Utente:Mizardellorsa/Gallerie piazza Scala/V

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L'immagine di Milano nella veduta e nella pittura prospettica. Il Duomo (Sale 10, 11, 12 e 13)

Sono presenti 25 opere importanti sia per la qualità sia per il valore documentario; testimoniano l’immagine di Milano e in particolare del suo monumento simbolo, il Duomo, tramite vedute, interni prospettici e scene di vita moderna ambientate nelle strade o nei nuovi spazi urbani.


  • 54. Giovanni Migliara, Veduta di piazza del Duomo in Milano, 1819

55. Luigi Bisi, Veduta del complesso absidale del Duomo di Milano, 1830-1835

  • 56. Carlo Canella, Il Duomo di Milano e la corsia dei Servi, 1860-1865

57. Giovanni Migliara, Interno del Duomo di Milano, 1826

  • 58. Pompeo Calvi, Interno del Duomo di Milano, 1835

  • 59. Luigi Bisi, Interno del Duomo di Milano, 1840
  • 60. Luigi Bisi, Predica nel Duomo di Milano, 1850 61. Angelo Inganni, Interno del Duomo di Milano, 1844 62. Filippo Carcano, Interno del Duomo di Milano, 1874
  • 63. Arturo Ferrari, Interno del Duomo di Milano, 1888
  • 64. Luigi Premazzi, Veduta dell'Ospedale Maggiore di Milano, 1842
  • 65. Carlo Canella, Veduta della chiesa di Santa Maria della Pace in Milano, 1852-1855
  • 66. Angelo Trezzini, La passeggiata del giovedì (Il Fopponino), 1869 67. Carlo Canella, La Nuova Galleria in Milano col passeggio notturno, 1870 68. Angelo Inganni, Veduta di Piazza della Scala con neve cadente vista dalla Galleria, 1874
  • 69. Arturo Ferrari, La chiesa di Santo Stefano in Borgogna, 1896 70. Arturo Ferrari, Piazza Vetra a Milano, 1890-1900
  • 71. Luigi Rossi, Una via di Milano, 1881
  • 72. Arturo Ferrari, Nella vecchia via (Il vicolo di San Bernardino alle ossa a Milano), 1912 73. Pierre Henry Theodor Tetar van Elven, Il Duomo di Milano visto dalla corsia dei Servi, 1901
  • 74. Federico Moja, Interno della cappella del Rosario nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia, 1843
  • 75. Vincenzo Abbati, Veduta del monumento sepolcrale a Paolo Savelli nella chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia, 1857 76. Luigi Premazzi, Veduta della parte laterale del Duomo di Como, 1842
  • 77. Fausto Antonioli, Veduta della piazza Contarena di Udine, 1856

77. Fausto Antonioli Veduta della piazza Contarena di Udine

  • Deutsch: Blick auf die Piazza Contarena (heute: Piazza Libertà) in Udine
  • English: Square in Udine – View of a Square in Udine – View of Piazza Contarena in Udine
  • Data 1856
  • Tecnica/materiale Olio su tela
  • Dimensioni Altezza: 57.5 cm. Larghezza: 46 cm.

Descrizione

Il dipinto, racchiuso nella sua cornice originale dorata con inserti in velluto, è stato acquisito nel 1991, insieme con la Collezione dell’Istituto Bancario Italiano (IBI).

L’anno precedente all’esecuzione dell’opera, datata 1856, Fausto Antonioli, paesaggista e ritrattista attivo a Udine fin dal 1850, aveva ottenuto il giudizio positivo della critica locale presentando all’esposizione friulana di Arti Belle e Meccaniche uno scorcio della piazza Contarena (ubicazione sconosciuta), eseguito su commissione di Francesco Verzegnassi, commerciante udinese di seta, sodale di Ippolito Nievo e sostenitore della preparazione clandestina alla lotta contro l'Austria.

Una stretta corrispondenza stilistica, oltre che tematica, lega il dipinto in Collezione a quest’opera, descritta dalla pubblicistica dell’epoca come una veduta di piccole dimensioni, contraddistinta da un solido impianto prospettico e dall’impiego di un deciso contrasto chiaroscurale. Il quadro, infatti, restituisce una visione nitida e dettagliata della principale piazza cittadina, popolata da macchiette in abiti contemporanei. Il luogo ha cambiato denominazione più volte nei secoli: nel medioevo era nota come la piazza del Vino, in seguito del Comune e, poi, con l’arrivo dei Veneziani nel XVI secolo assunse il nome di uno dei luogotenenti dell’esercito divenendo piazza Contarena. Dopo l’Unificazione, nel 1866, la piazza fu intitolata a Vittorio Emanuele II; mantenne questo nome fino alla Liberazione, quando assunse l’attuale denominazione di piazza della Libertà. In questa veduta Antonioli adotta un punto di vista che privilegia la quattrocentesca Loggia del Lionello, in primissimo piano a destra, la Loggia di San Giovanni, la Torre dell’orologio e la colonna con la Statua della Giustizia; mentre a sinistra, in disparte, è ritratta la Statua della Pace, opera dello scultore Giovan Battista Comolli, donata dall’imperatore Francesco I alla città di Udine a ricordo della Pace di Campoformido. La restituzione puntuale dell’architettura del luogo si arricchisce di numerosi indizi della vita cittadina e del clima politico dell’epoca: sull’edificio di destra un’affissione – in italiano e in tedesco - indica la presenza dell’Imperial Regio Comando Militare di Piazza austriaco mentre, sul lato opposto, una locandina teatrale annuncia la rappresentazione al teatro Minerva de “L’Utimo Giorno di Suli”, opera lirica ispirata alla guerra greco-turca, già messa in scena in altre città italiane e rappresentata a Torino nel 1863.

Il racconto della resistenza di Suli, ultima città greca a capitolare contro l’invasione turca, nascondeva un richiamo ai valori patriottici e trovava a Udine, in particolare, una stretta corrispondenza con l’insurrezione antiasburgica della primavera del 1848, quando la città guidata da un governo provvisorio aveva respinto l’esercito austriaco. La piazza diviene così un luogo simbolo della città durante il Risorgimento, non a caso nuovamente ritratta da Antonioli in un altro dipinto dell’autunno del 1866 che, forse, rappresenta la prima veduta di Udine italiana, dopo l’ingresso delle truppe garibaldine, il 26 luglio 1866, allorché la città venne a far parte dello Stato italiano, a conclusione della terza guerra d’indipendenza (Veduta della Piazza Contarena di Udine, Udine, Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte).

La precisione lenticolare nella descrizione delle architetture e il taglio dell’inquadratura adottati nelle diverse redazioni del tema sembrerebbero riconducibili all’impiego di modelli fotografici, forse noti all’artista per il tramite del conte Augusto Gabriele Agricola, tra i primi sperimentatori della tecnica fotografica in Friuli. Il legame di amicizia tra questi due protagonisti della vita culturale cittadina è attestato anche dal ritratto fotografico del pittore e dal Ritratto del Conte Agricola (Udine, Civici Musei), eseguito ad olio da Antonioli nel 1857, in seguito alla scomparsa dell’amico.


  • 78. Luigi Querena, Processione all'interno del Colosseo, 1870