Ambra grigia

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Ambra grigia
Fumigazione di ambra grigia (John Singer Sargent, "Fumée d'Ambre Gris", 1880)

L'ambra grigia è una sostanza fortemente odorosa prodotta dall'intestino dei capodogli ed è utilizzata per la realizzazione di profumi.

Origine

La sostanza viene prodotta naturalmente come secrezione biliare per difendere le mucose intestinali del capodoglio dai resti indigesti dei molluschi cefalopodi, di cui i capodogli si nutrono, indurendosi intorno ai residui della digestione ed inglobandoli. Il principale costituente chimico dell'ambra grigia è l'ambreina e l'attrazione che il suo odore esercita è dovuta al grande contenuto di feromone analogamente ad altre sostanze aromatiche di origine animale, come il castoreum.

L'ambra grigia viene espulsa naturalmente dal capodoglio attraverso le feci, oppure, in caso di accumuli eccessivamente grandi per essere espulsi attraverso il tratto fecale, viene occasionalmente rigurgitata. In entrambi i casi vengono a formarsi masse solide in forma di blocchi che, una volta espulsi, possono galleggiare, spinti dalle correnti, fino ad essere ritrovati sulle coste; tipicamente questo accade nell'Oceano Indiano (in India o in Africa orientale).

Lasciata seccare al sole si ammorbidisce ed acquista un ottimo profumo e la proprietà di fissare gli odori.

Storia

In passato era bruciata come incenso, perché sprigionava un odore gradevole ed ebbe fama di potente afrodisiaco. Viene citata tra i prodotti della caccia alle balene anche nel Moby Dick di Herman Melville e nel "Il Milione" di Marco Polo. È storicamente un ingrediente di base dell'industria profumiera e nel periodo coloniale costituiva un ragguardevole cespite nell'economia della Somalia italiana e di altre regioni del corno d'Africa.

L'attuale rarità della sostanza naturale, dovuta alla riduzione progressiva del numero dei capodogli a causa della pesca indiscriminata, ha spinto le industrie profumiere ad associarsi nella ricerca di un sostituto sintetico.

Rinvenimenti fossili

Ambra grigia fossile è stata rinvenuta per la prima volta dentro argille pleistoceniche in Umbria. È stata riconosciuta tale a seguito di analisi geochimiche, che hanno rivelato la presenza in mineralizzati di becchi di calamari, di molecole organiche compatibili con questa origine. Sono stati rinvenuti 25 di questi icnofossili, in un'area di 1.200 m² caratterizzati da ragguardevoli dimensioni: sono strutture ricche in carbonato di calcio, di circa 30-60 centimetri di altezza e larghi da 60 centimetri a 1,2 metri, con forma elicoidale concentrica[1].

Note

  1. ^ Angela Baldanza, Roberto Bizzarri, Federico Famiani, Paolo Monaco, Roberto Pellegrino, Paola Sassi, Enigmatic, biogenically induced structures in Pleistocene marine deposits: A first record of fossil ambergris, Geology, G34731.1, 30 luglio 2013, doi:10.1130/G34731.1 abstract

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