Ifriqiya

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La provincia romana Africa Proconsularis (in rosso), a cui corrispondeva Ifriqiya e da cui derivava il nome, comprendeva i territori occidentali sottratti ai Numidi e aggiunti da Cesare[1].
Il Califfato omayyade verso il 650, all'inizio della conquista musulmana di Ifriqiya.
In rosa il governatorato di Ifriqiya, comprendente il sotto-governatorato di al-Andalus verso il 750, alla caduta del califfo omayyade, Marwan II.

Ifrīqiya (in arabo إفريقية? in berbero: ⵉⴼⵔⵉⵇⵢⴰ) è il nome che gli Arabi dettero alla provincia d'Africa, istituita da Roma e mantenuta dai Bizantini.

Coincidente con tutta l'attuale Tunisia, più le propaggini più orientali dell'Algeria e dell'occidentale Cirenaica (chiamata Barqa dagli Arabi), la provincia Africa era un Paese che produceva pregiato grano e non meno rinomate viti (si ricordi che un cospicuo insediamento fu riservato da Gaio Mario ai veterani delle sue legioni che con lui avevano combattuto in numerose occasioni nel corso dei suoi sette consolati). L'intera zona conservò anche negli anni della decadenza un ottimo sistema di canalizzazione delle acque che rendevano fertile e produttivo il suolo anche quando sopraggiunse l'ondata germanica dei Vandali provenienti dalla penisola iberica.

L'Ifrīqiya divenne con l'Islam sede di wilāya (governatorato) fin dal VII secolo e il campo fortificato di Qayrawān ne fu capitale, presto trasformatasi in uno dei più importanti centri urbani dell'intero Nordafrica islamico, secondo alla sola egiziana al-Fusṭāṭ. La Sicilia musulmana era parte dell'Ifrīqiya. Dal wālī di Qayrawān dipese, fino alla sua indipendenza, il sotto-governatorato di al-Andalus, con capitale del sotto-governatorato, prima a Siviglia e poi a Cordova.

Regno hafside verso il 1400.

Conquista musulmana di Ifriqiya

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Governatori di Ifriqiya del Califfato omayyade

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