Chefchaouen
Chefchaouen comune | |
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شفشاون ⵜⵛⴻⴼⵜⵛⴰⵡⴻⵏ | |
Localizzazione | |
Stato | Marocco |
Regione | Tangeri-Tetouan-Al Hoceima |
Provincia | Chefchaouen |
Amministrazione | |
Sindaco | Mohamed Soufiani |
Territorio | |
Coordinate | 35°10′17″N 5°16′10.99″W |
Altitudine | 564 m s.l.m. |
Abitanti | 35 709 (2004) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 91000 |
Fuso orario | UTC+0 |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Chefchaouen (in arabo شفشاون?, Shafshāwan; in berbero ⴰⵛⵛⴰⵡⵏ, Ashawen) è una città del Marocco, capoluogo della provincia omonima, nella regione di Tangeri-Tetouan-Al Hoceima. Da un punto di vista etnico, gli abitanti appartengono alle tribù berbere del Rif, con una minoranza di arabi e altre etnie.
La città è anche conosciuta come Šifšāwn, Shifshawn, Chefchaouène, Chaouen, Cefcawen, Chechaouèn, Xauen, Šifšāwan'.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La città fu fondata nel 1471. La sua popolazione originaria era composta principalmente da esiliati andalusi, tanto musulmani quanto ebrei, ragion per la quale la parte antica della città ha un aspetto molto simile a quella dei paesi andalusi, con piccole vie dal tracciato irregolare. Chefchaouen si adagia su di una piccola valle. La parte più antica della città cresce verso l'alto della montagna, e nel punto più alto si trovano le sorgenti di Ras al-Ma. Il centro della città è la piazza di Uta al-Hamman, dove si trova la fortezza e una moschea con torre di base ottagonale. La città nuova è stata costruita più in basso.
Per molti secoli fu considerata come una città sacra, dove era proibito l'ingresso agli stranieri, permesso solo in tempi molto recenti. Furono le truppe spagnole ad aprire Chefchaouen una volta preso il controllo della zona nord del Marocco per instaurare il loro protettorato. Chefchaouen fu una delle principali basi dell'esercito spagnolo, e in questa città si alzò per l'ultima volta la bandiera spagnola nel 1956.
Numerosi cittadini spagnoli si stabilirono in città nel corso degli anni del protettorato spagnolo. La stragrande maggioranza di questi immigrati era originaria dell'Andalusia, in particolare dalle province di Cadice e di Malaga. Molti di loro erano commercianti o artigiani e vivevano negli stessi quartieri dei marocchini. Nel 1946 gli immigrati spagnoli rappresentavano il 7,5% della popolazione cittadina. La maggior parte della comunità abbandonò la città in seguito all'indipendenza del Marocco, negli anni 1950.[1]
Come in altre città che facevano parte del protettorato spagnolo, gran parte dei suoi abitanti parla la lingua spagnola. Oggigiorno, Chefchaouen è un importante centro turistico.
Luoghi di interesse
[modifica | modifica wikitesto]Definita la "città blu" per via della tipica colorazione azzurra delle sue case, la città era considerata una "città santa". Tra i luoghi d'interesse vi sono:
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Gemellaggi
[modifica | modifica wikitesto]- Casamassima, dal 2019
Galleria d'immagini
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Case della medina (città vecchia).
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Scorcio della medina (città vecchia).
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Giardini all'interno della kasbah.
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Cats on the street in the city of Chefchaouen
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Street in the city of Chefchaouen
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Alley of the city of Chefchaouen
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Marocco-19000A1000-C-1005109
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Cats in the city of Chefchaouen
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Alley of the city of Chefchaouen
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Alley in the city of Chefchaouen
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Alley in the city of Chefchaouen
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (FR) Gérard Crespo, Les Espagnols au Maroc, 1859-1975: De la guerre d’Afrique à l’indépendance du Sahara Espagnol, p. 154.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francisco Moscoso García, El dialecto árabe de Chaouen (norte de Marruecos). Estudio Lingüístico y textos, Zaragoza, Universidad de Cádiz, 2003.
- Emma Natividad, "Le dialecte de Chefchaouen", in: J. Aguadé, P. Cressier, V. Ángeles (eds.), Peuplement et arabisation au Maghreb occidental. Dialectologie et histoire, Madrid-Zaragoza, Casa de Velázquez-Universidad de Zaragoza, 1998, ISBN 8486839858, p. 109-120.
- Ugo Tonietti, Il Marocco del Rif: Chefchaouen", cap. 1 di L'arte di abitare la terra, Roma, L'Asino d'oro, 2011, ISBN 978-88-6443-068-3, pp. 3–13.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chefchaouen
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Chefchaouen è davvero la Perla blu del Marocco?, su Treeaveller.it.
- (EN) The blue city: Chefchaouen - Morocco, su ilovetraveling.org.
- (EN) La città su World Gazetteer, su world-gazetteer.com (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
- (EN) La città su Falling Rain Genomics, Inc., su fallingrain.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 126842191 · LCCN (EN) n97112398 · BNF (FR) cb12563714w (data) · J9U (EN, HE) 987007537903305171 |
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