Papers by Enrico Gallocchio
Il Tempo in Rovina. Baia, Scavi, Paesaggio, Fotografia, 2022
in F. Pagano, S. Carannante, E. Gallocchio, Il Tempo in Rovina. Baia, Scavi, Paesaggio, Fotografi... more in F. Pagano, S. Carannante, E. Gallocchio, Il Tempo in Rovina. Baia, Scavi, Paesaggio, Fotografia, Roma 2022, pp. 45-58
P. Fleury, S. Madeleine (a cura di), Topographie et urbanisme de la Rome antique, Caen, 2022
P. Pensabene, E. Gallocchio, Problemi ricostruttivi negli ambienti della Casa di Augusto sul Pala... more P. Pensabene, E. Gallocchio, Problemi ricostruttivi negli ambienti della Casa di Augusto sul Palatino, pp. 405-418.
Il complesso di Augusto sul Palatino, 2021
A cura di Patrizio Pensabene Anno di Edizione: 2021 Edizione: L'ERMA di BRETSCHNEIDER Col... more A cura di Patrizio Pensabene Anno di Edizione: 2021 Edizione: L'ERMA di BRETSCHNEIDER Collane: Studia Archaeologica, 243 ISBN: 9788891320506 Rilegatura: Brossura Pagine: 340, 34 ill. Col. Formato: 17 x 24 cm
Archaeologia Marítima Mediterranea, 2021
The polychrome octagonal-tiled mosaic of the “Terme del Lacus” in Baiae: notes on the
underwater... more The polychrome octagonal-tiled mosaic of the “Terme del Lacus” in Baiae: notes on the
underwater restoration process ·
In July 2020, within the complex of the Terme del Lacus, in theSubmerged Archaeological Park of Baiae, the complete restoration of a small room paved with a polychrome octagonal mosaic was carried out at a depth of 4.5 meters. In situ conservation
activities were preceded by stratigraphic survey and tests which gave the possibility to identify the various building phases of the environment and to provide valuable proof of the effects that Phlegraean bradyseism had on the buildings located along the coast of Baianus lacus. Underwater consolidation and restoration activities have been an opportunity to experiment with innovative methods and materials, through the use of an underwater mortar that allows a versatility and use entirely comparable to those used in restoration on land.
in E. BUKOWIECKI, A. PIZZO, R. VOLPE ( a cura di), Demolire, riciclare,
reinventare. La lunga vit... more in E. BUKOWIECKI, A. PIZZO, R. VOLPE ( a cura di), Demolire, riciclare,
reinventare. La lunga vita e l’eredità del laterizio romano
nella storia dell’architettura (III CONVEGNO INTERNAZIONALE “LATERIZIO”
- ROMA, 6-8 MARZO 2019), Roma 2021, pp. 49-53
Atti del XXVI Colloquio AISCOM, 2021
The archaeological park of Terme di Baia and the adjoining Parco Sommerso represent a significant... more The archaeological park of Terme di Baia and the adjoining Parco Sommerso represent a significant nucleus of the ancient residential and thermal centre of the Roman era. The published information on the wall and floor coverings has so far only illustrated a small part of the known presences. In this work I am briefly illustrating some of them from the ‘Villa dell’Ambulatio’, the ‘Terme di Mercurio’ and the submerged one from ‘del Lacus’ baths and the submerged “Lacus”. In addition, I will present the work made by the Parco archeologico dei Campi Flegrei, to achieve an extensive an extensive cataloguing of the known remains.
P. Pensabene – P. Barresi (a cura di), Villa del Casale. Scavi e studi 2004-2014, 2019
P. Pensabene – P. Barresi (a cura di), Villa del Casale. Scavi e studi 2004-2014, 2019
Martiri, santi e patroni: per una archeologia della devozione, 2012
A. D'Alessio, E. Gallocchio, L. Manganelli, P. Pensabene, La basilica di San Leucio a Canosa di P... more A. D'Alessio, E. Gallocchio, L. Manganelli, P. Pensabene, La basilica di San Leucio a Canosa di Puglia. Fasi edilizie, apparati musivi e necropoli, in A. Coscarella, P. De Santis (ed.), Martiri, santi e patroni: per una archeologia della devozione, Atti del X congresso nazionale di archeologia cristiana, Università della Calabria, 15-18 settembre 2010, 2012.
Neronia X. Le Palatin, émergence de la colline du pouvoir à Rome (EAN 9782356132550), 2019
L'ormai decennale rianalisi del complesso augusteo palatino, avviata con il lavoro di I. Iacopi e... more L'ormai decennale rianalisi del complesso augusteo palatino, avviata con il lavoro di I. Iacopi e G. Tedone, ha profondamente rivisto le conclusioni del suo scavatore, G. F. Carettoni, arrivando a definire con il primo imperatore un ampio progetto monumentale attorno al tempio di Apollo Palatino. L’impostazione complessiva è stata confermata da una serie di lavori svolti negli anni da diversi studiosi 2, nonostante risultati a volte fortemente divergenti su alcuni elementi: tra questi uno dei più dibattuti è il posizionamento dell’aedes Caesarum o Diuorum, noto dalle
fonti soprattutto attraverso gli atti dei Fratres Aruales. In realtà già nel 2002 C. Krause aveva potuto notare alcune connessioni
tra strutture allora poco evidenziate, che lo avevano portato a ricostruire un’area sacra immediatamente a ovest del tempio di
Apollo. L’ipotesi è stata condivisa e approfondita da F. Corelli, mentre nel frattempo A. Carandini e D. Bruno avevano supposto
la sua presenza sul lato opposto al tempio. Con questo testo abbiamo rianalizzato, grazie a numerosi sopralluoghi, gli elementi
archeologici oggi visibili e i connessi dati d’archivio, per apportare ulteriori dati al dibattito scientifico.
Atti XXIV colloquio AISCOM, 2019
The research on the Temple of Apollo on the Palatine has implied the analysis of the building pha... more The research on the Temple of Apollo on the Palatine has implied the analysis of the building phases that
preceded and followed the creation of the Augustan sacred edifice.
This study has allowed to better frame the architectural context of the well-known opus sectile with
squared-reticular scheme that lays between the foundations of the Casino Farnese. It has been possible to
link it to the modifications of the Portico delle Danaidi at the time of the creation of the Domus Aurea. In
fact this floor was built on the top of an earlier marble pavement, maybe precisely the giallo antico one that
paved the Portico delle Danaidi and that, in turn, was built on the extrados of earlier rooms belonging to
the House of Augustus.
Together with the opus sectile a marble wall veneer was realised. It looks very similar to the one of the
nearby Bagni di Livia, that probably can be assigned to the same time of the here discussed room.
Finally, between the substructures of the floor, a possible building site has been recognized. It could be the
place used for preparing the decorations of the Palatium across its several phases.
Alle origini del laterizio romano, a cura di J. Bonetto, E. Bukowiecki, R. Volpe, 2019
I resti conservati presso le pendici meridionali del Palatino, a ridosso delle Scalae Caci, si co... more I resti conservati presso le pendici meridionali del Palatino, a ridosso delle Scalae Caci, si compongono di una serie di fasi edilizie, molto ravvicinate nel tempo, in cui le costruzioni più recenti hanno ampiamento sfruttato gli elevati più antichi.
Il complesso noto come Casa di Augusto, conosciuto per l’ottimo stato di conservazione di molti tratti ad affresco, ebbe vita assai breve e, al momento della costruzione del Tempio di Apollo, venne sfruttato come sostruzione per la platea circostante l’edificio sacro: tutti i materiali reimpiegabili furono asportati, tra cui le lastre delle pavimentazioni in opus sectile. Anche la decorazione architettonica fittile venne asportata: questa è stata rinvenuta reimpiegata in numerose murature, in parte demolite durante gli scavi del secolo scorso ed in parte ancora in situ, funzionali al nuovo assetto dell’area. In particolare una serie di grossi pilastri furono realizzati utilizzando questi materiali insieme a frammenti, anch’essi di riutilizzo, di laterizi e tegole, probabilmente derivanti dallo smontaggio del secondo piano della domus e delle sue coperture. Lo stesso cantiere ha utilizzato altri materiali di reimpiego, come i cubilia del reticolato, per altre nuove murature, optando per tecniche diverse a seconda della funzione statica che andava ad assumere la nuova struttura.
Si può dunque osservare, in questa fase precoce, nell’Urbe, dell’utilizzo del laterizio, anche un suo reimpiego specialistico, che trova ulteriori riscontri sempre sul Palatino e secondo dinamiche simili, come ad esempio nelle vicine Case di Livia e dei Grifi.
ABITARE NEL MEDITERRANEO TARDOANTICO, 2018
in I. Baldini, C. Sfameni, ABITARE NEL MEDITERRANEO TARDOANTICO (Atti del II Convegno Internazion... more in I. Baldini, C. Sfameni, ABITARE NEL MEDITERRANEO TARDOANTICO (Atti del II Convegno Internazionale del Centro Interuniversitario
di Studi sull’Edilizia abitativa tardoantica nel Mediterraneo - CISEM- Bologna 2/5 marzo 2016), pp. 31-37.
The study of the Decagone at the Esquiline Hill in Rome, beside the analysis of some technique and decorative aspects, has allowed
for a better definition of the monument itself across its phases. In fact the building, that was created in an isolated position, was later
transformed into the focus of a residential complex characterised by several polilobe elements. This transformation was not just an answer
to structural necessities, but it had to be inserted in a larger project that at the end of the 3rd century AD was realised in this area
along the Aurelian wall. This project ended up in a metamorphosis of the complex from a hortus to a palatium while the building changed
from a dieta to a coenatio.
M. Livadiotti – R. Belli Pasqua – L.M. Caliò – G. Martines (a cura di), Theatroeideis. L’immagine della città, la città delle immagini, (Atti del Convegno, Bari, Giugno 2016), 2018
Il costituirsi del Palatino come una sorta di museo delle origini della città conferì ai monument... more Il costituirsi del Palatino come una sorta di museo delle origini della città conferì ai monumenti che vi sorgevano un effetto alone, in quanto il Colle non è più separabile dai miti di fondazione e esprime la maestosità che corrisponde al nuovo ruolo politico di Roma. È alla fine del IV secolo che le pendici furono rivestite da grandiose sostruzioni, che nell’immaginario finirono per confondersi con le memorie della Roma Quadrata. Tale rapporto con le leggende romulee si afferma con la costruzione di un tempio, grandioso per l’epoca, dedicato alla Vittoria e in asse con la casa Romuli, sorta di heroon in cui si conservavano i resti di quella che era creduta la casa dove i gemelli sarebbero stati allevati. Il tempio domina la Valle Murcia e il Circo Massimo e divenne in età medio-repubblicana il punto focale dell’immaginario legato alla leggende romulee e segno del costituirsi di Roma come potenza primaria dopo la sconfitta dei Sanniti. Ormai l’immaginario del Palatino è legato alla fondazione della città ed è proprio con il tardo IV secolo che si stabilisce da parte degli storici antichi il collegamento tra Enea e Romolo, quale dichiarazione dell’eredità troiana presente alla fondazione della città. Il passo sarà breve, in occasione delle guerre annibaliche, a riproporre in chiave ormai direttamente troiana un nuovo tempio, quello della Magna Mater, costruito tra 204 e 191. È il nome che Cibele assume a Roma, dove viene accentuato il suo collegamento con i Cabiri a Samotracia e con la storia di Troia, la cui stirpe reale derivava da uno degli accoliti del santuario cabirio, Dardano, da cui sarebbe disceso Enea. I due templi dominano la città tardo-repubblicana e realizzano un’immagine immediatamente recepibile della Vittoria, della discendenza romana dall’eroe Enea e del destino di Roma di potenza egemone sul Mediterraneo. A questo immaginario non poteva sfuggire Augusto, che programmaticamente si collega a Enea e Romolo data la sua appartenenza alla gens Iulia, affermando una nuova immagine del Palatino attraverso la costruzione del tempio di Apollo. Questo visualizza la vicenda storica e mitica della città, che unisce Enea, Romolo e Apollo, divinità protettrice di Augusto come rifondatore della città: da qui l’impatto continuo, per tutto il periodo imperiale, del Palatino.
D. Matetić Poljak - K. Marasović (eds.),Asmosia XI, Proceedings of the International Conference of ASMOSIA (Split, 2016), Split 2018, 2018
The provenance of the marbles of eleven artefacts collected in the temple of Apollo and the house... more The provenance of the marbles of eleven artefacts collected in the temple of Apollo and the house of Augustus at the Palatine Hill archaeological excavations in Rome has been determined using a multi-method approach that includes petrography and isotopes of carbon and oxygen. Two samples are from fragments of statues, one of which is likely the Apollo statuary representation; the other samples are from architectural elements (columns, capitals, plates and cornices). The marbles of the Augustan complex represent the first example of a change in the taste for building materials of monumental architecture at the Palatine Hill in the Augustan age; their introduction started the “marmorisation” process in the area. In this transition, it is especially important to determine if the marble artefacts that were subjects of a religious cult were originals from Greece or copies that were carved during the building of the Augustan complex. In order to discriminate between these two possibilities, it is necessary to identify the geographic location at which the marbles considered were quarried.
In our selection of samples, isotopic and petrographic results indicate that most of the architectural elements are quite unambiguously made of marble of Italic provenance (i.e. Carrara marble), while the fragments of statues, which have a relation to a religious cult, seem to have Greek origin.
in C. De Ruyt, T. Morard, F. van Haeperen, Ostia Antica. Nouvelles études et recherchessur les q... more in C. De Ruyt, T. Morard, F. van Haeperen, Ostia Antica. Nouvelles études et recherchessur les quartiers occidentaux de la cité, Atti del Convegno (Roma-Ostia, 22-24 Settembre 2014), Bruxelles - Roma, 2018, pp 65-74.
in M. Flecker et alii (Hg.), Augustus ist tot – Lang lebe der Kaiser! (Atti del colloquio, Tübin... more in M. Flecker et alii (Hg.), Augustus ist tot – Lang lebe der Kaiser! (Atti del colloquio, Tübingen, 20-22 Novembre 2014), Rahden 2017, p. 157-204
The substructures under the Temple of Apollo on the southern slope of Palatine Hill incorporated the earlier house of
Octavianus, the oldest residential complexes of the Republican time and the sacred buildings of the Archaic period.
The fill of the buildings included hundreds of fragments of Campana slabs that enable us to reconstruct the first phase
of the house of Octavian. The building was decorated by opus sectile floors and portasanta and giallo antico columns.
The proposed chronology of the structures is corroborated by the evidence of well dated brick stamps of Asinius Pollio
and his officinator C. Cosconio. At the foot of the Palatine Hill, further significant structures have been discovered in
the area connecting the Augustan complex to the structures preserved under the Basilica of St. Anastasia and the Circus
Maximus, among which we may mention a large nymphaeum. Thanks to this new evidence, the Forma Urbis fragments
related to the ‘Area Apollinis’ appear to illustrate a bipartite terrace.
The recent restoration of the complex known as House of Augustus on the Palatine permitted the co... more The recent restoration of the complex known as House of Augustus on the Palatine permitted the completion of the catalogue of the floors that are part of this building. The work was particularly focused on a sector that was not included in previous studies. It is characterized by the presence of opus sectile floors that are attested by the traces of the reused slabs. However, some slabs have been recognized amongst the finds of excavations carried on by Carettoni in this complex during the Seventies and the Eighties. Thanks to these elements a reconstruction of the employed lithotypes has been proposed. The stones include both imported and local material and a hierarchy in their usage can be surmised. The scenario shows floors in mixed materials that, thanks to several comparanda, can be referred to the earliest Augustan period. The floor and wall decoration was completed but the evidence shows that the house was short-lived as the domus can indeed be dated to the years 42-36 BC. After that period the construction of the temple of Apollo caused its destruction, as the rooms were covered over by the newly created terrace of the Portico of Danaids.
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Papers by Enrico Gallocchio
underwater restoration process ·
In July 2020, within the complex of the Terme del Lacus, in theSubmerged Archaeological Park of Baiae, the complete restoration of a small room paved with a polychrome octagonal mosaic was carried out at a depth of 4.5 meters. In situ conservation
activities were preceded by stratigraphic survey and tests which gave the possibility to identify the various building phases of the environment and to provide valuable proof of the effects that Phlegraean bradyseism had on the buildings located along the coast of Baianus lacus. Underwater consolidation and restoration activities have been an opportunity to experiment with innovative methods and materials, through the use of an underwater mortar that allows a versatility and use entirely comparable to those used in restoration on land.
reinventare. La lunga vita e l’eredità del laterizio romano
nella storia dell’architettura (III CONVEGNO INTERNAZIONALE “LATERIZIO”
- ROMA, 6-8 MARZO 2019), Roma 2021, pp. 49-53
fonti soprattutto attraverso gli atti dei Fratres Aruales. In realtà già nel 2002 C. Krause aveva potuto notare alcune connessioni
tra strutture allora poco evidenziate, che lo avevano portato a ricostruire un’area sacra immediatamente a ovest del tempio di
Apollo. L’ipotesi è stata condivisa e approfondita da F. Corelli, mentre nel frattempo A. Carandini e D. Bruno avevano supposto
la sua presenza sul lato opposto al tempio. Con questo testo abbiamo rianalizzato, grazie a numerosi sopralluoghi, gli elementi
archeologici oggi visibili e i connessi dati d’archivio, per apportare ulteriori dati al dibattito scientifico.
preceded and followed the creation of the Augustan sacred edifice.
This study has allowed to better frame the architectural context of the well-known opus sectile with
squared-reticular scheme that lays between the foundations of the Casino Farnese. It has been possible to
link it to the modifications of the Portico delle Danaidi at the time of the creation of the Domus Aurea. In
fact this floor was built on the top of an earlier marble pavement, maybe precisely the giallo antico one that
paved the Portico delle Danaidi and that, in turn, was built on the extrados of earlier rooms belonging to
the House of Augustus.
Together with the opus sectile a marble wall veneer was realised. It looks very similar to the one of the
nearby Bagni di Livia, that probably can be assigned to the same time of the here discussed room.
Finally, between the substructures of the floor, a possible building site has been recognized. It could be the
place used for preparing the decorations of the Palatium across its several phases.
Il complesso noto come Casa di Augusto, conosciuto per l’ottimo stato di conservazione di molti tratti ad affresco, ebbe vita assai breve e, al momento della costruzione del Tempio di Apollo, venne sfruttato come sostruzione per la platea circostante l’edificio sacro: tutti i materiali reimpiegabili furono asportati, tra cui le lastre delle pavimentazioni in opus sectile. Anche la decorazione architettonica fittile venne asportata: questa è stata rinvenuta reimpiegata in numerose murature, in parte demolite durante gli scavi del secolo scorso ed in parte ancora in situ, funzionali al nuovo assetto dell’area. In particolare una serie di grossi pilastri furono realizzati utilizzando questi materiali insieme a frammenti, anch’essi di riutilizzo, di laterizi e tegole, probabilmente derivanti dallo smontaggio del secondo piano della domus e delle sue coperture. Lo stesso cantiere ha utilizzato altri materiali di reimpiego, come i cubilia del reticolato, per altre nuove murature, optando per tecniche diverse a seconda della funzione statica che andava ad assumere la nuova struttura.
Si può dunque osservare, in questa fase precoce, nell’Urbe, dell’utilizzo del laterizio, anche un suo reimpiego specialistico, che trova ulteriori riscontri sempre sul Palatino e secondo dinamiche simili, come ad esempio nelle vicine Case di Livia e dei Grifi.
di Studi sull’Edilizia abitativa tardoantica nel Mediterraneo - CISEM- Bologna 2/5 marzo 2016), pp. 31-37.
The study of the Decagone at the Esquiline Hill in Rome, beside the analysis of some technique and decorative aspects, has allowed
for a better definition of the monument itself across its phases. In fact the building, that was created in an isolated position, was later
transformed into the focus of a residential complex characterised by several polilobe elements. This transformation was not just an answer
to structural necessities, but it had to be inserted in a larger project that at the end of the 3rd century AD was realised in this area
along the Aurelian wall. This project ended up in a metamorphosis of the complex from a hortus to a palatium while the building changed
from a dieta to a coenatio.
In our selection of samples, isotopic and petrographic results indicate that most of the architectural elements are quite unambiguously made of marble of Italic provenance (i.e. Carrara marble), while the fragments of statues, which have a relation to a religious cult, seem to have Greek origin.
The substructures under the Temple of Apollo on the southern slope of Palatine Hill incorporated the earlier house of
Octavianus, the oldest residential complexes of the Republican time and the sacred buildings of the Archaic period.
The fill of the buildings included hundreds of fragments of Campana slabs that enable us to reconstruct the first phase
of the house of Octavian. The building was decorated by opus sectile floors and portasanta and giallo antico columns.
The proposed chronology of the structures is corroborated by the evidence of well dated brick stamps of Asinius Pollio
and his officinator C. Cosconio. At the foot of the Palatine Hill, further significant structures have been discovered in
the area connecting the Augustan complex to the structures preserved under the Basilica of St. Anastasia and the Circus
Maximus, among which we may mention a large nymphaeum. Thanks to this new evidence, the Forma Urbis fragments
related to the ‘Area Apollinis’ appear to illustrate a bipartite terrace.
underwater restoration process ·
In July 2020, within the complex of the Terme del Lacus, in theSubmerged Archaeological Park of Baiae, the complete restoration of a small room paved with a polychrome octagonal mosaic was carried out at a depth of 4.5 meters. In situ conservation
activities were preceded by stratigraphic survey and tests which gave the possibility to identify the various building phases of the environment and to provide valuable proof of the effects that Phlegraean bradyseism had on the buildings located along the coast of Baianus lacus. Underwater consolidation and restoration activities have been an opportunity to experiment with innovative methods and materials, through the use of an underwater mortar that allows a versatility and use entirely comparable to those used in restoration on land.
reinventare. La lunga vita e l’eredità del laterizio romano
nella storia dell’architettura (III CONVEGNO INTERNAZIONALE “LATERIZIO”
- ROMA, 6-8 MARZO 2019), Roma 2021, pp. 49-53
fonti soprattutto attraverso gli atti dei Fratres Aruales. In realtà già nel 2002 C. Krause aveva potuto notare alcune connessioni
tra strutture allora poco evidenziate, che lo avevano portato a ricostruire un’area sacra immediatamente a ovest del tempio di
Apollo. L’ipotesi è stata condivisa e approfondita da F. Corelli, mentre nel frattempo A. Carandini e D. Bruno avevano supposto
la sua presenza sul lato opposto al tempio. Con questo testo abbiamo rianalizzato, grazie a numerosi sopralluoghi, gli elementi
archeologici oggi visibili e i connessi dati d’archivio, per apportare ulteriori dati al dibattito scientifico.
preceded and followed the creation of the Augustan sacred edifice.
This study has allowed to better frame the architectural context of the well-known opus sectile with
squared-reticular scheme that lays between the foundations of the Casino Farnese. It has been possible to
link it to the modifications of the Portico delle Danaidi at the time of the creation of the Domus Aurea. In
fact this floor was built on the top of an earlier marble pavement, maybe precisely the giallo antico one that
paved the Portico delle Danaidi and that, in turn, was built on the extrados of earlier rooms belonging to
the House of Augustus.
Together with the opus sectile a marble wall veneer was realised. It looks very similar to the one of the
nearby Bagni di Livia, that probably can be assigned to the same time of the here discussed room.
Finally, between the substructures of the floor, a possible building site has been recognized. It could be the
place used for preparing the decorations of the Palatium across its several phases.
Il complesso noto come Casa di Augusto, conosciuto per l’ottimo stato di conservazione di molti tratti ad affresco, ebbe vita assai breve e, al momento della costruzione del Tempio di Apollo, venne sfruttato come sostruzione per la platea circostante l’edificio sacro: tutti i materiali reimpiegabili furono asportati, tra cui le lastre delle pavimentazioni in opus sectile. Anche la decorazione architettonica fittile venne asportata: questa è stata rinvenuta reimpiegata in numerose murature, in parte demolite durante gli scavi del secolo scorso ed in parte ancora in situ, funzionali al nuovo assetto dell’area. In particolare una serie di grossi pilastri furono realizzati utilizzando questi materiali insieme a frammenti, anch’essi di riutilizzo, di laterizi e tegole, probabilmente derivanti dallo smontaggio del secondo piano della domus e delle sue coperture. Lo stesso cantiere ha utilizzato altri materiali di reimpiego, come i cubilia del reticolato, per altre nuove murature, optando per tecniche diverse a seconda della funzione statica che andava ad assumere la nuova struttura.
Si può dunque osservare, in questa fase precoce, nell’Urbe, dell’utilizzo del laterizio, anche un suo reimpiego specialistico, che trova ulteriori riscontri sempre sul Palatino e secondo dinamiche simili, come ad esempio nelle vicine Case di Livia e dei Grifi.
di Studi sull’Edilizia abitativa tardoantica nel Mediterraneo - CISEM- Bologna 2/5 marzo 2016), pp. 31-37.
The study of the Decagone at the Esquiline Hill in Rome, beside the analysis of some technique and decorative aspects, has allowed
for a better definition of the monument itself across its phases. In fact the building, that was created in an isolated position, was later
transformed into the focus of a residential complex characterised by several polilobe elements. This transformation was not just an answer
to structural necessities, but it had to be inserted in a larger project that at the end of the 3rd century AD was realised in this area
along the Aurelian wall. This project ended up in a metamorphosis of the complex from a hortus to a palatium while the building changed
from a dieta to a coenatio.
In our selection of samples, isotopic and petrographic results indicate that most of the architectural elements are quite unambiguously made of marble of Italic provenance (i.e. Carrara marble), while the fragments of statues, which have a relation to a religious cult, seem to have Greek origin.
The substructures under the Temple of Apollo on the southern slope of Palatine Hill incorporated the earlier house of
Octavianus, the oldest residential complexes of the Republican time and the sacred buildings of the Archaic period.
The fill of the buildings included hundreds of fragments of Campana slabs that enable us to reconstruct the first phase
of the house of Octavian. The building was decorated by opus sectile floors and portasanta and giallo antico columns.
The proposed chronology of the structures is corroborated by the evidence of well dated brick stamps of Asinius Pollio
and his officinator C. Cosconio. At the foot of the Palatine Hill, further significant structures have been discovered in
the area connecting the Augustan complex to the structures preserved under the Basilica of St. Anastasia and the Circus
Maximus, among which we may mention a large nymphaeum. Thanks to this new evidence, the Forma Urbis fragments
related to the ‘Area Apollinis’ appear to illustrate a bipartite terrace.
Una serata "p r o i e t t a t i" nel Parco sommerso di Baia
Le Terme del Lacus nel Parco sommerso di Baia come non le avete mai viste. Una video-immersione notturna trasmessa in diretta nel Castello di Baia.
I nuovi mosaici, i lavori di restauro, lo sviluppo delle ricerche:
questi temi, insieme ad alcuni reperti per la prima volta esposti, saranno al centro della serata presentata dal direttore del Parco Fabio Pagano
insieme a Enrico Gallocchio e Barbara Davidde dell’Istituto Centrare per il Restauro.