Papers by Bianca Stranieri
Documento Monumento c’arte in fotografia “Intorno a Caravaggio”, 2024
L’Archivio Storico del Banco di Napoli, il cui fondo apodissiario è recentemente entrato a far pa... more L’Archivio Storico del Banco di Napoli, il cui fondo apodissiario è recentemente entrato a far parte del Registro della Memoria del Mondo dell’UNESCO, racco- glie documenti provenienti da otto diversi banchi napoletani. Essi nel corso della loro attività produssero e soprattutto ebbero il merito di conservare un’am- plissima e molto varia documentazione, oggi fondamentale per la ricostruzione e lo studio della storia economica, sociale, morale ed artistica del Mezzogiorno, dell’Italia ed in fin dei conti della stessa Europa. Una parte rappresentativa delle carte d’archivio è già stata oggetto di una controllata attività di digitalizzazione, svolta attraverso strategie innovative di lettura e trascrizione. La natura di questi documenti – attestanti scrupolosamente ed analiticamente pagamenti della più varia natura – permette anche di ricostruire parte importante dell’attività di artisti ed enti committenti, non altrimenti rintracciabile in fonti di diversa provenienza. La Fon- dazione Banco di Napoli, attenta all’esigenza di porsi a disposizione di una fruizione diffusa e non elitaria dei preziosi contenuti archivistici di cui è custode, ha quindi inteso favorire questo tentativo di realizzare una guida artistica in nuce che possa, senza mai trascendere da fondati dati storici, offrire nuove, dense, sug-gestive informazioni su luoghi e monumenti della città di Napoli. Il volume, nato dall’idea progettuale di Bianca Stranieri, si avvale della preziosa collaborazione di Luigi Abetti, Gloria Guida, Sabrina Iorio e Andrea Zappulli, e delle interpretazioni fotografi- che di Federica Gioffredi. Documento-monumento ha dun- que l’ambizione di proporsi in una prospettiva di valorizzazione della capacità che le preziose carte hanno di rivolgersi agli in- teressi attuali e diffusi di un am- pio pubblico, curioso del tempo passato e delle linee di continuità che esso conserva nel presente, sol che lo si interroghi a mestiere. L’archivio, in sostanza, pro- segue nel percorso, già da anni promosso presso la Fondazione, verso il superamento dell’esclusiva destinazione agli “addetti ai lavori”, lo fa coinvolgendo nelle ricerche anche i materiali documentali di altri archivi del territorio ed estendendosi , anzitutto attraverso il linguaggio universale dell’arte, agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, ad un turismo sempre più esigente e qualifican- te ed a chiunque abbia desiderio d’aprire i suoi orizzonti alla conoscenza della nostra magnetica storia.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
L’occasione alla base di questo lavoro è data dall’inizio delle celebrazio- ni del 2024 per il q... more L’occasione alla base di questo lavoro è data dall’inizio delle celebrazio- ni del 2024 per il quinto centenario della fondazione dei Chierici Regolari Teatini, un Ordine che ha dato alla vita spirituale della Chiesa cattolica dell’età moderna contributi fondamentali, così come allo sviluppo della devozione nella Napoli tra Cinque, Sei e Settecento.
Il tridentino, è noto, puntò sull’abito talare come elemento distintivo del sacerdote. Si era resa necessaria l’affermazione di una più rigorosa rego- la in fatto di vestiario, anche per contrastare i comportamenti lassisti ai quali il clero si era lasciato andare. Particolarmente attenti alla questio- ne dell’abito, ancor prima del Concilio, furono i nuovi ordini religiosi che sperimentavano la nascita di rinnovate tipologie di sacerdoti dalla vita e dall’abito comune.
La storia dell’abito dei chierici regolari è ripercorsa in questo volumetto con dovizia di particolari, ma di precipuo interesse è il suo uso come reli- quia. Paramenti e vesti sacerdotali erano espressione di quella chiesa mi- litante contro il protestantesimo. Eppure quell’aspetto così “normativo” ebbe modo di diventare “miracolante” e “taumaturgico”, connotando l’e- dificante in modo ancora più incisivo: il potere taumaturgico confermava la certezza cattolica della possibilità del miracolo e del potere dei santi-sa- cerdoti, celebrando ad un tempo il carisma del clero e la sacralità liturgi- ca. Visti attraverso il miracolo, materialità e spiritualita, taumaturgico ed edificante, prescrizione e vissuto religioso ancora una volta si presentano in tutta la loro complessità.
La fortuna delle reliquie tessili, di cui si produce per la prima volta il cata- logo completo di quelle della lipsanoteca teatina di San Paolo Maggiore, apre un discorso sul miracolo, ma anche uno squarcio sul mondo della pro- duzione dei tessuti: le vesti dei santi e i paramenti liturgici che si rivelano anche rari strumenti di conoscenza della storia del tessuto e della moda.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
La ricerca compiuta intorno a Giovan Battista Manso marchese di Villa (1567-1645), noto letterato... more La ricerca compiuta intorno a Giovan Battista Manso marchese di Villa (1567-1645), noto letterato, filantropo e mecenate, ne accresce l'indubbia importanza rivelandone l'aspetto di imprenditore-mercante e, nel contempo, la grande capacità d'iniziativa, diversificazione d'interessi, intraprendenza innovativa e attitudine ad attraversare ambienti molteplici sempre da protagonista. La storia si svolge tra la fine del XVI e la prima metà del XVII, in una Napoli ancora nel pieno della costruzione della propria architettura politica, offrendo uno spaccato della realtà economica fortemente incentrata sul commercio e sulla manifattura della seta, all'interno di un quadro sociale e istituzionale di particolare vividezza. L'autrice lumeggia la fervente creatività di questo importante rappresentante dell'élite napoletana, sempre ben avvertito delle responsabilità solidaristiche che un distinto status imponeva, con non comune analiticità e sul corredo d'una messe documentaria fitta, molto integrata e tratta soprattutto, ma non solo, dall'archivio della Fondazione Real Monte Manso di Scala e da quello della Fondazione Banco di Napoli. Se ne ricava un godibilissimo affresco storico, suscettibile d'essere interrogato in varie prospettive, che attrae non solo specialisti, ma quanti possano rimanere incuriositi dalle dinamiche di una società fattiva ed impegnata a creare quotidianamente le proprie forme organizzative, prive in quell'epoca di stabili assetti. Ne vengono fuori concreti squarci sull'effettivo funzionamento delle rendite pubbliche, sul sistema degli arrendamenti, sulla rete dell'istruzione privata e sui relativi, diversificati impegni, sull'attività filantropica, sulla vita e sulle relazioni dell'aristocrazia e sui percorsi d'ascesa sociale, sui modi di formazione delle ricchezze e correlati mezzi di conservazione e investimento, sui complessi intrecci di relazioni intercorrenti tra il potere pubblico e l'iniziativa privata.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Ricerche sull'arte a Napoli in età moderna, 2021
Lo studio ricostruisce l'aspetto primigenio della cappella di Giovan Battista Manso marchese di V... more Lo studio ricostruisce l'aspetto primigenio della cappella di Giovan Battista Manso marchese di Villa in San Lorenzo Maggiore a Napoli.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Pio Monte della Misericordia; il patrimonio storico artistico, 2021
Schede del patrimonio tessile del Pio Monte della Misericordia
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Museo Civico Gaetano Filangieri. Le Collezioni, 2020
Nel ricco patrimonio accumulato dalla famiglia Filangieri non potevano mancare i materiali tessim... more Nel ricco patrimonio accumulato dalla famiglia Filangieri non potevano mancare i materiali tessimentari, quali merletti, ricami, abiti femminili e maschili che, sebbene aggiunti solo molto tempo dopo la fondazione del museo, comunicano i ruoli dei personaggi a cui appartennero, rispondendo al- l’esigenza di Gaetano, e del padre Carlo prima, di documentare le arti e le industrie in una breve hi- stoire du travail, strumento indispensabile per la crescita della società. Particolare rilievo hanno i pezzi "unici" dell'abito maschile dell'Ordine di San Gennaro e dell'Eletto del Popolo.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Colori di seta, 2021
C’è una “via della seta” che passa oggi attraverso le esperienze pitto- riche di Alessandro Ciam... more C’è una “via della seta” che passa oggi attraverso le esperienze pitto- riche di Alessandro Ciambrone autore di dodici opere su sete di San Leucio, donate dalla Rete San Leucio Textile, e su tessuti pregiati, do- nati da imprenditori tessili del centro antico di Napoli. Sono “Colori di Seta” esposti nel magnifico scenario della Biblioteca del Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore a Napoli.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Procida Sacra, 2022
Come conferma un’ampia storiografia, le antiche tradizioni religiose della Chiesa procidana
rappr... more Come conferma un’ampia storiografia, le antiche tradizioni religiose della Chiesa procidana
rappresentano un prezioso patrimonio culturale che, in parte smarrito nel corso del tempo,
andrebbe conosciuto e valorizzato, unitamente a quel portato di memorie e di antiche ritualità di
cui erano espressione. Se la storia urbana dell’isola trae origine dalla presenza medievale dei tre
cenobi benedettini, documentati fin dall’età precedente all’incastellamento altomedievale, ben
noto è il ruolo delle cappelle che, sorte fin dalla prima età moderna nel suburbio agricolo ai piedi
della Terra Casata, determinarono la strutturazione degli insediamenti tra XVII e XVIII secolo,
alimentando locali devozioni e cerimoniali in onore dei santi.
La presenza di grancìe erette nel piano dell’isola fin dal Seicento, premessa della formazione delle
attuali otto parrocchie, conferma la centralità della Chiesa nella società dell’isola. Lo stretto
legame storico tra comunità e vita religiosa trova conferma nel succedersi di un cerimoniale che
originariamente seguiva l’intero ciclo dell’anno, come largamente diffuso in quelle comunità dove i
momenti di transizione stagionali venivano affiancati dalla Chiesa cattolica a feste religiose,
declinando nei suoi rituali arcaiche consuetudini.
Anche a Procida, il susseguirsi del cerimoniale sacro, con feste e processioni nell’intero ciclo
dell’anno, è stato ridimensionato dalle trasformazioni economiche, sociali e più in generale
culturali. Se ancora oggi resiste la processione del Cristo morto del Venerdì Santo, a cui
partecipano insieme alla comunità locale un crescente numero di turisti che affollano l’isola nel
periodo pasquale, ormai quasi del tutto perduta è persino la memoria delle altre feste religiose
che un tempo si susseguivano nei vari mesi dell’anno.
A questi argomenti, nell’ambito delle azioni sviluppate dal Centro Interdipartimentale di Ricerca
per i Beni Architettonici e Ambientali e per la Progettazione Urbana dell’Università degli Studi di
Napoli Federico II, è rivolto il volume Procida Sacra. L’immaginario religioso tra feste, riti
e processioni.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Pagine di seta , 2021
L’originale progetto culturale Pagine di Seta ideato da Rossella Paliotto, presidente della Fonda... more L’originale progetto culturale Pagine di Seta ideato da Rossella Paliotto, presidente della Fondazione Banco di Napoli ed Enrico Minio Capucci, direttore della Fondazione Roberto Capucci, vede ventuno opere d’arte di Capucci provenienti dall’omonima fondazione a Villa Manin (UD) esposte tra i documenti custoditi
nel museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli.
L’occasione della mostra ha offerto il pretesto per aggiungere qualche frammento del passato emerso dalle carte d’archivio, molte conservate alla Fondazione, per ripensare alla preziosa fibra scelta dal maestro romano per le sue opere-scultura, indiscussa protagonista nella storia sartoriale italiana e napoletana in età moderna: la seta. In omaggio a Roberto Capucci e alle meravigliose cromie delle sue ricercate ‘composizioni’, un rilievo particolare assumono i colori, pregni di sfumature di significato, che sembrano ridare vita ai documenti inediti, ulteriore testimonianza del passato di Napoli, centro di eccellenza per la produzione e la lavorazione della seta. Il percorso della sartorialità napoletana che di sicuro contribuì alla formazione della haute couture italiana, legata al ciclo della seta, lega altresì Napoli al Friuli dove recentemente si è riscoperta l’antica tradizione che, a partire dal Cinquecento, vide nella coltivazione del baco da seta una sua eccellenza, un’attività entrata in crisi nel corso del secolo scorso.
Più intrecci sono alla base dell’idea della Mostra: Napoli e il Friuli, centri di produzione della seta, le opere d’arte Roberto Capucci fondamento del made in Italy sin dal 1952 anno della prima sfilata nella sala Bianca di Palazzo Pitti, e le documentate antiche attività seriche e artigianali legate al settore dell’abbigliamento napoletano.
Tanta materia e tante piccole e grandi storie nel bel volume curato da Bianca Stranieri.
A sostegno dell’idea la documentazione-interpretazione fotografica di Fabio Donato, lavoro artistico di approfondimento dei rapporti possibili tra gli abiti e la straordinaria testimonianza della storia del Mezzogiorno, un’esperienza immersiva tra faldoni e multimedialità dove gli abiti e i manichini colloquiano con contenuti e notizie della storia economica, sociale ed artistica delle regioni meridionali e contratti commerciali con varie nazioni europee.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Santa Maria di Costantinopoli, 2020
Draghi, pavoni, fenici, animali improbabili affollano tessuti, paramenti, vesti, raccontano stori... more Draghi, pavoni, fenici, animali improbabili affollano tessuti, paramenti, vesti, raccontano storie fantastiche, rimandano a paesi lontani sognati e idealizzati. Questo piccolo catalogo di paramenti sacri provenienti dalla chiesa di Santa Maria di Costantinopoli può sembrare ambizioso di fronte ai monumentali cataloghi stampati in quei luoghi dove l'interesse per i tessuti è stato coltivato sia dalle Università quanto dalle Soprintendenze che hanno avviato catalogazioni scientifiche sistematiche. A Bianca Stranieri si deve il merito di aver intrapreso e realizzato questa schedatura e, soprattutto, di saper conciliare la ricerca archivistica con l'osservazione sul campo dei materiali e con la lente di ingrandimento per indagare i materiali, le procedure di lavorazione, lo stato di conservazione e le ragioni del loro degrado.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Books by Bianca Stranieri
ai Grandi Magazzini. Protagonisti, luoghi del commercio e socialità a Napoli tra Otto e Novecento, 2023
Protagonisti e luoghi del commercio dei generi di moda, socialità,
corpus di carte, cartoline d’... more Protagonisti e luoghi del commercio dei generi di moda, socialità,
corpus di carte, cartoline d’archivio, manifesti pubblicitari d’autore, arti, musica e pubblicità a Napoli nella Belle Époque sono evocati
abiti, dipinti e sculture in maggioranza inediti. Nell’intento di dagli autori attraverso ricostruzioni frutto d’un caleidoscopico
accendere l’immaginario del glorioso e spumeggiante passato corpus di carte, cartoline d’archivio, manifesti pubblicitari d’autore,
commerciale di Napoli tra fine Ottocento e inizio Novecento, si abiti, dipinti e sculture in maggioranza inediti. Nell’intento di
richiamano alla memoria piccole, medie e grandi botteghe e la accendere l’immaginario del glorioso e spumeggiante passato
sorprendente varietà di merci esistenti prima e dopo la nascita commerciale di Napoli tra fine Ottocento e inizio Novecento, si
dei grandi magazzini, questi ultimi contaminazione d’Oltralpe; richiamano alla memoria piccole, medie e grandi botteghe e la
tra di essi primeggiano i Grandi Magazzini Emiddio & Alfonso Mele e sorprendente varietà di merci esistenti prima e dopo la nascita
“All’Unione delle Fabbriche” Miccio, alla storia dei quali vanno dei grandi magazzini, questi ultimi contaminazione d’Oltralpe;
ad aggiungersi nuovi e affascinanti tasselli. Un cospicuo materiale tra di essi primeggiano i Grandi Magazzini Emiddio & Alfonso Mele e
documentario è tratto dalle vivide pagine dei quotidiani dell’epoca, “All’Unione delle Fabbriche” Miccio, alla storia dei quali vanno
conservati presso l’Emeroteca della Fondazione Banco di Napoli. ad aggiungersi nuovi e affascinanti tasselli. Un cospicuo materiale
L’occasione espositiva legata al volume, che presenta anche una documentario è tratto dalle vivide pagine dei quotidiani dell’epoca,
sezione appositamente dedicata al catalogo, è propiziata anche dal conservati presso l’Emeroteca della Fondazione Banco di Napoli.
copioso materiale pubblicitario proveniente dall’Archivio Lembo – L’occasione espositiva legata al volume, che presenta anche una
forte d’oltre duecento cartoline inedite – dai gadgets e dai manifesti sezione appositamente dedicata al catalogo, è propiziata anche dal
pubblicitari dell’Archivio Mele, oltre che dai begli abiti d’epoca messi copioso materiale pubblicitario proveniente dall’Archivio Lembo –
a disposizione dalla Fondazione Mondragone e da collezioni private. forte d’oltre duecento cartoline inedite – dai gadgets e dai manifesti
pubblicitari dell’Archivio Mele, oltre che dai begli abiti d’epoca messi a disposizione dalla Fondazione Mondragone e da collezioni private.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Documento>Monumento. C'arte in fotografia, 2023
L'idea progetto nasce dal desiderio di favorire, attraverso le immagini fotografiche, il processo... more L'idea progetto nasce dal desiderio di favorire, attraverso le immagini fotografiche, il processo evocativo di luoghi e spazi rintracciati nei documenti d'archivio. Le immagini non sono necessariamente una puntuale trasposizione del documento, ma intendono creare con esso una correlazione suggestiva e, attraverso la scelta del bianco e nero, richiamarne i due elementi fondamentali : la carta e l'inchiostro. La realizzazione del percorso visivo si avvarrà della preziosa collaborazione di due studiosi, abili ricercatori e valorizzatori del patrimonio documentale dell'Archivio Storico del Banco di Napoli, la dott.ssa Sabrina Iorio e il dott. Luigi Abetti, unitamente alla sottoscritta. Si prevede di accompagnare la mostra con una piccola pubblicazione; saranno pertanto scelti sette documenti di epoche diverse, introducendo ciascuno di essi con una breve narrazione, riproducendo da un lato la fotografia del documento stesso e dall'altro, a piena pagina, l'immagine evocativa della fotografa Federica Gioffredi, già nota in Fondazione per la sua presentazione dei Quattro elementi di Kosmo, avvenuta nel gennaio 2023. La narrazione documentale va ad inserirsi in un percorso museale a cielo aperto, molto gradito ai visitatori, in particolare stranieri, che diventa quasi una "caccia al tesoro" laddove il primo motore è il documento d'archivio.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Mezzogiorno prodigioso. Ricerche sul miracolo nel Meridione d'Italia dell'età moderna, 2023
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Conference Presentations by Bianca Stranieri
27 giugno 2023 Presentazione del volume "Mezzogiorno prodigioso. Ricerche sul miracolo nel Meridione d'Italia dell'età moderna", a cura di Giulio Sodano, ed. Quaderni Mediterranea, 2023
Presentazione del volume "Mezzogiorno prodigioso. Ricerche sul miracolo nel Meridione d'Italia de... more Presentazione del volume "Mezzogiorno prodigioso. Ricerche sul miracolo nel Meridione d'Italia dell'età moderna", a cura di Giulio Sodano, ed. Quaderni Mediterranea. 27 giugno 2023
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Papers by Bianca Stranieri
Il tridentino, è noto, puntò sull’abito talare come elemento distintivo del sacerdote. Si era resa necessaria l’affermazione di una più rigorosa rego- la in fatto di vestiario, anche per contrastare i comportamenti lassisti ai quali il clero si era lasciato andare. Particolarmente attenti alla questio- ne dell’abito, ancor prima del Concilio, furono i nuovi ordini religiosi che sperimentavano la nascita di rinnovate tipologie di sacerdoti dalla vita e dall’abito comune.
La storia dell’abito dei chierici regolari è ripercorsa in questo volumetto con dovizia di particolari, ma di precipuo interesse è il suo uso come reli- quia. Paramenti e vesti sacerdotali erano espressione di quella chiesa mi- litante contro il protestantesimo. Eppure quell’aspetto così “normativo” ebbe modo di diventare “miracolante” e “taumaturgico”, connotando l’e- dificante in modo ancora più incisivo: il potere taumaturgico confermava la certezza cattolica della possibilità del miracolo e del potere dei santi-sa- cerdoti, celebrando ad un tempo il carisma del clero e la sacralità liturgi- ca. Visti attraverso il miracolo, materialità e spiritualita, taumaturgico ed edificante, prescrizione e vissuto religioso ancora una volta si presentano in tutta la loro complessità.
La fortuna delle reliquie tessili, di cui si produce per la prima volta il cata- logo completo di quelle della lipsanoteca teatina di San Paolo Maggiore, apre un discorso sul miracolo, ma anche uno squarcio sul mondo della pro- duzione dei tessuti: le vesti dei santi e i paramenti liturgici che si rivelano anche rari strumenti di conoscenza della storia del tessuto e della moda.
rappresentano un prezioso patrimonio culturale che, in parte smarrito nel corso del tempo,
andrebbe conosciuto e valorizzato, unitamente a quel portato di memorie e di antiche ritualità di
cui erano espressione. Se la storia urbana dell’isola trae origine dalla presenza medievale dei tre
cenobi benedettini, documentati fin dall’età precedente all’incastellamento altomedievale, ben
noto è il ruolo delle cappelle che, sorte fin dalla prima età moderna nel suburbio agricolo ai piedi
della Terra Casata, determinarono la strutturazione degli insediamenti tra XVII e XVIII secolo,
alimentando locali devozioni e cerimoniali in onore dei santi.
La presenza di grancìe erette nel piano dell’isola fin dal Seicento, premessa della formazione delle
attuali otto parrocchie, conferma la centralità della Chiesa nella società dell’isola. Lo stretto
legame storico tra comunità e vita religiosa trova conferma nel succedersi di un cerimoniale che
originariamente seguiva l’intero ciclo dell’anno, come largamente diffuso in quelle comunità dove i
momenti di transizione stagionali venivano affiancati dalla Chiesa cattolica a feste religiose,
declinando nei suoi rituali arcaiche consuetudini.
Anche a Procida, il susseguirsi del cerimoniale sacro, con feste e processioni nell’intero ciclo
dell’anno, è stato ridimensionato dalle trasformazioni economiche, sociali e più in generale
culturali. Se ancora oggi resiste la processione del Cristo morto del Venerdì Santo, a cui
partecipano insieme alla comunità locale un crescente numero di turisti che affollano l’isola nel
periodo pasquale, ormai quasi del tutto perduta è persino la memoria delle altre feste religiose
che un tempo si susseguivano nei vari mesi dell’anno.
A questi argomenti, nell’ambito delle azioni sviluppate dal Centro Interdipartimentale di Ricerca
per i Beni Architettonici e Ambientali e per la Progettazione Urbana dell’Università degli Studi di
Napoli Federico II, è rivolto il volume Procida Sacra. L’immaginario religioso tra feste, riti
e processioni.
nel museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli.
L’occasione della mostra ha offerto il pretesto per aggiungere qualche frammento del passato emerso dalle carte d’archivio, molte conservate alla Fondazione, per ripensare alla preziosa fibra scelta dal maestro romano per le sue opere-scultura, indiscussa protagonista nella storia sartoriale italiana e napoletana in età moderna: la seta. In omaggio a Roberto Capucci e alle meravigliose cromie delle sue ricercate ‘composizioni’, un rilievo particolare assumono i colori, pregni di sfumature di significato, che sembrano ridare vita ai documenti inediti, ulteriore testimonianza del passato di Napoli, centro di eccellenza per la produzione e la lavorazione della seta. Il percorso della sartorialità napoletana che di sicuro contribuì alla formazione della haute couture italiana, legata al ciclo della seta, lega altresì Napoli al Friuli dove recentemente si è riscoperta l’antica tradizione che, a partire dal Cinquecento, vide nella coltivazione del baco da seta una sua eccellenza, un’attività entrata in crisi nel corso del secolo scorso.
Più intrecci sono alla base dell’idea della Mostra: Napoli e il Friuli, centri di produzione della seta, le opere d’arte Roberto Capucci fondamento del made in Italy sin dal 1952 anno della prima sfilata nella sala Bianca di Palazzo Pitti, e le documentate antiche attività seriche e artigianali legate al settore dell’abbigliamento napoletano.
Tanta materia e tante piccole e grandi storie nel bel volume curato da Bianca Stranieri.
A sostegno dell’idea la documentazione-interpretazione fotografica di Fabio Donato, lavoro artistico di approfondimento dei rapporti possibili tra gli abiti e la straordinaria testimonianza della storia del Mezzogiorno, un’esperienza immersiva tra faldoni e multimedialità dove gli abiti e i manichini colloquiano con contenuti e notizie della storia economica, sociale ed artistica delle regioni meridionali e contratti commerciali con varie nazioni europee.
Books by Bianca Stranieri
corpus di carte, cartoline d’archivio, manifesti pubblicitari d’autore, arti, musica e pubblicità a Napoli nella Belle Époque sono evocati
abiti, dipinti e sculture in maggioranza inediti. Nell’intento di dagli autori attraverso ricostruzioni frutto d’un caleidoscopico
accendere l’immaginario del glorioso e spumeggiante passato corpus di carte, cartoline d’archivio, manifesti pubblicitari d’autore,
commerciale di Napoli tra fine Ottocento e inizio Novecento, si abiti, dipinti e sculture in maggioranza inediti. Nell’intento di
richiamano alla memoria piccole, medie e grandi botteghe e la accendere l’immaginario del glorioso e spumeggiante passato
sorprendente varietà di merci esistenti prima e dopo la nascita commerciale di Napoli tra fine Ottocento e inizio Novecento, si
dei grandi magazzini, questi ultimi contaminazione d’Oltralpe; richiamano alla memoria piccole, medie e grandi botteghe e la
tra di essi primeggiano i Grandi Magazzini Emiddio & Alfonso Mele e sorprendente varietà di merci esistenti prima e dopo la nascita
“All’Unione delle Fabbriche” Miccio, alla storia dei quali vanno dei grandi magazzini, questi ultimi contaminazione d’Oltralpe;
ad aggiungersi nuovi e affascinanti tasselli. Un cospicuo materiale tra di essi primeggiano i Grandi Magazzini Emiddio & Alfonso Mele e
documentario è tratto dalle vivide pagine dei quotidiani dell’epoca, “All’Unione delle Fabbriche” Miccio, alla storia dei quali vanno
conservati presso l’Emeroteca della Fondazione Banco di Napoli. ad aggiungersi nuovi e affascinanti tasselli. Un cospicuo materiale
L’occasione espositiva legata al volume, che presenta anche una documentario è tratto dalle vivide pagine dei quotidiani dell’epoca,
sezione appositamente dedicata al catalogo, è propiziata anche dal conservati presso l’Emeroteca della Fondazione Banco di Napoli.
copioso materiale pubblicitario proveniente dall’Archivio Lembo – L’occasione espositiva legata al volume, che presenta anche una
forte d’oltre duecento cartoline inedite – dai gadgets e dai manifesti sezione appositamente dedicata al catalogo, è propiziata anche dal
pubblicitari dell’Archivio Mele, oltre che dai begli abiti d’epoca messi copioso materiale pubblicitario proveniente dall’Archivio Lembo –
a disposizione dalla Fondazione Mondragone e da collezioni private. forte d’oltre duecento cartoline inedite – dai gadgets e dai manifesti
pubblicitari dell’Archivio Mele, oltre che dai begli abiti d’epoca messi a disposizione dalla Fondazione Mondragone e da collezioni private.
Conference Presentations by Bianca Stranieri
Il tridentino, è noto, puntò sull’abito talare come elemento distintivo del sacerdote. Si era resa necessaria l’affermazione di una più rigorosa rego- la in fatto di vestiario, anche per contrastare i comportamenti lassisti ai quali il clero si era lasciato andare. Particolarmente attenti alla questio- ne dell’abito, ancor prima del Concilio, furono i nuovi ordini religiosi che sperimentavano la nascita di rinnovate tipologie di sacerdoti dalla vita e dall’abito comune.
La storia dell’abito dei chierici regolari è ripercorsa in questo volumetto con dovizia di particolari, ma di precipuo interesse è il suo uso come reli- quia. Paramenti e vesti sacerdotali erano espressione di quella chiesa mi- litante contro il protestantesimo. Eppure quell’aspetto così “normativo” ebbe modo di diventare “miracolante” e “taumaturgico”, connotando l’e- dificante in modo ancora più incisivo: il potere taumaturgico confermava la certezza cattolica della possibilità del miracolo e del potere dei santi-sa- cerdoti, celebrando ad un tempo il carisma del clero e la sacralità liturgi- ca. Visti attraverso il miracolo, materialità e spiritualita, taumaturgico ed edificante, prescrizione e vissuto religioso ancora una volta si presentano in tutta la loro complessità.
La fortuna delle reliquie tessili, di cui si produce per la prima volta il cata- logo completo di quelle della lipsanoteca teatina di San Paolo Maggiore, apre un discorso sul miracolo, ma anche uno squarcio sul mondo della pro- duzione dei tessuti: le vesti dei santi e i paramenti liturgici che si rivelano anche rari strumenti di conoscenza della storia del tessuto e della moda.
rappresentano un prezioso patrimonio culturale che, in parte smarrito nel corso del tempo,
andrebbe conosciuto e valorizzato, unitamente a quel portato di memorie e di antiche ritualità di
cui erano espressione. Se la storia urbana dell’isola trae origine dalla presenza medievale dei tre
cenobi benedettini, documentati fin dall’età precedente all’incastellamento altomedievale, ben
noto è il ruolo delle cappelle che, sorte fin dalla prima età moderna nel suburbio agricolo ai piedi
della Terra Casata, determinarono la strutturazione degli insediamenti tra XVII e XVIII secolo,
alimentando locali devozioni e cerimoniali in onore dei santi.
La presenza di grancìe erette nel piano dell’isola fin dal Seicento, premessa della formazione delle
attuali otto parrocchie, conferma la centralità della Chiesa nella società dell’isola. Lo stretto
legame storico tra comunità e vita religiosa trova conferma nel succedersi di un cerimoniale che
originariamente seguiva l’intero ciclo dell’anno, come largamente diffuso in quelle comunità dove i
momenti di transizione stagionali venivano affiancati dalla Chiesa cattolica a feste religiose,
declinando nei suoi rituali arcaiche consuetudini.
Anche a Procida, il susseguirsi del cerimoniale sacro, con feste e processioni nell’intero ciclo
dell’anno, è stato ridimensionato dalle trasformazioni economiche, sociali e più in generale
culturali. Se ancora oggi resiste la processione del Cristo morto del Venerdì Santo, a cui
partecipano insieme alla comunità locale un crescente numero di turisti che affollano l’isola nel
periodo pasquale, ormai quasi del tutto perduta è persino la memoria delle altre feste religiose
che un tempo si susseguivano nei vari mesi dell’anno.
A questi argomenti, nell’ambito delle azioni sviluppate dal Centro Interdipartimentale di Ricerca
per i Beni Architettonici e Ambientali e per la Progettazione Urbana dell’Università degli Studi di
Napoli Federico II, è rivolto il volume Procida Sacra. L’immaginario religioso tra feste, riti
e processioni.
nel museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli.
L’occasione della mostra ha offerto il pretesto per aggiungere qualche frammento del passato emerso dalle carte d’archivio, molte conservate alla Fondazione, per ripensare alla preziosa fibra scelta dal maestro romano per le sue opere-scultura, indiscussa protagonista nella storia sartoriale italiana e napoletana in età moderna: la seta. In omaggio a Roberto Capucci e alle meravigliose cromie delle sue ricercate ‘composizioni’, un rilievo particolare assumono i colori, pregni di sfumature di significato, che sembrano ridare vita ai documenti inediti, ulteriore testimonianza del passato di Napoli, centro di eccellenza per la produzione e la lavorazione della seta. Il percorso della sartorialità napoletana che di sicuro contribuì alla formazione della haute couture italiana, legata al ciclo della seta, lega altresì Napoli al Friuli dove recentemente si è riscoperta l’antica tradizione che, a partire dal Cinquecento, vide nella coltivazione del baco da seta una sua eccellenza, un’attività entrata in crisi nel corso del secolo scorso.
Più intrecci sono alla base dell’idea della Mostra: Napoli e il Friuli, centri di produzione della seta, le opere d’arte Roberto Capucci fondamento del made in Italy sin dal 1952 anno della prima sfilata nella sala Bianca di Palazzo Pitti, e le documentate antiche attività seriche e artigianali legate al settore dell’abbigliamento napoletano.
Tanta materia e tante piccole e grandi storie nel bel volume curato da Bianca Stranieri.
A sostegno dell’idea la documentazione-interpretazione fotografica di Fabio Donato, lavoro artistico di approfondimento dei rapporti possibili tra gli abiti e la straordinaria testimonianza della storia del Mezzogiorno, un’esperienza immersiva tra faldoni e multimedialità dove gli abiti e i manichini colloquiano con contenuti e notizie della storia economica, sociale ed artistica delle regioni meridionali e contratti commerciali con varie nazioni europee.
corpus di carte, cartoline d’archivio, manifesti pubblicitari d’autore, arti, musica e pubblicità a Napoli nella Belle Époque sono evocati
abiti, dipinti e sculture in maggioranza inediti. Nell’intento di dagli autori attraverso ricostruzioni frutto d’un caleidoscopico
accendere l’immaginario del glorioso e spumeggiante passato corpus di carte, cartoline d’archivio, manifesti pubblicitari d’autore,
commerciale di Napoli tra fine Ottocento e inizio Novecento, si abiti, dipinti e sculture in maggioranza inediti. Nell’intento di
richiamano alla memoria piccole, medie e grandi botteghe e la accendere l’immaginario del glorioso e spumeggiante passato
sorprendente varietà di merci esistenti prima e dopo la nascita commerciale di Napoli tra fine Ottocento e inizio Novecento, si
dei grandi magazzini, questi ultimi contaminazione d’Oltralpe; richiamano alla memoria piccole, medie e grandi botteghe e la
tra di essi primeggiano i Grandi Magazzini Emiddio & Alfonso Mele e sorprendente varietà di merci esistenti prima e dopo la nascita
“All’Unione delle Fabbriche” Miccio, alla storia dei quali vanno dei grandi magazzini, questi ultimi contaminazione d’Oltralpe;
ad aggiungersi nuovi e affascinanti tasselli. Un cospicuo materiale tra di essi primeggiano i Grandi Magazzini Emiddio & Alfonso Mele e
documentario è tratto dalle vivide pagine dei quotidiani dell’epoca, “All’Unione delle Fabbriche” Miccio, alla storia dei quali vanno
conservati presso l’Emeroteca della Fondazione Banco di Napoli. ad aggiungersi nuovi e affascinanti tasselli. Un cospicuo materiale
L’occasione espositiva legata al volume, che presenta anche una documentario è tratto dalle vivide pagine dei quotidiani dell’epoca,
sezione appositamente dedicata al catalogo, è propiziata anche dal conservati presso l’Emeroteca della Fondazione Banco di Napoli.
copioso materiale pubblicitario proveniente dall’Archivio Lembo – L’occasione espositiva legata al volume, che presenta anche una
forte d’oltre duecento cartoline inedite – dai gadgets e dai manifesti sezione appositamente dedicata al catalogo, è propiziata anche dal
pubblicitari dell’Archivio Mele, oltre che dai begli abiti d’epoca messi copioso materiale pubblicitario proveniente dall’Archivio Lembo –
a disposizione dalla Fondazione Mondragone e da collezioni private. forte d’oltre duecento cartoline inedite – dai gadgets e dai manifesti
pubblicitari dell’Archivio Mele, oltre che dai begli abiti d’epoca messi a disposizione dalla Fondazione Mondragone e da collezioni private.