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Piano Idea. Recensione

Lavoro di recensione ed approfondimen-to della componente progettuale pro-grammatica della Variante Generale al piano Regolatore del comune di jesi

Piano Idea per la Variante Generale al Prg del comune di Jesi Lavoro di recensione ed approfondimento della componente progettuale programmatica della Variante Generale al piano Regolatore del comune di jesi Corso: Tecnica Urbanistica 2 Anno Accademico: 2015 / 2016 Docente: Giuseppe Bertrando Bonfantini, Andrea di Giovanni Studente: 1 Giorgio Marescia Indice 1. Il piano Identificazione del piano Legislazione di riferimento Contesto geografico entro cui si applica il piano Fasi di redazione e approvazione del documento Motivi di interesse sottostanti alla scelta 2. I Progettisti 3. I Documenti Costitutivi Piano Strategico Gruppo Agenda 21L - VAS Piano Idea Approfondimenti del Piano Idea Bozza del Progetto Comunale di Suolo Visione analitico-descrittiva del Piano Idea 4. I Contenuti Progettuali Da Centro Storico a Poli nucleo della Vall’Esina Completamenti ad Ovest Ristrutturazioni al centro Addizioni ad Est Una rete per la mobilità La riqualificazione di viale della Vittoria La riqualificazione dell’asse Sud Attenzione per le pratiche sociali Centralità locali e città lenta Approfondimenti del Piano Idea 5. I Procedimenti Tecnici Azzonamento Funzionale Schede Progettuali Approfondimenti del Piano Idea Verso l’azzonamento e la disciplina urbanistica La perequazione urbanistica 6. Le Immagini selezionate 7. Le Fonti 2 1. Paragrafo: Il Piano Identificazione del Piano Lo strumento oggetto di analisi è il Piano Idea: passaggio intermedio per la Variante generale al PRG di Jesi (AN). Il Piano Idea è un documento di natura programmatica che costituisce il quadro di riferimento per le politiche comunali in materia di: ambiente, trasporti, edilizia pubblica e che non conforma lo stato di diritto dei suoli e non conferisce diritti edificatori, stabilendo invece obblighi per l’Amministrazione Comunale nella redazione del “Progetto di Suolo” e degli altri strumenti attuativi. Il testo del Piano Idea è articolato nelle seguenti parti: - un’introduzione accompagnata dalle visioni del futuro della città e del suo territorio intercettate grazie alla partecipazione degli attori locali, intrapresa in occasione dell’avvio dell’elaborazione della variante generale al piano regolatore e del processo di Agenda 21 Locale; -l’esposizione degli “Ambiti del Piano”, immagini che tratteggiano i caratteri salienti del territorio al presente e cercano di restituire un’interpretazione dei caratteri della città che possa guidare il suo sviluppo futuro, in particolare i temi che paiono qualificanti e strategici e i luoghi su cui i progetti si inseriranno e andranno a intervenire. Nello specifico gli ambiti tematici fanno riferimento a quattro questioni (competenze, produzioni, risorse naturali, storia e cultura) mentre gli ambiti territoriali richiamano tre dimensioni: reti, rapporti di vicinato, luoghi e quartieri urbani; - la descrizione delle Strategie e azioni di piano che includono nove proposte correlate a un tema, articolate mettendone in evidenza obiettivi, la descrizione delle strategie e i soggetti coinvolgibili; - i progetti del piano strategico, organizzati in quattro temi (Corridoio Esino, Politica complessa e differenziata per la città storica, governance d’area vasta, marchio Vallesina) che possano orientare le successive politiche urbane e suggerire prospettive di sviluppo futuro. Per ciascuno sono indicati i principali contenuti, obiettivi, le risorse disponibili e le criticità da considerare, le condizioni di fattibilità e le azioni da intraprendere. Il documento prodotto è di natura programmatica, con diverse caratteristiche strategiche, strutturali e operative. Il Piano Idea ha una forma particolare: la sue tavole schematiche “manifesto”, accompagnate da una relazione e da dossier di supporto, si propongono di rappresentare la complessità del nuovo Piano, comunicando l’immagine al futuro della città (“Jesi città che cambia”). Il Progetto comunale del suolo segue temporalmente e logicamente il Piano Idea, con il quale infatti cerca coerenza. 3 Durante l’iter progettuale del piano è maturata da parte dell’Amministrazione Comunale la necessità di verificare in maniera specifica alcuni aspetti del Piano Idea; di conseguenza si sono introdotti due sottofasi non previste: “Gli Approfondimenti al Piano Idea” e la “Bozza del Progetto Comunale di Suolo”. Lo scopo è quello di rispondere puntualmente alle richieste dell’Amministrazione Comunale che accompagnano l’approvazione del Piano Idea affinando il grado di definizione progettuale ed entrando nel merito di aspetti rilevanti per la successiva regolamentazione. La Variante Generale al Prg è costituita quindi da: - Piano Strategico, Report Agenda 21L, Piano Idea; - Approfondimenti del Piano Idea, Bozza del Progetto Comunale del Suolo; - Progetto Comunale del Suolo. Legislazione di riferimento Con la riforma del Titolo V Costituzione, nel 2001 alle Regioni viene affidato il governo del territorio. Il Documento di indirizzi per la nuova legge regionale (delibera Giunta Regionale n.389 del 26 febbraio 2002) manifesta una nuova attenzione al paesaggio e alla sua progettazione (riferimenti a: Conferenza di Rio de Janero del 1992 in materia di sostenibilità ambientale, Convenzione europea del paesaggio 2000 e successivo accordo Stato-Regioni 2001). In materia ambientale in particolare insistono le direttive europee, sia per quanto riguarda la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale di specifici interventi e progetti) e la VAS (Valutazione Ambientale Strategica, volta a prevedere i possibili impatti strategici area vasta) che in particolare vuole costituire un supporto alla pianificazione e alla decisione, studiando l’effetto e l’influenza di piani e programmi e la relativa risposta agli obiettivi di sviluppo sostenibile da ricercarsi. L’Atto di indirizzo dell’Amministrazione comunale del settembre 2003, per la costruzione di un’immagine per la "Jesi del 2020", sottolinea la necessità di partire dall’esperienza del "Piano Secchi" (adottato nel 1987 e approvato dalla Regione Marche nel 1992). Viene costruito, al fine di arginare l’ostacolo di una legge regionale non innovata, un piano formato da tre componenti: Piano Strategico, Piano Idea e Progetto comunale del Suolo. Le strategie e modalità operative sono state costruite partendo da una valutazione degli esiti raggiunti dal piano regolatore attuale, dal riconoscimento di nuovi problemi e domande emergenti dai confronti con i cittadini e dalla volontà di collocare Jesi e il suo Piano all'interno di un territorio più vasto. L'impostazione mira dunque a integrare diversi strumenti di governo del territorio al fine di essere riconosciuta come un caso 4 esemplare di pianificazione territoriale, almeno per quanto riguarda la Regione Marche. Con le delibere C.C. 190-191 del 2002, il Consiglio Comunale di Jesi decide di avviare il processo di Agenda 21 Locale in qualità di capofila dei comuni della media Vallesina; e congiuntamente ai capofila dei comuni della bassa Vallesina (Falconara Mar.ma) e dell’alta Vallesina (Fabriano); in una prospettiva “strategica ed ecologica”. Sottolineando in questo modo la volontà di operare ai diversi livelli per accompagnare le future trasformazioni Nel 2003 seguono la Delibera consiglio comunale n.141, seguita dal Decreto sindacale nel 19 novembre 2003 (“garantire pareri e verifica di compatibilità con gli indirizzi della nuova pianificazione su eventuali varianti da sottoporre al Consiglio comunale fino all’adozione della nuova proposta di Progetto del suolo comunale”) in seguito alle quali vengono avviate le prime attività a Jesi (col coinvolgimento anche del Politecnico degli Studi di Milano), parte integrante del lavoro di adeguamento del Prg vigente. Lo studio delle varianti alle schede di progetto viene colto dai progettisti come l’occasione di “apprendere dagli esiti del Piano Secchi” (come richiedeva la delibera programmatica). Il processo di Agenda 21 Locale del comune di Jesi è fortemente integrato all’interno del percorso avviato verso la variante al PRG in un'ottica sostenibile e partecipata (vedi delibera C.C.n.141 del 2003). Agenda 21L e Piano strategico, in quanto strumenti di partecipazione, concorreranno, infatti, accanto al percorso urbanistico, a creare una base solida per il Piano Idea che concretizzerà una visione progettuale il più possibile condivisa e che fungerà da indirizzo per il Progetto di Suolo. Nel 2004 viene redatto il Piano Idea (approvato con Delibera Consiliare n.55-2005), strumento di sintesi strategica ed indirizzo progettuale. Nel 2005 infine viene stilato il “Progetto comunale del suolo”: strumento obbligatorio attraverso cui l’A.C. regola l’uso dei suoli definendone lo stato di diritto in conformità a quelle che sono le previsioni del Piano Idea. Contesto geografico cui si applica il piano Il Piano Idea, proprio grazie alla sua volontà di porsi a guida delle trasformazioni del territorio, è fortemente collegato ad altri documenti di pianificazione d’area vasta: - il Piano di Coordinamento territoriale che insiste sul telaio costituito dalla direttrice di collegamento Ancona-PerugiaOrte; - il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Progetto Ancona Nord) che vede nella città di Jesi un punto di snodo importante sull’asse Orte-Falconara, sulla linea adriatica; - il Prusst per l’area urbana di Ancona; 5 - il progetto per la realizzazione dell’interporto di Jesi e il suo collegamento ferroviario con la linea adriatica; - il “Progetto del Quadrilatero” infrastrutturale tra Umbria e Marche, integramento tra le aree interne e di costa. Fasi di redazione e approvazione del documento Essendo il Piano Idea un momento intermedio di un processo più ampio, le fasi ed i processi che hanno portato alla sua ufficializzazione sono indissolubilmente legati agli altri aspetti del progetto stesso. Tali momenti, iniziati con l’affidamento dell’incarico nel Settembre 2003, sono stati di carattere multidisciplinare ed hanno riguardato: focus group, report in collaborazione con Agenda 21L, contratti di quartiere, tavoli di lavoro, forum, relazioni inter-istituzionali, fino alla consegna dell’elaborato al comune nel Luglio 2004. Bisognerà attendere Settembre dello stesso anno per la delibera di Giunta e Marzo 2005 per l’approvazione definitiva in C.C. Tuttavia continueranno ad essere presentate integrazioni ed approfondimenti al Piano Idea per tutta l’estate del 2005 a testimonianza della connotazione processuale dell’elaborato. Motivi di interesse sottostanti alla scelta Le condizioni e le caratteristiche particolari di questo contesto permettono di considerare diversi aspetti del percorso di costruzione di una variante di piano in un territorio fortemente interconnesso, interessante sotto molteplici punti di vista; in primis poiché si comprende l’importanza ricoperta dell'immagine, intesa come disegno di città, ed in secondo luogo per le relazioni tra parti sociali di città in un approccio fortemente multiscalare. Ulteriore aspetto discriminante che ha guidato la scelta è la capacità di apprendimento dimostrata dalla tradizione amministrativa jesina. Infatti, consapevole dell’inefficacia di un Piano forse troppo lungimirante e quindi in parte incompreso (Piano Secchi 1987) non abbandona l’idea riformista ma anzi, cerca competenze e professionalità per coinvolgere la popolazione al fine di rendere la stessa più edotta ed attenta ai problemi urbani senza tuttavia compromettere la qualità del Piano. 6 2. Paragrafo: I Progettisti La lungimiranza precedentemente citata dell’amministrazione comunale si riscontra ampiamente anche nelle modalità di scelta del team progettuale, con la Delibera 141/’03 troviamo infatti un ottimo esempio della definizione del corpo progettuale; non tanto per la nomina (affidata poi al Politecnico di Milano) ma per le molte precisazioni che la accompagnano. La delibera è estremamente precisa in merito agli obbiettivi, le caratteristiche e le funzionalità operative del gruppo progettuale definendo in maniera chiara le motivazioni di tali scelte ed andando a creare quattro principali binari che guideranno tutto il successivo lavoro: - La necessità di rivolgersi ad un ambito universitario di ricerca data la natura complessa e sperimentale dell’operazione progettuale; - La responsabilità professionale gravante da questo incarico che, per quanto riguarda l’amministrazione, ricade su un unico ben preciso professionista, anche se individuato dall’ente universitario e comunque responsabile del procedimento nel suo complesso; - La natura progettuale ed intellettuale dell’opera che non si riduce ad una mera regolamentazione tecnica dell’attività edilizia nel territorio comunale ma ad un processo creativo integrato con l’amministrazione stessa, prevedendo soluzioni specifiche anche operative. - L’indirizzo di proseguire quanto raggiunto dal vecchio piano, considerare quanto fatto dalla vecchia amministrazione, integrandosi con la realtà professionale jesina e le organizzazioni già operanti sul territorio, coordinando anche il loro sviluppo. L’A.C. ben consapevole dell’alta qualità e valore aggiunto dell’operazione che sta iniziando vuole ottenere i massimi benefici anche dallo stesso processo progettuale prescrivendo che la sede delle operazioni sarà interna alla struttura comunale e che essa dovrà essere un volano intellettuale per gli altri settori del comune stesso. Ampia è la rosa per i professionisti selezionati dal Politecnico di Milano e capitanati da Patrizia Gabellini, forte sui temi cari all’A.C. jesina. Essa conta complessivamente di 18 elementi tra professionisti e ricercatori; di cui la maggior parte impiegata soprattutto all’elaborazione del Piano Idea con l’apporto di quattro giovani professionisti esterni. Forse in parte disattesa proprio la volontà di un ritorno dell’esperienza sul territorio e del mantenimento delle conoscenze per quanto riguarda i quattro professionisti selezionati tramite bando, di cui almeno tre estranei al territorio della media Vall’Esina e tuttora impiegati altrove. 7 Rosa Professionale Gruppo Agenda 21 L – VAS Andrea Valentini Tarcisio Porto Miriam Gavioli Luca Barbadoro Piano Strategico Alessandro Balducci Claudio Calvaresi Giovanni Ginocchini Paola Savoldi Variante Generale Prg Patrizia Gabellini Alessandro Alì Matteo Bolocan Goldstein Bertrando Bonfantini Luigi Caprarella Andrea Di Giovanni Giovanni Ginocchini Marina La Palombara Francesco Latis Letizia Leoni Antonio Longo Marco Pastore Daniela Vitali Marco Zannoni Marco Galasso Maurizio Organetti Dante Presicce Roberto Ricci Consulenze Esterne Tito Berni Nulli (Sintagma srl) – Dossier 07 Studio geologico tecnico di Ricci e Stronati – Dossier 08 Avvocato Mario Viviani – NTA Stefano Stanghellini – La Perequazione Urbanistica Consulenze della P.A. Landino Ciciarelli – Quadro conoscitivo patrimonio Tonino Conti - Quadro conoscitivo patrimonio Roberto Biagioni - Quadro conoscitivo patrimonio 8 3. Paragrafo: I Documenti costitutivi Essendo il piano Idea una fase progettuale di un processo più ampio, al fine di una maggior comprensione, si riporteranno tutti gli elaborati della variante generale elencati in ordine logico; e si svolgerà un approfondimento sulle tavole specifiche del Piano Idea. Piano Strategico - Relazione Finale che individua i problemi, le opportunità, gli obbiettivi e gli scenari del territorio Jesino; gettando le basi per il futuro sviluppo progettuale del piano (Piano Idea); - Agenda Strategica come documento di lavoro che identifica questioni rilevanti per il futuro ed fornisce i primi orientamenti; - Focus Group come relazioni di 4 occasioni di incontro fortemente strutturate sui temi: Il centro Storico, Le Qualità di Jesi, Le geografie dello sviluppo, La casa; Gruppo Agenda 21L - VAS - Rapporto sullo Stato dell’Ambiente del comune di Jesi, prima elaborazione; Piano Idea - Relazione Sintetica illustrativa dei processi di elaborazione e dei concetti fondanti dell’iniziativa progettuale trattata; - 18 Tavole Manifesto orientate su fondamentali indirizzi programmatici contenenti disegni di carattere schematico esplicativi degli stessi ed indicativi delle soluzioni; - 13 Dossier concepiti come fase intermedia e di studio, hanno permesso di meglio articolare le competenze andando ad esplicare meglio quegli schemi, dati essenziali e testi brevi presenti nelle 18 Tavole Manifesto; Approfondimenti del Piano Idea - 3 Approfondimenti richiesti con la Risoluzione del Sindaco che ha accompagnato l’approvazione del piano Idea e con Valore Anticipatorio del Progetto Comunale di Suolo; - 38 Tavole Allegate ai 3 approfondimenti e così suddivise: n°9 a “La Città Pubblica”, n°18 a “La Mobilità”, n°11 a “La Politica Abitativa”; Bozza del Progetto Comunale di Suolo - Relazione Sintetica illustrativa dei processi di elaborazione e dei concetti fondanti dell’iniziativa progettuale trattata; - 2 Tavole Fuori Formato di insieme che anticipano quali saranno i luoghi delle trasformazioni; - 37 Tavole Formato A3 presentate in successione come insieme variegato di schemi planimetrici, viste assonometriche, simulazioni fotorealistiche con lo scopo di dare parziali visioni delle proposte progettuali; - 2 Allegati costituiti da un approfondimento sul tema della perequazione (corredato dalle relative tavole) ed un Dossier dedicato alle proprietà pubbliche. 9 Visione analitico-descrittiva del Piano Idea Cuore del documento sono le tavole manifesto che utilizzano un linguaggio prettamente visivo basato su schemi astratti. La relazione illustrativa ed i dossier svolgono una funzione corredale ma non sono discriminanti alla comprensione del progetto. Ogni tavola non necessita delle altre per essere letta e compresa; contiene infatti tutti gli elementi per esaurire in maniera piena l’argomento trattato. Gli schemi sintetici astratti fanno sempre riferimento ad una dimensione territoriale comunque rintracciabile all’interno della tavola medesima. E’ ampiamente utilizzato il testo scritto che, sotto forma di tabelle, fitti commenti e legende; consente una comprensione più ponderata dei concetti espressi tramite schemi. Benché largamente diffuso, il linguaggio verbale è ben organizzato all’interno di un frame compositivo inter scalare delle tavole, il quale gli imputa un ruolo secondario e di approfondimento in opposizione alla grafica, di primo impatto ed intuitiva. Le tavole hanno un layout verticale e si leggono dall’alto verso il basso in una sequenza che accompagna il lettore sempre più in profondità negli argomenti trattati. Le tavole, oltre ad essere organizzate in maniera consequenziale, godo di un ulteriore raggruppamento non esplicito esercitato mediante la tonalità di sfondo di ciascuna tavola. Essi sono: - Titolo e Presentazione, Tavola 01. Elaborato riassuntivo e di presentazione dell’intero lavoro in grado da solo di esprimere tutte le volontà progettuali; - Sintesi Analitiche, Tavola 02,03,04,05,06,07,08; sfondo colore Violetto bluastro. Interpretazioni della realtà territoriale, basate su aspetti con maggiore incidenza. - Interpretazioni progettuali, Tavola 09,10,11,12,13; sfondo colore Grigio blu scuro. Concezioni di città e disegno urbano. - Tematiche trasversali e casi specifici, Tavola 14,15,16,17,18; sfondo colore Uva americana. Trattazione di tematiche progettuali trasversali come mobilità e centralità periferiche e casi progettuali specifici. Per quanto concerne la documentazione secondaria, la relazione illustrativa assume un ruolo introduttivo andando a trattare in maniera discorsiva concetti e motivazioni che hanno portato ai contenuti delle 18 Tavole; mentre, i dossier costituiscono la base analitica delle stesse. 10 4. Paragrafo: I Contenuti Progettuali La caratteristica preponderante di questo progetto urbanistico risiede nella ampia diversificazione delle soluzioni proposte secondo categorie indipendenti tra loro. I principali apporti progettuali sono tutti ben espressi nella prima tavola di presentazione (Tavola 01) che, li riassume e li rappresenta con l’aiuto dello “schema simbolo”. Dai ragionamenti per micro-aree si passa al ridisegno di quartiere, fino alle reti viarie, corridoi ecologici e mobilità lenta, per poi ridiscendere in schede progettuali simil-operative. E’ stato possibile ottenere un risultato così sfaccettato grazie anche agli organi e strumenti che hanno affiancato i progettisti nella realizzazione del piano, riferendosi al Piano Strategico ed all’ Agenda 21 Locale; i quali, hanno alimentato un forte e vivace dibattito sociale. Ciò ha probabilmente contribuito a mantenere il piano ad un livello concreto in una ottica di città “da usare”; visione a volte trascurata dal distacco della disciplina. Da Centro Storico a Poli nucleo della Vall’esina Partendo da una città composta e da un concetto di centro storico più attento al significato attribuito dai cittadini e all’identità, piuttosto che all’oggetto, si è individuato nel centro di Jesi n°9 ambiti territoriali su cui intervenire. Il piano Secchi ha senza dubbio gettato le basi di questo processo, i cui frutti vogliono essere ripresi ed organizzati in un sistema razionale dagli attuali progettisti. Le Tavole 09, 10, che trattano tale argomento mostrano chiaramente questa eterogeneità di un ambito territoriale “compresso”; tanto è che gli stessi, seppur ben distinti fra loro, sono ampiamente sovrapposti. Successivamente si passa ad una identificazione, caso per caso, di quelle aree portatrici di valori mettendo in luce i diversi telai. Completamenti ad Ovest Con la Tavola n°11 Si prevedono dei completamenti del tessuto Urbano esistente e vengono trattati due diversi interventi. Per il primo, in via Appennini, vengono delineati i criteri di un concorso orientato al paesaggio ed all’attenzione verso gli affacci e gli spazi verdi in una ottica di ridisegno dell’urbano. Mentre per il secondo, che riguarda il quartiere Verziere, si dettano linee guida per il futuro lavoro che dovrà essere effettuato da un laboratorio di progettazione partecipata con gli abitanti del quartiere; Gli interventi principali riguardano la creazione di una nuova strada esterna adatta al traffico intra-quartiere consentendo il declassamento di quella esistente e creando così un’isola di completamento con peculiari attenzioni ambientali. Ristrutturazione al centro La Tavola n°12 affronta direttamente il tema Foro Boario, una parte centrale della città caratterizzata da un’altra presenza di 11 spazi aperti e servizi, con molti edifici da risanare e ristrutturare. L’intenzione è quella di trattare l’intera area come unico sistema, strutturando gli interventi edilizia intorno alla maglia ambientale. L’abbozzo di masterplan lascia intuire la portata dell’opera precisando inoltre che dovrà costituirsi apposito soggetto giuridico finalizzato a realizzare questa trasformazione urbana. Addizioni ad Est La Tavola n°13 è l’ultima della serie di tavole progettuali che argomenta la visione di una città che cambia in una ottica territoriale. Nella prima parte viene ritrattata una proposta per la realizzazione di un villaggio avanzata da un operatore privato. La proposta viene ripresa ed ampliata inserendo tematiche di livello cittadino e territoriale, anche il livello stesso dell’intervento viene innalzato proponendo un concorso internazionale di urbanistica con precise linee guida e tematiche: paesaggio, il limitrofo corridoio ecologico, la visione di un insediamento metropolitano, sostenibile, autonomo, raggiungibile. Diverso è invece l’approccio per la seconda tematica che riguarda invece l’area industriale-artigianale, (Fig. 01). Ne viene innanzitutto ridefinita la scala ad ambito intercomunale, come una città lineare, guidata dalla infrastrutture e organizzata in placche che fanno difficoltà a trovare una loro continuità perché portate a scontrarsi con un sistema ambientale ed agricolo molto forte. La soluzione proposta vuole ripensare i due sistemi integrandoli ed armonizzandoli. Mantenere e rinforzare i collegamenti ambientali da un lato ed organizzando le attività industriale in maniera strategica dall’altro. Una rete per la mobilità Si apre con la Tavola N°14 un approccio trasversale su alcuni temi specifici. Nella suddetta tavola viene trattata la rete viaria, con una profonda rilettura e ripensamento della stessa. La proposta, basata su previsioni al 2020, prevede una ri-gerarchizzazione dell’impianto stradale fornendo un disegno chiaro e semplice degli assi viari di attraversamento della città cercando di utilizzare l’esistente e limitando gli interventi. La riqualificazione di viale della Vittoria Nella tavola n°15 viene trattata la riqualificazione di una importante asse della città che nel corso del tempo ha subito un sovrapporsi di funzioni ed usi che necessitava di un recupero di organizzazione semplicità ed identità. L’intervento, (Fig. 02), apparentemente presentato in chiave quasi architettonica, mette in luce un preciso disegno di città, e viene utilizzato per veicolare una trasformazione di livello urbano. La riqualificazione dell’Asse sud Anche nella Tavola n°16 viene trattata una riqualificazione stradale con lo scopo di alleggerire parte della struttura interna e permettere di rendere più vivibile una parte di città. Questa tavola 12 interessa, in parte, la Tavola n°11 che tratta il quartiere Verziere, nel quale dovrebbe passare una parte del nuovo Tronco. Attenzione per le pratiche sociali Il Piano Idea, in questa forma, non riesce ad affrontare in maniera esaustiva il tema specifico delle politiche e delle pratiche sociali, Tavola n°17; le quali in passato, sono state trattate in maniera generica e frammentaria. Innanzi tutto è importante partire da una sintesi, ottenuta grazie al Piano Strategico, che aiuta a comporre un primo quadro sinottico sia della realtà che della domanda effettiva. Successivo è il confronto con il vecchio piano ed il rapporto con gli standard. Chiare sono infine le indicazioni progettuali per il futuro sviluppo dell’argomento, con una attenzione a creare una vera e propria rete di mobilità lenta per lo svolgimento delle attività quotidiane; messa in relazione con la rete veloce tramite le aree a standard e parcheggi. Per la realizzazione di tale processo il Piano fa esplicitamente riferimento anche alle politiche urbane; finalizzate all’inserimento e coordinamento di attività economiche e di servizio come motore del processo. Centralità locali e città lenta Declinazione minuta dell’analisi della mobilità lenta diventa la Tavola n°18 ultimo elaborato del piano e con cui si concludo gli apporti progettuali. Il piano riparte proprio dai centri di mobilità lenta frammentata per cercare un quadro sinottico a livello cittadino e poter iniziare a tracciare collegamenti che rappresentano un primo abbozzo di quella rete di mobilità lenta concepita nel precedente piano ed ancora potenzialmente realizzabile. Tuttavia lo studio mette anche in luce come un pratica incerta abbia portato alla presenza di molti buchi nella trama stessa e della attuale complessità nel colmarli. Una iniziale soluzione potrebbe essere quella di concepire una tipologia di perequazione dello standard, cosi da permetterne uno spostamento da una aree all’altra in base alle risorse ed alla programmazione. Nella parte finale del piano vengono individuati i criteri generali di questo metodo chiamato appunto “trasferimento dello standard”. Approfondimenti del Piano Idea La Città Pubblica, primo dei tre approfondimenti, cerca di meglio argomentare il concetto di perequazione degli standard in un difficile rapporto di ridisegno dei collegamenti, in continuo confronto con quei servizi privati di rango pubblico e rispetto ad alcuni parametri a cui si è risposto solo analiticamente senza apportare un effettivo miglioramento per gli abitanti. Il secondo Approfondimento, La mobilità, si occupa invece di meglio esplicare quel progetto di ri-gerarchizzazione degli assi introdotto con la Tavola n°14. Primo passo è un’analisi delle precedenti proposte per poter delineare un modus operandi che recuperi il più possibile dall’eredità lasciata, intervenendo alcune operazioni mirate 13 e precise. Le tavole allegate a questo approfondimento contengono anche le indicazioni delle opere temporanee durante le modificazioni più consistenti del telaio viario con una vocazione quasi esecutiva, (Fig.03). L’ultimo dei tre rapporti, incentrato sull’abitare, nasce per la volontà dell’Amministrazione Comunale di monitorare in maniera coscienziosa l’articolarsi dell’offerta abitativa in relazione alla domanda e di verificare l’idoneità delle tecniche di progettazione urbanistica adottate. La risposta del dossier si orienta sull’assunzione di indici generali diversi dai precedenti con lo scopo di meglio stimare l’offerta, specializzandola per precisi settori di mercato e distribuendola, spazialmente e temporalmente in modo da garantire uno sviluppo organico dell’abitato anche di fronte alle previsioni demografiche più ottimistiche. Viene infine affrontata la perequazione urbanistica portando alla riflessione alcuni criteri per l’attribuzione di diritti edificatori: evitare diritti estranei al PRG, diversificare l’edificabilità, attribuire alla stessa amministrazione dei diritti da poter spendere con i privati. Il tutto dovrà essere accompagnato da una attenta valutazione delle regole e degli equilibri per non soffocare l’iniziativa privata ed ottenere obbiettivi sociali. 14 5. Paragrafo: I Procedimenti Tecnici Bisogna premettere che il Piano Idea, essendo di natura programmatica, non affronta direttamente le tematiche relative all’applicazione dei procedimenti tecnici urbanistici, ma si limita alla formazione di ipotesi su basi più o meno solide. Tali procedimenti trovano invece esplicazione nella Bozza del Progetto Comunale di Suolo di seguito nominata “Bozza”, la cui versione definitiva dovrebbe avere potere attuativo. Tuttavia non si riteneva opportuno escludere tale argomentazione visto il forte legame tra gli elaborati all’interno del processo progettuale. L’azzonamento funzionale Il gruppo progettuale, in coerenza con quanto svolto finora, ha ritenuto mantenere un atteggiamento progressista e sperimentale anche nella realizzazione degli aspetti attuativi della Variante; di conseguenza sono stati utilizzati una serie di procedimenti differenti in base all’esigenza specifica che con una serie di passaggi di traduzione e conversione vengono poi ricondotti ai valori della Legge Regionale. Per una migliore lettura ed inquadramento degli strumenti è opportuno seguire il ragionamento sviluppato dagli autori che inquadra una fondamentale distinzione tra “trasformazione urbanistica, che si applica a quelle situazioni sottoposte a modificazioni rilevanti negli usi o configurazioni spaziali come operazioni progettuali; e gestione urbanistica, che regola invece ambiti consolidati. Sulla base di ciò le Macrozone identificate sono: 1. Territorio urbano esistente 2. Territorio urbano di trasformazione 3. Territorio agricolo 4.Territorio di pregio ed a rischio non urbano 5. Territorio delle infrastrutture e dei servizi Come è facile intuire questa suddivisione permette una lettura estremamente pragmatica e specificatamente la Macrozona 1 comprende quei territori urbani consolidati, le Macrozone 2 e 5 le aree in cui il piano promuove azioni; infine le Macrozone 3 e 4 individuano quegli ambiti interessati dalle politiche di pianificazione sovralocale. Schede progettuali E’ sulla base della precedente chiave di lettura che trova collocazione uno degli apporti più innovatori del Piano Idea, le proposte progettuali: definite con il taglio di progetti urbani, che vengono poi riprese dalla Bozza che li organizza per interventi specifici definendo parametri ed indici differenti per ciascuno. Il dimensionamento di questi ultimi è avvenuto in base a previsioni, ipotesi, analisi ritagliate ad hoc. I temi trattati in questo modo, e ricercabili tra quelli del Piano Idea, sono: - Appennini Alta (Completamenti ad Ovest) 15 - Verziere - Fontedamo - Zipa Verde - Foro Boario - Rete Ecologica (Completamenti ad Ovest) (Addizioni ad Est) (Addizioni ad Est) (Ristrutturazioni al centro) (Tema trasversale che accompagna tutto il piano) Approfondimenti del Piano Idea Anche gli Approfondimenti, che avevano già una loro natura cogente, vengono ripresi, corredandoli di ulteriori indicazioni operative schematizzandole e tavole esplicative. Verso l’azzonamento e la disciplina Urbanistica Dopo l’escursus iniziale di buone pratiche inizia l’avvicinamento a quei parametri e valori cari alla legge Regionale e con reale valore cogente. In questa prima fase vengono riprese le 5 Macrozone specificando per ciascuna di esse le “Zone Urbanistiche” di cui sono composte e che tipo di forma le interessa. Tuttavia ciò mette ancora più in luce quella contraddizione tra i due metodi organizzativi che rappresenta una delle “Questioni” dell’urbanistica degli ultimi anni. La Perequazione Urbanistica Le riflessioni sulla perequazione urbanistica non possono che partire dagli Approfondimenti del Piano Idea, e nello specifico dai due lavori la città pubblica e la politica Abitativa: il primo mette in luce lo stato della dotazione comunale tra previsto, realizzato e residuo; il secondo delinea già strumento e le sue peculiarità. Le indicazioni sul metodo perequativo sono da ricercarsi in un apposito documento redatto dal Prof. Arch. Stefano Stanghellini che si è occupato della ricerca. Benchè la volontà del Piano Idea era applicare questo metodo a tutte le principali aree di trasformazione, esso è stato verificato soltanto per l’intervento Appennini Alta (Completamenti ad Ovest). Base del metodo di calcolo è la domanda abitativa, ed il valore dei prezzi espressi in quanto non era possibile utilizzare direttamente le aree edificabili perché esaurite. Anche la precisa analisi della domanda ha permesso di delineare un quadro chiaro delle criticità del mercato individuando il cosa, il chi e soprattutto perché. Il lavoro di analisi che ha portato ad ottenere dei dati sufficientemente sicuri è stato sviluppato, nella quasi sua complessità, in assenza ed in contraddizione dei dati immobiliari divulgati dalle istituzioni in quanto cronicamente sottostimati, (Fig.04). Risultato di queste prime operazioni sono i valori stimati delle aree edificabili, ottenute mediante “costo di Trasformazione”. Da ciò, e con le indicazioni contenute nella delibera del sindaco del Luglio 2005: - applicare il metodo a zone di espansione, trasformazione e recupero. 16 - ripartire i benefici da aree di espansione al 50% tra pubblico e privato, - rimodulazione dello standard sulle esigenze incombenti, - Consentire alla Amministrazione Comunale di arrivare alla soglia di 38,5 mq/ab; si può procedere alla configurazione del modello jesino: - stima dell’ammontare complessivo derivante dall’espansione e trasformazione diviso in due quote paritarie, - relazionare il beneficio privato con i valori consolidati dei beni oggetto di trasformazione, - stimare il beneficio pubblico ritraibile e la capacità di soddisfare le aspettative nei confronti della città pubblica. Tolta l’analisi matematica, finalizzata alla distillazione del dato, è aggiunta una ulteriore variabile che consente al comune di monetizzare lo standard li dove ve ne sarebbe in eccesso. 17 6. Paragrafo: Le Immagini Selezionate Fig. 01 – stralcio parte inferiore Tavola n° 13 del Piano Idea (Addizioni ad est) – Approvazione Marzo 2005 Scopo dell’estratto: mostrare il livello grafico e di approfondimento di un singolo intervento trattato a livello territoriale, avendo premura di far notare la preponderanza di temi ambientali e del paesaggio. Fig. 02 – stralcio parte superiore Tavola n° 15 del Piano Idea (La riqualificazione di viale della vittoria) – Approvazione Marzo 2005 Scopo dell’estratto: mostrare l’utilizzo del progetto urbano per la risoluzione di problemi Urbanistici 18 Fig. 03 –Tavola n°10 degli Approfondimenti al Piano Idea – La Mobilità (Raddoppio del Verziere Tracciato) – Approvazione Luglio 2005 Scopo dell’estratto: mostrare la finezza progettuale e l’operatività su uno degli interventi per migliorare la mobilità pubblica.. Fig. 04 –Tavola n° 6 dell’allegato alla Bozza Progetto Comunale di suolo – La perequazione nel nuovo Piano regolatore generale (Mappa dei Valori Immobilari) – Approvazione Luglio 2005 Scopo dell’estratto: mostrare la sfaccettatura derivante dai colloqui con gli operatori del territorio rispetto alle informazioni istituzionali. Si precisa che tutti gli estratti e Tavole sono state prelevate dal CD allegato al numero di Urbanistica n°128 19 7. Paragrafo: Le Fonti Articoli - ©Comune di Jesi - Dipartimento Architettura e Pianificazione Politecnico di Milano: Jesi: un’operazione urbanistica che costruisce politiche Urbanistica n°128 con CD-Rom Si è attinto al materiale multimediale per ottenere gli elaborati originali, ed ai contenuti dell’articolo come introduzione al tema - Giovanni Marinelli, Giuseppe Michelangeli: Il Piano di jesi – Mterritorio 26/10/2015 http://www.mterritorio.univpm.it/content/il-piano-di-jesi Introduzione al tema Libri - Patrizia Gabellini: Tecniche Urbanistiche Roma, Carrocci Editore Informazioni di natura tecnica sul funzionamento di strumenti Urbanistici Mostre - Politecnico di milano, Dipartimento di Architettura e pianificazione, Comune di Jesi Ufficio Progettazione, Gruppo Agenda 21 Locale VAS: “Progetti per Jesi. Un anno di lavoro” Comune di Jesi Palazzo dei convegni 613 Ottobre 2004 estratto CD-Rom Si è attinto al materiale multimediale per ottenere gli elaborati originali Siti - Comune di Jesi www.comune.jesi.an.it/ - Provincia di Ancona www.provincia.ancona.it/ - Regione Marche www.regione.marche.it/ - Gazzetta Ufficiale www.gazzettaufficiale.it/ Si è attinto ai siti istituzionali per recuperare tutte le leggi ed gli atti ufficiali di interesse. 20