Marianna Ucrìa

film del 1997 diretto da Roberto Faenza

Marianna Ucrìa è un film del 1997, diretto da Roberto Faenza, tratto dal romanzo La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990) di Dacia Maraini.

Marianna Ucrìa
Una scena del film
Titolo originaleMarianna Ucrìa
Paese di produzioneItalia, Francia, Portogallo
Anno1997
Durata108 min
Rapporto1,77:1
Generedrammatico
RegiaRoberto Faenza
SoggettoDacia Maraini (romanzo)
SceneggiaturaRoberto Faenza, Francesco Marcucci e Sandro Petraglia
ProduttoreVittorio Cecchi Gori, Rita Rusić
FotografiaTonino Delli Colli
MontaggioRoberto Perpignani
MusicheEnnio Morricone e Franco Piersanti
ScenografiaDanilo Donati
CostumiDanilo Donati
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Nel 1743, a Palermo, il duca Signoretto porta invano la figlia ancora bambina, Marianna Ucria, che essendo muta comunica tramite una lavagnetta, ad assistere a un'impiccagione, sperando che l'esecuzione possa restituirle la parola. In seguito la madre della ragazza, Maria, costringe la figlia a sposare l'anziano zio Pietro, fratello di Maria e cugino del defunto marito, con il quale nei successivi quattro anni Marianna mette al mondo tre figlie femmine e infine l'agognato figlio maschio.

In seguito il precettore dei figli, Grass, le insegna la lingua dei segni, la introduce a un nuovo ideale filosofico, l'illuminismo, ma soprattutto le instilla l'autostima e la voglia di indipendenza dal marito. Il rapporto fra Marianna e Grass, però, è ostacolato dal fratello minore della ragazza, un sacerdote, che convince il cognato ad allontanare il precettore dal palazzo.

Marianna, però, ormai è risoluta. Essendo stata iniziata alla modernità da Grass, la donna si rifiuta di concedersi ancora al marito. L'uomo addolorato uccide con le proprie mani la capretta Sisina che tanto amava e muore subito dopo. Rimasta vedova, Marianna si riappropria della sua esistenza, con un atteggiamento nuovo che comprende anche una relazione con Saro, fratello della serva Fila, ma soprattutto nella ricerca delle ragioni del suo mutismo, che risiedono in un segreto che la famiglia le ha sempre taciuto: la violenza sessuale subita proprio ad opera di Pietro quand'era una bambina[1][2].

Produzione

modifica

Dopo aver dichiarato il proprio apprezzamento per il film, la scrittrice Dacia Maraini ha raccontato in un'intervista che il ruolo del Duca Signoretto doveva essere assegnato a Marcello Mastroianni che però, essendo già in cattive condizioni di salute prima dell'inizio delle riprese, non ottenne l’assicurazione necessaria per prendere parte alla pellicola[3].

Critica

modifica

Il film è stato accolto con favore dalla critica per la cura dei costumi, degli esterni e degli interni, ma anche per la fotografia e la recitazione[2]. Tuttavia, la critica ha sottolineato il libero adattamento del film rispetto al romanzo[2][4].

Premi e riconoscimenti

modifica
  1. ^ Marianna Ucria, su comingsoon.it. URL consultato il 3 luglio 2012.
  2. ^ a b c Marianna Ucria, in Il Sole 24 Ore. URL consultato il 3 luglio 2012.
  3. ^ Aldo Cazzullo e Roberta Scorranese, Dacia Maraini: «Quando conobbi Moravia lui con me non ci provò. Per scrivere mi vesto con cura: la letteratura esige rispetto», Corriere della Sera, 30 ottobre 2024.
  4. ^ Marianna Ucrìa, su Cinematografo. URL consultato il 20 dicembre 2019.

Collegamenti esterni

modifica