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Nuove finestre sui mosaici della cattedrale paleocristiana di Pesaro

2024, Nuove finestre sui mosaici

Un articolo a firma di M. Gennari, su Il Resto del Carlino. Presso la Cattedrale di Pesaro l'Arcidiocesi, grazie a un contributo della Fondazione Scavolini e in accordo con la competente Soprintendenza, amplia le vetrate pavimentali che permetteranno di visionare una porzione maggiore del mosaico del VI secolo d.C. (ma anche quello sottostante del V secolo), litostroto che evidenzia continui rifacimenti, sino al XIII secolo.

3 •• VENERDÌ — 5 APRILE 2024 – IL RESTO DEL CARLINO LUCE SUI CAPOLAVORI Pesaro Il duomo chiuderà per lavori Nuove finestre sui mosaici «Sarà un’operazione complessa» Dal 29 il via all’intervento che sarà realizzato dalla Fondazione Scavolini con la Renco Alla fine ci saranno 42 metri quadrati in più di ‘visibilità’ per ammirare i tesori cittadini Il 29 di questo mese chiude al culto la cattedrale. Partiranno i lavori per realizzare le nuove ‘finestre’ sui mosaici. Il tempo stimato per riaprire la chiesa viene ipotizzato in un paio di settimane, sperando che non subentrino problemi in corso d’opera. In totale 42 metri quadrati in più di finestre rispetto allo stato attuale, per cui si passa da 160 metri quadrati ad oltre 200. Una verrà creata lungo la navata di destra sopra al tappeto della nave troiana. L’altro sul fronte opposto e quindi, oltre al mosaico superiore si potranno vedere frammenti di quello più antico che risale al IV secolo, che rispetto a quello superiore è più geometrico, ma anche questo è a colori. A ricordare bellezza e l’estensione di questo mosaico che Federico Zeri definì «un caso unico al mondo perché attraverso vari rifacimenti corre per seicento anni e cioè dal sesto secolo fino al 1200», ci hanno pensato i carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio di Ancona che hanno realizzato con un drone un filmato su tutta l’area. Nell’anno di Pesaro capitale della cultura, per allargare la visione del litostrato, i finanziamenti per realizzare questi lavori sono arrivati dalla Fondazione Scavolini, rappresentata ieri in curia dalla presidente Emanuela Scavolini e dal cugino Gianmarco. La Fondazione spende per questi lavori circa 250mila euro «ma noi siamo nati 40 anni da proprio per valorizzare il patrimonio delloa città», dice Emanuela Scavolini. «Una operazione più complessa di quello che possa apparire – dice Giovanni Pratelli, ingegnere della Renco, impresa incaricata dei lavori – perché si sono dovuti valutare tutti i carichi di una struttura realizzata 25 anni fa». In sostanza l’attuale piano di calpestio che ha una struttura reticolare, con tiranti, dove poi sono state appoggiate delle mattonelle 50 per 50. Per ottenere tutti i permessi ci sono voluti 12 mesi di pre- Vittorio Sgarbi osserva i mosaici durante una recente visita insieme con il vicesindaco Daniele Vimini parativi. L’operazione non prevede solamente l’apertura di due nuove finestre ma anche il cambio di tutti i cristalli che hanno 25 anni ed anche una maggiore ampiezza della grande finestra che è al centro della navata centrale. Al posto dei vecchie cristalli una vetratura molto più luminosa che dovrebbe permettere una visione migliore dei mosaici grazie anche ad un sistema di illuminazione con tecnologie al Led. Preparativi lunghi non solo sotto il profilo burocratico e tecnico, perché la Soprintendenza in que- sti ultimi mesi, oltre ad aver controllato la conservazione, ha anche pulito tutto il tappeto musivo ridando lucentezza alle pietre. Un Duomo che in queste settimane, con l’arrivo dei gruppi turistici, è stato molto visitato, anche se come si disse quando si decise di realizzare il nuovo piano di calpestio, «è come guardare la cappella Sistina dal buco della serratura». Al tempo Vittorio Sgarbi bollò gli autori della soluzione, quella arrivata fino ai giorni nostri, come “capre” beccandosi anche una querela per diffamazione – LA RISCOPERTA Si potranno ammirare frammenti anche dei mosaici più antichi Da sinistra Emanuela Scavolini, il vescovo Sandro Salvucci e Cecilia Carlorosi poi ritirata grazie ai buoni uffici dell’allora presidente della Provincia Palmiro Ucchielli – dalla ex ministro della Cultura, Giovanna Melandri. A presentare questi lavori, ieri mattina si sono riuniti in Curia alla presenza del padrone di casa, e cioè l’arcivescovo Salvucci, tutti gli autori di questa operazione. Era presente Cecilia Carlorosi che guida la Soprintendenza con il responsabile dell’ archeologico Stefano Finocchi; poi l’architetto Franco Panzini, tecnico della Fondazione Scavolini che ha fatto l’uomo di raccordo con Renco e amminoistrazione; il responsabile del museo diocesano, Filippo Alessandroni che ha fatto anche un po’ il quadro dei visitatori che nel corso dello scorso anno sono scesi nei sotterranei: «In prevalenza, tenendo conto che i numeri sono contingentati, per cui più di tante persone non possono scendere, sono stati i giovani delle scuole. Comunque abbiamo calcolato circa 4-500 persone. Ma pensiamo che quest’anno saranno molti di più i visitatori». Presente anche il vicesindaco e assessore alla Cultura Daniele Vimini e per l’università di Urbino Daniele Sacco, perché la sezione archeologica dell’ateneo sta eseguendo studi e approfondimenti. m.g. IL COMMENTO Anche i mosaici tra le occasioni perse dalla città mosaici del Duomo fanno parte del teatro dell’assurdo di questa città. Così come entra tra le cose che sfuggono alla comprensione della maggior parte dei pesaresi, i lavori che da 35 anni vanno avanti all’interno di Rocca Costanza. Per erigere San Pietro ci hanno messo meno tempo. Lavori in corso è la parola d’ordine. Perché fra poco tempo occorrerà tirare giù le serrande anche della biblioteca Oliveriana. La vicenda dei mosaici rientra comunque a pieno titolo tra le occasioni perse, perché c’era un progetto pronto. E che aveva ricevuto anche l’ok ministeriale: staccare il mosaico superiore che doveva essere ricomposto poi sotto quello che oggi è lo spazio sottostante all’attuale cinema Astra. Questo lavoro avrebbe permesso di riportare alla luce il litostrato inferiore, quello del IV secolo, per cui si era davanti ad oltre 1600 metri quadrati di mosaici. Un unicum. Il tutto è finito nel cestino perché con il Giubileo alle porte, la soprintendenza ai Beni Archettonici e quella dell’Archeologia si sono scontrate, con tanto di denunce. Il tutto per la realizzazione di un passaggio che doveva condurre dall’attuale sottosuolo del Duomo a tutta l’area che è sotto il cinema Astra. Il vecchio arcivescovo, oggi cardinal Angelo Bagnasco, decise per la soluzione che oggi è sotto gli occhi di tutti. Una operazione, quella che era stata messa a punto e che è saltata, oggi irripetibile per gli alti costi che comporterebbe. E’ vero che ci sono movimenti in città che vorrebbero portare alla luce anche il mosaico inferiore. Ma nessuno dice dove si prendono i finanziamenti per una operazione, anche tecnicamente, estremamente dispendiosa.Ora si aprono nuove finestre sui mosaici e si allarga una di quelle ‘antiche’. Meglio questo che niente si dovrebbe dire. Ma occorre aggiungere che quello che arriverà, per una migliore fruizione del litostrato, non giunge dal Comune, non arriva dalla Soprintendenza e non arriva nemmeno dalla Curia. Il tutto arriva da un privato, dalla Fondazione Scavolini. Se uno capisce questo, capisce tutto questo teatro dell’assurdo. E capisce anche perché da 35 anni ancora c’è il cartello ‘lavori in corso’ a Rocca Costanza. m. g. I