Il podcast

Julian Assange e il decennio in cui il giornalismo è andato sotto processo

Al fondatore di Wikileaks è dedicata la prima puntata di Rivoluzionari in codice, il podcast di Wired dedicato alle persone che hanno sognato pericolosamente con internet
Julian Assange durante l'arresto a Londra nel 2019
Julian Assange durante l'arresto a Londra nel 2019 (Foto: Jack Taylor/Getty Images)Jack Taylor/Getty Images

Rivoluzionari in codice

Julian Assange, il giornalista fondatore di WikiLeaks, è una delle figure più cruciali degli ultimi anni di storia della rete. Con la sua organizzazione, e collaborando con gli organi di stampa più prestigiose al mondo, Assange ha ampliato gli spazi del giornalismo e contribuito a ribilanciare i rapporti di forza tra informazione e segreto. Assange lo ha fatto, con WikiLeaks, fornendo ai whistleblower, gli insider che possono fornire alla stampa informazioni altrimenti segrete e inaccessibili, uno strumento di sicurezza informatica per poter comunicare in sicurezza.

In questa prima puntata di Rivoluzionari in codice, ripercorriamo soprattutto l'estenuante battaglia legale in cui Assange è coinvolto da oltre un decennio, una delle vicende che esprime in modo più esplicito le tensioni tra informazione e politica, specialmente negli Stati Uniti. Il successo di WikiLeaks, specialmente a inizio del decennio scorso, rimane uno dei momenti più esplosivi per quanto riguarda le potenzialità radicali della rete e ha rappresentato, a vario titolo, il big bang per altri “sogni pericolosi” che si sono manifestati negli anni a seguire

Con WikiLeaks, Assange è riuscito a pubblicare una mole impressionante di documenti di interesse pubblico, contribuendo al disvelamento di crimini di guerra e alla comprensione di fondamentali eventi politico-sociali degli ultimi anni. Questo è avvenuto, ad esempio, a partire dal 2010, con la pubblicazione di oltre 600mila documenti sulle guerre in Afghanistan e Iraq e relativi alla corrispondenza diplomatica delle ambasciate degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, in alcune circostanze, si è trovato però coinvolto in situazioni più controverse, come nel caso della pubblicazione delle email sottratte al partito democratico statunitense nel 2016. 

Julian Assange è privato della sua libertà da oltre un decennio e dal 2019 si trova in un carcere londinese, in attesa di conoscere l'esito della richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti, che lo vogliono processare in merito alle attività di WikiLeaks. Questo infinito caso legale è giudcato da più parti come un attacco gravissimo alla libertà del giornalismo e potrebbe avere ripercussioni gravi anche oltre Julian Assange stesso, verso l'informazione nel complesso. Negli Stati Uniti, dove è accusato anche di spionaggio, Assange rischierebbe una pena detentiva molto lunga. 

Nell'intricata parabola che è la vicenda legale in cui Assange è coinvolto da oltre un decennio, però, si possono ritrovare anche molti scossoni che hanno interessato le più recenti evoluzioni della rete e delle sue potenzialità democratiche. Una storia che, anche dopo più di dieci anni, continua a essere attuale, rappresentativa e preoccupante.

Rivoluzionari in codice è scritto da Philip Di Salvo e raccontato insieme a Federico Ferrazza, mentre la produzione è a cura di Giulia Rocco e Luca Zorloni. Rivoluzionari in codice è un podcast che mette sotto esame, attraverso biografie straordinarie, il futuro della democrazia, tema al centro del Wired Next Fest di Milano in programma 7 e 8 ottobre. Al festival interverrà la moglie e consulente legale Stella Assange.

Buon ascolto.