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Tireoglobulina

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La tireoglobulina umana (hTg) è una glicoproteina dimerica (660 kDa) sintetizzata dalle cellule epiteliali che rivestono i follicoli tiroidei (tireociti).

Sezione istologica di tiroide di cavallo: 1 follicoli, 2 epitelio follicolare, 3 cellule endoteliali

Nell'uomo viene codificata sul cromosoma 8 a 133,95-134,22 Mb[1].

La tireoglobulina è il componente principale della sostanza colloide che si trova nel lume follicolare. Qui i suoi residui di tirosina vengono iodinati a formare 3-monoiodotirosina (MIT) e 3,5-diiodotirosina (DIT). Un residuo di MIT e uno di DIT per condensazione formeranno all'interno del lume follicolare 3,5,3'-triiodotironina (T3) mentre due residui di DIT daranno origine a una molecola di tiroxina (T4). Queste due molecole costituiscono gli ormoni tiroidei attivi, i quali, sempre associati alla tireoglobulina, sotto lo stimolo dell'ormone tireotropo ipofisario (TSH), vengono fagocitati dai tireociti.

Inglobata nei fagosomi la sostanza colloide subisce l'azione degradativa degli enzimi lisosomiali: il legame tra tireoglobulina e ormoni tiroidei viene scisso e la stessa glicoproteina degradata. I cataboliti così ottenuti subiranno diversi destini: gli ormoni tiroidei verranno secreti nei vasi, con cui le porzioni basali dei tireociti sono in contatto, associati alla proteina TBG (thyroxine binding globulin), alla transtiretina e all'albumina e raggiungeranno così gli organi bersaglio; gli amminoacidi e gli ioni ioduro I rimarranno all'interno della cellula e saranno utilizzati come componenti per la sintesi di nuove proteine e per la iodurazione di nuovi ormoni tiroidei, rispettivamente.

hTg viene utilizzata dalla tiroide nella produzione degli ormoni tiroidei quali la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). La forma attiva della triiodotironina, la 3-5-3'triiodotironina, è prodotta sia all'interno della ghiandola tiroidea sia nella periferia da parte della 5'-deiodinasi (che è stato denominato anche come tetraiodotironina5'deiodinasi). Si presume che hTg e la tiroide svolgano un importante ruolo di immagazzinamento dello iodio per tutte le esigenze del corpo, in particolare, per organi come mammella, stomaco, ghiandole salivari, timo, ecc.[2]

Infatti, hTg, che contiene circa 120 residui di tirosina, è in grado di formare solo piccole quantità di ormone tiroideo (appena 5-6 molecole di T4 e T3).

hTg viene prodotta dalle cellule epiteliali della tiroide, chiamati tireociti, i quali si organizzano a formare follicoli di forma sferica. hTg viene secreta e conservata nel lume follicolare.

hTg può reagire con l'enzima perossidasi tiroidea, lo iodio viene legato ai residui di tirosina nelle molecole di tireoglobulina, formando la monoiodotirosina (MIT) e la diiodotirosina (DIT).

La tiroxina è prodotta dalla combinazione di due porzioni della DIT. La triiodotironina è prodotta dalla combinazione di una molecola di MIT e una molecola di DIT.

I tireociti, sotto la stimolazione dell'ormone tireostimolante (TSH), fagocitano i globuli della sostanza colloide follicolare, le molecole di hTg quindi vengono digerite dalle proteasi contenute nei lisosomi, le quali digeriscono la tireoglobulina iodata, rilasciando il T3 e il T4 nel citoplasma del tireocita. Il T3 e T4 sono quindi trasportati attraverso (trasporto mediato dal TSH) la membrana basolaterale dei tireociti e secreti nel sangue, attraverso un meccanismo sconosciuto, mentre il lisosoma viene poi riutilizzato nel lume follicolare.

Marcatore tumorale

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I livelli di tireoglobulina nel sangue possono essere utilizzati come marcatori tumorali per alcuni tipi di cancro della tiroide[3], come il tumore papillare della tiroide e il tumore follicolare della tiroide. Livelli elevati di tireoglobulina nel sangue possono essere inoltre associati alla malattia di Graves.

  1. ^ Human chr8:133,948,387-134,216,325 - UCSC Genome Browser v263
  2. ^ S Venturi, FM Donati, A Venturi e M Venturi, Environmental iodine deficiency: A challenge to the evolution of terrestrial life?, in Thyroid : official journal of the American Thyroid Association, vol. 10, n. 8, 2000, pp. 727–9, DOI:10.1089/10507250050137851, PMID 11014322.
  3. ^ ACS :: Tumor Markers, su cancer.org. URL consultato il 28 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2010).

Collegamenti esterni

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