Convegno Internazionale Montagne incise. Pietre incise. Per una archeologia delle risorse delle montagne mediterranee organizzato dal Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale DISMEC-DIPTERIS, Università di Genova 20-22 ottobre 2011 Borzonasca (GE) sessione poster, 2011
Nel giugno 2011 il sito è stato oggetto di indagini di superficie e di un breve saggio di scavo,
... more Nel giugno 2011 il sito è stato oggetto di indagini di superficie e di un breve saggio di scavo,
condotto da chi scrive con la partecipazione dei membri dell’Associazione “Valle Lune”, che a
titolo volontario hanno fornito un insostituibile supporto logistico ai lavori.
I risultati, ancora in corso di studio, hanno consentito di riconoscere dieci strutture: cinque
affioramenti rocciosi con ricorsi di pietre addossati e cinque ‘piattaforme’ con piante poligonali o
subcircolari di dimensioni variabili (da 1 m x 0,5 m di lato a 5 m di diametro per un’altezza
massima di circa 1,80 m ), messe in opera a secco con blocchi e lastre di arenaria di grandi
dimensioni, talvolta sbozzati, appoggiandosi o coprendo ‘scogli’ emergenti dal terreno.
Le strutture sono collocate su un’area di versante, esposta a ovest, di circa 2.900 mq, delimitata da
due ruscelli e racchiusa da allineamenti di pietre disposte su filari o ammucchiate.
Sia i blocchi impiegati nelle strutture, sia alcune pietre isolate presenti nell’area mostrano segni di
lavorazione ottenuti con punte, cunei, raspe o gradine (?). Scaglie di pietra di piccole dimensioni,
interpretabili forse come scarti di lavorazione, sono raccolte all’interno delle strutture in una sorta di
riempimento a sacco.
Non sono stati individuati materiali diagnostici che permettano un inquadramento cronologico; così
come è ancora da chiarire la funzione delle strutture. Merita comunque osservare che il muro di
delimitazione dell’area ricalca i limiti della particella catastale e quindi potrebbe essere da
considerarsi in fase con le operazioni di appoderamento. Per quanto riguarda invece la definizione
funzionale, esclusa la sua destinazione funeraria, sono in corso di valutazione alcune ipotesi. L’area
potrebbe essere stata oggetto di una bonifica e le pietre recuperate nell’operazione potrebbero essere
state ‘accatastate’ sui macigni più difficili da rimuovere. Indirizza verso questa interpretazione un
confronto con un’analoga sistemazione ‘ordinata’ delle pietre provenienti da una bonifica presso
l’Alpe Stabico di Bienno (Brescia) (www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMMLOM60-
0034712/). Le piattaforme, in questo caso, divengono parte integrante del paesaggio e la
loro funzionalità consiste nell’aumento della superficie utilizzabile: ad esempio può crescere ed
essere comodamente brucata una maggior quantità di erba.
Altra ipotesi è l’impiego dell’area come cava di materiale lapideo e area di lavoro. L’arenaria
locale, reperita in siti analoghi a La Fontana, nei torrenti o recuperata dai ruderi piuttosto che da
cave di grandi dimensioni, è il materiale da costruzione più usato localmente.
Il luogo di lavorazione del materiale, quando non coincide con quello di reperimento, può essere
una semplice radura nel bosco vicina a una via di collegamento, come si è osservato anche nel sito
di Pian del Mercato nel Comune di Piteglio, dove è ancora presente in loco una grande lastra
semilavorata destinata forse alla realizzazione di una macina.
I blocchi presenti nel sito de La Fontana hanno dimensioni medio-grandi (0,3 x 0,50 x 0,60; 0,5 x
0,4 x 1 m) e potrebbero essere interpretati, in via ancora ipotetica, come materiale destinato a
costruzioni di pregio o per elementi portanti o decorativi.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Papers
Direzione scientifica: Prof. Juan Antonio Quirós Castillo, Universidad del País Vasco, Departamento de Geografía, Prehistoria y Arqueología; dott.ssa Cristina Taddei, Pistoia Musei.
Concessionario: Comune di San Marcello-Piteglio. Supporto logistico e organizzativo: Valle Lune odv
Periodo di scavo: 4-29 settembre 2023. Non è richiesto un periodo minimo di partecipazione ed è possibile partecipare anche a singole giornate.
Logistica: A tutti i partecipanti sarà offerto il pranzo al sacco sul cantiere. Lo staff è disponibile a dare tutto il supporto necessario per individuare le strutture ricettive più idonee sul territorio per chi vorrà soggiornare in loco. Lo scavo è raggiungibile in circa 15 minuti a piedi dal paese di Lancisa (San Marcello Piteglio).
Assicurazione infortuni: L’assicurazione infortuni è offerta gratuitamente grazie alla collaborazione con l’associazione Valle Lune O.N.L.U.S. Sono richieste calzature antinfortunistiche, abbigliamento adeguato (lo scavo si svolge in una zona di montagna coperta da bosco) e vaccinazioni antitetanica.
Domanda di partecipazione: Per partecipare alla campagna di scavo è necessario sottoporre la propria candidatura inviando una mail, corredata di curriculum vitae, ai contatti indicati sotto. L’ammissione all’attività di scavo sarà comunicata a stretto giro. È rilasciato un attestato di partecipazione.
Info e contatti: [email protected]
Direzione scientifica: Prof. Juan Antonio Quirós Castillo, Universidad del País Vasco, Departamento de Geografía, Prehistoria y Arqueología; dott.ssa Cristina Taddei, Pistoia Musei.
Concessionario: Comune di San Marcello-Piteglio. Supporto logistico e organizzativo: Valle Lune odv
Periodo di scavo: 4-29 settembre 2023. Non è richiesto un periodo minimo di partecipazione ed è possibile partecipare anche a singole giornate.
Logistica: A tutti i partecipanti sarà offerto il pranzo al sacco sul cantiere. Lo staff è disponibile a dare tutto il supporto necessario per individuare le strutture ricettive più idonee sul territorio per chi vorrà soggiornare in loco. Lo scavo è raggiungibile in circa 15 minuti a piedi dal paese di Lancisa (San Marcello Piteglio).
Assicurazione infortuni: L’assicurazione infortuni è offerta gratuitamente grazie alla collaborazione con l’associazione Valle Lune O.N.L.U.S. Sono richieste calzature antinfortunistiche, abbigliamento adeguato (lo scavo si svolge in una zona di montagna coperta da bosco) e vaccinazioni antitetanica.
Domanda di partecipazione: Per partecipare alla campagna di scavo è necessario sottoporre la propria candidatura inviando una mail, corredata di curriculum vitae, ai contatti indicati sotto. L’ammissione all’attività di scavo sarà comunicata a stretto giro. È rilasciato un attestato di partecipazione.
Info e contatti: [email protected]
condotto da chi scrive con la partecipazione dei membri dell’Associazione “Valle Lune”, che a
titolo volontario hanno fornito un insostituibile supporto logistico ai lavori.
I risultati, ancora in corso di studio, hanno consentito di riconoscere dieci strutture: cinque
affioramenti rocciosi con ricorsi di pietre addossati e cinque ‘piattaforme’ con piante poligonali o
subcircolari di dimensioni variabili (da 1 m x 0,5 m di lato a 5 m di diametro per un’altezza
massima di circa 1,80 m ), messe in opera a secco con blocchi e lastre di arenaria di grandi
dimensioni, talvolta sbozzati, appoggiandosi o coprendo ‘scogli’ emergenti dal terreno.
Le strutture sono collocate su un’area di versante, esposta a ovest, di circa 2.900 mq, delimitata da
due ruscelli e racchiusa da allineamenti di pietre disposte su filari o ammucchiate.
Sia i blocchi impiegati nelle strutture, sia alcune pietre isolate presenti nell’area mostrano segni di
lavorazione ottenuti con punte, cunei, raspe o gradine (?). Scaglie di pietra di piccole dimensioni,
interpretabili forse come scarti di lavorazione, sono raccolte all’interno delle strutture in una sorta di
riempimento a sacco.
Non sono stati individuati materiali diagnostici che permettano un inquadramento cronologico; così
come è ancora da chiarire la funzione delle strutture. Merita comunque osservare che il muro di
delimitazione dell’area ricalca i limiti della particella catastale e quindi potrebbe essere da
considerarsi in fase con le operazioni di appoderamento. Per quanto riguarda invece la definizione
funzionale, esclusa la sua destinazione funeraria, sono in corso di valutazione alcune ipotesi. L’area
potrebbe essere stata oggetto di una bonifica e le pietre recuperate nell’operazione potrebbero essere
state ‘accatastate’ sui macigni più difficili da rimuovere. Indirizza verso questa interpretazione un
confronto con un’analoga sistemazione ‘ordinata’ delle pietre provenienti da una bonifica presso
l’Alpe Stabico di Bienno (Brescia) (www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMMLOM60-
0034712/). Le piattaforme, in questo caso, divengono parte integrante del paesaggio e la
loro funzionalità consiste nell’aumento della superficie utilizzabile: ad esempio può crescere ed
essere comodamente brucata una maggior quantità di erba.
Altra ipotesi è l’impiego dell’area come cava di materiale lapideo e area di lavoro. L’arenaria
locale, reperita in siti analoghi a La Fontana, nei torrenti o recuperata dai ruderi piuttosto che da
cave di grandi dimensioni, è il materiale da costruzione più usato localmente.
Il luogo di lavorazione del materiale, quando non coincide con quello di reperimento, può essere
una semplice radura nel bosco vicina a una via di collegamento, come si è osservato anche nel sito
di Pian del Mercato nel Comune di Piteglio, dove è ancora presente in loco una grande lastra
semilavorata destinata forse alla realizzazione di una macina.
I blocchi presenti nel sito de La Fontana hanno dimensioni medio-grandi (0,3 x 0,50 x 0,60; 0,5 x
0,4 x 1 m) e potrebbero essere interpretati, in via ancora ipotetica, come materiale destinato a
costruzioni di pregio o per elementi portanti o decorativi.
LUNEDI 23 MARZO- Palazzo Ducale – Piazza Aranci, Massa (MS),
Regione Toscana, Provincia di Massa Carrara, Terre dei Malaspina e delle Statue Stele, Istituto Valorizzazione Castelli, Museo Audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo (MS).
Cristina Taddei e Simonetta Lupi
This paper presents the results from a landscape archaeology project undertaken by Cristina Taddei and Simonetta Lupi and supported by prof. Nicola Terrenato, University of North Carolina at Chapel Hill. The project began in 2003 in the territory of the Municipality of San Marcello Pistoiese (Pistoia - Italy) and has been articulated in a survey and in an archaeological excavation in locality Castelluccio of Lancisa. The Municipality of San Marcello Pistoiese occupies a large sector of the Apennine of Pistoia (about 85 km²) in which several areas are over 1.000 meters a.s.l. Two important water pathways cross the territory: the Lima river and the Reno river that strategically join the area with Lucca and Modena. The analysis of the data from the survey has showed an ancient population in relation with the Serchio valley and the Emilia Padana. In the third century BC mountains and hills were occupied by small scattered settlements probably belonging to Ligurian family groups, which exploited agropastoral resources and practiced agriculture by field system. After the Roman conquest in mountains this pattern didn’t change while the flood plain began to be inhabited at this moment also by the Ligurians probably forced by the Romans to move there. So the landscape of the plain changed becoming a reclaimed and divided countryside. After the crisis of the third century the mountain area was reoccupied from the Late Roman period till the Middle Age. People exploited the resources of the forest, grew animals like sheep and pigs and practiced agriculture by field system again. The excavation in locality Castelluccio di Lancisa has integrated the prior bibliographical data about both the Ligurian phase and the Medieval phase in the mountain area. The settlement of Castelluccio was probably related indeed to the pathways that in the Ancient Age as in the Middle Age crossed the Apennine passes to Modena and reached also Lucca by the Lima valley. The analysis of the natural environment and the relationship with its exploitation by people who lived there across the centuries integrated the archaeological results for re-constructing a possible scenario of the different landscapes throughout the ages.
I paesaggi della Montagna pistoiese
La fortezza di Castel di Mura: campagna di scavo 2021
Le indagini archeologiche, in corso dal 2017 nel sito di Castel di Mura o Castrum de Muris, sulla cima del Monte Castello (827 m s.l.m) (San Marcello-Piteglio, Pistoia), hanno individuato i resti della fortezza, edificata nel XIV secolo dal Comune di Pistoia, su un precedente castello signorile. Con la campagna 2021, proseguirà lo scavo dell'area sommitale con l'obiettivo di chiarire le fasi di prima occupazione e di abbandono.
Il progetto è scandito da tre appuntamenti principali, ciascuno a sua volta suddiviso in sei uscite pubblicate sul sito web, sulla pagina Facebook e sul canale You Tube dei Musei Civici: il primo è dedicato al Museo Civico d’arte antica e al suo stretto rapporto con la città; il secondo al Museo dello Spedale del Ceppo e al binomio arte e scienza; il terzo all’arte contemporanea negli spazi suggestivi del Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni e della Casa-studio Fernando Melani.
Ogni appuntamento propone un video su un’opera di riferimento che si conserva nel museo e una serie di materiali scaricabili, pensati per incontrare in modo particolare (e con contenuti differenziati) il pubblico degli adulti, delle famiglie e delle scuole.
A loro volta i visitatori potranno dare il proprio contributo alla creazione di contenuti originali condividendo sulla pagina Facebook le proprie conoscenze, le esperienze dei luoghi o dei temi proposti, annodando una rete fatta di tanti fili, tanti quante saranno le idee e le storie che ognuno vorrà raccontare, incrociandole con quelle raccolte e custodite per secoli nei nostri musei.