Anna Campbell
Anna Campbell | |
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Soprannome | Hêlîn Qereçox |
Nascita | Lewes, 1991 |
Morte | Distretto di Afrin, 15 marzo 2018 |
Cause della morte | bombardamento |
Dati militari | |
Paese servito | Rojava |
Unità | Unità di Protezione delle Donne |
Anni di servizio | 2016-2018 |
Guerre | Guerra civile siriana |
Campagne | Operazione Ramoscello d'Ulivo |
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Anna Montgomery Campbell (nota anche con il nome di battaglia Hêlîn Qereçox) (Lewes, 1991 – Distretto di Afrin, 15 marzo 2018) è stata un'anarchica e militare inglese, femminista e attivista per l'abolizione delle carceri che combatté con l'Unità di Protezione delle Donne (YPJ) del Rojava durante la guerra civile siriana.
Fu uccisa nel Rojava in un attacco missilistico delle Forze armate turche[1][2]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Famiglia, educazione e attivismo
[modifica | modifica wikitesto]Campbell nacque a Lewes, nell'East Sussex, in Inghilterra, figlia del musicista rock progressivo Dirk Campbell.[3][4] Sua madre era Katherine Emma "Adrienne Katie", nata Bridges, seconda moglie di suo padre.[5]
Campbell aveva antenati militari che prestarono servizio nella Royal Navy e nella Royal Artillery. Suo nonno partecipò con il Royal Tank Regiment alla seconda guerra mondiale.
Studiò alla St Mary's Hall di Brighton, poi frequentò l'Università di Sheffield prima di trasferirsi a Bristol, dove lavorò come idraulica.[6] Campbell è stata coinvolta in molte azioni politiche, comprese le proteste studentesche del Regno Unito del 2010, e collaborò con Hunt Saboteurs Association, Anarchist Black Cross e altre organizzazioni e progetti anarchici e per l'abolizione delle carceri, inclusi quelli internazionali come ZAD de Notre-Dame-des-Landes.[1][7]
Coinvolgimento nel conflitto del Rojava
[modifica | modifica wikitesto]Durante il conflitto del Rojava, Campbell ha combattuto con le YPJ nella campagna di Deir el-Zor, dove era presente una roccaforte dello Stato Islamico. Venne anche coinvolta nelle attività dell'YPJ a sostegno dei diritti delle donne in Kurdistan. Secondo il New York Times, fu mossa dalla difesa di "una regione autonoma, prevalentemente curda nel nord della Siria, nota come Rojava, i cui leader sostengono una politica laica, democratica ed egualitaria, con pari diritti per le donne".[8]
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Campbell fu uccisa da un attacco missilistico delle forze armate turche durante l'Operazione Ramoscello d'Ulivo nel cantone di Afrin.[2][9] L'YPJ affermò in un suo comunicato:
È la prima donna britannica a morire combattendo per le YPJ.[12]
Dopo l'annuncio della morte di Campbell, suo padre avviò una campagna per recuperare il suo corpo, che non poteva essere localizzato dalle organizzazioni umanitarie fino a quando non fosse entrato in vigore un cessate il fuoco in quell'area.[13] Dirk Campbell accusò il governo britannico di "una totale mancanza di attività" nell'aiutare a recuperare il corpo della figlia,[14] che nel 2022 non era ancora stato riottenuto.[15][16]
In risposta alla morte di Campbell ci furono varie proteste in tutto il mondo, manifestanti del Bristol Kurdish Solidarity Network (BKSN) e amici e sostenitori di Anna Campbell bloccarono gli uffici di BAE Systems a Bristol, la città in cui in precedenza Anna viveva. Gli attivisti accusarono la compagnia di fornire armi alla Turchia che erano state usate contro i civili in Rojava.[17] Un'altra protesta a Bristol si tenne un anno dopo la morte di Anna, bloccando una grande rotatoria e causando problemi al traffico nell'area locale.[18] Anche dei graffiti spuntarono in città a dimostrazione di solidarietà, in particolare nei quartieri di Easton e St Pauls, dove hanno sede molti dei progetti anarchici di cui lei faceva parte.[19]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Rest in Power Anna, in Empty Cages Collective. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2019).
- ^ a b (EN) Matt Blake, British woman killed fighting Turkish forces in Afrin, in The Guardian, 19 marzo 2018. URL consultato il 30 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2019).
- ^ (EN) Laura Martin, Anna Campbell: What happened to the woman from East Sussex who went to fight Isis in Syria, in I News, 25 giugno 2019. URL consultato il 21 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2019).
- ^ (EN) Matt Blake, Anna Campbell's father: 'I don't think I had any right to stop her fighting in Syria', in The Guardian, 1º aprile 2018. URL consultato il 2 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2019).
- ^ (EN) Adrienne 1960–2012, su dirkcampbell.co.uk. URL consultato l'8 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2020).
- ^ (EN) Katie Gibbons e Richard Spencer, Anna Campbell killed fighting alongside female Kurdish unit in Syria, in The Sunday Times, 18 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2021).
- ^ a b (EN) Steve Sweeney, Bring Anna Home, in Morning Star, 26 ottobre 2019. URL consultato il 14 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2020).
- ^ (EN) Richard Pérez-Peña, Drawn to a Cause, British Woman Dies Fighting Alongside Kurds in Syria, in The New York Times, 19 marzo 2018. URL consultato il 28 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2019).
- ^ (EN) Alexander Norton, I fought with the YPG and I'm upset by the patronising reaction to Anna Campbell's death, in The Independent, 20 marzo 2018. URL consultato il 30 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2019).
- ^ (EN) British woman killed while fighting in Syria was 'fearless and noble', in Shropshire Star, 19 marzo 2018. URL consultato il 17 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2020).
- ^ (EN) Memorial for YPJ martyr Anna Campbell in London, in ANF News, 1º settembre 2019. URL consultato il 14 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2020).
- ^ (EN) Matt Blake, 'Thousands could die': female British fighter urges support for Syria's Kurds, in The Guardian, 23 marzo 2018. URL consultato il 27 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2019).
- ^ (EN) Dan Warburton, Dad of a Brit killed fighting ISIS launches desperate bid to bring home her body, in Mirror, 24 marzo 2018. URL consultato il 27 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2019).
- ^ (EN) Martin Evans, Father of British woman killed in Syria demands more help to repatriate her body, in The Telegraph, 21 marzo 2018. URL consultato il 27 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2019).
- ^ (EN) Susan King, Grieving Lewes father of Anna Campbell takes legal action to bring her body home, in Sussex Express, 24 ottobre 2019. URL consultato il 21 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2019).
- ^ (EN) Matty Edwards, 'Help me bring my daughter's body home': Dad of Anna Campbell speaks out, in The Bristol Cable, 19 maggio 2022. URL consultato il 20 luglio 2022.
- ^ (EN) Tristan Cork, 'Anna is with us' – Protest blockades BAE office over death of activist, in Bristol Post, 23 marzo 2018. URL consultato il 27 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2019).
- ^ (EN) Emma Grimshaw e Daniel Chipperfield, LIVE: Large police presence as protests block busy Bristol roundabout, in Bristol Live, 16 marzo 2019. URL consultato il 4 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2020).
- ^ (EN) Joseph Smith, Graffiti, signs and messages of love for Anna Campbell spring up across Bristol, in Bristol Live, 24 marzo 2018. URL consultato il 4 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2021).
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Anna Campbell, su IMDb, IMDb.com.