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lunedì 15 aprile 2013

Okult No.1 Blanche

Della Brasserie Simon, Lussemburgo, abbiamo già brevemente parlato in questo post; oltre alle classiche lager che popolano di scaffali i supermercati, il birrificio ha da poco commercializzato una linea di birre "artigianali" (come specificato in etichetta), con il nome di Okult. Ci sembra di ricordare di averne avvistate almeno tre, e la nostra scelta è caduta su questa No.1 Blanche; approfittiamo di questi caldi giorni di metà Aprile per stappare una blanche rinfrescante. Tipico colore giallo paglierino, torbido, con una generosa testa di schiuma bianca, cremosa, dalla buona persistenza. Anche l'aroma, leggermente acidulo, rimane perfettamente nei parametri dello stile: bouquet di spezie, soprattutto pepe e coriandolo, scorza d'arancia, leggera banana, con una buona pulizia. Si continua in linea retta al palato: imbocco di cereali, arancio, coriandolo, con un gusto leggero tanto quanto il corpo di questa birra. C'è una sostenuta carbonazione  che la mantiene vivace, ed una lieve acidità rinfrescante. Chiude leggermente amara di scorza d'arancia con qualche nota erbacea, svolgendo in modo discreto la sua funzione dissetante e rinfrescante. Bevuta tutto sommato soddisfacente, con l'unico appunto per la mancanza di una maggiore secchezza  in bocca, lasciata alla fine di ogni sorso un po' troppo "appiccicosa". Formato: 33 cl., alc. 5,4%, lotto 12:38S76, scad. 03/06/2013, prezzo 1.28 Euro (supermercato, Lussemburgo).

sabato 16 marzo 2013

Simon Régal

La Brasserie Simon viene fondata nel 1824 come Brasserie Pauly a Wiltz, Lussemburgo, da Wiltz Georges Pauly; antenato degli attuali proprietari (era sposato con Anne Catherine Simon). Gli affari non durano moltissimo, e dopo quattordici anni la brasserie è già chiusa; la rileva nel 1891, ad un asta, Jules Simon, che assicura così la continuità famigliare all'impresa. Ancora oggi la famiglia Simon detiene il 100% della proprietà, che nel 2006 ha fatturato 2.5 milioni di Euro; si tratta del terzo maggior birrificio del granducato, dietro alla Brasserie du Luxembourg (Mousel-Diekirch) e alla Brasserie Nationale. La produzione è di circa 21.000 ettolitri l'anno. Numeri interessanti per chi li fa, ma poco "rassicuranti" per i consumatori che si trovano davanti ad un birrificio "industriale" che propone prodotti abbastanza innocui da bere in grande quantità senza fare troppa attenzione a quello che c'è dentro al bicchiere; la gamma del birrificio include una pils, una stout, una blanche, una produzione natalizia e questa Regal (biere du luxe, recita l'etichetta), una classica lager da grande distribuzione, sulla quale non c'è molto da dire. Dorata, limpida, bel cappello di schiuma bianca, fine e cremosa. Naso che offre sentori di miele, floreali e di cereali, corpo leggero, carbonazione nella media, ovviamente watery per scorrere senza nessuna complicazione. In bocca predominanza di malto: biscotto al burro, leggero miele e leggero diacetile, per un gusto dolce che viene bilanciato dall'attesa chiusura leggermente amara finale che comunque non pulisce il palato da una leggera sensazione "appiccicosa". Non brilla per intensità e neppure per la fragranza degli ingredienti. Vi disseterà, come alternativa ad una poco più economica bottiglia d'acqua. Se passate da quelle parti, prima di metterla nel carrello pensate però al fatto che con 1 solo Euro in più potete portarvi a casa una Rochefort 10. Formato: 33 cl., alc. 5.5%, scad. 25/04/2013, prezzo 0.85 (supermercato, Lussemburgo)

domenica 3 febbraio 2013

Diekirch Grand Cru

Seconda birra lussemburghese dopo la Diekirch Reserve bevuta poche settimane fa; sempre Brasserie de Luxembourg Mousel-Diekirch, con una altro nome "nobile": Grand Cru. E' di un limpido color ambra, con una schiuma a bolle grosse color ocra, discretamente persistente. Al bel colore contribuisce anche il colorante caramello E150, proprio quello che in California compare tra le sostanze potenzialmente cancerogene, al punto che Coca Cola e Pepsi hanno deciso di rimuoverlo dalla ricetta, piuttosto che riportare sull'etichetta dei loro prodotti l'avviso del rischio cancro. Ma torniamo alla birra, dove il naso è abbastanza pronunciato: caramello e toffee, burro, sentori di frutta rossa, soprattutto ciliegia. Aroma forte che però svanisce assieme alla schiuma. Il percorso in bocca è assolutamente coerente, con caramello, toffee ed un fruttato dolce che a tratti ricorda lo sciroppo di ciliegia, ma non quello naturale; a bilanciare una bevuta abbastanza dolce c'è un finale amaro erbaceo non esattamente gradevole, che sconfina in una sensazione di gomma bruciata man mano che la temperatura della birra si alza. Un finale molto poco memorabile per una birra che potete tranquillamente lasciare sullo scaffale dei supermercati del Lussemburgo. Formato:  33 cl., alc. 5.1%, scad. 09/2013, prezzo 0.95 Euro (grande distribuzione, estero).

domenica 20 gennaio 2013

Diekirch Reserve

Prima birra dal Lussemburgo bevuta in vita nostra; un paese che confina in buona parte con il Belgio, ma non ne condivide la stessa nobile tradizione brassicola, volgendo piuttosto lo sguardo ad ovest, verso il corso della Mosella che marca il confine con la Germania disegnando una morbida sequenza di colline dove abbondano i vigneti ed i grandi Riesling. Il panorama brassicolo è invece dominato dalle etichetta industriali (InBev) con qualche timido produttore artigianale del quale parleremo prossimamente. La Brasserie de Diekirch nasce nel 1871 e nel 1900 è già il maggior birrificio del gran ducato per volumi prodotti; un secolo dopo avviene la fusione con la Brasseries réunies de Luxembourg che dà origine al nuovo gruppo chiamato Brasserie de Luxembourg Mousel-Diekirch, acquistato poi nel 2002 dai belgi della Interbrew (dal 2005 AB-InBev). Ci accingiamo ad assaggiare un prodotto industriale, quindi, chiamato Diekirch Reserve; si tratta di una riedizione di una ricetta del 1953, messa sul mercato nel 2011 (con il nome di Grand Reserve) per celebrare i 140 anni del birrificio. Oggi fa parte della produzione standard della Diekirch, ed è disponibile tutto l'anno. Si presenta con un bel color ambrato, ovviamente limpido. La schiuma è di dimensioni modeste, fine e cremosa, ed ha una buona persistenza. Al naso caramello, burro, sentori di sciroppo dolce di frutta (ciliegia e prugna); in bocca c'è una corrispondenza assoluta con l'aroma. Il corpo è medio-leggero, la carbonazione è media ed ha una discreta morbidezza al palato: imbocco di caramello, seguito da dolci note fruttate, finale erbaceo a chiudere. Manca di secchezza, con un evidente diacetile (burro) che lascia la bocca sempre appiccicosa. Il guasto è tuttavia abbastanza intenso, per i parametri di un prodotto industriale. Retrogusto amaro (erbaceo, frutta secca) con qualche sgradevole nota di cartone bagnato e di gomma bruciata. Il rapporto qualità prezzo (2.88 Euro al litro) è tutto sommato accettabile, ma la cosa che più ci è piaciuta di questa Reserve rimane senza dubio l'etichetta-omaggio all'architettura razionalista. Ratebeer la classifica come Belgian Ale (?). Formato: 33 cl., alc. 6.5%, scad. 24/05/2013, prezzo 0.98 Euro.
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