Sara Pezzini
Professoressa Associata di Letteratura spagnola presso “Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere”, Università degli Studi di Roma 3. Dal 01/02/2020 al 31/01/2023 è stata Ricercatrice presso il medesimo Dipartimento. Precedentemente post-doc presso OBVIL Paris IV Sorbonne e Dottore di ricerca presso Università di Pisa.
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Papers by Sara Pezzini
Palabras clave: Góngora, sátira, poesía burlesca, viaje
Palabras Clave: Adrián de Alecio, hagiografía, Lope de Vega, Góngora, Lima
Il problema della distanza e della complessità del testo letterario, in particolare di quello poetico, a discapito dell’indispensabile impegno previo che, in vista del suo godimento, questo richiede al lettore, ci parlano più che mai nell’era della semplificazione digitale e della massima accelerazione della relazione “oggetto-fruitore”. Tuttavia in epoca moderna tra i primi a imbattersi, a lungo e con inedita ostinazione, su queste medesime questioni furono gli spagnoli lettori di un testo chiave della lirica occidentale, le "Soledades" di Luis de Góngora.
Per secoli accusato di essere un poeta oscuro (e per questo prima criticato e poi, dalla fine del Seicento, dimenticato fino alla riscoperta novecentesca) per noi lettori del XXI secolo Góngora è ormai un poeta difficile - secondo la distinzione che fa Franco Fortini e che ha ripreso di recente Guido Mazzoni - a proposito della poesia moderna perché «accetta anzi esige l’interpretazione e la parafrasi», in opposizione alla poesia postromantica, simbolista o surrealista, oscura perché intenzionalmente indecifrabile (cfr. Fortini, «Oscurità e difficoltà», 1991, p. 87 e Mazzoni, "Sulla poesia moderna", 2005, p. 167-168). Una distinzione che, va da sé, si porta dietro un cambio intenso e cruciale (di gusto, prospettive e priorità poetiche) che diluito nel tempo vede nella sperimentazione di Góngora un punto privilegiato d’osservazione storica e critica. L’opera del poeta originario di Cordova, in effetti, gioca un ruolo essenziale (ancora non appieno recepito al di fuori dell’ispanismo) nella partita della poesia moderna quando con i suoi versi, e in particolare con le "Soledades", sancisce una frattura profonda della concezione classica, mimetica e luminosa della poesia e, al tempo stesso, innesca l’inizio di quella modernità per cui l’oscurità è, per ossimoro, portatrice di senso.
Per questi motivi il saggio di Cèlia Nadal («Viaje a la oscuridad. Encuentro con las “Soledades” de Góngora y sus lectores», Pacini Editore, Pisa 2020, 147 pp.), un dettagliato percorso storico, critico e teorico à rebours e in tre tempi, un viaggio, appunto, attraverso la comprensione del concetto di oscurità e dell’effetto sui lettori di ieri e di oggi, così come sulla sua evoluzione nei secoli, fuori e dentro l’opera gongorina, si fa particolarmente avvincente...
Sinopsis
http://calderondigital.tespasiglodeoro.it/record/5983
Nada más tenerlo encima de su mesa, el futuro lector de los ‘nuevos’ Sonetos se sorprende por la extensión del volumen- 1740 pp., a nuestro conocimiento el tomo más grueso que la editorial madrileña haya publicado nunca. Reconoce al hojearlo las secciones que componen las ediciones filológicas modernas, sobre las cuales volveremos dentro de poco (en orden: introducción, bibliografía, textos, aparato crítico de variantes, apéndices). Y, a medida que su lectura avanza, se da rápidamente cuenta de que la impresión de desmesura remarcada al principio refleja una operación cultural sin precedentes (modernos) en la historia de la recepción y del estudio del poeta de Córdoba. Valdrá la pena reflexionar sobre esta extensión que, a nuestro parecer, proporciona el sentido y mide el aporte de la ejemplar obra entregada por el catedrático de León.
Palabras clave: Góngora, sátira, poesía burlesca, viaje
Palabras Clave: Adrián de Alecio, hagiografía, Lope de Vega, Góngora, Lima
Il problema della distanza e della complessità del testo letterario, in particolare di quello poetico, a discapito dell’indispensabile impegno previo che, in vista del suo godimento, questo richiede al lettore, ci parlano più che mai nell’era della semplificazione digitale e della massima accelerazione della relazione “oggetto-fruitore”. Tuttavia in epoca moderna tra i primi a imbattersi, a lungo e con inedita ostinazione, su queste medesime questioni furono gli spagnoli lettori di un testo chiave della lirica occidentale, le "Soledades" di Luis de Góngora.
Per secoli accusato di essere un poeta oscuro (e per questo prima criticato e poi, dalla fine del Seicento, dimenticato fino alla riscoperta novecentesca) per noi lettori del XXI secolo Góngora è ormai un poeta difficile - secondo la distinzione che fa Franco Fortini e che ha ripreso di recente Guido Mazzoni - a proposito della poesia moderna perché «accetta anzi esige l’interpretazione e la parafrasi», in opposizione alla poesia postromantica, simbolista o surrealista, oscura perché intenzionalmente indecifrabile (cfr. Fortini, «Oscurità e difficoltà», 1991, p. 87 e Mazzoni, "Sulla poesia moderna", 2005, p. 167-168). Una distinzione che, va da sé, si porta dietro un cambio intenso e cruciale (di gusto, prospettive e priorità poetiche) che diluito nel tempo vede nella sperimentazione di Góngora un punto privilegiato d’osservazione storica e critica. L’opera del poeta originario di Cordova, in effetti, gioca un ruolo essenziale (ancora non appieno recepito al di fuori dell’ispanismo) nella partita della poesia moderna quando con i suoi versi, e in particolare con le "Soledades", sancisce una frattura profonda della concezione classica, mimetica e luminosa della poesia e, al tempo stesso, innesca l’inizio di quella modernità per cui l’oscurità è, per ossimoro, portatrice di senso.
Per questi motivi il saggio di Cèlia Nadal («Viaje a la oscuridad. Encuentro con las “Soledades” de Góngora y sus lectores», Pacini Editore, Pisa 2020, 147 pp.), un dettagliato percorso storico, critico e teorico à rebours e in tre tempi, un viaggio, appunto, attraverso la comprensione del concetto di oscurità e dell’effetto sui lettori di ieri e di oggi, così come sulla sua evoluzione nei secoli, fuori e dentro l’opera gongorina, si fa particolarmente avvincente...
Sinopsis
http://calderondigital.tespasiglodeoro.it/record/5983
Nada más tenerlo encima de su mesa, el futuro lector de los ‘nuevos’ Sonetos se sorprende por la extensión del volumen- 1740 pp., a nuestro conocimiento el tomo más grueso que la editorial madrileña haya publicado nunca. Reconoce al hojearlo las secciones que componen las ediciones filológicas modernas, sobre las cuales volveremos dentro de poco (en orden: introducción, bibliografía, textos, aparato crítico de variantes, apéndices). Y, a medida que su lectura avanza, se da rápidamente cuenta de que la impresión de desmesura remarcada al principio refleja una operación cultural sin precedentes (modernos) en la historia de la recepción y del estudio del poeta de Córdoba. Valdrá la pena reflexionar sobre esta extensión que, a nuestro parecer, proporciona el sentido y mide el aporte de la ejemplar obra entregada por el catedrático de León.
Luis de Góngora, "Le ferme intenzioni di Isabella", a cura di Giulia Poggi, Roma, Lithos 2020
Saranno presenti le autrici, con un intervento di Sonia Bellavia (Docente di Storia dello Spettacolo, Università La Sapienza)