Books by Sara Bova
Marco Barbo (1420-1491): un mecenate veneziano all'ombra dei papi, 2023
Papers by Sara Bova
Sul concetto di 'copia' in architettura: teoria e storia, a cura di Maurizio Ricci, «Aesthetica Preprint», n. 125, 2024
(pp. 75-92)
The paper aims to analyze ‘the language of the copy’, i.e. that series o... more (pp. 75-92)
The paper aims to analyze ‘the language of the copy’, i.e. that series of locutions which, from the end of the Middle Ages to the early modern age, served as the intermediary of a mimetic relationship between the model and the novel artistic or architectural work. To this end, the study takes into particular account the terminology used in the contracts, which formally establish this link, and the various meanings of these expressions.
https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/aesthetica-preprint/issue/view/264
"Horti Hesperidum", 1 2023, 2024
Lo studio analizza le trasformazioni introdotte da Giulio III (1550-1555) nel complesso dei Palaz... more Lo studio analizza le trasformazioni introdotte da Giulio III (1550-1555) nel complesso dei Palazzi vaticani, al fine di delinearne il senso complessivo. Gli interventi architettonici promossi del pontefice Ciocchi del Monte, che interessarono due nuclei molto distanti del Cortile del Belvedere, sono, difatti, considerati per la prima volta in chiave unitaria, intravvedendo nella realizzazione della palazzina settentrionale e degli appartamenti sul tratto meridionale del corridore est la delineazione di un doppio percorso cerimoniale: il primo, posto al terzo livello, accessibile ai membri della corte; il secondo, ‘segreto’, ovvero riservato al papa e al suo Camerlengo. Oltre che chiarire le ragioni di un’alterazione così significativa del disegno bramantesco e, dunque, dell’immagine stessa del Belvedere, il contributo mira, altresì, ad analizzarne nel dettaglio la fabbrica. A tal fine, oltre a un riesame dei materiali documentari già consultati e contenuti nei registri dei fondi Diversorum Cameralium, Fabbriche, Tesoreria Segreta, lo studio si avvale di documenti inediti, conservati nel fondo dei Notai Segretari e Cancellieri della Reverenda Camera Apostolica.
English version
The study analyses the transformations introduced by Julius III (1550-1555) in the complex of the Vatican palaces in order to outline their overall significance. In fact, for the first time, the architectural works promoted by Pope Ciocchi del Monte, which affected two very distant parts of the courtyard of the Belvedere, are considered in a unified perspective, seeing in the construction of the northern palace and the apartments on the southern part of the eastern corridor the outline of a double ceremonial path: the first, on the third level, accessible to the members of the court; the second, “secret”, meaning reserved for the Pope and his Camerlengo. As well as explaining the reasons for such a significant change in Bramante's design, and thus in the image of the Belvedere itself, the article also aims to analyse its construction in detail. To this end, in addition to a re-examination of the documentary material already consulted and contained in the registers of the Diversorum Cameralium, Fabbriche and Tesoreria Segreta collections, the study makes use of unpublished documents preserved in the records of the notaries working for Apostolic Chamber.
CESURA - Rivista, n. 3/1, 2024
This study deals with the complex of architectural transformations that involved the castle of Re... more This study deals with the complex of architectural transformations that involved the castle of Reggio and the city walls starting from 1439, when it fell into Arago- nese hands, up to the more famous modernization works that affected the fortress between the end of the 1480s and 1490s. Apart from raising the possibility of the earliest changes probably occurring in the last period of its enfeoffment to the de Cardona family, the paper is aimed at evaluating whether the modifications of this large architectural complex, as well as mere constructive transformations or renewals with respect to revised military techniques, were the expression of a novel defensive system, whereby the castle, in the frame of the sur- rounding urban towers, became the fulcrum of a military action capable of over-coming the polycentrism and fragmentation of the defense previously entrusted to the surrounding hill- forts, known as motte-and-baileys, often harbingers of subversive and pro-Anjou forces.
"Già chiamano in aiuto la chimica..." Il restauro da bottega a laboratorio scientifico e pratica di cantiere (atti del convegno a cura di Susanna Caccia Gherardini, Emanuela Ferretti, Mariacristina Giambruno, Marco Pretelli e Cecilia Frosinini), in "Restauro Archeologico", 1 2023 (special issue), 2023
Proposito dello studio è quello di indagare continuità e mutamenti nella terminologia relativa al... more Proposito dello studio è quello di indagare continuità e mutamenti nella terminologia relativa al restauro adoperata Gustavo Giovannoni nei suoi numerosissimi scritti, dagli articoli su casi specifici di intervento ai volumi monografici di impianto più generale, dalle relazioni elaborate in qualità di esponente del Consiglio superiore di antichità e belle arti ai contributi a conferenze e congressi nazionali e internazionali.
Sebbene la questione sia stata affrontata in linee generali da Amedeo Bellini (1994), Guido Zucconi (1996) e, più recentemente, valutata in relazione a numerosi episodi negli atti del convegno a cura di Giuseppe Bonaccorso e Francesco Moschini (2015-2016/2019), le variazioni semantiche, critiche e lessicali introdotte dall’architetto nella sua via empirica alla definizione di una disciplina non sono state ancora pienamente valutate in modo sistematico.
L’indagine muoverà da una analisi quantitativa dei termini e delle locuzioni utilizzati da Giovannoni, valutandone la ricorrenza nel tempo e contestualizzandone l’adozione in relazione alla tipologia di casi analizzati, ma soprattutto considerandone le variazioni semasiologiche.
La ricerca, che si avvale di materiale edito e di ulteriori ricerche archivistiche, muove dal presupposto per cui Giovannoni, nel farsi fondatore di una disciplina, avesse elaborato, più che una teoria, una strategia di intervento fondata su categorie interpretative non astratte ma operanti. Queste ultime corrispondevano ad altrettante espressioni linguistiche, della cui valenza l’architetto, senza il timore di incorrere in contraddizione con se stesso, misurava caso per caso il senso e la validità.
Il contributo è volto a valutare sotto una nuova luce gli esiti che queste oscillazioni hanno determinato nel dibattito sul restauro a lui contemporaneo.
Santa Maria dell’Anima. Dinamiche sociali e arte di una comunità straniera a Roma tra ’400 e ’600 (a cura di Susanne Kubersky-Piredda e Tobias Daniels), 2023
Proposito della ricerca è quello di analizzare la fabbrica primo-cinquecentesca della chiesa di S... more Proposito della ricerca è quello di analizzare la fabbrica primo-cinquecentesca della chiesa di Santa Maria dell’Anima in rapporto alle istanze della confraternita, che, disponendone la riedificazione, intendeva non solo promuovere un rinnovamento in grado di esprimere l’identità tedesca, ma anche tradurre sul piano condiviso del linguaggio ‘all’antica’ il tentativo di primeggiare nella contesa instaurata con gli altri sodalizi nazionali, a loro volta fautori in quella fase della ricostruzione o dell’ampliamento delle proprie chiese.
A tal fine, è stato, in primo luogo, preso in considerazione il contesto urbano che avrebbe fatto da cornice a questa rivalità, ovvero l’area circostante il campus agonis, insieme alle principali trasformazioni cui questa sarebbe andata incontro tra la fine del Quindicesimo e l’inizio del Sedicesimo secolo. In secondo luogo, sono state vagliate le modifiche apportate allo spazio interno della chiesa dell’Anima rispetto all’edificio quattrocentesco, per comprendere la consistenza delle trasformazioni e quanto della preesistenza sia stato effettivamente mantenuto.
L’indagine è stata condotta attraverso la rilettura e la valutazione critica della documentazione già nota inerente alla fabbrica, così come delle principali posizioni storiografiche relative alla sua interpretazione. Sono state svolte, altresì, ulteriori ricerche d’archivio, che hanno permesso di individuare una controperizia inedita, decisiva per stabilire il ruolo dei provvisori della confraternita nelle scelte architettoniche compiute per stabilire la nuova configurazione dell’edificio.
Lo studio ha permesso di delineare con maggiore chiarezza l’effettiva consistenza delle variazioni apportate in fase costruttiva rispetto al programma costruttivo del 1499, di comprendere quali strategie siano state messe in atto per rendere l’edificio una centralità urbana, nonché di chiarire definitivamente il peso della confraternita nella definizione delle soluzioni architettoniche, finanche di dettaglio, introdotte nella fabbrica.
TEMPORÁNEA, 2023
The study proposes a comparison between the patronage of Pope Nicholas V and that of the emperor ... more The study proposes a comparison between the patronage of Pope Nicholas V and that of the emperor Justinian, furthering the hypothesis that the interventions carried out by the latter in Constantinople may have represented an important theoretical premise for outlining the paradigm of the renovatio urbis Romae. For this purpose, the literary sources, which, in the absence of the lost or un!nished works of the two patrons, still allow us to compare their ideas and concrete choices, have been paralleled, namely the Vita Nicolai V by Giannozzo Manetti and the De Aedi!ciis by Procopius of Caesarea. This study aims to evaluate whether the relationship between the two most important cities of the Roman Empire, which had seen ancient Rome serve as a model for the foundation of the New one, underwent an unexpected reversal in the 15th century, for which the papal Rome, called to collect the cultural heritage of the capital of the dying Byzantine Empire, would ideally have been rethought by looking at Constantinople, the Rome founded as a Christian, and at its urban image.
Lezioni dagli archivi di architettura. Architetture civili del Novecento in Toscana, a cura di Simone Barbi e Lorenzo Mingardi, 2023
"Palladio", 65-66, 2020
The study deals with the systematic examination of the constructive history of the western corrid... more The study deals with the systematic examination of the constructive history of the western corridor in the Belvedere complex in the Vatican from the pontificate of Pius IV (1559-1565) to that of Pius VI (1775-1799), analysing unpublished documentary and iconographic sources. However, it also and above all aims to identify the elements of permanence of Bramante’s project in the building.
The survey is divided into three sections. The first one covers a period of about twenty years (1561-1585), a rather short, but decisive phase, not only as it is related to the construction of the west wing of the Belvedere Courtyard, but also because it is characterized by the earliest significant variations to its original design.
The second part of the study starts with the construction of the Sistine Library, analysing diachronically the multiple consequences on the unity of the corridor, which between the end of the 16th and early 18th centuries is divided into various rooms, suitable for hosting the ever-increasing Vatican book collections. T
he third paragraph, inherent to the eighteenth-century phase, focuses on the new additions and changes made to the building to make it part of the Vatican Museums. In order to better document these transformations, this research comprehends, as well, some graphic reconstructions, made by the author and concerning the main construction phases of the corridor.
“Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana”, vol. 43, 2017-2018 (2020), 2020
Opus Incertum, n. 5, 2019
Traditionally ascribed to Bessarion’s patronage as bishop of Tusculum from 1448 to 1468, the Casi... more Traditionally ascribed to Bessarion’s patronage as bishop of Tusculum from 1448 to 1468, the Casina on the Via Appia is one of the earliest suburban residences in Rome which is an expression of humanistic culture. As the outcome of the restoration of the Medieval hospital of the church of San Cesareo de Appia, which had been built on Roman ruins, this villa is characterized by the coexistence of elements related to late-Medieval legacy with architectural details and parts made ‘in the manner of the Ancients’. Some distributional aspects are, indeed, strictly related to the Roman way of life, as it is described in Roman writers’ literary works. Whether the latest studies confirm Bessarion’s role in the construction of the building, it is still controversial to identify the renovation works accomplished by him. In fact, they could also be attributed to his successors as bishop of Tusculum, above all the Venetian cardinal Giovanni Battista Zeno from 1479 to 1501. The purpose of this article is to outline the architectural interventions made during the 15th century, integrating the latest results of documentary and archaeological research on the Casina with an analysis of literary references, antique monuments and contemporary buildings taken into account by its patrons.
Gustavo Giovannoni e l'architetto integrale, atti del convegno internazionale (Roma, 25-27 novembre 2015) a cura di Giuseppe Bonaccorso e Francesco Moschini, Roma 2019, pp. 445-454 (Quaderni degli “Atti dell’Accademia Nazionale di San Luca”, 2015-2016) , 2019
This paper aims to clarify the circumstances of Italian participation to the First International ... more This paper aims to clarify the circumstances of Italian participation to the First International Congress on Architectural Education, organized in 1924 by the Royal Institute of British Architects in London, and to consider more attentively Gustavo Giovannoni's role in getting favorable conditions for Italian representatives, who had been only marginally involved at the beginning and even not invited to speak at the conference.
“Opus incertum”, 2017
Built between May 1467 and February 1468 by the carpenters Giovannino and Marco di Pietro de’ Dol... more Built between May 1467 and February 1468 by the carpenters Giovannino and Marco di Pietro de’ Dolci and decorated in the same years by the illuminator Giuliano degli Amadei, the wooden coffered ceiling at San Marco Evangelista al Campidoglio constitutes one of the early works carried out under Pope Paul II for the renewal of the basilica as a part of the construction of the Palazzo Venezia complex. This artwork represents the first case of the use of this 'all’antica' solution for the ceiling of a church hall, following the tradition begun by Brunelleschi at San Lorenzo in Florence. However, in the details of the mouldings and the remarkable variety of shapes used for the flowers placed at the centre of each coffer, the ceiling of San Marco shows a closer correspondence with examples in stone from the Roman Imperial period, such as the ones decorating the intradoses of the arch of Titus and of the 'ptéron' of the temple of Mars Ultor.
"Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma", 2015
Conference Presentations by Sara Bova
relatrice su invito al convegno internazionale di studi "Giorgio Vasari e le vie della Maniera tr... more relatrice su invito al convegno internazionale di studi "Giorgio Vasari e le vie della Maniera tra le terre piemontesi e Roma", a cura di Barbara Agosti, Valentina Balzarotti, Maria Beltramini, Cristina Conti, Serena Quagliaroli, (Roma, Palazzo Venezia, 13-14 novembre 2024)
Terzo incontro nell'ambito del ciclo di conferenze "I disegni di Michelangelo" (Firenze, Casa Buo... more Terzo incontro nell'ambito del ciclo di conferenze "I disegni di Michelangelo" (Firenze, Casa Buonarroti, 23 gennaio 2025, ore 17.00)
intervento al convegno "Gusto della varietas e variazione di modelli
tra conoscenza e applicazion... more intervento al convegno "Gusto della varietas e variazione di modelli
tra conoscenza e applicazione" (Ferrara, Palazzo Tassoni Via della Ghiara 36, Salone d’Onore, 20-21 marzo 2024), a cura di Rita Fabbri e Renata Samperi
Abstract
L’intervento mira a indagare l’organizzazione della lavoro nella bottega artistica e nel cantiere architettonico in ambito romano per la fase che va dal pontificato di Niccolò V a quello di Alessandro VI. Proposito dello studio è quello di valutare se e in che modo aspetti come le formule contrattuali di collaborazione tra i maestri e le peculiarità del sistema corporativo romano abbiano inciso concretamente sulla gestione del cantiere, rendendo possibile la coesistenza delle peculiarità tecniche e artistiche di figure di diversa provenienza e formazione. Questa pluralità di tradizioni e linguaggi, la cui compresenza è nota come varietas, sarà valutata, particolarmente, in relazione alle botteghe di marmorarii a partire dalle fabbriche in cui è possibile tessere una relazione diretta tra documento di cantiere e opera realizzata. Saranno, tuttavia, presi in considerazione casi non documentati, o atti notarili per i quali è difficile individuare l’intervento specifico. La trattazione interesserà sia architetture che esempi di scultura architettonica.
Intervento al convegno di studi "La diocesi e lo Stato di Gerace dagli Aragonesi a Filippo II. St... more Intervento al convegno di studi "La diocesi e lo Stato di Gerace dagli Aragonesi a Filippo II. Storia e cultura civile e religiosa di una città del Regno di Napoli nel XV e XVI secolo", Gerace, Museo diocesano, Sala degli arazzi, 18 novembre 2023
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Books by Sara Bova
https://www.horti-hesperidum.com/hh/collana-monografie-di-horti-hesperidum-sara-bova-roma-2023/?fbclid=IwAR01pCV9JR8CLcOlovPwYRef9S_heAXkYBf47RmHkxp5kvWNVcTP12jBtX4
Papers by Sara Bova
The paper aims to analyze ‘the language of the copy’, i.e. that series of locutions which, from the end of the Middle Ages to the early modern age, served as the intermediary of a mimetic relationship between the model and the novel artistic or architectural work. To this end, the study takes into particular account the terminology used in the contracts, which formally establish this link, and the various meanings of these expressions.
https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/aesthetica-preprint/issue/view/264
English version
The study analyses the transformations introduced by Julius III (1550-1555) in the complex of the Vatican palaces in order to outline their overall significance. In fact, for the first time, the architectural works promoted by Pope Ciocchi del Monte, which affected two very distant parts of the courtyard of the Belvedere, are considered in a unified perspective, seeing in the construction of the northern palace and the apartments on the southern part of the eastern corridor the outline of a double ceremonial path: the first, on the third level, accessible to the members of the court; the second, “secret”, meaning reserved for the Pope and his Camerlengo. As well as explaining the reasons for such a significant change in Bramante's design, and thus in the image of the Belvedere itself, the article also aims to analyse its construction in detail. To this end, in addition to a re-examination of the documentary material already consulted and contained in the registers of the Diversorum Cameralium, Fabbriche and Tesoreria Segreta collections, the study makes use of unpublished documents preserved in the records of the notaries working for Apostolic Chamber.
Sebbene la questione sia stata affrontata in linee generali da Amedeo Bellini (1994), Guido Zucconi (1996) e, più recentemente, valutata in relazione a numerosi episodi negli atti del convegno a cura di Giuseppe Bonaccorso e Francesco Moschini (2015-2016/2019), le variazioni semantiche, critiche e lessicali introdotte dall’architetto nella sua via empirica alla definizione di una disciplina non sono state ancora pienamente valutate in modo sistematico.
L’indagine muoverà da una analisi quantitativa dei termini e delle locuzioni utilizzati da Giovannoni, valutandone la ricorrenza nel tempo e contestualizzandone l’adozione in relazione alla tipologia di casi analizzati, ma soprattutto considerandone le variazioni semasiologiche.
La ricerca, che si avvale di materiale edito e di ulteriori ricerche archivistiche, muove dal presupposto per cui Giovannoni, nel farsi fondatore di una disciplina, avesse elaborato, più che una teoria, una strategia di intervento fondata su categorie interpretative non astratte ma operanti. Queste ultime corrispondevano ad altrettante espressioni linguistiche, della cui valenza l’architetto, senza il timore di incorrere in contraddizione con se stesso, misurava caso per caso il senso e la validità.
Il contributo è volto a valutare sotto una nuova luce gli esiti che queste oscillazioni hanno determinato nel dibattito sul restauro a lui contemporaneo.
A tal fine, è stato, in primo luogo, preso in considerazione il contesto urbano che avrebbe fatto da cornice a questa rivalità, ovvero l’area circostante il campus agonis, insieme alle principali trasformazioni cui questa sarebbe andata incontro tra la fine del Quindicesimo e l’inizio del Sedicesimo secolo. In secondo luogo, sono state vagliate le modifiche apportate allo spazio interno della chiesa dell’Anima rispetto all’edificio quattrocentesco, per comprendere la consistenza delle trasformazioni e quanto della preesistenza sia stato effettivamente mantenuto.
L’indagine è stata condotta attraverso la rilettura e la valutazione critica della documentazione già nota inerente alla fabbrica, così come delle principali posizioni storiografiche relative alla sua interpretazione. Sono state svolte, altresì, ulteriori ricerche d’archivio, che hanno permesso di individuare una controperizia inedita, decisiva per stabilire il ruolo dei provvisori della confraternita nelle scelte architettoniche compiute per stabilire la nuova configurazione dell’edificio.
Lo studio ha permesso di delineare con maggiore chiarezza l’effettiva consistenza delle variazioni apportate in fase costruttiva rispetto al programma costruttivo del 1499, di comprendere quali strategie siano state messe in atto per rendere l’edificio una centralità urbana, nonché di chiarire definitivamente il peso della confraternita nella definizione delle soluzioni architettoniche, finanche di dettaglio, introdotte nella fabbrica.
The survey is divided into three sections. The first one covers a period of about twenty years (1561-1585), a rather short, but decisive phase, not only as it is related to the construction of the west wing of the Belvedere Courtyard, but also because it is characterized by the earliest significant variations to its original design.
The second part of the study starts with the construction of the Sistine Library, analysing diachronically the multiple consequences on the unity of the corridor, which between the end of the 16th and early 18th centuries is divided into various rooms, suitable for hosting the ever-increasing Vatican book collections. T
he third paragraph, inherent to the eighteenth-century phase, focuses on the new additions and changes made to the building to make it part of the Vatican Museums. In order to better document these transformations, this research comprehends, as well, some graphic reconstructions, made by the author and concerning the main construction phases of the corridor.
Conference Presentations by Sara Bova
tra conoscenza e applicazione" (Ferrara, Palazzo Tassoni Via della Ghiara 36, Salone d’Onore, 20-21 marzo 2024), a cura di Rita Fabbri e Renata Samperi
Abstract
L’intervento mira a indagare l’organizzazione della lavoro nella bottega artistica e nel cantiere architettonico in ambito romano per la fase che va dal pontificato di Niccolò V a quello di Alessandro VI. Proposito dello studio è quello di valutare se e in che modo aspetti come le formule contrattuali di collaborazione tra i maestri e le peculiarità del sistema corporativo romano abbiano inciso concretamente sulla gestione del cantiere, rendendo possibile la coesistenza delle peculiarità tecniche e artistiche di figure di diversa provenienza e formazione. Questa pluralità di tradizioni e linguaggi, la cui compresenza è nota come varietas, sarà valutata, particolarmente, in relazione alle botteghe di marmorarii a partire dalle fabbriche in cui è possibile tessere una relazione diretta tra documento di cantiere e opera realizzata. Saranno, tuttavia, presi in considerazione casi non documentati, o atti notarili per i quali è difficile individuare l’intervento specifico. La trattazione interesserà sia architetture che esempi di scultura architettonica.
https://www.horti-hesperidum.com/hh/collana-monografie-di-horti-hesperidum-sara-bova-roma-2023/?fbclid=IwAR01pCV9JR8CLcOlovPwYRef9S_heAXkYBf47RmHkxp5kvWNVcTP12jBtX4
The paper aims to analyze ‘the language of the copy’, i.e. that series of locutions which, from the end of the Middle Ages to the early modern age, served as the intermediary of a mimetic relationship between the model and the novel artistic or architectural work. To this end, the study takes into particular account the terminology used in the contracts, which formally establish this link, and the various meanings of these expressions.
https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/aesthetica-preprint/issue/view/264
English version
The study analyses the transformations introduced by Julius III (1550-1555) in the complex of the Vatican palaces in order to outline their overall significance. In fact, for the first time, the architectural works promoted by Pope Ciocchi del Monte, which affected two very distant parts of the courtyard of the Belvedere, are considered in a unified perspective, seeing in the construction of the northern palace and the apartments on the southern part of the eastern corridor the outline of a double ceremonial path: the first, on the third level, accessible to the members of the court; the second, “secret”, meaning reserved for the Pope and his Camerlengo. As well as explaining the reasons for such a significant change in Bramante's design, and thus in the image of the Belvedere itself, the article also aims to analyse its construction in detail. To this end, in addition to a re-examination of the documentary material already consulted and contained in the registers of the Diversorum Cameralium, Fabbriche and Tesoreria Segreta collections, the study makes use of unpublished documents preserved in the records of the notaries working for Apostolic Chamber.
Sebbene la questione sia stata affrontata in linee generali da Amedeo Bellini (1994), Guido Zucconi (1996) e, più recentemente, valutata in relazione a numerosi episodi negli atti del convegno a cura di Giuseppe Bonaccorso e Francesco Moschini (2015-2016/2019), le variazioni semantiche, critiche e lessicali introdotte dall’architetto nella sua via empirica alla definizione di una disciplina non sono state ancora pienamente valutate in modo sistematico.
L’indagine muoverà da una analisi quantitativa dei termini e delle locuzioni utilizzati da Giovannoni, valutandone la ricorrenza nel tempo e contestualizzandone l’adozione in relazione alla tipologia di casi analizzati, ma soprattutto considerandone le variazioni semasiologiche.
La ricerca, che si avvale di materiale edito e di ulteriori ricerche archivistiche, muove dal presupposto per cui Giovannoni, nel farsi fondatore di una disciplina, avesse elaborato, più che una teoria, una strategia di intervento fondata su categorie interpretative non astratte ma operanti. Queste ultime corrispondevano ad altrettante espressioni linguistiche, della cui valenza l’architetto, senza il timore di incorrere in contraddizione con se stesso, misurava caso per caso il senso e la validità.
Il contributo è volto a valutare sotto una nuova luce gli esiti che queste oscillazioni hanno determinato nel dibattito sul restauro a lui contemporaneo.
A tal fine, è stato, in primo luogo, preso in considerazione il contesto urbano che avrebbe fatto da cornice a questa rivalità, ovvero l’area circostante il campus agonis, insieme alle principali trasformazioni cui questa sarebbe andata incontro tra la fine del Quindicesimo e l’inizio del Sedicesimo secolo. In secondo luogo, sono state vagliate le modifiche apportate allo spazio interno della chiesa dell’Anima rispetto all’edificio quattrocentesco, per comprendere la consistenza delle trasformazioni e quanto della preesistenza sia stato effettivamente mantenuto.
L’indagine è stata condotta attraverso la rilettura e la valutazione critica della documentazione già nota inerente alla fabbrica, così come delle principali posizioni storiografiche relative alla sua interpretazione. Sono state svolte, altresì, ulteriori ricerche d’archivio, che hanno permesso di individuare una controperizia inedita, decisiva per stabilire il ruolo dei provvisori della confraternita nelle scelte architettoniche compiute per stabilire la nuova configurazione dell’edificio.
Lo studio ha permesso di delineare con maggiore chiarezza l’effettiva consistenza delle variazioni apportate in fase costruttiva rispetto al programma costruttivo del 1499, di comprendere quali strategie siano state messe in atto per rendere l’edificio una centralità urbana, nonché di chiarire definitivamente il peso della confraternita nella definizione delle soluzioni architettoniche, finanche di dettaglio, introdotte nella fabbrica.
The survey is divided into three sections. The first one covers a period of about twenty years (1561-1585), a rather short, but decisive phase, not only as it is related to the construction of the west wing of the Belvedere Courtyard, but also because it is characterized by the earliest significant variations to its original design.
The second part of the study starts with the construction of the Sistine Library, analysing diachronically the multiple consequences on the unity of the corridor, which between the end of the 16th and early 18th centuries is divided into various rooms, suitable for hosting the ever-increasing Vatican book collections. T
he third paragraph, inherent to the eighteenth-century phase, focuses on the new additions and changes made to the building to make it part of the Vatican Museums. In order to better document these transformations, this research comprehends, as well, some graphic reconstructions, made by the author and concerning the main construction phases of the corridor.
tra conoscenza e applicazione" (Ferrara, Palazzo Tassoni Via della Ghiara 36, Salone d’Onore, 20-21 marzo 2024), a cura di Rita Fabbri e Renata Samperi
Abstract
L’intervento mira a indagare l’organizzazione della lavoro nella bottega artistica e nel cantiere architettonico in ambito romano per la fase che va dal pontificato di Niccolò V a quello di Alessandro VI. Proposito dello studio è quello di valutare se e in che modo aspetti come le formule contrattuali di collaborazione tra i maestri e le peculiarità del sistema corporativo romano abbiano inciso concretamente sulla gestione del cantiere, rendendo possibile la coesistenza delle peculiarità tecniche e artistiche di figure di diversa provenienza e formazione. Questa pluralità di tradizioni e linguaggi, la cui compresenza è nota come varietas, sarà valutata, particolarmente, in relazione alle botteghe di marmorarii a partire dalle fabbriche in cui è possibile tessere una relazione diretta tra documento di cantiere e opera realizzata. Saranno, tuttavia, presi in considerazione casi non documentati, o atti notarili per i quali è difficile individuare l’intervento specifico. La trattazione interesserà sia architetture che esempi di scultura architettonica.
Abstract della relazione
Proposito dello studio è quello di analizzare il complesso degli interventi promossi da Giulio III (1550-1555) nei Palazzi Vaticani alla luce di nuove indagini documentarie. Nonostante la storiografia ne abbia delineato le fasi costruttive di massima, giungendo, in alcuni casi, a ricostruirne puntualmente i partiti decorativi introdotti, le fabbriche di Belvedere, nel breve volgere di anni che caratterizza il pontificato di Giovanni Maria Ciocchi del Monte, presentano ancora alcuni aspetti di difficile interpretazione, in parte determinati dalle notevoli trasformazioni incorse successivamente, ma allo stesso tempo dovuti alle ripetute modifiche in corso d’opera; un riflesso, quest’ultimo, dei continui ripensamenti del pontefice, che hanno così fortemente segnato anche il cantiere di Villa Giulia.
Se, tuttavia, le opere compiute nelle stantie nove del corridore est, prossime al nucleo meridione dei palazzi vaticani, risultano più chiaramente identificabili nelle voci di spesa dei registri camerali, la profonda modificazione della quinta settentrionale, a meno degli interventi direttamente riconducibili a Michelangelo, non è documentata con precisione nei mandati di pagamento. Ciò è, senza dubbio, dovuto sia alla genericità di molte bullectae, sia ad alcune consistenti lacune nel materiale archivistico, colmate solo in parte dalle fonti iconografiche coeve. Oltre a valutare le ragioni di una trasformazione così significativa del disegno bramantesco e, dunque, dell’immagine stessa del Belvedere, la ricerca è volta a indagare ulteriormente la fabbrica, dagli aspetti gestionali alle maestranze coinvolte.
Lo scopo di questo contributo è quello di formulare alcune ipotesi in merito alle premesse, politiche, sociali e culturali che conducono alla diffusione de Las Medidas del Romano nella conte di Modica, analizzando il ruolo della committenza nella scelta di soluzioni tratte dall’opera di Diego de Sagredo. Lo studio è, dunque, volto a valutare se vi sia un investimento simbolico dei committenti nel favorire la ripresa dell’opera.
Studies on the decorative aspects of early Renaissance architecture have been so far analyzed mostly as purely formal phenomenon without taking into account their social implications. The purpose of this research is to overturn this traditional approach, considering «varietas» – that is the differential component of ornamental elements of the same kind in a building or in a work of art – as a social parameter, to interpretate the organizational structure of workshops.
The theoretical core of this study consists in trying to assess how the spread of the antique-like architectural language, characterized by a search for modular and aesthetic unitarity and coherence, was dealt with in an age in which the work organization of building sites was based on a choral contribution to the formal layout of a building. Since the figure of the architect as the sole author was then more an exception than a rule, the role of these masters and their workshops takes on a much higher value in relation to design choices, particularly to decorative ones.
Through the analysis of concrete examples of varietas, it is possible to determine that, in parallel to the vertical hierarchy of their working relationships, existed a horizontal hierarchy with respect to the making of the architectural details. A clear expression of this can be found in the existence of partnerships in which two or more masters lead together a workshop, clearly for an economic advantage, but also on account of the custom of conceiving the project definition as a shared responsibility.
The outcome of this can still be recognized in the stone works of many 15th-century buildings and architectural sculptures, such as tombs, tabernacle, ciboria. The focus of this research has been posed on the Roman context but considered in the light of a comparative approach with other important centers of the Renaissance period.
CORSO DI STORIA DELLE TECNICHE modulo I
Dipartimento di architettura Università degli Studi Roma Tre
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