“E luce fu… L’evidenza senza ombre della bellezza”, in Aisthesis. Pratiche, linguaggi e saperi dell’estetico, 11• 1/2018, (Mind, Nature and Beauty in the Medieval Philosophy), edited by A. Rodolfi, pp. 145-158
In this paper I provide an ecological, Schelerian-based description of the aesthetic experience t... more In this paper I provide an ecological, Schelerian-based description of the aesthetic experience that, without being exhaustive, may account for its complexity, perspective character and strati cations. Aesthetic enjoyment, aesthetic object and the creative process of the artistic type are all specific and necessary moments of an experience -an aesthetic experience- shared by different experiential "individuals", who also contribute to its formation process. The content of this experience grows and develops in conformity with its own laws, like a living being so to speak, able, as such, to turn its own gaze to the others' gaze at the same time as they turn to it. In other words, I will deal with the dynamics of the artist's interactions with the spectator, of those of the spectator with the artist and of those of both with the work of art, which, created by the artist, or rather, "brought to light" by the artist, becomes an object - a quasi-sujet in Dufrennian terms - unique to the spectator. In this context, I will try to rehabilitate the axiological virtues of beauty, not in the sense of a metaphysics of beauty, but in a sense nearer to our experiences of "seeing something in a new light".
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Books
Come possiamo definire il tempo della musica? Come è possibile «sentire» il Don Giovanni di Mozart o una sinfonia a tanti anni di distanza dalla loro composizione? Immaginiamo di essere a un concerto. Ci limitiamo ad ascoltare, senza agire, ma non per questo siamo passivi. Siamo anzi ricettivi. La musica suscita in noi una vita emotiva autonoma. Nel presente - che è il tempo dell'ascolto - viviamo ciò che in essa non passa.
Hersch ci regala una straordinaria analisi sul tempo e una riflessione sulla realtà che viviamo. Un'opera che illumina il senso di un possibile incontro tra musica e filosofia.
Papers
Keywords: Doppelgänger, copy, doubling, Verdoppelung, responsive freedom
Keywords: Pathos, Response, Irresponsivity, Relational Weakness, Wert
Come possiamo definire il tempo della musica? Come è possibile «sentire» il Don Giovanni di Mozart o una sinfonia a tanti anni di distanza dalla loro composizione? Immaginiamo di essere a un concerto. Ci limitiamo ad ascoltare, senza agire, ma non per questo siamo passivi. Siamo anzi ricettivi. La musica suscita in noi una vita emotiva autonoma. Nel presente - che è il tempo dell'ascolto - viviamo ciò che in essa non passa.
Hersch ci regala una straordinaria analisi sul tempo e una riflessione sulla realtà che viviamo. Un'opera che illumina il senso di un possibile incontro tra musica e filosofia.
Keywords: Doppelgänger, copy, doubling, Verdoppelung, responsive freedom
Keywords: Pathos, Response, Irresponsivity, Relational Weakness, Wert