Friedrich Nietzsche

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Friedrich Nietzsche

Friedrich Nietzsche (AFI: [ˈfʁiːtʁɪç ˈniːtʃə] ascolta; Röcken, 15 ottobre 1844Weimar, 25 agosto 1900) è stato un filosofo, filologo, poeta e saggista tedesco.

Pensatore originale e innovativo, la sua produzione filosofica ha influenzato il mondo culturale occidentale dal Novecento in poi. La sua filosofia rappresenta una rottura nei confronti del passato ed una conseguente apertura a nuovi modi di fare filosofia, caratterizzati dall'uso della prosa letteraria e aforistica.

La sua opera poliedrica si concentra sulla morale, sull'esistenzialismo e in particolare sulla fede cristiana e sulla sua critica, ai quali valori contrappone ed inneggia al superamento della morale e della metafisica.

L'intera filosofia di Nietzsche costituisce uno spartiacque tra la filosofia dell'Ottocento e quella del Novecento: le sue opere iniziali, di stampo schopenhaueriano da un punto di vista filosofico e wagneriano da un punto di vista culturale, sarebbero state superate dalla Gaia scienza, opera simbolo della sua fase illuminista; le opere più famose, invece (quali lo Zarathustra, Al di là del bene e del male e la Genealogia), appartengono alla sua riflessione sul nichilismo e sulla figura dell'oltreuomo.

Gioventù (1844-1864)

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I primi lutti

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I genitori di Nietzsche: Carl Ludwig Nietzsche (sinistra) e Franziska Oehler (destra)

Friedrich Wilhelm Nietzsche nacque a Röcken, nei pressi di Lipsia, il 15 ottobre 1844[1][2], primogenito di Carl Ludwig Nietzsche, pastore luterano presso il piccolo villaggio, e Franziska Oehler[3], figlio di una famiglia profondamente religiosa e clericale.[4]

Venne battezzato Friedrich Wilhelm per il re di Prussia Federico Guglielmo IV, il quale compiva quarantanove anni in quel giorno[1]: il padre era un sostenitore della monarchia prussiana (definito dunque un königsstreu)[3][5], e durante la primavera dei popoli del 1848, reagì piangendo circa la politica indulgente intrapresa dal re nei confronti dei rivoluzionari.[6][7][8] Fu persino precettore presso la corte dei duchi di Altenburg, in virtù della cultura che lo contraddistingueva dai parroci locali; la stessa cultura che avrebbe trasmesso al figlio.[N 1]

Il 10 luglio 1846 nacque Elisabeth[9][10], verso la quale Nietzsche sviluppò un profondo affetto che sarebbe perdurato in tutta la sua vita.[11] Nella sua gioventù, Elisabeth maturò la sua abitudine di collezionare tutto ciò che scrivesse il fratello[12]: ciò si sarebbe rivelato immensamente utile al fine di ricostruire la cronologia di tutte le opere scritte da Nietzsche.[11]

Durante la primavera del 1848, nacque Joseph[9], mentre il 27 luglio 1849, dopo mesi di apatia cerebrale[9][13][14], morì il padre Ludwig.[15][16] Una successiva autopsia avrebbe rivelato che un quarto del suo cervello non riceveva impulsi e non reagiva di conseguenza.[15][17] Si pensa che l'apatia cerebrale fu causata da una caduta in agosto 1848 quando, a causa della sua miopia, cadde su delle pietre arrecandosi gravi danni cerebrali.[18]

Nietzsche avrebbe risentito la mancanza di una figura paterna per il resto della sua vita (tanto che da un punto di vista psicologico si spiegherebbe come ricerca di una figura paterna il futuro legame con Wagner[19]), avendo come ricordo del padre il ritratto di un uomo tenero e affettuoso[7]; nel 1885, quando venne risarcito dal suo editore con settemila franchi svizzeri, li spese immediatamente per comprare la tomba a suo padre, incidendovi una citazione di san Paolo.[7]

Nel 1850, la famiglia Nietzsche venne colpita dall'ultima tragedia: Joseph, il terzogenito della famiglia, morì.[16] La morte del padre, del fratellino e in seguito l'abbandono di Röcken, furono per un Nietzsche giovanissimo un brusco abbandono delle certezze e un periodo di transizione, anche dolorosa, verso la nuova casa di famiglia a Naumburg.[20]

In seguito a tali disgrazie infatti, la famiglia, guidata da Franziska, si trasferì nella vicina Naumburg nell'aprile 1850[21][22], stabilendosi a casa della sua suocera e delle sue cognate.[18] Lì Nietzsche si sentì perso e indifeso, oltre alle dure condizioni economiche e famigliari a cui si doveva sottostare in casa.[23][N 2] Quando, nel 1855, sarebbero morte le cognate di Franziska, vale a dire le zie di Nietzsche, la condizione della famiglia sarebbe migliorata al punto tale da permettere a Franziska di acquistare una casa di proprietà a Naumburg, dando inizio ad un lieve benestare economico.[24]

Gli studi a Pforta

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Nietzsche nel 1861 a diciassette anni

Nel 1858 iniziò a frequentare il ginnasio di Naumburg ma, già distintosi per le sue non comuni doti intellettuali[25], venne ammesso come allievo a Schulpforta, collegio di fama europea.[25][26][27] Ciò accade durante il settembre del 1858, quando la madre Franziska ricevette una lettera dal rettore di Pforta nella quale veniva offerta a Nietzsche una borsa di studio per il complesso collegiale.[27][28][29] Poiché tale borsa di studio avrebbe permesso a Nietzsche un benestare finanziario per i seguenti sei anni, Franziska iscrisse Nietzsche a Pforta, dove egli sarebbe rimasto fino al 1864 per i previsti sei anni di studio.[27]

Le materie cardinali al collegio di Pforta, oltre all'insegnamento meticoloso della letteratura tedesca[30], erano prevalentemente le lingue classiche[30][31]: il quadro orario per gli studenti di Pforta prevedeva, tra le altre cose, sei ore di greco e undici di latino, che sarebbero poi diventate dieci negli ultimi tre anni.[25]

Tentava anche, frattanto, di migliorare la sua gracile condizione fisica[32], la quale dimostrava in questo stesso frangente di vita la sua fievolezza: Nietzsche sovente in questo periodo soffrì di mal di testa, miopia, raffreddori e tosse.[33] Nei momenti di svago e di salute, invece, maturava i suoi interessi letterari e musicali: Bach, Byron, Hölderlin e il suo lavoro musicale con il pianoforte.[34][35]

Germania con Krug e Pinder
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Secondo le fonti circa la sua giovinezza, Nietzsche risultava ai suoi coetanei come un individuo ambiguo, anche se alcuni lo guardavano con fastidio[36]: era ligissimo al dovere, soffriva le indiscipline del suo contesto e si dimostrava contenuto, pudico e riservato.[37] Per un po' di anni rimase solo e isolato[38], fino a che conobbe Wilhelm Pinder, suo coetaneo dotato di ampia cultura con il quale discuteva sovente sul mito greco, dirigendo anche un lavoro su quello di Prometeo.[36][N 3]

Con egli e con un secondo amico, Gustav Krug, si sarebbe impegnato a dirigere un club letterario-artistico, Germania[38][39], alla quale i partecipanti portavano tematiche di discussione che spaziavano da Friedrich Hölderlin alla musica di Wagner, in particolare Tristano e Isotta[38], opera con cui Nietzsche conobbe la sua passione per Wagner, che sarebbe maturata in seguito.[40][41] Nietzsche condivideva gli interessi letterari con Pinder, mentre con Krug quelli musicali.[42][N 4] Da parte sua, invece, scoprì Bach, Byron e Hölderlin e cominciò a suonare il pianoforte.[34][35]

Nietzsche condusse tale associazione con fare ferreo e disciplinato: vi scrisse uno statuto, stabilì una tesoreria e regole ben precise[43]; addirittura in un'occasione fu lui ad ammonire Pinder per aver comprato con i soldi dell'associazione un'opera a suo piacimento e non quella prevista dalla tabella di marcia (l'opera era proprio Tristano e Isotta).[43]

Per Germania Nietzsche scrisse, nel marzo del 1862, l'essai filosofico-letterario Fato e libertà[35], oltre a precedenti lavori quali un oratorio natalizio ispirato secondo la musica di Bach ed una recensione su Byron.[35][40]

E fu in particolare Fato e libertà a segnare la svolta nell'atteggiamento e nel modo di pensare del giovane Nietzsche: si trovano, di fatto, i semi per la sua opera matura e completa e le prime perplessità circa la religione.[44]

Nietzsche nel 1862 a diciotto anni
Gli ultimi anni a Pforta
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Ciononostante, era anche un periodo nel quale Nietzsche soffriva sovente di mali fisici estremi: dal gennaio 1860 Nietzsche iniziò a soffrire di frequenti mal di testa e dolori al collo che divennero ben presto sporadici nonostante gli interventi del medico di Pforta.[45] Dal 17 febbraio, con il ritorno a Naumburg, la situazione migliorò: i mali divennero meno frequenti e più contenibili, e da marzo tornò a Pforta.[45]

In casa vigeva un clima profondamente religioso[46] che Nietzsche apparentemente non sopportava, dando frutto alle sue prime avversità circa la religione cristiana.[47][48] Inoltre, nei suoi anni liceali, Nietzsche avrebbe cominciato a leggere opere razionaliste e scientifiche, le quali ponevano un approccio critico alla religione, contrario al tradizionalismo della madre Franziska.[49][N 5]

Dopo essere passato alle esaminazioni di settembre, il mese di ottobre Nietzsche fu incaricato di scrivere un tema circa un autore tedesco e, in via del tutto originale, Nietzsche scelse di scriverlo su Hölderlin, morto nel 1843 ma ancora poco conosciuto nella poesia tedesca.[50] Il professore di Nietzsche valutò il tema attribuendogli un ottimo voto, ma lasciò una postilla ambigua nella quale consigliava a Nietzsche di leggere autori più tedeschi.[51]

In seguito però, Nietzsche sviluppò un atteggiamento sconsiderato, ribelle ed insofferente al clima austero della scuola, venendo più volte ammonito per le sue lacune scolastiche e disciplinari, tra le quali figurano l'episodio in cui Nietzsche si procurò una cicatrice alla mano per imitare Muzio Scevola[52][53][54], scritture satiriche contro l'ambiente scolastico[55][N 6] e persino un caso di ubriachezza.[56][57]

Durante gli ultimi anni a Pforta, Nietzsche maturò inoltre due importanti amicizie: una con Paul Deussen, giovane promettente e futuro indologo di fama, e una seconda con Carl von Gersdorff, futuro studente di giurisprudenza e giurista.[58][59]

Tra Bonn e Lipsia (1864-1869)

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Conclusi gli studi nel 1864[59][60], Nietzsche era pronto per imbarcarsi in una brillante carriera da filologo, anche se lo stesso Nietzsche mostrava poco interesse per la filologia e una grande passività circa il suo futuro accademico.[58][N 7] Con Paul Deussen spese le cinque settimane di riposo prima dell'università.[61] Le prime due settimane vennero trascorse dai due presso Naumburg; in seguito, il giorno del 23 settembre, i due partirono per Bonn.[61]

Dopo una breve sosta presso una delle zie di Deussen vicino a Düsseldorf[61], i due proseguirono il loro viaggio lungo il Reno; ma Deussen decise di presentare Nietzsche alla sua famiglia.[62] Il 15 ottobre, Nietzsche e la sorella di Deussen, Marie, festeggiarono il loro compleanno comune.[62]

La Burschenschaft-Franconia in una foto commemorativa. Nietzsche è in seconda fila, terzo da sinistra, con la mano sulla tempia

Finalmente giunti a Bonn, Nietzsche si ritrovò immerso in una delle più grandi città della Germania: era una città costosa, soprattutto per gli studenti universitari, e di fatto la madre Franziska poteva mantenere il figlio con soli venti talleri sui trenta talleri effettivamente necessari.[62]

Affittò un modesto appartamento nel centro della città e, nonostante le restrizioni economiche, riuscì anche a comprarsi un pianoforte con il quale maturò ulteriormente la sua passione musicale.[63]

Essendo poco interessato all'università, la maggior parte del tempo spesa da Nietzsche a Bonn si rivolgeva a feste studentesche sul Reno, viaggi frequenti a Colonia e serate nelle varie enoteche e birrerie di Bonn.[63][64] Di conseguenza Nietzsche, nonostante il suo carattere schivo, decise di unirsi ad una corporazione studentesca, la Burschenschaft-Franconia.[63][65] Le burschenschaften erano corporazioni universitarie nate nel 1815 con intenti liberali e nazionalisti, anche se a partire dal 1860 assunsero più che altro il carattere di club sociale.[66]

L'episodio del bordello di Colonia
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Secondo Deussen, Nietzsche non era affatto una persona libidica come tutti i membri della Franconia. Addirittura affermò che per Nietzsche si applicavano bene le parole «mulierem nunquam attigit».[67][68] Ma nel febbraio del 1865, Deussen riferisce nelle sue memorie un aneddoto molto particolare dettogli da Nietzsche: gli raccontò che, durante una breve sosta in Colonia, venne adescato da un uomo al quale lui chiese le indicazioni per una locanda.[69][70] In seguito venne surrettiziamente condotto dal tale in una casa di tolleranza, da dove uscì subito con grande imbarazzo[69] dopo essersi messo a suonare il pianoforte per provare a darsi un contegno.[70][71]

David Strauss: storico e critico della religione, la cui opera La vita di Gesù influenzò profondamente Nietzsche nel suo periodo universitario

Quando si seppe che a Nietzsche era stata diagnosticata forse erroneamente la neurosifilide come causa del suo declino cognitivo e fisico dopo il 1888, diversi studiosi pensarono che avesse contratto la malattia da un rapporto sessuale con una prostituta proprio in quel bordello. Riguardo a ciò s'inserirono anche altre teorie ed ipotesi quale l'interpretazione di Joachim Köhler secondo la quale tale malattia venne trasmessa a Nietzsche non al bordello di Colonia, bensì a un bordello omosessuale di Genova, come spiegato nel suo libro Nietzsche. Il segreto di Zarathustra.[72]

Su tale aneddoto si sarebbe inoltre introdotta la prospettiva dello scrittore Thomas Mann, il quale avrebbe basato su questo episodio l'intera novella del Dottor Faustus.[71]

La lettura di Strauss e la conversione
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Mentre la sua vita universitaria altalenava sempre più, Nietzsche si imbatté nell'opera storica del 1835 di David Strauss: La vita di Gesù.[71] L'opera si prefissava di dimostrare che in verità Gesù non fosse una figura storica, realmente documentata, bensì una figura mitologica, creata, nella prospettiva anticlericale di Strauss, come caposaldo della metafisica cristiana a servizio del ceto clericale, atto ad accrescere il suo prestigio e la sua ricchezza.[73]

In questo periodo Nietzsche lavorava poco, ma i pochi scritti di questo periodo rivelano uno studente di teologia ostile alla teologia stessa: è in questo periodo che Nietzsche maturò infatti la sua critica verso il cristianesimo, il concetto di anima, di mondo ultraterreno e anzi sviluppa un marcato materialismo.[74] Nietzsche perse dunque la fede in via definitiva, visti anche i suoi dubbi in adolescenza.[74]

Di conseguenza a ciò, le lettere della madre Franziska e della sorella Elisabeth a Nietzsche divennero colme di preoccupazione circa la svolta intrapresa dal figlio[75], ma tutto ciò fu invano: per la Pasqua del 1865, Nietzsche ritornò a Naumburg per incontrare madre e sorella. In quell'istanza, Nietzsche comunicò a loro la sua decisione di lasciare la facoltà di teologia, durata appena un semestre, per seguire la carriera da filologo.[75]

Nietzsche, in ogni caso, visse la sua rottura con il cristianesimo con grande dispiacere, sviluppando anche una grande nostalgia per quando non aveva dubbi sulla sua fede.[76] Franziska, comunque, non avrebbe mai smesso di amare il figlio Friedrich, anche se tra di loro gli argomenti religiosi divennero imbarazzanti.[75]

Friedrich Ritschl, professore di Nietzsche a Lipsia e suo mentore a Basilea

Gli anni felici di Lipsia

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Già a partire dal febbraio 1865, Nietzsche contrasse un debito complessivo di cinquantacinque talleri: ciò significava che sarebbe potuto rimanere a Bonn per un anno ancora.[77]

Ma nel dipartimento di filologia a Bonn, accadde un evento che avrebbe agevolato un probabile trasferimento di Nietzsche: a causa di una disputa accademica tra i due professori ordinari di filologia, Otto Jahn e Friedrich Ritschl, al secondo venne offerta una cattedra di filologia all'università di Lipsia[78], e Nietzsche, a maggio, decise di seguire il suo professore.[79] Un ulteriore incentivo era che von Gersdorff, amico di Pforta con il quale intratteneva una fitta corrispondenza, scelse di abbandonare gli studi giuridici e di imbarcarsi per quelli letterari, anziché a Gottinga, proprio a Lipsia.[79][80][81]

Le settimane precedenti alla partenza vennero trascorse tra dolori reumatici e mal di testa estremi, e la sera del 9 agosto venne accompagnato da Deussen e dall'amico Hermann Mushacke alla carrozza che l'avrebbe condotto a Lipsia.[79]

Il mese di agosto 1865 fu speso da Nietzsche a Naumburg in convalescenza dai succitati mali[82], mentre le prime settimane di settembre vennero trascorse a Berlino, ospite della famiglia Mushacke.[82] In seguito, il 17 ottobre, Nietzsche e Hermann Muschake raggiunsero Lipsia.[82][83]

Nietzsche iniziò dunque a seguire le lezioni di Ritschl a seguito della sua prolusione inaugurale[84], e sempre in questo periodo si imbatté nell'opus magnum di Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, comprandolo dalla libreria di antiquariato sopra la quale aveva stabilito il suo appartamento.[83][84]

Nietzsche (terzo da sinistra in alto) presso la società filologica gestita da Ritschl. Lipsia, 1866

A Lipsia Nietzsche visse gli anni più felici della sua giovinezza: la salute cagionevole si ristabilizzò, permettendo a Nietzsche di vivere un periodo assolutamente privo di insonnie, mal di testa, attacchi di vomito e mali gastrici che avevano attanagliato la sua salute a Bonn.[84][85] Anche sul piano relazionale Nietzsche eccelse con la conoscenza di Erwin Rohde, un brillante studente del professor Ritschl[85][86], e mantenendo vivi rapporti con Deussen, von Gersdorff e Mushacke in via epistolaria.[87] Con Rohde trascorse l'estate 1867, durante la quale stettero sempre insieme inseparabilmente tra letture appassionate di Schopenhauer, passeggiate nella foresta boema e frequenti giri a cavallo.[85][87]

Da un punto di vista professionale, infine, Ritschl notò il talento di Nietzsche leggendo un suo breve trattato su Teognide, lodando il suo studente e pubblicando tale trattato sulla rivista filologica diretta dal professore, la Rheinisches Museum.[87][88][N 8] Da lì in poi, Nietzsche sviluppò una profonda amicizia con il professore e con Sophie, moglie del professore, la quale avrebbe in un certo senso facilitato l'incontro tra Nietzsche e Wagner data la sua amicizia con la sorella del compositore.[89]

Giunse dunque ad avviarsi per un'attiva partecipazione culturale: da una parte per il club filologico inaugurato da Ritschl e dall'altra per il circolo filosofico di Lipsia su Schopenhauer.[88][89]

Nietzsche in uniforme da ufficiale di artiglieria nel 1868 a Naumburg
Il contesto storico in Germania
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Intanto, i venti bellici inaugurati da Bismarck stavano soffiando sempre di più: nella breve guerra tra Prussia e Austria, i prussiani occuparono la città di Lipsia, la quale divenne una roccaforte del consenso per i prussiani a discapito degli austriaci e Nietzsche, sostenitore del cancelliere, scrisse entusiasticamente alla madre di questo nuovo assetto e della sua vigorosa fedeltà alla Prussia bismarckiana.[90][91][N 9] Il 15 giugno del 1866, infatti, l'esercito del duca di Mecklenburg fece un'entrata trionfale nella città[90], isolando il consenso per la Sassonia: sulle case di Lipsia si sventolò la bandiera nazionalista tedesca.[90]

Il Nietzsche di quegli anni era un fervente nazionalista, filo-prussiano e bismarckiano e fautore della kulturkampf[92], oltreché militarista[N 10]: tentò due volte di arruolarsi volontariamente nell'esercito, ma in ambedue i casi venne scartato per i suoi problemi di vista.[93] Nel settembre del 1867, tuttavia, Nietzsche venne dichiarato abile per il servizio.[94][95]

Nietzsche venne inquadrato nella seconda batteria di artiglieria a cavallo, appartenente al quarto reggimento di artiglieria da campo, di stanza a Naumburg.[96] La permanenza a Naumburg, per nulla distante da Lipsia, permise a Ritschl di incaricare il suo allievo con diverse mansioni e commissionarlo di scrivere nuovi essai: dunque Nietzsche, oltre a studiare latino e greco durante le sere, scrisse due nuovi trattati, incoraggiato dal fatto che il suo precedente trattato su Teognide aveva vinto anche un premio universitario: il primo su Democrito e il secondo su Diogene Laerte.[94] Scrisse a Rohde con grande umore del suo servizio militare, affermando anche che, dopo aver completato i suoi doveri, rincasava nella caserma a studiare assiduamente.[96][N 11]

Tuttavia, nel marzo 1868, cadde da cavallo durante un'esercitazione, subendo una frattura allo sterno che lo costrinse a letto dieci giorni in convalescenza dal trauma fisico.[94] Prendendo morfina tutti i giorni, si iniziò a contemplare un'operazione medica; così Nietzsche andò a Halle, dal chirurgo Richard von Volkmann, il quale semplicemente curò la ferita con lo iodio, per poi essere dichiarato definitivamente non adatto al servizio di leva.[94][97]

L'incontro con Wagner
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Wagner nel 1867 a Parigi: durante il suo soggiorno parigino, Nietzsche era ancora a Bonn

In questo periodo, Nietzsche si fece sempre più vicino alla figura culturale di Richard Wagner: già dal 1862 egli, durante il periodo di Pforta, aveva ricevuto un assaggio di Wagner con Tristano e Isotta[98][N 12], da Nietzsche considerata come l'opera massima di Wagner[99], e arrivando addirittura ad affermare che senza Wagner e la sua musica non ci sarebbe stato modo di passare la sua giovinezza.[99]

Al ritorno a Lipsia da Naumburg egli tentò dunque di conoscere questa figura che a lui pareva così mistica. Ebbe subito in mente un collegamento molto utile: la moglie del fidatissimo professor Ritschl, Sophie, era una stretta amica di Ottilie, sorella di Wagner[89]; Ottilie, a sua volta, era moglie dell'orientalista Hermann Brockhaus, che Nietzsche conosceva mediante Ernst Windisch, studioso della lingua sanscrita sotto la cattedra di Brockhaus.[98]

Nietzsche non fu un wagnerista sin dal principio: dall'ottobre 1866 scriveva a von Gersdorff in termini ambigui e indecisi sul suo dramma La Valchiria[98][100], ma già dall'ottobre 1868 divenne entusiasta di Wagner, adorando le sue opere liriche Tannhäuser e Lohengrin nelle lettere che scrisse a Rohde.[98]

Non si può dire che la conoscenza di Wagner fu "facile": di fatto, il compositore era una figura scomoda, controversa e, per alcuni, addirittura scandalosa.[101] Questo sia per i fatti avvenuti in passato a Dresda dove tentò una sommossa contro la monarchia, sia per il suo famigerato antisemitismo che lo portò contro Mendelssohn.[101]

Tuttavia, in una lettera scritta a Rohde il 9 novembre 1868[N 13], Nietzsche raccontò i fatti del 6 novembre quando, di ritorno da un incontro con Ritschl, si recò a casa sua, trovando fissato alla porta un foglietto lasciato da Windisch, il quale gli riferiva che Wagner era al Café Theatre e che, se desiderava incontrarlo, doveva recarvisi per le tre di pomeriggio e tre quarti d'ora[101][102][103] ma, a causa di varie incomprensioni, tale appuntamento venne posticipato per una prossima volta.[101]

Nietzsche si recò comunque al caffè, dove apprese da Windisch che Wagner era a Lipsia in incognito per evitare i fastidi della stampa, e che era ospite di sua sorella a casa Brockhaus.[102] Fu lì che Nietzsche incontrò finalmente Wagner, rimanendo assolutamente meravigliato da lui e dalla sua presenza.[99][104][105]

Anche se inizialmente il rapporto tra i due si limitava alla conoscenza reciproca[106], Nietzsche cominciò ad essere ospitato, a partire dal 1869, nella villa di Wagner nei pressi di Lucerna, dove instaurarono una profonda amicizia, fatta di stima reciproca e collaborazione intellettuale.[107] Anzi, sarebbe stato Wagner stesso, colpito dalla personalità di Nietzsche, ad invitarlo presso la sua villa.[99]

A Basilea (1869-1871)

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L'Università di Basilea

La cattedra di filologia

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A partire dal 1869, la cattedra di filologia a Basilea divenne vacante[108], e il professore dell'ateneo elvetico Adolf Kiessling domandò a Ritschl, filologo già conosciuto in Europa, chi potesse rivestire quel ruolo e chiedendo, in particolare, di Nietzsche, di cui lesse gli interventi sulla rivista di Ritschl stesso.[109] Egli riferì che Nietzsche era il suo migliore allievo e, per rassicurare i professori svizzeri che Nietzsche non sarebbe partito per l'imminente guerra di Bismarck contro la Francia, disse falsamente che l'allievo avesse poco interesse nella questione dell'unità tedesca e della Prussia.[109]

In seguito, il 23 marzo 1869, l'Università di Lipsia gli concesse il dottorato basandosi sul suo lavoro per il Museum di Ritschl[110], divenendo dunque il professore secondario a Basilea. I suoi guadagni ammontavano a tremila franchi svizzeri, poiché oltre alle lezioni universitarie lavorava anche nella biblioteca universitaria.[109]

L'anno seguente, divenne professore ordinario di filologia.[111] In preda all'euforia, Nietzsche passò le sue giornate in assoluta felicità: passeggiava intonando le note delTannhäuser, diramò a tutti i suoi conoscenti e ai loro conoscenti il suo biglietto da visita universitario e limitò la sua cerchia personale di amicizie per darsi una specie di importanza (Deussen, apparentemente, risultò escluso).[112] Pianificò, infine, di passare un anno di studi a Parigi assieme a Rohde.[112] Poiché Nietzsche decise infine di stabilirsi definitivamente a Basilea, trascorse le prime due settimane di aprile precedenti all'arrivo a Basilea ancora in Germania: stette a Naumburg, Bonn e Colonia.[113]

Quando arrivò in Svizzera, gli venne richiesto di abbandonare la sua cittadinanza prussiana a favore di quella svizzera, cosicché non fosse richiamato nuovamente per il servizio militare, visti i venti di guerra in Europa.[113] In verità non acquisì, in quel periodo, la cittadinanza svizzera, rimanendo, secondo il gergo degli svizzeri, un uomo senza-patria (heimatslos): e lo sarebbe rimasto per il resto della sua vita.[113]

La vita da professore

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Tra il 19 e il 20 aprile raggiunse la città elvetica dopo il viaggio in treno[114][115], rimanendo meravigliato dalle costruzioni e dall'ambiente medievale della città[116], appartandosi presso una pensione da lui prenotata[116] e sopportando inizialmente con fatica il nuovo clima instauratosi nella sua vita.[117]

Il 28 maggio tenne la prolusione d'insediamento sul tema Omero e la filologia classica[117], nella quale si evidenzia un atteggiamento sregolato e non convenzionale di interpretare la filologia che avrebbe anche caratterizzato la Nascita della tragedia.[117] Dunque iniziò la sua carriera universitaria: teneva lezioni ogni giorno della settimana in ateneo e in biblioteca circa la letteratura greca e le opere maggiori: in particolare, si riferiscono lezioni su Platone, Eschilo, Sofocle ed Esiodo.[117]

Burckhardt e Overbeck
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Burckhardt e Overbeck

A Basilea ebbe modo di conoscere, nonostante le sue grandi difficoltà relazionali[118], lo storico Burckhardt[119] e il teologo Overbeck.[119] Burckhardt gli avrebbe trasmesso la passione per l'Italia e per il Rinascimento: infatti fu Burckhardt a scrivere La civiltà del Rinascimento in Italia, un'opera storica fondamentale per la storiografia dell'Ottocento circa l'epoca rinascimentale.[120]

Con Burckhardt Nietzsche ebbe modo di sviluppare un'amicizia molto duratura, poiché tutti e due presentavano delle grandi similitudini: Burckhardt, come Nietzsche, era una figura talentuosa secondo più campi d'interesse; di fatto fu, oltre all'essere uno storico e un bibliofilo, anche un musicista, un artista e un poeta.[121] Nietzsche, d'altra parte, lo vedeva come un grande insegnante e soprattutto una persona estremamente empatica.[121] Nel gennaio 1889, Nietzsche avrebbe scritto a Burckhardt nei suoi biglietti della follia con i toni di un'amicizia più che intima che, almeno per parte dello storico, persona asociale e schiva, non si raggiunse mai.[121]

Con Overbeck, d'altro canto, arrivò a condividere la pensione nella quale viveva alle porte di Basilea[122] e si giunse ad instaurare un legame molto particolare, visto anche che Overbeck stesso era "particolare": la sua prolusione inaugurale per una cattedra di teologia a Basilea verteva sull'approccio critico-filologico ai Vangeli[123], arrivando a definirsi ateo: dunque l'approccio che ebbe con la Bibbia non fu quello di un credente, bensì quello di un filologo o di uno storico.[123] Il suo ateismo gli consentiva un insegnamento perfettamente privo di controversie a Basilea, ma gli precludeva completamente la carriera universitaria in Germania.[123]

Tuttavia, Nietzsche percepì sempre la mancanza estrema dell'amico Rohde, in viaggio per l'Italia durante la permanenza di Nietzsche a Basilea.[120] Infatti sarebbe sempre rimasto affezionato a Rohde, nonché un suo ammiratore: infatti, nel 1871, quando tentò di passare alla cattedra di filosofia in seguito allo scandalo provocato dalla Nascita della tragedia, fu anche per garantire a Rohde la sua precedente cattedra di filologia.[120]

Richard e Cosima Wagner
Rohde, von Gersdorff e Nietzsche a Basilea nell'ottobre 1871
Le frequentazioni di Tribschen
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Durante il periodo tra il 1870 al 1871, Nietzsche iniziò a dubitare il suo ruolo come professore di filologia, preferendo in tutto e per tutto la filosofia: scrisse infatti a Rohde, in viaggio per l'Italia, del suo scetticismo circa un suo futuro come filologo, ed anzi aggiunse addirittura che vorrebbe sentirsi libero come lui.[123] D'altro canto, Rohde era molto invidioso del successo accademico di Nietzsche e del suo benestare finanziario.[124]

In questi anni nei quali Nietzsche si sentiva oppresso dal suo ruolo accademico[124], trovò conforto nelle frequentazioni con Wagner presso Tribschen, una località presso il lago dei Quattro Cantoni distante appena venti minuti dal centro di Lucerna.[124] Lì il compositore riuscì ad acquistare, grazie ad un generoso prestito del re di Baviera Ludovico, una villa in stile rococò, dove si era stabilito già dal 1866.[124]

Dal 17 maggio 1869 aveva cominciato a frequentare Richard Wagner e la moglie Cosima presso la villa di Tribschen, rimanendo fortemente colpito dall'influenza del compositore, con cui strinse una forte amicizia, e da Cosima, da Nietzsche sempre stimata come l'unica persona al suo stesso livello di intelletto.[125]

Friedrich Nietzsche a Basilea nel 1872

Di fatto, Nietzsche si recò presso Lucerna durante le festività pentecostali, ed essendo anche nelle immediate vicinanze di Tribschen accettò l'invito che Wagner gli aveva già fatto a Lipsia nel 1868 di venirlo a trovare nella sua villa svizzera.[126] Il viaggio, come avrebbe raccontato Nietzsche stesso, fu insicuro[126], e quando Nietzsche giunse davanti alla villa stette in imbarazzo davanti al giardino, ascoltando una melodia musicale proveniente dalla dimora.[126] Alla fine Nietzsche fu ricevuto da un domestico, il quale gli riferì che Wagner era abituato a lavorare fino alle due di pomeriggio e non essere disturbato in quell'orario.[127] Quindi si allontanò, per poi essere richiamato dallo stesso domestico, il quale gli domandò se fosse Nietzsche.[128] Di conseguenza Nietzsche venne ospitato da Wagner nella sua abitazione, e le visite di Nietzsche a Tribschen si sarebbero susseguite frequentemente[128], fino a trascorrere con i Wagner il Natale.[129]

Nel periodo fra il 1869 e il 1870 lavorò anche come correttore di bozze alla redazione di un'autobiografia del compositore, destinata a non vedere la luce prima del 1911, ma della cui conoscenza il filosofo scrive apertamente, e con ironia, nella sua Genealogia.[130]

Nietzsche nel 1875

In ogni caso, Nietzsche rimase profondamente estasiato dal lavoro di Wagner, e assisteva frequentemente alle sue composizioni. In particolare, nel dicembre del 1871, si recò a Mannheim ad ascoltare l'ultima opera musicale dell'amico. Ritornato dalla serata, scrisse a Rohde riferendosi a Wagner con termini eclatanti[131]; addirittura, da quel momento in poi, avrebbe persino usato la sua musica come una sorta di terapia estetica.[34]

La fase tragica (1871-1876)

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La breve esperienza di guerra

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Nietzsche stava iniziando a lavorare alla sua prima opera, la Nascita della tragedia, quando il 19 luglio 1870 scoppiò la guerra franco-prussiana: come nel 1866, Nietzsche si inebriò del pensiero di combattere al fronte.[132] La notizia di una sconfitta prussiana a Wörth spinse Nietzsche ad agire[N 14]: si arruolò come medico nell'esercito prussiano, poiché non gli venne concesso di combattere nell'esercito da parte delle autorità svizzere.[132][133] Venne addestrato a Erlangen per soli dieci giorni, e in seguito, il 23 agosto, venne inviato al fronte proprio a Wörth.[134]

Dopo essere tornato dal breve servizio militare, tuttavia, osservò con scetticismo la creazione del Reich tedesco per opera del cancelliere Bismarck, di cui era precedentemente un grande sostenitore.[135][136][137] Nel gennaio 1871, tornato a Basilea, incontrò nuovamente i suoi contraddistinti problemi di salute e gli fu concesso un periodo di malattia.[138] Sua sorella giunse da Naumburg per stare con lui, e nel viaggio per Lugano conobbero Giuseppe Mazzini.[138]

La Nascita della tragedia

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Mentre era a Lugano (e quando sarebbe ritornato a Basilea nell'aprile 1871[139]), Nietzsche riprese assiduamente a lavorare sulla sua opera: la Nascita della tragedia dallo spirito della musica. Ciò che doveva porsi come un'opera filologica era in verità uno scritto di attualità, riflettendo le mode culturali tedesche ed europee e paragonandole con la cultura presocratica; peccava, tecnicamente, della metodologia richiesta per uno scritto di filologia.[139]

La scrittura venne completata in autunno e Nietzsche si rivolse ad un editore di Lipsia, Wilhelm Engelmann, per la pubblicazione dell'opera.[140] Ma egli si rivelò titubante e rifiutò di farsene carico.[140][141] Rohde e von Gersdorff trovarono, per Nietzsche, un editore che si rivelò essere lo stesso delle opere in prosa di Wagner: Fritzsch, il quale si disse disposto alla pubblicazione del libro di Nietzsche.[142] A fine dicembre 1871 la Nascita della tragedia venne pubblicata in Germania e Svizzera, suscitando da una parte l'ammirazione di Wagner e dei wagneriani[143], e dall'altra lo scandalo del mondo accademico tedesco, il quale non tollerò la totale mancanza di metodologia di Nietzsche.[143]

Le Inattuali e la rottura con Wagner

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Fra il 1873 e il 1876 scrisse le quattro Considerazioni inattuali, che rappresentano un orientamento sempre più volto a una forte critica culturale contro il pensiero tedesco del suo tempo.[144] Incontrò Malwida von Meysenbug e iniziò anche una stretta amicizia e collaborazione con Paul Rée, studioso di filosofia di origine ebraica. Intanto, rimasto profondamente basito dall'atteggiamento di Wagner al Festival di Bayreuth del 1876, Nietzsche lasciò furioso il concerto.[145] Da lì in poi cominciò ad allontanarsi sempre più dal musicista, e il rapporto tra i due si sarebbe sfaldato definitivamente l'anno seguente. Nel 1876 a Nietzsche fu concesso un anno in malattia: prese dunque il treno a Ginevra[146] e, dopo una sosta a Genova e Napoli[146], raggiunse a fatica[147] la Meysenbug e Rée a Sorrento.[148] Sarebbe lì che, nel 1877, avrebbe incontrato per l'ultima volta Wagner mente era ospite dei due[149]; il compositore sarebbe improvvisamente morto a Venezia cinque anni più tardi.[148]

Su Wagner Nietzsche avrebbe certamente espresso parole critiche e forse esagerate, ma all'indomani della loro rottura il filosofo ammise, forse con qualche nota di rammarico e nostalgia, che la loro amicizia fu "stellare".[150][151]

Nietzsche, Rée e la Salomé nel 1882

Periodo di viaggi da apolide (1876-1887)

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Casa Nietzsche a Sils Maria

Nel 1879, Nietzsche abbandonò l'insegnamento a causa delle sue condizioni di salute più che pessime, e l'Università di Basilea gli garantì in un sussulto di generosità una modesta pensione che avrebbe costituito, da quel momento in poi, l'unico suo reddito.[152]

In questo periodo Nietzsche inizia letture onnivore: figurano in particolare Pascal[153], Stendhal[153][154] e, in seguito, Baudelaire[155] e Dostoevskij.[154]

filosofo tedesco cominciò dunque le sue peregrinazioni: ebbe sempre uno stretto legame con l'Italia, di cui apprezzò le maggiori città: Genova, Venezia[146], Firenze, Roma, Napoli e, alla fine dei suoi viaggi, anche Torino.[147] Nietzsche, per altro, seguì le "indicazioni" contenute nel Viaggio in Italia di Johann Goethe, un autore che Nietzsche non mancava mai di stimare[147][156], cosicché nella filosofia nietzschiana stessa compaiono riferimenti ai luoghi e alla cultura dell'Italia, in particolare quelli rinascimentali.[157]

La residenza di Nietzsche a Venezia: Palazzo Merati e Berlendis, nel sestiere di Cannaregio

Durante la Pasqua del 1882, incontrò a Roma Lou von Salomé, una giovane scrittrice russa in viaggio attraverso l'Europa.[158] Si diedero appuntamento in Piazza San Pietro, e Nietzsche accolse la Salomé dicendole apparentemente: «Da quali stelle dell'universo siamo caduti entrambi per incontrarci qui?».[158][159] A maggio, durante una gita sul lago d'Orta, trascorse alcune ore di intimità con lei, facendole una brusca proposta di matrimonio che la Salomé rifiutò.[147]

Placca commemorativa di Nietzsche a Torino (tra Piazza Carignano e Piazza Carlo Alberto)

Torino e gli ultimi anni (1888-1900)

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Nel 1888 Nietzsche si trasferì a Torino, città che apprezzò particolarmente[155], e dove avrebbe scritto L'Anticristo, Il crepuscolo degli idoli ed Ecce Homo. Nietzsche sembrava estasiato dalla città e dalle condizioni generali che parevano migliorare, ma nel 1889 avvenne il famoso crollo mentale di Nietzsche, probabile effetto di una patologia neurologica: è datata 3 gennaio 1889 la prima crisi di follia in pubblico[155]; mentre si trovava in piazza Carignano, nei pressi della sua casa torinese, vide un cavallo adibito al traino di una carrozza fustigato a sangue dal cocchiere. Di fronte a ciò Nietzsche accorse verso l'animale per baciarlo e per poi collassare.[160] Dopo di che venne accompagnato a casa e «giacque due giorni sul divano, sempre parlando concitatamente da solo o scrivendo».[161]

Placca in ricordo della convalescenza di Nietzsche a Naumburg

Nello stesso periodo del crollo, Nietzsche scrisse delle lettere ad amici e conoscenti che sono solitamente classificate sotto il nome di Biglietti della follia. Tre, firmati "Dioniso" o "Zagreo", vennero inviati a Cosima Wagner, chiamata nelle lettere "Arianna", la mitologica moglie del dio, e facendo dei riferimenti ai suoi ultimi tre libri.[162]

«Alla principessa Arianna, mia amata. Che io sia un uomo, è un pregiudizio. Ma io ho già vissuto spesso fra gli uomini e conosco tutto ciò che gli uomini possono provare, dalle cose più basse fino a quelle più alte. Sono stato Buddha tra gli indiani e Dioniso in Grecia, – Alessandro e Cesare sono mie incarnazioni, come pure Lord Bacon, il poeta di Shakespeare. Da ultimo, ancora, sono stato Voltaire e Napoleone, forse anche Richard Wagner... Ma questa volta vengo come Dioniso il vittorioso, che farà della terra una giornata di festa... Non avrei molto tempo... I cieli si rallegrano che io sia qui... Sono stato anche appeso alla croce...»

Nietzsche con sua sorella Elizabeth nel periodo di convalescenza precedente alla morte. Naumburg, 1899

Pochi giorni dopo, venne ricoverato dall'amico Franz Camille Overbeck a causa del suo stato alterato, che passava da momenti di esaltazione a tristezza profonda, in una clinica psichiatrica in Basilea. Uscito dalla clinica di Basilea, venne trasferito poi dalla madre a Naumburg, quindi a Jena, in clinica dal dottor Otto Binswanger, esperto di paralisi e demenza. Binswanger obiettò che l'unica stranezza fosse l'insolita lunga sopravvivenza all'infezione e alla paralisi luetica, per cui non si poteva attribuire l'intero decorso come derivato dalla lue.[164] Nel 1890 venne trasferito nella casa della madre, per esser assistito da lei stessa e da due infermieri. La famiglia Nietzsche, specie la sorella, non avrebbe mai accettato le diagnosi di neurosifilide, considerandole entrambe lesive dell'onore.[164]

Rudolf Steiner descrisse inoltre in La mia vita l'incontro con il filosofo avvenuto nel 1896, a Naumburg, e da lui definito come "ottenebrato".[165]

Morì di polmonite a mezzogiorno del 25 agosto 1900.[166]

L'esordio controverso

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La Nascita della tragedia si poneva, in tutto e per tutto, come qualcosa che superava il trattato accademico, toccando punti di vista e concezioni mai esplorati o comunque mai considerati seriamente dalla comunità scientifica dei filologi, ed il promettente Nietzsche aveva lasciato basita tale comunità: l'opera era essenzialmente speculativa, priva di riferimenti e fonti accademiche, e vi erano rimandi di natura culturale alla musica popolare dell'epoca e a Wagner.[167]

Di fatto l'opera di Nietzsche andava a indagare il senso della tragedia greca; ed è in questa istanza che Nietzsche critica Socrate in quanto corruttore dello spirito tragico: egli, tramite la sua tendenza razionalista, aveva soggiogato la perfetta sintesi tra le due forze favoreggiando l'ascesa dell'apollineo, e da lì cominciando la fine della tragedia e dello stile di filosofia ad essa legato.[168]

Anche per questo atteggiamento critico nei confronti di un filosofo unanimemente apprezzato Nietzsche si adirò critiche non indifferenti.[168]

Ma solo dopo ci si accorse che Nietzsche aveva intravisto il senso dello spirito greco: il vitalismo nietzschiano nasceva proprio dalla ricerca sulla grecità e, di conseguenza, concluse che l'individuo greco vedeva ed intendeva la tragedia come una vasta spiegazione alla domanda sul senso esistenziale. Per questo Nietzsche pose, tramite il suo vitalismo, un superamento di Schopenhauer[168][169] e anche l'apertura a nuovi valori per l'uomo moderno.[168]

Il valore dell'arte e della storia per l'uomo

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«La lotta contro il fine nell'arte è sempre la lotta contro la tendenza moraleggiante dell'arte, contro la sua subordinazione alla morale […] Ma anche questa ostilità tradisce la supremazia del pregiudizio. Se dall'arte si è escluso il fine della predicazione morale e del miglioramento degli uomini, non se ne consegue ancora che l'arte in genere sia priva di un fine, di una meta, di un senso […]»

Arthur Schopenhauer rivestì una importante influenza sul giovane Nietzsche

Nietzsche, pur abbandonando la visione filosofica dell'artista, avrebbe sempre menzionato l'arte ed il suo valore psicologico-catartico nei suoi scritti, anche più tardivi.[171][172][173] Si sarebbe anche occupato in maniera speculativa di estetica, asserendo come conseguenza che l'arte degenera quando degenera l'uomo, quando esso si fa malato.[174]

Di fatto egli «si fa promotore di una giustificazione estetica dell'esistenza: l'esistenza e il mondo sono eternamente giustificabili solo come fenomeni estetici; è l'arte che ci consola e ci salva dall'assurdità dell'esistenza. L'arte ha salvato l'uomo greco, e grazie all'arte egli ha salvato la propria vita».[175]

Non a caso, gli intenti provocatori della Nascita della tragedia sono giustificati dal suo scopo: analizzare le cause del deterioramento artistico, e di conseguenza spirituale, della società occidentale. Ciò spiega infatti perché Wilamowitz[176], Ritschl[177] e in generale l'ambiente accademico specializzato bollò l'opera di Nietzsche come peccante del necessario rigore disciplinario.[178]

Inoltre si fa anche critico dell'art pour l'art, un movimento artistico tipicamente francese sorto come risposta all'impressionismo. Esso viveva l'arte come insensatezza, assenza di fine ultimo e soprattutto assenza di fine estetico, artistico. Tale atteggiamento è aspramente criticato da parte di Nietzsche.[179]

Lo stesso atteggiamento è perseverato da Nietzsche circa lo storicismo, una branca filosofica tipicamente ottocentesca. Infatti, la critica di Nietzsche verso tale disciplina si articola come critica all'atteggiamento per cui si agisce nei confronti della storia.[180]

La seconda Inattuale, di fatto, esprime la criticità del filosofo nei confronti della storia resa monumento, resa osanna e baluardo ma, al tempo stesso, resa la testimonianza vuota di un'epoca. L'Ottocento è per Nietzsche epoca inutile, trattata come un museo per gli incuriositi.[181][182]

In generale, le Inattuali di Nietzsche erano intese come un attacco alla cultura tedesca: da David Strauss[183] allo storicismo, dal plauso a Schopenhauer fino ai primi scetticismi su Wagner. Ma la seconda Inattuale «criticava un'erudizione storica inutile che finiva per trasformarsi in un macigno per la vita e lo sviluppo dei popoli.»[184]

Frontespizio della prima edizione della Nascita della tragedia, 1872

La musica nella fase tragica

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Secondo il Nietzsche della fase tragica, la musica è da interpretarsi come un residuo di tale cultura: nella tragedia, la musica rivestiva una componente dionisiaca, in seguito ammorbidita dall'opera apollinea. Di fatto, Nietzsche avrebbe accostato come usurpatore della musica tragica Socrate.[185][186][187]

Maschera teatrale di Dioniso, Louvre di Parigi

Ma la preferenza di Nietzsche per la tragedia, e in un certo senso dunque per Wagner, sarebbe mutata alla rottura personale con il compositore, che avrebbe portato il filosofo a criticare anche il suo pensiero operistico. Durante il suo soggiorno a Genova, Nietzsche assisté alla Carmen di Bizet, rimanendone estasiato e coronando egli come il suo compositore prediletto.[188]

La relazione tra la filosofia nietzschiana e la musica è stretta: l'autrice accademica Luisa Moradei avrebbe commentato dicendo proprio che Nietzsche è «tra i pochi [filosofi] ad avere uno stretto rapporto con la composizione musicale».[189] Ma l'obiettivo prefisso da Nietzsche, almeno in questa frazione di pensiero wagneriana e coronata dalla Nascita della tragedia e dalle Inattuali, era di superare la filosofia schopenhaueriana mediante l'estetica e l'affermazione artistica della vita, e di come, conseguentemente, l'arte rivesta la vita in sé[190] e, di conseguenza, la musica riveste la condizione di piacere monumentale per l'uomo.[191]

Fase illuminista-nichilista

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«La prima novità di quest'epoca è il ricorso agli aforismi. È probabile che scegliesse questa forma espressiva ispirandosi ai Pensieri di Blaise Pascal (1623-1662), ma si avverte anche l'influenza stilistica di moralisti come La Rouchefoucald [...] Certo è che l'aforisma ha reso difficoltosa la comprensione della sua opera, perché presuppone un contesto noto all'autore, ma spesso assolutamente sconosciuto per il lettore.»

Nel Nietzsche illuminista si assiste in primo luogo ad un importante cambiamento: l'accostamento della prosa in favore della poesia, o comunque degli aforismi e delle massime.[193] Nietzsche fece ciò in un chiaro segnale di distacco da Schopenhauer[174] a favore invece di Montaigne, autore per cui Nietzsche avrebbe sempre conservato grande stima[194], e Voltaire, a cui è dedicato Umano troppo umano.[195] In questo modo, Nietzsche invita il lettore a "ruminare", vale a dire a rintracciare più volte significati diversi a seconda dell'opera poiché «è appunto attraverso questo sguardo sempre interrogante che si comprende quell'idea di "grande salute" - "tale da non essere solo posseduta, ma conquistata e tale da dover essere conquistata incessantemente, perché la si sacrifica e la si deve sacrificare sempre di nuovo" - verso cui il pensiero di Nietzsche costantemente si dirige. Quell'idea in relazione alla quale la stessa filosofia nietzscheana si presenta come una filosofia-ponte, come un pensiero annunciativo».[196]

Busto di Michel de Montaigne, filosofo a cui Nietzsche è debitore per la prosa aforistica

Ma non c'è solo il mutamento stilistico: Nietzsche abbandona con ripudio l'influenza dei vecchi maestri (Schopenhauer e Wagner) e i temi affrontati nella sua precedente produzione. Il filosofo, piuttosto, opta per l'osservazione critica della realtà circostante, e dunque un conseguente approccio scientifico e metodologico nei confronti dello smascheramento dei valori occidentali, quali la religione, l'etica e la metafisica.[197]

Anche se, a dirla tutta, Nietzsche aveva poco da spartire con l'illuminismo: di fatto, il pensiero illuminista ed il suo sono in definitiva antitetici: Nietzsche critica Rousseau, la sua concezione individuale e sociale e critica anche la Rivoluzione francese, che giudica come il prodotto degli ideali sovversivi dell'illuminismo.[198]

Mediante il suo periodo illuministico, Nietzsche ha modo di prefiggere una nuova era, un'alba per l'avvenire dell'umanità. In verità è sin da qui che Nietzsche inaugura il suo progetto di trasvalutazione di tutto ciò che riveste l'umanità presente: moralità, valori, religione, progresso, senso di società. Nietzsche ambisce dunque alla distruzione di ciò che è vecchio in favore della creazione el nuovo.[199]

«Socrate apparteneva, per origine, al popolino: Socrate era plebaglia. Si sa, lo si vede ancora, quanto fosse brutto.»

Riprendendo le sue precedenti idee, in questa fase illuminista-nichilista, Nietzsche attacca il cristianesimo. Secondo Nietzsche la moralità cristiana esprime il rifiuto dell'amore per la vita e della creatività, della spontaneità del vivere naturale. Colui che per primo ha condizionato negativamente la civiltà occidentale verso questo annullamento della vita è stato, secondo Nietzsche, Socrate. Nietzsche sostiene che l'accettazione della condanna a morte per Socrate rappresenti l'estrema affermazione degli errori del filosofo e del suo rifiuto dei valori vitali.[201] Nietzsche accusa Socrate di essere una specie di populista[202], il quale si serve del consenso di un popolo ignorante facendone le veci.[202]

Non differente in termini di critica è la posizione di Nietzsche contro Platone e, per estensione, la metafisica, la quale altro non è che l'astrazione dal mondo nobile e virtuoso del corpo in favore di un altro mondo, quello dell'anima; così facendo, l'umanità è stata ingannata all'idealismo, al disprezzo della Terra, del corpo e delle virtù materiali.[203][204][205]

Contro la religione

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«Al cristianesimo la malattia è necessaria, pressappoco come alla grecità è necessaria un'esuberanza di salute - rendere malati è la vera intenzione recondita dell'intero sistema procedurale della Chiesa per salvare se stessa [...] una religione che ha insegnato a fraintendere il corpo, che non vuole sbarazzarsi delle superstizioni dell'anima, che fa dell'insufficiente nutrimento un "merito", che nella salute combatte una specie di nemico, di diavolo, di tentazione, che vuole dare da intendere che si possa portare in giro un'"anima perfetta" in un cadavere di corpo.»

Più che con la figura di Gesù Nietzsche è polemico contro il cristianesimo, sulla dottrina di Paolo di Tarso: quando Nietzsche lesse la Mia fede di Tolstoj, nella quale lo scrittore russo narrava della sua conversione al cristianesimo dopo una parentesi nichilista, Nietzsche rinvenne una critica di Tolstoj verso i dogmi ecclesiastici, nel suo caso della fede ortodossa, e verso San Paolo.[207][208]

Il Cristo, invece, è l'individuo che non partecipa alla collettività, al modus intellegendi condiviso, e sposta la sua attenzione verso la propria interiorità: probabilmente un riferimento a L'idiota di Dostoevskij, scrittore a cui Nietzsche si sente legato per i temi del nichilismo.[154]

Ribaltando le gerarchie di valori[209] Nietzsche afferma che la vittoria della morale degli schiavi mascherata da compassione universale, democrazia e diritti umani, ha rovesciato i valori tradizionali di bellezza sostituendoli con la venerazione della miseria.[210]

«Nessuno oggi ha più il coraggio di vantare diritti particolari, diritti di supremazia, un sentimento di rispetto dinanzi a sé e ai suoi pari – un pathos della distanza... La nostra politica è malata di questa mancanza di coraggio! – L'aristocraticità del modo di sentire venne scalzata dalle più sotterranee fondamenta mercé questa menzogna dell'eguaglianza delle anime; e se la credenza nel «privilegio del maggior numero» fa e farà rivoluzioni, – è il cristianesimo, non dubitiamone, sono gli apprezzamenti cristiani di valore quel che ogni rivoluzione ha semplicemente tradotto nel sangue e nel crimine!»

In questa prospettiva, soprattutto negli scritti più tardivi, Nietzsche si sarebbe opposto al socialismo, alla politica di massa, al partitismo ed alla democrazia liberale.[212][213][214][215][216][217]

Infine, Nietzsche dichiara che la morale deve essere superata in nome dell'esistenza evolutiva, in quanto «quel che si fa per amore, è sempre al di là del bene e del male».[218]

«Vi scongiuro, fratelli, restate fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di sovraterrene speranze! Essi sono degli avvelenatori, che lo sappiano o no. Sono spregiatori della vita, moribondi ed essi stessi avvelenati, dei quali la terra è stanca: se ne vadano pure!»

La prima bozza del dipinto di Munch in onore di Nietzsche
Nietzsche in un ritratto di Edvard Munch del 1906

La morte di Dio e la trasvalutazione di tutti i valori

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«Dio è morto! Dio resta morto! E lo abbiamo ucciso noi!»

L'affermazione "Dio è morto", la massima nietzscheana per eccellenza, ha lasciato e generato in seno interpretazioni variegate, sovente discordanti tra di loro. Ad esempio, sulla base di tale frase Nietzsche viene visto da alcuni come un ateo[221], ma altri critici come Kaufmann intendono la suddetta constatazione come un'interpretazione unica del concetto di divinità: lo spirito europeo come uccisore della coscienza religiosa, del Dio giudaico-abramita, allineando dunque Nietzsche come interprete del pensiero equivoco, dello smarrimento filosofico d'Europa.[222]

Altri ancora individuano in ciò del nichilismo russo anarchico, ateo e anche anticristiano.[223]

Nietzsche arriva dunque ad urgere una nuova moralità, da intendere come un nuovo modo di vivere per l'uomo contemporaneo che, a detta di Nietzsche, è stato ingannato dall'ascesi della morale cristiana.[224] Questo farebbe pensare quindi alla formula Dio è morto come a un lutto che deve essere superato, ed il suo superamento consiste nella creazione di una nuova percezione esistenziale, libera dai codici morali e teologici.[225][226]

Celebre è la figura dell'uomo folle che gira in pieno giorno con una lanterna accesa, dichiarando di star cercando Dio e attirandosi così lo scherno dei presenti. Alla richiesta di spiegazioni l'uomo afferma che Dio è morto, ovvero che nessuno crede più veramente.[227]

«Bisogna avere ancora il caos dentro di sé per generare una stella danzante.»

La pietra alla memoria di Nietzsche presso il lago di Sils, Sils-Maria, alta Engadina

L'oltreuomo procede metodicamente al di là delle convenzioni e dei pregiudizi che attanagliano l'uomo comune, avendo dei valori differenti da quelli della massa.[229] Egli solo è in grado di non sostituire ai vecchi idoli quelli nuovi, ma fondare il nuovo mondo, e quindi l'uomo attuale non è altro che «una corda tesa tra la scimmia e l'oltreuomo», secondo le stesse parole di Nietzsche.[230] L'oltreuomo è colui che ha compreso che è lui stesso a dare significato alla vita dicendovi «sì».[231] Egli non conosce bene e male, è al di là di essi; anche ciò che è negativo per gli uomini normali per lui diventa un male minore a volte pur necessario; anche i mali sono necessari: Zarathustra fa l'esempio del fare la guerra delle passioni e di calunnia, invidia, diffidenza, che solo l'oltreuomo può sopportare e trasformare in virtù.[232]

L'oltreuomo conosce e supera il senso tragico della vita trasformandolo in gioia e piacere[233][234], e secondo Nietzsche, il prototipo di oltreuomo era stato incarnato da Napoleone[235] e Goethe.[156][236]

L'Uroboro, il serpente che si morde la coda, simbolo esoterico della ciclicità del tempo

Nietzsche elabora un suo modo di intendere il tempo liberandolo dal trascendente e quindi dalla fiducia nell'avvenire, concezione che avrebbe per altro intrigato Milan Kundera, il quale menziona il filosofo e la sua teoria nell'Insostenibile leggerezza dell'essere.[237]

L'amor fati, concetto che si ricollega all'eterno ritorno, fu un caso fortuito per Nietzsche, il quale lo ponderò e lo ammirò da Spinoza e Emerson. In particolare, Nietzsche afferma che la vita dell'uomo, ossia la vita ripetitiva ed opprimente in cui il riscatto è costituito dall'azione e dal radicale cambiamento, si ricolleghi strettamente al fato e all'amore per esso, il quale priva dalla depressione esistenziale. Nietzsche afferma dunque la propensione per la vita e la sua affermazione mediante l'abbandono deciso dei residui del passato storico e l'abbraccio della ciclicità esistenziale e della sua tollerabilità.[238][239]

Fu Fabrizio Desideri a interpretare la filosofia nietzscheana come una filosofia "medica", in cui il filosofo si fa "dottore". Perciò suddivise la sua filosofia in un momento sintomatico, uno diagnostico e uno terapeutico.[240]

È inoltre evidente il debito della letteratura e della cultura europee verso Nietzsche, specie in Italia, con la poesia dei costumi e della decadenza di Gabriele D'Annunzio, il quale non solo dedicò a Nietzsche una poesia[241], ma traspose in italiano anche una sua composizione poetica, Hymnus an das Leben.[242]

Cronologia delle opere

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Bozza dell'incipit per Così parlò Zarathustra
Francobollo per il centenario della morte di Nietzsche
  1. ^ Non a caso, nella Germania del XIX secolo, la professione teologica oltreché pastorale permetteva un altissimo tenore di status ed anche di tutela da parte dello Stato prussiano; cfr. Fini, p. 19, e vi si cita:

    «Prima di essere catapultato a Röcken, Ludwig Nietzsche era stato precettore ad Altenburg delle principesse Therese, Elisabeth e Alessandra. Della vita di corte aveva conservato l’amore per il vestire elegante, la cortesia affettata e una certa solennità, tutte cose che trasmetterà al figlio. Era serio, pio, sensibile, esile, delicato. Suonava il pianoforte ed era certamente più colto della media dei suoi colleghi di campagna.»

  2. ^ Si riporta, a proposito, un passo estratto dal libro di Fini, a p. 22, che spiega tale senso di smarrimento, perdurato per tutta la vita. Una lettera del 1885 indirizzata a madre e sorella recita:

    «Naumburg... non vi sono nato, non mi è mai diventata familiare»

  3. ^ Dall'epistolario 1850-1869, a p. 61, traspare questo grande interesse condiviso con Pinder. Si menziona infatti:

    «Prometeo è diventato ora per me un argomento molto interessante e mi piacerebbe molto che noi due annotassimo le nostre idee in proposito. [...] Annotati poi tutte le idee che ti vengono in mente a un esame più attento; io farò altrettanto [...]»

  4. ^ Il wagnerismo di Nietzsche in quegli anni è tuttavia dibattibile: di certo vi fu una rottura nelle preferenze musicali di Nietzsche, che iniziarono per l'appunto a vertere verso la musica moderna di quel tempo, ma è difficile ricostruire i pensieri di Nietzsche su Wagner di quegli anni. Sviluppò una grande passione per la Tristano e Isotta ma non si hanno fonti che testimoniano una profonda passione per Wagner che si sarebbe sviluppata negli anni di Lipsia; cfr. Abraham, p. 27.
  5. ^ Di fatto, a partire dal 1861, Nietzsche entrò in contatto con una visione filosoficamente materialista della religione. Viene ricordata addirittura una specie di discussione circa questo argomento della Pasqua 1861 tra il giovane Nietzsche e sua madre Franziska, forse scaturita dal fatto che Nietzsche parlava a sua sorella di un'opera razionalista e critica della religione: Das Leben Jesu di Karl von Hase; cfr. Hayman, p. 39.
  6. ^ Nietzsche, in verità, scrisse diverse battute e scherzi in chiave goliardica per un compito assegnatogli, il quale consisteva nel riportare minuziosamente le carenze di materiale della scuola; cfr. Young, p. 30, le lettere selezionatecontenenti la lettera del 10 novembre 1862 e infine l'epistolario 1850-1869, p. 225, del quale si riporta:

    «Ogni settimana un alunno della prima [della prima superiore, vale a dire l'ultimo anno di liceo] ha il compito di eseguire l'ispezione settimanale dell’edificio scolastico: deve cioè annotare tutto ciò che necessita di riparazione nelle stanze, negli armadi, nelle aule eccetera, e consegnare all'ufficio di ispezione un biglietto con tutte queste annotazioni. La settimana scorsa questa mansione toccava a me: ora mi venne in mente di rendere più divertente questa faccenda, piuttosto monotona, ricorrendo a un po' di umorismo, e compilai così un biglietto in cui tutte le annotazioni erano scritte in chiave comica. I severi insegnanti rimasero molto stupiti che si potesse mescolare dello spirito in una faccenda così seria, e mi invitarono a presentarmi sabato davanti al sinodo ove mi assegnarono, come punizione, non meno di tre ore di carcere e la perdita di alcune passeggiate. Se avessi da rimproverarmi una colpa diversa dall’imprevidenza, sarei molto arrabbiato; ma, stando così le cose, non me ne sono preoccupato minimamente e mi limito a ricavarne la lezione a stare più attento con gli scherzi un'altra volta.»

  7. ^ A Nietzsche, effettivamente, non è che piacesse la filologia: maturò interessi profondissimi per le materie scientifiche, di fatto, che tuttavia non ebbe modo di coltivare appieno a causa della scarsissima educazione scolastica che vi ricevette. Dalle lettere selezionatela lettera del 2 maggio 1863 fa evincere questo sentimento di indecisione e quasi smarrimento che provava.

    «Per quanto riguarda il mio futuro, sono proprio le considerazioni di carattere pratico che mi preoccupano. La decisione circa quello che devo studiare non viene da sola. Perciò debbo rifletterci io stesso e scegliere: ed è proprio questa scelta che mi si presenta difficile. Certamente, una volta deciso cosa studiare, la mia aspirazione è di studiarlo a fondo; ma la scelta è resa ancora più difficile dalla necessità di scegliere, tra tante, quella materia nella quale si può sperare di produrre qualcosa di compiuto.»

  8. ^ Durante le sue vacanze pasquali, Nietzsche scrisse all'amico von Gersdorff della sua condizione gioiosa: studiava Teognide, poiché Ritschl glie lo aveva raccomandato caldamente, leggeva Schopenhauer e passeggiava in quieta solitudine. Tali dettagli, che potrebbero sembrare insignificanti e superficiali, permisero in realtà di ricostruire il contesto di leggerezza e serenità provato da Nietzsche durante tutti i suoi anni tra Lipsia e Naumburg (che vanno dal 1866 al 1869); cfr. le lettere selezionatelettera del 7 aprile 1866, e l'epistolario 1850-1869, pp. 419-423.
  9. ^ Nietzsche ritenne persino necessario avvertire la madre e la sorella, scrivendo dunque una lettera di entusiasmo per il clima filo-prussiano instauratosi a Lipsia. Scrisse Nietzsche:

    «Fondare lo Stato unitario tedesco, in questo modo rivoluzionario, è un colpo ardito di Bismarck; coraggio e coerenza senza scrupoli non gli mancano certo, tuttavia egli sottovaluta le forze morali che sono nel popolo. In ogni caso, le ultime mosse sono eccellenti: soprattutto egli ha saputo rovesciare sull'Austria una gran parte, se non la maggior parte, della responsabilità.»

    Dall'epistolario 1850-1869, p. 435.

  10. ^ Agli inizi di luglio 1866, Nietzsche scrisse a von Gersdorff, il quale stava trascorrendo il suo periodo di leva militare, affermando:

    «[...] dobbiamo essere fieri di avere un simile esercito, anzi, addirittura, — horribile dictu — un tale governo, che non fa i suoi programmi soltanto sulla carta, ma li rispetta con la massima energia, con enorme dispendio di denaro e di sangue [...]»

    Dall'epistolario 1850-1869, p. 444.

  11. ^ Nietzsche descrisse a Rohde la meticolosità dei suoi incarichi militari, ma giunse ad affermare:

    «[...] ora ho modo di utilizzare la mia filosofia nella pratica: non mi sono mai sentito umiliato, neppure per un attimo, anzi spesso ho sorriso, come se mi trovassi davanti a qualcosa di irreale.»

    Questo fa trasparire il sentimento di entusiasmo che caratterizzò il fermo militare di Nietzsche; cfr. l'epistolario 1850-1869, pp. 538-539.

  12. ^ La sorella di Nietzsche, Elisabeth, riporta la citazione del fratello da Ecce homo nella quale Nietzsche afferma di essere divenuto un wagnerista sin dal momento in cui venne a contatto con la Tristano e Isotta. Ma la sorella rammenta che tale ammirazione si sviluppò in chiave amatoriale nel 1860, con la società Germania, che inaugurò con i suoi due compagni Wilhelm Pinder e Gustav Krug a fini letterario-artistici. Furono dunque durante gli anni di Pforta che Nietzsche acquisì la conoscenza di Wagner, ma la passione per tale figura si sviluppò solamente a Lipsia durante gli anni universitari; cfr. l'epistolario Nietzsche-Wagner, p. 1.
  13. ^ La suddetta lettera sarebbe estratta dall'epistolario 1850-1869, pp. 642-650, e riconfermata dalle lettere selezionatequi citata. In tale lettera Nietzsche descrisse all'amico Rohde il tragicomico susseguirsi di eventi che lo portò alla fine alla conoscenza del compositore. Si riporta in particolare il seguente passo, estratto dall'epistolario 1850-1869, pp. 647-648:

    «Entriamo nel salotto assai accogliente dei Brockhaus: tranne i parenti stretti, Richard e noi due, non c’è nessun altro. Vengo presentato a Richard e gli rivolgo alcune parole di ammirazione; egli vuole sapere esattamente come mi sono accostato alla sua musica, inveisce violentemente contro tutte le esecuzioni delle sue opere, fatta eccezione per quelle famose di Monaco, prende in giro i direttori [...]. Ora ti dirò in breve cosa ci riserbò quella serata: emozioni talmente piacevoli e di un sapore così particolare che a tutt'oggi ne sono ancora preso, e non riesco a fare nulla di meglio che parlare con te, amico diletto, e annunciare "la straordinaria novella".»

  14. ^ Nietzsche comunicò la scelta di unirsi allo sforzo bellico prussiano ai Wagner; Cosima, pur avendo ascendenze francesi che addirittura la connettevano al ministro di guerra francese, sosteneva la causa dei prussiani come il marito, ma caldeggiò Nietzsche a non partire. Al contrario, lo invitò, forse con tono ironico, a donare pacchetti di sigarette per i soldati al fronte. Ciononostante, Nietzsche partì come volontario della Croce Rossa a Wörth, testimoniando alcune vittorie tedesche; cfr. Young, p. 136.

Bibliografiche

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  9. ^ a b c Hayman, p. 17.
  10. ^ Cate, p. 6.
  11. ^ a b Young, p. 7.
  12. ^ Hayman, p. 21.
  13. ^ Beonio-Brocchieri, p. 9.

    «[...] l'uragano scoppia e il fulmine percuote la famiglia nel suo centro vitale. Il padre muore di un oscuro male che gli dilania il cervello tra spasimi atroci. L'organo dell'antica parrocchia di Röcken, dal quale il piccolo Fritz aveva ascoltato per la prima volta le voci profonde di Bach e di Beethoven evocate dalla cara mano paterna, è fatto muto.»

  14. ^ Fini, p. 20.
  15. ^ a b Hayman, p. 18.
  16. ^ a b Cate, p. 8.
  17. ^ Young, p. 9.
  18. ^ a b Abraham, p. 13.
  19. ^ Fini, p. 21.
  20. ^ Young, p. 10.
  21. ^ Young, p. 12.
  22. ^ Hayman, p. 19.
  23. ^ Fini, p. 22.
  24. ^ Abraham, pp. 20-21.
  25. ^ a b c Hayman, p. 27.
  26. ^ Beonio-Brocchieri, p. 8.
  27. ^ a b c Young, p. 21.
  28. ^ Abraham, p. 21.
  29. ^ Fini, p. 26.
  30. ^ a b Hollingdale, p. 19.
  31. ^ Young, p. 26.
  32. ^ Beonio-Brocchieri, p. 10.

    «A quattordici anni gli è concessa una borsa di studio ed entra nel collegio di Pforta. [...] Nietzsche si adatta al giogo disciplinare. Non si lagna, studia, si irrobustisce nello spirito e nel corpo.»

  33. ^ Hayman, p. 30.
  34. ^ a b c Safranski, p. 20.
  35. ^ a b c d Young, p. 28.
  36. ^ a b Hayman, p. 34.
  37. ^ Fini, p. 27.

    «A scuola va bene, è spesso primo del suo corso, ma non sempre, anche perché zoppica vistosamente in matematica. Comunque non è un "secchione", non più degli altri perlomeno. Anche a Pforta non lega molto con i compagni. È contrario al fumo, beve pochissimo vino, alla birra preferisce, come una vecchia zia, i dolciumi, le tazze di cioccolato e di tè, evita i giochi chiassosi e nelle questioni di sesso è pudicissimo. Si lamenta, nei suoi diari, che a Jena, dove si è recato in gita, "si corre un po’ troppo la cavallina" e l'incontro casuale con un'associazione di goliardi, "famigerata per le bevute e i duelli", lo scandalizza. È naturale che un tipo così non avesse alcun ascendente sui compagni e vivesse in un onesto anonimato. Il giovane Nietzsche era tutto fuorché un leader.»

  38. ^ a b c Young, p. 27.
  39. ^ Abraham, p. 24.
  40. ^ a b Hayman, p. 37.
  41. ^ Abraham, p. 26.
  42. ^ Abraham, p. 19.
  43. ^ a b Fini, p. 28.
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  45. ^ a b Hayman, p. 38.
  46. ^ Young, p. 5.
  47. ^ Beonio-Brocchieri, p. 7.
  48. ^ Young, pp. 28-29.
  49. ^ Young, p. 29.
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  51. ^ Hayman, p. 42.
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  64. ^ Abraham, p. 33.
  65. ^ Abraham, p. 34.
  66. ^ Beonio-Brocchieri, p. 14.

    «Passando all'Università di Bonn, Nietzsche si trova d'un tratto sbalzato in pieno ambiente goliardico. Qui la vita studentesca assume aspetti ben differenti da quelli del passato. Chiasso, turbolenza e baldoria. Ribellioni della esuberante giovinezza che si inebbria di sole e di moto lungo le rive del Reno; canzoni, avventure e duelli. Dopo breve esperienza Nietzsche si apparta.»

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  124. ^ a b c d Young, p. 106.
  125. ^ Desideri, p. 841.

    «C'è un unico caso nel quale riconosco un mio uguale — lo confesso con profonda gratitudine. La signora Cosima Wagner è di gran lunga la natura più nobile; e, per non tacere nulla, dirò che Richard Wagner è stato l'uomo di gran lunga più affine a me...»

  126. ^ a b c Epistolario Nietzsche-Wagner, p. 10.
  127. ^ Epistolario Nietzsche-Wagner, pp. 10-11.
  128. ^ a b Epistolario Nietzsche-Wagner, p. 11.
  129. ^ Abraham, p. 54.
  130. ^ Desideri, p. 652.

    «[…] quale uomo accorto scriverebbe ancora una parola onesta su se stesso? — […] Ci viene promessa un'autobiografia di Richard Wagner: chi dubita del fatto che sarà una biografia accorta?»

  131. ^ Safranski, p. 19.
  132. ^ a b Abraham, p. 57.
  133. ^ Young, p. 136.
  134. ^ Young, p. 137.
  135. ^ Young, p. 3.
  136. ^ Beonio-Brocchieri, p. 31.

    «Torce lo sguardo dai saturnali Bismarckiani celebrati con facile baldanza sotto la vinta capitale nemica, e torna allo studio.»

  137. ^ Abraham, p. 59.
  138. ^ a b Abraham, p. 60.
  139. ^ a b Abraham, p. 61.
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    «L'opera [La nascita della tragedia] suscitò in Ritschl, suo professore e mentore, una profonda delusione. [...] Il vecchio professore scrisse nel suo diario con un velo di sarcasmo che quel libro era un "ingegnoso inebriamento" e, riferendosi alla lettera del suo ex alunno, annotò: "Lettera fantastica di Nietzsche (= megalomania")»

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  200. ^ Desideri, p. 712.
  201. ^ Desideri, p. 711.

    «Persino Socrate disse, in punto di morte: "vivere — è come esser malati a lungo: debbo un gallo ad Asclepio salvatore"»

  202. ^ a b Desideri, pp. 711-714.
  203. ^ Desideri, p. 718.

    «Il mondo vero lo abbiamo eliminato: quale mondo è rimasto? quello apparente, forse?... Ma no! Col mondo vero abbiamo eliminato anche quello apparente

  204. ^ Desideri, pp. 758-761.
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  206. ^ Desideri, p. 805.
  207. ^ Informazioni reperite presso: Hernández, p. 100. Vi si cita:

    «Per Nietzsche, Paolo era in realtà un "disangelista" [...] poiché corruppe e falsificò la Buona Notizia. Genio del male e apostolo della vendetta, non cessò mai di essere Saulo - il suo nome ebraico -, il persecutore dei cristiani, ma prese a farlo con una strategia ben più subdola. [...] i primi cristiani, con Paolo in testa, furono in realtà i veri anticristiani.»

  208. ^ Desideri, p. 813.
  209. ^ Losurdo, pp. 711-745.
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