Cause della Seconda guerra mondiale

Articolo

Mark Cartwright
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 26 marzo 2024
Disponibile in altre lingue: Inglese, Cinese, Francese, Tedesco, Persiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Turco
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Le origini della Seconda guerra mondiale (1939-45) si possono far risalire ai duri accordi di pace della Prima guerra mondiale (1914-18) e alla crisi economica degli anni Trenta, mentre tra le cause più immediate ci furono le aggressioni a danno dei loro vicini da parte di Germania, Italia e Giappone. Un'Europa debole e divisa, gli Stati Uniti d'America chiusi nel loro isolazionismo e un'opportunistica URSS volevano tutti la pace, ma la politica dell'appeasement ("pacificazione") portò solo a ciò che tutti temevano: un'altra lunga e terribile guerra mondiale.

Europe on the Eve of WWII, 1939
L'Europa alla vigilia della Seconda guerra mondiale, 1939
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

Le cause principali della Seconda guerra mondiale furono:

  • il duro trattato di Versailles
  • la crisi economica degli anni Trenta
  • l'ascesa del fascismo
  • il riarmo della Germania
  • il culto di Adolf Hitler
  • la politica dell'appeasement portata avanti dalle potenze occidentali
  • i trattati di mutuo interesse tra le potenze dell'Asse
  • la mancanza di trattati tra gli Alleati
  • l'espansione territoriale di Germania, Italia e Giappone
  • il patto nazi-sovietico
  • l'invasione della Polonia nel settembre del 1939
  • l'attacco giapponese alla base navale statunitense di Pearl Harbour.

Il trattato di Versailles

La Germania fu sconfitta durante la Prima guerra mondiale, e i vincitori stabilirono delle dure condizioni per recuperare una parte dei costi della guerra e per prevenire una futura minaccia tedesca. Le economie e i popoli europei furono fortemente danneggiati dalla guerra: i vincitori non avevano intenzione di essere clementi con la Germania, che aveva quasi vinto il conflitto e la cui industria era ancora intatta. La Germania restava dunque uno stato pericoloso. Tuttavia, Gran Bretagna e Francia non volevano un trattato totalmente punitivo, perché questo avrebbe portato a un risentimento duraturo da parte dei tedeschi e avrebbe precluso il prezioso mercato della Germania alle loro esportazioni.

LA GERMANIA DOVETTE ACCETTARE LA COMPLETA RESPONSABILITÀ E LA COLPEVOLEZZA DI AVER INIZIATO LA PRIMA GUERRA MONDIALE.

Le condizioni della pace furono stabilite nel trattato di Versailles, siglato da tutte le parti tranne che dall'URSS, il 28 giugno 1919. La Renania doveva essere demilitarizzata e diventare una zona cuscinetto tra Germania e Francia. Alla Germania vennero sottratte la Saar (una zona ricca di carbone della Germania occidentale) e tutte le colonie. Alla Polonia fu data l'area industriale dell’Alta Slesia e un corridoio verso il mare, che comprendeva Danzica (Gdánsk) e che separava la Prussia orientale dal resto del territorio tedesco. La Francia si riprese l'Alsazia e la Lorena. La Germania dovette pagare riparazioni di guerra a Francia e Belgio. Vennero imposti dei limiti alle forze armate tedesche, che non potevano costruire carri armati, velivoli, sottomarini o navi da guerra. Alla fine, la Germania accettò la completa responsabilità e colpevolezza per aver iniziato la guerra. Da molti tedeschi i termini della pace erano visti come altamente disonorevoli.

Gli accordi di pace crearono nove nuovi paesi nell'Europa orientale: fu una ricetta per l'instabilità, dato che tutti avevano dispute di confine e molti di loro contenevano grandi minoranze che volevano essere parte di un altro paese. Germania, Italia e Russia, tornate di nuovo potenti dopo i pesanti costi del primo conflitto mondiale, guardarono a questi nascenti paesi con uno sguardo imperialista.

Newspaper Front Page Declaring the Signing of the Treaty of Versailles
Prima pagina di un giornale che annuncia la firma del trattato di Versailles
Kallen2021 (CC BY-SA)

Negli anni Venti, la Germania firmò due importanti trattati. Il trattato di Locarno del 1925 garantì i confini occidentali tedeschi, ma lasciò dei margini per dei cambiamenti verso est. L'altro, il patto Briand-Kellogg del 1928, fu sottoscritto da 56 paesi: tutte le maggiori potenze promisero di non condurre la loro politica estera con mezzi militari. Nel 1929, le riparazioni dovute dalla Germania, stabilite dal trattato di Versailles, furono ridotte da 6,6 milioni di sterline a 2 milioni di sterline. Nel 1932, le riparazioni vennero cancellate del tutto. Tutto ciò era molto promettente, ma durante gli anni Trenta la complessa rete della diplomazia europea iniziò rapidamente a sgretolarsi nel clima di declino economico.

La crisi economica

Durante gli anni Trenta, la Grande Depressione, originata dal crollo del mercato azionario di Wall Street nel 1929, causò una crisi economica in molti paesi. Ci fu il collasso del commercio mondiale, dei prezzi e dell'occupazione. La Germania, nel 1923, fu colpita dall'iperinflazione, che annullò i risparmi, sferrando un colpo che la classe media tedesca non avrebbe mai dimenticato. I prestiti regolari del piano Dawes, provenienti dagli Stati Uniti e da cui dipendeva l'economia tedesca, si fermarono. Con il crollo del commercio internazionale, crebbero le ostilità presenti tra molti paesi. Gli Stati Uniti d'America, il più importante prestatore di denaro a livello mondiale, perseguirono una strategia isolazionista. Gran Bretagna e Francia guardarono esclusivamente ai loro imperi coloniali. In questa situazione, il protezionismo e l'uso di tariffe e dazi divenne la norma.

La Germania iniziò a voler raggiungere l'autosufficienza e a non fare più affidamento su dei soci commerciali globali: questa era una politica che richiedeva l’acquisizione di risorse naturali mediante un'occupazione militare. La Germania, per uscire dai problemi finanziari, perseguì la strada verso un riarmo massiccio, che avrebbe generato lavoro nelle fabbriche e nelle forze armate. Questa politica prevedeva non solo l'accumulo di armi, ma anche di creare un’economia orientata alla guerra, in cui all' industria degli armamenti veniva data priorità in termini di risorse, energia, stabilimenti e manodopera qualificata.

Adulation of Hitler, Bad Godesberg
Hitler acclamato dalla folla a Bad Godesberg
Bundesarchiv, Bild 183-H12704 (CC BY-SA)

Hitler e il partito nazista

I partiti fascisti e nazionalisti erano ben presenti in Europa. Dal 1922, l'Italia era governata da Benito Mussolini (1883-1945), capo del partito fascista italiano. Nel 1939, in Spagna salì al potere il governo del generale Franco (1892-1975). In Germania, Adolf Hitler (1889-1945) era a capo del partito nazional-socialista (nazista), che ottenne la maggioranza dopo le elezioni del luglio 1932. Persino nella democratica Gran Bretagna erano presenti partiti fascisti. I loro capi carismatici stavano mutando i sentimenti popolari e nazionalisti in un sistema di pensiero più minaccioso: il fascismo. I partiti fascisti dei vari paesi erano eterogenei tra loro, ma avevano alcuni obiettivi chiave in comune. I loro capi volevano il potere assoluto e, per ottenere questo nuovo stato di cose, enfatizzarono concetti come "conformismo, ostilità verso gli emarginati, uso abitudinario della violenza, disprezzo per i deboli e un odio estremo per le opinioni dissidenti" (Dear, 274). Questi partiti inizialmente guadagnarono popolarità come oppositori del comunismo, visto da molti come una minaccia fin dalla Rivoluzione russa del 1917. Infatti, la profonda diffidenza dei paesi occidentali verso il comunismo impedì una potente alleanza militare con l'URSS che avrebbe potuto evitare la guerra.

LA POLITICA DI APPEASEMENT PERMISE IL RIARMO DELLA GERMANIA.

Hitler aveva promesso che l'umiliazione di Versailles sarebbe stata vendicata, e che la Germania sarebbe tornata grande. Molti tedeschi credevano che la sconfitta nella Prima guerra mondiale fosse dovuta al tradimento dell'Alto comando, ed erano stanchi del susseguirsi senza fine di inutili governi di coalizione. Hitler, che non aveva connessioni con la classe dominante, offrì un nuovo inizio e, soprattutto, posti di lavoro e pane in un periodo in cui la disoccupazione e la povertà erano estremamente alte. Il partito nazista promise un'economia dinamica, che avrebbe alimentato l'espansione della Germania, decantando le virtù belliche che sarebbero state necessarie per ottenere questo glorioso risultato. Il nazismo cercava il Lebensraum ("lo spazio vitale") per il popolo tedesco, cioè, nuove terre in cui potesse prosperare. Ebrei, slavi, comunisti e sindacalisti vennero identificati come nemici interni; tutte persone che secondo i nazisti impedivano alla Germania di rilasciare tutto il suo potenziale. I tedeschi, dopo un conflitto internazionale, avrebbero compiuto il loro destino, dimostrando di essere la razza superiore. Queste idee, nessuna delle quali era radicalmente nuova, significavano che la guerra era inevitabile. L'argomento secondo cui i regimi totalitari volevano la guerra, mentre le democrazie liberali desideravano una pace prospero può risultare semplicistico, ma ha una certa validità. Hitler promise che il terzo Reich sarebbe durato per mille anni. La propaganda, le manifestazioni di massa e la repressione brutale di idee alternative, fece sì che in molti gli credessero, sfruttando sapientemente opinioni da tempo coltivate in Germania e Austria. Come afferma F. McDonough, "Hitler suonava una vecchia musica accompagnata da strumenti nuovi" (93).

Nel gennaio 1933, il presidente della Germania Paul von Hindenburg (1847-1934), non avendo altre opzioni, nominò Hitler cancelliere. Dopo aver schiacciato sistematicamente tutte le opposizioni, Hitler iniziò ad applicare le su politiche interne e a creare un regime totalitario, come aveva ampiamente spiegato nel suo libro Mein Kampf ("la mia battaglia") nel 1924. Quando Hindenburg morì nell'agosto del 1934, Hitler unì di fatto le cariche di presidente e cancelliere, proclamandosi Führer. Hitler ora era lo stato, e tutto quello di cui necessitava per raggiungere i suoi impossibili sogni era il riarmo della Germania.

Bismarck at Sea
La Bismarck in mare
Bundesarchiv, Bild 193-04-1-26 (CC BY-SA)

Il riarmo della Germania

Hitler era determinato a ricostruire le forze armate della nazione. Il riarmo aumentò vertiginosamente nonostante le restrizioni di Versailles, che Hitler aveva formalmente ripudiato nel marzo del 1935. L'esercito era già quattro volte più grande di quanto permesso. Alla fine, le potenze occidentali furono obbligate a adottare un approccio che limitasse i danni. Nel giugno del 1935 venne firmato l'accordo navale anglo-tedesco, in cui si stabiliva che le dimensioni della marina tedesca dovessero essere pari al 35% di quelle della Royal Navy, consentendo così a Hitler di costruire nuove enormi navi, come la nave da guerra Bismarck.

In ossequio al culto di Hitler, tutte le forze armate dovettero giurare fedeltà alla sua persona. Con la politica del riarmo, nel 1938 la Germania aveva raggiunto livelli di occupazione quasi totale. Hitler aveva mantenuto le promesse fatte al popolo tedesco. La creazione della nuova macchina da guerra tedesca dovette pagare un prezzo. Per il riarmo c'era bisogno di enormi importazioni di materie prime, che non poterono essere acquistate ancora a lungo, dato che la bilancia dei pagamenti tedesca collassò a partire dal 1939. La semplice soluzione a questo problema sembrò essere l'occupazione di nuovi territori, ricchi di queste risorse. La Germania in quel momento era in vantaggio sui suoi nemici, ma non sarebbe durata a lungo. Hitler decise che era arrivato il tempo di colpire.

L'appeasement

Permettere il riarmo della Germania fu parte della politica di appeasement, che si basava sul dare delle concessioni ragionevoli per evitare il disastro totale della guerra. La pacificazione, perseguita da Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, non voleva dire preservare la pace a qualsiasi costo; il problema però, si rivelò essere che le potenze aggressive si videro progressivamente incentivate a continuare, senza necessariamente correre il rischio di una guerra più ampia. Per individuare le fasi di questo processo bisogna guardare alle politiche globali dell'inizio degli anni Trenta.

League of Nations Cartoon
Vignetta sulla Società delle Nazioni
Leonard Raven-Hill (Public Domain)

La Società delle Nazioni (precursore delle odierne Nazioni Unite) fu fondata dopo la Prima guerra mondiale per risolvere le dispute internazionali e mantenere la pace globale. Anche se il presidente statunitense Woodrow Wilson (in carica nel 1913-21) fu determinante nella creazione della Società, gli Stati Uniti non ne fecero mai parte, danneggiando seriamente l'organizzazione. La Germania fu ammessa nel 1926 ed espulsa nel 1933, stesso anno in cui la lasciò il Giappone. La Società si rivelò totalmente incapace di raggiungere i suoi obiettivi, come si evinse nettamente dal suo fallimento nel prevenire l'invasione giapponese della Manciuria, nel settembre del 1931, e l'invasione italiana dell’Abissinia (Etiopia) nell'ottobre del 1935. Hitler, osservando questi eventi, fu particolarmente interessato alla mancata risposta militare da parte della Società: grazie alle sue rigenerate forze armate, si preparò a espandere i confini della Germania.

Dal 1933 al 1935, Hitler aveva avuto una politica estera ambigua, sostenendo qualche volta di avere intenzioni pacifiche. Con i suoi giochi di prestigio diplomatici causò molta confusione, come quando firmò un trattato di amicizia con la Polonia oppure quando, più tardi nel corso del medesimo anno, affermò che non aveva intenzione di annettere l'Austria al Reich. A partire dal 1935, i suoi piani diventarono più chiari, anche se alcuni storici sostengono che il Führer in realtà non avesse delle idee precise, e cercava di approfittare semplicemente delle opportunità che i suoi nemici gli fornivano. Alcuni studiosi affermano che Hitler non avesse piena libertà di azione a causa dei vincoli presenti nel partito nazista, caotico e diviso tra fazioni.

Nel marzo del 1935 la Saar si riunificò con la Germania a seguito di un plebiscito. Lo stesso anno fu annunciata la coscrizione obbligatoria. Nel marzo 1936, la Germania occupò la Renania. In ottobre, Germania e Italia divennero formalmente alleati, formando l'Asse Roma-Berlino. Nel novembre 1936, Italia e Germania (e poi Giappone) firmarono il patto Anti-Comintern, un trattato di mutua cooperazione che prevedeva un fronte unito contro il comunismo. Nel marzo del 1938, Hitler compì l'Anschluss, l'unificazione formale di Germania e Austria. Incoraggiato dall'assenza di una risposta dura da parte della Società delle Nazioni, Hitler occupò i Sudeti, la zona industriale della Cecoslovacchia che condivideva un confine con la Germania, con la scusa delle repressioni contro la minoranza tedesca. Di nuovo, le potenze occidentali non reagirono militarmente, nonostante l'Unione Sovietica e la Francia avessero siglato un trattato di assistenza con la Cecoslovacchia. Nel settembre del 1938, alla Conferenza di Monaco, dove erano presenti Germania, Francia Italia e Gran Bretagna, vennero ratificati i nuovi confini tedeschi. L'Unione Sovietica non fu invitata: fu l'ultima opportunità persa per la costruzione di un fronte unito contro il fascismo; forse fu il prezzo reale per aver perseguito l'appeasement escludendo altre possibili strategie. Il primo ministro britannico Neville Chamberlain (in carica nel 1937-40) sventolò gli accordi di Monaco firmati da Hitler davanti ai giornalisti, dichiarando fiduciosamente che aveva ottenuto "la pace con onore" (Dear, 597) e che dunque si prospettava "la pace nel nostro tempo" ("peace in our time"). Chamberlain venne candidato per il premio Nobel per la pace.

Chamberlain, Daladier, Hitler, & Mussolini, Munich 1938
Chamberlain, Daladier, Hitler e Mussolini a Monaco, nel 1938
Bundesarchiv, Bild 183-R69173 (CC BY-SA)

L'appeasement fu un'opzione scelta dai capi politici occidentali perché tutti avevano ancora impressi nella mente gli orrori dell'ultima guerra. La Francia in particolare era politicamente debole in questo periodo: negli anni Trenta ebbe 16 governi di coalizione. La Gran Bretagna temeva di perdere il suo impero se si fosse indebolita con un'altra guerra. Le opinioni pubbliche di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti erano prevalentemente contro la guerra e il riarmo. Per di più, non si era affatto certi che Hitler volesse continuare a espandersi, anzi, aveva promesso con certezza che non aveva altre pretese territoriali, oltre a quelle che gli avrebbero permesso di ripristinare i confini tedeschi precedenti alla Prima guerra mondiale. Alla fine, l'appeasement, anche se non venne ritenuto una politica che poteva portare a qualche successo, permise alle potenze occidentali di guadagnare tempo prezioso per imitare il riarmo tedesco. Anche in Gran Bretagna e Francia c'erano potenti gruppi di potere che consideravano il riarmo uno spreco di risorse in tempi economicamente turbolenti, e sottolineavano il fatto che la Germania era il quinto più grande consumatore delle loro esportazioni. Con il senno di poi, si è visto quanto assurdo fosse la politica di pacificazione, dato che Hitler era intento a occupare quante più parti dell'Europa poteva, e la sua abitudine a disattendere i trattati rivelò quanto fossero inutili. Tenere fuori portata della Germania l'industria pesante cecoslovacca era probabilmente un motivo migliore per dichiarare la guerra rispetto alla successiva invasione della Polonia ma, semplicemente, Gran Bretagna Francia e URSS in quel momento non erano pronte a combattere. Bisognerà aspettare il 1939 affinché questi paesi orientassero la loro produzione verso un'economia di guerra.

L'invasione della Polonia

Nel 1939, Germania e Italia continuarono a occupare sempre più porzioni dell'Europa. Nel marzo del 1939, la Germania assorbì il resto della Cecoslovacchia e il territorio di Memel (parte della Lituania) nel terzo Reich. Progressivamente, scioccate dagli attacchi che i nazisti fecero agli ebrei tedeschi, le potenze occidentali iniziavano a chiedersi se negoziare con un regime di questo tipo avesse giustificazioni morali. Fu la fine di qualsiasi politica di pacificazione.

Il 31 marzo, Gran Bretagna e Francia promisero di garantire i confini della Polonia, e in aprile la garanzia si estese alla Romania. Anche Turchia e Grecia intavolarono trattative per un accordo di mutua protezione con Gran Bretagna e Francia. Alle guide politiche britanniche e francesi era finalmente chiaro che i fascisti volevano espandersi a ogni costo. C'era già una guerra locale in corso, la Guerra civile spagnola del 1936-39, che coinvolgeva direttamente tedeschi e italiani con i franchisti e i sovietici con i repubblicani. In aprile, l'Italia occupò l'Albania. Alla fine dello stesso mese, Hitler ripudiò l'accordo navale anglo-tedesco. Nel maggio del 1939 Italia e Germania siglarono un'alleanza militare, il "patto d'acciaio".

Nell'agosto del 1939 la Germania fece un patto di non-aggressione con l'Unione Sovietica: il patto Molotov-Ribbentrop, dai nomi dei ministri degli esteri dei due paesi (detto anche patto nazi-sovietico). Il segretario generale del PCUS Iosif Stalin (1878-1953) era sempre più convinto che Francia e Gran Bretagna volessero accontentare Hitler purché quest'ultimo decidesse di muovere verso est, contro l'Unione Sovietica. La possibilità di istituire un sistema di sicurezza collettiva che comprendesse Gran Bretagna, Francia e URSS non si realizzò a causa della reciproca diffidenza tra le parti. Il patto nazi-sovietico, al contrario, permise a Stalin di prendersi la Polonia orientale e mantenere l'URSS fuori dalla guerra per un po’, guadagnando tempo prezioso per il riarmo. Forse va presa in considerazione il fatto che Stalin, concedendo "l'assegno in bianco" a Hitler, cioè la possibilità per la Germania di combattere solo a ovest contro Gran Bretagna e Francia, sperasse che si indebolissero tra loro cessando di essere una minaccia per l'Unione Sovietica.

Explosion of USS Shaw, Pearl Harbour
Esplosione della USS Shaw a Pearl Harbour
Unknown Photographer (Public Domain)

L'Europa era una polveriera che aspettava solo una scintilla per esplodere. La scintilla arrivò presto, quando la Germania invase la Polonia il 1° settembre 1939. Il giorno successivo Chamberlain avvertì Hitler che sarebbe andato incontro alla guerra se non si fosse ritirato. Hitler ignorò l'ultimatum. Il 3 settembre la Gran Bretagna e la Francia dichiararono guerra alla Germania, affermando di proteggere le nazioni libere e indipendenti. L'Italia aspettava dietro le quinte per vedere quali vantaggi ricavare, rimanendo per il momento neutrale. Il mondo aspettava con il fiato sospeso per vedere cosa sarebbe successo. La risposta che nessuno si attendeva è che, almeno nei primi mesi, non accadde nulla.

La guerra mondiale

La "strana guerra", in cui gli Alleati e le potenze dell'Asse non si confrontarono direttamente, durò fino all'aprile del 1940, quando la Germania invase la Norvegia. In maggio, la Germania invase i Paesi Bassi e la Francia. I tedeschi si rivelarono inarrestabili e, per la fine di giugno, la Francia era caduta. In ottobre, l'Italia invase la Grecia. Nel 1941, la Germania occupò la Jugoslavia. La Gran Bretagna rimase a combattere da sola per la sua sopravvivenza fino a che Hitler non invase l'Unione sovietica nel giugno del 1941 (operazione Barbarossa).

La guerra divenne un conflitto globale quando il Giappone attaccò la flotta americana a Pearl Harbour, nelle Hawaii, il 7 dicembre 1941. Il Giappone aveva già invaso la Cina orientale per la preoccupazione dell'aumento del nazionalismo cinese, per poi occupare gran parte del Sud Est Asiatico in cerca di gloria imperiale e risorse naturali, specialmente il petrolio, la cui importazione era vietata dall'embargo statunitense. Il Giappone forse sperava che gli eventi in Europa scongiurassero un intervento diretto contro di loro, ma alla fine anche gli Stati Uniti entrarono in guerra. La pace arrivò dopo che il mondo soffrì altri quattro anni di guerra lunghi e amari.

Domande e risposte

Quali furono le tre cause principali della Seconda guerra mondiale?

Le tre cause principali della Seconda guerra mondiale furono: 1) l'aggressiva espansione territoriale di Germania, Giappone e Italia; 2) la politica di pacificazione ("appeasement") seguita dagli Alleati; 3) la decisione di Stalin di accordarsi con la Germania.

Quale evento diede inizio alla Seconda guerra mondiale?

L'evento che diede inizio alla Seconda guerra mondiale fu l'invasione della Polonia da parte della Germania il 1° settembre 1939.

Perché gli Alleati non fermarono prima Hitler?

Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti non fermarono Hitler prima che invadesse la Polonia perché credevano che alcune delle sue istanze fossero giustificate. Cercavano poi di evitare un'altra guerra mondiale, alla quale non erano ancora preparati in termini di forze armate e produzione di armamenti.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

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Stile APA

Cartwright, M. (2024, marzo 26). Cause della Seconda guerra mondiale [The Causes of WWII]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2409/cause-della-seconda-guerra-mondiale/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Cause della Seconda guerra mondiale." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il marzo 26, 2024. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2409/cause-della-seconda-guerra-mondiale/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Cause della Seconda guerra mondiale." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 26 mar 2024. Web. 03 nov 2024.