Books by Michele Camaioni
Chi erano i predicatori che nei primi secoli dell’età moderna percorsero senza sosta la penisola ... more Chi erano i predicatori che nei primi secoli dell’età moderna percorsero senza sosta la penisola italiana, attirando intorno ai pulpiti folle di fedeli e curiosi ed esercitando un’influenza pervasiva sulla vita religiosa, sui comportamenti collettivi e sugli stessi assetti di potere della Chiesa, dell’economia e degli Stati? Qual era l’origine della loro popolarità e quali le strategie retoriche che li rendevano maestri riconosciuti nell’arte della persuasione, allo stesso tempo blanditi e temuti dalle autorità cittadine, dai vescovi e dai principi che se li contendevano, sobbarcandosi spese ingenti e impegnandosi in lunghe trattative diplomatiche per assicurarsi la loro presenza sul pulpito? Intrecciando storia sociale, storia della comunicazione e storia della cultura religiosa, questo libro schiude una prospettiva inedita sul fenomeno della predicazione italiana nell’età della Riforma e della Controriforma.
Link: https://www.storiaeletteratura.it/catalogo/il-governo-dei-pulpiti/17809
Michele Camaioni, Il Vangelo e l’Anticristo. Bernardino Ochino tra francescanesimo ed eresia (148... more Michele Camaioni, Il Vangelo e l’Anticristo. Bernardino Ochino tra francescanesimo ed eresia (1487-1547), 2018, pp. xxxii-612. [isbn 978-88-15-27853-1]. € 65,00.
Introduzione – I. Sulle orme di san Bernardino (1487-1534) – II. Predicatore evangelico (1535-37) – III. Generale dell’Ordine cappuccino (1538-42) – IV. Un Lutero italiano? (1542-47).
Santo mancato e arcieretico perseguitato tanto dai cattolici quanto dai protestanti, Bernardino Ochino fu protagonista tra i più celebri e controversi della crisi religiosa del Cinquecento, di cui attraversò le diverse fasi sperimentando sulla propria pelle gli entusiasmi, ma anche l’asprezza delle polemiche e la durezza degli scontri prodotti dalla Riforma. Nel suo inquieto peregrinare per le lande di un’Europa lacerata dalle guerre di religione e dalle divisioni confessionali, il Senese dovette inventarsi continuamente nuove identità per sopravvivere e sperare di realizzare l’ideale di una libera predicazione del Vangelo cui si votò sin dagli anni della professione religiosa tra i francescani di Siena. Ricordato dalla storiografia come uno di quegli spiriti liberi e ribelli a ogni forma di comunione ecclesiastica, che, contestando la crescente intolleranza di Roma e delle nuove chiese riformate, avviarono la moderna riflessione sulla libertà di coscienza, in realtà Ochino giunse a schierarsi apertamente per gli ideali dell’anticonformismo e del radicalismo religioso soltanto al termine di un lungo e complesso percorso biografico, che presenta ancora molti punti oscuri. Il libro ne ricostruisce con l’aiuto di documenti inediti o poco noti il primo tratto, gettando nuova luce sulle molte questioni irrisolte relative agli anni della formazione, al periodo decisivo della predicazione in abito cappuccino (1535-42) e infine ai primi anni dell’esilio religionis causa trascorsi a Ginevra e ad Augusta (1542-47), durante i quali Ochino tentò di farsi ispiratore di una Riforma italiana sostenuta dai principi e dalle città più insofferenti al potere temporale di un pontefice che anche il Senese, come Lutero e i francescani spirituali del Medioevo, giunse infine a identificare con l’Anticristo.
Papers by Michele Camaioni
Dis/simulazione e tolleranza religiosa nello spazio urbano dell’Europa moderna, 2020
Edited in: Dis/simulazione e tolleranza religiosa nello spazio urbano dell’Europa moderna, ed. by... more Edited in: Dis/simulazione e tolleranza religiosa nello spazio urbano dell’Europa moderna, ed. by É. Boillet, L. Felici, Torino 2020, pp. 49-65.
In "Verso la Riforma. Criticare la Chiesa, riformare la Chiesa (fine XV-inizio XVI secolo)", a cu... more In "Verso la Riforma. Criticare la Chiesa, riformare la Chiesa (fine XV-inizio XVI secolo)", a cura di S. Peyronel, Torino, Claudiana, 2019, pp. 403-417.
Forthcoming in "Bibliothèque d’Humanisme et Renaissance", 2020.
in "Rivista Storica Italiana", 129 (2017), pp. 369-416.
Abstract - La duchessa di Mantova Margher... more in "Rivista Storica Italiana", 129 (2017), pp. 369-416.
Abstract - La duchessa di Mantova Margherita Paleologo Gonzaga è figura poco studiata della vita religiosa, oltreché politica e culturale, dell’Italia del Cinquecento. A partire dallo studio della sua corrispondenza inedita il presente articolo ripercorre i suoi legami con alcuni protagonisti del mondo dell’evangelismo italiano, in particolare con il cardinale genovese Federico Fregoso, il vescovo di Verona Gian Matteo Giberti e il predicatore cappuccino, poi esule religionis causa, Bernardino Ochino. L’esempio e il magistero di quegli uomini spinse la duchessa ad appassionarsi dei temi spirituali allora al centro del dibattito teologico, ad assumere posizioni non tradizionali, a finanziare
la pubblicazione di libretti dedicati al tema dell’orazione mentale, e a impegnarsi direttamente, accanto al cardinal Ercole Gonzaga, nella riforma della vita religiosa del ducato, con una particolare predilezione
per i monasteri femminili. Margherita fu così al centro di una vasta rete di relazioni con uomini e donne rimasti nella cornice della Chiesa romana, come il frate domenicano Reginaldo Nerli, ma anche con figure vicine agli ambienti del dissenso religioso – è il caso dello stampatore Gabriele Giolito – o addirittura rivelatesi eterodosse, quali oltre ad Ochino l’ebraista Francesco Stancaro.
The duchess of Mantua Margherita Paleologo Gonzaga is an understudied figure of the Italian sixteenth century’s religious, political and cultural life. Through the analysis of her unpublished correspondence, this contribution investigates Margherita’s relationship with some of the most influential representatives of the so-called Italian Evangelism, such as the Genoese cardinal Federico Fregoso, the bishop of Verona Gian Matteo Giberti and the Capuchin preacher Bernardino Ochino, who in 1542 fled from Italy religionis causa. The example and teaching of these men fostered Margherita’s interest in the main spiritual themes and debates of the time, and led her to unconventional positions. For example, along with her brother-in-law, cardinal Ercole Gonzaga, she got involved in the reform of religious life within the Duchy, especially focusing on female monasteries; moreover, she financed the publication of books dealing with the topic of mental prayer. As a result of her actions, Margherita found herself at the centre of a huge network of relationships, both with men and women who lingered within the Roman Church, such as the Dominican friar Reginaldo Nerli, and with persons who were linked to the circles of religious dissent – it is the case of the printer Gabriele Giolito – or would even prove heterodox, as the mentioned Ochino or the hebraist Francesco Stancaro.
in "Lenten Sermons: Fast of the Body, Banquet of the Soul", ed. by. P. Delcorno, E. Lombardo, L. ... more in "Lenten Sermons: Fast of the Body, Banquet of the Soul", ed. by. P. Delcorno, E. Lombardo, L. Tromboni (Roma: Nerbini, 2017), pp. 293-311.
Abstract - The paper aims at investigating how Lenten preaching was integrated in the effort of reforming Church and society pursued by Italian preachers in the complex context of political uncertainty, doctrinal flux and rapid social changes that involved Italy at the time of the “guerre horrende” and of the first spread of Reformation’s ideas in the peninsula, before the institution of the Roman Inquisition in 1542. In this attempt, along with the elements of continuity, few but crucial novelties are pointed out through the examination of printed sermons (model sermons and reportationes) delivered by popular Italian preachers on the
topic of fasting, a practice which was closely interwoven with the penitential season of Lent. Through the analysis of Lenten preaching on fasting, it is possible to show concretely how different strands of reform overlapped on the Italian pulpits in the years preceding the opening of the council of Trent (1545) and, notwithstanding an increasing degree of control, in the following period too.
in "Fruits of Migration. Italian Heterodox Migrants and Central European Culture 1550-1620", ed. ... more in "Fruits of Migration. Italian Heterodox Migrants and Central European Culture 1550-1620", ed. by C. Zwierlein and V. Lavenia, Leiden-Boston, Brill, 2018, pp. 126-46.
in "Politiche di misericordia tra teorie e prassi. Confraternite, ospedali e Monti di Pietà (XIII... more in "Politiche di misericordia tra teorie e prassi. Confraternite, ospedali e Monti di Pietà (XIII-XVI secolo)", a cura di Pietro Delcorno, Bologna, Il Mulino, 2018, pp. 275-309.
in « Rivista Storica italiana », 2017, vol. 129, pp. 369-416, 2017
La duchessa di Mantova Margherita Paleologo Gonzaga è figura poco
studiata della vita religiosa,... more La duchessa di Mantova Margherita Paleologo Gonzaga è figura poco
studiata della vita religiosa, oltreché politica e culturale, dell’Italia del Cinquecento. A partire dallo studio della sua corrispondenza inedita il presente articolo ripercorre i suoi legami con alcuni protagonisti del mondo dell’evangelismo italiano, in particolare con il cardinale genovese Federico Fregoso, il vescovo di Verona Gian Matteo Giberti e il predicatore cappuccino, poi esule religionis causa, Bernardino Ochino. L’esempio e il magistero di quegli uomini spinse la duchessa ad appassionarsi dei temi spirituali allora al centro del dibattito teologico, ad assumere posizioni non tradizionali, a finanziare la pubblicazione di libretti dedicati al tema dell’orazione mentale, e a impegnarsi direttamente, accanto al cardinal Ercole Gonzaga, nella riforma della vita religiosa del ducato, con una particolare predilezione per i monasteri
femminili. Margherita fu così al centro di una vasta rete di relazioni con
uomini e donne rimasti nella cornice della Chiesa romana, come il frate domenicano Reginaldo Nerli, ma anche con figure vicine agli ambienti del dissenso religioso – è il caso dello stampatore Gabriele Giolito – o addirittura rivelatesi eterodosse, quali oltre ad Ochino l’ebraista Francesco Stancaro.
The duchess of Mantua Margherita Paleologo Gonzaga is an understudied figure of the Italian sixteenth century’s religious, political and cultural life. Through the analysis of her unpublished correspondence, this contribution investigates Margherita’s relationship with some of the most influential representatives of the so-called Italian Evangelism, such as the Genoese cardinal Federico Fregoso, the bishop of Verona Gian Matteo Giberti and the Capuchin preacher Bernardino Ochino, who in 1542 fled from Italy religionis causa. The example and teaching of these men fostered Margherita’s interest in the main spiritual themes and debates of the time, and led her to unconventional positions. For example, along with her brother-in-law, cardinal Ercole Gonzaga, she got involved in the reform of religious life within the Duchy, especially focusing on female monasteries; moreover, she financed the publication of books dealing with the topic of mental prayer. As a result of her actions, Margherita found herself at the centre of a huge network of relationships, both with men and women who lingered within the Roman Church, such as the Dominican friar Reginaldo Nerli, and with persons who were linked to the circles of religious dissent – it is the case of the printer Gabriele Giolito – or would even prove heterodox, as the mentioned Ochino or the hebraist Francesco Stancaro.
Bibliothèque d'Humanisme et Renaissance, 2017
in "Bibliothèque d’Humanisme et Renaissance", LXXIX (2017), pp. 133-153.
in "Le cinquecentine del fondo Piero Guicciardini nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze"... more in "Le cinquecentine del fondo Piero Guicciardini nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze", Torre Pellice (To), Centro Culturale Valdese, 2017, pp. 77-81.
in M. Lupi e C. Rolle (a cura di), El Orbe Católico: trasformaciones, continuidades, tensiones y ... more in M. Lupi e C. Rolle (a cura di), El Orbe Católico: trasformaciones, continuidades, tensiones y formas de convivencia entre Europa y América (siglos IV-XIX), Santiago de Chile, RIL, 2016, pp. 105-160.
in "Ripensare la Riforma protestante. Nuove prospettive degli studi italiani", a cura di L. Felic... more in "Ripensare la Riforma protestante. Nuove prospettive degli studi italiani", a cura di L. Felici, Torino 2016, pp. 73-94.
in F. Bruni - A. Pettegree (eds), "Lost Books Reconstructing the Print World of Pre-Industrial Eu... more in F. Bruni - A. Pettegree (eds), "Lost Books Reconstructing the Print World of Pre-Industrial Europe", Brill (Leiden 2016).
in " Religious Orders and Religious Identity Formation, ca. 1420-1620", edited by B. Roest and J.... more in " Religious Orders and Religious Identity Formation, ca. 1420-1620", edited by B. Roest and J. Uphoff (Leiden: Brill, 2016), pp 214-234.
The contribution explores overlooked features of the homiletic activity of the Capuchin preacher Bernardino Ochino prior to his sudden flight to Calvinist Geneva. Instead of perusing Ochino's Italian sermons for traces of heterodoxy, the paper focuses first and foremost on the social impact of Ochino's Catholic preaching and its effects on the Italian political and religious networks surrounding him, which included influential members of the Colonna family, Juan de Valdés, as well as Giulia Gonzaga and her entourage.
In this way, teleological interpretations can be avoided, and it becomes possible to properly contextualize Ochino's tremendous successess as a Capuchin master preacher in the complex pre-tridentine Italian religious landscape. The paper illustrates how Ochino incorporated the most performative elements of inherited Observant preaching techniques, but was able to adapt them very successfully to the changing tastes of his times: leaving behind the constraints of the "sermo modernus" and adopting a more down to earth evangelical preaching that stayed closer to the texts of Scripture, focused on advocating inner piety, and was able to mediate socio-economic and religious conflicts.
After Ochino's flight to Geneva and the condemnations of his books, his pastoral works continued to circulate among Italian religious dissenters, whereas several translated editions of his later sermons and polemic writings were printed in a number of important Protestant centers North of the Alps.
Published in "Studi Francescani", 112 (2015), pp. 441-510.
The scope of this essay is to reflect ... more Published in "Studi Francescani", 112 (2015), pp. 441-510.
The scope of this essay is to reflect on the attitudes of radical Franciscan circles in the face of the Reformation, examining the representative experience of the preacher and Vicar-General of the Capuchin Order Bernardino Ochino, renowned for his flight into Protestant territory in August 1542. Particular attention is paid to the evolution of Ochinian thought in relation to the theme of Orders and of religious vows, contrasting the works of the Italian period with a series of propagandistic writings dating to the early years of his exile. In opposition to the many «religions» of the «church of Antichrist», Ochino lays claim in these texts to an ideal of Christian perfection independent of the observance of a specific rule and centred, instead, on adherence to the divine will through the «living faith» in the «great goodness of Christ». Conflating motifs deriving from Erasmian and Lutheran criticism of religious vows with the antidogmatic inclinations of Franciscan and Valdensian spirituality, he furthermore declares there to be no «other true religion in the world than that of Christ», expressing such a radical and subjective understanding of Christian liberty and of the 'sequela Christi', that it soon proves to be incompatible even with the new orthodoxies established by the churches of the Reformation.
(“To burn with vivid and ardent love”. Vittoria Colonna, Bernardino Ochino and the Magdalene”), f... more (“To burn with vivid and ardent love”. Vittoria Colonna, Bernardino Ochino and the Magdalene”), forthcoming in "El Orbe Católico: Transformaciones, continuidades, contrastes y sentimientos de la religiosidad entre Europa y América (siglos IV-XIX)", Santiago de Chile, 2015.
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Books by Michele Camaioni
Link: https://www.storiaeletteratura.it/catalogo/il-governo-dei-pulpiti/17809
Introduzione – I. Sulle orme di san Bernardino (1487-1534) – II. Predicatore evangelico (1535-37) – III. Generale dell’Ordine cappuccino (1538-42) – IV. Un Lutero italiano? (1542-47).
Santo mancato e arcieretico perseguitato tanto dai cattolici quanto dai protestanti, Bernardino Ochino fu protagonista tra i più celebri e controversi della crisi religiosa del Cinquecento, di cui attraversò le diverse fasi sperimentando sulla propria pelle gli entusiasmi, ma anche l’asprezza delle polemiche e la durezza degli scontri prodotti dalla Riforma. Nel suo inquieto peregrinare per le lande di un’Europa lacerata dalle guerre di religione e dalle divisioni confessionali, il Senese dovette inventarsi continuamente nuove identità per sopravvivere e sperare di realizzare l’ideale di una libera predicazione del Vangelo cui si votò sin dagli anni della professione religiosa tra i francescani di Siena. Ricordato dalla storiografia come uno di quegli spiriti liberi e ribelli a ogni forma di comunione ecclesiastica, che, contestando la crescente intolleranza di Roma e delle nuove chiese riformate, avviarono la moderna riflessione sulla libertà di coscienza, in realtà Ochino giunse a schierarsi apertamente per gli ideali dell’anticonformismo e del radicalismo religioso soltanto al termine di un lungo e complesso percorso biografico, che presenta ancora molti punti oscuri. Il libro ne ricostruisce con l’aiuto di documenti inediti o poco noti il primo tratto, gettando nuova luce sulle molte questioni irrisolte relative agli anni della formazione, al periodo decisivo della predicazione in abito cappuccino (1535-42) e infine ai primi anni dell’esilio religionis causa trascorsi a Ginevra e ad Augusta (1542-47), durante i quali Ochino tentò di farsi ispiratore di una Riforma italiana sostenuta dai principi e dalle città più insofferenti al potere temporale di un pontefice che anche il Senese, come Lutero e i francescani spirituali del Medioevo, giunse infine a identificare con l’Anticristo.
Papers by Michele Camaioni
https://global.oup.com/academic/product/the-oxford-handbook-of-calvin-and-calvinism-9780198728818?cc=it&lang=en&
Abstract - La duchessa di Mantova Margherita Paleologo Gonzaga è figura poco studiata della vita religiosa, oltreché politica e culturale, dell’Italia del Cinquecento. A partire dallo studio della sua corrispondenza inedita il presente articolo ripercorre i suoi legami con alcuni protagonisti del mondo dell’evangelismo italiano, in particolare con il cardinale genovese Federico Fregoso, il vescovo di Verona Gian Matteo Giberti e il predicatore cappuccino, poi esule religionis causa, Bernardino Ochino. L’esempio e il magistero di quegli uomini spinse la duchessa ad appassionarsi dei temi spirituali allora al centro del dibattito teologico, ad assumere posizioni non tradizionali, a finanziare
la pubblicazione di libretti dedicati al tema dell’orazione mentale, e a impegnarsi direttamente, accanto al cardinal Ercole Gonzaga, nella riforma della vita religiosa del ducato, con una particolare predilezione
per i monasteri femminili. Margherita fu così al centro di una vasta rete di relazioni con uomini e donne rimasti nella cornice della Chiesa romana, come il frate domenicano Reginaldo Nerli, ma anche con figure vicine agli ambienti del dissenso religioso – è il caso dello stampatore Gabriele Giolito – o addirittura rivelatesi eterodosse, quali oltre ad Ochino l’ebraista Francesco Stancaro.
The duchess of Mantua Margherita Paleologo Gonzaga is an understudied figure of the Italian sixteenth century’s religious, political and cultural life. Through the analysis of her unpublished correspondence, this contribution investigates Margherita’s relationship with some of the most influential representatives of the so-called Italian Evangelism, such as the Genoese cardinal Federico Fregoso, the bishop of Verona Gian Matteo Giberti and the Capuchin preacher Bernardino Ochino, who in 1542 fled from Italy religionis causa. The example and teaching of these men fostered Margherita’s interest in the main spiritual themes and debates of the time, and led her to unconventional positions. For example, along with her brother-in-law, cardinal Ercole Gonzaga, she got involved in the reform of religious life within the Duchy, especially focusing on female monasteries; moreover, she financed the publication of books dealing with the topic of mental prayer. As a result of her actions, Margherita found herself at the centre of a huge network of relationships, both with men and women who lingered within the Roman Church, such as the Dominican friar Reginaldo Nerli, and with persons who were linked to the circles of religious dissent – it is the case of the printer Gabriele Giolito – or would even prove heterodox, as the mentioned Ochino or the hebraist Francesco Stancaro.
Abstract - The paper aims at investigating how Lenten preaching was integrated in the effort of reforming Church and society pursued by Italian preachers in the complex context of political uncertainty, doctrinal flux and rapid social changes that involved Italy at the time of the “guerre horrende” and of the first spread of Reformation’s ideas in the peninsula, before the institution of the Roman Inquisition in 1542. In this attempt, along with the elements of continuity, few but crucial novelties are pointed out through the examination of printed sermons (model sermons and reportationes) delivered by popular Italian preachers on the
topic of fasting, a practice which was closely interwoven with the penitential season of Lent. Through the analysis of Lenten preaching on fasting, it is possible to show concretely how different strands of reform overlapped on the Italian pulpits in the years preceding the opening of the council of Trent (1545) and, notwithstanding an increasing degree of control, in the following period too.
studiata della vita religiosa, oltreché politica e culturale, dell’Italia del Cinquecento. A partire dallo studio della sua corrispondenza inedita il presente articolo ripercorre i suoi legami con alcuni protagonisti del mondo dell’evangelismo italiano, in particolare con il cardinale genovese Federico Fregoso, il vescovo di Verona Gian Matteo Giberti e il predicatore cappuccino, poi esule religionis causa, Bernardino Ochino. L’esempio e il magistero di quegli uomini spinse la duchessa ad appassionarsi dei temi spirituali allora al centro del dibattito teologico, ad assumere posizioni non tradizionali, a finanziare la pubblicazione di libretti dedicati al tema dell’orazione mentale, e a impegnarsi direttamente, accanto al cardinal Ercole Gonzaga, nella riforma della vita religiosa del ducato, con una particolare predilezione per i monasteri
femminili. Margherita fu così al centro di una vasta rete di relazioni con
uomini e donne rimasti nella cornice della Chiesa romana, come il frate domenicano Reginaldo Nerli, ma anche con figure vicine agli ambienti del dissenso religioso – è il caso dello stampatore Gabriele Giolito – o addirittura rivelatesi eterodosse, quali oltre ad Ochino l’ebraista Francesco Stancaro.
The duchess of Mantua Margherita Paleologo Gonzaga is an understudied figure of the Italian sixteenth century’s religious, political and cultural life. Through the analysis of her unpublished correspondence, this contribution investigates Margherita’s relationship with some of the most influential representatives of the so-called Italian Evangelism, such as the Genoese cardinal Federico Fregoso, the bishop of Verona Gian Matteo Giberti and the Capuchin preacher Bernardino Ochino, who in 1542 fled from Italy religionis causa. The example and teaching of these men fostered Margherita’s interest in the main spiritual themes and debates of the time, and led her to unconventional positions. For example, along with her brother-in-law, cardinal Ercole Gonzaga, she got involved in the reform of religious life within the Duchy, especially focusing on female monasteries; moreover, she financed the publication of books dealing with the topic of mental prayer. As a result of her actions, Margherita found herself at the centre of a huge network of relationships, both with men and women who lingered within the Roman Church, such as the Dominican friar Reginaldo Nerli, and with persons who were linked to the circles of religious dissent – it is the case of the printer Gabriele Giolito – or would even prove heterodox, as the mentioned Ochino or the hebraist Francesco Stancaro.
The contribution explores overlooked features of the homiletic activity of the Capuchin preacher Bernardino Ochino prior to his sudden flight to Calvinist Geneva. Instead of perusing Ochino's Italian sermons for traces of heterodoxy, the paper focuses first and foremost on the social impact of Ochino's Catholic preaching and its effects on the Italian political and religious networks surrounding him, which included influential members of the Colonna family, Juan de Valdés, as well as Giulia Gonzaga and her entourage.
In this way, teleological interpretations can be avoided, and it becomes possible to properly contextualize Ochino's tremendous successess as a Capuchin master preacher in the complex pre-tridentine Italian religious landscape. The paper illustrates how Ochino incorporated the most performative elements of inherited Observant preaching techniques, but was able to adapt them very successfully to the changing tastes of his times: leaving behind the constraints of the "sermo modernus" and adopting a more down to earth evangelical preaching that stayed closer to the texts of Scripture, focused on advocating inner piety, and was able to mediate socio-economic and religious conflicts.
After Ochino's flight to Geneva and the condemnations of his books, his pastoral works continued to circulate among Italian religious dissenters, whereas several translated editions of his later sermons and polemic writings were printed in a number of important Protestant centers North of the Alps.
The scope of this essay is to reflect on the attitudes of radical Franciscan circles in the face of the Reformation, examining the representative experience of the preacher and Vicar-General of the Capuchin Order Bernardino Ochino, renowned for his flight into Protestant territory in August 1542. Particular attention is paid to the evolution of Ochinian thought in relation to the theme of Orders and of religious vows, contrasting the works of the Italian period with a series of propagandistic writings dating to the early years of his exile. In opposition to the many «religions» of the «church of Antichrist», Ochino lays claim in these texts to an ideal of Christian perfection independent of the observance of a specific rule and centred, instead, on adherence to the divine will through the «living faith» in the «great goodness of Christ». Conflating motifs deriving from Erasmian and Lutheran criticism of religious vows with the antidogmatic inclinations of Franciscan and Valdensian spirituality, he furthermore declares there to be no «other true religion in the world than that of Christ», expressing such a radical and subjective understanding of Christian liberty and of the 'sequela Christi', that it soon proves to be incompatible even with the new orthodoxies established by the churches of the Reformation.
Link: https://www.storiaeletteratura.it/catalogo/il-governo-dei-pulpiti/17809
Introduzione – I. Sulle orme di san Bernardino (1487-1534) – II. Predicatore evangelico (1535-37) – III. Generale dell’Ordine cappuccino (1538-42) – IV. Un Lutero italiano? (1542-47).
Santo mancato e arcieretico perseguitato tanto dai cattolici quanto dai protestanti, Bernardino Ochino fu protagonista tra i più celebri e controversi della crisi religiosa del Cinquecento, di cui attraversò le diverse fasi sperimentando sulla propria pelle gli entusiasmi, ma anche l’asprezza delle polemiche e la durezza degli scontri prodotti dalla Riforma. Nel suo inquieto peregrinare per le lande di un’Europa lacerata dalle guerre di religione e dalle divisioni confessionali, il Senese dovette inventarsi continuamente nuove identità per sopravvivere e sperare di realizzare l’ideale di una libera predicazione del Vangelo cui si votò sin dagli anni della professione religiosa tra i francescani di Siena. Ricordato dalla storiografia come uno di quegli spiriti liberi e ribelli a ogni forma di comunione ecclesiastica, che, contestando la crescente intolleranza di Roma e delle nuove chiese riformate, avviarono la moderna riflessione sulla libertà di coscienza, in realtà Ochino giunse a schierarsi apertamente per gli ideali dell’anticonformismo e del radicalismo religioso soltanto al termine di un lungo e complesso percorso biografico, che presenta ancora molti punti oscuri. Il libro ne ricostruisce con l’aiuto di documenti inediti o poco noti il primo tratto, gettando nuova luce sulle molte questioni irrisolte relative agli anni della formazione, al periodo decisivo della predicazione in abito cappuccino (1535-42) e infine ai primi anni dell’esilio religionis causa trascorsi a Ginevra e ad Augusta (1542-47), durante i quali Ochino tentò di farsi ispiratore di una Riforma italiana sostenuta dai principi e dalle città più insofferenti al potere temporale di un pontefice che anche il Senese, come Lutero e i francescani spirituali del Medioevo, giunse infine a identificare con l’Anticristo.
https://global.oup.com/academic/product/the-oxford-handbook-of-calvin-and-calvinism-9780198728818?cc=it&lang=en&
Abstract - La duchessa di Mantova Margherita Paleologo Gonzaga è figura poco studiata della vita religiosa, oltreché politica e culturale, dell’Italia del Cinquecento. A partire dallo studio della sua corrispondenza inedita il presente articolo ripercorre i suoi legami con alcuni protagonisti del mondo dell’evangelismo italiano, in particolare con il cardinale genovese Federico Fregoso, il vescovo di Verona Gian Matteo Giberti e il predicatore cappuccino, poi esule religionis causa, Bernardino Ochino. L’esempio e il magistero di quegli uomini spinse la duchessa ad appassionarsi dei temi spirituali allora al centro del dibattito teologico, ad assumere posizioni non tradizionali, a finanziare
la pubblicazione di libretti dedicati al tema dell’orazione mentale, e a impegnarsi direttamente, accanto al cardinal Ercole Gonzaga, nella riforma della vita religiosa del ducato, con una particolare predilezione
per i monasteri femminili. Margherita fu così al centro di una vasta rete di relazioni con uomini e donne rimasti nella cornice della Chiesa romana, come il frate domenicano Reginaldo Nerli, ma anche con figure vicine agli ambienti del dissenso religioso – è il caso dello stampatore Gabriele Giolito – o addirittura rivelatesi eterodosse, quali oltre ad Ochino l’ebraista Francesco Stancaro.
The duchess of Mantua Margherita Paleologo Gonzaga is an understudied figure of the Italian sixteenth century’s religious, political and cultural life. Through the analysis of her unpublished correspondence, this contribution investigates Margherita’s relationship with some of the most influential representatives of the so-called Italian Evangelism, such as the Genoese cardinal Federico Fregoso, the bishop of Verona Gian Matteo Giberti and the Capuchin preacher Bernardino Ochino, who in 1542 fled from Italy religionis causa. The example and teaching of these men fostered Margherita’s interest in the main spiritual themes and debates of the time, and led her to unconventional positions. For example, along with her brother-in-law, cardinal Ercole Gonzaga, she got involved in the reform of religious life within the Duchy, especially focusing on female monasteries; moreover, she financed the publication of books dealing with the topic of mental prayer. As a result of her actions, Margherita found herself at the centre of a huge network of relationships, both with men and women who lingered within the Roman Church, such as the Dominican friar Reginaldo Nerli, and with persons who were linked to the circles of religious dissent – it is the case of the printer Gabriele Giolito – or would even prove heterodox, as the mentioned Ochino or the hebraist Francesco Stancaro.
Abstract - The paper aims at investigating how Lenten preaching was integrated in the effort of reforming Church and society pursued by Italian preachers in the complex context of political uncertainty, doctrinal flux and rapid social changes that involved Italy at the time of the “guerre horrende” and of the first spread of Reformation’s ideas in the peninsula, before the institution of the Roman Inquisition in 1542. In this attempt, along with the elements of continuity, few but crucial novelties are pointed out through the examination of printed sermons (model sermons and reportationes) delivered by popular Italian preachers on the
topic of fasting, a practice which was closely interwoven with the penitential season of Lent. Through the analysis of Lenten preaching on fasting, it is possible to show concretely how different strands of reform overlapped on the Italian pulpits in the years preceding the opening of the council of Trent (1545) and, notwithstanding an increasing degree of control, in the following period too.
studiata della vita religiosa, oltreché politica e culturale, dell’Italia del Cinquecento. A partire dallo studio della sua corrispondenza inedita il presente articolo ripercorre i suoi legami con alcuni protagonisti del mondo dell’evangelismo italiano, in particolare con il cardinale genovese Federico Fregoso, il vescovo di Verona Gian Matteo Giberti e il predicatore cappuccino, poi esule religionis causa, Bernardino Ochino. L’esempio e il magistero di quegli uomini spinse la duchessa ad appassionarsi dei temi spirituali allora al centro del dibattito teologico, ad assumere posizioni non tradizionali, a finanziare la pubblicazione di libretti dedicati al tema dell’orazione mentale, e a impegnarsi direttamente, accanto al cardinal Ercole Gonzaga, nella riforma della vita religiosa del ducato, con una particolare predilezione per i monasteri
femminili. Margherita fu così al centro di una vasta rete di relazioni con
uomini e donne rimasti nella cornice della Chiesa romana, come il frate domenicano Reginaldo Nerli, ma anche con figure vicine agli ambienti del dissenso religioso – è il caso dello stampatore Gabriele Giolito – o addirittura rivelatesi eterodosse, quali oltre ad Ochino l’ebraista Francesco Stancaro.
The duchess of Mantua Margherita Paleologo Gonzaga is an understudied figure of the Italian sixteenth century’s religious, political and cultural life. Through the analysis of her unpublished correspondence, this contribution investigates Margherita’s relationship with some of the most influential representatives of the so-called Italian Evangelism, such as the Genoese cardinal Federico Fregoso, the bishop of Verona Gian Matteo Giberti and the Capuchin preacher Bernardino Ochino, who in 1542 fled from Italy religionis causa. The example and teaching of these men fostered Margherita’s interest in the main spiritual themes and debates of the time, and led her to unconventional positions. For example, along with her brother-in-law, cardinal Ercole Gonzaga, she got involved in the reform of religious life within the Duchy, especially focusing on female monasteries; moreover, she financed the publication of books dealing with the topic of mental prayer. As a result of her actions, Margherita found herself at the centre of a huge network of relationships, both with men and women who lingered within the Roman Church, such as the Dominican friar Reginaldo Nerli, and with persons who were linked to the circles of religious dissent – it is the case of the printer Gabriele Giolito – or would even prove heterodox, as the mentioned Ochino or the hebraist Francesco Stancaro.
The contribution explores overlooked features of the homiletic activity of the Capuchin preacher Bernardino Ochino prior to his sudden flight to Calvinist Geneva. Instead of perusing Ochino's Italian sermons for traces of heterodoxy, the paper focuses first and foremost on the social impact of Ochino's Catholic preaching and its effects on the Italian political and religious networks surrounding him, which included influential members of the Colonna family, Juan de Valdés, as well as Giulia Gonzaga and her entourage.
In this way, teleological interpretations can be avoided, and it becomes possible to properly contextualize Ochino's tremendous successess as a Capuchin master preacher in the complex pre-tridentine Italian religious landscape. The paper illustrates how Ochino incorporated the most performative elements of inherited Observant preaching techniques, but was able to adapt them very successfully to the changing tastes of his times: leaving behind the constraints of the "sermo modernus" and adopting a more down to earth evangelical preaching that stayed closer to the texts of Scripture, focused on advocating inner piety, and was able to mediate socio-economic and religious conflicts.
After Ochino's flight to Geneva and the condemnations of his books, his pastoral works continued to circulate among Italian religious dissenters, whereas several translated editions of his later sermons and polemic writings were printed in a number of important Protestant centers North of the Alps.
The scope of this essay is to reflect on the attitudes of radical Franciscan circles in the face of the Reformation, examining the representative experience of the preacher and Vicar-General of the Capuchin Order Bernardino Ochino, renowned for his flight into Protestant territory in August 1542. Particular attention is paid to the evolution of Ochinian thought in relation to the theme of Orders and of religious vows, contrasting the works of the Italian period with a series of propagandistic writings dating to the early years of his exile. In opposition to the many «religions» of the «church of Antichrist», Ochino lays claim in these texts to an ideal of Christian perfection independent of the observance of a specific rule and centred, instead, on adherence to the divine will through the «living faith» in the «great goodness of Christ». Conflating motifs deriving from Erasmian and Lutheran criticism of religious vows with the antidogmatic inclinations of Franciscan and Valdensian spirituality, he furthermore declares there to be no «other true religion in the world than that of Christ», expressing such a radical and subjective understanding of Christian liberty and of the 'sequela Christi', that it soon proves to be incompatible even with the new orthodoxies established by the churches of the Reformation.
This essay considers the topic of Capuchin Bernardino Ochino’s Italian preaching, providing a different point of view than the one traditionally adopted by scholars who have mainly tried to fi nd out traces of a nicodemitic, precocious support to the cause of the Reformation. In particular, this essay shows that the strong ad gentes predisposition theorized in the Capuchin constitutions of 1536 led Ochino and his brethrens to strictly collaborate with the civil and religious urban authorities in order to promote charitable institutions and all that kind of initiatives that aimed to preserve the city from the development of a social confl ict. In specific contexts, anyway, this force of persuasion expressed by popular preaching could get the form of an open protest against the social order: it is what happened, according to my hypothesis, in the case of Ochino’s 1539 Advent preaching in Perugia, which probably contributed to legitimate the rebellion against pope Paul III enacted by the city with the support of Ascanio Colonna, within that conflict known as “salt war” (1540-1541).
1547), Bologna: il Mulino 2018, in: sehepunkte 19 (2019), Nr. 4 [15.04.2019], URL: http://www.sehepunkte.de/2019/04/32698.html
Abstract - After the institution of the Holy Office in 1542, some hundreds of Italians abandoned the Peninsula and sought refuge in Basel, Geneva and other Reformation cities. Scholarship has pointed out the role of the Italian diaspora in the diffusion of Renaissance culture in Europe and in the conceptualization of the modern idea of toleration. Among these exiles were two noted Catholic preachers destined to become important figures of the European Reformation: the Capuchin Bernardino Ochino (Siena, 1487-Slavkow 1564) and the Canon Regular Pietro Martire Vermigli (Florence, 1499-Zurich, 1562). Called to Rome by the pope in 1542, they both fled Italy abandoning leading roles, beloved ones and Catholic faith in order to avoid persecution, quit dissimulation and finally preach the Gospel according to God’s inspiration, as they explained in the
works written in the first period of the exile. The paper focuses on this
meaningful corpus, which includes handwritten epistles, consolatory letters, pamphlets and paratexts associated with printed sermon collections. The aim is to confront the rhetorical strategies, the means of self-representation and the narrative of exile developed by the two Italian exiled preachers in order to explain the reason of their flight and to facilitate their integration in the new Reformed communities.
Presentazione del libro di Michele Camaioni, "Il Vangelo e l'Anticristo. Bernardino Ochino tra francescanesimo ed eresia (1487-1547)" Bologna, il Mulino, 2018.
11 dicembre 2020 ore 16.00
Piattaforma Google meet:
https://meet.google.com/sax-vywu-tnd?pli=1&authuser=1
in the Early Modern Age (16th and 17th centuries)" - 59th Study Conference on Reformation and Religious Movements, Torre Pellice (Turin), 6-8 September 2019
Villa Vigoni, Loveno di Menaggio (Como), 30-31 May 2017.
Grazie anche a questa spiccata propensione all'azione sociale, la proposta cappuccina ricevette il sostegno di magistrature cittadine dell’Italia centro-settentrionale e di importanti settori dell’aristocrazia italiana, soprattutto di parte imperiale, a loro volta impegnati in quella “riforma” del governo dell’assistenza ai poveri e della beneficenza pubblica, che nella prima età moderna contraddistinse gli scenari urbani di gran parte d’Europa.
Il presente contributo intende mettere in luce il contributo cappuccino a questo processo (o tentativo) di riorganizzazione e razionalizzazione del sistema dell’amministrazione della carità, secondo due linee direttrici: da un lato, si proverà ad individuare gli elementi di continuità che legarono l’azione dei primi cappuccini alle tradizionali strategie di predicazione e di apostolato sociale adottate dai francescani – e in particolare dagli osservanti – nel periodo tardo-medievale; dall'altro, si segnaleranno i tratti originali dell’esperienza cappuccina, che se può esser letta nell'ottica di una evoluzione/adattamento del francescanesimo alle sollecitazioni della prima età moderna, si ritiene non possa esser pienamente compresa senza tenere nella debita considerazione la specificità della vita religiosa del primo Cinquecento, caratterizzata com’è noto da un complesso intreccio di aspirazioni riformatrici, devozioni vecchie e nuove, esperienze di rinnovamento spirituale e iniziative istituzionali differenti.
L’identità cappuccina e i modi della presenza della congregazione nella società vennero definendosi attraverso il confronto con tale molteplicità di indirizzi spirituali e possibili soluzioni alla crisi politico-religiosa del tempo, subendo l’influsso di correnti di provenienza esogena rispetto al francescanesimo, quali quella erasmiana e quella evangelico-valdesiana. Questa contaminazione appare particolarmente evidente nelle fonti che rimandano agli anni immediatamente precedenti all’apertura del concilio di Trento, quando per un breve ma intenso periodo (1536 ca.-1542) l’ordine venne guidato da una serie di personalità particolarmente legate agli ambienti del riformismo cattolico. Tra di esse spicca la figura di Bernardino Ochino, nella cui predicazione è possibile individuare l’avvenuta connessione degli argomenti in favore della carità individuale e collettiva tipici della tradizione osservante, con quella “teologia del cielo aperto” di ascendenza erasmiana, che prospettando una concezione latitudinaria della grazia divina e l’idea di una salvezza universale, tendeva a prospettare un cristianesimo etico e inclusivo, fondato sulla immensa misericordia di Dio e non, come stava avvenendo nelle nuove chiese della Riforma, sul criterio insondabile e inesorabile della predestinazione degli eletti.
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By analysing a wide range of sources, from poetry to memoirs, from historical and religious printed texts to handwritten letters, from autobiographical and inquisitorial documents to the paratextual materials preceding their works (introductions, dedicatory epistles, prefaces), the fifteen papers of this workshop will explore the ways in which Spanish and Italian exiles religionis causa, far from their countries and often persecuted or in danger, living “in the margins”, presented their life experiences and religious and political ideas, and in so doing conceptualised their individual experience as exiles and, more largely, of exile. By means of various self-fashioning and rhetorical strategies, including dissimulation, persuasion, fictionalization, and confrontation, they paint both an intellectual and an emotional picture of the experience of exile in early modernity.
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