Alla contessa Giuseppina Lampertico-Valmarana di Vicenza
Questo testo è stato riletto e controllato. |
ALLA CONTESSA
GIUSEPPINA LAMPERTICO-VALMARANA
di vicenza
NEL SUO GIORNO ONOMASTICO
19 Marzo 1860.
___
Quando ti miro della tua famiglia
Seder nel paradiso e de’ tuoi cari
Fissando in volto l’amorose ciglia
4Divinarne i pensier dolci od amari:
Quando ti miro a’ bei lavori intenta,
D’una lampa al chiaror, con un sorriso
Costante sulle labbra e la contenta
8Anima tutta sfavillarti in viso;
Donna, il tuo cor ben leggo. A te soave
L’inno non fora, che chiedesse al cielo
Per te le perle che britanna nave
12Porta a fregiar delle regine il velo:
O ti desse a regnar l’avventurose
Isole, dove un dì fate e sirene
Visser tra grotte di smeraldo ascose
16E fiumi che volgean d’oro l’arene.
Altri sono i tuoi voti. Innamorata
De’ lari tuoi, qual tortora che asconde
Sotto le piume i pargoletti e guata
20Tremante, se stormir oda una fronde,
Tu vivi per altrui: lieta se miri
Giulivo il tuo drappello al desco accolto:
Di cordoglio atteggiata e di sospiri
24Se sieda il duol di que’ diletti in volto.
Vita arcana d’amor, profondo foco
Che ti divampa nell’ingenuo core,
Di sante gioie consolando il loco,
28Ove hai regno, o gentil, regno d’amore.
Cotal arde bruciando e si consuma
L’incenso; ma d’eterëa fragranza
Un nembo, che le quete aure profuma,
32Di vortici beati empie la stanza.
Vivi pe’ tuoi! Come fulgor di sole
Da molti specchi ripercosso intorno,
L’amor tuo dallo sposo e dalla prole,
36Doppiando i raggi, a te farà ritorno;
Tal che di blanda luce circonfusa,
Vittrice dell’età, che discolora
Crespo sembiante di beltà delusa,
40Tu vaga splenderai d’eterna aurora.