bronze Age the sea level seems to have been risen progressively, suggesting that this process was not strongly responsible of the demission phase of the coastal sites. It is likely that socio-cultural changes or other environmental factors should be considered. KEY WORDS – Bronze Age, sea-level change, Grado-Marano Lagoon, Caorle Lagoon, Venetian-Friulian Plain. Bibliografia Amorosi et alii 2008 = Amorosi A., Fontana A., Antonioli F., Primon S., Bondesan A. 2008, Post-LGM sedimentation and Holocene shoreline evolution in the NW Adriatic Coastal area, in GeoActa, 7, pp. 41-64. 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