Giornalista: differenze tra le versioni

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I primi sono coloro che esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista; i secondi sono coloro che svolgono attività giornalistica occasionale e retribuita anche se esercitano altre professioni o impieghi.<ref>{{Cita web |url=http://www.odg.it/content/legge-n-691963 |titolo=Legge n. 69/1963 {{!}} ODG<!-- Titolo generato automaticamente -->, art. 1, IV comma). |accesso=16 dicembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131218141435/http://www.odg.it/content/legge-n-691963 |dataarchivio=18 dicembre 2013 |urlmorto=sì }}</ref> Possono divenire giornalisti professionisti solo coloro che hanno svolto almeno 18 mesi di [[praticantato]] in una redazione sotto la direzione di altri professionisti. Successivamente devono superare un esame scritto e orale; per legge la commissione esaminatrice dev'essere presieduta da un magistrato. Vi sono inoltre alcune scuole post-universitarie che permettono di poter sostenere l'esame di giornalista professionista senza effettuare il praticantato. Oltre all'elenco dei professionisti e dei pubblicisti, esiste anche l'elenco speciale, al quale possono iscriversi tutti coloro che, pur non essendo giornalisti professionisti o pubblicisti, sono chiamati a dirigere testate tecniche o scientifiche. I direttori di tali testate permangono nel registro speciale solo per la durata dell'incarico. Infine esiste il "registro dei praticanti", dove vengono iscritti i [[praticante giornalista|praticanti]]. Chi non è iscritto all'ordine non può, ai sensi della legge, definirsi giornalista. Da un punto di vista pratico però, diversamente dalle altre professioni normate (come l'[[avvocato]] e il [[medico]]), chiunque può svolgere un'attività in tutto eguale a quella del giornalista, in quanto la [[Costituzione italiana]] tutela la [[libertà di manifestazione del pensiero|libera manifestazione del pensiero]]. Tuttavia, l'"esercizio abusivo della professione" giornalistica, al pari delle altre professioni regolamentate da un albo professionale, è un [[reato]], previsto dall'articolo 348 del Codice penale.<ref>http://www.odg.it/content/esercizio-abusivo-della-professione-giornalistica-arrivo-pesanti-sanzioni</ref>
I primi sono coloro che esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista; i secondi sono coloro che svolgono attività giornalistica occasionale e retribuita anche se esercitano altre professioni o impieghi.<ref>{{Cita web |url=http://www.odg.it/content/legge-n-691963 |titolo=Legge n. 69/1963 {{!}} ODG<!-- Titolo generato automaticamente -->, art. 1, IV comma). |accesso=16 dicembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131218141435/http://www.odg.it/content/legge-n-691963 |dataarchivio=18 dicembre 2013 |urlmorto=sì }}</ref> Possono divenire giornalisti professionisti solo coloro che hanno svolto almeno 18 mesi di [[praticantato]] in una redazione sotto la direzione di altri professionisti. Successivamente devono superare un esame scritto e orale; per legge la commissione esaminatrice dev'essere presieduta da un magistrato. Vi sono inoltre alcune scuole post-universitarie che permettono di poter sostenere l'esame di giornalista professionista senza effettuare il praticantato. Oltre all'elenco dei professionisti e dei pubblicisti, esiste anche l'elenco speciale, al quale possono iscriversi tutti coloro che, pur non essendo giornalisti professionisti o pubblicisti, sono chiamati a dirigere testate tecniche o scientifiche. I direttori di tali testate permangono nel registro speciale solo per la durata dell'incarico. Infine esiste il "registro dei praticanti", dove vengono iscritti i [[praticante giornalista|praticanti]]. Chi non è iscritto all'ordine non può, ai sensi della legge, definirsi giornalista. Da un punto di vista pratico però, diversamente dalle altre professioni normate (come l'[[avvocato]] e il [[medico]]), chiunque può svolgere un'attività in tutto eguale a quella del giornalista, in quanto la [[Costituzione italiana]] tutela la [[libertà di manifestazione del pensiero|libera manifestazione del pensiero]]. Tuttavia, l'"esercizio abusivo della professione" giornalistica, al pari delle altre professioni regolamentate da un albo professionale, è un [[reato]], previsto dall'articolo 348 del Codice penale.<ref>{{Cita web |url=http://www.odg.it/content/esercizio-abusivo-della-professione-giornalistica-arrivo-pesanti-sanzioni |titolo=Copia archiviata |accesso=24 maggio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170416024229/http://www.odg.it/content/esercizio-abusivo-della-professione-giornalistica-arrivo-pesanti-sanzioni |dataarchivio=16 aprile 2017 |urlmorto=sì }}</ref>


I giornalisti professionisti, similmente ad altre categorie professionali, hanno una propria cassa previdenziale ([[INPGI]]) e un proprio sindacato, la [[Federazione Nazionale Stampa Italiana]] (FNSI). All'interno della [[redazione]] di una testata giornalistica, l'interlocutore naturale del giornalista professionista, assunto tramite il contratto nazionale di lavoro giornalistico come "redattore ordinario", è il capo servizio, poi il [[caporedattore]] (o anche redattore capo), fino al [[direttore responsabile]], gerarchicamente posto al vertice. Vi è poi la figura dell'[[inviato]]. Queste figure non possono essere ricoperte da giornalisti pubblicisti, mentre la [[Corte di cassazione]] con la sentenza n. 256 del 2 aprile 1971 ha affermato che anche i pubblicisti possono assumere l'incarico di [[direttore responsabile]] di una [[testata giornalistica]].
I giornalisti professionisti, similmente ad altre categorie professionali, hanno una propria cassa previdenziale ([[INPGI]]) e un proprio sindacato, la [[Federazione Nazionale Stampa Italiana]] (FNSI). All'interno della [[redazione]] di una testata giornalistica, l'interlocutore naturale del giornalista professionista, assunto tramite il contratto nazionale di lavoro giornalistico come "redattore ordinario", è il capo servizio, poi il [[caporedattore]] (o anche redattore capo), fino al [[direttore responsabile]], gerarchicamente posto al vertice. Vi è poi la figura dell'[[inviato]]. Queste figure non possono essere ricoperte da giornalisti pubblicisti, mentre la [[Corte di cassazione]] con la sentenza n. 256 del 2 aprile 1971 ha affermato che anche i pubblicisti possono assumere l'incarico di [[direttore responsabile]] di una [[testata giornalistica]].

Versione delle 12:37, 13 lug 2019

Disambiguazione – "Reporter" rimanda qui. Se stai cercando il quotidiano, vedi Reporter (quotidiano).
Disambiguazione – "Giornalisti" rimanda qui. Se stai cercando la serie televisiva, vedi Giornalisti (serie televisiva).
Folla di giornalisti a una conferenza stampa
Un giornalista televisivo e il suo cameraman durante un collegamento in esterna

Il giornalista è un professionista del settore dell'informazione; si occupa di scoprire, analizzare, descrivere e scegliere notizie per poi diffonderle. L'attività propria del giornalista è detta giornalismo.

Il giornalista redige articoli, inchieste (o reportage) o editoriali per testate giornalistiche periodiche o agenzie di stampa, che vengono pubblicate sui mezzi di comunicazione di massa (carta stampata, radio, televisione, internet).

Normative

Austria

In Austria la professione di giornalista non è normata per legge e chiunque la svolga ha il diritto di definirsi tale. Non è presente un ordine. È presente un sindacato e associazioni alle quali si ha facoltà di iscriversi per tutelare la propria professione.[1]

Danimarca

In Danimarca la professione di giornalista non è normata per legge e chiunque la svolga ha il diritto di definirsi tale. Non è presente un ordine. È presente un sindacato, la Federazione della stampa (Dansk Journalistforbund), al quale si ha facoltà di iscriversi per tutelare la propria professione.[1]

La formazione dei giornalisti nella stragrande maggioranza dei casi avviene per via universitaria, in particolare attraverso l'università di Ahrus. L'iscrizione al sindacato è permessa anche mentre si è studenti.[1]

Finlandia

In Finlandia la professione di giornalista non è normata per legge e chiunque la svolga ha il diritto di definirsi tale. Non è presente un ordine. È presente un sindacato, l'Unione dei giornalisti finlandesi, al quale si ha facoltà di iscriversi per tutelare la propria professione.[1]

Germania

In Germania la professione di giornalista non è normata per legge e chiunque la svolga ha il diritto di definirsi tale.[1]

Qualora si voglia ottenere il tesserino da giornalista, è necessario iscriversi con relativi giustificativi in termini di produzione e retribuzione a una delle associazioni di categoria.

Grecia

In Grecia la professione di giornalista non è normata per legge e chiunque la svolga ha il diritto di definirsi tale. Non è presente un ordine. Sono presenti alcune associazioni sindacali di giornalisti, la maggiore delle quali è "L'Unione dei giornalisti dei quotidiani di Atene".[1]

Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Giornalista professionista e Giornalista pubblicista.

Diversamente dalla maggioranza degli altri stati, in Italia l'attività del giornalista è regolamentata dalla legge 3 febbraio 1963 n. 69; la norma ha creato un organismo, l'Ordine nazionale dei giornalisti, al quale tutti coloro che esercitano l'attività giornalistica, sia come professione sia come attività secondaria, hanno l'obbligo di iscriversi. Per la suddetta legge, in Italia esiste un albo dei giornalisti diviso in due elenchi:

I primi sono coloro che esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista; i secondi sono coloro che svolgono attività giornalistica occasionale e retribuita anche se esercitano altre professioni o impieghi.[2] Possono divenire giornalisti professionisti solo coloro che hanno svolto almeno 18 mesi di praticantato in una redazione sotto la direzione di altri professionisti. Successivamente devono superare un esame scritto e orale; per legge la commissione esaminatrice dev'essere presieduta da un magistrato. Vi sono inoltre alcune scuole post-universitarie che permettono di poter sostenere l'esame di giornalista professionista senza effettuare il praticantato. Oltre all'elenco dei professionisti e dei pubblicisti, esiste anche l'elenco speciale, al quale possono iscriversi tutti coloro che, pur non essendo giornalisti professionisti o pubblicisti, sono chiamati a dirigere testate tecniche o scientifiche. I direttori di tali testate permangono nel registro speciale solo per la durata dell'incarico. Infine esiste il "registro dei praticanti", dove vengono iscritti i praticanti. Chi non è iscritto all'ordine non può, ai sensi della legge, definirsi giornalista. Da un punto di vista pratico però, diversamente dalle altre professioni normate (come l'avvocato e il medico), chiunque può svolgere un'attività in tutto eguale a quella del giornalista, in quanto la Costituzione italiana tutela la libera manifestazione del pensiero. Tuttavia, l'"esercizio abusivo della professione" giornalistica, al pari delle altre professioni regolamentate da un albo professionale, è un reato, previsto dall'articolo 348 del Codice penale.[3]

I giornalisti professionisti, similmente ad altre categorie professionali, hanno una propria cassa previdenziale (INPGI) e un proprio sindacato, la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI). All'interno della redazione di una testata giornalistica, l'interlocutore naturale del giornalista professionista, assunto tramite il contratto nazionale di lavoro giornalistico come "redattore ordinario", è il capo servizio, poi il caporedattore (o anche redattore capo), fino al direttore responsabile, gerarchicamente posto al vertice. Vi è poi la figura dell'inviato. Queste figure non possono essere ricoperte da giornalisti pubblicisti, mentre la Corte di cassazione con la sentenza n. 256 del 2 aprile 1971 ha affermato che anche i pubblicisti possono assumere l'incarico di direttore responsabile di una testata giornalistica.

Sul piano esterno, il giornalista, specie in occasione di vertenze sindacali, è chiamato a confrontarsi - per il tramite dei propri organismi di categoria (Comitato di redazione e Associazione dei giornalisti) con la FIEG, la Federazione italiana degli editori di giornali, che raggruppa in Italia le maggiori aziende imprenditoriali del settore dell'informazione, editrici di quotidiani e periodici. In alcuni casi, più giornalisti si associano riunendosi in cooperativa, per diventare essi stessi editori del giornale per il quale scrivono (es: «il manifesto»). Le figure di collaboratore e direttore responsabile possono essere ricoperte da giornalisti pubblicisti. Il direttore responsabile ha (in base alla legge sulla stampa n. 47 dell'8 febbraio 1948) l'unica responsabilità, anche penale, dei contenuti della pubblicazione e, per il contratto, dell'organizzazione del corpo redazionale. L'editore non può incidere sulle scelte giornalistiche della redazione; questi può esclusivamente rimuovere il direttore responsabile. Il direttore editoriale del giornale (figura non prevista dalla legge) ove previsto dall'editore, ha invece la responsabilità politica della linea editoriale del giornale.

Norvegia

In Norvegia la professione di giornalista non è normata per legge e chiunque la svolga ha il diritto di definirsi tale. Non è presente un ordine. Vi sono varie associazioni di stampa, la principale delle quali è il "Norsk Press Forbund", che fornisce anche il tesserino di giornalista al quale è possibile iscriversi con relativi giustificativi.[1]

Paesi Bassi

In Olanda la professione di giornalista non è normata per legge e chiunque la svolga ha il diritto di definirsi tale. Non è presente un ordine. È presente un sindacato la cui iscrizione è facoltativa e garantisce le tutele nei confronti degli editori e il tesserino di giornalista.[1]

Regno Unito

Nel Regno Unito, in virtù delle normative sulla liberta di espressione e stampa, non esiste alcuna norma né organismo pubblico a cui i giornalisti siano tenuti a iscriversi. Esistono associazioni di giornalisti, la maggiore e più autorevole delle quali è la NUJ (Unione nazionale dei giornalisti), nata nel 1907 e alla quale aderisce la stragrande maggioranza dei giornalisti, senza alcun requisito di nazionalità.[1] L'associazione conferisce anche la tessera di giornalista.

Spagna

Sebbene la costituzione stabilisca la creazione di collegi professionali (secondo l'art. 36) anche per i giornalisti, la relativa normativa che avrebbe dovuto essere emanata entro dieci anni non è mai stata prodotta.[1] Di conseguenza, la professione non è regolamentata. Chiunque la svolga ha il diritto di definirsi giornalista.[1]

In Catalogna è stato istituito un Ordine al quale può iscriversi facoltativamente chi esercita la professione. In Spagna è possibile aderire facoltativamente a un'associazione privata di giornalisti, la "Federazione della Prensa" (Federazione della Stampa).[1]

Svezia

In Svezia la professione di giornalista non è normata per legge e chiunque la svolga ha il diritto di definirsi tale. È presente un sindacato, The Swedish Union of Journalists" con sede a Stoccolma, la cui iscrizione è facoltativa e garantisce le tutele nei confronti degli editori e il tesserino di giornalista.[1]

Svizzera

In Svizzera, sebbene in virtù delle normative sulle professioni e sulla libertà di espressione chiunque possa svolgere l'attività di giornalista, il titolo professionale può essere ottenuto tramite l'iscrizione al "Registro professionale svizzero delle giornaliste e dei giornalisti". Tale iscrizione conferisce il tesserino di giornalista, le tutele sindacali specifiche e dà accesso al Contratto Nazionale Collettivo. Per queste ragioni, come nella maggioranza delle altre nazioni, più che un obbligo, l'iscrizione al registro dei giornalisti professionisti è un interesse del giornalista.

L'iscrizione al registro e l'ottenimento della Tessera stampa sono soggetti allo svolgimento comprovato (in termini di retribuzioni e articoli) per almeno due anni della professione giornalistica, all'iscrizione a una delle associazioni o sindacati contraenti, alla presentazione da parte di due altri giornalisti professionisti e all'adesione al codice deontologico. Una commissione valuta l'idoneità dei documenti prodotti. Non esistono obblighi di "praticantato", il quale nella pratica è assolto svolgendo concretamente il lavoro di giornalista per due anni con la normale retribuzione dovuta.

Le figure

Le figure del giornalista professionista sono molteplici e differenziate in rapporto al settore e all'azienda editoriale. Queste sono le figure inquadrate nel Cnlg (Contratto Nazionale Lavoro Giornalistico) e spesso utilizzate impropriamente per definire ruoli giornalistici:

Settori di competenza

Un giornalista può, per definizione, occuparsi d'ogni argomento che reputi meritevole di divulgazione. Ciascun settore è possibile inquadrarlo in diverse tipologie di cronaca:

  • cronaca nera: riferisce su episodi criminali o che hanno svolgimento o conclusione nefasti, quali furti, rapine, delitti, sequestri di persona, incidenti (sul lavoro o stradali), terremoti, alluvioni, suicidi, ecc.;
  • cronaca bianca: si occupa di fatti di informazione semplice, relativi all'organizzazione urbana o alla società (costruzione di strade, analisi di disservizi, ritardi, ecc.);
  • cronaca rosa (equivalente all'anglosassone gossip): descrive fatti e comportamenti privati o pubblici di protagonisti dello spettacolo o dell'alta società, inclusi personaggi politici e personalità dell'arte e della cultura con una qualche notorietà;
  • cronaca politica: riporta - servendosi spesso delle dichiarazioni di leader ed esponenti politici - i resoconti parlamentari e l'attività dei governi. Figura tradizionale di questo settore è quella del notista politico che redige quotidianamente articoli destinati a un pastone raccolto usualmente nelle prime pagine dei quotidiani;
  • cronaca internazionale (o esteri): comprende genericamente notizie provenienti dalle più svariate parti del mondo; confrontando gli usi e le abitudini dei vari popoli, può sconfinare nella cronaca di costume;
  • cronaca dello spettacolo e cronaca dell'arte: si occupa degli eventi - nazionali e internazionali - dei rispettivi ambiti;
  • cronaca scientifica: rende conto di ogni scoperta nel campo delle innovazioni scientifiche, anche riguardo alla salute dell'uomo o alla scoperta di nuovi territori (l'attività del robot Spirit su Marte, l'epidemia SARS o le biotecnologie come gli Organismi geneticamente modificati possono essere esplicativi in questo senso).
  • cronaca sportiva: riporta e commenta i risultati degli sport più importanti, in relazione alla vocazione del giornale. Oltre alle testate specialistiche, ogni quotidiano ha normalmente una sezione sportiva.
  • cronaca economica e finanziaria: descrive le strategie delle maggiori imprese, riporta l'andamento dei principali indicatori delle borse finanziarie, pubblica interviste ai protagonisti dell'economia, segue le principali azioni di politica economica (manovre economiche, DPEF, legge finanziaria, bilancio statale, ecc.), riporta le principali riunioni del CdA e degli azionisti in merito ai dividendi azionari o alle strategie di imprese quotate, ecc.

Il giornalista viene considerato specializzato se scrive si occupa solo e specificamente di un unico settore o scrive su pubblicazioni che si occupano di una materia in particolare (sport, musica, arte, scienza o spettacolo o economia e finanza).

Fornisce un particolare contributo all'informazione primaria se chiamato a ricoprire il ruolo dell'inviato di guerra, che copre gli eventi bellici, fornendo reportage dalle zone calde del globo.

Talvolta la figura del giornalista ha incarnato per il cinema, specie anglosassone, figure mitiche, disegnate sulla base dei reporter delle storiche agenzie di stampa United Press e Associated Press.

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m http://www.odg.mi.it/node/31551
  2. ^ Legge n. 69/1963 | ODG, art. 1, IV comma)., su odg.it. URL consultato il 16 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2013).
  3. ^ Copia archiviata, su odg.it. URL consultato il 24 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2017).

Bibliografia

  • Bechelloni G., (a cura di), Il mestiere di giornalista, Liguori, 1982.
  • Lepri S., Professione giornalista, Etas-Rcs Libri, 1991.
  • Medici M. / D. Proietti (a cura di), Il linguaggio del giornalismo, Mursia, 1992.
  • Mottana G., Professione giornalista. Teoria e pratica del mestiere, Guido Milano Editore, 1989.
  • Nazio P., Il manuale del giornalista televisivo, Gremese, 1990.
  • Papuzzi A., Manuale del giornalista, Donzelli, 1993.
  • Visconti G., Giornalista online - Dal web writer al web editor, Franco Angeli 2002.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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