In Testi, tradizioni, attraversamenti: prospettive comparatistiche sulla drammaturgia europea tra Cinque e Settecento. Ed. Elisabetta Selmi, Alessandra Munari, Enrico Zucchi: 13-26. Padova: Padova University Press, 2019
This paper investigates the seventeenth-century reconsideration ot Genesis 16-21, the section of... more This paper investigates the seventeenth-century reconsideration ot Genesis 16-21, the section of the Abrahamic narrative in which the vicissitudes ot Hagar and Ishmael, Abraham’s first born, are told. As some early-modern sources suggest, a key to an understanding of the reasons for this reappraisal of the story of Hagar in the post-Reformation period is to be found in traditional interreligious references to the narrative, and possible allusions to the putative descendants of Ishmael’s mother (Muslims, Turks, moriscos , Jews, cristianos nuevos , but also Protestants). The analysis will contrast contemporaneous religious, literary, and visual sources, with Agar et Ismaele esiliati (1683), a libretto writen by Giuseppe De Totis (but also atributed to Benedeto Pamphili), with music by Alessandro Scarlati.
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Books by Enrico Zucchi
Ciò che lo storico olandese denuncia, pressoché in ogni pagina del suo libro, è l’atteggiamento di chi presume di avere ogni risposta, di chi ritiene di avere il possesso esclusivo della verità e combatte con violenza chiunque professi un’opinione contraria. E fin dal prologo dimostra di concepire la tolleranza non tanto, come veniva ancora principalmente letta ai suoi tempi, una tolleranza religiosa, ma una tolleranza intellettuale. Il suo libro passa in rassegna una storia piena di uomini che hanno provato a fare breccia nei muri dell’ignoranza, lottando contro ogni sorta di pregiudizio culturale e intellettuale, e di gruppi di potere che li hanno osteggiati proprio perché la loro apertura mentale metteva in crisi quello status quo che essi dovevano difendere per continuare a stare in una posizione di privilegio.
Nel 1712, quando in Arcadia si era da poco consumata la scissione con Gian Vincenzo Gravina e i suoi allievi, Crescimbeni decise di ristampare la Bellezza, aggiungendo un dialogo sul gusto della poesia contemporanea, e integrando le postille di Salvini. La presente edizione, oltre a pubblicare per la prima volta queste postille, e a indagare il percorso evolutivo della scrittura crescimbeniana tra la prima e la seconda impressione del trattato, offre nuovi, importanti elementi per comprendere a fondo le dinamiche poetiche e politico-culturali di una stagione significativa della cultura italiana.
Il 3 dicembre 1315, a Padova, Albertino Mussato (1261-1329), intellettuale e uomo politico di spicco, venne incoronato d’alloro, edera e mirto in quanto autore di due opere: l’«Ecerinis», una tragedia in versi ispirata a Seneca e incentrata sulla figura di Ezzelino III da Romano, al quale la città di Padova era stata soggetta dal 1237 al 1256, e il «De gestis Henrici septimi Cesaris», di taglio più propriamente storiografico, che narra la spedizione italiana dell’imperatore Enrico VII fino alla sua improvvisa morte (24 agosto 1313). Per ricordare il settimo centenario di quell’incoronazione, il 3 e 4 dicembre 2015 si è tenuto a Padova il convegno dal quale è nata questa raccolta di saggi, con l’obiettivo
di mettere a fuoco la figura di Mussato e la sua produzione letteraria in una prospettiva lunga: dedicati nella prima parte all’evento del 1315 e alle sue implicazioni culturali e letterarie, essi offrono nella seconda qualche spunto di riflessione sulle opere di Albertino Mussato posteriori al 1315 e si concentrano nella terza sul genere tragico, dalla fortuna di Seneca nel primo Trecento a quella dell’«Ecerinis» e del suo terribile protagonista nella storia letteraria fino all’età moderna.
On December 3, 1315, in Padua, Albertino Mussato (1261-1329), leading intellectual and politician, was crowned with laurel, ivy and myrtle, for two of his works: a verse tragedy inspired by Seneca, the «Ecerinis», whose protagonist is Ezzelino III da Romano, to whom the city of Padua was subject from 1237 to 1256; and an historical work, the »De gestis Henrici septimi Cesaris», which narrates emperor Henry VII’s
Italian journey until his unexpected death (August 24, 1313). Seven hundred years after this poetic coronation, the present volume, which originates from a conference held in Padua in December 2015, collects essays aiming at better focusing Mussato’s figure and his literary production in a long-term perspective. There are three sections: the first one focuses on the event of the coronation and on its cultural and literary implications; the second one is dedicated to Albertino’s works following 1315; lastly, the third one focuses on the Ecerinis and the fortunes of the tragedy itself and of its main character in the literary history up to modern age.
Contributors: José Luis Villacañas Berlanga (Universidad Complutense de Madrid) ; Judith Vega (University of Groningen) ; Miguel Giusti (Pontificia Universidad Católica de Perù) ; Fabrizio Lomonaco (University of Napoli « Federico II»); Alberto Carrara (University of Brescia); Enrico Zucchi (University of Padova); Angelo Monaco (University of Pisa); Vincent Tiberj (Sciences Po – Paris); Vincenzo Pace (University of Padova); Paolo Scotton (IMT Institute for Advanced Studies, Lucca); Adone Brandalise (University of Padova).
Allo straordinario successo dell’opera, tuttavia, fece seguito sin dal XIX secolo un rapido oblio, da parte sia del pubblico che della critica. In questo senso, i due versi pronunciati da Merope e scelti come titolo del convegno «Mai non mi diero i Dei / Senza un ugual disastro una ventura» sintetizzano al meglio la contrastata fortuna della tragedia maffeiana, di cui il presente volume offre una rilettura critica in occasione del terzo centenario dalla sua prima messa in scena (Modena, 1713).
Papers by Enrico Zucchi
often establish parallels between early modern republics, comparing
Genoa and Venice with the United Provinces, considered as similar
political entities despite their evident political differences. The article,
taking into account four different sources, investigates the meaning of
those comparisons, published when the absolutist model was taking
root all around Europe. In the twilight of the republican state, when the
power and reputation of the Italian republics was maybe at its weakest,
those comparisons served both as a way to boost a supranational
republican identity, and to question the strength of the classical
republican constitution. This survey explores how these authors claim
that, in order to survive in the Europe of absolute monarchies, those
republics have to undergo a radical political change. Only by avoiding
splitting the sovereignty among too many subjects, and reinforcing the
monarchical element in their constitution, these republican states, no
more based on the principle of equality, could compete in the new
seventeenth-century political scenario. For this reason, Italian authors
looked with great interest, and often celebrated the Dutch republic,
considered a stronger government than that of Venice, even if it was
regarded as an imperfect republic.
If you want to read the full article please follow this link:
https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/01916599.2021.1910192
fascination with the Baroque cultural season. Several theatric works and poetic treatises of this period, produced by men of letters and dramatists linked to the Arcadian circle, show indeed the presence of typical Baroque elements, both in style – as the abuse of the technique of hybridization confirms –, and in the development of the subject, as well as in the passions represented.
Ciò che lo storico olandese denuncia, pressoché in ogni pagina del suo libro, è l’atteggiamento di chi presume di avere ogni risposta, di chi ritiene di avere il possesso esclusivo della verità e combatte con violenza chiunque professi un’opinione contraria. E fin dal prologo dimostra di concepire la tolleranza non tanto, come veniva ancora principalmente letta ai suoi tempi, una tolleranza religiosa, ma una tolleranza intellettuale. Il suo libro passa in rassegna una storia piena di uomini che hanno provato a fare breccia nei muri dell’ignoranza, lottando contro ogni sorta di pregiudizio culturale e intellettuale, e di gruppi di potere che li hanno osteggiati proprio perché la loro apertura mentale metteva in crisi quello status quo che essi dovevano difendere per continuare a stare in una posizione di privilegio.
Nel 1712, quando in Arcadia si era da poco consumata la scissione con Gian Vincenzo Gravina e i suoi allievi, Crescimbeni decise di ristampare la Bellezza, aggiungendo un dialogo sul gusto della poesia contemporanea, e integrando le postille di Salvini. La presente edizione, oltre a pubblicare per la prima volta queste postille, e a indagare il percorso evolutivo della scrittura crescimbeniana tra la prima e la seconda impressione del trattato, offre nuovi, importanti elementi per comprendere a fondo le dinamiche poetiche e politico-culturali di una stagione significativa della cultura italiana.
Il 3 dicembre 1315, a Padova, Albertino Mussato (1261-1329), intellettuale e uomo politico di spicco, venne incoronato d’alloro, edera e mirto in quanto autore di due opere: l’«Ecerinis», una tragedia in versi ispirata a Seneca e incentrata sulla figura di Ezzelino III da Romano, al quale la città di Padova era stata soggetta dal 1237 al 1256, e il «De gestis Henrici septimi Cesaris», di taglio più propriamente storiografico, che narra la spedizione italiana dell’imperatore Enrico VII fino alla sua improvvisa morte (24 agosto 1313). Per ricordare il settimo centenario di quell’incoronazione, il 3 e 4 dicembre 2015 si è tenuto a Padova il convegno dal quale è nata questa raccolta di saggi, con l’obiettivo
di mettere a fuoco la figura di Mussato e la sua produzione letteraria in una prospettiva lunga: dedicati nella prima parte all’evento del 1315 e alle sue implicazioni culturali e letterarie, essi offrono nella seconda qualche spunto di riflessione sulle opere di Albertino Mussato posteriori al 1315 e si concentrano nella terza sul genere tragico, dalla fortuna di Seneca nel primo Trecento a quella dell’«Ecerinis» e del suo terribile protagonista nella storia letteraria fino all’età moderna.
On December 3, 1315, in Padua, Albertino Mussato (1261-1329), leading intellectual and politician, was crowned with laurel, ivy and myrtle, for two of his works: a verse tragedy inspired by Seneca, the «Ecerinis», whose protagonist is Ezzelino III da Romano, to whom the city of Padua was subject from 1237 to 1256; and an historical work, the »De gestis Henrici septimi Cesaris», which narrates emperor Henry VII’s
Italian journey until his unexpected death (August 24, 1313). Seven hundred years after this poetic coronation, the present volume, which originates from a conference held in Padua in December 2015, collects essays aiming at better focusing Mussato’s figure and his literary production in a long-term perspective. There are three sections: the first one focuses on the event of the coronation and on its cultural and literary implications; the second one is dedicated to Albertino’s works following 1315; lastly, the third one focuses on the Ecerinis and the fortunes of the tragedy itself and of its main character in the literary history up to modern age.
Contributors: José Luis Villacañas Berlanga (Universidad Complutense de Madrid) ; Judith Vega (University of Groningen) ; Miguel Giusti (Pontificia Universidad Católica de Perù) ; Fabrizio Lomonaco (University of Napoli « Federico II»); Alberto Carrara (University of Brescia); Enrico Zucchi (University of Padova); Angelo Monaco (University of Pisa); Vincent Tiberj (Sciences Po – Paris); Vincenzo Pace (University of Padova); Paolo Scotton (IMT Institute for Advanced Studies, Lucca); Adone Brandalise (University of Padova).
Allo straordinario successo dell’opera, tuttavia, fece seguito sin dal XIX secolo un rapido oblio, da parte sia del pubblico che della critica. In questo senso, i due versi pronunciati da Merope e scelti come titolo del convegno «Mai non mi diero i Dei / Senza un ugual disastro una ventura» sintetizzano al meglio la contrastata fortuna della tragedia maffeiana, di cui il presente volume offre una rilettura critica in occasione del terzo centenario dalla sua prima messa in scena (Modena, 1713).
often establish parallels between early modern republics, comparing
Genoa and Venice with the United Provinces, considered as similar
political entities despite their evident political differences. The article,
taking into account four different sources, investigates the meaning of
those comparisons, published when the absolutist model was taking
root all around Europe. In the twilight of the republican state, when the
power and reputation of the Italian republics was maybe at its weakest,
those comparisons served both as a way to boost a supranational
republican identity, and to question the strength of the classical
republican constitution. This survey explores how these authors claim
that, in order to survive in the Europe of absolute monarchies, those
republics have to undergo a radical political change. Only by avoiding
splitting the sovereignty among too many subjects, and reinforcing the
monarchical element in their constitution, these republican states, no
more based on the principle of equality, could compete in the new
seventeenth-century political scenario. For this reason, Italian authors
looked with great interest, and often celebrated the Dutch republic,
considered a stronger government than that of Venice, even if it was
regarded as an imperfect republic.
If you want to read the full article please follow this link:
https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/01916599.2021.1910192
fascination with the Baroque cultural season. Several theatric works and poetic treatises of this period, produced by men of letters and dramatists linked to the Arcadian circle, show indeed the presence of typical Baroque elements, both in style – as the abuse of the technique of hybridization confirms –, and in the development of the subject, as well as in the passions represented.
sottogenere del dramma pastorale che si delinea, nei contenuti teorici e nelle realizzazioni concrete, sotto l’egida arcadica e in
particolare crescimbeniana. Il contributo, esaminando la produzione compresa tra i libretti di Pietro Ottoboni e L’Eroe pastore
metastasiano, individua diverse concezioni di “pastorale eroica” che si sono alternate nel breve lasso di tempo considerato: se in
Crescimbeni prevale una concezione “stilistica” dell’eroismo dei pastori, le pastorali primo-settecentesche paiono volgersi piuttosto al
modello della “pastorale héroique” francese, in cui il carattere eroico è assicurato dalla presenza di eroi o divinità; ancora diversa
sarà la lettura di Metastasio, il quale riunisce le figure dell’eroe e del pastore per rappresentare il prototipo del perfetto sovrano.
Indeed, what emerges from the analysis of the text and the accompanying paratextual elements is a dense mesh of cross references to pastoral drama which consistently conceal parodic reversals. This would appear to indicate a distinct attempt by Gravina to distance himself from the aesthetic and political project of Crescimbeni’s Arcadia.
UN MODELLO PER IL DIALOGO INTERCULTURALE?
PROSPETTIVE STORICHE, LETTERARIE E LINGUISTICHE
Università degli studi di Verona, 8-9 ottobre 2020
Nei giorni 8-9 ottobre 2020, nell'Aula SMT 3 del Polo universitario Santa Marta, si terrà il Convegno dedicato alle Riviste erudite come luogo di comunicazione dei saperi. Il Convegno è organizzato dall'Universität Augsburg, dalla Deutscher Akademischer Austauschdienst,
dal Centro di Ricerca sugli Epistolari del Settecento e dall'Università di Verona, con il patrocinio della Società italiana di Studi sul XVIII Secolo.
Il Convegno può essere seguito sulla piattaforma Zoom:
https://univr.zoom.us/j/83192284465
Meeting ID:ÂÂÂ 831 9228 4465
Il link è valido per tutte le sessioni di giovedì e venerdì.
Partecipano: David Banks, Paolo Bartesaghi, Carlo Bazzani, Giulia Cantarutti, Alessia Castagnino, Chiara Conterno, Fabio Forner, Eric Francalanza, Claudio Grimaldi, Gerda Haßler, Robert Lukenda, Rotraud von Kulessa, Michele Marchesi, Franz Meier, Raphael Merida, Michele Ortore, Flavia Palma, David Reitsam, Ricciarda Ricorda, Sabine Schwarze, Arnaldo Soldani, Corrado Viola, Enrico Zucchi.
Comitato scientifico: Fabio Forner, Franz Meier, Sabine Schwarze, Corrado Viola
The conference will strongly encourage a comparative approach, with a focus on the originality of the Genoese system of political representation in the European early modern context. We intend to address questions such as how did Genoese politicians and men of letters represent their homeland? How was Genoa represented by the Genoese community in Spain or in the Low Countries? How was its political system conceived by other Italian and non-Italian political writers? And how did prevailing depictions of absolutism influence republican rhetoric?
we invite paper proposals for a panel session at the Convegno annuale dell’Associazione per gli Studi di Teoria e storia comparata della letteratura “Maschere del tragico”, Venezia, 14-16 dicembre 2016. The
panel's theme is: "Scenari di potere: immagini della sovranità e pedagogia politica nella tragedia"
During the history of political thought the concept of tolerance represented not merely an abstract idea, but rather a concrete political public space that rendered possible the recognition of those civil and political rights which contributed to the development of democratic societies. The concept has undergone radical changes during the centuries: from constituting a claim in favour of religious freedom within reformed communities in early modern Europe, to a representation of an institutional principle deemed to regulate social life. A concept largely accepted but, at the same time, often criticised being considered a surreptitious instrument of hegemonic political power.
The official languages of the conference are English, Italian, Spanish and French. The deadline for submission of proposals is March 1, 2015. Applications should be submitted electronically, with an abstract of the proposal (300 words) and CV as an attached document, to [email protected]. Further informations, including keynote speakers and scientific board, could be found at http://tolerance2015.wordpress.com/.
sono Enrico Zucchi, dottorando in Italianistica presso l'Università di Padova. Nell’ambito di una ricerca promossa dall’Università degli di Studi di Padova e dalla Scuola Galileiana di Studi Superiori sullo stato attuale dell’editoria accademica, chiediamo la vostra disponibilità a compilare un breve questionario riguardante le pubblicazioni ad accesso aperto e la valutazione delle riviste scientifiche, ai fini di stendere un primo rapporto sulla considerazione e sulla diffusione dell’open access fra gli studiosi di letteratura italiana.
I risultati di questo sondaggio saranno analizzati, in collaborazione con il Prof. Franco Tomasi, e verranno pubblicati all'interno di un volume ad accesso aperto che raccoglierà interventi di editori, studiosi e bibliotecari sul tema dell'open access. Il questionario si trova al seguente indirizzo: http://goo.gl/forms/EzOIrNtQ2N
La compilazione del sondaggio richiede soltanto tre minuti e la vostra partecipazione è per noi molto importante. Vi pregherei anche di girare il sondaggio a colleghi, allievi e studenti. Vi ringrazio fin d'ora per il tempo dedicatoci e mi scuso per il disturbo.
Un saluto molto cordiale e buon lavoro,
Enrico Zucchi
economic crisis that followed or to how Genoese republican state power was represented during the long seventeenth century, especially in relation to neighbouring polities. To address this gap, the conference explores how the Genoese Republic shaped its political image between 1559 – the year of the publication of Oberto Foglietta’s Delle cose della
repubblica di Genova – and 1684, when Genoa was bombed by the French.
The conference, aimed at art historians, literary scholars, and political and cultural historians, strongly encourages a comparative approach, with a focus on the originality of the Genoese system of political representation in the European early modern context.
power in the 17th-century Dutch Republic.
The question how power is represented sparks
the interest of scholars working in a wide range
of disciplines. This workshop brings together
political, cultural, and intellectual historians,
literary scholars and art historians. It aims to
stimulate a cross-disciplinary dialogue about
representations in art, literature, ritual and
other media. The participants have been
invited to reflect on the challenge of
representing power in a republican state, in an
age when monarchy was the dominant state
model. The third day will be devoted to the
presentation and discussion of the ongoing
ERC-project Republics on the Stage of Kings
From the one hand, these literary compositions seem to share the same characteristics of those published elsewhere: the recurring mythological metaphors, aiming to compare Spinola to several Greek heroes and Roman captains, and the emphasis on the religious content of Spinola’s deeds. On the other hand, they contain several allusions, often neglected, to the contemporary Genoese and European politics. In this context, the early seventeenth-century writings focusing on the figure of Ambrogio Spinola seem to be very interesting, because they bring to light some evident contrapositions, which are present within the political literature of the time.
Spinola is both an eminent citizen of the Republic of Genoa, and the favorite of the most powerful European Monarch, the king of Spain; a glorious Italian Captain, who honor the Genoese military tradition, and the main defender of the Spanish Empire within the Respublica Christiana. The celebration of Ambrogio Spinola, in Genoa and in Italy could never be neutral, and the paper aims to examine the statements hidden behind these literary works, written, among others, by Giovan Battista Marino, Giovanni Soranzo, Angelo Grillo, Gabriello Chiabrera, Pietro Benedetti and Ansaldo Cebà.
The paper aims to analyze the Italian consideration of the United Provinces at the end of the seventeenth century, looking at the political writings of authors whose works deals both with the Republic of Genoa and the Dutch Republic, such as Gualdo Priorato (1606-1678), Gregorio
Leti (1630-1701) and Gian Paolo Marana (1642-1693). These authors, whose texts were widely read during the eighteenth-century, and shaped – especially in the case of Leti – the Italian approach to the Dutch Republic, often focus on connections between Genoa and the Dutch
Republic. They underline the similarities between the role of the Doge and that of the Prince of Orange, they celebrate the commercial and proto-capitalistic attitude of these two states and the common rhetoric of freedom, but they also notice the same weaknesses in the two countries’ foreign policies, in their relations with the powerful monarchies of Spain and France. This comparative analysis will allow not only to better comprehend the Italian considerations about the
Dutch Republic at the end of the seventeenth century, but also to show how the Dutch constitution was often idealized and presented as a model for a future redemption of the depressed Italian Republics.
Organizzatori: Anna Bettoni, Alessandro Metlica, Enrico Zucchi
margine all’allestimento di un’edizione commentata della Bellezza della volgar poesia, mira a indagare la natura militante dell’operazione crescimbeniana e a sondare la fortuna del canone qui stabilito nella storiografia letteraria pieno settecentesca.
economic crisis that followed or to how Genoese republican state power was represented during the long seventeenth century, especially in relation to neighbouring polities. To address this gap, the conference explores how the Genoese Republic shaped its political image between 1559 – the year of the publication of Oberto Foglietta’s Delle cose della
repubblica di Genova – and 1684, when Genoa was bombed by the French.
The conference, aimed at art historians, literary scholars, and political and cultural historians, strongly encourages a comparative approach, with a focus on the originality of the Genoese system of political representation in the European early modern context.