La Via Appia e gli altri 23 nuovi siti patrimonio dell'Unesco
L'Unesco, che è l'agenzia delle Nazioni unite responsabile per la promozione della cooperazione internazionale in educazione, scienza e cultura, ha aggiornato la sua “lista di patrimoni a livello mondiale”, aggiungendo 24 nuovi siti di “eccezionale valore culturale e naturale”. Tra questi ci sono 19 siti culturali, 4 naturali e 1 misto. Questi inserimenti portano il totale globale a 1.223 siti riconosciuti. E tra gli ingressi del 2024 c'è anche un sito italiano: la Via Appia, un'antica strada romana, che eleva a 60 il numero dei siti italiani inclusi nella lista.
La decisione è stata presa durante la 46a sessione del Comitato del patrimonio mondiale, tenutasi il 1° agosto a Nuova Delhi sotto la presidenza di Audrey Azoulay, attuale direttrice dell'agenzia Onu. Nel suo discorso, Azoulay ha enfatizzato il ruolo del patrimonio come ponte tra le diverse culture e ha richiamato l'attenzione su questioni urgenti come la crisi climatica e l'overtourism. Inoltre, ha fatto riferimento alla Dichiarazione di Napoli in cui esorta gli stati membri dell'Unesco a lavorare a stretto contatto con le popolazioni locali e indigene nello sviluppo di politiche di gestione dei siti del patrimonio. La direttrice ha infine rimarcato che il 20% delle candidature presentate riguarda beni africani, un buon segnale per rendere il patrimonio sempre più rappresentativo a livello globale.
Unesco01Via Appia, Italia
La Via Appia, lunga oltre 800 chilometri, è la più antica e strategicamente significativa tra le strade monumentali costruite dai Romani. Questo sito, composto da 22 sezioni, costituisce un complesso di opere ingegneristiche di grande sviluppo, che dimostra le avanzate competenze tecniche degli ingegneri romani nella costruzione di strade, progetti di ingegneria civile, infrastrutture e ampie opere di bonifica del territorio. Inoltre, include una vasta gamma di strutture monumentali come archi trionfali, terme, anfiteatri, basiliche, acquedotti, canali, ponti e fontane pubbliche.
Unesco02Asse Centrale di Pechino, Cina
L'Asse Centrale di Pechino è un complesso situato nel cuore della capitale cinese. Istituito nel 1271, include antichi palazzi imperiali, giardini, strutture rituali e edifici cerimoniali e pubblici. Questo complesso “testimonia l'evoluzione della città e offre prove del sistema dinastico imperiale e delle tradizioni di pianificazione urbana della Cina” afferma l'Unesco. Situata tra due fiumi paralleli, l'area è abitata da circa 3.000 anni, ma l'Asse Centrale stesso è stato istituito durante la Dinastia Yuan (1271-1368), quando venne fondata la capitale, Dadu. Il sito include anche strutture storiche successive costruite durante la Dinastia Ming (1368-1644) e ulteriormente sviluppate durante la Dinastia Qing (1636-1912).
Unesco03Complesso monumentale di Târgu Jiu, Romania
L'insieme monumentale di Târgu Jiu fu progettato nel 1937-1938 da Constantin Brâncuși, pioniere del modernismo, per onorare coloro che persero la vita difendendo la città durante la Prima Guerra Mondiale. Secondo l'Unesco, “la straordinaria fusione di scultura astratta, architettura del paesaggio, ingegneria e pianificazione urbana ideata da Constantin Brâncuși va ben oltre l'episodio bellico locale, offrendo una visione originale della condizione umana”.
Unesco04Parco nazionale del lago Kenozero, Russia
A partire dal XII secolo, dopo la colonizzazione slava, il paesaggio culturale del lago Kenozero è caratterizzato da insediamenti rurali con strutture in legno tradizionali. Questo paesaggio “riflette la gestione collettiva dell'agricoltura e della natura che si è sviluppata con la fusione della cultura forestale finno-ugrica autoctona con la cultura agricola slava tradizionale”, spiega l'Unesco. “Le chiese in legno e altri edifici religiosi, originariamente decorati con soffitti dipinti, o ‘cieli’, sono i principali punti di riferimento sociali, culturali e visivi dell'area. La loro organizzazione spaziale, insieme ai luoghi e ai simboli sacri, evidenzia il legame spirituale degli abitanti con questo ambiente”.
Unesco05Frontiere dell'Impero romano in Dacia, Romania
Dal 500 a.C. in poi, l'Impero romano espanse il suo territorio attraverso parti dell'Europa e del Nord Africa, raggiungendo circa 7.500 chilometri di confine entro il II secolo d.C. Il segmento situato in Romania, noto come Limes dacico, fu operativo dal 106 al 271 d.C. La proprietà comprende 277 elementi e rappresenta “il confine terrestre più lungo e complesso di un'ex provincia romana in Europa”, spiega l'Unesco. Questo sito si estende attraverso paesaggi vari e include una rete di siti che comprendono “fortezze legionarie, forti ausiliari, bastioni di terra, torri di guardia, accampamenti temporanei ed edifici civili”. La Dacia era l'unica provincia romana completamente situata a nord del fiume Danubio, e la sua frontiera serviva a proteggere l'Impero dalle popolazioni "barbare" e a controllare l'accesso alle preziose risorse di oro e sale.
Unesco06Hegmataneh, Iran
I resti archeologici dell'antica Hegmataneh (Ecbatana) si trovano nel nord-ovest dell'Iran. Abitata ininterrottamente per quasi tre millenni, Hegmataneh offre "importanti e rare testimonianze della civiltà dei Medi nel VII e VI secolo a.C." e successivamente servì come capitale estiva dei sovrani achemenidi, seleucidi, parti e sasanidi. Secondo l'Unesco, il sito rappresenta "un'importante testimonianza della continuità e dell'evoluzione delle civiltà antiche nell'Iran occidentale".
Unesco07Luoghi legati a Nelson Mandela, Sudafrica
La proprietà seriale rappresenta l'eredità della lotta sudafricana per i diritti umani, la liberazione e la riconciliazione. Composta da quattordici componenti distribuiti in tutto il paese, essa è strettamente legata alla storia politica del Sudafrica nel XX secolo. Tra i luoghi inclusi vi sono gli Union Buildings di Pretoria, attuale sede ufficiale del governo; i siti di Sharpeville, che commemorano il massacro di 69 persone durante una protesta contro le ingiuste Pass Laws; e il Great Place a Mqhekezweni, simbolo della leadership tradizionale e luogo dove Nelson Mandela visse da giovane. Secondo l'Unesco, questi luoghi “riflettono eventi chiave della lunga lotta contro l'apartheid, l'influenza di Mandela nel promuovere la comprensione e il perdono”.
Unesco08Melka Kunture e Balchit, Etiopia
Situata nell'Alta valle di Awash in Etiopia, questa proprietà seriale comprende siti preistorici che conservano importanti reperti archeologici e paleontologici. L'Unesco sottolinea che “questi siti forniscono una testimonianza unica dell'occupazione da parte di ominidi risalente a due milioni di anni fa”. I luoghi, a circa 2.000-2.200 metri di altitudine, hanno restituito fossili di Homo erectus, Homo heidelbergensis e Homo sapiens arcaico, associati a utensili in pietra. La sequenza culturale include i complessi Oldowan, Acheuleano, Medio Paleolitico e Tardo Paleolitico. L'Unesco aggiunge che “i frammenti di paleo-paesaggi e i fossili vegetali e animali offrono preziose informazioni sull'ecosistema montano del Pleistocene e sull'adattamento degli ominidi alle condizioni climatiche delle alte altitudini”.
Unesco09Sistema di sepoltura a tumulo della dinastia Ahom, India
Situata ai piedi delle Patkai Ranges nell'Assam Orientale, il sito include la necropoli reale dei Tai-Ahom. Secondo l'Unesco, "questo sito è un esempio unico di una necropoli che riflette una geografia sacra, modellata attraverso la creazione di moidam (tumuli funerari) che accentuano la topografia naturale di colline, foreste e corsi d'acqua". I Tai-Ahom hanno utilizzato alberi di banyan, legni per le bare e per la scrittura su corteccia, creando anche specchi d'acqua. Il sito ospita novanta moidam di varie dimensioni contengono i resti di re e altri membri della famiglia reale, insieme a corredi funerari come cibo, cavalli, elefanti e, talvolta, regine e servi.
Unesco10Parco storico di Phu Phra Bat, Thailandia
Il sito testimonia la tradizione della pietra Sīma del periodo Dvaravati (VII-XI secolo d.C.). L'arrivo del buddismo nel VII secolo portò a una diffusione dell'erezione di pietre Sīma in tutta la regione per oltre quattro secoli. L'area del monte Phu Phrabat conserva "il più grande corpus al mondo di pietre Sīma in situ del periodo Dvaravati", riflettendo una tradizione un tempo prevalente nella regione. La vasta installazione di pietre Sīma e la modifica dei ripari rocciosi hanno trasformato il paesaggio naturale in un centro religioso, e le pitture rupestri su 47 ripari rocciosi documentano l'occupazione umana per oltre due millenni.
Unesco11Corte reale di Tiébélé, Burkina Faso
Si tratta di un complesso architettonico in terra battuta, fondato nel XVI secolo, che riflette l'organizzazione sociale e i valori culturali del popolo Kasena. Secondo l'Unesco, "racchiusa da un muro di cinta protettivo, la corte reale è composta da edifici disposti in distinti settori separati da muri e passaggi, che conducono a luoghi cerimoniali e di ritrovo esterni al complesso". Le capanne vengono poi adornate con decorazioni di significato simbolico dalle donne, che sono le uniche custodi di questa conoscenza e assicurano che questa tradizione venga mantenuta viva ancora oggi.
Unesco12Miniera d'oro di Sado, Giappone
È situato a circa 35 chilometri a ovest della prefettura di Niigata e comprende diverse aree che mostrano metodi di estrazione mineraria non meccanizzati. Come sottolinea l'Unesco, “l'isola di Sado, di origine vulcanica, è caratterizzata da due catene montuose parallele separate dalla pianura alluvionale di Kuninaka”. I depositi di oro e argento si sono formati attraverso l'innalzamento di acqua idrotermale e successivi movimenti tettonici. I depositi di placer sono stati sfruttati nell'area di Nishimikawa, mentre le vene di minerale sono state estratte sottoterra ad Aikawa-Tsurushi. "Il sito conserva elementi tangibili delle attività minerarie e dell'organizzazione sociale e lavorativa, sia sopra che sotto terra, oltre a caratteristiche paesaggistiche", spiega l'agenzia dell'Onu.
Unesco13Monastero di Sant'Ilario, Palestina
Situato sulle dune costiere nel comune di Nuseirat, il sito delle rovine del Monastero di San Ilarione/Tell Umm Amer è "uno dei primi luoghi monastici del Medio Oriente, risalente al IV secolo", spiega l'Unesco. Fondato da San Ilario, il monastero iniziò come rifugio per eremiti e si trasformò in una comunità cenobitica, rappresentando la "prima comunità monastica nella Terra Santa" e gettando le basi per la diffusione delle pratiche monastiche nella regione. La sua posizione strategica all'incrocio di importanti rotte commerciali e di comunicazione tra Asia e Africa "facilitava il suo ruolo come centro di scambio religioso, culturale ed economico", durante il periodo bizantino.
Unesco14Complesso residenziale Schwerin, Germania
Creato per la maggior parte nel XIX secolo nella capitale del Granducato di Mecklenburg-Schwerin, nel nord-est della Germania, il sito comprende 38 elementi, tra cui il Palazzo del Granduca, ville, edifici culturali e sacri, e il lago ornamentale Pfaffenteich. Secondo l'Unesco, il sito "soddisfa tutte le funzioni richieste per una capitale ducale", includendo amministrazione, difesa, infrastrutture di servizio, trasporti, prestigio e attività culturali, con parchi, canali, stagni e spazi pubblici. Gli edifici costituiscono un eccezionale insieme architettonico che riflette lo spirito storicista dell'epoca, spaziando dal neo-Rinascimento al neo-Barocco e neo-Classico, con influenze del Rinascimento italiano.
Unesco15Grotte del Parco nazionale di Niah, Malesia
Questo complesso di colossali caverne interconnesse si trova vicino alla costa occidentale dell'isola di Borneo, al centro del Parco Nazionale di Niah. Contiene il record di più lunga interazione umana con la foresta pluviale, che conta almeno 50.000 anni: dal Pleistocene al Mesolitico. I ricchi depositi archeologici, le pitture rupestri preistoriche e le sepolture a forma di barca trovate al bordo settentrionale del massiccio "illustrano la vita biologica e umana di quel periodo e contribuiscono in modo significativo alla comprensione dello sviluppo umano, dell'adattamento e della migrazione in Asia sudorientale e in un contesto globale".
Unesco16Area archeologica di Al-Faw, Arabia Saudita
Situata in un punto strategico lungo le antiche rotte commerciali della Penisola Arabica, la proprietà fu abbandonata bruscamente intorno al V secolo d.C. "Circa 12.000 resti archeologici sono stati trovati, che coprono un arco temporale che va dai periodi preistorici fino all'era pre-islamica tardiva, testimoniando l'occupazione successiva di tre diverse popolazioni e la loro adattamento alle condizioni ambientali in evoluzione". Le caratteristiche archeologiche comprendono strumenti paleolitici e neolitici degli antichi abitanti, strutture appuntite, cumuli di pietre e costruzioni circolari, il monte sacro di Khashm Qaryah, incisioni rupestri, tumuli funerari e cumuli di pietre nella valle, forti/caravanserragli, l'oasi e il suo antico sistema di gestione dell'acqua, e i resti della città di Qaryat al-Faw.
Unesco17Siti di occupazione del Pleistocene, Sudafrica
Questa proprietà seriale contribuisce alla comprensione delle origini del comportamento umano, delle sue capacità cognitive e delle culture, nonché delle transizioni climatiche che hanno affrontato. "È composta da tre siti archeologici dislocati, il Riparo di Diepkloof, il Complesso di siti di Pinnacle Point e la grotta di Sibhudu, situati nelle province del Western Cape e di KwaZulu-Natal in Sudafrica". Il pensiero simbolico e le tecnologie avanzate sono esemplificati da evidenze di lavorazione dell'ocra, motivi incisi, perline decorative, gusci d'uovo decorati, armi da proiettile avanzate e tecniche per la fabbricazione di strumenti, e microliti.
Unesco18Sito archeologico di Gedi, Kenya
Circondata da una foresta costiera residua e lontana dalla costa, l'abbandonata città di Gedi fu una delle città più importanti della costa orientale africana dal X al XVII secolo. Durante questo periodo, faceva parte di una rete complessa e internazionale di scambi commerciali e culturali che attraversava l'Oceano Indiano, collegando i centri costieri africani con la Persia e altre regioni. "L'insediamento è chiaramente delimitato da mura e presenta resti di architettura domestica, religiosa e civica, nonché un sofisticato sistema di gestione delle acque". La città rappresenta fortemente le caratteristiche dell'architettura e della pianificazione urbana swahili, utilizzando materiali come il corallo, la malta di corallo e terra e il legno.
Unesco19Umm Al-Jimāl, Giordania
Il sito è un insediamento rurale situato nel nord della Giordania, che si sviluppò organicamente sopra un precedente insediamento romano intorno al V secolo d.C. e funzionò fino alla fine dell'VIII secolo d.C. "Preserva strutture basaltiche dei periodi bizantino e islamico, rappresentative dello stile architettonico locale della regione dell'Hauran, con alcuni edifici militari romani precedenti riutilizzati dai successivi abitanti", afferma l'Unesco. L'insediamento faceva parte di un paesaggio agricolo più ampio che includeva un complesso sistema di raccolta dell'acqua, essenziale per l'agricoltura e l'allevamento. Le strutture più antiche rinvenute a Umm Al-Jimāl risalgono al I secolo d.C., quando l'area faceva parte del Regno nabateo. “Un ricco corpus epigrafico in greco, nabateo, safaitico, latino e arabo, scoperto sul sito e datato a diversi secoli, fornisce preziose informazioni sulla sua storia e sui cambiamenti nelle credenze religiose dei suoi abitanti”.
Unesco20Deserto di Badain Jaran, Cina
Situato nell'Alashan Plateau, una regione desertica iperarida e temperata del nord-ovest della Cina, il deserto di Badain Jaran è un punto di incontro per tre aree sabbiose della Cina ed è il terzo deserto più grande del paese. "Il sito si distingue per l'alta densità di mega-dune, intervallate da laghi interdunari", spiega l'Unesco. "Il paesaggio variegato contribuisce anche a un alto livello di diversità degli habitat e, quindi, di biodiversità".
Unesco21Parco nazionale dei Lençóis Maranhenses, Brasile
Il sito si trova nel nord-est del Brasile, sulla costa orientale del Maranhão, in una zona di transizione tra tre biomi brasiliani: il Cerrado, la Caatinga e l'Amazzonia. "Più della metà della sua area è costituita da un campo di dune costiere bianche con lagune temporanee e permanenti", spiega l'Unesco. Oltre al suo ruolo cruciale nella conservazione della biodiversità, il parco possiede valori estetici e geologici/geomorfologici di grande rilevanza. Lungo una costa di 80 km, le spiagge sono seguite da pianure, dove i venti predominanti modellano le dune in lunghe catene di duna a mezzaluna (barchans). Durante la stagione delle piogge, le lagune si riempiono, creando specchi d'acqua di varie colorazioni, forme, dimensioni e profondità. "Il sito rivela il suo paesaggio migliore quando le lagune raggiungono il loro volume massimo, creando una bellezza rara".
Unesco22Flow Country, Gran Bretagna
Il sito seriale, situato nella Regione delle Highland scozzesi, è considerato il più straordinario esempio di paesaggio di torbiera in accumulo attivo. Questo ecosistema di acquitrini si è formato negli ultimi 9.000 anni, offrendo una varietà di habitat per una combinazione unica di specie di uccelli unica sulla terra. "L'importanza delle torbiere è notevole per la loro capacità di immagazzinare carbonio," osserva l'Unesco.
Unesco23Grotta di Vjetrenica, Bosnia ed Erzegovina
Situata nella catena montuosa dei Dinarici, la proprietà si distingue per la sua straordinaria biodiversità e endemicità nelle grotte. "Nota sin dall'antichità, la rappresentazione ben conservata della topografia carsica è uno dei più importanti hotspot di biodiversità per la fauna cavernicola, in particolare per quella acquatica sotterranea", spiega l'Unesco. La grotta ospita numerose specie di vertebrati globalmente minacciati, l'unico verme tubicolo sotterraneo del mondo e una varietà di specie vegetali endemiche dei Balcani.
Unesco24Isole Marchesi, Polinesia francese
Situata nell'Oceano Pacifico meridionale, questo sito è un eccezionale esempio dell'occupazione insulare da parte di una civiltà umana che arrivò via mare intorno all'anno 1000 d.C. e si sviluppò su queste isole isolate tra il X e il XIX secolo. "Il sito è anche un punto di grande biodiversità che combina ecosistemi marini e terrestri insostituibili ed eccezionalmente ben conservati," spiega l'Unesco. Caratterizzati da creste affilate, picchi impressionanti e scogliere che si innalzano bruscamente sopra l'oceano, i paesaggi dell'arcipelago sono unici nelle latitudini tropicali. Il sito include anche aree archeologiche che vanno da monumentali strutture in pietra secca a sculture e incisioni litiche.
