È stato come svegliarsi da un sonno di incoscienza collettiva. Il 10 luglio, su il Fatto Quotidiano, Selvaggia Lucarelli ha pubblicato un articolo in cui racconta e approfondisce la denuncia per stalking e diffamazione che Angelica Schiatti, in arte Angelica, ha sporto verso Marco Castoldi, Morgan, nel 2020. Un articolo difficile da leggere per la dovizia di particolari: vi sono infatti riportati i messaggi violenti rivolti ad Angelica dopo la breve frequentazione avvenuta tra i due, nonché all'attuale compagno di lei, Edoardo D'Erme (Calcutta), ai familiari e amici della cantante. Minacce, revenge porn, addirittura, si legge su il Fatto Quotidiano, Morgan avrebbe assoldato due persone (di cui una con precedenti penali) per rintracciare l'abitazione di Angelica e portare la donna da Morgan. Nonostante a seguito della denuncia sia scattato il Codice Rosso, con conseguente perquisizione nell'abitazione di Morgan, gli abusi sono proseguiti.

Per quattro anni, Angelica ha mantenuto il riserbo sulla questione, affidandone la risoluzione alla giustizia. Come accade per molte, troppe, donne, in tutto questo tempo non è riuscita a ottenere nulla. «Nessuno ha mai disposto neppure un divieto di avvicinamento. Non solo. Il processo, tra rinvii e lungaggini, è iniziato da pochi mesi, dopo 4 anni dalla prima denuncia» scrive Selvaggia Lucarelli, approfondendo la vicenda nelle storie Instagram «Il giudice ha accolto la richiesta della difesa di tentare un accordo tra Schiatti e Castoldi. Il tutto mentre Schiatti ha sempre rifiutato fermamente di rinunciare al procedimento. Dunque, ennesimo rinvio a settembre». Infine, Lucarelli aggiunge: «Costringere una vittima di condotte persecutorie a confrontarsi con il carnefice rientra nel pericoloso schema della vittimizzazione secondaria (e in teoria l'estinzione del reato di stalking non può avvenire tramite condotte riparatorie)».

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Nel quadro di indifferenza totalizzante da parte delle istituzioni, si aggiunge quello dell'industria musicale. Nonostante Angelica avesse scelto di mantenere il riserbo sulla vicenda, in molti erano a conoscenza dei fatti. Questo non ha fermato l'attività di Morgan che, appena una settimana fa, ha annunciato di aver firmato con l'etichetta discografica Warner Music Italia, oltre a un nuovo programma televisivo su Rai 3. Tutto sarebbe continuato come se nulla fosse senza il racconto del Fatto Quotidiano che ha restituito visibilità alla vicenda, portando a nette prese di posizione.

La prima a prendere parola è stata Angelica stessa che, in una nota via Instagram ha fatto sapere: «Grazie di cuore per la solidarietà e l'affetto che sto ricevendo da molti di voi. Sono stata in silenzio quattro anni e continuerò a restarci (tanto sono i fatti che parlano per me) sperando che la giustizia possa fare il suo corso in tempi umani. Mi sono sentita e mi sento molto sola e abbandonata dalle istituzioni. Questa mia è la condizione di una donna che trova il coraggio per denunciare in Italia, che cerca di difendersi e di tutelare la propria dignità e che non dovrebbe MAI essere lasciata sola».

Una vicenda che, oltre a far riflettere sulla connivenza dell'industria culturale - a quanto pare dal Me Too, a oggi, abbiamo imparato davvero poco - mostra per l'ennesima volta le falle del sistema giudiziario e le difficoltà che una vittima di violenza incontra ogni volta che decide di denunciare. Con il rischio di non essere creduta, quello di trovarsi ad affrontare tempistiche bibliche, di essere lasciata sola davanti al suo aguzzino. Quante volte abbiamo letto questa storia sulla cronaca, quante volte la vittima non era un personaggio pubblico ma una donna comune, e non c'è stato un articolo di giornale a salvarla, nessuna personalità di spicco ad aiutarla a far sentire la propria voce. Quante volte questa mancanza di visibilità è stata fatale. Chissà se, almeno in questo caso, il clamore mediatico aiuterà la giustizia a fare il suo corso e l'industria culturale italiana a prendere le distanze da chi è abuser.

«È arrivato il momento di scegliere da che parte stare in merito a comportamenti come revenge porn, violenza sulle donne, maschilismo, stalking e tutto ciò che inquina la nostra società e su cui non dobbiamo mai abbassare la guardia» ha dichiarato Levante in una nota social, riferendosi in particolare al contratto che Warner aveva appena siglato con Morgan. A lei si è unito anche Calcutta: «Vi assicuro che i fati atroci riportati nell'articolo sono solo una piccola parte di quelli accaduti e hanno modificato la nostra vita più di quanto si possa immaginare. La cronaca purtroppo parla troppo spesso di vicende simili che finiscono nel peggiore dei modi» . Poi, Calcutta aggiunge: «Warner Music Italia ha deciso di offrire un contratto a questo persecutore nonostante fosse a conoscenza dei fatti. Per questo mi sembra giusto interrompere ogni mio possibile rapporto lavorativo con questa etichetta. [...] chi si comporta così, restando in silenzio, ai miei occhi è complice».

Una presa di posizione importante, a cui Warner ha risposto tempestivamente pubblicando un comunicato ufficiale: «Warner Music Italy, alla luce dei contenuti e dei messaggi emersi e riportati dalla stampa italiana in data odierna, dà mandato ai propri legali per interrompere il rapporto contrattuale in corso con l’artista Morgan lasciando che la questione sia dibattuta nelle giuste sedi». Al contrario, dalla televisione pubblica nazionale, tutto tace.

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Lo scorso 8 marzo, in occasione dell'uscita dell'album Sconosciuti superstar, Angelica aveva raccontato a Cosmopolitan di aver sfogato il suo dolore per la vicenda nel brano "Grazie a te": «Si tratta di una situazione molto dolorosa che sta andando avanti nelle sedi competenti. È una situazione che è degenerata, è un quadro molto complesso e brutto. Sono una persona che cerca di evolversi e ci sono riuscita. Questa canzone mi è servita proprio a questo. Tutto quello che ti succede nella vita ha un significato e ti porta un bagaglio. Devi essere in grado tu di svuotarlo. Con questa canzone mi sono liberata».

Mai come oggi, il risveglio collettivo delle coscienze passa sempre più attraverso la consapevolezza di come un'azione, una presa di posizione culturale, nell'arte e in tutto ciò che la circonda, sia necessaria per dare dignità alle vittime di violenza, salvare loro la vita. Come si legge nel Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale, dal 1 gennaio al 7 luglio 2024, 27 donne hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Si deve (ri)partire da qui.