Liborio Bellomo, conosciuto anche come "Barney" (New York, 8 gennaio 1957), è un mafioso statunitense di origine italiana, legato alla cosiddetta "Cosa nostra statunitense" e ritenuto essere l'attuale boss della famiglia Genovese.

Bellomo arrestato nel 1996.

Famiglia

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Liborio Salvatore Bellomo è figlio di Salvatore Bellomo e cugino di Liborio Thomas Bellomo, un affiliato della famiglia Genovese, i loro padri sono fratelli e le loro madri sono sorelle. Ciò ha talvolta fatto sì che le forze dell'ordine confondessero le identità dei due. Nel 1997, ad esempio, Liborio T. dichiarò in un affidavit di essere colpevole di reati federali al posto del cugino Liborio S.[1]

Ad oggi, Liborio Salvatore Bellomo è padre di tre maschi e di una femmina.[2]

Boss facente funzioni e incriminazione

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Nel 1990, dopo l'incriminazione di Vincent Gigante nel cosiddetto "caso delle finestre", Bellomo, già soldato e poi caporegime della famiglia Genovese,[3] ne fu nominato boss facente funzioni. L'11 giugno 1996, Bellomo fu incriminato tramite il Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act (RICO) per colpe che includevano gli omicidi dei due mafiosi Ralph DeSimone e Antonio DiLorenzo, per estorsione e per riduzione in schiavitù.[4] DiLorenzo era stato rinvenuto nel cortile della sua abitazione di West New York ucciso da colpi di arma da fuoco, mentre DeSimone era stato trovato morto nel bagagliaio della sua macchina presso l'aeroporto newyorkese LaGuardia nel Queens, colpito da cinque pallottole.[5] Secondo la testimonianza di Alphonse D'Arco, precedentemente boss della famiglia Lucchese, i due furono assassinati perché i capi della famiglia Genovese ritenevano che fossero degli informatori del governo e Bellomo stesso aveva dato il suo consenso agli omicidi.[6][7]

Durante il processo i legali di Bellomo fecero notare come il loro cliente fosse stato sottoposto per ben due volte all'esame del poligrafo e come entrambe le volte si fosse dimostrata vera la dichiarazione di Bellomo di non aver mai ucciso o fatto uccidere nessuno.[8] In tutta risposta, gli agenti dell'FBI rasarono la testa di Bellomo e gli prelevarono peli da gambe e braccia, il tutto nella speranza di trovare del litio, componente di una droga psicoattiva che, secondo quanto detto agli agenti da alcuni informatori, Bellomo aveva assunto per poter ingannare la macchina della verità.[9] I test tossicologici diedero però esito negativo e i magistrati non poterono far altro che far decadere le accuse di omicidio. Così, nel febbraio 1997, gli investigatori offrirono a Bellomo la possibilità di far terminare il processo in cambio di una dichiarazione di colpevolezza per estorsione ai danni di un sindacato edile e di una ditta di raccolta rifiuti. Bellomo accettò la proposta e fu così condannato a dieci anni di reclusione e al pagamento di 250.000 dollari.[1][10]

La reclusione e altre incriminazioni

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Il 13 luglio 2001, Bellomo fu raggiunto in carcere dall'accusa di riciclaggio di denaro sporco in relazione al coinvolgimento della famiglia Genovese nelle attività di racket e nel controllo dell'ILA, la International Longshoresmen's Association, un sindacato di lavori portuali della costa orientale dell'America del Nord, dalle cui casse Bellomo avrebbe sottratto, assieme al mafioso Thomas Cafaro, ingenti somme di denaro destinate ai fondi pensione degli associati tra il 1996 e il 1997.[11][12] Bellomo si dichiarò nuovamente colpevole dei reati meno importanti, facendo aggiungere tre anni alla propria condanna.

Il 23 febbraio 2006, Bellomo e altri trenta membri della famiglia Genovese furono nuovamente incriminati per attività legate al racket. In particolare Bellomo fu condannato per aver ordinato nel 1998 l'assassinio di Ralph Coppola, allora caporegime del gruppo di Bellomo, nonché buon amico di quest'ultimo. Il 16 settembre 1998, Coppola era scomparso poche settimane prima di ricevere una condanna per frode e non era mai stato ritrovato. Il collaboratore di giustizia Peter Peluso, un tempo avvocato della famiglia Genovese, riferì di aver ricevuto un messaggio proveniente da Bellomo, allora detenuto in carcere, in cui egli ordinava la morte di Coppola.[13] Secondo alcune fonti, Coppola fu irrispettoso nei confronti della famiglia, secondo altri fu invece scoperto nel rubare profitti di essa.

Nell'atto di accusa di Bellomo si legge:

«LIBORIO S. BELLOMO, a/k/a "Barney Bellomo," l'imputato, è stato, in vari periodi rilevanti per quest'accusa, un soldato, un caporegime e un boss facente funzioni della famiglia mafiosa dei Genovese. Prima di diventare boss facente funzioni della famiglia Genovese all'incirca nel 1992, BELLOMO fu prima un soldato della famiglia Genovese e poi un potente caporegime che controllava una banda di soldati e associati avente base nel Bronx, a New York. BELLOMO era responsabile, tra le altre cose, del controllo delle unioni sindacali associate con il Jacob Javits Convention Center di Manhattan. BELLOMO divenne boss facente funzioni della famiglia mafiosa dei Genovese all'incirca nel 1992, in seguito all'incarcerazione del boss della famiglia Genovese, Vincent Gigante. Nel 1996, BELLOMO stesso è stato incarcerato dopo essere stato arrestato per crimini federali nella corte distrettuale degli Stati Uniti del distretto meridionale di New York. A seguito della sua incarcerazione, e dopo essere stato rimpiazzato come boss facente funzioni, BELLOMO ha conservato un elevato potere e autorità all'interno della famiglia Genovese, continuando a essere consultato, e a prendere decisioni, circa le attività criminali della famiglia Genovese. All'incirca nel 1997, a seguito della sua condanna per estorsione, a BELLOMO furono inflitti dieci anni di carcerazione. Le attività criminali di BELLOMO includevano l'omicidio, nel 1998, di Ralph Coppola, un soldato della famiglia Genovese nonché caporegime facente funzioni, così come la sua partecipazione in due piani di ostruzione della giustizia, uno portato avanti cercando di far desistere un potenziale testimone e l'altro fornendo testimonianze false e fuorvianti alla giuria.»

Peluso si accusò di aver avuto un ruolo nell'omicidio, tuttavia il governo statunitense non aveva prove che egli avesse in effetti incontrato Bellomo. Così, non avendo prove sufficienti a poter condannare Bellomo per omicidio, ancora una volta gli investigatori offrirono a quest'ultimo la possibilità di dichiararsi colpevole solamente di frode postale. Anche questa volta Bellomo accettò e la sua pena fu allungata di un anno.

Uscita di prigione

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Il 1º dicembre 2008, Bellomo fu rilasciato dopo aver scontato un totale di dodici anni di carcere.

Bellomo è ritenuto l'attuale boss della famiglia Genovese e avrebbe utilizzato il caporegime Peter "Petey Red" DiChiara come "boss di strada" per poter comunicare con gli altri caporegime della famiglia, allo stesso modo in cui Vincent Gigante utilizzava Anthony Salerno, fino alla morte di quest'ultimo, avvenuta il 2 marzo 2018.[15]

Boss della famiglia Genovese

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Giuseppe Morello
1897 - 1909

Nicolò Terranova
1909 - 1916

Vincenzo Terranova
1916 - 1920

Giuseppe Morello
1920 - 1922

Joe Masseria
1922 - 1931

Lucky Luciano
1931 - 1946

Frank Costello
1946 - 1957

Vito Genovese
1957 - 1969

Philip Lombardo
1969 - 1981

Vincent Gigante
1981 - 2005

Liborio Bellomo
2005 - Attualmente
  1. ^ a b Selwyn Raab, Barney, Mob Suspect, Says He's the Wrong Barney, New York Times, 19 ottobre 1998. URL consultato il 29 agosto 2018.
  2. ^ Thomas Zambito, Mob big kid's tears melt judge, New York Daily News, 24 luglio 2007. URL consultato il 29 agosto 2018.
  3. ^ United States. Congress. Senate. Committee on Governmental Affairs. Permanent Subcommittee on Investigations., Organized Crime: 25 Years After Valachi: Hearings Before the Permanent Subcommittee on Investigations of the Committee on Governmental Affairs, United States Senate, One Hundredth Congress, Second Session, April 11, 15, 21, 22, 29, 1988, U.S. Government Printing Office, 1988. URL consultato il 29 agosto 2018.
  4. ^ Don Van Natta Jr., 19 Indicted in Blow to Genovese Mob, New York Times, 12 giugno 1996. URL consultato il 29 agosto 2018.
  5. ^ Jan Hoffman, Genovese Family Counselor Is Convicted of Racketeering, New York Times, 24 aprile 1997.
  6. ^ Greg B. Smith, Chin's 20M empire indictment details Genovese charges, New York Daily News, 12 giugno 1996. URL consultato il 29 agosto 2018.
  7. ^ Selwyn Raab, Five Families: The Rise, Decline, and Resurgence of America's Most Powerful Mafia Empires, New York, St. Martin Press, 2005, ISBN 0-312-30094-8.
  8. ^ Jerry Capeci, Mon suspect hopes family ills bail him out, New York Daily News, 10 settembre 1996. URL consultato il 29 agosto 2018.
  9. ^ Jerry Capeci, Razor-sharp FBI's jailhouse call in vain VAIN, New York Daily News, 10 ottobre 1996. URL consultato il 29 agosto 2018.
  10. ^ Selwyn Raab, 6 Admit Guilt In U.S. Case Against Mob, New York Times, 11 febbraio 1997. URL consultato il 29 agosto 2018.
  11. ^ William K. Rashbaum, Two Are Charged in Money-Laundering Scheme, su nytimes.com, New York Times, 14 luglio 2001.
  12. ^ Gregory A. Butler, Disunited Brotherhoods: Race, Racketeering and the Fall of the New York Construction Unions, Lincoln: iUniverse, 2006, ISBN 0-595-39143-5.
  13. ^ Julia Preston, 32 Indicted on Racketeering Charges in Manhattan, New York Times, 24 febbraio 2006. URL consultato il 29 agosto 2018.
  14. ^ Criminal RICO indictment against Genovese Crime Family, su thelaborers.net, United States District Court Southern District of New York, 23 febbraio 2006. URL consultato il 29 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2007).
  15. ^ Ed Scarpo, Longtime Genovese Wiseguy Who Was Street Boss ang Consiglieri Died, Source Say, su cosanostranews.com, Cosa Nostra News, 4 marzo 2018. URL consultato il 29 agosto 2018.

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