Fintech

Lemonway, la fintech che sta facendo preoccupare le piattaforme italiane di crowdfunding

La Banca d'Italia ha imposto un blocco all'acquisizione di nuovi clienti alla francese Lemonway, che però gestisce le transazioni di oltre 200 piattaforme di crowdfunding
I fondatori di Lemonway Antoine Orsini e Damien Guermonprez
I fondatori di Lemonway, Antoine Orsini e Damien GuermonprezLemonway

A inizio agosto, la Banca d'Italia ha imposto un blocco all'acquisizione di nuovi clienti da parte di Lemonway, una fintech fondata nel 2007 e attiva in 29 Paesi europei, tra cui l'Italia, che gestisce le transazioni di oltre 200 piattaforme di crowdfunding grazie al passaporto finanziario ottenuto nel 2012. Come ricorda Milano Finanza, la società francese dai suoi uffici di Parigi, Londra, Madrid e Milano fornisce servizi di pagamento elettronico e gestione di portafogli digitali a marketplace e piattaforme online, rispettando le normative relative alla lotta contro il riciclaggio di denaro.

In una comunicazione inviata ai propri clienti, la stessa Lemonway ha confermato cheBanca d'Italia ha disposto il divieto di intraprendere nuove operazioni in Italia”, specificando che ciò riguarda la possibilità di convenzionare nuovi partner, l’offerta di nuovi servizi o prodotti e l’apertura di nuovi conti di pagamento, ma non crea pregiudizio alle operazioni dei clienti attuali.

Quanto accaduto ha spaventato non poco InnovUp, l’associazione che rappresenta l’ecosistema delle startup e dell’innovazione in Italia. In una nota pubblicata il 7 ottobre, essa ha sollevato preoccupazioni rispetto all’impatto che questa misura potrebbe avere sul settore del lending crowdfunding. Lemonway gestisce infatti la maggior parte delle piattaforme italiane operanti in questo ambito e la sua importanza è ritenuta da InnovUp cruciale per la continuità operativa di molte di esse. Per questo l’associazione ha chiesto formalmente alle autorità italiane di valutare una proroga dell’entrata in vigore del divieto di stipulare nuovi contratti, attualmente prevista per il 31 ottobre 2024.

Secondo InnovUp, il tempo a disposizione per le piattaforme di crowdfunding per adattarsi a un nuovo fornitore di servizi sarebbe infatti insufficiente, considerando che tale transizione richiede circa nove mesi. L'associazione sottolinea che l'assenza di alternative immediate sul mercato italiano rende difficile la sostituzione della società francese senza conseguenze negative per le campagne di raccolta fondi in corso. Di conseguenza la richiesta di proroga, con cui InnovUp mira a garantire un periodo di transizione adeguato per evitare l’interruzione delle operazioni e a permettere alle piattaforme di trovare soluzioni sostenibili senza danneggiare investitori e società titolari di progetto.

Il mercato del crowdfundinggià negli scorsi mesi - fa notare la presidente di InnovUp Cristina Angelillo - ha subito forti rallentamenti a causa della nuova normativa europea e dei lunghi processi autorizzativi nazionali” e ora “potrebbe registrare una nuova battuta d’arresto. Un danno non solo per il settore, ma per tutte le realtà innovative che utilizzano il crowdfunding quale strumento fondamentale per finanziare i loro progetti di sviluppo”.