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Emil Jannings

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Emil Jannings
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior attore 1929

Emil Jannings, nato Theodor Friedrich Emil Janenz[1] (Rorschach, 23 luglio 1884Strobl, 3 gennaio 1950) è stato un attore tedesco naturalizzato austriaco.

Fu il massimo esponente del cinema del suo paese negli anni venti e trenta rappresentando egregiamente il tipo romantico-ottocentesco del grande attore di prosa. Di vigorose capacità grottesche e istrioniche, talvolta debordanti, ma potenti caratterizzazioni psicologiche, vinse il premio come miglior attore protagonista alla 1ª edizione dei premi Oscar nel 1929. È, al 2023, l'unico attore tedesco ad aver vinto in questa categoria.

Jannings insieme al ministro della Propaganda Goebbels a St. Wolfgang nel 1938

Nato Theodor Emil Janenz, era figlio di Emil Janenz, un imprenditore statunitense di Saint Louis e di Margarethe Schwabe, una donna tedesca. Dopo aver vissuto a Lipsia e a Görlitz, a soli sedici anni fuggì di casa per imbarcarsi come marinaio. Di ritorno dalla sua esperienza in mare, della quale fu molto deluso, si avvicinò al teatro più per necessità che per vocazione ma le sue doti furono tuttavia notate dal grande Max Reinhardt, che lo volle nella sua compagnia. Entrò nel cinema nel 1914 e venne valorizzato dal regista Ernst Lubitsch, che vide in lui l'interprete ideale dei suoi film pseudostorici, basati sulla rievocazione, in tono enfatico e volutamente caricaturale, di personaggi celebri, quali il Luigi XV di Madame du Barry (1919) e l'Enrico VIII di Anna Bolena (1920).

Sempre in questa direzione, lo si ricorda in film diretti da Dimitri Buchowetzki come Danton (1920), Otello (1922), Pietro il Grande (1923) e nella parte di Nerone del Quo vadis? (1924) che interpretò a Roma, per la regia di Georg Jacoby e Gabriellino D'Annunzio.

Jannings legò il suo nome alle più significative realizzazioni della produzione tedesca del tempo, con film quali L'ultima risata di Friedrich Wilhelm Murnau, Tre amori fantastici (noto anche col titolo Il gabinetto delle figure di cera) di Paul Leni, Njù di Paul Czinner, Varieté di Ewald André Dupont (tutti del 1925-1926), nei quali concentrò i suoi mezzi espressivi nell'interpretazione di personaggi tipicamente germanici e suggestivamente simbolici.

In questa chiave la sua prova maggiore resta quella del professor Rath in L'angelo azzurro (1930) accanto a Marlene Dietrich, dove espresse il suo gusto per il naturalismo, gusto che adeguò poi al clima nazista, con ritratti a tutto tondo di personaggi storici, da Robert Koch in La vita del dottor Koch (1939), a Paul Kruger in Ohm Kruger l'eroe dei Boeri (1941), film che gli meritarono la designazione di attore ufficiale della Germania di Hitler. Jannings fu anche negli Stati Uniti (1927-1929), dove interpretò sei film, ottenendo il Premio Oscar per Crepuscolo di gloria (1928) e Nel gorgo del peccato (1928).

Nel 1945 Jannings lasciò il cinema e si ritirò in Austria, a Strobl nei pressi di Salisburgo. Due anni dopo, nel 1947 divenne cittadino austriaco. Morì il 3 gennaio 1950, all'età di 65 anni, colpito da un cancro al fegato. È sepolto nel cimitero di St. Wolfgang.

Film e documentari dove appare Emil Jannings

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Doppiatori italiani

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Premi e riconoscimenti

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Festival del cinema di Venezia

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  1. ^ JANNINGS, Emil, su treccani.it. URL consultato il 4 agosto 2022.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Oscar al miglior attore Successore
- 1929
per Crepuscolo di gloria e
per Nel gorgo del peccato
Warner Baxter
per Notte di tradimento
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