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2023, Dalla costa laziale alle sponde del Mediterraneo (Sapienza Università di Roma, Facoltà di Architettura, 26-27 ottobre 2023)
2018
l tema dello studio delle torri costiere ha sempre rivestito grande interesse tra gli storici, per comprendere le dinamiche che hanno portato alla loro nascita ed espansione. Questo testo si sofferma sul territorio della Terra di Lavoro, una delle dodici province nelle quali era diviso il regno di Napoli, toponimo impiegato già a partire dalla seconda metà dell’XI secolo, che deriva con ogni probabilità da Liburia o Liboriae. Terra di Lavoro era la denominazione ufficiale della suddivisione amministrativa normanna, la cui area comprendeva i territori della provincia di Caserta, Napoli con il suo circondario, l’agro nolano, l’area vesuviana e parte del territorio beneventano; la media valle del Liri; la porzione di territorio tra Monteroduni e Venafro, con il Sannio alifano e telesino; il territorio della grande abbazia benedettina di Montecassino; quelli a nord della valle del Garigliano, fino a Fondi, di cui in particolare questo volume si occupa. L’area di Terra di Lavoro riprende quella definita alla fine del XVI secolo nella cartografia redatta da Mario Cartaro e Colantonio Stigliola, Carta geografica della provincia di Terra di Lavoro, 1613, su commissione dell’allora viceré di Napoli, circa la consistenza fisica del territorio del regno. La carta di Terra di Lavoro è una delle dodici che compongono l’atlantino, a cui si aggiunge una carta d’insieme che raccoglie tutte le province del regno di Napoli, nella quale sono, tra gli altri, riportati tutti i siti fortificati. Al loro interno si inserisce il ricco sistema di difesa costiero voluto dal Governo vicereale a partire dal 1532, che, come vedremo nel corso della trattazione, risulta avere degli antesignani nel territorio gaetano, dove è datata al 1531 la Torre di S. Agostino, che anticipa le ordinanze governatoriali.
Defensive Architecture of the Mediterranean, 2018
La storia del Mediterraneo è la storia delle sue coste e delle sue isole e di tutte le rotte che, intersecandolo, hanno diffuso civiltà, culture, pensieri. Tutta la storia e la vita dell’uomo, ogni suo evento, ogni sua speranza, ogni sua realizzazione, è sempre avvenuta, in qualche modo, sul mare o attraverso il mare. Guardando al Mediterraneo, come mare da dominare, esso si rivela ‘specchio’ di una parata di fortezze d’acqua, rocche appartenenti a sistemi castellari, manieri, che mutano aspetto in relazione ai cambiamenti politici e ai progressi nell’arte del guerreggiare, alla cui ombra, in un universo infinito di rotte d’acqua, si riflettono le gesta quotidiane della gente di mare, di condottieri, nobili, pellegrini, crociati e pirati. L’originaria funzione di difesa e di controllo di queste architetture, ha fatto sì che nel passato costituissero dei segni forti sul territorio, elementi significativi di grande valenza architettonica. Oggi la situazione di tali manufatti è chiaramente mutata, motivo in più per interpretarne il significato attuale, prevalentemente settato sulla funzione di nodi di comunicazione turistica e promozione culturale del territorio. Dapprima utilizzate come semplici postazioni d’avvistamento, sorte per la difesa passiva delle coste, in seguito, dopo l’introduzione delle armi da fuoco, vengono dotate di ulteriori corpi di fabbrica, massicci e articolati, che permettono a queste scole troneggianti sul Tirreno d’ingaggiare battaglie contro gli attacchi provenienti dal mare; integre o allo stato di rudere, raccontano in silenzio brai di storia. Il contributo si propone, attraverso lo studio delle fonti d’archivio e iconografiche, di approfondire caratteri tipologici e tecniche costruttive, nonché possibili azioni di restauro e valorizzazione, di alcune di queste fabbriche comprese nel litorale laziale; tra queste le torri d’avvistamento e di presidio di un territorio, in un insieme compatto, che si raccorda, a nord, con le torri di Fiumicino, torre campanaria di S. Ippolito, torre Niccolina, torre Alessandrina e torre Clementina, e, a sud, con le torri Paterno, tor Vajanica, tor Caldara.
A. Aveta, B.G. Marino, R. Amore (a cura di), La Baia di Napoli Strategie integrate per la conservazione e la fruizione del paesaggio culturale, artstudiopaparo, Napoli 2017, vol. II, pp. 256-262
in Restauro: temi contemporanei per un confronto dialettico, REUSO2020, Simposio Internazionale, a cura di Giovanni Minutoli, DIDA Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Firenze, Firenze 2020, pp. 384-395, ISBN 9788833381206. , 2020
The aim of the current contribution, through the study of archival and iconographic sources, is to deepen typological characters and construction techniques, as well as the recovery and enhancement actions of some towers located in the Lazio coast, today mostly abandoned and disused. The study analyzes deepens the diversified anthropization processes of the Lazio coastal landscape, on the Tyrrhenian Sea, between Civitavecchia, to the North, and Terracina, to the South, focusing attention on the defensive towers on the coast. It is a rich and unique heritage, still mostly intact, within a territory widely modified by spontaneous urbanization of the past century which has caused the uncontrolled expansion of illegal settlements and the construction of important infrastructures, such as the international Fiumicino airport. A complex overview that should be protected by involving cultural and environmental assets, now closely related to each other to determine the characteristics and quality of the current landscape.
A. Marotta, R. Spallone (eds.), Defensive Architecture of the Mediterranean, Proceedings of the International on Modern Age Fortifications of the Mediterranean Coast - FORTMED 2018, Torino, 18th-20th October 2018, Torino 2018, pp. 1171-1178, 2018
Many coastal towers were built in second half of the 16th century: they were in line with the whole defensive system of the Kingdom of Naples. A detailed picture of the situation can be reconstructed through Carlo Gambacorta’s report, dated back to 1598. Along the Abruzzo coastline, the report describes 15 towers, which were used for surveillance, control, communication, maritime trade. Some of them are completely disappeared, others are ruined, others again are well preserved, restored and converted into different uses. Cerrano Tower is now the centre of a Marine Protected Area, which covers 37 square kilometers and included the coastal zone, the underwater ancient site of a port and a sea section which is unique for its biodiversity in the middle Adriatic Sea. The management board improves research projects and develops models of sustainable tourism. The viceroyal tower and the remains of the port of Hatria are key-elements of the natural reserve, because they provide a historical reconstruction and a global understanding of the area. The port, dated back to Roman times, was repeatedly restored until its decline at the beginning of 1500. It is significant that Cerrano Tower was erected near this archaeological site to watch against pirates' attacks from any side of the Mediterranean Sea. In this paper the author focuses on the experience of Cerrano Tower, which lives a new life as part of an integrated territorial system including an architectural, cultural and environmental heritage of high value.
Il lavoro svolto ha voluto dimostrare che l’istituzione dell’Area Naturale Marina Protetta di Capo Carbonara, oltre agli indubbi vantaggi dal punto di vista ambientale, reca in sé benefici economici e sociali in una zona, il Sud-Est della Sardegna, che ha fatto del turismo vacanziero la primaria attività produttiva.
The apulian system of coastal fortifications: knowledge, conservation and valorization of the Omomorto Tower in Santa Maria di Leuca (LE), 2019
ITA Durante l'Età Moderna si è assistito alla nascita, al consolidamento e al declino di grandi Potenze che hanno trascinato con sè numerosi conflitti politici e religiosi. Il Mar Mediterraneo, configurandosi come area di contatto tra i più lontani Imperi, ha vissuto un'epoca di intensa attività navale sotto forma di pirateria, guerre di corsa e deterrenza armata, disseminandosi sulle sue rive di torri d'avvistamento. L'organizzazione del sistema difensivo è avvenuta in intima relazione con il territorio, connotando fortemente la costa che per secoli le ha viste quali uniche presenze antropiche litoranee. Il loro carattere esclusivamente militare ha tuttavia inibito il loro riuso nel tempo, suscitando fino a pochi decenni fa il disinteresse della comunità e il loro disconoscimento dalle architetture meritevoli di tutela. La conoscenza delle vicende storiche e dei caratteri morfotipologici del sistema pugliese di torri costiere diviene dunque il punto di partenza per il loro riconoscimento in qualità di caratteri identitari fondanti del territorio, finalizzando il presente studio alla riappropriazione da parte della comunità di questi beni quali veicoli strategici di trasmissione della storia pregressa locale e dei suoi valori patrimoniali intrinseci. Finalità del presente elaborato è la conoscenza delle vicende storiche e dei caratteri del sistema pugliese di torri costiere, sviluppata con la ricerca, l'analisi storica e lo studio morfotipologico delle torri costiere della provincia di Lecce. Queste ultime sono state oggetto delle analisi spaziali e tipologiche prodotte con l'ausilio del software opensource "Quantum GIS", provvedendo alla loro georeferenziazione sulle basi cartografiche ufficiali. Ricerca e analisi sono proseguite focalizzandosi sulla Torre dell'Omomorto, prima torre italiana che ancora si scorge provenendo dalle rotte Orientali che passano per la Grecia, dominante sul porto di Santa Maria di Leuca in Puglia (LE). Lo studio ha visto la produzione di rilievi e restituzioni concernenti le mappature dei materiali e dei fenomeni di degrado, nonchè il riconoscimento delle diverse unità stratigrafiche murarie che hanno permesso un'ipotesi di lettura delle fasi di trasformazione vissute dal manufatto. Le analisi sono state accompagnate da una proposta di restauro di tipo conservativo e di rifunzionalizzazione della Torre e degli spazi di sua competenza. ENG During the Modern Age we witnessed the birth, consolidation and decline of great powers that dragged numerous political and religious conflicts with them. The Mediterranean Sea, as area of contact between the most distant Empires, experienced an era of intense naval activity in the form of piracy, race wars and armed deterrence, spreading along its shores with coastal watch towers. The organization of the defensive system of coastal towers took place in intimate relationship with the territory, strongly characterizing the coast which for centuries has seen them as unique coastal anthropical presence. Their exclusively military character has, however, inhibited their reuse over time, arousing until a few decades ago the disinterest of the community and their disavowal of architectures worthy of protection. The knowledge of the historical events and the morphotypological characteristics of the Apulian system of coastal towers thus becomes the starting point for their acknowledgment as fundamental identifying characters of the territory, finalizing the present study to the re-appropriation of these assets by the community as strategical vehicles for the transmission of the local history and its intrinsic values. The purpose of this paper is the knowledge of the historical events and characteristics of the Apulian system of coastal towers, developed with research, historical analysis and the morphotypological study of the coastal towers of the province of Lecce. These have been the subjects of spatial and typological analyzes produced with the help of the opensource software "Quantum GIS", providing for their georeferencing on the official cartographic bases. Research and analysis have continued focusing on the Omomorto Tower, the first Italian tower that can still be seen coming from the Eastern routes that pass through Greece and that dominates the port of Santa Maria di Leuca in Puglia (LE). The study allowed the production of surveys and analyses concerning the mapping of materials and degradation phenomena, as well as the recognition of the different stratigraphic constructive units that allowed one to hypothesize the reading of the transformation phases experienced by the artifact. The analyses have been followed by a restoration and re-functionalization proposal of the Tower and the spaces within its competence.
La città, il viaggio.il turismo. Percezione, produzione e trasformazione, 2017
La città mediterranea e il turismo di massa, tra loisir e nuove paure Flussi di persone attraversano oggi i centri urbani e occupano interi quartieri di moltissime città del Mediterraneo per turismo culturale e di divertimento. La vocazione turistica diviene strategica specie come risorsa economica all'indomani dei processi di dismissione industriale, di modo che la riconversione di numerosi comparti urbani a fini turistici è stata una pratica ricorrente da Barcellona a Istanbul, passando per Genova, Marsiglia e decine di centri urbani lungo le coste. Dalla singola casa per vacanze passando per la cultura dei villaggi turistici "all inclusive" fino a una colonizzazione metropolitana delle linee di costa, possiamo leggere il XX e XXI secolo come una trasformazione radicale del paesaggio mediterraneo a fini turistici. Alcune delle alterazioni più evidenti dettate dal turismo di massa sono i fenomeni di espulsione sociale (gentrifugation) delle zone centrali che, insieme alla creazione di interi quartieri di appartamenti in affitto (airb&b), stanno producendo vere e proprie comunità turistiche protette in cui loisir, commercio e accoglienza ridefiniscono i caratteri urbani e della costa. A questi temi si è aggiunto recentemente quello della sicurezza che sta diventando un vero elemento di trasformazione e progettazione del territorio anche delle città del Mediterraneo. Le gated communities coincidenti con molti villaggi turistici soprattutto lungo le coste africane, o i processi di messa in sicurezza a seguito degli attentati terroristici dei centri urbani frequentati soprattutto dai turisti, attraverso barriere per i mezzi su ruote o telecamere, sono oggi alcuni dei risvolti drammaticamente più evidenti. Secondo un'ottica interdisciplinare, la sessione ha raccolto contributi che hanno indagato progetti, piani e politiche formulati per generare fenomeni di trasformazione urbana a fini turistici nelle contemporanee città del mediterraneo lungo tutto l'arco del Novecento, fino ai nostri giorni. Dalle singole architetture, passando per le lottizzazioni e i villaggi turistici fino alle rigenerazioni urbane, i paper hanno attraversato tutto il Mediterraneo: la Grecia, il Portogallo, Nizza, Beirut, Barcellona, fino ai luoghi campani, come la costiera sorrentina, Salerno, il Litorale Domitio. Federico Ferrari ha posto l'accento sulla complessità dei concetti di autentico e naturale, mettendo in evidenza come il paesaggio naturale sia dopotutto un luogo mitico ricostruito mediante una serie di dispositivi visivi. La relazione di Barbara Bertoli ha dato l'opportunità di osservare, anche mediante preziose immagini d'archivio, la trasformazione della linea di costa della penisola sorrentina, dalle cave degli anni Venti del XX secolo, fino ad oggi, passando per il boom turistico del dopoguerra. Il caso di Beirut presentato da Luisa Bravo ha invece posto al centro la complessità delle rigenerazioni dei quartieri centrali da parte delle multinazionali private, nonché i processi di riappropriazione degli spazi urbani da parte degli abitanti, in questo caso arabi. Claudio Milan ha centrato il suo intervento, invece, sul tema della "turismofobia" a Barcellona, vale a dire sulle opposizioni, da parte sia dell'amministrazione che degli stessi abitanti, nei confronti del turismo. Un filo rosso che ha legato i vari interventi è sicuramente il tema dell'identità urbana contrapposto alle pratiche di disneyfication o di globalizzazione economica e in genere delle problematiche connesse con il mercato immobiliare: la città come "luna-park" (da 1381
Basandosi sull'interpretazione del paesaggio culturale, sono individuato le aree di degrado, alterazione e violazione delle qualità locali. gli interventi proposti mirano a recuperare e restaurare perdute qualità attraverso gli strumenti urbanistici di sostegno ed incentivazione di azioni positive. Ad esse si accompagnano interventi di valorizzazione come quelle che migliorano l'accessibilità con trasporti sostenibili.
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I Monti Parioli e il "Nuovo Campo Marzio della cultura internazionale", 2022
LOS CURSOS FLUVIALES EN HISPANIA, VÍAS DE COMERCIO CERÁMICO, Monografías EX OFFICINA HISPANA 6, 2024
III. Aksaray Sempozyumu, 2018
Gerações De Luta: Honrando As Faces Da Resistência (PT BR)/Generations Of Struggle (ENG)/Siia Ekobé Ita Maramunhã (TUPI)/Ylisukupolvinen Taistelu (FI) , 2024
Çağ Başlatan İki Büyük İsim: Marx ve Engels
Pólemos. Materiali di filosofia e critica sociale, 2020
Walisongo: Jurnal Penelitian Sosial Keagamaan, 2011
NOTRE DAME JOURNAL OF LAW, ETHICS & PUBLIC POLICY, 2020
The Journal of allergy and clinical immunology, 2017
Lecture Notes in Computer Science, 2013
Chemical Senses, 2008