I fan di Taylor Swift hanno scambiato il nuovo album per un fake AI

The Tortured Poets Department è trapelato online poco prima dell'uscita, e il verso di un brano ha spinto in molti a pensare che fosse frutto dell'intelligenza artificiale
Taylor Swift
Taylor Swift agli ultimi GrammyNeilson Barnard/Getty Images

Giovedì Taylor Swift ha fatto una cosa in pieno stile Taylor Swift, postando su Instagram una storia con un link per acquistare Fortnight, il primo singolo del suo nuovo album The Tortured Poets Department. Ma il suo è stato probabilmente un gesto inutile: Taylor Swift è una delle più grandi popstar al mondo, se non la più grande in assoluto; ha annunciato il nuovo disco a febbraio mentre accettava il Grammy per il miglior album pop grazie al suo precedente lavoro, Midnights; l'anno scorso ha venduto 19 milioni di album solo negli Stati Uniti. In altre parole, non ha bisogno di un post social per promuovere una nuova canzone.

Il leak del nuovo album di Taylor Swift e la tesi dell'AI

Nel frattempo, però, qualcos'altro stava agitando la sua enorme massa di fan: The Tortured Poets Department è trapelato online, presumibilmente per colpa di un link di Google Drive che ha fatto il giro del web (d'altro canto, lo sappiamo: abbiamo ricominciato a scaricare musica illegalmente). I seguaci della cantante americana si sono divisi in due schieramenti quasi all'istante: da una parte, chi diceva che i veri fan avrebbero aspettato l'uscita ufficiale dell'album, prevista per la mezzanotte tra giovedì e venerdì. Dall'altra, chi non è riuscito aspettare e ha premuto play. Ma all'interno di quest'ultima fazione c'era anche un sottogruppo: le persone convinte che il leak fosse, almeno in parte, frutto di un'intelligenza artificiale.

A quanto pare, la tesi sembra legata a un verso contenuto nel brano che dà il titolo all'album, in cui Swift canta: “You smoked then ate seven bars of chocolate / We declared Charlie Puth should be a bigger artist” (“Hai fumato e poi ti sei mangiato sette tavolette di cioccolato/abbiamo decretato che Charlie Puth dovrebbe essere più considerato come artista”: secondo diverse ricostruzioni un riferimento al suo ex compagno, il cantautore Matty Healy). L'audio è stato poi rimosso per violazione del diritto d'autore, ma quando un utente di X ha postato online il passaggio incriminato, sul social diversi utenti si sono detti convinti che fosse opera di un'intelligenza artificiale.

All'uscita dell'album, i fan in giro per il mondo hanno potuto constatare che la canzone era effettivamente reale. Ma hanno anche scoperto che i brani circolati in anticipo erano solo una parte del pacchetto. Swift è tornata su Instagram alle 2 del mattino di venerdì per annunciare che il suo nuovo lavoro in realtà era un “doppio album segreto”: The Tortured Poets Department: The Anthology, composto da ben 31 canzoni.

Ormai la nostra vita online è costellata di falsi generati dall'AI. A pochi anni dall'inizio della rivoluzione degli Llm, sappiamo con certezza che non possiamo più credere ai nostri occhi (e lo stesso vale per le nostre orecchie). Il problema più grande è che se da un lato lo scetticismo e il fact-checking in genere sono sempre una buona idea quando si cercano informazioni online, dall'altro la recente diffusione degli strumenti basati sull'intelligenza artificiale permette di scappare dalle verità a noi sgradite. Non vi piace quello che vedono i vostri occhi? Convincetevi che sia opera dell'AI.

A complicare ulteriormente il quadro, i rapidissimi progressi della tecnologia fanno sì che la creazione di un'opera AI del livello di The Tortured Poets Department non sembri più un'eventualità così remota. Dopo tutto, una versione AI di Johnny Cash ha già cantato Blank Space e nel 2023 un brano generato da un'intelligenza artificiale ha riprodotto le voci di Drake e The Weeknd in modo talmente fedele da far pensare a qualcuno che si trattasse di una mossa promozionale dei due cantanti.

Il lato oscuro dei fandom online

Quando la frenesia intorno a The Tortured Poets Department si placherà, è probabile che l'episodio venga liquidato come una distrazione minore. Ma in realtà racconta una verità scomoda sui fandom online: ci sono molte persone pronte a precipitarsi in difesa dei loro beniamini, anche quando le critiche nei loro confronti sono valide. L'angolo di TikTok dedicato a Swift ha dei risvolti gradevoli – specialmente ora che le sue canzoni sono tornate sulla piattaforma – ma guardare le persone accapigliarsi per la cantante non è certamente uno di questi.

Il fenomeno è così sfiancante anche perché ci ricorda che l'interdipendenza tra internet e gli artisti come Beyoncé e Swift non è mai stata così grande. Per molti versi, nessuna delle due popstar ha davvero bisogno del sostegno di orde online per proteggere il loro buon nome o promuovere la loro musica. Parliamo di superstar conosciute in tutto il mondo: la gente verrebbe a sapere dei loro tour e i dei film basati sui loro concerti su Netflix e Disney+ anche senza che ogni loro parola diventasse virale.

Eppure, guardare le cantanti diventare virali è diventato una specie di sport. Iniziative come gli easter egg di Swift (per non parlare degli strani pop-up di Spotify e dei doppi album a sorpresa) o i post artistici senza didascalia di Beyoncé su Instagram diventano regolarmente notizie attirando probabilmente anche persone che probabilmente non sono minimamente interessate, che vogliono solo capire di cosa stanno parlando tutti sui social. È il serpente che si morde la coda del pop moderno.

Pur avendoli arricchiti, questa notorietà ha anche creato una serie di problemi agli artisti coinvolti. A far da contraltare ai motivatissimi fandom, ci sono i detrattori che non perdono occasione per promuovere assurde teorie del complotto, che nel caso di Swift hanno perlopiù a che fare con l'idea che la cantante sia una pedina politica del governo americano per influenzare le prossime elezioni presidenziali. Perfino i suoi jet privati ormai sono una questione di interesse pubblico.

Ma è vero anche che i fan di Swift sanno anche mobilitarsi come pochi altri. Quando a gennaio diversi deepfake pornografici della popstar sono diventati virali sui social media, i suoi sostenitori li hanno subissati con lo slogan "Protect Taylor Swift". E quando Ticketmaster ha combinato un pasticcio con i biglietti del suo Eras Tour, si sono fatti sentire a tal punto da attirare l'attenzione della politica. Martedì l'Oversight board di Meta, un organo di sorveglianza indipendente che monitora il colosso tech, ha annunciato che sta esaminando più da vicino i deepfake sulle piattaforme dell'azienda. Lo stesso giorno, il Wall Street Journal ha riferito che il Dipartimento di giustizia statunitense ha intenzione di intentare una causa antitrust contro Live Nation, la società che controlla Ticketmaster. Avrei quasi voglia di vedere cosa succederebbe se qualcuno cercasse di spacciare per vera una canzone AI che imita la voce di Taylor Swift.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.