Papers by Angela Brescia
I luoghi e le forme del potere dall'antichità all'età contemporanea, 2019
Con il termine incoronazione si intende la cerimonia attraverso la quale un sovrano o un imperato... more Con il termine incoronazione si intende la cerimonia attraverso la quale un sovrano o un imperatore entra in pieno possesso della sua dignità. Tramite questa funzione, regolata da un cerimoniale preciso e fastoso, generalmente unita all’unzione e all’intronizzazione, si ratifica il diritto a governare del neo sovrano e, la sacralità attribuita all’evento lo rende, agli occhi dei suoi sudditi, prescelto da Dio stesso. Ma gli strumenti atti a giustificare l’assunzione del potere non si esauriscono con il rito ufficiale: la legittimazione è un processo di creazione del consenso attorno al sovrano alimentata da numerosi espedienti, tra i quali notevole importanza riveste la rappresentazione della cerimonia narrata da poeti e storiografi. Questa funzione è evidente anche nel manoscritto di Pietro da Eboli, il Carmen de motibus Siculis, nel quale assistiamo a una minuziosa ed elaborata descrizione della cerimonia di consacrazione imperiale di Enrico VI e dell’incoronazione di Tancredi conte di Lecce. Le due rappresentazioni manifestano un’evidente inversione di colori, con i quali vengono tinteggiate due prospettive agli antipodi: da una parte l’usurpatore, Tancredi, oggetto di scherno e dileggio, viene consacrato con una unctio spuriosa, della quale si è appropriato indebitamente, riflettendo, come specchio deformato, la parodia di un rito sacro; dall’altro Enrico VI, il sovrano καλὸς καὶ ἀγαθός, è celebrato e osannato come discendente delle più antiche dinastie di legittimi regnanti, nonché espressione del disegno divino, Giove e sole del mondo.
In presenza dell’autore. L’autorappresentazione come evoluzione della storiografia professionale ... more In presenza dell’autore. L’autorappresentazione come evoluzione della storiografia professionale tra basso Medioevo e Umanesimo, FedOA, 2018
Books by Angela Brescia
In presenza dell’autore. L’autorappresentazione come evoluzione della storiografia professionale tra basso Medioevo e Umanesimo, 2018
[ENG] In the presence of the author. Self-representation and the evolution of professional histor... more [ENG] In the presence of the author. Self-representation and the evolution of professional history-writing from the late Middle Ages to Humanism, ed. Fulvio Delle Donne.
This volume investigates how historiography became a “profession” from the 13th to the 15th century. As a genre, historiography is difficult to define: inspired by Cicero’s rhetorical rules, humanists were the first to elaborate a specific ars. In doing so, they adapted rhetoric to a new ethical sense of humanitas. Several contributors to this book have already discussed in previous works of theirs the linguistic and rhetorical choices that some important historians made. See, for instance, Tra storiografia e retorica: prospettive nel basso medioevo italiano, ed. M. Zabbia, in «Reti Medievali. Rivista», 19 (2018), especially the papers by Paolo Garbini, Marino Zabbia, and Fulvio Delle Donne. On this occasion, they pay attention to the authors’ direct interventions: their self-representation and reflections on methodological issues reveal a new consciousness, which gradually developed over the centuries.
[ITA] Il volume indaga l’evoluzione della “professionalizzazione” della figura dello storiografo, dal XIII al XV secolo. Incerta, infatti, è la definizione del “genere” storiografico fino all’età umanistica, quando viene elaborata una specifica ars, che, facendo ricorso soprattutto alle regole retoriche ciceroniane, adatta la tecnica oratoria al rinnovato senso etico della humanitas. Dopo aver riflettuto, in una precedente miscellanea (Tra storiografia e retorica: prospettive nel basso medioevo italiano, a cura di M. Zabbia, in «Reti Medievali. Rivista», 19 (2018), con articoli di Paolo Garbini, Marino Zabbia, Fulvio Delle Donne) sulle scelte linguistiche e retoriche riscontrabili nelle opere degli storiografi più avvertiti, in questa occasione si presta attenzione agli interventi diretti dell’autore: la sua autorappresentazione, ovvero le sue riflessioni sul metodo usato rivelano, nel corso dei secoli, una presa di coscienza sempre più acuta delle peculiarità della scrittura storica.
BUP-Mondi Mediterranei by Angela Brescia
by BUP - Basilicata University Press, Fulvio Delle Donne, Angela Brescia, Marta Marucci, Mariarosa Libonati, Antonio Pecci, SARA CREA, Lelio Camassa, Roberta Sassano, Clelia Tomasco, Cristiana Di Bonito, and Michele Fasanella I luoghi e le forme del Potere dall’antichità all’età contemporanea, 2019
[ENG] Far from being a rigid designator, the term power takes on several meanings and forms, so m... more [ENG] Far from being a rigid designator, the term power takes on several meanings and forms, so much so that the history of mankind can be read as the history of power. The associations it triggers are actually multifaceted as they range from power as the monopoly of force and violence or as a legitimate form of political behaviour, to power as potentiality. What these meanings point to is that the notion of power is an inescapable feature of the history of human social life. Inevitably, human beings are subjected to power and exercise power; ultimately, their very existence has to be related to power conceived as potentiality.
The transversal nature of this complex topic is at the core of this volume that stems from the insights developed within the PhD program “History, Cultures and Knowledge of Mediterranean Europe from Antiquity to the Contemporary Age” held at the University of Basilicata. The different disciplinary backgrounds of the contributors (history, philosophy, philology, language history, literature and art history) have informed the different approaches adopted, all of them unveiling the multiple and changing faces of power, its places and developments.
[ITA] Il termine potere, lungi dal possedere una designazione rigida, gode di svariate accezioni e di molteplici forme. Proprio in virtù della sua pervasività nonché della sua incoercibile multiformità, è possibile leggere la storia dell’uomo come una storia di potere o di poteri. Diverse sono le declinazioni del termine: da quella che permette di interpretarlo come possibilità di azione da parte di ciascun soggetto, a quella che lo intende quale monopolio della forza o ancora legittima forma di amministrazione politica. Tanto come sostantivo quanto come verbo, il potere racconta una storia necessaria: la storia di un consorzio umano che non può prescindere dal subire o dall’esercitare potere e di un uomo che per essere deve potere.
La necessità e la trasversalità della articolata tematica sono al centro di questo volume, che scaturisce da uno sforzo di riflessione nato nell’ambito del Dottorato di ricerca in “Storia, Culture e Saperi dell’Europa mediterranea dall’antichità all’età contemporanea” del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi della Basilicata. La formazione ampia ed eterogenea degli autori, spaziando dalla storia alla filosofia, dalla filologia alla letteratura, dalla storia della lingua alla storia dell’arte, ha consentito di affrontare l’argomento a partire da punti di vista e da discipline differenti, nel tentativo di mostrare e di problematizzare la sua complessità, i suoi molteplici e cangianti volti, i suoi luoghi e i suoi sviluppi.
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This volume investigates how historiography became a “profession” from the 13th to the 15th century. As a genre, historiography is difficult to define: inspired by Cicero’s rhetorical rules, humanists were the first to elaborate a specific ars. In doing so, they adapted rhetoric to a new ethical sense of humanitas. Several contributors to this book have already discussed in previous works of theirs the linguistic and rhetorical choices that some important historians made. See, for instance, Tra storiografia e retorica: prospettive nel basso medioevo italiano, ed. M. Zabbia, in «Reti Medievali. Rivista», 19 (2018), especially the papers by Paolo Garbini, Marino Zabbia, and Fulvio Delle Donne. On this occasion, they pay attention to the authors’ direct interventions: their self-representation and reflections on methodological issues reveal a new consciousness, which gradually developed over the centuries.
[ITA] Il volume indaga l’evoluzione della “professionalizzazione” della figura dello storiografo, dal XIII al XV secolo. Incerta, infatti, è la definizione del “genere” storiografico fino all’età umanistica, quando viene elaborata una specifica ars, che, facendo ricorso soprattutto alle regole retoriche ciceroniane, adatta la tecnica oratoria al rinnovato senso etico della humanitas. Dopo aver riflettuto, in una precedente miscellanea (Tra storiografia e retorica: prospettive nel basso medioevo italiano, a cura di M. Zabbia, in «Reti Medievali. Rivista», 19 (2018), con articoli di Paolo Garbini, Marino Zabbia, Fulvio Delle Donne) sulle scelte linguistiche e retoriche riscontrabili nelle opere degli storiografi più avvertiti, in questa occasione si presta attenzione agli interventi diretti dell’autore: la sua autorappresentazione, ovvero le sue riflessioni sul metodo usato rivelano, nel corso dei secoli, una presa di coscienza sempre più acuta delle peculiarità della scrittura storica.
BUP-Mondi Mediterranei by Angela Brescia
The transversal nature of this complex topic is at the core of this volume that stems from the insights developed within the PhD program “History, Cultures and Knowledge of Mediterranean Europe from Antiquity to the Contemporary Age” held at the University of Basilicata. The different disciplinary backgrounds of the contributors (history, philosophy, philology, language history, literature and art history) have informed the different approaches adopted, all of them unveiling the multiple and changing faces of power, its places and developments.
[ITA] Il termine potere, lungi dal possedere una designazione rigida, gode di svariate accezioni e di molteplici forme. Proprio in virtù della sua pervasività nonché della sua incoercibile multiformità, è possibile leggere la storia dell’uomo come una storia di potere o di poteri. Diverse sono le declinazioni del termine: da quella che permette di interpretarlo come possibilità di azione da parte di ciascun soggetto, a quella che lo intende quale monopolio della forza o ancora legittima forma di amministrazione politica. Tanto come sostantivo quanto come verbo, il potere racconta una storia necessaria: la storia di un consorzio umano che non può prescindere dal subire o dall’esercitare potere e di un uomo che per essere deve potere.
La necessità e la trasversalità della articolata tematica sono al centro di questo volume, che scaturisce da uno sforzo di riflessione nato nell’ambito del Dottorato di ricerca in “Storia, Culture e Saperi dell’Europa mediterranea dall’antichità all’età contemporanea” del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi della Basilicata. La formazione ampia ed eterogenea degli autori, spaziando dalla storia alla filosofia, dalla filologia alla letteratura, dalla storia della lingua alla storia dell’arte, ha consentito di affrontare l’argomento a partire da punti di vista e da discipline differenti, nel tentativo di mostrare e di problematizzare la sua complessità, i suoi molteplici e cangianti volti, i suoi luoghi e i suoi sviluppi.
This volume investigates how historiography became a “profession” from the 13th to the 15th century. As a genre, historiography is difficult to define: inspired by Cicero’s rhetorical rules, humanists were the first to elaborate a specific ars. In doing so, they adapted rhetoric to a new ethical sense of humanitas. Several contributors to this book have already discussed in previous works of theirs the linguistic and rhetorical choices that some important historians made. See, for instance, Tra storiografia e retorica: prospettive nel basso medioevo italiano, ed. M. Zabbia, in «Reti Medievali. Rivista», 19 (2018), especially the papers by Paolo Garbini, Marino Zabbia, and Fulvio Delle Donne. On this occasion, they pay attention to the authors’ direct interventions: their self-representation and reflections on methodological issues reveal a new consciousness, which gradually developed over the centuries.
[ITA] Il volume indaga l’evoluzione della “professionalizzazione” della figura dello storiografo, dal XIII al XV secolo. Incerta, infatti, è la definizione del “genere” storiografico fino all’età umanistica, quando viene elaborata una specifica ars, che, facendo ricorso soprattutto alle regole retoriche ciceroniane, adatta la tecnica oratoria al rinnovato senso etico della humanitas. Dopo aver riflettuto, in una precedente miscellanea (Tra storiografia e retorica: prospettive nel basso medioevo italiano, a cura di M. Zabbia, in «Reti Medievali. Rivista», 19 (2018), con articoli di Paolo Garbini, Marino Zabbia, Fulvio Delle Donne) sulle scelte linguistiche e retoriche riscontrabili nelle opere degli storiografi più avvertiti, in questa occasione si presta attenzione agli interventi diretti dell’autore: la sua autorappresentazione, ovvero le sue riflessioni sul metodo usato rivelano, nel corso dei secoli, una presa di coscienza sempre più acuta delle peculiarità della scrittura storica.
The transversal nature of this complex topic is at the core of this volume that stems from the insights developed within the PhD program “History, Cultures and Knowledge of Mediterranean Europe from Antiquity to the Contemporary Age” held at the University of Basilicata. The different disciplinary backgrounds of the contributors (history, philosophy, philology, language history, literature and art history) have informed the different approaches adopted, all of them unveiling the multiple and changing faces of power, its places and developments.
[ITA] Il termine potere, lungi dal possedere una designazione rigida, gode di svariate accezioni e di molteplici forme. Proprio in virtù della sua pervasività nonché della sua incoercibile multiformità, è possibile leggere la storia dell’uomo come una storia di potere o di poteri. Diverse sono le declinazioni del termine: da quella che permette di interpretarlo come possibilità di azione da parte di ciascun soggetto, a quella che lo intende quale monopolio della forza o ancora legittima forma di amministrazione politica. Tanto come sostantivo quanto come verbo, il potere racconta una storia necessaria: la storia di un consorzio umano che non può prescindere dal subire o dall’esercitare potere e di un uomo che per essere deve potere.
La necessità e la trasversalità della articolata tematica sono al centro di questo volume, che scaturisce da uno sforzo di riflessione nato nell’ambito del Dottorato di ricerca in “Storia, Culture e Saperi dell’Europa mediterranea dall’antichità all’età contemporanea” del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi della Basilicata. La formazione ampia ed eterogenea degli autori, spaziando dalla storia alla filosofia, dalla filologia alla letteratura, dalla storia della lingua alla storia dell’arte, ha consentito di affrontare l’argomento a partire da punti di vista e da discipline differenti, nel tentativo di mostrare e di problematizzare la sua complessità, i suoi molteplici e cangianti volti, i suoi luoghi e i suoi sviluppi.