El torso del Belvedere en Miguel Ángel y otros pintores: Difference between revisions

From Wikimedia Commons, the free media repository
Jump to navigation Jump to search
Content deleted Content added
Line 166: Line 166:


===Siglo XIX===
===Siglo XIX===
* Ilustración de [[Percy Carpenter]] (1842) a los comentarios de [[Joshua Reynolds]] sobre el ''Torso'' en sus ''Discourses'' (1769-1790).<ref>[https://www.google.es/books/edition/The_Discourses_of_Sir_Joshua_Reynolds/kkvB0tr_NnAC?hl=es&gbpv=1&dq= ''The Discourses Of Sir Joshua Reynolds; Illustrated By Explanatory Notes & Plates By John Burnet, F.R.S.'' en Google books] - [https://www.royalacademy.org.uk/art-artists/book/the-discourses-of-sir-joshua-reynolds-illustrated-by-explanatory-notes-and Ficha en la web de la Royal Academy]</ref>
* Ilustración de [[Percy Carpenter]] (1842) a los comentarios de [[Joshua Reynolds]] sobre el ''Torso'' en sus ''Discourses'' (1769-1790).<ref>[https://www.google.es/books/edition/The_Discourses_of_Sir_Joshua_Reynolds/kkvB0tr_NnAC?hl=es&gbpv=1&dq= ''The Discourses Of Sir Joshua Reynolds; Illustrated By Explanatory Notes & Plates By John Burnet, F.R.S.'' en Google books] - [https://www.royalacademy.org.uk/art-artists/book/the-discourses-of-sir-joshua-reynolds-illustrated-by-explanatory-notes-and Ficha en la web de la Royal Academy]</ref> Véase la reproducción del ''Torso'' conservada en la Royal Academy.<ref>[https://www.royalacademy.org.uk/art-artists/work-of-art/cast-of-belvedere-torso ''Cast of Belvedere Torso'' en la web de la Royal Academy]</ref>
* [https://ceres.mcu.es/pages/ResultSearch?Museo=MCM&txtSimpleSearch=Torso%20Belvedere&simpleSearch=0&hipertextSearch=1&search=simple&MuseumsSearch=MCM%7C&MuseumsRolSearch=29& Albúmina sin atribución de autoría, datable ca. 1850-1894, en el Museo Cerralbo]
* [https://ceres.mcu.es/pages/ResultSearch?Museo=MCM&txtSimpleSearch=Torso%20Belvedere&simpleSearch=0&hipertextSearch=1&search=simple&MuseumsSearch=MCM%7C&MuseumsRolSearch=29& Albúmina sin atribución de autoría, datable ca. 1850-1894, en el Museo Cerralbo]
* [https://www.cultura.gob.es/mnescultura/colecciones/reproducciones-artisticas/torso-belvedere.html Copia en escayola, de Brucciani, 1889, en la web del Museo Nacional de Escultura de Valladolid] - [https://ceres.mcu.es/pages/ResultSearch?Museo=MNEV&txtSimpleSearch=Apolonio& Ficha]. La fecha parece incompatible con [[Domenico Brucciani]] (1815-1880) - [https://www.royalacademy.org.uk/art-artists/name/domenico-brucciani Ficha en la Royal Academy]
* [https://www.cultura.gob.es/mnescultura/colecciones/reproducciones-artisticas/torso-belvedere.html Copia en escayola, de Brucciani, 1889, en la web del Museo Nacional de Escultura de Valladolid] - [https://ceres.mcu.es/pages/ResultSearch?Museo=MNEV&txtSimpleSearch=Apolonio& Ficha]. La fecha parece incompatible con [[Domenico Brucciani]] (1815-1880) - [https://www.royalacademy.org.uk/art-artists/name/domenico-brucciani Ficha en la Royal Academy]

Revision as of 15:49, 20 May 2024

Imágenes para ilustrar el artículo es:torso del Belvedere y la parte correspondiente en la sección "Historia" del artículo "Copia (arte)" en la Wikipedia en español.

El Torso del Velvedere.[1]

Siglo XVI

Siglo XVII

  • La influencia del Torso en Diego Velázquez es más bien indirecta, a través de Rubens, quien le impulsó a pintar escenas mitológicas. Ya en su primer viaje a Italia (1629) pudo haber visto directamente la pieza, así como otras similares (señaladamente, el Ares Ludovisi).[21][22]

Siglo XVIII y siguientes

Imágenes disponibles en fuentes externas

Muchos otros pintores, dibujantes y grabadores copian o se inspiran el Torso.[23]

Cuando es conveniente, se añaden obras de los autores reseñados, que aunque no coincidan con la descrita en las fuentes citadas, mantienen ciertamente relación con la anatomía del Torso.

Siglo XVI

Siglo XVIII

Siglo XIX

Siglo XX

Siglo XXI

Otras esculturas antiguas similares

Con mayor o menor influencia en los artistas de la Edad Moderna (según la época de su descubrimiento y su grado de accesibilidad) hay muchas otras esculturas similares, de época helenística, caracterizadas por el desnudo heroico (que pasó a ser una tipología de retrato imperial romano -solicitada en el Renacimiento por Andrea Doria, Francisco I o Carlos V-), la musculación "hercúlea" (muy desarrollada o marcada -diartrosis-, en tensión o en torsión -reinterpretada por Miguel Ángel en su terribilitá-) o la postura sedente (que es relativamente rara en la estatuaria antigua[28]). En cuanto al non finito, responde a criterios estéticos modernos, que se desarrollan desde el Renacimiento, y en alguna medida a partir del diálogo con el propio Torso.[29]

Comparación con ejemplos anteriores, de las épocas clásica y arcaica.

El suicidio de Áyax

Áyax aparece en la Ilíada, pero no su muerte (autoinfligida tras la locura que le inflige Atenea para evitar que mate a los líderes aqueos, que le niegan las armas de Aquiles en beneficio de Ulises), que es el tema central de la tragedia Áyax de Sófocles. En la Odisea parece en el infierno negándose a hablar con su rival. Son muy profundos y significativos (tanto en la antigua Grecia como en la Europa renacentista) los temas que este episodio representa.[35]

Vaso del suicidio de Áyax, de Exequias, siglo VI a. C.

Véase también fr:Anatomie artistique

Notas

  1. Il "maestro" di Michelangelo, al via la serie "Celata Pulchritudo", con imágenes y vídeo, en Vatican News: "Il frammento ellenistico porta la firma di uno scultore neoattico, l’ateniese “Apollonio, figlio di Nestore”, del primo secolo avanti Cristo. Probabilmente si tratta di una copia in marmo, ispirata ad un originale bronzeo, scolpito tra il 188 e il 167 a.C. Enigmatica nella sua incompletezza l’identificazione del soggetto. Dioniso, Eracle, Filottete, Polifemo? Le letture sono state molteplici e discordi. Solo di recente, grazie ad un lungo studio archeologico e alla ricostruzione della posa tramite l’osservazione del movimento dal vivo, è risultata altamente credibile l’ipotesi di identificarvi l’eroe greco Aiace Telamonio che medita il suicidio. - Tensione statica - L’anatomia è quella di un corpo in tensione. Una “tensione statica”, attribuita nell’arte classica a personaggi che meditano la morte. Così la definisce Giandomenico Spinola, curatore del Reparto di Antichità Greche e Romane e responsabile del Dipartimento dell’Archeologia dei Musei Vaticani. “La statica associata alla tensione muscolare ai massimi livelli – spiega - prevede una tensione psicologica, suggerisce una riflessione, un pensiero profondo e drammatico. Ciò su cui sta riflettendo lo rende teso. La tensione statica è infatti sempre stata attribuita a personaggi che hanno a che vedere con la morte o con la meditazione sulla morte”. L’attimo rappresentato è quello in cui Aiace pensa di togliersi la vita dopo essere stato sconfitto da Ulisse nella lotta per le armi di Achille. É furioso, ha perso il lume della ragione ed ha ucciso un gregge di pecore, scambiandole per nemici. Quindi si è seduto su una pelle di animale, forse una pantera, a meditare il suicidio. La testa è mestamente appoggiata alla mano destra, che probabilmente stringeva la spada con cui l'eroe si uccise; nella sinistra invece stringe il fodero. I fori sul marmo lasciano immaginare le sezioni mancanti: gli arti, lo scudo, la spada e probabilmente altre figure umane e animali che costituivano il complesso scultoreo. ... - Il Cortile delle Statue - Eppure quest’opera, inserita dall’incisore William Hogarth tra i canoni della bellezza, ha fatto scuola per intere generazioni di artisti: da Michelangelo a Rubens, da Turner a Rodin che ne ha tratto ispirazione per il celebre “Pensatore”. Ignoti il luogo e l’epoca del ritrovamento: dalle cronache dell’archeologo ed epigrafista Ciriaco d’Ancona, risulta custodito dal 1433 a Palazzo Colonna sul Quirinale. Il Torso sprigiona fascino fin dal momento in cui va ad arricchire la raccolta del cardinale Giuliano della Rovere, che, eletto al soglio pontificio con il nome di Giulio II, decide di trasferirlo intorno al 1503 nel Cortile delle Statue in Vaticano. Qui dai primi del XVI secolo hanno trovato posto alcune tra le opere più belle di tutta l’antichità. Tra queste l’Apollo Pitico, noto come Belvedere, e il gruppo del Laocoonte, emerso prodigiosamente dalla terra pressoché integro nel 1506. ... la “scuola del mondo”. Cita questa espressione - usata da Benvenuto Cellini a proposito dei dipinti delle “battaglie” ideate da Leonardo e Michelangelo per Palazzo Vecchio a Firenze. ... “É il periodo – racconta - in cui viene trovato il Laocoonte: nel 1506 emerge dalla terra come un miracolo, pressoché intero, sopravvissuto al Medioevo. L’entusiasmo è enorme. É un clima culturale di grande fervore archeologico e antiquario. Iniziano ad accorrere artisti da tutto il mondo, soprattutto fiamminghi come Hendrick Golttzius, per copiare, prendere appunti, fare disegni, realizzare le prime stampe, familiarizzare con i grandi marmi del Belvedere”. É il Rinascimento, momento in cui il legame con il passato della grande civiltà greco romana, bruscamente interrotto dalle invasioni barbariche, viene riscattato e riletto in chiave cristiana. - Michelangelo e il Torso - Rapito dal fascino del Torso, originale greco sopravvissuto al “naufragio della storia”, è Michelangelo, artista di punta della scuderia di Giulio II. Subito avverte una piena sintonia tra il suo “fare scultoreo” e quello di Apollonio. Si racconta che abbia respinto la proposta del Papa di integrare le parti mutilate di quell’opera così perfetta, potente, vigorosa nella sua accidentale incompiutezza. Le cronache riferiscono di ore ed ore trascorse dal maestro toscano in estatica ammirazione del capolavoro ellenistico. Tocca il marmo, stabilisce con esso una relazione fisica e spirituale. È quasi ipnotizzato dalla tensione statica di Aiace che medita il suicidio. - Il discepolo del Torso - A ragione Michelangelo è stato definito il “discepolo del Torso”. Lo testimoniano nel loro spiccato plasticismo gli Ignudi nella volta della Cappella Sistina: “Atletici, muscolosi, queste figure, quasi angeli apteri – prosegue Guido Cornini - fanno sfoggio di uno sforzo, ma il loro gesto non sembra finalizzato”. Non a caso il celebre studioso Charles de Tolnay parla di “energia dissipata” evidente nel turgore delle membra e nel gonfiarsi dei muscoli. C’è chi ha ravvisato nell’agitazione degli Ignudi, l’inquietudine dei pagani che non hanno conosciuto la Rivelazione. Sono ciechi, voltano le spalle alle scene bibliche affrescate nella volta. “In questi sforzi trapela la memoria certa del Torso, che Michelangelo ha visto, ha studiato, e interrogato a lungo”. Una citazione quasi puntuale sembrano i due nudi con ghirlanda che affiancano la scena del “Sacrificio di Noè”. “Il senso di agitazione così forte nella volta, - aggiunge Cornini - trapassa anche nelle figure del Giudizio Universale o nel Mosè di san Pietro in Vincoli a Roma”. Suggestivo anche l’accostamento tra l’incompiutezza del Torso e il “non finito” dei Prigioni e di altre sculture michelangiolesche, tutte caratterizzate da “un senso di inquietudine, di sforzo non ben chiaro: è come se stessero lottando, divincolandosi per liberarsi dalla materia che li imprigiona”."
  2. Ficha en la web del British Museum
  3. Vicente Camarasa, El Torso del Belvedere en El Señor del Biombo, 5 de octubre de 2015.: "Sus características de tensión y canon hercúleo se han puesto en contacto con otras obras de la Escuela de Rodas (Laocoonte) o Pérgamo (Gigantomaquia). Además del poderoso encanto de la obra, fue especialmente importante para el desarrollo de la obra manierista de Miguel Ángel, que encontró en ella (y en el Laocoonte) la justificación clásica para su nuevo estilo que estaba evolucionando hacia formas cada vez más angustiadas, serpentinatas (en giro contínuo) y hercúleas, como puede verse en el Moisés y sus famosos esclavos, las piedades, los sepulcros de los Medici o, en el campo de la pintura, el Tondo Doni o el Juicio Universal de la Capilla Sixtina. Desde su magisterio pasará hacia Rafael, conmocionado por el uso que le dio en la Capilla Sixtina, tal y como puede verse en su Isaías de San Ambrosio en Roma."
  4. ¿Quién es quién en El Juicio Final de Miguel Ángel? en Grandes pintores y escultores, 3 septiembre, 2016
  5. Eugène Müntz, Leonardo Da Vinci - Thinker and Man of Science, 2023
  6. Tajan, fuente citada en fr:Martyre de saint Sébastien (Léonard de Vinci)
  7. Galleria Borghese
  8. Faszination Rom - Maarten van Heemskerck zeichnet die Stadt - 26.04.2024 bis 04.08.2024 - Kulturforum en Staatliche Museen zu Berlin: "Das Berliner Kupferstichkabinett besitzt zwei spektakuläre Alben mit rund 170 Zeichnungen des holländischen Künstlers Maarten van Heemskerck (1498–1574), die zwischen 1532 und 1536/37 in Rom entstanden. Der Großteil dieser Zeichnungen lässt sich auf ein querformatiges Skizzenbuch zurückführen, das er neben großformatigen Einzelblättern bei seinen Streifzügen durch die Stadt, bei seinen Besuchen in Kunstsammlungen, Antikengärten und heiligen Stätten mit sich führte. Mit großer Sorgfalt hielt van Heemskerck die römische Topografie auf Veduten und Detailstudien fest, kurz bevor die städtebaulichen Veränderungen unter Papst Paul III. Farnese (reg. 1534–1549) einsetzten."
  9. La tablilla ayamontina de Van Hemessen - Una de las mejores tablas del antiguo retablo del Salvador de Ayamonte corresponde a la escena de la flagelación a cargo del pintor flamenco, que ahora se expone en la Casa Grande, en Huelva Información, 7 de marzo de 2024: "La figura de Cristo ha sido compuesta en un escorzo inspirado en el Torso del Belvedere: desde la cabeza hasta el talón se establece un ritmo quebrado de fuerte sabor manierista." (Advertencia: Las recogidas en esta galería son otras obras de Van Hemessen, con anatomías similares).
  10. Elena Viñas, Las Furias. De Tiziano a Ribera (reseña de la exposición en el Museo del Prado), El Imparcial, 29 de enero de 2014: "A partir de la última etapa del Renacimiento, ya en pleno Manierismo, los artistas comenzaron a prestar atención no tanto a la profundidad y el volumen sino a profundizar en la expresividad corporal. Así lo puso de manifiesto Miguel Ángel en el Juicio Final de la Capilla Sixtina. Prueba del legado de Miguel Ángel, cuya obra a su vez remite a la escultura clásica, es la exposición que acoge el Museo del Prado dedicada a las Furias, seres mitológicos moradores del Hades greco-latino al que habían sido condenados por su desafío a los dioses. Con Tiziano y Rubens como artistas destacados, y con Ticio, Tántalo, Sísifo e Ixión, como los sufridores seres mitológicos protagonistas de sus lienzos, la exposición plantea un recorrido que parte de un dibujo a lápiz negro de Miguel Ángel y que incluye una copia del Laocoonte, escultura clásica fundamental en la Historia del Arte por su composición y su tratamiento del dolor, así como una referencia al Torso de Belvedere, otra pieza clásica de referencia por su estudio anatómico."
  11. Maria Giovanna Sarti, Cristo flagellato en Galleria Borghese: "Tiziano seppe, come sempre, attingere alla tradizione e rielaborare le sue stesse matrici dando vita a una nuova, straordinaria invenzione che così da vicino, significativamente, richiama la possanza del Torso del Belvedere, per dare eroicità a questo Cristo uomo, violato dai ben visibili segni del flagello ma deciso a non umiliarsi, forte nel fisico e terribile in quel volgere della testa, e dello sguardo, verso l’alto, in aperta sfida con i suoi carnefici e forse con il suo stesso destino: ancora un episodio di denuncia, chiaro e forte, del vecchio Tiziano, che riflette sulla vita e sulla sua indomita umanità."
  12. WGA: "There are explicit references to antiquity: the figure of Christ derives from the celebrated Laocoon, an antique statue discovered in Rome in 1506, an archetypal exemplum doloris ("example of pain"). Another famous antique sculptural fragment, the Belvedere Torso, provides the model for the upper body of the torturer on the left. With the inclusion of the bust of Tiberius Caesar, a direct reference to the Roman authorities who condemned Christ, Titian also pays homage to the classical past."
  13. Histouring: "... yielded to Veronese the prestigious call by Ercole Gonzaga to Mantua (in 1552) to make an altarpiece for the Cathedral depicting the Temptations of St. Anthony (Caen Fine Arts Museum), where once again the young Veronese demonstrates his full adherence to the mannerist culture, turning, on this occasion, to his Roman side and probably citing the Torso del Belvedere."
  14. EPPH: "Tintoretto spent lavishly on plaster casts of famous sculptures and owned one of the antique Belvedere Torso (left) which he seems to have used for Jerome's figure. It suggests that he, like the subject of the torso, is both divine and ancient. Yet like other artists, he often mixed sources. Why? It adds meaning concisely."
  15. Voz Jonghelinck, Jacques, en la enciclopedia de la web del Museo del Prado: "Sus obras denotan una fuerte influencia de Leone Leoni, de Benvenuto Cellini y de esculturas antiguas, como el Laocoonte o el Torso Belvedere."
  16. Alfonso Rodríguez de Ceballos, Velázquez y la escultura clásica. El segundo viaje a Italia "Pieza Ochavada del Alcázar... Para llenar los nichos se mandó traer en mayo [de 1647] del palacio del Buen Retiro la serie de esculturas en bronce llamadas de los Siete Planetas, obra del escultor flamenco Jacques Hongelinck que había adquirido en Amberes el cardenal infante don Fernando de Austria para regalarlas a su hermano"
  17. Twitter Patrimonio Nacional
  18. El toque de Pigmalión: la Galleria Borghese examina al Rubens más romano - Una muestra repasa sus lazos con la escultura en Más de Arte, 23/11/2023 (reseña de la exposición RUBENS! El nacimiento de una pintura europea): "Una de las secciones de la exposición se centra en la gramática del cuerpo humano desplegada por Rubens: estudiada del natural, investigada a partir de la Antigüedad e interpretada a la luz de las enseñanzas de los maestros del Renacimiento. En primer lugar de Miguel Ángel, un artista ya querido por los manieristas del norte de Europa, como Hendrick Goltzius, muy conocido, asimismo, por Rubens antes de su viaje a Italia. La sorprendente interpretación del Torso Belvedere a lápiz rojo en el dibujo llegado a Roma desde el Metropolitan Museum nació del estudio de las obras de Buonarroti, del conocimiento directo que el pintor flamenco tuvo de la Capilla Sixtina y también de los trazos de Tintoretto. Para la investigación anatómica, sin embargo, y para el movimiento, la atención de nuestro autor se centró del todo en Leonardo, a quien pudo descubrir durante una breve estancia en Madrid (1603-1604) dentro de su viaje de formación a Italia. En España, Rubens probablemente tuvo acceso a los dibujos de Da Vinci que aún estaban en manos del escultor Pompeo Leoni y los estudió con avidez. En su Hércules estrangulando al león de Nemea, en el Louvre, el esfuerzo muscular del héroe al estilo Miguel Ángel es impensable sin la lección de fuerza de Leonardo y, además, preludia los giros de Bernini, que más tarde se convertirían en los de la escultura barroca, porque la hipertrofia muscular de los cuerpos de Rubens es contagiosa. Quizás porque fue sugerida por el estudio de las mismas estatuas antiguas, entre ellas el Laocoonte y el Hércules Farnesio. ... Deudores de esculturas antiguas como el citado Torso Belvedere y el Laocoonte, los héroes rubensianos, como el San Sebastián curado por los ángeles de la Galería Corsini y el Cristo resucitado del Palacio Pitti, construidos plásticamente con un suave claroscuro, completan el espacio de la superficie pictórica comprimida en un primer plano vigoroso del que surgen con una evidencia escultórica que atrapa al espectador."
  19. Ficha en Artehistoria: "... servirá de inspiración a Rubens para la figura de Paris en el Juicio de Paris y el Cristo de la Coronación de espinas de la capilla de Santa Elena en la cripta de la Santa Croce."
  20. Fernando Checa Cremades, Rubens: artista, filósofo y cortesano, en ARTE
  21. No obstante, se ha indicado que antes de su segundo viaje a Italia "no tenía un conocimiento sólido y diferenciado de la escultura clásica, el contacto adquirido con ella, al tener que seleccionar las estatuas que deseaba copiar en bronce o en yeso, dispersas por algunas de las mejores colecciones romanas, debió sin duda acrecentar aquél de una manera notable... En alguna de sus figuras pintadas, sobre todo en las de tema mitológico que realizó después del segundo viaje italiano, dio muestras de haber aprendido y asimilado la lección que le había proporcionado la escultura antigua... En el Marte del Museo del Prado se percibe la huella no solo del Pensieroso de Miguel Ángel, sino también del Ares Ludovisi... " (Rodríguez de Ceballos, op. cit., pg. 51). En realidad, ese Marte se fecha en 1638, y el segundo viaje a Italia es de 1649-1651]. La similitud con el Ares Ludovisi se indica también en la ficha de esa obra en la web del Museo del Prado.
  22. Fábulas de Velázquez: Mitología e Historia Sagrada en el Siglo de Oro - Exposición en el Museo Nacional del Prado. Madrid, 20/11/2007 - 24/2/2008
  23. Raimund Wünsche y otros, Il torso del Belvedere. Da Aiace a Rodin, Edizioni Musei Vaticani, 1998 ISBN 10: 8882712753 / ISBN 13: 9788882712754: "Catalogue of an exhibition held at Glyptothek München, 20 January-5 April, 1998, and Musei Vaticani, 19 November 1998-31 January 1999. 'Elegant Italian language catalogue dedicated to the sculpture known as the Torso del Belvedere, conserved at the Pius-Clementine Museum in the Vatican Museums. After an introduction to the events on the acquisition, the volume focuses on the importance of this fragmented work: a masterpiece that makes of its incompleteness its uniqueness, which accentuates its charm and mystery, as if its beauty is certain and evident, its meaning is left to the imagination and intuition of its observers. Starting with the description of the history and symbolism, it is then stressed the influence that the image of the Torso had for artists, from the Renaissance, Michelangelo first among them, up to the contemporary age. Using a vast photographic apparatus, the catalogue exposes the numerous artistic reconstructions and the archaeological interpretations carried out over the centuries, emphasizing the complexity and the drama of the opera. By attempting a series of integrations it finally reaches the interpretation, assisted by a plaster cast made in the Glyptothek in Munich, which identifies in the figure Aias, the Greek hero, who meditates on the suicide. There follows a series of comparisons with melancholic heroes and "thoughtful" figures, including The Thinker of Auguste Rodin. The volume closes with technical charts of a representative series of numerous representations of the torso."
  24. Dibujo conservado en el British Museum (datado ampliamente entre 1500-1547): Recto: The Risen Christ... Verso: The Belvedere Torso, seen from behind
  25. OCA Copenhagen Study Visit : Day 1- National Gallery of Denmark
  26. The Discourses Of Sir Joshua Reynolds; Illustrated By Explanatory Notes & Plates By John Burnet, F.R.S. en Google books - Ficha en la web de la Royal Academy
  27. Cast of Belvedere Torso en la web de la Royal Academy
  28. Incluso en tipologías concretas, con mayor presencia del ropaje. Carlos Márquez, UN UNICUM EN LA ESCULTURA ROMANA: LA ESTATUA SEDENTE DE DIVUS AUGUSTUS PATER DE TORREPAREDONES (BAENA, CÓRDOBA), Boletín de la Real Academia de Córdoba - BRAC, 166 (2017): "... aunque no muy numerosos, los togados sedentes se encuentran en la escultura romana con cierta frecuencia. Dos son los ámbitos con los que se vinculan de forma tradicional: el funerario y el representativo; en lo que al primero de ellos se refiere, togados sedentes de ámbito funerario suelen representar a magistrados, sentados en su sella curulis que tienen un especia deseo de guardar dicha imagen entre sus conciudadanos; no suelen tener dimensiones mayores al natural y su localización lógica es la de las necrópolis aunque a veces aparecen fuera de ese contexto... El otro ámbito al que antes me refería es el honorífico ... y tiene como personaje protagonista al emperador en vida, cuando se le representa haciendo alguna actividad de tipo caritativo o similar. Algunos relieves conservados en la capital del imperio nos informan al respecto de la liberalitas del emperador, por ejemplo; es cierto que en estos casos, la figura imperial está sentada, pero no encima de un trono como nuestro protagonista, sino encima de la silla curul, empleada en este caso como Magistrado... estos relieves la particular disposición de los brazos (levantando el izquierdo, extendido hacia adelante el derecho)..." Puede ser más habitual en figuras femeninas (es:Estatua sedente de Livia Drusilla).
  29. Begoña Gómez, Reseña sobre una exposición del Museo Nacional de Escultura de Valladolid, El Correo, 25 de diciembre 2021: "Anteriormente, ya sea en literatura o en artes plásticas, la frontera entre acabado e inacabado solía ser un trazo neto y hasta el siglo XVI solo un condicionante involuntario podía explicar una obra inconclusa. La carencia de final se interpretaba como fracaso, ya que a menudo obedecía al abandono o a la pérdida de interés por parte del autor. Fue en el Renacimiento cuando los maestros de la época -Donatello, Leonardo- empezaron a encontrar en lo inacabado, en el 'non finito', una categoría fascinante. Tradicionalmente se atribuye a Miguel Ángel ser el pionero en esa senda. 'Los esclavos' para la tumba de Julio II o la 'Piedad Rondanini' son los ejemplos habituales, aunque incluso el 'David' tiene el cabello de la coronilla sin pulir apenas. "
  30. Ficha en la web del Museo Nacional de Cerámica y Artes Suntuarias "González Martí"
  31. Ramón Corzo, Imágenes renacentistas españolas de Hércules en reposo: Hércules es uno de los personajes más activo en los relatos de la mitología clásica; sus hazañas y aventuras sólo son equiparables en variedad y número a las de su propio padre, el Zeus griego y Júpiter latino, quien decidió, finalmente, convertirle en dios como premio a tantos esfuerzos. Los "trabajos" de Hércules concluyeron con su autoinmolación, en la que se desprendió de la naturaleza camal para alcanzar una fama definitiva y un puesto permanente en el Olimpo. Antes de llegar a este paso crítico, Hércules reflexionó sobre su vida y su destino y así se le representó en múltiples obras de la Antigüedad, en actitud "de reposo", apoyado en la clava, como si necesitara ya descansar, con el rostro inclinado y pensativo, y las manzanas del Jardín de las Hespérides sostenidas en su mano derecha, como símbolo final de todas sus hazañas. El paradigma de esta iconografía es, indudablemente, el Hércules Farnese, una escultura colosal, hallada en las Termas de Caracalla de Roma hacia 1545, que estuvo expuesta en el Palacio Farnese de Roma hasta 1787, en que se trasladó a Nápoles, y hoy se encuentra en el Museo Nacional de esa ciudad. El Hércules Farnese ostenta la firma del escultor ateniense Glikón y debió ser labrado a comienzos del siglo III de la Era, pero su modelo original se debe a Lisipo, según se reconoce en la inscripción de la copia romana conservada en el Palazzo Pitti de Florencia, también colosal y encontrada en el Palatino hacia 1540. Se cree que Lisipo realizó tres versiones de esta figura, de las que el tipo "Farnese-Pitti" sería el más reciente, pero hay otros ejemplares de iconografía similar, en todos los cuales es común la posición de la clava bajo la axila izquierda y la torsión del brazo derecho tras la espalda, con la que se obliga al espectador a rodear la escultura para poder apreciar todos sus rasgos."
  32. Ver fuentes en en:Laocoonte (El Greco)
  33. María Concepción García Gaínza, Alonso Berruguete y la Antigüedad: Hacia 1505-1506, Alonso Berruguete debió viajar a Italia quizá acompañando al obispo de Burgos, fray Pascual de Ampudia, que mantenía relación con la familia del joven artista. Probablemente, con el apoyo de los círculos españoles en la ciudad eterna entró en relación con Bramante y Rafael, pues Vasari lo menciona tomando parte en el concurso que tuvo lugar entre 1506 y 1507 para hacer una copia en cera del grupo de Laocoonte en el que aquellos fueron juez y asesor respectivamente. El texto literal de Vasari, incluido en la Vida de Jacopo Sansovino, dice lo siguiente: «Habiendo visto Bramante, que habitaba este palacio (de Belvedere), los dibujos de Jacopo, le cobró tal amistad, que le encargó que modelara en cera el grupo de Laocoonte, que también copiaban el español Alonso Berruguete, Zacheria Volterra y el Vecchio de Bolonia, para fundirlo en bronce. Cuando los modelos estuvieron acabados, Bramante los mostró a Rafael Sanzio de Urbino, rogándole que decidiera cuál era el mejor. Rafael juzgó que Sansovino, a pesar de su juventud, sobrepasaba a todos sus rivales. Entonces el cardenal Domenico Grimani ordenó la fundición en bronce del modelo de Sansovino; el vaciado resultó perfecto y una vez pulido fue entregado al cardenal Grimani que lo conservó con toda estima como si se tratara de una antigüedad; a su muerte lo legó a la Serenísima República de Venecia que, después de tenerlo durante varios años en la Sala del Consejo de los Diez, lo donó al cardenal de Lorena, quien lo llevó a Francia»
  34. Ficha en el Museo del Prado
  35. Fragmento reproducido en DDOOSS de Jean Starobinski, "La espada de Ayax", en La posesión demoníaca. Tres estudios, ed. Taurus, 1974, Madrid.