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 Qual e’ il valore intrinseco di una marca? 
Questo e’ uno dei temi più gettonati e intriganti discussi nelle business schools.

Qualunque sia la risposta teorica, ne esiste una molto più tangibile.

Lo vivo nel quotidiano da 7 anni. In Google, capisci sulla tua pelle i poteri benefici del far parte di un brand name. Le porte si aprono, la gente ti cerca, tutti attendono le tue mosse.

Techcrunch, il super-blog tecnologico con base a San Francisco, non e’ certo da meno.

Partito nel 2005, oggi Techcrunch attrae 12 milioni di lettori. Utenti non qualunque.

Sono gli innovatori, startuppari, investitori, chiunque ha un interesse in tecnologia.

Ma non una sottoparte. Tutti.

Il suo potere e’ cosi evidente, che l’essere citati in un articolo su Techcrunch incide inesorabilmente sulla carriera di una persona, decide la vita o la morte di un progetto di startup.

Il caso di Glancee, coperto da questo blog (startup di italiani acquisita da Facebook proprio per un messaggio su Techcrunch), e’ un esempio emblematico del potere (spropositato?) che oggi Techcrunch, di proprieta’ AOL, oggi ha assunto nel mercato.

Questa centralita’ della marca  si e’ verificata anche qualche ora fa a Roma. 
Techcrunch Italy, il primo evento organizzato da Techcrunch in Europa, e’ stato un successo formidabile.

1300 persone (paganti!), 50 speaker, tutti i media rilevanti, non mancava nessuno dell’ecosistema di startup e innovazione in Italia. Ma non solo. Per la prima volta, in un evento in cui la lingua standard era l’inglese, si e’ visto un numero significativo di investitori non residenti in Italia. Questo include anche il numero crescente di italiani residenti all’estero che occupano da anni posizioni di prestigio nel panorama di Venture Capital internazionale.

Ci si ricordera’ della prima volta in cui Techcrunch decise di sbarcare in Italia. 
Un’intera generazione se lo ricordera’.
Scegliere 6 startups da mettere sul palco e ~45 da mettere negli spazi dimostrativi fuori dal memorabile Globe Teathre (c’e’ voluto l’occhio di Amanda Lorenzani, londinese a Roma, per scovarlo!)  non e’ stata opera semplice.

Vista la quantita’ e qualita’ di progetti che hanno partecipato alle selezione, avrebbero potuto essere 3 o 4 volte i selezionati, mantenendo lo stesso livello di rilevanza.

Eppure i 6 progetti su un palco pieno di celebrita’, hanno dato prova del fatto che la primavera delle startup made in italy e’ arrivata: tra ADmantX, Iubenda, Staq, MoneyFarm, Nextstyler e Atooma, e’ stata quest’ultima (una rivoluzione per i telefoni smart) a spuntarla come progetto piu’ votato dal pubblico presente in sala, dal voto dei giudici e quello di Techcrunch.

Mike Butcher, l’uomo Techcrunch in Europa commenta: “Non mi aspettavo una risposta del genere. Dopo anni dall’ultima mia visita in Italia, e’ chiaro che il livello di innovazione tecnologica “made in Italy” e’ giunto ad un modello di maturita’ tale da poter incidere a livello internazionale”

E cosi’ sia.

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Soundreef_Logo.pngLa startup di cui parliamo oggi si chiama Soundreef. E’ una società di gestione collettiva di diritti musicali nata nel Regno Unito che sta rivoluzionando il modo in cui le royalties sono raccolte, offrendo un’alternativa a SIAE/SCF e alle altre società collettive in Europa.
Perchè ne parliamo? Perchè, dietro alla bandiera inglese, ci sono menti e capitali italiani. Stiamo parlando di Davide d’Atri e Francesco Danieli, i due founder, alla loro seconda startup insieme (dopo l’esperienza di Beatpick.com), oltre ad un angel, Gabriele Valli, che collabora con loro da anni.
Nel 2011 Soundreef ha raccolto due finanziamenti per quasi un milione di euro: un seed a gennaio, con l’incubatore LVenture/EnLabs, e uno a settembre da investitori privati Italiani.
Siamo andati a trovare Davide D’Atri per saperne di più.

DavideDAtri.jpgDavide, da dove nasce l’idea di Soundreef?
L’idea nasce da un grosso problema avvertito da musicisti e aziende per ciò che concerne la gestione dei diritti musicali d’autore. La gestione delle royalties in Europa, avviene, o meglio avveniva, in regime di monopolio (SIAE/SCF). Stiamo parlando di un mercato che, oltre ad essere caratterizzato per definizione dalla mancanza di opzioni, nel lungo periodo si è trascinato processi obsoleti e costosi che raramente portano con sé servizi a valore aggiunto per i musicisti e le aziende.
Noi avevamo già fatto esperienza su quel mercato sia con la nostra precedente startup (Beatpick), sia con altri lavori sul campo oltre che con la mia tesi di laurea (conseguita al Master in Business Economics nel 2003 (presso la Cass Business School della City University di Londra).
La musica è un’industria creativa, giovane e fresca che tuttavia utilizza gli stessi processi che usava 50 anni fa. Ci siamo detti, perché non cambiarlo? Abbiamo quindi iniziato a pensare a come tramutare queste inefficienze in innovazione e dinamicità. Ci siamo specializzati nell’offrire soluzioni che rendano più trasparenti, semplici e analitiche le transazioni riguardanti le royalties, in modo da poter favorire sia i clienti che gli artisti. In particolare offriamo agli artisti degli strumenti on-line che permettano loro di controllare le loro royalties come se stessero controllando un conto corrente online.
Inoltre, Soundreef nasce anche dalla constatazione che gli esercizi percepiscono gli “abbonamenti” come una tassa,invece che una giusta ricompensa per gli aventi diritto (gliartisti). Non dovrebbe essere così però. Questo è sintomo di una comunicazione errata.

Quindi in pratica come funziona? Cosa offre in più il vostro servizio rispetto a quello offerto da SIAE/SCF ai fruitori di musica?
Soundreef è specializzata in musica d’ambiente per catene di commercio alimentare, elettronica, abbigliamento, arredamento, centri commerciali e per la ristorazione. Con un catalogo di oltre 150.000 canzoni nazionali ed internazionali singolarmente selezionate, Soundreef offre un’alternativa veloce, trasparente ed economica agli abbonamenti SIAE e SCF per la musica di sottofondo.
Il nostro mestiere va oltre la gestione delle licenze. Puntiamo a costruire il palinsesto ottimale per ciascun operatore nel settore musicale in funzione dei suoi obiettivi di marketing e lo facciamo grazie al know-how sviluppato lavorando nell’industria della musica da oltre 10 anni, alle nozioni che abbiamo intrapreso durante gli studi accademici e alle collaborazioni che di volta in volta instauriamo con le aziende e gli operatori stessi. Quindi la nostra offerta va oltre una semplice licenza.
Inoltre noi ci prendiamo anche cura di tutte le interazioni con SIAE e SCF sin dall’inizio del contratto. La nostra soluzione è evoluta, conveniente e su misura del cliente. Evoluta perché utilizziamo tecnologie avanzate per rendere tutti i processi più semplici e tracciabili. Conveniente perché, grazie alla nostra efficienza, è possibile ridurre sostanzialmente i costi legati alla trasmissione di musica di sottofondo. Su misura del cliente, perché offriamo un servizio personalizzato in base alle specifiche esigenze di marketing.
Auchan, Crai, Unes e tante altre catene in Italia sono tra quelle che ci hanno dato la loro fiducia. Attualmente, migliaia di punti vendita in Svezia, Spagna, Italia, Regno Unito e Francia usano palinsesti sviluppati da Soundreef, trasmettendo le “nostre” canzoni in supermercati, centri commerciali, centri sportivi, fiere e ristoranti.

E dal lato dell’artista?
La differenza principale tra Soundreef e le altre società di collecting è che con noi sai sempre dove si sta suonando la tua musica, quanto stai guadagnando e quando verrai pagato. L’avente diritto può vedere tutti i suoi analytics, in tempo reale, accedendo al proprio dashboard online. Il dashboard offre una visione analitica delle informazioni riguardanti l’utilizzo della musica (tipologia di in-store radio, indirizzo della location, giorni di programmazione, numero di volte che è stata suonata, guadagni). Per qualunque altro dettaglio, il nostro Radio Channel Locator permette di visualizzare, su una Google Map, esattamente dove la musica viene suonata e i dettagli relativi al canale radio. In più le informazioni sono esportabili in un documento Excel.

E come ha reagito l’industria discografica finora?
Positivamente, stiamo dando loro una valida alternativa ad un modello di tipo “take-it-or-leave-it”. Infatti, il nostro catalogo musicale sta crescendo ogni giorno e continuamente riceviamo richieste di informazioni e feedback positivi da artisti ed etichette provenienti da tutto il mondo.
Da aggiungere che scoprire l’esistenza di un’alternativa al controllo monopolistico dei diritti d’autore sconvolge la mente di quasi tutti coloro che sentono parlare di noi. Motivo per cui è solo dopo aver conosciuto Soundreef che spesso si comprende che le royalties raccolte non hanno nulla a che fare con delle tasse.

Industria discografica a favore, artisti e aziende contente. Quali sono allora le più grandi sfide che state attualmente affrontando?
Essere più open possibile per quanto riguarda i nostri processi. Siamo una società finanziata da Venture Capital e così dobbiamo rispettare la privacy dei nostri investitori, ma allo stesso tempo ci piace condividere il maggior numero di dettagli possibile con i nostri autori, editori ed etichette. Pensiamo che il nostro impegno per la trasparenza e per la creazione di un dialogo aperto con i titolari dei diritti d’autore sia fondamentale per una crescita sostenibile e veloce.

Soundreef_Team.jpgChe progetti pensate di seguire in futuro con Soundreef?
Non vediamo l’ora di espandere i nostri servizi in modo da raccogliere altri tipi di royalties, soprattutto royalties digitali derivanti dalle vendite on-line, video on-demand, dei contenuti generati dagli utenti e web radio. Stiamo già gettando le basi per farlo, ma vorremmo poter testare alla perfezione la piattaforma sviluppata per offrire il miglior servizio possibile.

Cosa vi motiva ogni giorno ad andare avanti e mettere un mattoncino in più?
Il team di Soundreef (nella foto) ama il proprio lavoro, i musicisti e l’industria. Sono queste passioni che prima di tutto ci hanno incoraggiato a lanciarci in questa avventura e che ogni giorno ci motivano. La nostra mission è quella di utilizzare tecnologia all’avanguardia per creare un sistema in cui i titolari dei diritti possono avere il controllo sulle proprie entrate e le aziende possono trovare la musica che meglio si adatta al proprio target di mercato. Questo l’obiettivo che ci porta ogni giorno a migliorarci e fare di più per raggiungere una soluzione adeguata ad ogni cliente.