Neuralink è pronta a impiantare il suo chip cerebrale in un secondo volontario

Elon Musk ha annunciato che presto un'altra persona riceverà l'interfaccia neurale dell'azienda, che nel frattempo lavora alla nuova generazione del dispositivo
Elon Musk
Il cofondatore di Neuralink Elon MuskNathan Laine/Bloomberg/Getty Images; elaborazione: staff Wired US

Il cofondatore di Neuralink Elon Musk ha annunciato che a breve il chip cerebrale dell'azienda sarà impiantato in un secondo paziente.

In un aggiornamento video diffuso nella serata di ieri, Musk ha dichiarato che l'intervento è previsto per "la prossima settimana o giù di lì". Neuralink sta apportando alcune modifiche alla procedura chirurgica e al posizionamento del dispositivo per evitare i problemi emersi nell'impianto del primo partecipante, che si era parzialmente staccato dal cervello poche settimane dopo l'intervento.

Come funziona il chip di Neuralink

La società di neurotecnologie sta sviluppando un'interfaccia neurale, o Bci (brain-computer interface), in grado di utilizzare i segnali cerebrali di una persona per controllare un dispositivo esterno. Il suo primo prodotto, ribattezzato Telepathy, punta ad aiutare le persone paralizzate a utilizzare un computer con il pensiero. Negli scorsi mesi, Musk ha anche dichiarato che Neuralink sta lavorando a un secondo prodotto chiamato Blindsight, che dovrebbe consentire alle persone non vedenti di riacquistare parzialmente la vista.

"Il dispositivo di Neuralink è un po' come un Fitbit o un Apple Watch con piccoli fili o elettrodi", ha detto Musk nel video, trasmesso in livestreaming su X, il suo social media. Per il momento la Bci dell'azienda è rivolta alle persone con disabilità, ma Musk sottolinea che l'obiettivo a lungo termine è quello di utilizzare la tecnologia "per mitigare il rischio per la civiltà rappresentato dall'AI grazie a una maggiore simbiosi tra l'intelligenza umana e l'intelligenza digitale".

Neuralink sta conducendo uno studio di fattibilità per valutare la sicurezza e la funzionalità del suo dispositivo nelle persone affette da paralisi. Nell'ambito di questa sperimentazione, a gennaio Noland Arbaugh – un uomo rimasto paralizzato dalle spalle in giù a causa di un incidente avvenuto nel 2016 – è diventato il primo essere umano a ricevere l'impianto cerebrale.

La Bci di Neuralink ha le dimensioni di una moneta, si inserisce nel cranio ed è dotata di 64 fili flessibili e più sottili di un capello umano che si estendono nel tessuto cerebrale del paziente. Ogni filo contiene 16 elettrodi che captano gli impulsi di movimento emessi dai neuroni.

I problemi del primo paziente

Inizialmente, il dispositivo ha funzionato come previsto. Arbaugh riusciva a muovere un cursore con il pensiero per giocare a videogame, inviare email e navigare in internet. Qualche settimana dopo l'intervento tuttavia l'impianto ha iniziato ad avere problemi e Arbaugh ha perso il controllo del cursore.

In un post pubblicato a maggio sul suo sito, Neuralink ha dichiarato che alcuni fili si erano staccati dal cervello di Arbaugh, diminuendo significativamente il numero di elettrodi funzionanti. A quel punto la società ha modificato il suo algoritmo di registrazione neurale in modo da renderlo più sensibile e ha migliorato il modo in cui il sistema traduce gli impulsi neurali in movimenti del cursore.

Arbaugh è tornato a usare il computer con il pensiero nonostante solo il 15% dei fili della Bci sia ancora funzionante, stando a quanto riportato dai dirigenti di Neuralink. In una recente intervista a Wired, l'uomo ha raccontato di essere riuscito a riacquisire un senso di indipendenza grazie al dispositivo.

Le modifiche e i prossimi passi Neuralink

Ora però Neuralink sta cercando di non incappare ne gli stessi inconvenienti con il secondo partecipante alla sperimentazione: "Vogliamo davvero assicurarci di fare il maggior numero di progressi possibile con ogni paziente Neuralink", ha spiegato Musk nella diretta di mercoledì.

Nel corso del livestreaming, i dirigenti dell'azienda hanno spiegato che dopo l'intervento nel cranio di Arbaugh era rimasta intrappolata dell'aria, un aspetto che potrebbe aver contribuito al distaccamento dei fili. Matthew MacDougall, responsabile della neurochirurgia di Neuralink, ha dichiarato che l'azienda sta adottando misure per eliminare la sacca d'aria nel suo secondo volontario, ma anche che prevede di inserire i fili più in profondità nel tessuto cerebrale e di tracciarne il movimento.

Inoltre, i chirurghi dell'azienda intendono “modellare la superficie del cranio” del prossimo paziente in modo da "ridurre al minimo lo spazio sotto l'impianto" e "avvicinarlo al cervello eliminando parte della tensione sui fili", ha detto MacDougall.

Musk ha aggiunto che quest'anno spera di impiantare il dispositivo di Neuralink in un numero di pazienti “vicino a dieci (secondo quanto riportato dal registro online di studi clinici ClinicalTrials.gov, l'azienda ha in programma di arruolare tre partecipanti nella sua sperimentazione attuale).

L'imprenditore ha anche rivelato che Neuralink sta lavorando a un impianto di nuova generazione dotato di 128 fili con otto elettrodi ciascuno, una modifica che a suo dire “potenzialmente raddoppierà la capacità di trasmissione se saremo precisi nel posizionamento dei fili”. Musk non ha però specificato quando il dispositivo sarà pronto per essere testato sugli esseri umani.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.