Vai al contenuto

È morto l'ammiraglio Gino Birindelli

Questa pagina è protetta
Da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

domenica 3 agosto 2008

Gino Birindelli

L'ammiraglio Gino Birindelli è morto a Roma all'Ospedale Militare del Celio. Era nato a Pescia il 19 gennaio 1911. Allievo all'Accademia Navale di Livorno dall'ottobre 1925, nel 1930 conseguì la nomina a Guardiamarina.

All'inizio del secondo conflitto mondiale ebbe il comando della V Squadriglia MAS per Gruppo Mezzi d'Assalto, con i quali operò poi in guerra, violando la Base inglese di Gibilterra il 30 ottobre 1940, nell'operazione denominata "B.G.2" che fallì per un'avaria all'apparecchio quando ormai si trovava a poche decine di metri da una grossa nave da battaglia. Tratto prigioniero e rientrato in patria dopo l'armistizio, partecipò alla guerra di liberazione. Per l'azione compiuta a Gibilterra, che pur non conseguendo i risultati sperati dimostro' il valore dell'uomo, venne decorato di medaglia d'oro al valor militare.

Nel dopoguerra ricoprì vari comandi, tra cui quello del Centro Subacquei ed Incursori del Varignano e dell'incrociatore Montecuccoli con cui effettuò una crociera di circumnavigazione toccando 34 porti di quattro Continenti e percorrendo complessivamente 33.170 miglia nautiche.

Fu, inoltre Comandante della 1a Divisione Navale, Direttore Generale per il Personale della Marina, Comandante in Capo della Squadra Navale e Comandante Navale Alleato del Sud Europa.

Nel febbraio 1970 in qualità di Comandante in Capo della Squadra Navale, in una conferenza stampa a bordo dell'incrociatore Garibaldi[1] l'ammiraglio Gino Birindelli denunciò la crisi in cui versava la Marina Militare e lo stato di profondo malessere morale e materiale in cui si trovava il personale che vi operava. Le dichiarazioni di Birindelli scatenarono reazioni e prese di posizione a tutti i livelli e portarono prima alla pubblicazione di un documento noto come "Libro Bianco della Marina"[2] e di lì a qualche anno alla Legge Navale del 1975 che fu il presupposto di un sostanziale ammodernamento[3] della flotta della Marina Militare.

L'ammiraglio Birindelli è stato anche Deputato al Parlamento dal 1972 al 1976 nelle file del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale.

Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha inviato al Capo di stato maggiore della Marina, Ammiraglio Paolo la Rosa, un telegramma di cordoglio.

Il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, appresa la notizia della scomparsa dell'ammiraglio Birindelli, ha inviato al Generale Umberto Rocca, Presidente del Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, un telegramma, nel quale ha manifestato il profondo cordoglio per la scomparsa dell'ammiraglio Birindelli ed ha dichiarato che per il suo coraggio ed il suo valore Gino Birindelli rimane una figura di riferimento per la Marina Militare. La Russa ha anche ricordato il generoso ed appassionato impegno politico di Birindelli ed ha fatto pervenire ai congiunti dello scomparso i sentimenti della sincera e commossa partecipazione delle Forze Armate e suo personale.

Anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano appresa la notizia della scomparsa dell'Ammiraglio Birindelli ha inviato al presidente del Gruppo Medaglie D'Oro al Valor Militare un messaggio nel quale secondo quanto riferisce un comunicato stampa della Presidenza della Repubblica il Capo dello Stato ricorda «l'insigne figura di uomo e di marinaio valoroso che seppe essere limpido esempio di incomparabile abnegazione, alto senso del dovere ed impareggiabile spirito di sacrificio». Il Presidente Napolitano ha anche espresso il suo cordoglio personale in un messaggio inviato alla famiglia dell'ammiraglio scomparso.

Note

  1. La crisi della Marina Militare degli anni '70. URL consultato il 16-1-2008.
  2. Il "Libro Bianco" della Marina. URL consultato il 16-1-2008.
  3. L'applicazione della Legge Navale. URL consultato il 16-1-2008.

Articoli correlati

Fonti