Marco Gui
Marco Gui is Associate Professor at the Department of Sociology and Social Research, University of Milano-Bicocca. His research interests concern: 1) social and individual differences in the use of the Internet; 2) the quality of digital life; 3) the digitization of schools and education.
Marco Gui has published more than fourty scientific articles on important international journals (among others New Media&Society, Social Science Computer Review, International Journal of Communication, The Information Society, Economics of Education Review).
He is the Director of the "Digital Well-being Research Center" (www.digitalwellbeing.eu), within which several projects related to the quality of life in the networked society are active. Together with other colleagues affiliated to the Center, he was awarded with the ICA-CAM "Best paper award" 2021 (https://ica-cam.org/in-the-spotlight/ica-2021-awards-edition/).
Marco Gui has participated as an expert of emerging digital skills to workshops organized by OECD and JRC (European Commission). He is a member of the ICA (International Communication Association) and ECREA (European Communication Research and Education Association).
A list of his publications is available here https://scholar.google.com/citations?user=Oi1GfncAAAAJ&hl=it&oi=ao
Marco Gui has published more than fourty scientific articles on important international journals (among others New Media&Society, Social Science Computer Review, International Journal of Communication, The Information Society, Economics of Education Review).
He is the Director of the "Digital Well-being Research Center" (www.digitalwellbeing.eu), within which several projects related to the quality of life in the networked society are active. Together with other colleagues affiliated to the Center, he was awarded with the ICA-CAM "Best paper award" 2021 (https://ica-cam.org/in-the-spotlight/ica-2021-awards-edition/).
Marco Gui has participated as an expert of emerging digital skills to workshops organized by OECD and JRC (European Commission). He is a member of the ICA (International Communication Association) and ECREA (European Communication Research and Education Association).
A list of his publications is available here https://scholar.google.com/citations?user=Oi1GfncAAAAJ&hl=it&oi=ao
less
Uploads
Papers
by the large-scale smart meter roll-out currently ongoing in many energy systems, rigorous studies providing evidence on their effects are still missing, especially for the long-term. We address this research gap by
analysing a one-year long app-based electricity saving intervention performed in Switzerland between 2018 and 2019, involving 55 self-selected households. Adopting a quasi-experimental approach and considering four
full years of energy consumption data, we estimate the app’s average treatment effect over time and perform heterogeneity analyses on household sub-groups, on varying their characteristics and intensity of app use. The
app reduced consumption and CO2 emissions during the intervention (average treatment effect on the treated equal to 4.95%, statistically significant at the 0.05 level; Cohen’s d effect size equal to 0.35). However, one year later the effect disappeared. Our results put policies based on persuasive app use into perspective: taken in isolation, persuasive apps may exhibit limitations regarding long-lasting effects. To avoid relapse, future interventions might embed app use into broader processes explicitly aimed at redefining shared norms and conventions on household energy consumption practices, for instance within living lab processes.
by the large-scale smart meter roll-out currently ongoing in many energy systems, rigorous studies providing evidence on their effects are still missing, especially for the long-term. We address this research gap by
analysing a one-year long app-based electricity saving intervention performed in Switzerland between 2018 and 2019, involving 55 self-selected households. Adopting a quasi-experimental approach and considering four
full years of energy consumption data, we estimate the app’s average treatment effect over time and perform heterogeneity analyses on household sub-groups, on varying their characteristics and intensity of app use. The
app reduced consumption and CO2 emissions during the intervention (average treatment effect on the treated equal to 4.95%, statistically significant at the 0.05 level; Cohen’s d effect size equal to 0.35). However, one year later the effect disappeared. Our results put policies based on persuasive app use into perspective: taken in isolation, persuasive apps may exhibit limitations regarding long-lasting effects. To avoid relapse, future interventions might embed app use into broader processes explicitly aimed at redefining shared norms and conventions on household energy consumption practices, for instance within living lab processes.
Precede la rassegna vera e propria una parte dedicata all’esposizione delle principali teorie di riferimento, utili per inquadrare la relazione tra uso di dispositivi digitali e apprendimento scolastico. Si tratta delle teorie a cui si sono appellati sia coloro che ne hanno messo in luce le potenzialità, sia invece chi ne ha indagato gli effetti collaterali.
La trattazione della rassegna si articola seguendo due distinzioni. La prima distingue l’uso a scuola da quello a casa e nel tempo libero, ipotizzando che il contesto di utilizzo dello smartphone possa influire in modo differente sull’apprendimento in virtù delle dinamiche relazionali, del modo e delle finalità d’uso dello strumento. La seconda separa, all’interno dell’ambiente scolastico, l’uso guidato da quello non guidato, presupponendo che, data la peculiarità della fase di che accompagna gli studenti in un utilizzo specifico, focalizzato e strutturato dello smartphone possa influire sull’apprendimento e sul rendimento scolastico. Il fine di questo contributo è di dare un senso complessivo e una lettura significativa della letteratura esistente, per fornire una base informativa chiara a chi deve effettuare scelte strategiche a livello scolastico, politico, genitoriale ed educativo in genere.
completato il primo esperimento randomizzato
in Italia sull’efficacia dell’educazione ai
media. L’impatto di un intervento organico di
media education è stato infatti testato in un
campione di classi selezionate casualmente,
confrontate con un campione di controllo.
Marco Gui, Il digitale a scuola. Rivoluzione o abbaglio? il Mulino, 2019.
Alle tecnologie digitali si è guardato come a una delle leve principali per il miglioramento della scuola. È proprio così? Alcune delle più importanti aspettative, come quella di incrementare i livelli di apprendimento degli studenti, non hanno trovato finora un riscontro negli studi scientifici internazionali; per altre manca un'adeguata valutazione. Discutendo i limiti cognitivi e sociali del digitale a scuola in un contesto di connessione permanente, l'autore sviluppa una visione alternativa del ruolo del digitale nell'esperienza educativa: prima ancora che fare didattica con le tecnologie è urgente educare all'uso consapevole dei media.
Benessere digitale a scuola e a casa. Un percorso di educazione ai media nella connessione permanente, a cura di Marco Gui, Mondadori Università, 2019. l volume propone un approccio inedito alle problematiche e alle opportunità che la vertiginosa innovazione tecnologica ha portato nella vita e nell’educazione dei giovani, un percorso che ha mostrato la sua validità nella sperimentazione «Benessere Digitale – Scuole», condotta su 18 scuole secondarie di II grado di tutti gli ordini. La sperimentazione è stata cofinanziata da Università di Milano-Bicocca e Fastweb SpA, mentre il MIUR la considera una delle tre esperienze di rilevanza nazionale per la costruzione di un curricolo di educazione ai media digitali. Partendo dalla consapevolezza che l’innovazione tecnologica non è stata accompagnata da un adeguato rinnovamento culturale ed educativo, il libro si rivolge a docenti e formatori, considerandoli gli interlocutori principali per una riflessione critica sul digitale, ma anche ai genitori per allargare lo sguardo a un’idea ampia di «Benessere Digitale». La qualità della vita, infatti, dipende sempre più dal nostro rapporto con i media digitali in diverse dimensioni: da quelle classiche nella letteratura sulla media literacy (la ricerca delle informazioni, la collaborazione e la comunicazione online, la creazione di contenuti digitali, la sicurezza) a quelle emergenti, come l’impatto sulla salute e la gestione del tempo e dell’attenzione.
Come negli anni scorsi, la seconda parte di ogni lezione sarà dedicata all’interazione dei corsisti con il relatore / la relatrice, organizzata dalle tutrici del corso, Samuela Brunamonti e Sara Gigli, così da stimolare la partecipazione, far emergere l’esperienza pregressa dei partecipanti, e le loro valutazioni e prospettive per il presente e il futuro, in rapporto ai contenuti (dati, idee, problemi, proposte…) presentati nella relazione.
possibile realizzare per la prima volta in Italia uno strumento di misurazione statisticamente solido della competenza digitale e mettere quest’ultimo a disposizione gratuitamente per il mondo della scuola nella piattaforma www.benesseredigitalescuole.it.
Il volume è strutturato intorno ai risultati empirici, ma propone anche un’introduzione teorica, una trattazione metodologica e un’interpretazione
dei risultati alla luce della ricerca internazionale. Il capitolo primo offre una
breve sintesi teorica del concetto di «competenza digitale», mettendone in
luce l’evoluzione e riassumendo in particolare il modello DigComp, sul quale è costruito il test standardizzato. Il capitolo secondo spiega le scelte
metodologiche alla base della costruzione del test e le modalità con cui è
stato validato; il capitolo terzo mostra le caratteristiche del campione; il
capitolo quarto apre la presentazione dei risultati, mostrando come cambiala competenza digitale tra studenti di diversi gradi scolastici; il capitolo quinto espone i dati relativi al rapporto tra la competenza digitale e le catteristiche sociodemografiche degli studenti. Quest’ultimo in particolare è un tema rilevante poiché lega la competenza digitale alle molte questioni della disuguaglianza sociale. Il capitolo sesto si concentra sulla relazione esistente tra la competenza digitale e le performance scolastiche in italiano e in matematica, mostrando risultati inattesi e che aprono a interessanti interpretazioni e a nuove opportunità di approfondimento. Il capitolo settimo è un unicum: si confrontano, infatti, la competenza digitale degli studenti con quella dei loro insegnanti; pur con qualche caveat dovuto alla modalità di raccolta delle informazioni su questi ultimi, tale confronto mette in luce delle tendenze convergenti sulle quali è importante aprire una riflessione. Infine, nel capitolo ottavo, abbiamo tentato un’operazione di confronto nel tempo. Avendo infatti a disposizione i dati raccolti nell’a.s. 2017/2018 per la prima sperimentazione del pacchetto formativo «Benessere Digitale Scuole», abbiamo analizzato le variazioni della competenza digitale prima e dopo la pandemia tra adolescenti della stessa età iscritti nelle stesse scuole. Come si vedrà, i dati aprono qualche spiraglio di luce nel bilancio
complessivo di questi anni difficili, anche se con i soliti meccanismi che
tendono a premiare gli studenti con maggiori risorse familiari. Il capitolo
nono, infine, è dedicato alla discussione dei risultati.
Gli autori dei saggi raccolti nel volume sono: Marco Fasoli, Antonio Fini, Andrea Garavaglia, Tiziano Gerosa, Marco Gui, Alberto Pellai, Livia Petti, Maria Ranieri.
disposizione dei genitori, mostrando anche le loro implicazioni per l’educazione dei figli e per la vita familiare.