Diversity & Inclusion Speaking©

La musica è un linguaggio che può creare nuove connessioni E che cosa succede quando il nostro cervello ha un funzionamento neurodivergente ed entra in relazione con la musica? Per rispondere a questa domanda, vi segnaliamo un evento che si terrà a Milano questo giovedì 10 ottobre, in via De Amicis 17, alle 18.30. Dialogheranno: Tommaso Davi, Fondatore Neurosive Andrea Saldi, manager/imprenditore neurodivergente Chiara B., attivista e promotrice dei diritti delle persone con disabilità Modera Giovanni Zais, Presidente Associazione Milano Positiva Aps, Vice Presidente Associazione Amici casa della Carità 

Segnaliamo questo evento sul linguaggio, che si terrà a Milano, martedì 1 ottobre alle 16.30. L'incontro è aperto a chiunque s'interessi del tema per la propria organizzazione. Registrazione a questo link: https://lnkd.in/dxrtNZjc

Se non l'avete già fatto, vi consigliamo d'iscrivervi e seguire il ricco programma d'interventi del DiParola Festival: il primo in Italia dedicato alla comunicazione chiara, inclusiva e accessibile. Il Festival si terrà a L'Aquila, il 3 e 4 ottobre, ma può essere seguito anche in streaming online. L'iscrizione è possibile sul sito www.diparolafest.it. Buon Festival!

Riprende la stagione degli incontri e ne siamo molto felici. Questo sabato 21 settembre, parteciperemo all'incontro "Il linguaggio di genere nella cura", organizzato dall'Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri di Brescia. Parleremo anche dell'importanza di chiamarsi mediche, chirurghe, odontoiatre....e chissà che il nome dell'Ordine di Brescia e non solo evolva presto in questa direzione.

"Quando metti su famiglia?" "Ormai siamo una famiglia!" "È una persona di famiglia!" "I panni sporchi si lavano in famiglia!" Famiglia, parola che sentiamo usare molto spesso. Ma quanto ci è realmente famigliare questa parola? Quanto conosciamo del suo etimo, che nulla ha a che fare con il senso che questa parola ha assunto nell'uso corrente? Nell'ultimo numero di DiverCity Mag, disponibile online, ci sono moltissime riflessioni sul concetto di #famiglia, tra cui una proprio sull'origine della parola, scritta dalla nostra Founder Alexa Pantanella (she/her/hers). Più in basso il link all'articolo. Buona lettura!

"Not here to win hearts. Here to win medals." Nike, insieme a Bebe Vio, ci ricorda che gli imminenti Giochi Paralimpici non sono un'occasione di compatimento e pietismo, per riempire i cuori di buoni sentimenti. Sono un evento sportivo, esattamente con i Giochi Olimpici, per riempire gli occhi di competizione e, speriamo, medaglie.

Mentre finisce di depositarsi il polverone sollevato dalla proposta di legge, poi revocata, sui titoli professionali al femminile ricordiamo che, grazie alla recente entrata in vigore del Decreto Legislativo 62/2024, verranno #modificate alcune #terminologie riferite alla #disabilità, ormai desuete e offensive. Ecco il dettaglio dell'art 4 "Terminologia in materia di disabilità": 1. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto: a) la parola: «handicap», ovunque ricorre, e’ sostituita dalle seguenti: «condizione di disabilità»; b) le parole: «persona handicappata», «portatore di handicap», «persona affetta da disabilità», «disabile» e «diversamente abile», ovunque ricorrono, sono sostituite dalle seguenti: «persona con disabilità»; c) le parole: «con connotazione di gravità» e «in situazione di gravità», ove ricorrono e sono riferite alle persone indicate alla lettera b) sono sostituite dalle seguenti: «con necessità di sostegno elevato o molto elevato»; d) le parole: «disabile grave», ove ricorrono, sono sostituite dalle seguenti: «persona con necessità di sostegno intensivo». Si tratta di un importante passo avanti, nel modo in cui ci riferiamo e soprattutto guardiamo alle disabilità.

Evidentemente non sono solo parole... Dopo la rocambolesca petizione contro l'uso dello "schwa" del 2022 , ora questa proposta di legge, che ha cercato di riportarci indietro di almeno 40 anni negli studi di linguistica. Alcuni di questi, tra l'altro, dimostrano come nei Paesi che usano forme di linguaggio attente al genere, corrisponda una maggiore parità tra i generi. È forse su questi aspetti, e su quello che stiamo facendo come Paese in termini di equità, che dovremmo interrogarci maggiormente...così, per non stupirci di continuare a perdere posizioni sul Global Gender Gap Report 2024 del World Economic Forum.

Il 28 agosto inizieranno i #Giochi #Paralimpici di Parigi. Dal 2012, a ogni edizione, l'emittente TV britannica Channel 4 si è distinta per le proprie campagna di comunicazione. Anche perché è stata la prima a raccontare i Giochi per quello che sono: una sfida sportiva. Questa volta, invece di mostrare atletә "che superano le loro disabilità", il film lә ritrae mentre affrontano forze come la gravità, l'attrito e il tempo, che non fanno eccezioni per nessunә atleta, a prescindere che abbia o meno una disabilità. La campagna vuol anche far riflettere sulle #parole, su quelle che potrebbero scapparci quando vediamo una persona con disabilità fare qualcosa di "eccezionale", come gareggiare in una competizione. Eccone alcune: “È incredibile per qualcuno così...” "Che coraggio che ha..." "Sta facendo bene, considerando che..." "Considerando cosa?!" Il film chiude ricordandoci che "allo sport non importa della disabilità". Guardate e ascoltate questi 2 minuti e 20 secondi anche più di una volta, se potete, per apprezzarne l'efficacia della narrazione e dei messaggi. #ConsideringWhat

Indipendentemente da ciò che si pensa dei candidati (il maschile è d'obbligo) nella corsa alla Casa Bianca, la copertina del The Economist, che sta girando in questi giorni, non lascia spazio agli equivoci: se sei una persona con ridotta mobilità e magari anche in là con gli anni, non puoi guidare una nazione. In effetti, chi ha mai visto unә Presidente in sedia a rotelle? Un discutibile esempio di #abilismo, condito anche da un pò di #ageismo. Inconsapevoli? _____________________________________________ Regardless of what you may think about the candidates in the race for the White House, the latest cover of The Economist leaves no room for misunderstandings: if you are a person with reduced mobility and also a bit old, you cannot lead a nation. Indeed, who has ever seen a President in a wheelchair? And here we go with a bad example of #ableism, also seasoned with a bit of #ageism. Unaware?